Fanfic su attori > Coppia Gyllenhaal/Ledger
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Autore: Irishkoala    27/09/2010    5 recensioni
Una proposta che può cambiarti la vita. L'incontro che non ti aspetteresti mai ma che stai cercando da sempre, perchè vuoi che succeda. Non lo ammetti a te stesso, ma non riesci a tirarti indietro, perchè sai che lo vuoi. Il problema è rischiare, fidarsi, accettare nuove sfide, anche se sembrano completamente distanti dalle tue concenzioni. Niente te lo impedisce, ma niente ti obbliga ugualmente.
Sei tu che decidi e, per una volta, potrebbe essere la scelta buona che ti cambierà per sempre. In quell'unica maniera per cui non avresti mai pensato che sarebbe accaduto proprio a te.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Is A Force Of Nature'
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~Uno.

The Discoverin'




Correre per un'ora alla mattina, fare una passeggiata per raggiungere il bar solitamente frequentato, cercare di svegliarsi e rilassarsi prima dell'inizio delle lezioni era sempre stato tutto altamente normale, per me.

La mia classica routine quotidiana.

I miei amici, infatti, mi dicevano scherzando che ero troppo monotono per certe cose e che avrei dovuto trovarmi degli altri passatempi, di tanto in tanto. Ma a me piaceva, ormai c'ero abituato.

Non avevo mai trovato un motivo sufficiente per smettere e non mi era mai successo nulla di 'strano'. Anzi, facendo il solito tragitto da quasi quattro anni, conoscevo praticamente tutti di vista e gli anziani, soprattutto quelli del bar in cui mi fermavo, mi salutavano sempre, a volte chiedendomi qualcosa sui miei studi o se mi fossi trovato una ragazza, per chiacchierare.

In effetti non passava molta gente 'giovane' in quella zona, nel bar in particolare e per loro era 'quasi' una novità vedere un viso ventitreenne lì dentro. Poi io mi divertivo, non mi davano fastidio e mi piaceva anche ascoltare alcuni dei loro aneddoti sul passato.

Lo stesso successe quella mattina, di metà febbraio in cui arrivai allo Urth Cafè al mio classico orario delle otto, dopo essere passato a casa a cambiarmi al termine della corsa e aver recuperato l'occorrente per la giornata.

Giorno ragazzo mio!”

'Giorno signor Hoffman!” risposi ricambiando il sorriso allegro del proprietario.

Il solito immagino” disse affabile.

Sì grazie e mi metto fuori, oggi si sta davvero bene”

Certo te lo porto io, vai pure!”

Annuii ma poi venni bloccato da una voce femminile.

Ciao Jake!” sentii e il tono era leggermente titubante, quasi imbarazzato.

Ero abituato anche a quello.

Sorrisi, inquadrando Natalie, la figlia del proprietario, dietro al bancone verso la cassa e ricambiai il saluto anche con un cenno del mento.

Lei abbassò lo sguardo, con un mezzo sorrisino e scosse la mano verso di me.

Sì ormai non ci facevo più caso, non sapevo da quanto tempo era che avesse una cotta per me, anche suo padre me lo ripeteva sempre divertito facendola arrabbiare, ma non è che potessi farci molto.

Era piccola per me, doveva ancora compiere sedici anni, quindi la assecondavo con qualche frase per farla ridere, ma senza illuderla. Non volevo farla star male sul serio nel caso avesse capito che non aveva chance.

Uscii sulla strada, nella zona adibita ai tavoli esterni, coperti da un tendone unico al di sopra di essi per fare ombra.

Potevo concedermi anche più di mezz'ora di pausa, quella mattina le prime lezioni a teatro me le avevano spostate di un'ora e dopo il caffè avrei fatto volentieri un giro in centro, prima di chiudermi in quel vecchio edificio fino a sera.

Nulla, per come era cominciata la mattina, mi avrebbe potuto far presagire che qualcosa di diverso -molto diverso- ci sarebbe stato.

Così diverso da cambiarmi persino la vita.


Ecco qui figliolo” disse il signor Hoffman, facendomi sollevare il muso dai fogli del copione che stavo studiando e spostai tutto quello che avevo lasciato sul tavolo per fargli appoggiare il vassoio.

Esatto, mi chiamava come se fossi suo figlio, ma non ci facevo neanche più caso, ormai era un'abitudine anche quella e avrei detto che gli sarebbe dispiaciuto molto se non mi avesse più visto frequentare il suo bar.

Oh grazie mille...”

Sempre a studiare eh? Mai che ti prendi un momento di pausa!”

Sorrisi “Beh è questa la mia pausa...”

Lui si sedette, nella sedia di fianco alla mia.

Solo due minuti. Tanto Susan se la cava benissimo anche senza di me...” sorrisi di nuovo sommessamente, mentre si era inclinato verso di me, dopo aver guardato indietro come se volesse evitare che la moglie lo beccasse non indaffarato.

