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Autore: Haibara Stark    30/09/2010    7 recensioni
« Se dovessi fare un viaggio…dove ti piacerebbe andare? » Non riesco neanche ad avere il tempo di interpretare ciò che ha detto,che un raggio di luce fortissimo mi colpisce in pieno petto [...] « Credo che lei abbia capito che non sono il signor Holmes che s’aspettava» « Indubbiamente » Resto piantato nella mia sedia,a fissarlo,cercando qualcosa che lo rendesse diverso fisicamente dall’uomo che conosco. Niente. Nada. Nichts! | EDIT: Dal 7° capitolo cambio radicale di stile e impostazione di pagina.
Genere: Avventura, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The soul’s deductions

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1. The time machine

 

 


Corriamo su per le scale a perdifiato.
Ormai l’ho in pugno! Non può più sfuggirmi!

Quando entro nella stanza,seguito da Watson,la scena che mi si presenta davanti è inverosimile.
Rhyme * è li che ci aspetta,sostando accanto ad un macchinario maestoso.
Mi soffermerei ad ammirarlo,se non avessi così fretta di arrestare quel losco individuo.
Sorride,maligno,mentre i suoi occhi luccicano di follia.

« Sherlock Holmes! Quale onore »

Apre le braccia con fare teatrale.

« Mi dica: cosa ne pensa del mio gioiellino? Uno spettacolo,non trova? »
« Oh,si,è certamente una cosa notevole. Ma temo,che qualunque cosa sia,non potrà usarla »

La curiosità mi uccide. Ma il tempo stringe.
Ed avrò tutto il tempo di studiare quel marchingegno più tardi.

« Ne è proprio sicuro,Holmes? »

Corrugo la fronte.
Dove vuole arrivare?

« Se dovessi fare un viaggio…dove ti piacerebbe andare? ** »

Non riesco neanche ad avere il tempo di interpretare ciò che ha detto,che si è già lanciato,fulmineo,verso la macchina.
Faccio per fermarlo,ma,nel mentre,tira una leva posta sul fianco sinistro di quell’affare e un raggio di luce fortissimo mi colpisce in pieno petto.

Non sento dolore.
In compenso non sento più neanche la terra sotto i piedi!

« Holmes! »

In lontananza,odo Watson gridare il mio nome e Rhyme ridere di me.
Poi nulla.
Le tenebre calano su di me e provo una strana compressione in tutto il corpo.

Improvvisamente l’impatto.

Apro gli occhi,che avevo inconsciamente chiuso,mentre sento l’asfalto premere sulla pelle del volto.
Sono sdraiato a pancia in giù,in quella che pare una strada non troppo affollata.
Mi punto faticosamente sulle mani,tirando su il busto,per cercare di capire dove mi trovo.
I pochi passanti mi guardano straniti,pensando certamente che sono un disgraziato.
Ma ciò che mi sorprende non sono le loro espressioni – probabilmente avrei pensato la stessa cosa vedendomi in questo stato – quanto più i loro abiti.

Mi metto in piedi,giusto il tempo di vedere sfrecciare in strada quella che è di certo un’automobile,anche se non somiglia neanche lontanamente a quelle cui sono abituato.
Faccio un giro su me stesso,osservando attentamente quanto più possibile.
Poi mi incammino per la via - non passando inosservato - indirizzandomi verso Baker Street.

Il luogo in cui sono atterrato non è troppo lontano e,in un batter d’occhio,la raggiungo,notando con stupore quanto sia diversa da come la ricordo.
Ormai sono abbastanza certo di non trovarmi più nel diciannovesimo secolo.

Rimango piacevolmente sorpreso quando sopraggiungo al numero 221b.
A caratteri rossi e gialli,posti su sfondo verde,spicca l’insegna The Sherlock Holmes Museum.
Sorrido,mentre l’orgoglio mi riempie il petto.

Faccio per entrare,ma un uomo,di circa trent’anni,mi ferma,dicendomi che devo pagare il biglietto.

« Scusi la mia mancanza »

Esordo.

« Sa dirmi chi è il padrone di questo luogo? »
« Ma il signor Watson naturalmente! »

Mi risponde lui incredulo e con una punta di superiorità nella voce.

« Dove posso trovarlo? »

 

 

*

 

« Desidera? »

In Regent Street.
Ecco dove mi trovo.
Più precisamente nella hall di quello che mi è stato segnalato come lo studio del signor Watson.
A parlare è un’adorabile signorina,dai capelli color mogano,che non ha accennato a staccare lo sguardo da quella strana – ed affascinantissima - scatola luminosa posta sulla sua scrivania.

« Desidererei parlare col signor Watson,se possibile »

Appena sente la mia voce,pianta lo sguardo su di me,quasi sconvolta.

« Signor Holmes! »

Scatta in piedi.

« Mi perdoni!Non pensavo…non credevo…l’aspettavamo fra un mese… »

Rimango interdetto.
Questa ragazza pare conoscermi,ma ciò non è possibile.
Anche se avesse visto qualche documentazione fotografica - cosa alquanto improbabile - non avrebbe certo reagito in questo modo. Probabilmente sarebbe svenuta.

L’aspettavamo tra un mese.

« Aspetti qui. Vado ad annunciarla al capo »

Detto questo,si diresse velocemente verso una porta a vetri su cui spiccava,nera,la scritta J. H. Watson.

 

 

 

 

 

Bene... Ho deciso di suicidarmi XD
La verità è che questa storia era stata accontonata perché avevo attiva un'altra fanfiction e poi è stata letteralmente surclassata da Bloody Love XD
Bello vero? Eh si,la vita da fanfiction è dura ù___u
Non fateci caso,sono l'una e trenta di notte...

Dato che non ho mai pubblicato nulla in questo fandom,volevo sapere se valga la pena continuarla o no..Anche se il primo capitolo non rende bene l'idea che ho in mente...

Comunque....

 
* Lincoln Rhyme è il protagonista di una serie di romanzi di Jeffery Deaver,ad esempio Il collezionista di ossa,che sullo schermo è interpretato da Denzel Washington.

** Frase tipica di Orso Bartholomew,personaggio di One Piece.

Fatemi sapere che ne pensate..

Baci! <3



  
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