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Autore: funkia    02/10/2010    14 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Erano passati due giorni

DON’T TELL DAD

 

4. Life Is A Flower

 

We live in a free world
I whistle down the wind
Carry on smiling
And the world will smile with you
Life is a flower
So precious in your hand
Carry on smiling
And the world will smile with you                    (Ace of Base)


 

Erano passati due giorni. Due miseri giorni. Eppure non riuscivo più a sopportare Malfoy. Cercavo di impegnarmi nel mio lavoro, leggevo e rileggevo tutte le notizie che mi passava e cercavo di capire come filtrarle al meglio per farne uscire un degno articolo di giornale. Ma lui pensava bene di farmi chiamare ogni dieci minuti per qualsiasi sciocchezza, non facendo altro che deconcentrarmi dal mio lavoro.

 

Irene, la ragazza bionda con gli occhi slavati, venne da me sospirando. “Rose…”

 

“Fammi indovinare.” Dissi togliendomi gli occhiali da lettura. “Il capo vuole vedermi.”

 

Lei fece un piccolo sorriso di scuse, come per dire che di certo non era colpa sua. Ricambiai il sorriso e senza che lei mi accompagnasse mi diressi nell’ufficio del capo. Avrei preferito cento volte dover percorrere il corridoio della morte per arrivare da Jordan.

 

Aprii la porta senza bussare, Malfoy era in piedi davanti all’armadio appoggiato sulla parete sinistra. Voltò appena la testa per vedere chi fosse.

 

“Oh, eccoti.” Disse. Si voltò completamente con due giacche in mano. “Quale preferisci, grigio o blu?”

 

Io lo fissai incredula. “Mi hai fatto chiamare per questo?!” dissi a bocca aperta. “Mi hai distratto per la centesima volta dal mio lavoro per chiedermi questo?”

 

Malfoy scrollò le spalle e infilò la giacca blu. Si riguardò allo specchio, facendo un giro completo su se stesso. “Ho una serata di gala, stasera. Non voglio fare brutta figura.”

 

Io mi passai una mano sulla tempia e mi appoggiai con l’altra su un fianco. “Io davvero non capisco come abbiano fatto a promuoverti Capo del dipartimento, quando passi metà della giornata a farti completamente gli affari tuoi e ad interrompere la gente che vorrebbe davvero lavorare. Dissi. “E il grigio! Il grigio risalta i tuoi occhi!”

 

Malfoy si voltò improvvisamente verso di me. Io lo guardai. Ci fu un attimo di totale imbarazzo prima che togliesse la giacca blu e mettesse quella grigia. “Grigio.” Disse guardandosi allo specchio. “Grazie.”

 

Per un attimo, un solo piccolo istante, mi sembrò di essere mia madre che cercava di decidere come dovesse andare vestito mio padre. Feci un passo indietro.

 

“Posso… andare, signore?”

 

Si voltò di nuovo verso di me, sorpreso. Non lo chiamavo mai signore, a dire il vero non gli davo mai neanche il più minimo rispetto. Lo trattavo come se fosse sempre il mio compagno di scuola con il quale adoravo bisticciare.

 

Chinò il capo per rassettarsi la giacca. “Come sta andando il lavoro?”

 

“Andrebbe benissimo, se avessi la possibilità di lavorarci per almeno dieci minuti di seguito. Lo punzecchiai.

 

Lo vidi fare un minuscolo sorriso. “Non sei cambiata affatto.”

 

Io rimasi un attimo perplessa a fissarlo a bocca aperta. Dovevo sembrare una scema. “Come?”

 

Si voltò e fece qualche passo verso di me, sistemandosi i polsini. “Quando ho letto sul giornale che ti saresti sposata con Jack Russell mi sono detto ‘ecco, ha preso la palla al balzo e si è sistemata per il resto della sua vita’. Una cosa totalmente non da Rose Weasley, non so se mi spiego. Disse con una risatina. “Ed invece sei qui a lavorare e nonostante tu detesti questo nuovo lavoro, ti fai in quattro. Sia per raggiungere il tuo obbiettivo, sia per darmi fastidio. Ne sono sicuro.”

 

Io alzai un sopracciglio. “E cosa c’è di strano?”

 

“Niente.” Fece lui scotendo la testa. “Niente, infatti. Questo è totalmente da Rose Weasley.”

