Capitolo 2
Quando arrivai la mattina dopo, trovai la profumeria assediata si giornalisti e fotografi. Stavano tutti intorno ad una ragazza che riconobbi subito: Melanie!
Mi avvicinai
piano e vidi un giornalista avvicinare Melanie armato di taccuino e matita.
“Signorina,
lei sostiene di sapere l’identità della fidanzata del famoso Orlando Bloom,
dico bene?” le chiese mentre alcuni fotografi le scattavano parecchie foto. Lei
si atteggiava come una diva, buttando indietro con grazia vomitevole la lunga
chioma dorata.
“Certo, e si
vi girate la vedrete con i vostri occhi” disse indicandomi.
In pochi
secondi mi trovai assediata da giornalisti e fotografi che mi scattavano foto,
accecandomi con i Flash.
“E’ lei la
ragazza di Orlando Bloom? Ha qualche dichiarazione in proposito?” una donna
grassoccia con gli occhiali mi aveva avvicinato il suo registratore.
“Da quanto
tempo lei e Bloom vi frequentate?” un uomo brizzolato si era fatto spazio tra
la folla.
“Perché
tenete la vostra storia segreta?” una donna insieme al suo cameraman si era
avvicinata.
“Io non so
niente! Non ho mai conosciuto Orlando Bloom, sono tutte invenzioni!” risposi
indietreggiando, ma i paparazzi non mi davano un attimo di respiro.
“Jen, salta
su avanti!” Sasha era appena arrivata ed aveva accostato la macchina a fianco a
me.
Saltai subito
in macchina mentre i fotografi continuavano a scattare foto e i giornalisti a
fare domande.
“Ma che
diavolo succede?” mi chiese Sasha mentre partiva velocemente.
“Melanie! Non
so come abbia fatto ma ha saputo di me e Orlando” le spiegai riprendendo fiato.
“Cosa??? Sa
tutto? Allora è stata lei a chiamare la stampa! Che razza di bastarda!” sbraitò
battendo una mano sul volante.
“Ma ora mi
sente, quella piccola stronza!” mi sfogai respirando a fondo. Ero nervosa.
Avrei ammazzato volentieri Melanie, quella piccola traditrice. Dal primo giorno
in cui l’avevo conosciuta non mi era mai piaciuta.
Sasha girò
per un vicolo stretto e si fermò davanti ad una porta di ferrò.
“Parcheggio
la macchina e ti raggiungo. Tu intanto entra” mi disse ingranando la marcia
indietro.
Io entrai di
gran carriera sbattendo la porta sul retro.
Melanie era
rientrata e il negozio era vuoto. Mi avvicinai e la girai con furia.
“DAMMI UN
SOLO VALIDO MOTIVO PER CUI L’HAI FATTO? E SOPRATTUTTO COME HAI SAPUTO?” urlai
con tutta la rabbia che avevo dentro.
“Calmati
zuccherino! Se fossi io la ragazza di Orlando Bloom, di certo non terrei la
notizia segreta. Vorrei farlo sapere al mondo intero che il ragazzo più
desiderato del momento è di mia proprietà!” mi disse con la sua solita voce
irritante.
“Quello che
facciamo io e Orlando della nostra storia non so cose che ti riguardano,
Melanie! Mettitelo in quella stupida testa, se ne hai una!” le sibilai vedendo
arrivare una donna.
Il negozio
continuava ad essere circondato da paparazzi, pronti ad entrare in azione
appena io fossi uscita fuori.
Durante la
settimana la storia era la stessa: gruppi consistenti di giornalisti appostati
ad ogni angolo della strada. La notizia si era diffusa velocemente e Orlando
era stato intervistato per avere la conferma. Ormai era inutile tenerlo
nascosto e raccontò tutto.
Gli affari
non andavano per niente bene. La gente non vedeva di buon occhio la profumeria.
Tutti pensavano che era stata una trovata per fare pubblicità al negozio.
“Jen, il capo
ti vuole nel suo ufficio” Sasha aveva la voce al quanto preoccupata.
“Servi tu la
ragazza. Faccio in due minuti.” Le dissi prima di salire le scale che portavano
agli uffici.
Attraversai
il corridoio e bussai all’ultima porta. Il capo mi fece entrare e sedere.
“Signorina
Logan, mi dispiace doverle dire che non mi serve più! Questo luogo è diventato
un set cinematografico, da quando si è sparsa la voce di lei e Orlando Bloom.
Gli affari vanno male e non posso rischiare di chiudere! Questi sono i soldi
del mese e la liquidazione. Prenda la sua roba e se ne vada!” mi disse
facendomi segno con la mano di andarmene.
Non ribattei,
sapevo chi dovevo ringraziare. Uscì e incrociai la colpevole. Melanie.
“Che ti ha
detto?” mi chiese bloccandomi la strada.
“Spostati o
ti butto a terra!” la minacciai molto nervosa.
“Siamo
nervosette, vedo! Ti ha forse cacciata? D'altronde è colpa tua se il negozio
non va!” mi sussurrò avvicinandosi.
“E’ colpa tua
e della tua fottuta lingua!” le dissi spingendola di lato e raggiungendo Sasha.
Presi la mia
roba e le chiavi della macchina da dentro la borsa.
“Dove vai?”
mi chiese Sasha avvicinandosi.
“A casa!” le
risposi acida.
“A casa? E
perché?” mi chiese fermandomi.
“Mi hanno
sbattuta fuori! Sono la causa del quasi fallimento del negozio!” le risposi
innervosita.
Muovevo
ripetutamente le mani e sbattevo il piede a terra. Lo facevo sempre quando era
al limite della pazienza.
“Melanie! E’
colpa sua!” mi disse girandosi verso di lei. Lei ci fissava con un ghigno
soddisfatto sulle labbra.
“Si, ci
vediamo Sasha!” le dissi uscendo.
Lei mi seguì
un attimo “Ti telefono stasera!” mi urlò.
Mi limitai ad
alzare una mano mentre schivano i numerosi fotografi e giornalisti che mi
avevano attaccata.
Accesi la
macchina e partì velocemente.