Buongiorno a tutti! Anzi, buona domenica uu ok, è da un pò di tempo che non mi faccio vedere, ne sono consapevole, ma purtroppo a causa di cose esterne non ho più internet .-. sono relegata in casa di nonna con la compagnia dell'iphone, Twitter, dei miei amati libri, del mio straordinario pc e della mia magica e straordinaria pennina ùù Quindi fate l'equazione vincente noia + pc - internet =... Solitario a go go? Nah. PAGINA DI WORD PRONTA A SUBIRE LE IRE DELL'ISPIRAZIONE *W*
Ok, magari non ho scritto tanto, ma qualcosina sì... Qualcosa di pazzo, di contorto... DI ROSSO.
Ebbene sì, il capitolo è ROSSO SANGUE, RATING ROSSO! RIPETO, R O S S O!!
Lo so, è tragico, ma che volete farci. Spero che vi piaccia, quindi mi rimetto ai vostri pareri :D Ma ora... RECENSIONI!
SweetJuly: eeeh vestitino rosso fuoco e cabina armadio! Ma ora? Che tocca alla nostra protagonista? Cederà come avresti ceduto tu oppure continuerà a battersi contro il nostro caro Edward dalle "mani abili"? uu Ti voglio bene girl, grazie di seguirmi e di sostenere ogni mia follia <3
FredCullen: uahahah e chi non vorrebbe stare tra le braccia di Eddie al posto di Melanie? Nessuna ùù ma diciamocelo, la ragazza è resistente... Fino ad ora forse uu Esme è sull'orlo di una crisi di nervi, loro due in uno chalet, una cabina armadio, una bella camera da letto, una vasca idromassaggio... Chissà che accadrà! Scusa per la risposta scema e poco prolungata, ma l'influenza mi sta tempestando il cervello, quindi non mi dilungo prima di scrivere sciocchezze ;) Resisterà per poco? Vedremo!! Spero che ti piaccia il capitolo, e grazie grazie grazie sempre di tutto <3
Bene, vi lascio al capitolo... Folle, fuori di testa, ma abbiate pazienza, non so ancora come fare miracoli!
Bacioni <3
Jealousy
isn't
the girl's
best
friend.
Rimango
a guardare il soffitto, sdraiata sul letto con le braccia e le
gambe aperte; stasera ci dovrebbe essere il ballo di fine anno nella
mia
scuola, e mi immagino tutte le mie compagne, nevrotiche e impazzite,
che si
scambiano consigli sul trucco, sull'acconciatura, sulle scarpe da
indossare,
sul come finire bene la serata... Poi i pettegolezzi su chi
andrà al ballo con
chi, su chi rimarrà a casa da sola a guardare la tv e a
mangiare gelato, su chi
porterà da bere... Magari anche su chi è
scomparso, come me.
Sbatto
le palpebre e provo ad immaginare cosa possa essere stato detto
sulla mia scomparsa: magari qualcuno avrà azzeccato nel
pensare che sono stata
uccisa. Qualcun altro magari avrà pensato che sono stata
rapita, ma le
malelingue sicuramente avranno pensato che abbia abbandonato tutto e
sia
scappata di casa; già ce la vedo quella cornacchia della
Richardson andare a
dire a tutti che sono rimasta incinta di un ragazzo e che sono fuggita
per
andare a fare la cameriera. Digrigno i denti solo al pensiero; brutta
puttana!
Ne sarebbe capace.
Mi
alzo con il busto mantenendo un espressione corrucciata; sì,
proprio ce la vedo ad andare in giro per la scuola con i suoi capelli
rossi
tinti e il suo rossetto color rosso semaforo a farmi a pezzi. Mi ha
sempre
presa in giro senza nemmeno conoscermi, e solo poche volte ho avuto la
faccia
tosta di rispondergli, perché per il resto non mi
importava... Non volevo che
la mia vita fosse condizionata da insinuazioni maligne e prese in giro.
Ed ora
non me ne dovrò più preoccupare... Sospiro e mi
alzo dal letto dirigendomi
verso il bagno, ma la sua presenza mi ferma. < Che ci fai alla
mia porta,
rosso?>chiedo con tono pacato, e quando mi giro lo trovo
appoggiato alla
porta, con indosso un golfo bianco, dei pantaloni scuri e i capelli
rossicci
tutti in disordine. Stampato sul suo viso c'è un sorriso, il
suo caratteristico
sorriso sornione e malizioso allo stesso tempo.
<
Ho incontrato Esme mentre tornavo dalla caccia. Doveva andare a
comprare delle ultime cose per il giardino, e mi ha pregato di tenerti
d'occhio...>dice sincero, ed io alzo un sopracciglio.
