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Autore: Leliwen    27/09/2010    0 recensioni
La Storia narra le avventure di un manipolo di avventurieri, designati come Salvatori del Mondo, e legati tra loro da alcune Carte dei Tarocchi... Ma sia la ricerca di propri compagni che la convivenza non risulta essere una cosa poi così semplice.
PER IL COMPLEANNO DI SATHIA!!!
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3


La Tigre



"Perché?" chiese lei senza pensarci e stropicciandosi il nasino. Ci mancava solo che si prendesse un malanno per colpa di quel tuffo. Ma come le era venuto in mente?

Wald li raggiunse e passò una mano attorno alle spalle della ragazza "Glielo dico io." disse ad Allen "Vai ad aiutare gli altri." quando ci si metteva il druido era molto convincente. Alexys li guardava senza capire e si stava per far venire il torcicollo a guardarli in faccia "Dolce angelo, ci stiamo per immergere!" le fece notare Wald facendola voltare gentilmente in modo da poterla guardare negli occhi continuando a cingerla con un tenero abbraccio: ci mancava solo che si mettesse a urlare indignata e tutte le navi del porto si sarebbero precipitate a controllare cosa stesse succedendo "E dato che il mare nero ti spaventa abbiamo paura che ti possa prendere un attacco di panico."

"Ma... stiamo vicino alla barriera corallina no?" Wald annuì "Qui il fondo si vede! Non preoccuparti, me la caverò egregiamente."

"E ci sono gli squali. Ancora sicura di voler venire con noi?"

"Se sto con voi non mi dovrebbe succedere nulla, no?"

"Beh... grazie per la fiducia, mio tesoro. Sarà ben riposta, fidati!"

"Mi sono sempre fidata di te."

"Quando avete finito di amoreggiare, ci informereste della decisione che avete preso?" chiese Hinnaruel ridendo.

"Vengo anch'io!" le rispose Alexys staccandosi da Wald per andarsi ad attaccare ad un suo braccio come un cucciolo desideroso di coccole che ebbe immediatamente.

"Bene." Heian aveva replicato molto in fretta sapendo fin troppo bene che Allen non era d'accordo con la decisione della sua protetta ma che, in ogni caso, non ci poteva far nulla. Quindi, meglio accelerare i tempi, in modo che lui non trovasse lo spazio per dar fuoco alle polveri "Prendete queste, una per ognuno. Dovrebbero durare un paio d'ore, forse qualcosa in più. Wald tu sei in grado di controllare il tempo che passa?"

"Si, nessun problema."

"Bene. Qui ci sono le ampolle che bloccano l'effetto della pozione. Caso mai dovessimo risalire prima. E ci sono altre quattro pozioni e altrettanti antidoti, caso mai dovessimo riscendere. Allora, tutti pronti? Bene. Andiamo." non aveva aspettato risposta decidendo che la domanda era scontata e che il guerriero avrebbe potuto usare la risposta per iniziare un infinito litigio con Alexys. Ora almeno avrebbe avuto un paio d'ore di silenzio. Bevve la pozione e si tuffò in acqua, senza sollevare uno schizzo. Un attimo dopo lo seguirono tutti gli altri.

Wald li guidò verso la metà della chiglia ancora libera che, per fortuna, era la metà che dava accesso alla stiva. La nave era veramente una bagnarola coi legni che già iniziavano a marcire, probabilmente già prima che affondasse. Raggiunsero il ponte della nave e Allen aprì la porta della stiva con un calcio rivelando un mare di casse sigillate i cui lucchetti si erano ormai arrugginiti. Heian stava per aprire una cassa con la magia quando sentì un colpo secco alle sua spalle: Allen aveva nuovamente usato le maniere forti; come se ce ne fosse mai stato bisogno. Il guerriero aveva staccato di netto la serratura di una cassa con un colpo dell'elsa della spada e con un calcio sollevò il coperchio.

Una nube di sangue precedette la visione di pezzi di cadaveri ammassati con ordine nella cassa.

Alexys e Hinnaruel a quella vista sbiancarono mentre Allen, non contento, aprì un'altra cassa nella quale c'era lo stesso macabro bottino.

'Improvvisamente ho bisogno di un po' d'aria fresca...' passò sul volto di Alexys.