Era un patito di vecchie opere teatrali e da quando aveva saputo, quindi da quando mi conosceva, che studiavo recitazione era una valanga continua di domande.

Quindi? Cosa mi porti questa mattina di bello?”

Voltai il copione con finto fare superiore e lui sgranò gli occhi con un leggero 'ohhh'.

Dio santo, ma che vi fanno studiare?! Sono dei mattoni questi”

Risi annuendo “Sì ha detto bene....ma il mio prof è convinto che il Re Lear rafforzi lo spirito”

Alzò le sopracciglia mezzo divertito “Di sicuro tonifica i nervi, questo sì, è talmente pesante che ci si potrebbe tagliare le vene....” risi, anche se non mi sarei mai aspettato che avrebbe potuto dire una cosa del genere, poi lui seguì la risata con me “...no dai, qualcosa di buono lo da....”

DUSTIN!!!!!” si sentì un urlo che ci interruppe dall'interno del bar e tutti e due riconoscemmo al voce di Susan “Alza quel culo e muoviti! Ci sono dei clienti da servire, non posso sempre fare tutto io!”

Abbassai lo sguardo, anche se ero divertito e abituato pure a quello, mentre lui lo alzò al cielo compreso di mani in aria.

La finezza di mia moglie! Chissà cosa ho fatto di male....” disse retoricamente e lo guardai mezzo divertito, poi si alzò, sbuffando e sbattendo le mani sul grembiule, in un gesto retorico.

Vado và, così ti lascio un po' in pace e faccio contenta anche quella là dentro...” spostò lo sguardo verso il bar, con un'aria esasperata mentre annuii sorridendo.

Comunque, quando ti daranno qualche commedia, dimmelo eh? Adoro le commedie teatrali!”

Annuii di nuovo “Ovvio! Le porterò subito il copione”

Mi diede una pacca sulla spalla “Bravo figliolo...se vuoi qualcos'altro chiama eh?”

Gli feci un cenno d'assenso, poi recuperò il vassoio e tornò dentro rispondendo a tono alla moglie per la scenata di pochi secondi prima.

Scossi la testa tra me e me, sospirando, potendo dedicarmi finalmente a leggere qualcosa di quello che avrei dovuto presentare in quella mattina e, d'accordo, che adoravo improvvisare e che il mio insegnante mi aveva detto che lo facevo anche piuttosto bene ma non potevo ancora prendermi tutte le libertà del campo.

Il signor Hoffman era veramente piacevole, e mi divertivo a chiacchierare con lui, ma quando ci si metteva era inarrestabile, avrebbe potuto parlare anche fino al mattino dopo senza interruzioni e, in alcuni momenti, non potevo assecondarlo sempre.

Bevvi un sorso dalla tazza che avevo davanti, quello era il cappuccino a mio parere più buono del circondario e, per quanto gli altri ne avessero da dire, non sarei riuscito a cambiare bar per la colazione mattutina, mentre mi estraniai dai rumori esterni e da tutto ciò che avevo intorno, facendomi prendere completamente dalla storia.

Sia quando studiavo le sceneggiature che durante le prove sul palco vero e proprio avevo la capacità di isolarmi da qualsiasi cosa di superfluo o inutile, sia che si trattasse di rumori, movimenti o azioni e mi immergevo direttamente nella vicenda come se quello che c'era scritto si materializzasse improvvisamente attorno a me.

E serviva. Avevo capito con il tempo -non per vantarmi, ma erano già più di otto anni che facevo quel 'lavoro', e tutti nella mia famiglia ne erano coinvolti- che serviva parecchio, mi aiutava a concentrarmi e anche a esprimere meglio le emozioni lasciandomi andare in maniera totale.

Era un grande aiuto soprattutto quando si trattava di parlare di 'pubblico'. L'ansia da palcoscenico, ce l'avevano tutti, sia i più bravi che i dilettanti, e anch'io non ne ero immune in certi casi, ma con quella tecnica riuscivo a focalizzarmi di più e a preoccuparmi di meno.

Fu per quel motivo che quella mattina come un'altra si trasformò in qualcosa di completamente inaspettato e imprevedibile.

Ero totalmente immerso nella lettura della vicenda mentre cercavo, allo stesso tempo, di assorbire come una spugna più dialoghi possibili, quando feci un salto così violento per il sobbalzo che mi uscii spontaneo che per poco non caddi dalla sedia.

Ehi, salve!”

Quel saluto non fu nemmeno detto così ad alta voce ma, come specificato precedentemente, avevo acquisito quella capacità di isolarmi e, a me, era sembrato dello stesso livello di un qualcosa urlato al megafono.

Oh scusa, non volevo disturbarti” sentì subito dopo, mentre il mio cuore aveva accelerato i battiti in un nanosecondo e avevo rischiato l'infarto a ventitré anni.

