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Autore: Keif    01/10/2010    6 recensioni
E’ passato un anno dalla fine della guerra ed Harry si trova a Hogwarts per sostenere i M.A.G.O che contro ogni sua speranza non gli hanno conferito a honoris causa, tallonato dalla sua più cara e vecchia amica: la sfiga.
E' proprio a causa - o per merito? – di questa che una sera che credeva di poter finalmente stare tranquillo, viene catapultato nel passato, all’epoca dei suoi genitori.
Dovrà quindi fare i conti con il caro vecchio Silente, più strano ed illogico che mai, con una Lily Evans ricolma di sentimenti materni che non riesce spiegarsi, con un James Potter cretino e geloso ed un Sirius Black completamente imbecille.
Ed anche con tanto troppo verde.
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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4. (O meglio: ci sarà un motivo se il verde è il colore del vomito)





Il mondo è grigio
il mondo è blu


“Magari” pensò Harry sconfortato. Cioè, magari il mondo fosse stato grigio o blu. A lui il blu piaceva… un poco.
Nella sala comune dei Serpeverde il mondo invece era be’… verde.
Luce verde, divani verdi, scale verdi… sicuramente avrebbe assunto un colorito verdognolo anche lui di lì a poco.
Ricordava, e come dimenticarla, la sua breve visita in quella sala comune durante il secondo anno ma allora la sua attenzione era più che altro rivolta a quella sorta di missione suicida che avevano deciso ingenuamente di affrontare con Ron ed Hermione non certo al colore delle piastrelle, non aveva avuto tempo per concentrarsi su quanto lo detestasse.
In quel momento invece poteva sprecare tutte le sue energie per alimentare l’odio puro che provava per quella casata e per il canuto preside.
Anche perché da più di venti minuti si trovavano seduti sulle poltrone verdi, per puntare sull’originalità, di succitata casata ad aspettare che finissero le lezioni e che qualcuno del settimo anno si degnasse a varcare la soglia e notarli.
< Che assurdità > grugnì scocciato Harry < E poi dovrebbe essere vietato sapere dove sono posizionate le altre case no? Sono le regole della scuola! >
Silente sghignazzò. Ma non sapeva fare altro?
< Suvvia suvvia. Un piccolo strappo alla regola per amore della scienza! Tanto non lo dirai a nessuno! > e a lui chi glielo assicurava? < Prendilo come uno studio antropologico >
Harry grugnì qualcosa di indistinto: come se lui conoscesse il significato della parola antropologico!
Dopo un’attesa interminabile un tizio alto e parecchio grosso decise finalmente di entrare e per poco non gli venne un colpo quando notò l’anziano preside seduto su una poltrona che giocherellava con un ciocco di legno
< Pre… preside! > esclamò < Cosa ci fa qua? > domandò premurandosi di nascondere ciò che aveva in mano dietro la schiena e che Harry riconobbe vagamente come boccette piene di chissà cosa. Veleno? Si chiese nella sua infaticabile natura di ficcanaso < E’ successo qualcosa? >
< Oh, Frewell! > Silente gli andò incontro con aria gioviale mentre Harry, ostile, si alzava < Niente di cui preoccuparsi caro. Volevo dire a te e ai tuoi compagni del settimo anno che per un po’ avrete un nuovo compagno di stanza! > come se stesse mostrando una piacevole sorpresa indicò Harry che si trattenne dal canticchiare ironico "Tattaratà!"
< Perché? > domandò logicamente Frewell
< Ma perché il cappello parlante ha deciso così! > mentì tranquillamente il preside
< No > specificò il ragazzo perplesso < intendevo: perché d’improvviso abbiamo un nuovo compagno? Come mai non inizia dal primo come i comuni mortali? >
< Ah, certo. Si è trasferito qua per qualche tempo. Una sorta di scambio culturale > spiego Silente come fosse cosa di tutti i giorni
< Ma non ha senso! > protestò il serpeverde lanciando un’occhiata dubbiosa ad Harry che aveva assunto un espressione da “ Io l’avevo detto” e lanciava occhiate assassine a Silente
< Ma sì, ma sì. Se ci pensi un senso ce l’ha. Avrà pur diritto a farsi degli amichetti questo ragazzo, no? Consideratolo un piacevole cambio di programma >
< Uno studio antropologico > intervenne Harry sarcastico per la felicità del preside