'Non puoi sbagliare: diritto sopra di te per un centinaio di metri circa.' Sembrò rispondergli scocciato quello dell'elfo, mentre Hinnaruel si gustava la scenetta con gli occhi sbarrati per la sorpresa. Suo padre s'era affezionato anche a lei. Incredibile ma vero, forse un po' di quel ghiaccio si sarebbe iniziato a sciogliere.

Wald intanto aveva raggiunto Allen. Le casse lì erano tutte uguali e nulla avrebbe potuto far sospettare che contenessero qualcosa di diverso. Quelle poco oltre contenevano i viveri per la ciurma. Ciurma di cui non c'era più traccia.

Heian si era messo a perlustrare tutta la chiglia alla ricerca della parete massiccia di cui aveva parlato il Saggio. Non gli ci volle in realtà molto per trovarla. Infatti l'ingresso, dall'altra parte della stiva, era bloccato da un pesante muro di legno in noce, molto ben lavorato. Nemmeno Allen, nonostante tutta la sua forza o il fatto che era stato per qualche tempo sott'acqua, sarebbe riuscito a buttarlo giù. L'unica maniera per abbatterlo era farlo esplodere. Decisamente i contrabbandieri cercavano proprio quella nave.

Collegarono i candelotti di dinamite al muro, unirono i fili tra loro e iniziarono la risalita: dovevano dar fuoco alla miccia e trovarsi il più lontano possibile dalla nave quando questa fosse esplosa.

Avevano appena iniziato la risalita quando alcune ombre scure si stagliano contro la luce solare. Wald si dimenò cercando di spiegare agli altri di mettersi al riparo: il sangue proveniente dalle casse aveva richiamato gli squali. Wald e Allen evitarono per un soffio alcuni morsi mettendosi al sicuro mentre Hinnaruel raggiunse per prima la nave, dopo averne ferito uno col pugnale che gli aveva dato suo padre. Alcuni degli altri s'accanirono su quello ferito e momentaneamente incapace di muoversi.

Heian spinse Alexys verso il druido appena prima che fossero intercettati dai restanti; il mago riuscì a far esplodere delle piccole frecce di ghiaccio addosso ad uno dei predatori ma l'altro che l'aveva puntato lo morse, staccandogli quasi una gamba. Allen intercettò Alexys ed estrasse la spada per proteggerla con quella. In acqua i suoi attacchi erano meno letali ed un paio di animali s'erano avvicinati; anche troppo per i suoi gusti e soprattutto per quelli della sua compagna. Heian fece esplodere un incantesimo addosso allo squalo attaccato alla sua gamba riuscendo a farlo scappare, ma il secondo tornò all'attacco mordendolo ad un fianco provocandogli una profonda ferita. Wald sbucò in quel momento dalla nave con una cassa di morti gettandola lontano dall'elfo attirando i due assalitori; uno squalo si diresse verso di lui, ma a poche pinnate da lui cambiò il suo intento.

Ad un tratto gli squali si mossero verso un punto lontano della superficie, lasciando finalmente la strada libera alla risalita. Wald afferrò una mano dell'elfo per riportarlo in superficie mentre questi, con l'altra, tentava di fermare l'emorragia. Decise seduta stante che di squali ne aveva a sufficienza per tutto il resto della sua vita. Quando finalmente raggiunsero la nave Wald ed Heian salirono per primi. Seguiti da Allen e Alexys.

"Ma che è successo?" chiese la principessina quando finalmente fu a bordo. Heian era seduto appoggiato all'albero maestro con lo sguardo fisso ed assente di fronte a sé. La gamba destra era praticamente maciullata e lo stomaco se lo teneva faticosamente nel proprio corpo.

Hinnaruel prese il posto del druido accanto all'elfo "Io e Harry abbiamo attirato altrove gli squali buttando loro dei "viveri"." le rispose Hinna con un sorriso tirato "Wald, vai a vedere se Harry e Allen riescono a dare fuoco alle polveri."