Con uno sforzo sovrumano riuscii a calmarmi e anche ad alzare lo sguardo verso la figura che mi si era parata davanti all'improvviso e che era lì davvero, non me l'ero solo immaginata.

Ciò che entrò nella mia visuale fu un ragazzo, alto, biondo con i capelli lunghi mossi fino a quasi le spalle, che non doveva avere molti anni più di me, anzi forse eravamo coetanei, vestito in maniera decisamente fuori luogo visto il posto, il caldo e l'ora, essendo in tiro di giacca, pantaloni e camicia eleganti neri. L'unico colore proveniva dalle lenti ovali degli occhiali da sole che erano viola.

Dovevo avere una faccia ancora parecchio sconvolta perché tolse il sorriso che aveva mantenuto fino a un momento prima, adombrandosi e diventando un istante incerto.

Ahm...tutto bene?”

Perché me lo chiedeva?

Forse perché non gli hai risposto.

Ah già.

Ma chi cavolo aveva pensato di rispondere a uno mai visto prima, per di più strano forte, che mi aveva persino interrotto durante lo studio, per chiedermi non sapevo cosa?
Comunque pensai di giocarmi la carta della gentilezza, rispondergli, sentire velocemente cos'avrebbe voluto dirmi, poi liquidarlo su due piedi con nonchalance.

Salve....” dissi stentatamente, rendendomi conto di non aver recuperato ancora del tutto la capacità di parlare e di articolare i muscoli facciali che si erano cementificati in un'espressione mezza sconvolta e mezza incerta, ma lui si riprese subito quando capii che gli avevo dato corda e sorrise di nuovo allungando la mano verso di sé.

Piacere Heath Ledger!”

Che?!

Ora il mio sguardo era triplicato nello sconvolgimento, e pensai che fosse un qualcuno vicino alla pazzia o ad una malattia mentale prematura.

Ovviamente non gli presi la mano e non mi presentai a mia volta.

Ma chi cazzo sei?

Lui non si scompose “Scusa ma, ti ho visto dall'altra parte della strada e non ho saputo resistere!” affermò come se fosse davvero su di giri e fuori di sé dalla gioia.

Ok, questo è uno squilibrato.

Poi come si permetteva di darmi del tu? Ok che eravamo giovani tutti e due ma non era mio fratello!

Continuai a non collaborare e lui continuò a non scomporsi, e notai così per puro caso, che anche la posizione che aveva preso la stava mantenendo senza nessuna intenzione di spostarsi.

Scusi ma, ci conosciamo? Ha bisogno di qualcosa?” riconobbi la mia voce ed erano le uniche due frasi decenti che mi uscirono, anche se al termine dovetti schiarirmi la voce perché la percepii decisamente roca.

Fece un mezzo sorriso poi, andando ad aumentare ai livelli massimi il mio sconcerto e sorpresa, si sedette nella sedia del tavolo di fronte a me, e appoggiò i gomiti su di esso aprendo le mani in avanti.

Bene, facevo sempre in tempo a dargli un pugno se avesse continuato a darmi fastidio, ma non sembrava bellicoso da quel punto di vista, mi rimaneva di più la convinzione del malato mentale.

Intanto dammi del tu, poi lo so che mi starai prendendo per pazzo, ma ascoltami poi tirerai le tue conclusioni e mi darai una risposta!”

Ah beh almeno se lo dice da solo! Ha capito che il suo comportamento non è dei più normali.

Conclusioni? Risposta?

Ma che cavolo è successo oggi! Rivoglio i miei giorni normali!!!!

Ehm....senti forse hai sbagliato persona e...”

No-no, appena ti ho visto ho capito che eri esattamente quello che stavo cercando anche se non potevi saperlo, beh nemmeno io tecnicamente, ma è stato immediato. Diretto e preciso. L'ho capito subito. Sei proprio tu quello che mancava per rendere perfetto il mio lavoro!”

Mi tirai indietro volontariamente, almeno raggiungendo con la schiena il bordo della sedia e avevo cominciato a guardarlo in maniera spaventata.

Posso aggiungere l'ipotesi del maniaco?

Sì, anche se era quella più improbabile...comunque, meglio non escludere niente.

Che lavoro?”

Non seppi perché lo chiesi e nemmeno perché non l'avevo ancora mandato a fanculo, non me ne fossi andato io o non avessi chiamato qualcuno da dentro il bar per togliermelo di torno.

Di possibilità ne avevo mentre stavo proseguendo con quella che, in teoria, non avrei voluto, ma non potevo farne a meno.

Curiosità?......

Sono un fotografo. Faccio qualsiasi tipo di lavoro, i servizi che copriamo sono tanti, ma quello in cui mi sto specializzando sono proprio i photoshoot alle persone. Sia famose che non e...in questo periodo stiamo promuovendo una campagna di vestiti che vuole come protagonisti delle foto di gente non conosciuta. Insomma visi nuovi, diversi, non i soliti nomi prestampati e le facce già viste e riviste.

