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Autore: Martina van der woodsen    30/09/2010    1 recensioni
< Sei un coglione Robert > disse Kellan.
< Sei più che un coglione > urlò Cam. < Fai schifo Robert, tu e la tua fama da quattro soldi, possibile che non ti accorgi di quanto fai schifo? >
< Ma che cazzo vi prende ragazzi? > urlai non riuscendo a capire.
Jackson che fino a quel momento era rimasto in silenzio che guardava altrove girò lo sguardò verso di me gelandomi per quanto era freddo. < Il papà di Martina è morto pochi mesi fa > disse a voce bassa. In quel momento, non appena Jackson mi mise al corrente della storia di Martina, fu come se Kellan mi avesse appena tirato un pugno sulla bocca dello stomaco con tutta la forza che possedeva. Mi facevo schifo, no, non ero nè uno stronzo, nè un coglione, ero qualcosa d'indescrivibile, qualcosa che non credevo potessi realmente essere.
prologo dal punto di vista di Robert. spero di avervi incuriositi.
PORLOGO RIVEDUTO, CORRETTO + FOTO AGGIUNTA.
IL TITOLO PASSA DA AMARSI UN Pò NON è MICA SEMPLICE AD WAITING FOR THE MISSING PIECE. spero vi piaccia ugualmente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ashley Greene, Nuovo personaggio, Robert Pattinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte mie cari lettrici, mi scuso in anticipo per il ritardo ma a causa del lavoro ed essendo questa una storia pubblicata non appena il capitolo precedente mi è venuto in mente ho bisogno di tempo per realizzare le idee e poi buttarle giù. Da questo capitolo sarà Martina a narrare la vicenda, se vi state domandando il perchè il primo capitolo è dal punto di vista di Robert bhè la risposta è molto semplice, era fondamentale per me che ad aprire la storia fosse lui nel momento in cui Robert scopre la verità su Martina e per mostrarvi i suoi tatuaggi seguendo i suoi ricordi, come ho già detto nel capitolo precedente per ora Robert ne menziona solo 3, le iniziali MD ( Marco e Daniela ) Never Say Never ( Mai dire mai ) e Per sempre tu sarai la stella che lassù da guida mi farà ( Dedicata al padre ) ma la protagonista ne possiede molti altri che nel seguito della storia vi mostrerò insieme ai suoi due pircing che immagino già voi sappiate quali sono xD.
Dopo aver fato questa breve descrizione passo a ringraziare chi l'ha messa nelle seguite come :
1 - clakkycullen 2 - lea194 3 - xXFedeXx 4 - ZEME_The Twilight Saga
Chi l'ha messa nelle ricordate come : 1 - SIL1996
Chi l'ha messa nelle preferite come : 1 - adry91 ,2 - epril68
Chi semplicemente l'ha letta senza commentare.
E infine passo a ringraziare di cuore xXFedeXx e Adry91 che hanno commentato.
Sono veramente contenta che via sia piaciuta a tal punto, soprattutto a Fede che ringrazio di cuore per i complimenti che mi ha fatto e Adry91 che mi segue sempre portando pazienza ogni qual volta su msn gli chiedo di dare un'occhiata a quello che scrivo. Grazie mille ragazze, spero che questo capitolo non vi deluda.
P.s alla fine della storia, come accadrà sempre, ho inserito la foto della nostra Ashley Grenne, di Daniela e della nostra protagonista Martina, che poi sarei io. Chi mi conosce sa che sono solita chiedere cosa ha portato il letto a leggere la mia storia e in particolare il pezzo che più gli è piaciuto quindi vi chiedo: cosa vi ha spinte a leggere la mia storia? quale pezzo vi è piaciuto di più in assoluto?. Spero di ricevere una risposta da parte vostra ^^.
P.p.s Per quanto riguarda Daniela e Martina mi domandavo se ve le foste immaginate così e se sono adatte al ruuolo se la risposta è no chi v'immaginavate a loro posto?.
E dopo avervi assillato con le domande, Vi lascio al nuovo capitolo che per me è particolarmente importante, soprattutto la prima parte.
Baci Martina Van Der Woodsen.Cuore rosso




Passato&Presente.


Marco Owens.
Nato il 24 ottobre 1962 - Morto l' 8 aprile 2010.
un uomo fantastico.
un marito unico.
un amico speciale.
un padre dal grande cuore.
sei l'orgoglio di tutti noi.

