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Autore: RobynODriscoll    04/10/2010    2 recensioni
Pochi anni dopo la conclusione di Orgoglio e Pregiudizio, incredibilmente Kitty Bennet è rimasta l'unica sorella nubile in famiglia...per evitare le crisi di nervi della madre, che l'ha già eletta suo sostegno per la vecchiaia, decide di fuggire a Pemberley presso la sorella Elizabeth...anche se questo significa affrontare questioni irrisolte, che coinvolgono Georgiana Darcy e l'affascinante reverendo Westfall.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario di Georgiana Darcy
16 Settembre, 18…

Temo di avere offeso Kitty in qualche modo, ma non capisco come.
Nei dieci mesi che abbiamo trascorso lontane, lo riconosco, ho trascurato la nostra corrispondenza. Mio fratello insisteva perché, durante la Stagione, io soggiornassi a Londra, sotto la tutela di Mrs. Annesley. Devo però ammettere che, delle cinque lettere che ho spedito, solo le prime tre hanno ottenuto una risposta, e delle più fredde e scostanti. Ora evita la mia compagnia, e se la invito a passeggiare noi due sole lamenta un’eccessiva stanchezza per il viaggio dell’altro giorno, o adduce come scusa le nuvole nere all’orizzonte.
Se ho perduto la sua amicizia per qualche motivo che non comprendo, ne sono profondamente dispiaciuta. Dovrò pensare ad un modo per riparare a qualsivoglia torto abbia compiuto nei suoi riguardi. 
Fin dal giorno in cui i nostri fratelli si sono sposati ho sentito per lei un’immediata simpatia, ma la mia timidezza mi impediva di avvicinarla. Ammiravo in Kitty ciò che ho subito ammirato in Elizabeth: lo sguardo vivace e orgoglioso, l’inclinazione al sorriso e la prontezza nel parlare. Il fatto che fossimo coetanee mi ha spinto ancora di più verso di lei. Prima del mio debutto, non avevo avuto molte occasioni di trascorrere del tempo con altre fanciulle della mia età: Fitzwilliam ha sempre trovato che i nostri vicini non fossero una frequentazione adeguata per me. Quando Elizabeth è riuscita a convincerlo che chiacchierare con le figlie degli Higgins e dei Burstow avrebbe alleviato la mia solitudine senza arrecare danno all’educazione, ero ormai diventata irrimediabilmente timida. Essere restia nel parlare mi ha fatto spesso giudicare come una fanciulla insignificante. 
Kitty Bennet ha, per certi versi, cambiato il mio modo di vedere il mondo e me stessa. Elizabeth l’ha chiamata da noi perché voleva sottrarla, se ho ben compreso, da alcune influenze negative nell’Hertfordshire. Mi piaceva il suo atteggiamento schietto, anche se Fitzwilliam lo definisce spesso “chiassoso”. Fin dal suo primo ingresso a Pemberley, con uno dei suoi cappellini debordanti di fiocchi a torreggiarle sul capo e i riccioli scuri che le ombreggiavano vezzosamente la fronte, capii subito che Kitty possedeva tutta la sicurezza che a me mancava.
I miei approcci furono così goffi, all’inizio, che deve senz’altro avermi considerata una bambina. Con lei non mi riusciva di essere spontanea, come invece ero stata fin da subito con Elizabeth. Ci tenevo troppo a fare una buona impressione.
Forse le mie proposte di suonare il piano insieme la offesero, perché, scoprii più tardi, la musica non la interessava granché. Io, d’altro canto, non sono mai stata una conversatrice divertente, né ho mai imparato a giocare a carte. Vivevamo sotto lo stesso tetto scambiandoci molte cortesie e nessuna confidenza: poi, venne l’episodio dei quadri. 
Fu durante la gravidanza di Elizabeth. Ce ne fu dato l’annuncio durante una cena informale, in cui fin dall’inizio avevo notato in mio fratello una certa aria distratta e sorridente che mal si confaceva al suo solito carattere. Allora, dopo le congratulazioni, gli abbracci, le esclamazioni di gioia, Kitty ed io ci scambiammo uno sguardo. “A quanto pare diventeremo zie!” disse lei, stringendomi la mano.
Niente mette in una famiglia più buon umore dell’arrivo di una nuova vita; la serata trascorse nella maniera più piacevole possibile, con lunghi discorsi infarciti di fantasticherie e aspettative riguardo il primogenito dei signori Darcy. Infine, quando fu il momento di coricarmi, mi resi conto che ancora non potevo dormire. Nonostante avessi letto le mie solite venti pagine delle “Prediche” di Fordyce, la stanchezza non veniva a chiudermi gli occhi, forse per l’emozione della notizia che avevo appena ricevuto, e le immancabili fantasie che avevo iniziato a formulare sul nipote che ancora non avevo visto e già amavo perdutamente. Presi la candela e uscii dalla stanza, con l’intenzione di chiedere a Mrs. Reynolds di prepararmi, se non la incomodava troppo, una tisana per aiutarmi a dormire.
Fu con mia grande sorpresa che nei corridoi trovai Kitty, in tenuta da notte, con la treccia sfatta e la vestaglia malamente allacciata. 
“Cosa facevi qui al buio?” domandai, stupita. Lei si strinse nelle spalle. 
“Ho spento la candela, e non so dove sono i fiammiferi.” Poi, mi indicò con un cenno del mento gli altri quadri che ornavano le pareti. “Sono meno inquietanti, al buio.”
Per quanto possibile, cercai di rischiarare i ritratti cupi degli antenati dei Darcy. Mi avevano sempre instillato un certo timore, ma pare che i nostri genitori, soprattutto nostra madre, ci tenessero molto. 
Iniziai a spiegare a Kitty chi fossero quegli uomini e donne dipinti in colori freddi e con espressioni di una serietà estrema, con i loro ornamenti nobiliari issati come stendardi in guerra. Ad un certo punto, Kitty alzò un sopracciglio e affermò: “Posso dirti di cosa sono morti, uno per uno.”
“E’ un discorso troppo macabro per quest’ora tarda.” “Avanti, è solo un gioco! Non mi dirai che Miss Darcy teme i fantasmi!”
Non potevo dirglielo, e così lo strambo gioco iniziò. Di certo una tale attività notturna non sarebbe stata approvata da mio fratello, e nemmeno dai miei austeri antenati. Tuttavia, vederli sotto quella luce li rendeva in qualche modo meno tremendi.
“Gotta.”
“Vaiolo.”
“Noia.”
“Con quell’aria svenevole? Sicuramente si è impiccata per amore.”
“Oh, mio Dio! Questo deve essere stato soffocato dal proprio gozzo.”
Infine, di fronte al ritratto di un D’Arcy di Normandia particolarmente affascinante, esclamò sicura: “Mal francese.”
Arrossii, e insieme soffocai una risata. “Kitty, che dici!”
“Un così bell’uomo, non può essere morto d’altro!”
A quel punto fu impossibile per entrambe trattenere le risate: ridemmo tanto, che nonostante i nostri tentativi di non farci sentire, udimmo una voce autoritaria in fondo al corridoio:
“Se non tornate subito nelle vostre stanze, signore, sarò costretto a impedirvi di uscire da questa casa per due settimane.”
La minaccia di mio fratello non era molto seria, tanto era impastata di sonno e della pace universale del futuro padre; tuttavia, ci affrettammo a fare ciò che diceva. Da quel giorno, Kitty ed io divenimmo compagne inseparabili…fino ad oggi.
Ma io rivango questi ricordi come se la nostra amicizia fosse qualcosa di trascorso e lontano. Non desidero che sia così: dunque, è necessario che le parli, per chiarire l’ombra del malinteso che è scesa su di noi. Domani l’affronterò.
Mentre penso questo, provo il brivido ormai consueto che la parola “domani” porta con sé da un paio di mesi a questa parte. Forse, domani, Mrs. Reynolds mi porterà la lettera che sto aspettando. Non sono certa che Fitzwilliam approverà, e tuttavia lo spero, dal profondo del cuore.

