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Autore: Shee    02/11/2005    12 recensioni
è il Ballo del ceppo al quarto anno di Harry, ma questa è la mia modesta versione: gli sguardi di Harry sono catturati tutti da una ragazza, ma non è la stessa che tutti immaginiamo, non è la stessa del lbro. e l'amore arriverà improvviso per poi rimanere... una fanfic mielosa, anzi superdocissimissima, dedicata, per ringraziarle, ad EMMA e FRANCY, grazie per le stupende recensioni!!!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ballo del ceppo…

Ballo del ceppo…

 

 

IMPORTANTE:

sulla canzone di Andrea Bocelli "Dell'amore non si sa".

se la leggete ascoltando quella canzone sarà più facile

capire l'atmosfera che volevo rendere con le mie parole...

grazie.

 

 

 

 

 

 

 

Vederla mi aveva provocato un tuffo al cuore, come non ne avevo mai avuti. Con i capelli raccolti,

che facevano risaltare i bellissimi lineamenti, delicati. Improvvisamente la voglia di dirle che era bellissima mi assalì, di sfiorarle il dolce profilo, di vederla parlare, concentrata, di vedere i suoi occhi sui miei, accorgermi che non importa niente del fatto che non stiamo insieme, del fatto che probabilmente non ci staremo mai. iniziò la musica, un lento. Ancora una stretta attorno all’organo che dovrebbe servire a farci sopravvivere, con i suoi battiti, ma che in quel momento era troppo distratto da chi stava a pochi passi da me. la ragazza accanto a me iniziò a volteggiare, in movimenti senza significato, facendomi quasi sembrare un burattino nelle sue mani, o che semplicemente ero disinteressato al ballo. Non guardavo la mia compagna, che invece alternava sguardi su di me e attorno a lei. Il mio, di sguardo, era fissò su una ragazza solamente, che invece volava a pochi metri da me, abbracciata ad un’altro, che la guardava radioso, splendente della meravigliosa persona che aveva di fronte. La musica si fermò improvvisamente, ma forse era per il fatto che non la stavo ascoltando, immerso in quelle che erano le mie fantasie irrealizzabili.

Ci sedemmo, mentre lei continuava a ballare cinta con quel ragazzo così inadatto per lei. Forse anche questa era solamente una mia assurda impressione. Finita anche questo motivo la mia partner mi condusse a forza sulla pista da ballo, così che io potei vedere ancora meglio la mia tortura. Mi era insopportabile vedere quello spettacolo, che in quel momento mi sembrava così stupido ed inutile, tutti quei sorrisi, tutta quell’ipocrisia, perché dovevo ballare se non volevo? Perché dovevo fingere di trovare simpatico quello che stringeva colei che avevo capito essermi indispensabile alla vita? Perché fingere? Perché soffrire in silenzio? Finì anche questa canzone, ma quella coppia che fissavo ormai da poco meno di un’ora non voleva prendersi una pausa, lei sembrava fresca come una rosa. Bella come non mai, ora che aveva preso confidenza con le note musicali. Quelle note che ora si versarono in tutta la vasta sala, danzandole attorno, come fate luminose. Un lento speciale invase la sala coprendo la mia rabbia e l’irritazione, così come quietò la mia invidia, caricando solamente quello che provavo. Quell’amore improvviso che mi aveva stregato, come uno dei più sofisticati sortilegi esistenti, anzi peggio. Mi sentì irrimediabilmente banale ad essere così comune, ad essere così… me. Mentre lei era tutto, tutto in quel momento e probabilmente lo sarebbe stato sempre, ora. Il cantante iniziò a narrare una storia di amore e di magia…

 

Parla al mio cuore

Digli che sai

Dei miei dolori

Che non dormo mai

 

Sapevo cosa sarebbe successo ora, ma ugualmente non ne fui preparato come avrei dovuto essere. Sapevo che mi sarei estraniato dal resto del mondo, sapevo perfettamente cosa sarebbe successo, ma non feci niente per impedirlo. Mi fermai nel bel mezzo della pista da ballo, mentre vari sconosciuti mi venivano addosso, e mi guardavano infastiditi, non ci feci caso, e come stordito camminai, abbandonando Calì che stizzita aveva alzato gli occhi al cielo e con un gesto gonfiato si era seduta al suo posto. Come se l’avesse sempre saputo, come se ne avesse sentore, come se sapesse da prima che lui non voleva lei, che non l’aveva invitata perché gli piaceva ma perché non aveva altre; lei non si aspettava di più, no, ma un minimo di considerazione! Mi guardò mentre attraversavo una distanza infinita verso una delle prove più grandi che avessi mai affrontato, forse la più difficile.