<
A dire il vero Esme ha detto a ME di tenerti d'occhio. Ma ora che
ti ho visto puoi anche andartene.>dico con tono neutro, ma
quando faccio un passo
verso la porta del bagno me lo ritrovo davanti, con le braccia
incrociate.
<
Che vuoi fare?>chiede con finta dolcezza, ed io serro la
mascella.
<
Lo sai che voglio fare, non fare il rompipalle.>sibilo a mezza
voce, e lui fa un sorrisetto.
<
No, non lo so.>inspiro profondamente, sentendo addosso a lui
dei profumi che si mischiano al suo...
<
Voglio provare quella vasca idromassaggio. E ora, per favore,
fila via dalla mia camera.>faccio per passargli accanto, ma lui
si mette in
mezzo.
<
Magari possiamo provarla insieme...>dice con tono sensuale,
per poi abbassare le sue labbra all'altezza del mio orecchio sinistro.
<
Potremmo riprendere ciò che abbiamo iniziato
ieri...>sussurra malizioso, per
poi prendere tra le proprie labbra il lobo dell'orecchio. Una scossa di
piacere
mi pervade il corpo, facendomi tremare impercettibilmente anche le
labbra. Lui
sorride sghembo, soddisfatto della mia reazione, e sta per far passare
il
braccio attorno al mio fianco...
Ma
prima che possa farlo gli afferro il braccio con una mano, con
l'altra gli prendo il collo e senza alcuna fatica lo sbatto con
velocità al
muro, tenendogli ben stretto il collo tra le dita della mia mano. Lui
mi fissa,
mentre io lo guardo con odio tenendolo ben attaccato al muro.
<
Non osare mai più toccarmi, brutto schifoso.>sibilo
furiosa,
mentre lui fa un sorrisetto.
<
Complimenti bambolina, bella presa. Ma comunque mi sembra che
ieri non ti dispiacesse essere toccata, e nemmeno poco
fa...>sussurra roco,
per poi osservarmi mentre stringo le labbra. Quando stringo ancora di
più la
presa sul suo collo gli strappo un mugolio, e io mi avvicino con la
bocca al
suo orecchio.
<
Prima, quand'ero umana, potevo anche essere ammaliata da te, ma
ora sono una tua pari, se non superiore.>sussurro veloce e dura,
per poi
sfiorare la sua pelle con le mie labbra. < Potrei ucciderti
quando voglio,
lo so bene che sono più forte di te... Ma non lo
faccio.>continuo a
sussurrare, stavolta però con una punta di malizia. <
E non ti azzardare mai
più a comportarti così con me. Non sono come una
di quelle puttane che ti sei
fatto ieri notte. Ne sento ancora l'odore.>sibilo stringendo
ancora di più
la presa sulla sua gola, e quando non si trattiene più e si
lascia scappare un
ringhio strozzato lo lascio andare. Mi fissa arrabbiato e duro, ed io
lo guardo
riluttanza. < Stai distante da me, o fai una brutta fine.>
Rimaniamo
entrambi in silenzio a fissarci; ciò che è
successo ieri mi
ha fatto pensare per tutta la notte, e quando è tornato con
l'odore di quella
puttana che si sarà fatto... Beh, forse potrebbe essere
chiamata gelosia, ma
non me ne frega nulla. Non potrei stare sempre con Esme o con gli altri
per
evitare di stare sola con lui, sarebbe da vigliacchi... Ed ecco che
l'ho
affrontato.
<
Bene.>dico con tono autoritario, per poi andare al bagno,
chiudermi dentro e andare ad aprire l'acqua, mentre lui rimane immobile
attaccato al muro. Ma non me ne frega assolutamente nulla;
può starci anche
tutta la vita, ma io non cambio idea.
Non
sarò la sua puttanella.
Rimango
immobile appoggiato al muro, sentendo i suoi pensieri e i
rumori che fa mentre riempie la vasca, si spoglia, ci si immerge...
Sono
rimasto spiazzato dalla sua reazione; forse non era proprio
imprevedibile, ma
sono rimasto comunque spiazzato. Potrebbe uccidermi, sì, ma
perché dovrebbe
farlo ora? Non l'ha fatto prima, quando l'ho allontanata da tutto
ciò a cui
teneva, e vuole farlo ora? Potrebbe essere chiamata gelosia.
Se questa
non è gelosia, allora cosa dovrebbe essere?
Sei
gelosa di me...