La mezz'elfa stava in ginocchio accanto ad Heian che si stava fasciando al meglio la ferita all'addome aiutato dalla ragazza. Wald li lasciò: Hinna aveva il dono della guarigione, un dono che lui non aveva, almeno non a quei livelli. Non aveva di che preoccuparsi. Alexys s'avvicinò all'amica: voleva spiare il rapporto che c'era tra lei e l'elfo per cercare di capirci qualcosa. Heian, che stava sussurrando parole di conforto alla figlia, in quel momento perdette conoscenza. Hinnaruel invocò il Signore di ogni Bene per chiedergli che le sue mani potessero guarire. Inizialmente sembrò che tutto andasse come doveva ma, dopo pochi istanti, Heian iniziò a gemere mentre le ferite, parzialmente richiuse si riaprirono come se fossero state appena inferte.

In quell'istante si sentì un boato ed una grossa onda fece oscillare paurosamente la nave. Il muro era stato fatto saltare.

Hinnaruel aveva urlato d'angoscia alla vista del risultato catastrofico della sua magia e Wald era accorso immediatamente lasciando gli altri due a guardarsi in faccia senza capire.

"La... la magia... non ha funzionato..." bisbigliò Alexys sbalordita non appena arrivò Wald.

"Beh, bisogna fare presto. E coi metodi classici."

Nel momento in cui lo toccò, Heian si mosse di scatto, possibilmente ancora più bianco di prima "Non toccarmi..." bisbigliò afferrandogli un braccio in una morsa d'acciaio, gli occhi erano accesi di una luce feroce e folle.

"Ehi, sta' fermo!" urlò mentre la stretta dell'elfo diminuiva sensibilmente "Sta fermo o peggiorerai ulteriormente le cose!!! Sta' fermo!!!" Heian stava cercando di divincolarsi con la forza che potrebbe avere un bambino.

"Ti ho detto di lasciarmi!!!" gli sferrò un pugno che Wald quasi non avvertì, poiché l'elfo era troppo debole per colpa dell'emorragia.

"Va bene. Mi spiace, ma l'hai voluto tu." sospirò sferrandogli un pugno che gli fece nuovamente perdere i sensi.

"Non l'avrai mica ucciso, vero?" sussurrò Alexys stringendosi al braccio di Hinnaruel.

"Ora almeno sta fermo." rispose un po' titubante.

"Ma... ma..." tentò di ribattere mentre guardava Hinnaruel, pallida come la morte, con sguardo perso.

"Non ti preoccupare. Ora portiamolo giù, così posso curarlo meglio."

Alexys l'aiutò a prenderlo in braccio evitando di peggiorare la situazione mentre Hinnaruel apriva la strada, togliendo ostacoli che potevano essere pericolosi o semplicemente noiosi. Creò una specie di letto affiancando delle casse.

"Ora è meglio che voi due usciate." disse "A quanto pare è allergico alla magia divina, in tutte le sue forme."

"Ma... tu sei un druido! Anche tu puoi usare la magia divina!" protestò la mezz'elfa.

"Io venero la Natura in ogni sua forma. Dubito che possa fargli male. E poi non trasudo potere divino come te. Quindi ora fuori!"

Alexys lì dentro avrebbe anche potuto farci la capriole, tanto di divino aveva solo la chiacchiera, eppure Wald la volava lontano da lì. Capì così che il druido le aveva affidato Hinnaruel per far sì che si calmasse: il cuore di Hinnaruel stava battendo ad una velocità indescrivibile, le pupille erano dilatate e sembrava sul punto di svenire. Somigliava a un uccellino tenuto in una mano troppo stretta.

La principessina prese la mano di Hinnaruel e la condusse gentilmente fuori, tentando di calmare, con le parole, il suo animo in tumulto, sapendo esattamente che tasti toccare e sapendo che se c'era qualcuno che poteva aiutare Heian quello era proprio Wald. Nessuno era in grado di sapere esattamente cos'era meglio fare in tutte le situazioni come il suo amico. Ma nemmeno lei riusciva a capacitarsi di ciò che era successo.

Una volta solo, Wald tolse gli abiti ad Heian mettendo a nudo i morsi che per fortuna si rivelarono meno gravi del previsto. Forse gli aveva fatto più danni col suo pugno dato che lo zigomo s'era gonfiato ed era diventato di un bel color viola pesto. Quando distolse lo sguardo dalle lesioni per posarlo sul suo corpo dovette reprimere a stento un urlo. Oltre alla ferita da morso di squalo infatti sul petto e soprattutto sulla schiena di Heian erano visibili innumerevoli cicatrici di terribili ed antiche ferite.