Si tratta di tre servizi, che diventano sei perché cerchiamo sia tre uomini che tre donne. A me ne manca uno e tu sei quello che fa assolutamente al caso mio!”

CHE COSA?!


Diedi un'ulteriore gomitata a Hayden perché stava facendo talmente tanto casino con la sua risata che tutti i nostri compagni di corso della prima fila si erano girati per controllare che stesse bene e non avesse qualche problema.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo quando lui alzò le spalle, guardandomi senza capire, faticando ancora a trattenersi dal ridere.

Che vuoi?!”

La puoi piantare per favore? Stai facendo un casino assurdo”

Rise ancora, spostando lo sguardo avanti un istante poi tornando verso di me che mi ero lasciato andare con il peso verso lo schienale.

Scusa ma è più forte di me! Dimmi che è uno scherzo, ti prego, oppure penso che continuerò a ridere per tutta la lezione”

Scossi la testa con fare risoluto, incrociando le braccia al petto, ma poi tornai a guardarlo con un alzata di sopracciglia.

No è tutto vero!” risposi con una mezza cantilena.

Oddio!....” ripartì con la risata “...insomma, mi vuoi far credere che un tipo, comparso dal nulla, nel bel mezzo dell'Urth Cafè, che solo tu puoi frequentare perché è da vecchi...”

Ehi!” gli diedi una pacca sulla nuca, interrompendolo, ma lui rise continuando.

..., alle otto e mezza di mattina, se ne sia venuto fuori con una stronzata del tipo che è un fotografo, che stava cercando qualcuno per fargli un servizio e che l'ha proposto a te?” rise ancora “...ma andiamo!” disse tutto in maniera talmente scettica, divertita, ironica e sorpresa insieme che alla fine persi l'aria sostenuta e mi lasciai andare anch'io a una mezza risata, soprattutto per l'espressione scema che aveva ancora addosso.

Senti, lo so che è assurdo, ma è la verità. Non lo so chi sia, non l'ho mai visto prima, e questa mattina è stata la prima volta che è passato dalle parti di quel bar. Se ci fosse stato in precedenza me ne sarei accorto, conosco tutti del posto e comunque non è un tipo che passerebbe inosservato” constatai, con un leggero tono ovvio, ma Hayden sembrava poco convinto.

E te l'ha detto così...senza presentarsi, senza un preavviso, niente di niente...”

No. Mi ha detto solo il nome e che mi aveva visto dall'altra parte della strada, basta”

Secondo me non è normale...poi scusa, chi ti dice che sia davvero chi ti ha detto di essere? Aveva una macchina fotografica con sé?”

No...” risposi titubante, pensandoci solo in quel momento.

Ti ha fatto vedere alcuni dei suoi scatti?”

Ancora no”

Ecco vedi. Non fidarti, ce ne sono ovunque di tipi un po' eccentrici, magari aveva solo voglia di parlare o farti uno scherzo”

Aggrottai le sopracciglia “Mica era un pazzo...almeno, un po' mi è sembrato all'inizio per il comportamento, ma ti assicuro che è un ragazzo normale, forse ha la nostra età, o qualche anno più grande, non sembrava uno con cattive intenzioni”

Oh dai, come fai a dirlo di uno che hai visto neanche per cinque minuti e con cui non ci hai nemmeno parlato visto che ha detto tutto lui?!”

Beh, ero sorpreso! Non sapevo cosa dire”

Io continuo a pensare che non devi fidarti”

Mi ha dato il suo biglietto da visita però...sopra c'è l'indirizzo di un'agenzia e di uno studio fotografico...non penso sia inventata”

Magari è contraffatta”

Roteai gli occhi “Oh certo! Adesso mi verrai anche a dire che è uno stalker che mi segue da chissà quanto e che comincerà a perseguitarmi con lettere minatorie e biglietti falsi!” sbottai e lui si mise a ridere mettendo le mani avanti.

L'hai detto tu, non io”

C'mon Den, sii serio, capisco che c'è gente di tutti i tipi ma non credo sia questo il caso”

Okok...quindi cos'avresti intenzione di fare?”

Per cosa?”

Beh per la proposta...alla fine, non gli hai risposto, ma anche adesso non mi hai ancora detto nulla di certo...non dirmi che ci starai pensando sul serio di andarci vero?”

Abbassai lo sguardo un secondo, spiazzato da quell'improvvisa domanda.

Non ci avevo ancora ragionato. Meglio dire che l'avevo fatto senza volerlo ammettere a me stesso.

Ancora mi sembrava troppo strana la faccenda. Era successo tutto così di fretta e l'incontro era stato talmente fugace che avrei potuto dire che non fosse nemmeno accaduto.