Ecco il punto. Hai sentito l'odore della mia
vittima, ed hai pensato che ci abbia fatto sesso... Ma come potrei
farlo dopo
aver intravisto la perfezione? Come può un uomo amare una
semplice donna dopo
aver conosciuto l'amore di un angelo? è impossibile. Ed io
come potrei riuscire
a trovare più che decente un umana, dopo aver visto la mia
creatura, orgogliosa
e sensuale, contorcersi dal piacere tra le mie braccia?
Ripeto,
impossibile.
Stringo
i pugni e entro nel bagno, sbattendo la porta dietro di me, e
la vedo; i capelli tirati in alto con la pinza di ieri sera, il collo
pallido e
marchiato da me in bella vista, il seno immerso nell'acqua e coperto
dalla
schiuma... E lo sguardo assassino, puntato su di me.
<
Cosa ti avevo detto rosso?>dice seria con un pizzico di furia
la dea immersa nell'acqua, ed io mi avvicino lentamente, abbassandomi
accanto
al bordo della vasca, guardandola nel modo più serio che
riesco a fare. lei mi
segue con lo sguardo.
<
Ieri notte non sono stato con nessuna, umana o non, che non fossi
tu.>gli dico serio, e lei stringe le labbra in un modo
particolare. Poi mi
guarda scettica.
<
Punto uno, non me ne frega nulla. Punto due, non potrei crederti.
Ora esci.>dice riprendendo a passarsi la spugna sul collo; io
deglutisco il
veleno e tento di non guardare i suoi movimenti. Potrei saltarle
addosso senza
pensieri.
<
Sei gelosa. Non mentire.>lei si blocca, per poi abbassare lo
sguardo.
<
Perché dovrei esserlo? Non mi rappresenti nient'altro che la
morte in persona.>sussurra, per poi alzare lo sguardo e fissarmi
con
disprezzo, ma poco convincente. < Vattene ora.>e con un
movimento veloce
alza il braccio e mi indica la porta, facendo spostare un po' della
schiuma che
la copriva...
Sospiro
rumorosamente. L'ha voluto lei. <
No.>dico con
voce roca, trattenendomi per ancora qualche momento di saltarle
addosso, e lei
mi fissa con uno sguardo tagliente.
<
Che cos...>le prendo il viso con le mani e la trascino a me
per baciarla prima che possa dire altro. Per un primo momento rimane
immobile,
poi si riprende, tentando di ribellarsi, ma con tutta la mia forza
tento di
trattenerla. Non intendo mollare ora, devo averla.
Le accarezzo la curva
del collo con dolcezza, la spalla...
E
lei sorprendentemente ricambia. Con foga, con la lingua, mordendomi
il labbro. Passa le sue mani bagnate tra i miei capelli, e quando la
alzo
dall'acqua per stringerla a me apro gli occhi, osservando il
paradiso.
Rimango
ad ammirare il corpo bagnato della mia creatura, perfetto in
ogni piccolo dettaglio; il pallore tanto simile al mio, le curve
armoniose...
sento che mi osserva, e quando le sfioro il ventre tiepido
rabbrividisce di
piacere; magari si ricorda ancora del tocco di ieri.
Mi
siedo sul bordo della vasca, e con un movimento fluido la faccio
sedere sulle mie gambe, continuando ad ammirarla come la più
bella delle dee.
Ora potrei anche riuscire a comprendere la devozione di Emmett per
Rosalie...
Noto
le gocce d'acqua che scendono lungo il suo collo, sul suo seno,
sul suo ventre e ancora più giù, e quando sta per
dire qualcosa col la lingua
catturo la lacrima d'acqua che stava scendendo sulla spalla; lei
sospira
deliziata.
Con
la bocca scendo ancora di più e con le labbra catturo
l'altra
goccia d'acqua, che stavolta scendeva sul suo seno prosperoso, e con la
lingua
seguo il tragitto inverso mentre con la mano accarezzo l'altro, dando
attenzione soprattutto alla aureola più scura posta al
centro che si
inturgidisce via via sempre di più. Assaporo il sapore della
sua pelle, e
quando prendo a baciarle il capezzolo la sento farsi scappare un gemito
di
piacere. La stringo di più a me e continuo, quasi come se
fossi un bambino in
astinenza da latte materno, e per la seconda volta la sento inarcarsi
tra le
mie braccia, quasi richiedendo di più, e stringere tra le
sue dita i miei
capelli. La perfezione sotto ogni aspetto.
Mi
stacco soddisfatto e sto per andare sull'altro, quando mi prende il
viso e mi guarda negli occhi; i suoi sono neri, come la pece,
lussuriosi e
selvaggi; come tante volte li ho immaginati... Rimango a guardarla,
mentre le
sue labbra e i suoi canini sfiorano le mie, facendomi girare la testa.
