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Autore: Tommina483    29/09/2010    1 recensioni
I suoi dread dorati gli ricadevano su due spalle muscolose ed imponenti. Nel suo metro e novantaquattro incuteva non poca paura. Vi piace la danza? Beh è la storia che fa per voi. Comunque è la mia terza fan fiction, spero vi piaccia!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quarto: HORROR


D'accordo ragazzi, per oggi è tutto. Domani alla seconda ora saremo nell'altra aula, non ammetto ritardi!”

Appena la campanella suonò, io e Klara uscimmo dalla classe, scappavamo da una noiosissima ora di Musica generale.

L'ora dopo avevamo danza, era il momento migliore della giornata.

Entrammo in aula e come al solito iniziamo a riscaldarci quando entrò la prof e subito iniziammo con la coreografia.

Di colpo la musica si spense e istintivamente smettemmo di ballare.

Ah ragazzi, mi stavo dimenticando di dirvi che la prossima ora arriverà un nuovo alunno del corso, spero sia il benvenuto!”

Io e Klara ci guardamo e subito cercammo di capire che poteva essere.

Ripartì la musica e senza deconcentrarci troppo ricominciammo a ballare.


Pausa ragazzi, riprendiamo tra 5 minuti.”


Caddi stremata sul parquet senza nemmeno pensare che tra poco avremmo conosciuto il nostro nuovo compagno di corso.

Vidi abbassarsi la maniglia della porta:

indossava un paio di Fallen bianche e grigie, i jeans usurati gli ricadevano sulle stringhe e le sue mani erano bianche e nervose.

Una la teneva in tasca e con quella manteneva leggermente alzato un lembo della felpa bianca Karl Kani. Con l'altra sorreggeva uno zaino da skater blu scuro forse griffato Burton.

Eppuro quei vestiti mi pareva di averli già visti.

Seguii le lunghezze dei suoi Dreadlocks fino al viso.

Rimasi senza fiato. Merda, era Thomas.


Klara si voltò verso di me e mi guardò con compassione, ero dannatamente incazzata.

Perché oltre a vivere con me quel montato doveva pure invadere l'unico momento della mia vita in cui potevo sentirmi me stessa, sentirmi felice?

L'unica cosa che non capivo era perché sentivo le guance bollenti e le mani sudate.

Doveva essere il nervoso che mi provocava quell'idiota, PER FORZA.

Thomas entrò in aula e appoggiò lo zaino nell'angolo, si posiziono in fondo in modo tale da non essere praticamente visto e si limitò a seguire.

Anche perché di sicuro non avremmo rivisto da capo tutta quella maledetta coreografia per il signorino.

Finita anche la seconda ora io e Klara andammo negli spogliatoi alla velocità della luce.

Non dovevo, e non volevo, incontrare il suo sguardo.

Dopo la doccia andammo in cortile, per fortuna la giornata era finita.

Salutai Klara e uscii dal cancello principale che dava sulla strada.

L'aria gelida mi fece rabbrividire, allungai il passo e mi diressi verso casa.


Jen! Ehi Jen!” era la voce del coglione, sta volta non potevo di nuovo fare finta di nulla.

Mi voltai e vidi Thomas che si dirigeva a passo lentissimo verso di me.

Cosa vuoi?” urlai.

Nulla, pensavo solo che dato che abitiamo nella stessa casa potremmo almeno rivolgerci la parola. Non credi?”

Oh beh, spero che tu sappia che questo non significa che siamo amici. Non esco con le teste di cazzo, sia ben chiaro.”

Ehi ehi piano con gli insulti bella, cercavo solo di essere gentile.” sis tava alterando, ma la cosa mi piaceva.

E io cercavo di farti capire che le cose tra noi non cambieranno grazie ad un semplice <> e questa conversazione non c'è mai stata. Intesi?”


Intesi. Ti posso accompagnare a casa?”

Certo! Andia.. Brutto stronzo certo che no?! Io prendo l'altra strada, ho detto che non siamo amici.” mi stava fottendo, con quei suoi occhi nocciola era capace di tutto.

Cosa stavo dicendo? Occhi? Nocciola? Da quando in qua sapevo che Thomas aveva gli occhi nocciola?

Abbassò lo sguardo, abbozzò un sorriso e proseguì per la strada parallela a quella che avevo intenzione di percorrere io.

Nle frattempo lasciò cadere le cuffiette dell'i pod, come se non lo avesse fatto apposta.

Lo notai e le raccolsi, lui oramai era gia di spalle.

t..” mi fermai, che cazzo me ne fregava delle sue cuffiette?

Qualcosa però mi diceva che avrei dovuto almeno prenderle, gliele avrei riconsegnate piu tardi a casa.

Forse se avessi corso sarei arrivata prima di lui e gliele avrei semplicemente lasciate in camera.

Perchè mi stavo facendo tutti quei problemi?

Erano un paio di auricolari che erano appena caduti dalle mani di uno stronzo insolente che non faceva altro che criticare la gente e montasi la testa, non sembrava una cosa così tanto grave.

Il problema è che però, non capivo il motivo per cui mi facevo tutte quelle paranoie, quello si che era davvero grave.

Affrettai di nuovo il passo, strinsi i suoi auricolari e li misi in tasc assieme alla mia mano praticamente assiderata.