Ma non sapevo bene perché mi aveva lasciato qualcosa di inspiegato dentro e l'euforia di quel ragazzo quando mi aveva parlato del suo lavoro mi aveva colpito. Era vero, alla fine aveva parlato solo lui, io non ero neanche riuscito a dirgli il mio nome o a presentarmi decentemente.

Mi aveva solo lasciato in mano il biglietto da visita dicendomi che, se avessi voluto farlo, sarei dovuto andare a quell'indirizzo segnato alle tre del giorno dopo.

Non avevo la più pallida idea di cosa fare ma se non avessi voluto in maniera totale non sarei stato a farmi tanti problemi giusto? Avrei cestinato l'idea, appallottolato quel foglietto e gettato nel cestino, mi sarei dimenticato di quel breve dialogo e anche di quel ragazzo.

Invece non riuscivo a farlo.

No, certo che no....non ho tempo per queste cose” risposi, anche se Hayden mi fece uno sguardo eloquente che evitai, utilizzando la 'scusa' dell'entrata in aula del prof. Downey di recitazione drammatica.

Ah ecco, mi sembrava strano che mi avresti risposto il contrario...anche se ti ci vedrei a posare per qualche giornale scandalistico...”

Den! Ma sei scemo?!” lui scappò dal pugno che tentai di dargli sulla spalla, strizzando i denti in un sorriso loquace, schivandolo con uno spostamento di lato.

Scherzavo, dai! Però davvero, secondo me te la caveresti bene...poi si tratta solo di promuovere vestiti mica dell'intimo”

La vuoi finire? Ti ho detto che non mi interessa, perché stai insistendo cercando di convincermi?” lo guardai alzando un sopracciglio, mentre avevamo abbassato la voce per via del prof che aveva cominciato a parlare.

Beh se il mio migliore amico diventa famoso poi potresti mettere una buona parola anche per me e ci guadagnerei anch'io”

Sgranai gli occhi con la bocca mezza aperta, fingendo indignazione.

Ah certo! Comodo no? Se dovesse succedere per qualsiasi motivo scordatelo!”

Uff..cattivo che sei, ma io lo farei per te” spalancò gli occhi in una sorta di espressione compatente e abbandonata, ma scossi la testa anche se ero divertito.

Non passa e...”

Gyllenhaal! Christensen! Avete finito di fare salotto o volete renderci partecipi della vostra concitata discussione?”

Azzz...

Io e Hayden ci girammo di scatto verso il prof, in fondo, di fronte al piccolo palco riprodotto che utilizzavamo per gli esercizi, zittendoci e scuotendo la testa, mentre scontrai il ginocchio contro al suo, visto che la colpa non era mia.

No prof..”

Ci scusi..” dicemmo all'unisono ma Downey fece un sorrisino beffardo, che conoscevamo troppo bene, e mi venne voglia di strozzare Hayden oltre che scomparire sotto alla panca, visto quello che ci avrebbe aspettato.

Mhh facciamo invece che, vista la voglia che avete di parlare, scendete qui e date un assaggio all'intera classe di quello che c'era da preparare per oggi?”

Appunto.

Vidi lo sguardo sconvolto di Hayden e io trattenni lo sbuffo di non voglia che mi venne da fare in quell'istante.

Bravo complimenti! Se mi abbassa il voto all'esame mi vendicherò a vita, sappilo” sussurrai a denti stretti mentre ci alzammo per uscire dalla fila e raggiungerlo.

Lui mi guardò ancora più in panico.

Tu?! Ma se sei il suo preferito? Io non so un cazzo del Re Lear, non ho fatto in tempo a leggerlo per oggi!” mi sussurrò di rimando sconsolato.

Scossi la testa tra me e me evitando di rispondere. A volte, Hayden era un caso perso in partenza.


Mi rigirai tra le mani quel foglietto di carta rettangolare, mentre stavo accarezzando Atticus sulla testa, steso per metà sul mio stomaco, il sottofondo di un telegiornale alla tv che non stavo minimamente seguendo.

Era vero, chiunque mi conoscesse almeno quel minimo sapeva perfettamente che, eccetto che per i miei studi, ero sempre stato uno troppo 'normale'. Insomma quello che passa inosservato però è cercato comunque dagli amici più stretti, quello che sa essere figo all'occorrenza ma che in altri casi se ne tiene fuori da ogni tipo di problemi perché non ne vuole sapere.

La mia famiglia era sempre stata unita all'inverosimile e, anche ora che io e mia sorella eravamo usciti di casa per il college, ci trovavamo comunque una volta a settimana per pranzare insieme e parlare di come stavano procedendo le cose.

Non avevo mai avuto problemi a stare con una ragazza o a provarci, anzi, da un lato era stato quasi sempre facile abbordarne alcune, anche se non sapevo bene il motivo, però non avevo ancora trovato quella che mi avrebbe fatto stare bene a vita oppure per un periodo più lungo di sei mesi, durata massima di tutte le mie relazioni precedenti.