< Dici bene dici bene! > esclamò infatti quello entusiasta < Vi lascio a chiacchierare! Sii un buon Serpeverde Harry > gli lanciò un’occhiata che Harry interpretò come “Se dici di essere un Grifondoro ti strozzo” < Bene… divertitevi!> sorrise, battè le mani e quasi saltellando si diresse verso l’uscita
< Ah, dimenticavo > aggiunse arrivato quasi sull’uscio voltandosi verso i due che già si squadravano astiosi < Perrott, domani la vicepreside, la professoressa McGranitt, ti consegnerà i tuoi orari > Harry ci mise qualche secondo per capire che si stava rivolgendo a lui e per annuire < E… Frewell, dovresti sapere che i filtri d’amore sono vietati qua al castello > gli fece l’ occhiolino < Ma non importa, mi raccomando di non esagerare! Chissà che non accalappi qualche bel giovanotto... o giovanotta! Arrivederci! > e si dileguò lasciando Frewell sconcertato ed Harry sconsolato: gli aveva pure anagrammato il cognome quel vecchio pazzo! Ma non poteva inventarne uno dal nulla, per evitare eventuali sospetti?
< Quel vecchio rimbambito! > esclamò non appena il soggetto, perfettamente intuibile, della frase ebbe richiuso la porta alle sue spalle < altro che professore, avrebbero dovuto rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico e buttar via la chiave! Ma come dovrebbe insegnare qualcosa ai suoi studenti se lui è completamente rimbecillito? >
Frewell lo guardò ammirato < Non ti piace molto il nostro preside eh, Perrott? > domandò divertito < Potremmo essere amici partendo da questo presupposto, sai? Ho sempre detto che quello si era un po’ rincretinito a forza di stare a contatto con babbani, mezzosangue e creature inferiori come loro >
Normalmente a quelle parole Harry si sarebbe arrabbiato, avrebbe urlato e poi avrebbe lanciato a chi le aveva pronunciate un incantesimo a caso purché doloroso, ma quella giornata era stata troppo sorprendente, troppo orribile, troppo estenuante e Silente decisamente troppo poco d’aiuto perché lui potesse pensare a qualcos’altro che non fosse insultare appunto il preside
< Non sono le frequentazioni > specificò con stizza < doveva essere completamente fuori di senno fin dalla nascita. Totalmente andato. Avrebbero fatto meglio a sopprimerlo nella culla, un favore all’umanità! >
Va bene, lo sapeva che non era vero. Sapeva che era probabilmente la persona più intelligente del pianeta e sapeva, perché lo ricordava perfettamente, quanto dolore aveva provato quando era morto. Ma sapeva anche quanto dolore stava provando in quel momento circondato da tutto quel verde, e tale sofferenza era in quell’istante molto più importante di quella sperimentata quando era spirato davanti a lui.
Anche molto più insensata.
Frewell rise e gli diede una pacca sulla spalla < Sei un vero Serpeverde! Ti chiami Harry vero? > Lui? Un Serpeverde? Che offesa! Che onta!
Avrebbe risposto per le rime se l’altro non avesse aggiunto subito dopo < Però, sai, mi ricordi Potter. Siete parenti? >
Harry raggelò < Chi? Non penso proprio, mai sentito nominare!> affermò, anche fin troppo velocemente < Senti, vado a letto. Sono stanco morto, ci vediamo domattina >
Quasi scappò via lungo le scale lasciando l’altro ragazzo leggermente shockato.
Parlava tanto di pazzia Perrott, ma non è che lui sembrasse tanto normale! “ Meglio così” pensò il Serpeverde. Gli erano sempre piaciuti i tipi originali.
Arrivato a quelli che, come esplicitava il cartello, erano i dormitori del settimo anno, Harry trovò ad attenderlo un letto affiancato alla parete con sopra un biglietto sul quale, vergato con l’inconfondibile grafia di Silente, era scritto
“Harry, questo è il tuo letto, ti ho procurato anche qualche vestito (sono un po’ vecchiotti ma dovrebbero andar bene) una sciarpa e una spilla con i colori dei serpeverde.
Per quanto riguarda libri e strumenti i professori non dovrebbero avere problemi per prestartene, ma se non hai una bacchetta dovrai comprarne una”
Quella l’aveva. Per fortuna quando era stato catapultato indietro chissà come, l’aveva in tasca
“Spero che la permanenza in questa epoca ti risulti piacevole”
Ne dubitava. Quanto ne dubitava!
“Avrai la fortuna di conoscere i tuoi genitori all’età di diciassette anni e questa è un occasione non da poco. Chi non vorrebbe vivere per un po’ con i propri genitori adolescenti?
Ti avvertirò se capirò come farti tornare ai tuoi giorni.
Buon divertimento!”