'Spiriti della Natura! Come diamine fa ad essere ancora vivo nonostante... nonostante queste?!?'

 

***

 

"Non è colpa tua." asserì Alexys mentre salivano sul ponte della nave.

"Sì, invece! Ti rendi conto di quello che ha fatto il mio incantesimo al suo corpo?!? Per poco non lo uccidevo! Lui è mio padre e io per poco non lo uccidevo..." era sconvolta, le gambe quasi non la reggevano più.

"Hinna, non lo potevi sapere..." disse Alexys facendola sedere "Nessuno poteva immaginare che avrebbe reagito in quella maniera... non è colpa tua e sicuramente lui non incolperà mai la sua bambina per una cosa del genere. Sta tranquilla. Tuo padre è molto più forte di quanto non dia a vedere."

"Ed allora mi posso permettere di strapazzarlo come un vecchio straccio?" le inveì contro.

"Non ho detto questo. Ma è stato lui a non dirti che alla tua magia avrebbe reagito male. E pensi che per caso non lo sapesse? Pensi che in tutti questi anni non si sia mai fatto male o che nessuno abbia mai provato a curarlo invocando l'aiuto degli Dei? Lui sapeva e non t'ha detto niente. Come puoi sentirti in colpa per questo?"

"Mi stai dicendo che è colpa sua?" era sempre sconvolta ed arrabbiata e non capiva come Alexys potesse scaricare una sua colpa sul padre.

"No. Ti sto dicendo che NON è colpa tua."

"Avrei dovuto capirlo che..." ribadì scuotendo la testa non sapendo nemmeno lei cosa avrebbe dovuto capire.

"Che cosa?" le chiese infatti Alexys dando voce ai suoi dubbi "Che è l'unico essere sulla faccia della terra ad essere allergico al potere divino? Come? Né tu, né io, né nessun altro essere al mondo poteva ipotizzare una cosa simile. E nemmeno Wald, o c'avrebbe fermato. In tre non ce ne siamo accorti e, ti voglio ricordare che non siamo proprio degli sprovveduti dato che le sorti del mondo gravano su di noi. Quindi direi che non c'era modo di accorgersene. Quindi non è colpa tua."

"Ma io..."

"No. Niente ma." ribadì con fermezza. Se si fosse depressa, era quasi sicura che poi Heian se la sarebbe presa con lei che non era riuscita a consolarla, quindi non poteva né voleva deluderlo. Hinnaruel era troppo vulnerabile ora "So che lui non ti ritiene responsabile e so che non è arrabbiato con te. Ma sono sicura che se ti vedesse con questo musetto abbattuto, se sapesse che ti sente in colpa per ciò che è successo, si sentirebbe lui in colpa per farti stare così."

"E perché?"

"Perché è tuo padre e sono sicura che a modo suo si preoccupa della tua felicità e non si perdonerebbe mai d'esser stato la causa della tua infelicità."

"Allora perché non è rimasto con me?" chiese con un tono lagnoso e disperato da bambina triste e sola.

"Forse perché t'avrebbe messo in pericolo." azzardò "E dubito che rischiare la tua vita possa entusiasmarlo. Ne dubito fortemente." le fece notare, vedendo come Hinnaruel a quelle parole si fosse decisamente calmata.

Dopotutto gliel'aveva detto anche Heian e non poteva certo far finta d'esser sorda solo per non sentire ciò che non voleva sentire.

"Dici?" chiese comunque dopo un momento di riflessione. I tremiti erano finalmente passati ma la voce ancora non ne voleva sapere di uscire.

"Dico. Anzi ne sono sicura." rendendosi conto, solo in quel momento che ne era davvero convinta e che non erano solo parole per tranquillizzare l'amica.

"Ma non cambia che ora è in quello stato per colpa mia."

"No. E' in quello stato per colpa degli squali che c'hanno attaccato. Non fare confusione."

"Si... ma mi sento comunque triste."