<
Non voglio essere la tua puttanella...>mormora sfiorandomi il
mento con le punte delle dita, ed io abbasso le labbra per baciargliele
una ad
una.
<
Non lo sarai... Non potresti mai esserlo...>sussurro
dolcemente, e lei curva le sue labbra in un... Sorriso. In uno
splendido e
seducente sorriso, che ancora non ero riuscita ad ammirare sulle sue
belle
labbra carnose; le sue labbra, fatte per essere baciate, per essere
morse...
Sorrido di rimando al suo fantastico sorriso, e lei passa la sua lingua
prima
sulle mie labbra, e poi con più attenzione la passa sui miei
canini, facendomi
eccitare a dismisura. C'è ancora sapore di
sangue... pensa quasi
famelica, e quando smette riprende a baciarmi con foga; con le gambe mi
cinge i
fianchi, mettendo a stretto contatto la sua intimità con la
mia fin troppo
eccitata e coperta solo da due sottili strati di tessuto, che possono
benissimo
essere strappati.
Ricambio
con foga, accarezzandogli con le mani la schiena nuda e
ancora un po' bagnata, e mentre passo lentamente le dita nella linea
della
spina dorsale le sue mani scende dai miei capelli al mio collo, fino al
cavallo
dei miei pantaloni. Oh, mi sembri felice di questi baci. Pensa
leggermente divertita, e quando fa più pressione ringhio di
piacere; lei
sorride divertita sulle mie labbra, continuando a fare pressione tra i
pantaloni. Ringhio ancora più forte e prima di non resistere
le prendo la mano
e la tolgo da lì, per poi iniziare a toccarla con tocco
leggero nella sua
intimità.
La
sento gemere nei pensieri, sulle mie labbra, e quando non ce la fa
più stacca le sue labbra e affonda il viso nell'incavo del
mio collo
continuando a gemere di piacere, ed io riprendo a baciarle la pelle del
seno
sempre continuando a darle piacere con le mani. Far scorrere le dita
sulla sua
pelle è straordinario, unico; un lusso a me concesso, anche
se dopo troppo,
troppo tempo.
Fin
dall'inizio avrei voluto sfiorare con mano la pelle della mia
creatura, la mia bambolina... La mia Melanie. Ma
non potevo, lei non
voleva, e anche se era attratta da me continuava a fare la dura. Mi odia,
lo sento, ma dopotutto sono un unico punto fermo ora. Io
l'ho
trasformata, ma io sono l'unica sua ancora che la
mantiene alla realtà.
Mio
padre? I miei familiari? Bazzecole. Non saranno mai qualcosa di
centrale quanto me nella sua eternità da vampira. Sorrido al
pensiero e mi
perdo nel profumo della sua pelle, ascoltando i suoi ansiti e godendo
della
sensazione della sua pelle sulle mie dita, delle sue labbra sul mio
collo... E quando
introduco un dito dentro di lei la sento ringhiare di piacere, le sue
dita
conficcate con una mano nella spalla e con l'altra nella coscia.
Ringhio di
piacere anche io, e quando alzo nuovamente il viso per baciarla trovo
le sue
labbra che mi assalgono. E ricomincia quella particolare danza di
passione,
labbra e denti, che mi toglierebbe il fiato, se solo lo avessi ancora.
Non
avevo mai incontrato nessuna così; lei è fuoco
puro. Pura
passione, puro odio, esprime sensualità in ogni suo gesto,
ed è mia.
Stacco
le labbra e sto per baciarle la spalla, quando il telefono
della casa inizia a suonare. La sento immobilizzarsi, per poi alzare la
testa e
guardare la porta con sguardo vacuo. La guardo tentando di non far
trapelare la
paura. No, no, no; non puoi smettere ora, sul
più bello.
Riprendo
a baciarle il collo con foga e muovo le dita dentro di lei, e
lei, anche se a stento e stringendo forte le mani tra i miei capelli,
trattiene
i gemiti. Vai a rispondere Edward, pensa tentando
di rimanere lucida.
<
No...>sussurro sulla sua pelle continuando a darle piacere con
le dita; sussulta quando vado in profondità e subito mi
prende la mano e la
allontana da se, guardandomi negli occhi.
<
Vai.>mormora roca, con uno sguardo indecifrabile. Respiro a
pieni polmoni il suo profumo; se me ne vado ora, non so se ti
avrò più per me.
Appoggio la mia fronte sulla sua, annuendo lentamente: tutte le
convinzioni di
prima cedono lentamente all'idea che questo possa essere stato solo un
momento,
e che stia per finire.