Mi avvicinai a colei che da un’ora a questa parte occupava ogni singola cellula del mio corpo, della mia mente, del mio cuore. Lei mi vide e fermato il compagno che era di spalle si rivolse a me con uno sguardo adorabilmente perplesso. E preoccupato. Perché? Non stavo male, ero solamente pazzo. Di lei.

 

Parlami o stella e

dimmi se lei verrà

 

Volevo solamente chiederle una cosa, di stare un po’ con lei, di ballare, di poterla vedere da vicino, come sogno ormai da troppo, come spero ormai da un anno, almeno, da quando l’avevo scorsa, bella come sempre, salire sul treno, da quando la vedevo comparire ogni mattina, mi innamoravo ogni giorno come il primo. Da quando la conoscevo probabilmente sapevo che lei era speciale. Da sempre probabilmente ero cosciente che sarei finito così. Ma non sapevo che essere innamorati in questo disperato modo fosse così piacevole e doloroso allo stesso tempo. Non avevo cognizione che fosse così amaro e dolce insieme, non ero a conoscenza delle mille emozioni differenti ma simili, opposte ma uguali per certi versi ,che possedeva quell’unico sentimento che tutti chiamavano “amore” se poi era amore. Certamente. Come fa un uomo a ridursi così, se non è amore. Non sprecherei ogni frazione di secondo per una cosa che è solo un abbaglio. Non saprei nel mio cuore ogni cosa di lei che mi incanta tutte le volte, ogni singola volta che la vedo, o che mi è lontana, o che solamente non mi guarda o io non posso guardare lei.

 

Notte d’agosto

notte dei desideri

cerco amore

vorrei che s’avveri

lei che sorride

passando per la mia via

 

Di fronte a me, che mi scruta con quei suoi occhi da gatta, da bambina indifesa, da fiera donna. Con quei suoi occhi infiniti, con quegli occhi che mi privano di difese, davanti ai quali non posso mentire, non posso non sentirmi dipendente da essi, come una droga.. no, peggio. Sentii improvvisamente caldo, come se fosse agosto, come se fosse piena estate, mi fa sempre questo effetto, sempre, ogni volta che la vedo che mi cerca con gli occhi , che mi rivolge lo sguardo senza vedermi così che tu possa facilmente ammaliarmi senza sospettare di farlo. Cerco solamente una risposta, una risposta composta da due lettere, due lettere molto semplice. Ma che non so se tu pronuncerai, non voglio un no,voglio un semplice sì… solo un sì. Ma non voglio che tu menta, ma so che non lo farai, perché anche se non come me tu mi vuoi bene, ma questo non mi è di conforto. Io ti amo e la tua amicizia non è abbastanza per saziare questa fame che ho di te. Inevitabilmente.

Ti fisso, e anche lei lo fa, senza capire, ma con un’enorme affetto. Piantò i suoi occhi nei miei, mentre per un momento mi sembrò che tu stessi sul punto di abbracciarmi, forse consapevole di quell’aria smarrita, di quello spavento che sento dentro. Di quella solitudine di te, che ho da tempo, troppo tempo. Troppo per essere ignorato, troppo per essere soffocato, anche perché tornerebbe più vitale di prima. Aprii la bocca mentre una vaga luce passava sui suoi occhi, veloce a scappare quando la richiusi incapace di parlare. Anche se non sono mai stato bravo a parole riuscivo almeno a… parlare. Ma ora la voce si è nascosta chissà dove, troppo tempo passerebbe per trovarla. Quell’indegno del tuo cavaliere sbuffò per il fatto che lei non mi ignorò, per il fatto che lei non ricominciò a ballare con lui e invece di guardare me e aspettare me. Solo me. Questo mi diede un certo e inspiegabile coraggio. Sentii da lontano la sua voce che gli borbottò di andare a prendere da bere, poi mi prese per un polso e mi portò fuori del cerchio della pista da ballo e dalla ressa delle persone che danzavano serene. Mi guardò ancora negli occhi e chiese a mezza voce, la bocca vicina a me, più del solito, per farti sentire a dovere, so che non significava niente, ma sperai.

- Harry… cos’hai?- mi prese la mano, capì che era un rospo grande da sputare fuori.