Osservavo tutti i presenti piangere davanti alla tomba di mio padre. Tutti grandi amici, tutti lo amavano ma nessuno lo conosceva veramente quanto me, neanche mia madre. Io a differenza di tutti i presenti non avevo perso solo un amico, un marito, un uomo ma bensi un padre, il mio unico punto di riferimento e centro del mondo, ma avevo perso anche il mio migliore amico, l'unico a cui potevo raccontare tutto quello che mi passava per la testa, l'unico che, in un momento estremamente difficile della mia vita, mi era stato accanto senza giudicarmi e mi aveva aiutato a superare il mio problema. Mia madre, inginocchiata davanti alla sua lapide, piangeva e singhiozzava a scatti mentre zia Alice cercava di tirarla su. Era tutto così tremendamente straziante, più osservavo quella lapide più il mio cuore si spezzava, cosa avrei fatto adesso senza di lui? come avrei fatto senza mio padre, senza il mio migliore amico, senza il mio punto di riferimento? tutto il mondo mi era crollato addosso schiacciandomi con il suo enorme peso. La zia riuscì ad alzare mamma, il prete terminò la funzione e tutti i presenti cominciarono a posare i fiori che avevano comprato per lui, ma nessuno di loro aveva portato i suoi preferiti i non ti scordar di me, non c'era fiore con nome più azzeccato per quell'occasione.
< Tesoro andiamo a casa > la zia mi si avvicinò con aria stanca e distrutta dalla disperazione mentre la mamma sembrava essere quasi svenuta fra le sue braccia. scossi la testa.
< Io rimango ancora qui > dissi sedendomi davanti a quella lapide.
< Bambina devi tornare a casa, tua mamma ha bisogno di te >
< Ed io ho bisogno di mio padre, ma come puoi ben vedere dalla vita non possiamo avere tutto > la zia sospirò e dopo avrmi baciato la fronte se ne andò mentre tutti i presenti le facevano le ultime condoglianze. Quando tutti se ne furono andati mi sedetti davanti a lui e dopo un pò mi accesi una sigaretta e una la posai sulla sua tomba, un gesto che qualcuno avrebbe potuto considerare idiota ma che a me dava la possibilità di sentirlo ancora più vicino.Cercai di sorridere iniziando a ricordare i nostri momenti più felici ma ad ogni ricordo una lacrima mi sfuggiva finchè il mio viso non fu completamente bagnato da esso e il mio respiro non si fece irregolare. Ormai  si era fatto buio e il cimitero era parecchio distante da casa mia ma quello era l'ultimo dei miei problemi, quello che mi faceva realmente male era dover andarmene da li, dover lasciare l'unica persona che mai nella vita avrei pensato di poter perdere così facilmente. Mi feci coraggio e mi alzai da terra dando un ultimo bacio a mio padre e andai via.

Mi svegliai di soprassalto proprio come accadeva ogni volta che nella mia testa ripercorrevo quel doloros momento. Sospirai levandomi i capelli che mi si erano appiccicati sulla fronte a causa del sudore e istintivamente mi voltai verso quella foto che tanto amavo che mi ritraeva sulle spalle di mio padre, sorridenti e felici al mare, in quella che sarebbe stata la nostra unica vacanza insieme. Baciai il suo volto e andai alla finestra, si era fatto giorno ed un'altro giorno mi si presentava davanti qui a New York. Ormai era passato quasi un mese da quando, a causa del lavoro di mia madre, ci eravamo dovute trasferire, facendomi sentire ancora più lontana da mio padre, più di quanto già non lo fossi. Ma il lavoro era lavoro e mia madre non avrebbe potuto rifiutare tale opportunità, alla rivista Vogue di New York, si era liberato il posto di fotografo e il suo datore di lavoro, considerandola la più meritevole e sapendo la nostra attuale situazione, trovò giusto madarvi lei. Buttai la sigaretta di sotto e scesi in cucina dove trovai un messaggio che mi aveva lasciato mia madre chidendomi se potevo raggiungerla a lavoro per pranzare insieme e con scritto tutto quello che avrei dovuto fare per raggiungere la sede della rivista. Guardai l'orologio che segnava le 11:30, da quando ero arrivata li l'unico posto in cui mi feci portare fu il Manatthan Mall e il Central Park e il resto dei giorni li passai a casa davanti alla tv come un'ameba. Dopo aver  constatato che uscire mi avrebbe fatto più che bene tornai in camera, mi feci una breve doccia ed infine m'infilai la prima cosa che trovai nell'armadio, presi le chiavi della macchina insieme alle indicazioni che la mamma mi aveva lasciato e partii per raggiungerla.