Ma non avevo fretta, di impegnarmi a lungo termine non mi passava neanche per l'anticamera del cervello e mi andava bene così.

Uscite con amici, studio che mi piaceva, qualche vacanza di tanto in tanto sempre con amici, per staccare, alcuni periodi neri di percorso quando ero troppo stanco e avevo accumulato.

Insomma, tutto normale. Classico no? Chiunque degli americani medi si sarebbero rispecchiato in un feedback così. E io non ci vedevo nulla di strano, neanche quando mi dicevano che avrei dovuto cambiare un po' abitudini e darmi più 'alla pazza vita'...frase a cui ancora non avevo saputo dare un significato.

Forse era proprio per tutta quella normalità che l'incontro di quella mattina mi suonava ancora strano e fuori dalla mia concezione.

Alla fine non avrebbe dovuto esserlo da un lato.

Se avessi avuto fortuna nel mondo del teatro e cominciato una carriera decente, qualcosa come interviste, foto e incontri con altra gente sarebbe stata abbastanza scontata e all'ordine del giorno, o almeno vicino ai periodi di messa in scena degli spettacoli.

Però ora non era così diretto quel pensiero. Anzi non ci avevo mai ragionato sopra e non riuscivo a capacitarmi che una cosa così fosse successa a me, di fretta e senza nessun preavviso.

Da un lato davo ragione a Hayden. Non sapevo se potevo fidarmi, c'erano troppe persone strane al mondo e il modo in cui quel tipo -come aveva detto di chiamarsi?....ah già, Heath....- si era presentato aveva qualcosa di dubbioso, non era stato il massimo della chiarezza e, sempre dando corda a Hayden, non mi aveva dato nemmeno nessuna certificazione che quello che faceva fosse vero.

Allo stesso tempo, però, forse per la novità della questione o per il lato assolutamente incredibile della faccenda, mi aveva incuriosito e non pensavo che fare qualche foto con i vestiti addosso mi avrebbe ucciso.

Andiamo!

Avrebbe potuto essere una bella esperienza, un modo di provare qualcosa di nuovo, in un ambiente totalmente diverso dal solito e, comunque, mi sarebbe potuto servire per il futuro.

Sempre che le mie doti di attore avrebbero conquistato il pubblico.

Altro discorso...

Sospirai da solo, ancora accarezzando il mio cane e lanciando il foglietto sul tavolino basso davanti a me. Non sapevo cosa fare.

Andare il giorno dopo o non andare?

Anche perché c'era un'altra cosa, tra tutto il resto, che stavo tenendo in considerazione e che a Hayden non avevo detto. Quel Ledger mi aveva spiegato che l'impegno sarebbe stato di due giorni, quindi niente di così devastante, ma per ciascuno di essi ci sarebbe stato persino un compenso di 2500$, quindi 5000$ secchi che non mi facevano schifo.

Non ero uno con problemi di soldi, sia da parte della mia famiglia ma anch'io guadagnavo bene con quello che avevo avuto fino a quel momento di ingaggi teatrali, però...beh, qualcosa in più faceva sempre comodo.

Uff..

La parte più scettica di me però stava prendendo il sopravvento e, di solito, se ne stava buonina perché non lo ero di mio, ma non riuscivo a credere che fosse vero.

Mi puzzava tanto di imbroglio o di presa per il culo.

Quel biglietto era ancora lì, però. E ci rimase fino al giorno dopo.


Alzai lo sguardo per controllare che l'indirizzo fosse giusto e, appena me ne assicurai, ripensai di nuovo che fosse una balla.

Davanti avevo un vecchio edificio che, una volta, doveva essere stato la sede di qualche fabbrica o di un contenitore di rimorchi. Tutto dava l'idea di qualcosa di abbandonato e in disuso da tempo, non certo di uno studio fotografico conosciuto, perlomeno.

Non chiedermi perché ci sono andato!

Già, non lo volevo nemmeno spiegare a me stesso e più mi guardavo attorno più mi stavo dando dello stupido da solo. Mi sentivo un vero idiota e, per essere lì a un quarto alle tre, avevo saltato persino il corso pomeridiano intensivo che tenevamo qualche volta per fare delle prove.

A Hayden avevo detto una stronzata, non gli avevo specificato niente ma avevo come l'impressione che sapesse perfettamente dov'ero e che non gliel'avessi data a bere. Alzai le spalle tra me e me, poco male, se fossi diventato davvero famoso l'avrei raccomandato sul serio.

Pfffff.....

Comunque. Non vidi campanelli, citofoni o altro che potessero servire per farmi annunciare all'interno.

Sorpassai la cancellata in ferro battuto che trovai aperta e arrivai al portone principale, quello almeno in buone condizioni e sembrava l'unico che fosse stato cambiato rispetto a tutta l'architettura dell'edificio.

Stai a vedere che adesso trovo aperta anche questa?!