 

Io buttai fuori una semi risata e distolsi lo sguardo. “Non sono più la solita ragazzina, Malfoy. Non sono più la vecchia Rose Weasley.”

 

Malfoy scrollò le spalle. “Può darsi.” Chiuse gli occhi e inspirò. “Ma profumi sempre di rose.”

 

Un brivido mi percorse la schiena e quando Malfoy riaprì i suoi occhi grigi, sentii una scossa di paura prendermi la bocca dello stomaco. Feci rapidamente due passi indietro, deglutendo a fatica. Era stano come una semplice frase rievocasse tanti ricordi. Tanti ricordi che volevo assolutamente cancellare.

 

“Devo tornare al mio lavoro.” Dissi. “E tu al tuo.”

 

Lui annuì totalmente ignaro di quello che mi aveva appena provocato. “Se avessi qualsiasi tipo di problema, Chandice è a tua completa disposizione. Io uscirò due ore prima oggi.”

 

Io annuii freneticamente e uscii dal suo ufficio richiudendomi rapidamente la porta alle spalle. Mi lasciai andare con la schiena contro alla porta e sospirai. Non ero più la solita Rose, mi ero impegnata per cambiare a fondo, per diventare una persona migliore e per costruirmi una vita migliore.

 

Ma per quanto mi sforzassi di cambiare, avrei per sempre profumato di rose.

 

 

**

 

 

Ehi piccola, tutto bene?”

 

Mi voltai pigramente, Jack mi fissava con un sorriso seduto sul divano del suo appartamento. Jack sorrideva sempre, era uno di quei tipi sempre solari, sempre allegri, sempre sereni. Io mi sforzai di sorridere ma avevo ancora in testa quella stupida chiacchierata con Scorpius Malfoy.

 

“Io profumo?”

 

Jack mi fissò un po’ stranito. “Ma certo che profumi, tesoro, hai fatto la doccia un’ora fa…”

 

“No.” Dissi interrompendolo. Mi avvicinai a lui e mi sedetti al suo fianco sul divano. “Ecco, mi chiedevo se… se ho un odore particolare… che ne so, di fiori per esempio.”

 

Jack si grattò la nuca. “Beh, ecco…” Inspirò col naso. “Sì, forse. Non saprei. Ma perché me lo chiedi?”

 

Io scossi la testa con un sorriso. Ero proprio stupida. “Niente, non importa.” Dissi. “Cosa vuoi fare stasera? Possiamo chiamare Al e Vanessa e uscire un po’ insieme, sempre se ti va. O se vuoi chiamare qualcuno della squadra.

 

“Oh.” Fece Jack.

 

Io lo guardai perplessa. “Oh? Che cosa vuol dire ‘oh’?”

 

Fece una faccia come se fosse in pena e sospirò. “Vuol dire ‘oh, ho dimenticato di dirtelo, non è vero’?”

 

Jack era fantastico. Era unico. Ma non riusciva neanche a ricordare quando fosse il suo compleanno. Perciò non mi stupivo più di tanto quando saltava fuori che aveva dimenticato di dirmi qualcosa. Alzai gli occhi al cielo, cercando di essere paziente.

 

Che cos’è, stavolta?”

 

“Niente di che, una semplice serata.” Disse Jack scrollando le spalle. “Tutto quello che devi fare è indossare un bell’abito elegante e mangiare stuzzichini ridendo alle battute degli altri. Spero solo che non servano il sushi, adesso va così di moda che lo servono ovunque!”

 

Io risi e scossi la testa dandogli un buffetto sulla guancia. “Aaaw, povero amore, quanta è dura la vita della celebrità.

 

Jack si abbassò verso di me ridente. “Dovresti saperlo, dato che anche tu sei una celebrità, Rose Weasley.

 

Io distolsi lo sguardo e sbuffai ridendo. “Non sono affatto una celebrità, sono solo Rose.”

 

“Ed è esattamente quello che cerco di dirti quando dico che sono solo Jack.” Disse lui con un sorriso. Mi prese per mano e i suoi occhi brillarono. “Ti amo, lo sai vero?”

 

Un sorriso ebete si aprì sulla mia faccia. “Sì, mi ero fatta una vaga idea.” Mi sporsi per baciarlo sulle labbra. “Ti amo anche io.”