 

Note di Runa

Ecco, Georgiana ha tutta un'altra idea sul rapporto con Kitty. Se avevano costruito una bella amicizia, come lei sostiene...cosa può averla rovinata? Il mistero sarà svelato nel prossimo capitolo :)

Ringraziamenti

Herm90: Grazie mille dei complimenti XD Mi hai scoperta, l'ho postata proprio là. Ma su EFP effettivamente è tutta un'altra cosa, la possibilità di interagire è impagabile! Il tuo racconto di cosa parlava? Lo trovo su EFP? Mi piacerebbe leggerlo!

Isy_264: Ciao, e grazie per la recensione! Sì, hai ragione, Jane lasciato detto che Mary si sarebbe sposata con un impiegato di zio Philips, se non ricordo male l'ho letto sul sito Pemberley Republic. Dicevano, se mi ricordo bene, che l'aveva scritto il nipote di Jane nella biografia che aveva scritto su di lei. E diceva anche con chi si sarebbe sposata Kitty...cosa che ho cercato di rispettare nel racconto ^_^

Jaybree88: Ciao! Grazie, mi conforta sapere che trovi plausibile il cambiamento di Kitty...questo era il mio più grosso dubbio sulla storia in effetti. Cosa è successo tra Mr. Westfall e le due signorine? Il nucleo del problema verrà fuori nel prossimo capitolo (la storia è davvero breve, saranno al massimo cinque capitoli)...spero di aver lasciato un po' di curiosità :) Sì, la storia segue un'altra indicazione lasciata da Jane Austen su un altro membro della famiglia Bennet... :)

E infine un grazie cumulativo anche chi è solo passato di qui per leggere, mi ha reso molto felice ^_^

Al prossimo capitolo! 

 

Laura.

   
 
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