Per fortuna raggiungerla non fu molto difficile e una volta parcheggiata la macchina andai allo Sturbucks che trovai all'angolo e ordinai due frappuccini al cioccolato, cocco e panna da portar via. Quando entrai nell'edificio rimasi incantata da quanto fosse bello ed eleganto, sulle pareti erano sparsi in ordine cronologico quelle che supposi essere le uscite più riuscite della rivista compresa quella che ritraeva Robert Pattinson e Kristen Stewart abbracciati che risaleva a poche settimane prima del nostro arrivo. In fondo alla sala trovai alla reception un signore sulla sessantina vestito in modo tremendamente curato dal sorriso smagliante.
< Buon giorno signorina come posso aiutarla? > domandò cordialmente.
< Sono la figlia di Daniela Lo russo >
< Oh tu devi essere Martina, tua mamma ha parlato molto di te, io sono Richard >
< Piacere di conoscerla > dissi ricambiando il sorriso.
< Dammi del tu lo preferisco >
< Allora piacere di conoscerti Richard >
< Tua mamma comunque scenderà a minuti, la sua pausa pranzo è appena iniziata >
< Grazie >
< E' stato un piacere conoscerti >
< Il piacere è stato tutto mio >
Richard sparì dietro una porta vicino al bancone ed io rimasi li in attesa dell'arrivò di mia madre, ma, non appena mi accomodai sui divani, lei uscì dall'ascensore sorridendo come sempre.
< Sei venuta allora >
< Si, sono stanca di fare l'ameba a casa, papà non avrebbe voluto questo > dissi porgendogli il frappuccino che gli avevo preso.
< Oddio che bello un frappuccino > l'aprì sorseggiandone un pò. < Mmm, non c'e cosa più divina di un frappuccino di Starbuks > disse leccandosi le labbra che si erano leggermente sporcate di panna.
< Dove vuoi andare a pranzo? > domandai sorseggiando anche io il frappuccino.
< Mi hanno detto che qui c'e un ristorante Italiano formidabile, che ne dici di provarlo? >
< Per me va bene >
entrambe una volta finito il frappuccino lo buttamo nel secchione.
< Subito dopo la pausa pranzo devo fare alcune foto ad una ragazza che ci terrei a presentarti >
< Va bene >
Il ristorante non fù difficile raggiungerlo, era così poco distante dal lavoro di mamma che si poteva perfettamente verdere la scritta Vogue in modo chiaro e nitido. Il locale era tutto rosso e nero, piccolo e dall'aria confortevole, il ristorante si chiamava Napoletanos' ed era strapieno. Ad accoglierci venne un cameriere giovane dall'aria simpatica e sbarazzina che ci fece accomodare nell'area fumatori, una volta sedute ci portò i menù.
< Allora come si chiama questa ragazza che mi vuoi presentare? > domandai curiosa.
< Ashley, è così carina >
< E' famosa? > domandai. Lei annuii.
< Eh bhè dimmi di più > dissi in presa alla curiosità.
< E' una delle attrici più amate del momento, interpreta un personaggio molto simpatico >
< Eddai mamma non essere così criptica > quasi urlai.
< Martina non urlare, sei in un ristorante >
< Eddai mamma non essere così criptica > sussurrai.
< Cretina >
< Sono o non sono tua figlia > dissi sistemandomi il tovagliolo sulle gambe.
Il cameriere arrivò per le ordinazioni e dopo ave rordinato entrambe una pizza margherita, una birra per me e una cocacola per lei, la mamma decise di cambiare discorso mentre io insistetti.
< Avanti voglio saperne di più >
< Ok va bene, voglio presentarti Ashley Greene, sei contenta? > strabuzzai gli occhi. Mia madre stava per fare un servizio fotografioc ad Ashley Grenne? quell'Ashley? no! non potevo crederci.
< No! non ci posso credere > dissi.
< Credici bambina mia, è stata proprio lei a chiedermi di farvi conoscere, è stata la prima ragazza che ho conosciuto quando sono arrivata alla rivista e non appena ha visto la tua foto e quella di tuo padre mi ha chiesto di farvi incontrare il prima possibile, solo che pochi giorni dopo è partita per la promozione di Eclipse ed è appena tornata >
< Wow, non riesco a crederci >
< Ecco a voi signorine > il cameriere ci portò le nostre ordinazioni e dopo averci sorriso sparì dalla nostra vista.
Per tutto il tempo del pranzo non parlammo di niente che non fosse il suo lavoro, dopo aver finito la pizza mi accesi una sigaretta con suo disappunto ed ordinammo il caffè per entrambe.