 

“Buono a sapersi, non stiamo organizzando un matrimonio invano. Scherzò ed io scoppiai a ridere. “Che ne dici adesso di salire di sopra e metterti un bel vestito da vera principessa così possiamo arrivare prima alla festa?”

 

Io feci una smorfia. “Come mai tanta fretta?”

 

Jack scrollò le spalle. “Prima arriviamo, prima ce ne possiamo andare.

 

“Sei malefico, lo sai?” Feci io prendendolo in giro. Mi alzai dal divano e mi incamminai verso le scale. “D’accordo, ma quando scendo voglio che tu sia già pronto. Non mi piace aspettare.”

 

“Consideralo già fatto.” Disse. “Oh, Rose?”

 

“Sì?” dissi già a metà della scalinata.

 

Jack si schiarì la gola e arrossì appena. “Lo so che detesti quando ti compro le cose ma… il tuo vestito è sopra al letto.”

 

Io lo guardai qualche secondo senza dire nulla, poi mi aprì in un ampio sorriso. “Per questa volta sei perdonato.”

 

Jack scoppiò a ridere ed io lo fissai ancora a metà scala. Adoravo sentirlo ridere, era una risata cristallina e sincera. Adoravo che ridesse con me. Non c’era niente di meglio per sentirsi davvero completi, che sapere che un uomo come Jack mi amasse. E in quel momento non aveva proprio nessuna importanza che profumassi di rose o meno.

 

 

**

 

 

“… e dei fiori di arancio pendevano da tutte le parti: le panche, le sedie, i tavoli. Oh, e poi John aveva deciso bene di ingaggiare una band che suonasse tutte le nostre canzoni. Quando eravamo giovani andavamo a tutti i concerti e urlavamo come dei pazzi. E cosa avete pensato di fare per il ricevimento? Ci saranno così tante persone!”

 

La signora Tatchenberg, la moglie del sottosegretario del Ministero, mi stava letteralmente ubriacando con i racconti del suo matrimonio. Io sorrisi educatamente sorseggiando un po’ del mio champagne.

 

“Ecco…” dissi. “A dire il vero speravo di poter fare una cosa intima.

 

“Oh!” fece lei un po’ delusa. “Pensavo che due persone famose come voi adorassero stare al centro dell’attenzione.”

 

Sorrisi imbarazzata. “Direi che non siamo proprio quel tipo di persone.”

 

“Tesoro.” Sentii la voce della salvezza e mi voltai in cerca del mio principe azzurro. Jack era appena dietro di me e mi posò una mano sulla schiena sorridendo gentilmente alla signora Tatchenberg. “Olivia, la trovo bene stasera. Sembra più giovane di dieci anni.”

 

Quella rise pavoneggiandosi. “Oh non essere sciocco, Jack!” continuò a ridacchiare. “Vogliate scusarmi, ho appena visto qualcuno che voglio salutare.

 

Finalmente se ne andò ed io tirai un sospiro di sollievo. Era praticamente una ventina di minuti che mi teneva bloccata nel solito punto. Jack fece un sorriso di scuse.

 

“Ho cercato di venire prima ma il Ministro continuava a chiedermi della partita del prossimo mese.” Disse. “Ha voluto sapere tutto del Matrimonio, non è vero?”

 

Io feci una smorfia. “Più che altro mi ha raccontato tutto del suo. Dobbiamo starcene qui ancora a lungo?”

 

Jack scosse la testa. “Spero proprio di no, non vedo l’ora di tornare a casa. Solo perché sei famoso la gente dà per scontato che ti piaccia questo genere di cose, ma io vorrei tanto potermene stare in ciabatte sul divano.”

 

Alzai un sopracciglio. “E perché siamo venuti, allora?”

 

“Consideralo parte del mio lavoro.” Disse con un sorriso. “Vado a salutare una persona, ci metto solo un secondo, giuro.

 

Mi lasciò il suo bicchiere e se ne andò in mezzo alla folla. Io sospirai, guardandomi intorno. Sperai che non ci fosse un’altra signora Tatchenberg che avesse voglia di parlare con me. O meglio, con la futura moglie di Jack Russell.

 

“Ammetto che queste feste non sono il massimo, ma cercare addirittura di ubriacarsi…”

 

Mi voltai con un sorriso. “Vincent!” dissi. “Non hai idea di quanto mi faccia piacere vederti!”