Spinsi. Sì lo era.

Ok. Qualcosa non mi tornava ma ormai...tanto valeva verificare che fossi stato un'idiota, ingenuo poi tornare indietro, piuttosto che perdermi in viaggi mentali su quello che poteva essere stato un tempo quel posto.

Infatti, non mi servì nulla di tutto quello che avessi pensato fino a poco prima.

Appena misi piede in quello che doveva essere l'ingresso, rimasi a bocca aperta, lasciando la porta e non badando a quando si chiuse dietro di me con un tonfo sordo ma leggero.

Sembrava di essere dentro a una sorta di realtà parallela o immaginaria perché tutto quello che mi circondava non era niente rispetto all'esterno.

Pareti bianche, lampadari, luci accese di qualsiasi forma, pavimento in marmo bianco, arredamento in stile perfetto tra divanetti, vasi con piante, tavolini, un bancone di legno chiaro su un lato con un computer Mac sopra, e di fronte un corridoio che si apriva su un'altra sala e stanze che non riuscivo a distinguere da quella posizione.

Avevo ancora gli occhi sgranati, mentre feci vagare lo sguardo attorno totalmente incredulo, stranito e sorpreso per quel cambio repentino, poi pensai che non potessi essere nello stesso edificio.

Com'era possibile che l'interno fosse così? Da fuori sembrava che non avrebbe resistito a rimanere in piedi più di un'ora a causa della forza di gravità, mentre adesso era uno dei posti più belli, lussuosi e di stile che avessi mai visitato.

C'erano talmente tante luci che facevano male agli occhi e il corridoio dava l'idea di qualcosa di infinito ma in quel momento mi resi conto che era la mia immaginazione che stava vagando troppo a causa della sorpresa.

Esisteva un posto così a LA....ma da quando? Non avevo la più pallida idea di che marchio si trattasse e per che tipi di riviste lavorassero...alla fine, quelli conosciuti erano sempre gli stessi, invece non avevo mai sentito parlare di un luogo così nel bel mezzo di un quartiere del centro.

Mi riscossi quando sentii dei rintocchi nel pavimento, che avevano tutta l'impressione di essere tacchi, infatti due secondi dopo, da una curva che il corridoio faceva sulla mia destra, comparve una ragazza vestita di tutto punto, bionda, con un fascicolo in mano su cui aveva puntato gli occhi, che occupò il posto dietro al bancone.

Un secondo dopo si rese conto della mia presenza.

Avrei voluto uscire, ora la mia voglia era pari a zero e mi stavo continuando a dare del cretino per esserci andato, ma le mie gambe non rispondevano.

Oh salve! Scusi non l'ho sentita entrare, ha bisogno? Cerca qualcuno?” chiese, sorridendomi affabile e a quel punto non potei fare più niente se non avvicinarmi di qualche passo e tentare di togliermi l'aria sconvolta dal viso.

Salve...beh, ecco...sì insomma, ieri ho incontrato un certo signor Ledger e....” non feci neanche in tempo a dirlo che mi bloccò subito, annuendo di fretta ma con euforia.

Oh sìsìsì ho capito. Devi essere uno dei tre per il servizio! Benvenuto! Io sono Sienna, la responsabile nonché segretaria degli appuntamenti, puoi chiedermi qualsiasi cosa, Heath sarà qui a momenti, ma se vuoi intanto posso farti fare un giro...adesso non sono molto impegnati e alcune sale sono libere...se vuoi anche cambiarti...puoi metterti a tuo agio!”

Ci rimasi per la sua esuberanza, aveva parlato talmente di fretta che capii il motivo del perché l'avessero messa a fare la segretaria.

E io che non ero ancora per niente convinto, già mi voleva far mettere a mio agio?

Cristo ma non sapevo neanche cosa dovessi fare e quando sarebbero stati quei 'due giorni' di cui mi aveva parlato!?

Avevo ancora tutta l'intenzione di fare dietro front e uscire. L'avevo sospettato fin dall'inizio che non sarebbe stata una buona idea e cercavo ancora di trovare una ragione puramente plausibile del perché mi fossi convinto.

Ma, come velocemente aveva parlato, uscì da dietro il bancone, mi prese sottobraccio e cominciò a spostarsi obbligandomi a seguirla.

Di qua ci sono i camerini, da quella parte invece abbiamo alcuni degli studi, sia interni, che esterni appositamente creati, poi lì c'è un bar nel caso ti venisse voglia di qualcosa o un caffè...e...” poi si bloccò notando che non rispondevo, anche perché sarebbe stato impossibile vista la sua parlantina, ma più di tutto era il posto che mi manteneva ancora senza parole.

Era incredibile, non avevo mai visto niente del genere e continuando a spostarci diventava sempre più grande, rendendo quasi impossibile credere che tutto si trovasse nello stesso edificio...rasentava quasi l'assurdo.

Tutto bene?”