Ma
lei sfiora il mio naso con il suo, in un modo stranamente dolce,
per poi alzarsi e sedersi sul ciglio della vasca. Nuda, con i capelli
ancora
tenuti dalla pinza, vulnerabile. Sento il mio membro ribellarsi ancora
di più
nei boxer alla vista e al brusco distacco dal suo corpo, ma quando
provo a
sfiorarle una spalla si allontana. < Vai.>ripete con tono
spento.
Quel
tono pieno di lussuria, quel fuoco selvaggio che la animava...
Puf, sparito. Trattengo un ringhio e mi alzo andando furioso verso il
piano
inferiore dove c'è il telefono, promettendo morte a chiunque
sia il chiamante.
Ha
interrotto la meravigliosa trance della mia creatura, e con mio
rammarico non posso non pensare che poteva essere l'unico modo per
averla per
me.
Rimango
immobile per qualche istante, ad ascoltare la telefonata; è
Carlisle. Era preoccupato perché nessuno rispondeva. Lui
ribatte roco, ancora
troppo preso dalla sua eccitazione,
che
non siamo mica bambini indifesi. Iniziano a discutere, ma a me non
importa. C'è
un unico pensiero che fa da protagonista nella mia mente;
“stavo per fare sesso
con lui”. Mi mordo le labbra e cerco di non pensarci,
frustrata del fatto che
non posso più nemmeno pensare.
Mi
asciugo il corpo ancora un po' umido e vado veloce a vestirmi,
sciogliendo i capelli e mettendomi dei jeans e una felpa molto larga
sportiva. Stavi
per farci sesso; stavi per cedere e farci sesso. Dice una
vocina nella mia
testa.
Ed
eri dannatamente eccitata; sia per quello che ti ha fatto provare,
sia perché non ha toccato nessun altra oltre te da quando ti
ha conosciuta. Continua
la
dannata, facendomi stringere i pugni e sedermi sul letto.
Sì,
ero gelosa. Ero stata dannatamente gelosa, e in quel momento ero
più confusa che mai; non solo ero stata toccata per la prima
volta in posti mai
esposti ad ogni altro essere maschile, ma ero stata esplorata, baciata,
morsa e
violata da lui. LUI, che fino a un momento prima volevo uccidere, che
odiavo
con tutte le mie forze... Sì, lui era stato il primo a farmi
provare certe
emozioni, a entrare dentro di me anche se di poco, e il problema
più grande non
era che volevo sotterrarmi, no.
Volevo
andare giù, togliermi tutti i vestiti e chiederne ancora.
Ancora e ancora, come se non potessi mai essere sazia delle sue
attenzioni.
Non
sapevo che fare, che dirgli, che PENSARE. Una parte di me avrebbe
voluto scappare da quella casa e farla scoppiare con lui dentro, mentre
l'altra, quella che fin dall'inizio era sempre rimasta in disparte, lo
voleva.
Eccome se lo voleva.
La
gelosia non è la migliore amica di una ragazza; anzi,
è la peggior
nemica che si possa avere. Fa brutti scherzi, e ti fa fare cose
inaspettate.
La
mia mente era confusa, ma il mio corpo sapeva ciò che
voleva. Il
cuore non si era ancora espresso, ed avrebbe tardato a farlo. Non
sapevo come
reagire a tutto ciò.
Se
solo avessi potuto vedere il futuro...
Mi
alzo e vado nella terrazza, ad ammirare il paesaggio notturno che
si staglia davanti ai miei occhi; il cielo finalmente è un
po' libero, e la
luna piena illumina candidamente la notte scura. Sospiro e chiudo gli
occhi,
godendomi il venticello che arriva sul mio viso. Che ho fatto?
Perché? Cosa
faccio ora? Tutte domande inutili, alle quali ora come ora non posso
rispondere. Non so che rispondere.
Mi
godo il vento tra i capelli, la stessa sensazione di quando corro
veloce tra i boschi per cacciare.
A
proposito, domani devo andarci per forza...
I
miei pensieri vengono interrotti dalla cornetta del telefono che
torna al suo posto e dal suo sospiro. Rimango con gli occhi chiusi ad
ascoltare
i suoi passi che salgono le scale, che attraversano la mia camera, che
si
fermano proprio vicino alla porta finestra. Apro gli occhi e mi giro,
guardando
il diavolo tentatore illuminato dalla luna in tutto il suo splendore.
Mi fissa
attento, poggiando la tempia sulla parete.
<
E ora?>chiede sincero, senza malizia ne altro, ed io ingoio
veleno. già, e ora?