 

Vincent rise. “Posso immaginare. Ho incontrato Jack dieci minuti fa, mi ha detto che non vedete l’ora di squagliarvela.” Indicò i miei due bicchieri. “Non ti pare di alzare un po’ troppo il gomito.

 

“Uno è di Jack.” Dissi. “E Gaby?”

 

Vincent scrollò le spalle. “E’ rimasta a casa con Sol, non le piacciono molto questo genere di feste. Non che possa biasimarla, ho passato metà della serata a parlare della nostra prossima partita. Jack ne sa qualcosa.”

 

Io annuii. “Spero solo che Jack non sia troppo teso. Sai, si avvicina l’ora X.”

 

Vincent rise. “Non c’è niente che possa fermare Jack in campo, se non avessimo lui in squadra non avremmo neanche potuto sperare di arrivare a metà del campionato.

 

“E tu come sempre sei troppo lusinghiero. La voce di Jack arrivò alle mie spalle. “Ti lascio cinque minuti da sola e ti metti a flirtare col primo che passa?” Scherzò lui.

 

Io scossi la testa. “Oh per favore, conosco Vincent da molto più tempo di te.

 

“Sì, lo so.” Fece Jack con una smorfia, poi si voltò verso Vincent. “Non fa altro che ripetere che tu e Gaby siete la coppia perfetta, il vero amore.”

 

“Beh, è vero.” Dissi io.

 

Vincent sembrò un po’ imbarazzato e si grattò la nuca. “Oh beh, niente è così perfetto come sembra ma…” Si schiarì la gola. “Come procedono i preparativi?”

 

“Abbiamo totalmente smesso di occuparcene. Fece Jack ed io annuii. “Non ne vogliamo sapere più niente fino al giorno fatidico. Che sembra essere sempre più vicino.”

 

Vincent rise. “Non ci starai ripensando?”

 

“Mai.” Disse Jack guardandomi negli occhi.

 

“Sono felice di sentirtelo dire.” Dissi appoggiandogli una mano sul petto. “Ma adesso possiamo andare a casa? Sono davvero molto stanca.”

 

Jack annuì e alzò lo sguardo su Vincent. “Vuoi fare la strada con noi?”

 

Vincent scosse la testa. “No, rimarrò ancora per un po’. Il sushi è ottimo.”

 

Jack fece una faccia disgustata ma salutò Vincent e con un braccio attorno alle mie spalle cominciò a farsi spazio in mezzo alla folla. Continuammo a salutare gente al nostro passaggio, alcuni ci auguravano buona fortuna, altri solo arrivederci. Eravamo quasi alla fine della Sala quando mi fermai di botto e il sorriso scomparve repentinamente dalle mie labbra.

 

Stavo per voltarmi verso Jack, che stava salutando una vecchia coppia, e trascinarlo via quando lui si voltò nella mia direzione ed incrociò il mio sguardo. Rimase un attimo interdetto, guardandomi da capo a piedi. Io mi sentii arrossire.

 

Weasley!” disse infine Malfoy con tono sorpreso. “Non sapevo che frequentassi le serate di gala.

 

Jack nel frattempo si era voltato, richiamato dal mio cognome. Io mi schiarii la gola. “No, infatti, non…” cercai di dire. “Jack, questo è il mio nuovo capo.”

 

“Oh,” fece Jack tendendo la mano gentilmente. “Molto piacere, Jack Russell. Ha davvero una bella giacca, un bel colore.

 

Io chiusi gli occhi imprecando mentalmente. Sperai solo che Malfoy non se ne venisse fuori con qualche frase ambigua sulla sua giacca ed io che l’avevo scelta.

 

Scorpius Malfoy.” Disse semplicemente, stringendo la mano di Jack. Il che fu molto peggio di un miliardo di frasi ambigue.

 

Il sorriso di Jack scomparve lentamente e cominciò a fissare Malfoy scrutandolo per bene. Si voltò verso di me, come per chiedermi se aveva capito bene. Come per chiedermi se stesse realmente stringendo la mano al ragazzo che anni prima mi aveva spezzato il cuore.

 

“Oh, Rose non mi aveva detto che…” ritirò la mano schiarendosi la gola. “Rose, non mi avevi detto che stessi lavorando per Scorpius Malfoy.”