Mentre dava fuoco con la bacchetta a quel biglietto, meglio evitare che eventuali compagni di stanza impiccioni lo scovassero, si ritrovò a riflettere su ciò che aveva appena letto: avrebbe conosciuto i suoi genitori, avrebbe parlato con loro, magari li avrebbe anche frequentati un po’!
Preso da tutte quell’emozioni, accecato dalla confusione e dall’odio, non aveva ancora pensato ai possibili risvolti positivi di quella situazione.
Rinfrancato e quasi felice, controllando comunque che non stesse ricominciando a brillare come poche ore prima, si accoccolò comodamente tra le coperte.
Verdi ovviamente.
Sì, anche se era pomeriggio.

Lily stava imburrando il pane e pensava ad Harry.
Il giorno prima non aveva fatto altro, tentando di riconoscerlo vanamente a cena lungo qualche tavolata, e quella mattina si era nuovamente risvegliata con il pensiero fisso di quel ragazzo in testa. Harry, Harry, Harry, Harry.
Non capiva perché rimuginasse tanto su una persona incontrata una volta sola e soprattutto non capiva l’enorme senso di affetto che provava per lui.
Non aveva senso.
Se ne avesse parlato a qualcuno probabilmente le avrebbe detto che era stata vittima del tipico colpo di fulmine e che si era innamorata di uno sconosciuto. Ma non era così, era un’emozione del tutto nuova.
Non provava alcun desiderio fisico verso quel ragazzo, nessuna passione travolgente, nessuna sensazione che si dovrebbe provare per un esponente dell’altro sesso di cui si è invaghiti. Solo un profondo, immenso, enorme amore.
Ma un amore diverso, possessivo, tenero, quasi… materno.
Credeva, anzi sapeva, che qualunque cosa le avesse semmai chiesto di fare per lui, lei non si sarebbe tirata indietro, lo avrebbe aiutato e difeso contro tutti, e spronato a fare qualsiasi cosa avesse deciso, lo avrebbe protetto e consolato se ne avesse avuto bisogno.
Erano emozioni forti, assolute, disarmanti, completamente sconosciute.
E ne era spaventata.
Proprio per distrarsi da queste sensazioni accolse per la prima volta veramente con gioia l’arrivo di James Potter e della sua cricca in sala grande e il conseguente saluto fin troppo amichevole di quello che lei tra sé chiamava “l’imbecille”
< Evans, dolcezza, amore della mia vita, mi faresti gentilmente spazio accanto a te? Non vorrei perdere nemmeno un istante della tua sfolgorante bellezza! >
Sirius, accanto a lui, ridacchiò allegro borbottando un “Quanto sei cretino” all’amico. Lily non poté che dargli silenziosamente ragione
< Capisco questo tuo desiderio Potter ma io non ho intenzione di guardare la tua brutta faccia mentre faccio colazione, rischierei di rigurgitare tutto > esultò internamente per essere riuscita ad utilizzare un vocabolo tanto colto - “rigurgitare” ma a chi sarebbe mai venuto in mente così sul momento?! - e si sentì ancor più soddisfatta osservando l’espressione scandalizzata del ragazzo che palesemente stava cercando una risposta adeguata.