"Lo so. E non potresti sentirti diversamente: tuo padre sta in cambusa con Wald che sta cercando di rattopparlo. Se tu facessi i salti di gioia saresti semplicemente impazzita ed il ruolo di pazza qui ce l'ho io e desidero conservarlo per un bel pezzo. E ho già un concorrente agguerrito, non mettertici pure tu!" Hinnaruel sorrise a quelle parole ma il musetto era ancora molto triste "L'importante è che tu non ti senta in colpa." aggiunse Alexys tirandole su il volto "Perché semplicemente non è così."

Hinnaruel annuì "Devo rinfrescarmi le idee... Penso che seguirò Allen e Harry in acqua..."

La cosa non riempì Alexys di gioia, che già s'immaginava le urla di Heian se fosse successo qualcosa alla sua bambina, ma gli squali, dopo una simile detonazione, se ne sarebbero rimasti alla larga da loro e dal relitto.

Scesero dunque giù in tre. Perlustrarono ogni palmo della stiva trovando delle casse intatte nonostante l'esplosione. Portarono tutto a bordo: l'avrebbero esaminato più tardi, con calma. Allo scadere delle due ore erano tutti nuovamente sulla barca diretti verso il porto. Il campo base non era servito.

Il sole era ora tremendamente basso sull'orizzonte e la barca dei contrabbandieri era un punto fermo e distante. La nave accompagnò con un rollio gentile il ritorno dell'ancora, le vele si tesero facendola correre leggera verso il porto.

Fi allora che Heian, che aveva appena ripreso conoscenza, torno zoppicando sul ponte, facendo urlare Wald per quella follia.

Ma l'elfo non lo stava a sentire. Il sigaretto tra le labbra ed il vento salato sulla sua pelle. Era la sua perfetta medicina. Era ciò che preferiva.

La sua calma era però rovinata da Hinnaruel che si teneva a distanza ed aveva un'espressione molto preoccupata sul volto atteggiato ad un broncio delizioso. Cercava di tenerlo sempre nella sua visuale, controllando ogni suo movimento, ma evitando di stargli troppo vicino.

Quel suo atteggiamento era troppo dissonante con la sua natura schietta ed aperta, talmente tanto che Heian le si avvicinò mentre lei si era distratta "Tutto bene?" le chiese prima che lei potesse scappare. L'afferrò per un braccio vedendo che lei tentava di allontanarsi "Non vuoi controllare come sto?"

"Io... è che..." tentennò non sapendo come spiegare il tumulto che aveva dentro e preoccupata per la propria vicinanza.

"Non preoccuparti. Non è a te che reagisco male, ma al potere divino che sprigioni." disse tirandola a sé e circondandola con un caldo abbraccio.

"E non è la stessa cosa?" chiese tremando. Alexys intanto aveva calmato Wald e se li guardava quasi commossa: quel pezzo di marmo aveva un punto debole, la sua bambina. Con lei vicino sembrava quasi umano. Quasi.

"No. Tu non stai in continuazione a pregare." la provocò con voce semiseria.

"Quindi... non posso curarti?"

"No. Ma mi basta averti vicino per star meglio."

"Ti fanno male?" le chiese stringendosi finalmente a lui.

Lui strinse i denti e scosse la testa appoggiando una guancia sulla sua testa "Uno squalo non l'avevo contemplato. A te com'è andata la ricerca?"

Wald sgranò gli occhi: sapeva che non era possibile che Heian avesse avuto sentore che sua figlia si fosse nuovamente immersa, quindi... come?

"Non lo so. Abbiamo riportato su quelle casse. Ma ancora non le abbiano esaminate." rispose sciogliendosi controvoglia dall'abbraccio.

Lui le diede un bacio sulla fronte prima di chiederle con una voce che era tutta un programma "Vogliamo andarci cauti o..."

"O cosa?" chiese divertita.

Una strana luce gli attraversò lo sguardo. Wald stava iniziando a dire che dovevano andarci cauti quando Heian pronunciò un paio di parole e dopo un gesto secco della mano i lucchetti delle casse di legno duro saltarono contemporaneamente.

E ad Alexys saltarono i nervi.