 

Malfoy sembrò un attimo confuso, ma non si scompose. “Il mio nome mi precede?” Chiese.

 

Jack fece del suo meglio per non sembrare scortese, ma ero sicura che se avesse potuto avrebbe preso a pugni Malfoy. “A quanto sembra.”

 

“Già.” Feci io ridacchiando. “Adesso è tardi, Jack, perché non andiamo a casa?”

 

Malfoy mi ignorò. “Non sapevo di essere tanto popolare nel Ministero.”

 

Jack si scurì. “Forse al Ministero no, ma sono sicuro che ad Hogwarts in parecchi abbiano sentito parlare di te.”

 

La confusione di Malfoy svanì in un attimo, non appena fece due più due, e si voltò a guardarmi capendo che avevo raccontato tutto a Jack. “Capisco.” Disse lentamente. “E’ una fortuna che il passato sia passato, allora.”

 

“Indubbiamente.” Fece Jack prendendomi per mano. “Vieni Rose, andiamo a casa.”

 

Jack superò Malfoy senza neanche salutare ed io lo seguii trascinata da lui.

 

Weasley?” Mi voltai verso Malfoy, Jack si fermò con me. “Bel vestito.

 

“Grazie.” Mormorai imbarazzata prima di voltarmi di nuovo e uscire di corsa dalla Sala cercando di stare dietro a Jack. Sapevo che era arrabbiato e sapevo anche che era deluso da me. Si aspettava, come era giusto che fosse, che gli avrei detto per chi stavo lavorando dato che l’uomo per cui lavoravo era Malfoy.

 

“Jack.” Provai a dire.

 

“Se solo ti sfiora con un dito, lo ammazzo. Disse.

 

Io sospirai alzano gli occhi al cielo. “Adesso non fare il tragico. E’ solo lavoro. E ho cercato di farmi licenziare ma Jordan…”

 

Jack si voltò allibito verso di me. “Hai cercato di farti licenziare?” disse. “Ma sei impazzita! Tu adori il tuo lavoro!”

 

“Io adoravo il mio vecchio lavoro.” Dissi con una smorfia. “Ma non è così male adesso. Io e Malfoy praticamente non ci vediamo mai.” Mentii.

 

Jack sospirò guardandosi un po’ attorno. Mi prese per le spalle, accarezzandomi lentamente. “Rose, non è che io non mi fidi te, è solo…”

 

“Lo so.” Dissi io guardandolo negli occhi. “Jack, avevo diciotto anni.”

 

Mi fissò ancora per un po’, poi si aprì in un debole sorriso. “Sono paranoico, non è vero?”

 

Io sorrisi e scrollai le spalle. “Sei solo geloso. E mi piace.”

 

Jack mi circondò con il suo braccio e sembrò un po’ più rincuorato. “Allora, che ne dici, vuoi tornare a casa con me?”

 

Io scoppiai a ridere. “E con chi altri dovrei tornare?”

 

 

**

 

 

Fortunatamente il giorno dopo la serata di gala era sabato, ed io non lavoravo il sabato. Il che significava non dover vedere la brutta faccia di Malfoy per due interi giorni. Era il paradiso. Purtroppo Jack aveva gli allenamenti il sabato mattina ed io ne avevo approfittato per pranzare con Al, dato che era un po’ che non passavamo del tempo insieme.

 

Gli raccontai tutto quello che era successo la sera precedente, per filo e per segno. Come previsto Al scoppiò a ridere e per poco non si strozzò con il suo frullato.

 

Che idiota!” Commentò ridendo a voce alta. “Passano gli anni ma rimane sempre un idiota!”

 

Shhh!” Gli feci cenno di abbassare la voce, le persone che ci passavano accanto ci lanciavano occhiate curiose. Piegai la testa da una parte. “Ammettilo Al, tu ci provi quasi gusto a vedermi lavorare per lui, non è vero?”

 

“Oh scusami, Rose.” Fece posando il suo frullato sul tavolo. “Ma è davvero il re degli idioti ed io mi diverto un mondo a vederlo all’opera. E’ stato fortunato che Jack non gli abbia piantato un pugno sul naso in seduta stante, e lui si mette pure a farti i complimenti per il vestito? E’ un idiota.”