In 10 minuti scarsi mi ritrovai sul vialetto di casa, mi guardai intorno e senza attirare troppa attenzione aprii il cancelletto ed entrai in casa.

Come al solito, a parte i gemelli, non doveva esserci nessuno.

Aprii la porta e salii direttamente in camera mia, quando sentii una voce al dilà del muro.

Ehi Bill, dici che prima o poi riuscirò a farla ragionare? Non mi degna di uno sguardo.. quasi mi insulta. Io volevo solo provare ad essere suo amico.”

Tom, è normale. Sei sempre stato lo stronzo, strafottente, bullo, donnaiolo. Come fa a fidarsi di te? Nemmeno ti conosce. Forse ha semplicemente paura di stare male come le altre.”

Era quello, avevo paura di stare male. Non l'avevo mai vista sotto quel punto di vista ma forse era proprio quello il motivo per cui lo trattavo così.

Forse potevo provarci però, infondo non aveva buone intenzioni. Anche se comunque, non mi fidavo per niente di quei due.

Aprii silenziosamente la porta della mia camera, estrassi gli auricolari dalla tasca della giacca e mi diressi verso la porta dei gemelli. Toc toc.

Entra pure Jen.” era la voce di William, anche se avrei giurato che due minuti prima Thomas lo avesse chiamato Bill.

Entrai nella loro camera e appoggiai le cuffiette sulla scrivania.

Thomas, ti sono cadute mentre camminavi prima.” dissi con lo sguardo basso e il tono duro.

Grazie mille Jen, credevo di averle perse!” mi sorrise e cercò il mio sguardo.

Ehm, buona serata” era l'unica cosa che potevo dire.

Uscii dalla loro stanza, mi socchiusi la porta alle spalle e tornai in camera mia.

Mi abbassai per slacciarmi le scarpe quando vidi passare un bigliettino nero sotto la porta. Lo raccolsi e lessi in bianco:

Jen,

stasera alle 21

da noi.

Bill e Tom.”

Era uno scherzo? Cosa volevano da me quei due?

Ci pensai su e decisi che sarebbe stata l'unica alternativa ad una monotona serata davanti al Pc.

Un'ora dopo mi ritrovavo totalmente nel panico, non sapevo che diavolo mettermi addosso! Optai per un paio di pantaloni di Freddy neri e una semplicissima maglia grigia Nike, tanto mica dovevo andare ad una sfilata, ero nella camera affianco alla mia!

Erano gia le 21 in punto ma decisi di aspettare ancora qualche minuto, tanto per il gusto di farli aspettare.

Alle 21.03 mi ritrovai a bussare alla loro porta.

Entrai in camera e vidi Bill al computer mentre Tom stava steso sul letto ad ascoltare l'i-pod con gli auricolari che gli avevo riportato. Bill era troppo concetrato a guardarsi un video su YouTube mentre Tom aveva la musica alta e gli occhi chiusi, quindi nessuno si accorse di me.

Ehi Bill!” gli sventolai una mano davanti agli occhi e finalmente si svegliò dalla sua trance.

Ciao Jen! Siediti pure, scusami, non ti ho sentita entrare!”

Senza dire nulla mi sedetti sul letto, Tom aprì gli occhi di scatto e con uno sorriso mi mostrò i suoi denti candidi e perfetti, mi fissò un'istante con gli occhi nocciola, poi si dedicò a riordinare il suo letto.

Avevate bisogno?” chiesi fredda.

Non proprio, dato che siamo in 3 in casa pensavamo che quando la sera non abbiamo nulla da fare possiamo stare insieme. E se ci guardassimo un film?”

Come volete, per me è indifferente.” non capivo perchè quei due volevano diventare miei amici.

Jen ti piacciono gli horror?” sentivo lo sguardo di Tom scottare su di me. E comunque, odiavo gli horror, ma non potevo fare la figura della bimba fifona.

Certo, per chi mi hai preso?” dissi cercando di mantenere l'aria piu dura possibile.

Bene, allora vada per l'horror!” tom mi sorrise e saltellando uscì dalla camera.

Bill lo seguì e anche io mi alzai dirigendomi verso il salotto.

Volete i pop corn?” chiese Bill speranzoso?

No.. io no grazie.” risposi.

Tom stava mettendo il Dvd che chissà come mai era gia sul tavolo.

Avevano gia programmato tutto!

Poi prima che potessi sedermi dove mi pareva, scelsero loro i posti e si sedettero entrambi spostati verso destra.

Ovviamente all'estremo ci doveva stare Thomas, no?

Non potei fare altro che sedermi accando a lui, prendendo le dovute distanze.

Quel film faceva veramente schifo, era noioso.

Ad un certo punto una scena orribile mi fece sobbalzare e d'istinto mi aggrappai al braccio muscoloso di Tom, che non fece cenni di dissenso.

Subito mi staccai: “scusami..”

Di niente! Te l'avevo detto che faceva paura, vieni qui..”

E che fa a quel punto? Alzò il braccio invitandomi a poggiarmi sul suo petto.

Al diavolo la sfacciataggine, al diavolo il mio orgoglio.

Senza pensarci due volte mi accoccolai nella sua felpa XXL e senza accorgermene mi addormentai.

Sentii solo Bill che augurava la buonanotte, caddi in un sonno profondo cullata dal calore e dal profumo emanati dal corpo di Tom.



  
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