 

Ma com’è difficile spiegare

ma tu stella amica

dimmi se resterà

 

mi schiarii la voce che roca dall’emozione invita:

- balla con me, e forse riesco a dirlo…- la guardai speranzoso negli occhi, leggendo un bellissimo sorrise che si estendeva a tutto il viso, illuminando quei tratti che rischiararono anche me. La mia anima gioì ,il mio cuore già ballava, una danza frenetica ed allegra. Mosse il capo su e giù :-penso di aver capito cosa vuoi dirmi- disse birichina ,io caddi dalle nuvole, non volevo fare una delle mie figure proprio davanti a lei.

- cosa?- mormorai ,impossibile sentirmi con quel casino, ma lei mi rispose.

- è anche quello che volevo chiederti anche io-

sono spaventato a morte, ma mi prese per mano e mi incitò a condurre, non ne ero capace, ma lei rispose con uno sguardo dolce e disse :-verrà naturale, basta che giri, con me-

annuii e lei fece i primi passi, dopo qualche secondo anche io avevo preso intimità con le note, che ora ci ballarono attorno creando una magia più forte di tutte, che accompagnava l’amore.

Ballando arrivammo al bordo della pista da ballo e fuori dalla massa ballammo lentamente attorno a noi stessi. Probabilmente i miei movimenti non erano altro che guidati dal nulla, io ero impregnato solo nell’accurata analisi di lei. Che faceva lo stesso, anche se non me ne rendevo conto.

 

Dell’amore non si sa

quando viene o se ne va

Dell’amore non si sa

quando sarà, da dove arriverà

 

alzò la mani verso il mio volto, e passò le dita coperte dal guanto sulla mia gota, io sbattei le palpebre, sorridendo. Le presi le mani, le baciai le dita (anche se c’erano i guanti), Inconsapevolmente avevo iniziato a spostarle i capelli dal viso, che sfrontati le coprivano le iridi profonde. Lei sorrise a sua volta sorpresa da quel gesto dolce, che non era da me. Ma con lei non ero più io. Lei alzò la mano spostandomi le solite ciocche che cadevano un po’ ovunque sul mio viso. Non facevamo altro che fare quello che Ron diceva essere“stupide svenevolezze” ma lui non provava quello che provavo io in quel momento. Mi raccontarono in seguito che in quel momento l’ex-partner della mia amata fece cadere a terra i bicchieri che aveva portato, vedendoci in quello stato. Noi non ce ne accorgemmo. Le presi per mano e percorremmo quasi di corsa la distanza tra noi e la porta. Attraversammo l‘entrata che prima del nostro passaggio era chiusa e ci tuffammo a capofitto nel corridoio. Prima di arrivare alla fine di questo e di conseguenza superare il portone principale che dava sull’esterno del castello, ci fermammo. Contemporaneamente, senza dirci niente. Uno di fianco all’altra ci guardammo senza voltaci con un sorriso d’intesa. Poi corremmo come pazzi per l’ultimo tratto del corridoio buio. C’erano delle scale fuori, con due salti le avevamo superate. In poco giungemmo sotto il nostro faggio, quello dove passavamo tutto il tempo quando era sereno. Ci stendemmo a poca distanza da questo , per mano. Guardando le stelle per un tempo indefinito. Che stupidaggine, avrei detto in un altro momento, ma ora, con lei, era tutto perfetto.

 

Stella sorella dei sogni miei

parlami ancora fino a domani

dimmi se è vero

che lei esiste per davvero

 

Non sembrava quasi vero, anzi probabilmente è stato tutto un sogno, ricordo di aver pensato, tutto un sogno. Ma sapevo che non lo avrei dimenticato. No, non era un sogno. La felicità che provai non poteva essere fasulla. Questa serenità non l’avevo mai provata, non avevo mai provato la sensazione vera di poter far tutto, senza paura ,senza essere solo, perché so che qualcuno ci sarà sempre. Insieme iniziammo a parlare, ci interrompemmo ridendo e poi entrambi dicemmo all’unisono

-prima tu- ridemmo ancora.

- insieme- propongo, ma lei sollevò la testa quasi preoccupata.

- ma non so se io devo dirti quello che tu vuoi dirmi, è solo una cosa…-

- Hermione?- le dico, calmo e divertito ,quasi.

- che c‘è?-

- per quello che voglio dirti io non sono indispensabili le parole-

Lei si tirò su da terra, e voltandosi nella mia direzione si sedette sulle caviglie, spostò capricciosamente una ciocca sfuggita dallo stretto chignon che portava dietro la nuca, ma che nella corsa si era un po’ disfatto. Era ancora più bella.