"Ma ti pare il modo?!?" le urlò mettendoglisi di fronte "Quella roba non sappiamo nemmeno cosa sia! E non sappiamo cosa possa contenere e cosa possa fare! Potrebbero esser pericolosi per tutti, te ne rendi conto? Non puoi fare ogni follia ti passi per la testa senza chiedere un minimo di consiglio a noi! Siamo una squadra! Una squadra capisci?!? Ci si confronta e poi, dopo, si prendono le decisioni! Lo vuoi capire?!? L'ultima volta Allen ha perso un braccio, te lo ricordi?!? Cosa dovrà ancora succedere perché tu capisca che non puoi fare tutto di testa tua!?! Lo vuoi capire che non è più solo la tua pellaccia dura ad essere in pericolo se fai qualcosa di folle, ma anche la nostra? Anche quelle di tua figlia?!?"

"Ecco perché non mi piace viaggiare in compagnia." sospirò "Allora. Vado a controllare io. La mia vita è mia e ci faccio quello che mi pare." disse voltandole la schiena "Hinnaruel sta indietro." disse alla figlia prendendole il mento tra due dita per far sollevare quel volto tanto caro.

"Ma papà..." lui le posò un dito sulle labbra per zittirla, poi le passò una mano sui capelli di seta e la oltrepassò per andare ad aprire una cassa.

"Resta qui." le disse con quel tono che non ammetteva repliche e che la inchiodava sul posto. Succedeva spesso.

"Non era questo che volevo!!!" urlò Alexys "Ma perché fai sempre tutto..."

Allen le passò il braccio attorno alle spalle "Lascia stare." ordinò. L'elfo aveva deciso che la situazione non era così drammatica. Ma la sua principessina non avrebbe dovuto rischiare.

Wald s'avvicinò Heian "A me importa ciò che tu fai della tua vita. Quindi fa attenzione o mi avrai come tuo peggior nemico. Mi sono spiegato?" il mago spalancò gli occhi e annuì "Sarò un passo dietro di te."

Heian si voltò e aprì la prima cassa. Con l'incuranza di chi non ha niente da perdere.

Conteneva la testa della Tigre. La tirò fuori quasi con deferenza tenendola tra le mani a coppa guardandola attentamente dopo aver scrutato in profondità la cassa.

Alexys si divincolò dal moro e gli si avvicinò con circospezione "Le mancano gli occhi."

"Ha un aspetto inquietante." sussurrò l'elfo riposando al testa nella cassa.

'Anche tu sei inquietante! Che ti credi di avere l'esclusiva?'

'Finiscila di pensare follie.'

"Cosa intendi dire?" gli chiese imbronciandosi "Potrebbe essere maledetto?"

"No, lo escludo." rispose ed un brivido freddo corse lungo la schiena di Alexys "Sicuramente è qualcosa di molto importante e forse potente vista la cura con cui era trasportata."

Anche Hinnaruel alla fine si era avvicinata "Non è un oggetto malvagio." assicurò.

"Ma potrebbe comunque essere incantata." propose Alexys osservandola bene. Stese una mano sopra la scultura e pronunciò una sola sillaba. E la scultura s'illuminò "Ok, ragazzi, volete sapere la mia diagnosi?"

"Sarebbe?"

"Quest'affare starebbe un amore come candelabro nella mia cameretta!" immediato le arrivò un colpo sulla nuca seguito dall'occhiataccia che le lanciò il mago e dalle risa di Hinnaruel e Wald.

'Ma la smetti di scherzare?'

'Ma io non stavo scherzando!'

"Beh, almeno abbiamo capito che è magico." sospirò Wald "Ma non sappiamo che incantesimo racchiuda. Ed una magia sconosciuta è sempre pericolosa."

"Secondo me non racchiude un magia..." sussurrò Heian "La magia gli è intrinseca. E sembra qualcosa... non so... ma come di protezione... o meglio come un sigillo per un potere più grande... e ha delle scanalature ai lati, come a poterla aprire... ma non è stata ancora restaurata, quindi... beh è difficile in queste condizioni dire cosa sia." alzò le spalle. Non ne sapeva di più "La tieni tu?!?" chiese porgendola ad Alexys che la afferrò entusiasta.