Non la trovò anche perché si rese conto che ogni suo sforzo sarebbe risultato inutile dato che Lily aveva smesso ben presto di considerarlo per indirizzare tutta la sua attenzione verso il ragazzo che era appena entrato in compagnia di alcuni serpeverde.
Harry. La Evans sentì il suo cuore balzarle in petto e quasi si sciolse per il sentimento di intensa tenerezza che l’avvolse. Non andava bene, non era un’emozione normale. Ma era bella.
Terribilmente.
Si chiese per un attimo se quel ragazzo non le avesse fatto un qualche tipo di incantesimo ma scacciò subito l’idea. Non lo farebbe mai si ritrovò a pensare e a chiedersi poi come facesse ad esserne tanto sicura.
Lei nemmeno lo conosceva! E lui era un serpeverde!
E voleva a tutti i costi parlare con lui.
< Harry! > urlò sventolando una mano verso la sua direzione, disinteressata, per la prima volta in vita sua, a ciò che gli altri studenti avrebbero pensato.
Non le importava degli altri. Le importava di lui.
Harry si voltò verso di lei, l’espressione del viso non proprio gioviale: era stata una mattinata terribile.
Aveva dovuto presentarsi ai suoi nuovi compagni di casata, mentire, tergiversare, borbottare. E poi, tanto per peggiorare un po’ la sua già schifosissima vita, aveva dovuto scoprire di essere in stanza con il diciassettenne Severus Piton, acido, sarcastico e diffidente.
In particolar modo diffidente.
Ma vederla, e vedere chi stava con lei, lo rese felice: quella cazzo di situazione avrebbe avuto qualcosa di buono per fortuna!
Sua madre, suo padre, il suo padrino, il padre del suo figlioccio e il topastro di Ron.
Finalmente!


L'abitudine!
Ordinatrice abile ma assai lenta,
che comincia col lasciar soffrire il nostro spirito per settimane
in un'installazione provvisoria;
ma che, nonostante tutto, esso è ben fortunato d'incontrare,
giacché senza l'abitudine e limitato ai suoi soli mezzi sarebbe impotente
a renderci abitabile una stanza.




Note:
Lo so che il fatto che Lily sia la madre di Harry non implichi il suo volergli bene senza nemmeno conoscerlo, ma mi sembrava carino descrivere la sua confusione davanti a dei sentimenti materni che non le appartengono ancora.
E poi chissà, nessuno è andato nel passato per controllare che non sia così *-*
Non posso ancora credere di essere riuscita ad aggiornare in orario (emm... più o meno) *__* Non vedo l'ora di scrivere l'incontro tra Piton ed Harry, anche se non ho ancora idea di come andrà. Ma vedrò =)
Grazie a Nicola di Bari per la citazione lassù e al solito a Proust per la citazione quaggiù.
Ringraziamenti più che dovuti a chi ha letto, ha messo la storia tra i preferiti/seguite/ricordate o ha recensito. In particolare a:

tatarella20
Harry che fa amicizia con Piton non mi era proprio venuto in mente ma sai che l'idea mi piace? James si farebbe venire un paio di infarti come minimo XD Ci penserò sul serio =)
Mi fa molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto e spero di non averti deluso.
Grazie ancora, un abbraccio e un bacio.