 

Io sospirai ma non dissi niente. Non mi piaceva tutta quella situazione, ma io e Malfoy che ci punzecchiavamo, Vanessa che cercava di disperdere consigli e Al che non voleva altro che Malfoy sprofondasse in una buca profonda, mi sembrò tutto così familiare che sembrava di essere tornata a casa dopo un lungo viaggio.

 

E lo sai che non mi è mai piaciuto.” Disse Al.

 

Io scrollai le spalle appoggiandomi sui gomiti. “Sì, è vero. Ma non ti piace nemmeno Jack.”

 

Al sospirò e fece una smorfia. Giocherellò un po’ con la cannuccia. “Non è che proprio non mi piace, è solo che… Rose, stai per sposarti, non credo che tu voglia sapere davvero quello che penso. Ormai non è più importante.”

 

Ma certo che è importante!” Feci io allibita. “Al, sei il mio migliore amico!”

 

Al sbuffò e sviò lo sguardo da me. “Non penso che sia l’uomo adatto a te.”

 

Oh. Beh, questo sì che mi coglieva di sorpresa. Al non era mai stato un grande fan di Jack e quando avevo annunciato che ci saremmo sposati non l’aveva presa affatto bene, ma non credevo che il motivo fosse questo.

 

Perché non me l’hai mai detto prima?” Chiesi io perplessa. “Sono anni che io e Jack usciamo insieme, ormai.”

 

Lui scosse la testa. “Chi sono io per dirti con chi puoi o non puoi stare? Tu sei felice con Jack ed è tutto quello che conta. Io mi morsi un labbro. “E poi chi lo sa, magari mi sbaglio della grossa. Magari sarete la coppia più felice sulla faccia della terra ed avrete milioni di bambini. Anzi, scommetto che sarai la prima ad avere dei bambini.

 

Io cercai di reprimere una risata. “Ne dubito.”

 

Al scosse la testa sospirando. “Mi dispiace dirlo, ma un po’ mi mancano i tempi in cui insultavamo Malfoy a scuola, sai? Mi manca stare ad Hogwarts con te e Vanessa, mi manca fare a pallate di neve nel parco, mi manca giocare a Quidditch…”

 

Io alzai un sopracciglio. “Se devo essere sincera, a me non manca proprio niente.

 

“Sì, adesso sei totalmente felice con la tua vita. Fece Al sarcastico. “Lo sappiamo. Ce l’hai fatto presente una ventina di volte a settimana negli ultimi sei anni.”

 

Io lo guardai male ma poi scoppiai a ridere. “Non è che Hogwarts non mi manchi, a volte. Dissi ripensando ai vecchi tempi. “E’ solo che mi piace essere indipendente, avere il mio lavoro, costruirmi un futuro.

 

“E hai tutto il tempo di farlo, non devi per forza correre all’altare come se stessi partecipando ad una gara ad ostacoli. Fece Al.

 

“Non sono io che accelero le cose, Al.” Dissi alzando le sopracciglia. “Sei tu che sei lento.”

 

Al incrociò le braccia, quasi offeso. “La calma è la virtù dei forti.”

 

“Già.” Feci io con un sorriso fastidioso. “Ma chi dorme non piglia pesci.”

 

Al sospirò ed alzò gli occhi al cielo. “Adesso capisco perché abbiamo smesso di uscire insieme, io e te.

 

Io scoppiai a ridere e gli posai una mano sulla spalla, amichevolmente. “Non te la prendere. Lo sai che sei sempre il mio cugino preferito!”

 

Al diede un altro sorso al suo frullato. “Comincio a chiedermi se sia un bene o un male…”

 

 

**

 

Ecco qua!

Bene, sono molto contenta che lo scorso capitolo vi sia piaciuto. Devo dire che ero molto insicura se inserire o meno una gravidanza anche in questa storia, dato che praticamente le mie storie ne sono piene… ma questa volta volevo affrontarla in maniera diversa, in maniera più materiale e vedremo come andrà avanti.

Anyway, io sono sempre stata una persona molto legata ai ricordi… e a quanto sembra anche Rose e Scorpius. Dopo tutto, a chi i ricordi non fanno riaffiorare anche determinati sentimenti?

 

Grazie a tutti per le recensioni, le letture, i commenti e quant’altro. Vi adoro.

Ci vediamo al prossimo capitolo Naturally

Kisses, Zia funkia

 

 

 

 

 

   
 
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