- dimmelo- mi disse sussurrando, quasi fosse un peccato, uno sbaglio.

- subito…- dico sollevando un sopracciglio con un’audacia che non mi sarei mai attribuito. Ma con il cuore in subbuglio. Sorrise quando ormai le ero vicino e lei mi guardò curiosa, forse. Mi sedei a gambe incrociate di fronte a lei, ma piegai una gamba di fronte a me, perché mi ero accorto che non sapevo che cosa voleva lei. Ma quello che avevamo fatto fino a quel momento doveva dirmi qualcosa ,infatti mi sporsi, senza dubbi, nella sua direzione, e lei mi assecondò. Le sfiorai le labbra, facendole il solletico, ambedue sorridemmo sulla bocca dell’altro. Poi mi avvicinai di più, fino ad incontrarla del tutto. Lei si perse in quel contatto così nuovo e anche io non ero da meno, già mi trovavo in paradiso.- per quello che voglio dirti io non sono indispensabili le parole-

sa...senza pura ,senza essre solo, perchè irridendo'mie figu

Ma com’è difficile sperare

ma tu dimmi sempre solo la verità

 

So che lo volevamo tutti e due, so che stiamo bene insieme. Perché io non sono innamorato del suo corpo, per quanto stupendo sia. Io sono innamorato di lei. Di lei, non del suo aspetto. E prima di tutto siamo amici, e c’era intesa. Poi c’eri tu. Poi c’ero io. Poi ci siamo noi. Insieme, ora. In quel silenzio assordante che c’era intorno a noi sentimmo lontana la musica della festa, sempre un lento, per quanto lontano riuscimmo a comprenderlo. Come capimmo che questo era un attimo intriso di magia, di amore, di noi. Compresi che tutto era perfetto, oltre me, oltre te, oltre tutto dove ci sono solo le trepidazioni, le emozioni, i sentimenti. Quelli veri, indissolubili, improbabili, indelebili, fissi, eterni, incerti quanto profondi. Perché l’amore è come la lingua di fuoco di una candela. Che trema, scompare, si riaccende, scotta, si affievolisce, si spegne, o non lo farà mai. Come una stella: lontana, ma conosciuta; piccola, ma infinita; leggera ,ma solida. Come l’amore. Un mondo di contraddizioni impossibili ma reali. Come quando un sentimento che si reputava impossibile, da provare per quella persona o in generale. Quando quel sentimento invece è già radicato nei cuori, quando quel sentimento è già lì e aspetta solo una goccia per germogliare, sbocciare e mostrare mille splendidi colori variopinti. Anche di colori contrastanti.

Sentii quello chignon ormai completamente sfatto sotto la mia mano; i capelli, di solito estremamente ricci, stavano ritornando normali, tolsi l’elastico che li fermava e sentii una cascata di freschezza cadermi sulla mano ,che iniziò a giocare. Mi mancavano i tuoi capelli. Avevo sempre sognato di poterci giocare come facevo in quel momento, mentre sentivo che tu giocavi con i miei capelli. Mentre perdemmo l’equilibrio e io caddi sopra al tuo ingombrante vestito da sera.

 

Dell’amore non si sa

quando viene o se ne va

Dell’amore non si sa

 

Scoppiammo a ridere, le nostre risate erano felici, agitate, strane in una parola. Ma estremamente gioiose. Stavamo insieme e non importava quello che pensavamo, c’era solo quello che voleva l’istinto e il cuore, che insieme fanno la più grande arma di cui disponiamo. Rotolai a terra, accanto a te, che continuavi a ridere, come non ti avevo mai sentito fare. Dopo alcuni secondi ti vidi spuntare sopra la mia testa e posasti ancora le tue labbra sulle mie, solleticandomi con i capelli che grazie a me cadevano indisturbati ovunque tu ti avvicinavi, a tratti lisci, a tratti ricci. Ti presi la testa fra le mani e ti avvicinai a me, ti attirai sopra. Senza volere niente , non ancora, non serve, stiamo bene ora. Finalmente non avevi i guanti e sentii il tuo tocco fresco sulla mia calda pelle, avevo caldo, come fosse agosto, ora sento dei brividi freddi lungo tutto il corpo. Grazie.

Stavo per morire ,Hermione.