< Non credi sia ora di smettere di fumare tesoro? > la guardai scoppiando quasi a ridere.
< No non credo sia ora mamma > dissi sorridendo.
< Sei tutta tuo padre > disse con tono nostalgico, allungai la mano prendendo la sua nella mia guardandola negli occhi.
< C'e la faremo mamma, ne sono sicura >
Mamma ed io ci alzammo e andammo a pagare alla cassa. Uscimmo fuori dal ristorante e la sentii respirare profondamente guardando il cielo. Mamma, dopo mio padre, era in assoluto la persona che stimavo di più, soprattutto adesso che si trovava a dover affrontare una vita completamente diversa, in una città diversa e con un dolore enorme che mai si sarebbe potuto placare.
Strada facendo non parlammo molto, entrambe ci limitammo ad osservare le persone che ci passavano vicino commentando di tanto in tanto. Quando rientrammo nel palazzo della rivista ad accoglierci ci fu sempre quel simpatico signore di Richard che ci sorrise augurandoci nuovamente buona giornata, chiamammo l'ascensore e una volta entrate dentro mamma piggiò il tasto 4.
< Ashley è già su che ci aspetta > disse sorridendo. Annuii silenziosa.
L'ascensore si bloccò aprendo le porte mostrandomi il lungo ed elegante corridoio pieno di porte a vetri nella quale si poteva chiaramente vedere il modo in cui ogni singola persona lavorava, continuammo per un altro pò finchè non arrivammo davanti ad una ragazza che avrà avuto qualche anno in più di me vestita di tutto punto che salutò mia madre e me annunciandole che Ashley era già dentro da qualche minuto e che ci aspettava calorosamente. Non appena mia madre aprì la porta del suo ufficio una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri tirati all'indietro da un paio di occhiali grandi, occhi verdi un sorriso smagliante e ben vestita andò ad abbracciare la mamma.
< Che piacree rivederi Ashley > disse mia madre ricambiando l'abbraccio.
< Il piacere è tutto mio Daniela, non vedevo l'ora di tornare >
Mamma passò dall'altra parte della scrivania sedendosi sulla sedia seguita da me ed Ashley che non appena si voltò verso di me cacciò un urlo di gioia.
< Oh mio dio, tu sei Martina, la figlia di Daniela vero? > mi porse la mano che io strinsi volentieri.
< Si e tu sei Ashley, la mamma ti adora > dissi sorridendogli.
< Mai quanto io adoro lei, Le foto non ti rendono giustizia Martina, sei ancora più bella delle foto > arrossii a quel complimento.
< Grazie >
< Di niente, oddio che scema, prima che mi dimentichi, questo è per te Dani > Ashley tirò fuori un pacchettino blu di velluto. < Ti ho portato un pensierino >
< Tu sei matta, non dovevi > disse mia madre imbarazzatissima.
< Ma falla finita, dai aprilo > dal pacchetto la mamma estrasse una piccola catentina d'oro bianco con un ciondolo a forma di leone a dir poco stupenda.
< E' bellissima > si era commossa, gli e lo si leggeva negli occhi.
< Sapevo ti sarebbe piaciuta > sorrise per poi voltarsi verso di me. < Allora Martina, hai visto che bella New York? > domandò.
< A dire il vero non ho visto praticamente nulla di New York > dissi.
< Ma è perfetto, domani mattina ti passo a prendere e ti porto un pò in giro >
< Non ti preoccupare, sarai super impegnata >
< Ti passo a prendere alle 11:00, Dani il tuo indirizzo me lo faccio dare da Meredith > disse alzandosi in piedi e prendendo la sua borsa che aveva posato a terra.
< Ma no dai, non c'e ne bisogno > cercai di dissuaderla.
< Eddai non farti pregare, sono sicura diventeremmo grandi amiche >
Guardai la mamma sperando in un qualche aiuto ma dalla sua espressione avrei dovuto accettare per forza o sarebbe venuta comunque anche se avessi detto di no buttandomi giù da letto.
< E va bene > mi arresi. < Domani alle 11:00 > dissi. Lei fece un salto di gioia e dopo avermi abbracciato proprio come aveva fatto con la mamma uscì fuori dall'ufficio della mamma.
< Te lo avevo detto che era carina >
< Già > risposi semplicemente.
Il resto della mattinata lo passai ad aiutare la mamma ritrovandomi a fissare più volte le foto di papà con nostalgia e tristezza.




Ed ora ecco a voi le foto del capitolo xD.



Ashley Greene.



Daniela la mamma di Martina.



Ed ecco a voi la protagonista Martina.

  
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