Wald intanto era allibito: aveva visto molti maghi all'opera e tutti, per affermare ciò che aveva detto ora Heian avrebbero dovuto passare molti minuti in meditazione mentre lui l'aveva solo guardata! Deglutì a fatica "E questa magia funzione nonostante ora la Tigre sia a pezzi?"

Heian alzò e spalle in un "così pare" che poteva tranquillamente passare per un "che ne so?" o per un "non me ne importa nulla". E, in effetti, quel frammento non gli interessava più. Aprì un'altra cassa al cui interno scoprì esserci uno scrigno in ferro ben lavorato ancora chiuso. Heian prese l'elsa di un suo pugnale e colpì con essa la serratura che, dopo un paio di colpi cedette.

All'interno vi era un rubino rosso grosso quanto un pugno che emanava una lieve luce. Era quasi ipnotizzante. L'elfo allungò una mano per prenderlo ma il contatto con la gemma gli ustionò le dita e una boccata di sangue gli salì dalle viscere non ancora sanate. Una sorta di nebbia bianca lo avvolse prima che lui riuscisse a mollare la presa.

"Papà!!!" urlò Hinnaruel mentre lo raggiungeva accasciato a terra accanto allo scrigno.

"Non... non è nulla..." ansò tra le braccia di Wald che l'aveva agguantato non appena quell'affare s'era attivato.

"Ma perché non ascolti mai?!? Io non voglio dover rattoppare anche te! Te l'avevo detto che era pericoloso!!!" strillò Alexys in piena crisi isterica con la testa della Tigre sotto un braccio come se fosse un'anguria.

"No... non lo è... sono io ad essere pericoloso per lui... e lui s'è difeso..." disse rimanendo disteso tra le braccia robuste di Wald che lo sostenevano.

"Non capisco." disse Hinnaruel scuotendo la testa, gli occhi colmi di lacrime mentre l'aiutava a rialzarsi.

"Prendilo." le disse il padre "A te non farà nulla. E' ricolmo di potere divino... potrebbe anche amplificare i tuoi incantesimi..." aggiunse più parlando tra sé e sé che non a lei. Hinnaruel lo guardò senza capire. Ma non si mosse. Non era così sicura da tentare di rimetterci le mani.

Wald l'aveva intanto rimesso in piedi e stava controllando che nessuna delle sue ferite si fosse riaperta "Come ti senti? Se vuoi posso controllarti anche qui."

"Quell'affare m'ha colto di sorpresa, tutto qui."

"Cioè? Quel rubino pensa?"

"No. Ma si difende. E la mia anima non è abbastanza pura per permettermi di toccarlo."

"E ora dove staresti andando?" gli urlarono appresso Wald e Hinnaruel. Heian si stava dirigendo verso l'altra cassa con il fare di chi si trovava lì per caso e Wald gli si era immediatamente affiancato. Sarebbe stata la sua ombra. L'aveva avvertito.

"Controllo una teoria." spiegò con semplicità senza però fermarsi.

"E perché dovresti farlo tu?" scattò Hinnaruel arrabbiata correndogli appresso.

"Perché se ho ragione, tu ci potresti restare secca e la cosa non mi piacerebbe per niente. A me, al più potrebbe fare lo stesso effetto che m'ha fatto il rubino." Hinnaruel l'aveva raggiunto e l'aveva abbracciato sperando così di tenerlo lontano dai guai "Non morirò certo per una sciocchezza simile, smettila d'angustiarti." cercò di tranquillizzarla passandole una mano tra i capelli di seta arruffata.

"E se ci provassimo noi?" propose Wald a nome anche di Allen e Alexys che non sembravano dello stesso avviso.

"Per la principessina e il bestione temo ci sarebbe lo stesso effetto catastrofico che per mia figlia. Con te credo che proprio non reagirebbe. Quindi sarebbe del tutto inutile."

"E perché con me non reagirebbe?"

"Scusa ma con te non avrebbe nulla cui attaccarsi, né una bontà smisurata, come fa il rubino, né una malvagità sfrenata, cui forse fa capo l'altro occhio."

"Quindi sono gli occhi..." sussurrò Alexys guardando ancora una volta il volto della Tigre, facendo alzare le spalle al mago in un "E che altro" silenzioso e sottointeso.