Lenobia
Grazie mille =) Spero in anticipo di non deluderti quando mi deciderò ad aggiornare. Anche se non mi ricordo nemmeno bene a che punto fossi arrivata. Forse dovrei decidermi a rigettargli un'occhiata XD
Mi fa piacere che non ti sembri banale perché temevo proprio che mancasse di originalità quando mi sono decisa a pubblicarla. Scrivo tante cose assurdamente scontate ma ho la decenza di lasciarle scritte nei libri di greco (sì, scrivo cavolate invece di seguire in classe XD) a questa però mi c'ero stranamente affezionata.
Il nostro caro caro Harry non sarà tanto felice di questa esperienza nuova ed esaltante, questo è certo. E Silente non contribuirà affatto a rendergli un soggiorno piacevole. Mi spiace per lui * mente spudoratamente *.
Grazie ancora! Un bacio!

Isidar Mithrim
Giuro su ciò che ho di più caro al mondo che ogni volta con le tue recensioni mi illumini la giornata. Sono riuscita a sopravvivere a tre estenuanti giorni di "consola la tua migliore amica" solo ripensando che tu avevi impiegato un sacco di tempo per scrivermi una recensione meravigliosa e quindi io doveva ripagare degnamente il destino.
Che poi le tue storie sono così belle ed originali che non ho ancora capito come faccia tu a leggere le mie senza rimanerne disgustata.
Ti ringrazio veramente tantissimo, non sai quanto mi hai fatto felice *-*
Ho letto le storie di Janet tantissimo tempo fa e le ho adorate, non penso davvero di riuscire mai a paragonarmi a lei e nemmeno ci provo perché il divario tra noi è più che evidente.
Ma purtroppo non posso dirti il nome del mio spacciatore nè la sostanza allucinogena che mi provura. Ha questa mania fastidiosa della segretezza che io proprio non capisco. Mah, sarà una nuova moda di cui non ho ancora sentito parlare (sono tarda in cose tipo "le novità dell'inverno"). Guarda, non so dove tu abbia trovato la pazienza e la forza di trascrivere le mie cretinate ma GRAZIE. Fa sentire davvero apprezzati, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza.
P.s. Un fiocco per sognare è in fase di stallo a tempo indeterminato, per adesso non me la sento di continuarla, troppi ricordi. Probabilmente la riprenderò prima o poi ma non a breve certamente, per cui ti consiglio di non cominciarla nemmeno. Personalmente mi dà un fastidio immenso rimanere a metà di una fic, anche se non mi piace poi tanto, a chiedermi dove diavolo si voleva andare a parare XD
Grazie ancora tantissimo. Un bacione.

jalilah
Spero davvero che continui a piacerti **
L'incontro con i malandrini non tarderà ma non sono sicura di niente.
Un bacione *-*

Keira Lestrange
Non ho la più pallida idea di chi frequentasse Hogwarts ai tempi dei malandrini. Proprio non lo so o.o Quindi direi che mi limiterò a Piton e ad un paio di personaggi che DEVO mettere. Perché devo torturare Harry in un qualche modo e quale maniera migliore che un incontro imprevisto con i suoi nemici più accaniti. Non vedo l'ora di vederlo rodere dal rancore XD
Grazie veramente tantissimo anche a te. Un bacio *-*

edocast92
Grazie mille ^//^ Come ho detto amo Silente e direi che Harry si merita finalmente di finire a serpeverde. Se il cappello parlante non avesse fatto favoreggiamenti forse la storia sarebbe andata diversamente XD
Grazie ancora cara! Un bacione *-*

Vale Lovegood
Eccomi qua! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo *-*
Personalmente amavo Silente nei primi libri, quando era l'infallibile mago più potente del mondo, e l'ho amato ancora di più nel settimo quando ha cominciato ad essere più umano e meno dio sceso in terra. Fargli fare la parte del folle un po' svampito mi diverte da matti ma penso che nei prossimi capitoli si intravederà quell'aura di intelligenza che possiede. Credo, come al solito, poi non ne ho idea XD
Oh, lo spero per lui ma non gli assicuro niente. xd
Ti ringrazio tantissimo e mi fa davvero un immenso piacere che ti sia divertita *-* Alla prossima! Un bacio.

Keif


  
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