Ah ehm...sìsì tutto a posto...ma vede...”

Dammi del tu...” ammiccò.

Indugiai “Senti...nessuno mi ha spiegato niente..non sono nemmeno sicuro di volerlo fare e non so perché sono qui” confessai, con un leggero tono stanco.

Lei non sembrò sorpresa di quella affermazione, nemmeno la prese male, si calmò fermandosi, smettendola di tirarmi a destra e a sinistra e mi guardò addolcita e affabile.

Oh capisco...ma se sei venuto ti assicuro che vuoi farlo”

La guardai sorpreso “Come fai a esserne certa?”

Fidati, altrimenti non ci avresti nemmeno pensato...”

Uhm. Perspicace la ragazza.

Quindi come si svolgono le cose qui dentro?” cedetti infine.

Seconda porta a destra...troverai risposta a tutti i tuoi dubbi” sorrisino ancora ammiccante e mi indicò la strada che conduceva a quella porta.

Non ne ero ancora così sicuro di quel particolare...ma tanto valeva...

Proviamoci và...Hayden mi dovrà la carriera se ne salterà fuori qualcosa di decente.






********
Uhuuhuhuhuhuhuhuhuh
Bene. Così parte.
Seconda Long-Short AU.

Alors passiamo subito ai chiarimenti perché negli altri non voglio farli.
Sarà di tre capitoli.
Ho fatto un cambio di personaggi, come avrete notato.
Sia perché nelle prossime ci saranno sempre gli stessi, sia per variare un po'.

-sarà l'unica poco 'spinta' delle quattro long-short in programma....capitemi....ma non preoccupatevi ne avrete di che recuperare con le prossime ^.-

-Dustin Hoffman e Susan Sarandon hanno lavorato insieme con Jake in Moonlight Mile, mentre Susan ha fatto Anywhere but Here con Natalie e Dustin Mr.Magorium Wonder Emporium sempre con Natalie..quindi si conoscono tutti e mi piaceva l'idea di metterla come loro figlia (anche se avranno poco rilievo tutti e tre in questa storia). Come avrete notato ho storpiato l'età di Nat, ma non ha molta importanza.

-Hayden Christensen era da un sacco che volevo piazzarlo da qualche parte. Ho colto l'occasione in questa, rendendolo migliore amico di Jake, visto che loro due insieme nella realtà hanno fatto 'This is Our Youth' che è una commedia teatrale.

-Sì Jake qui è un attore ma il fattore AU c'è perché non lo è di cinema, ma studia solo per il teatro cosa che nella realtà ha fatto solo una volta, poi ha lasciato perdere (almeno per il momento).

-Passando a Heath...lo so nel primo non si capisce un cazzo di lui, ho fatto apposta ^.-...volevo solo farvi notare, se non l'avete già capito voi, che con queste Long-Short, ma anche in tutte le AU in generale che sto scrivendo, uso Heath sempre 'diverso', nel senso che lui rispetto a Jake, negli anni, ha sempre cambiato parecchio il suo aspetto esterno (capelli, viso, modo di vestire, un po' di chili in più o in meno...), insomma ha diverse sfaccettature di sé per quanto riguarda l'esteriorità, perciò in ognuna ho utilizzato ogni sua 'variante' xD....infatti è uno dei motivi per cui mi sono venute in mente: proprio perché me le immagino con lui in un certo modo..quando invece Jake, più o meno, rimane simile ^^. Il fatto che faccia il fotografo è la base dell'idea di questa storia e del perché mi è venuta in mente *ç*..per chi non lo sappia era una delle principali passioni di Heath anche nella realtà, quindi in questo caso è un mezzoAU il suo lavoro ^.-. In questo chap in particolare l'ho voluto descrivere in un certo modo perchè è 'preso' dal vero ed era un sacco che volevo sfruttare questa 'foto' (andate qui e qui)...era all'anteprima del Patriota e lo adoro così xDDD,

-Sienna, è la Miller, ovviamente, che non avevo ancora usato e che penso non metterò più. Co-protagonista di Heath in Casanova.

-Ne mancano ancora due di personaggi da introdurre ma ci saranno nel prox chap, quindi non ve li dico.

-Rob....beh Rob ve l'ho detto che lui ci sarà sempre e nella parte del prof di recitazione ce lo vedo da dio XO__________.

-Ultima cosa: il 'shoot' del titolo non è inteso come 'sparo' ovviamente, ma come diminutivo di photoshoot, cosa molto comune nel gergo americano ^.-



Grazie a tutti quelli che cominceranno a leggerla e fatemi sapere cosa ne pensate
kissss
Leia


[edit del 24/02/11:
i link alle foto che troverete non sono più funzionanti, dovete seguire quello sottostante per ritrovare ogni foto postata e per le prossime
nuova pagina di supporto per le storie, con foto, info e gli aggiornamenti alle pubblicazioni:
bloggolo]

   
 
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