"Allora quei tre sono Santi mentre io non sono né un santo né un demone e quindi nessuno dei due occhi mi può far nulla. Tu?"

"Un ibrido." scherzò lui cercando di sciogliersi dall'abbraccio della figlia, la quale però non sembrava molto intenzionata a lasciarlo.

"Non potresti almeno aspettare domani?" propose Wald e Hinnaruel annuì.

"Perché? Che cambia?" chiese con una faccia d'angelo che fece salire la bile al druido.

"Perché magari le tue ferite staranno un po' meglio! Tu che dici?!?" gli sbraitò contro.

"Riuscirò a camminare anche se l'altro occhio mi ustiona." era davvero convinto che agli altri potesse bastare la sua mera sopravvivenza. Hinnaruel lo guardò sconvolta.

"Magari starai un po' meglio! Ma alla tua salute non ci tieni nemmeno un po'?" urlò Wald. Non gli succedeva spesso d'urlare o perdere davvero le staffe, ma l'elfo era riuscito dove persino Alexys aveva sempre fallito. Inoltre qualcosa gli bruciava il petto a sentirlo parlar così, ma non riusciva a capire cosa fosse.

"Se non m'impedisce di fare ciò che voglio? No."

"TU ORA FAI CIO' CHE DICO IO! SONO STATO CHIARO? QUINDI FILA SOTTO COPERTA E RESTACI!!!"

 

***

 

Una volta tornati in locanda Hinnaruel si diresse nella stanza dove riposava Heian portando un vassoio con una teiera fumante ed una fetta di torta ancora calda. Si sedette accanto al letto del padre che si tirò su a fatica.

"Fanno male?"

"Non credevo che i denti di squalo potessero essere così affilati..."

Lei sorrise preoccupata, passandogli il vassoio che il padre posizionò su un tavolinetto basso che aveva appoggiato sul materasso. Prese una lunga sorsata.

"Buono..."

"Davvero?" chiese lei quasi stupita.

"L'hai preparato tu?" domandò non sapendo interpretare lo stupore della figlia in altro modo.

"No, me l'ha dato Wald..." ammise. Lui fece una boccaccia e fece finta di sputare il liquido caldo "Ma non hai detto che era buono?" rise lei.

"Sì, si non è male..." le aveva fatto sparire quell'espressione triste e tanto bastava.

"Wald è molto bravo. Ed è anche un bel ragazzo, molto gentile ed un ottimo amico se sai prenderlo, intelligente e molto saggio... ed esercita un certo fascino sulle persone... anche su di te. E' riuscito a farsi obbedire... non credevo potesse succedere." disse con fare sognante.

"Perché non te lo sposi? Papà è d'accordo." acconsentì alzando un sopracciglio.

Lei rise un'altra volta "Mah... te l'immagini a corte?" lui scosse la testa e lei rise di nuovo "In realtà pensavo più ad Alexys..." lui si fece per un istante scuro in volto "Ma sei geloso?" gli chiese sbarrando gli occhioni rossi fino all'inverosimile.

"No, preoccupato." sospirò, tornando a guardarla come se al mondo esistesse solo lei.

"Perché?" gli tolse il vassoio dal letto e si accucciò accanto a lui.

"Allen. A quanto pare non sopporta troppo il caro druido."

"Ma dai!" la sua faccia era davvero buffa "Pensa che Wald se ne approfitterebbe?"

"Credo. E non ha tutti i torti. E poi..."

"Poi?" ripeté con insistenza.

"Ma la smetti di interrogarmi? Non siamo mica a scuola!"

"Uh, come sei scontroso... secondo me, è solo gelosia..."

'Pensa un po' quello che ti pare...'

"Eddai scontrosone distendi i muscoli facciali e fammi un bel sorriso!" lei gli sorrise prendendogli le guance tra le dita e distendendogli il volto in un sorriso tirato.

 


Angolino dell'autrice:
Salve gente! Non so se vi sono mancata, ne dubito, ma alla fine mi sono decisa a postare anche questo capitolo… 'mio Dio come scrivevo tempo fa!!! O____O'
A voi ora la parola^^ Questo capitolo è finito, presto - forse - il prossimo^_^
Un bacio gente!

  
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