 

Ma quando amore arriverà

tutto intorno cambierà

nella notte brillerà

 

dopo un po’ eri semplicemente seduta, con la mia testa sul grembo, che mi accarezzavi i capelli e io guardavo davanti a noi, le finestre buie o accese del castello lontano, o osservavo il cielo, ringraziando quel Dio che non avevo mai pregato ma che ora ringrazio per il più bel dono che mi abbia mai fatto.

- guarda… quella stella… è luminosissima, la vedi? Dovrebbe essere Sirio, ti ricordi l’altra lezione di Astrologia?-

feci di sì con la testa e tu continuasti.

- è la mia preferita, ma da qua di solito non si vede. Cioè, vengo spesso qui di sera, prima della fine dall’orario, ovvio, ma non ci avevo mai fatto caso…- quella sera inspiegabilmente cose che lucidamente avrebbero spiegazioni più che logiche erano spiegabili solo con la magia. Strano come possiamo essere stupidi a volte.

Sorrido senza un motivo preciso, e Hermione mi guarda ,anche lei sorride. Dobbiamo sembrare quelli che Ron dice “smancerosi zuccherini”, ora che me ne rendo conto… io non ho mai detto certe cose, posso farle senza pensare di essere contro le mie stesse opinioni.

Ci rendiamo conto unitamente che abbiamo sprecato anni senza stare insieme, non come ora, ma ci rendiamo anche conto che dobbiamo recuperare il tempo perduto.

Stiamo così ancora un po’, lei si addormenta con la testa appoggiata al tronco di questo ormai storico albero. La guardai, com’era dolce, non era abituata a fare tardi e probabilmente era passata l’una di notte, ma non importava finché stavamo bene. Ne osservai ancora una volta tutte le fattezze del viso, che mi rapirono ancora. Un angelo, caduto qui, in questo mondo schifoso, ma che aveva portato un po’ di serenità in un cuore tormentato.

 

Tutto cambierà

Tutto rivivrà

Con te

Sono felice. Stranamente, da quando sono campione, diciamo pure da sempre. Sono felice. Ora so che niente potrà cambiare questo. Perché finora nella mia vita è cambiato tutto a causa del male. Ma ora le cose sono diverse, ora posso oppormi, ora posso fare del mio meglio per evitare di perdere anche lei. Perché lei è la cosa più importante nella mia vita, e so che lo sarà, per sempre. Anche se molti potrebbero dire che noi adolescenti non possiamo dire la parola “amore” , perché troppo grande per noi, che invece siamo giovani ed inesperti. ma non è affatto vero, non sempre. Questa è l’eccezione che conferma la regola. Eccoci, noi siamo l’eccezione. Il sentimento che provavo a quell’epoca lo provo ancora adesso, e ora non sono inesperto. A limite sono adulto. Dopo tredici anni di matrimonio so con certezza che questo non è un sentimento che scompare nel nulla dopo un po’. Non senza motivo. Non se non lo vuoi. Ma forse siamo solo un’eccezione, forse siamo solo noi. Forse sono solo io che ogni mattina che mi sveglio accanto a lei mi innamoro ancora, che quando osservo i suoi precisi movimenti quando prepara da mangiare. Mi innamoro ogni volta che la vedo, ogni volta che fa quelle cose tipiche, dopo un’eternità che ne sono innamorato e che la conosco, mi innamoro ogni volta. Perché l’amore non è eterno, è solamente nuovo ogni mattina, ogni ritrovo, nuovo ad ogni secondo che nuovo ed irripetibile si vive con l’altra. Perché è una sensazione nuova, nelle sue miriadi di emozioni. Un sentimento nuovo diverso e sorprendente.

E ora che guardo questa piccola peste dal naso all’insù, i capelli ricci e gli occhi verdi non posso fare a meno di crederci veramente.

 

 

ciaociao!!! allora... vi è piaciuta? io ci ho provato!!! questa

canzone è perfetta per me!!! meravigliosa!!! mi lasciate un commentino?

 

già , dimenticavo...

 

DEDICATO AD EMMA E FRANCYS!!!!

 

EMMA: mi ha recensito (solo lei) la fic

"abbiamo perso ancora questo crepuscolo" .grazie!!!

E bellissime recensioni ad una sacco di mie fic!!!

FRANCYS: che mi ha recensito un sacco di fic e i suoi

commenti  mi sono piaciuti un sacco!!!

grazie!!

 

un bacione ad entrambe!!!

 

ringrazio da ora chiunque abbia voglia di

lasciarmi un commentino, grazie.

  
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