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Autore: AnImoR_7    04/10/2010    15 recensioni
E se Edward avesse conosciuto Bella il giorno stesso della sua nascita?
"Infine mi decisi a guardare dentro il lettino, presi un lungo respiro e abbassai il capo verso quella che secondo mia sorella sarebbe diventata la mia futura compagna, mentre per me era solo un'umana in fasce che mi apprestavo a scorgere esclusivamente per farle piacere...La scorsi e fu l'inizio della fine.
E poi quando una volta grande Bella incontrerà Edward...
"A quel punto, ebbi voglia di fare quello che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto. Mai
Perchè ho un ragazzo
Perchè lo conosco da otto ore
Perchè romperà il già fragile equilibrio della mia vita
Perchè niente sarà più come prima
Perchè mi sta facendo ammattire
Perchè non gli ho chiesto cosa ci fa qui
Perchè sto sognando e tutto ciò non può essere reale
Perchè non ha senso, perchè...
Non trovai più motivazioni da aggiungere al mio elenco e di slancio lo baciai.
La pioggia il vento, lo scorrere del tempo, il sogno la realtà, la pazzia la coerenza, non volli sentire nè pensare ad altro se non al gelido e appassionato tocco delle sue labbra sulle mie, il resto del mondo sparì nell'esatto momento in cui mi avvinghiai a lui" Cap.7
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Cap. 4 Promessa


Ciao a tutte, eccomi qui questo è un capitolo decisivo. Per quante di voi si chiedevano se Renèe avrebbe portato via Bella come nel libro ebbene sì, lo fa, ed il povero Edward dovrà allontanarsi dalla sua piccola. E poi cosa accadrà?

Posso solo anticiparvi che il prossimo capitolo è già pronto e vi giuro che a scriverlo mi sono proprio tantooo emozionata perchè il mio Edward è...non ve lo dico. Sono cattiva lo sò, ma non aspetterete molto giuro. Nel frattempo leggete questo.
ps.
ragazze grazie di esistere!
romi

CAPITOLO 4
PROMESSA

Pov Edward

Alice continuava a gironzolarmi intorno, io ero seduto sul divano del salotto in compagnia di suo marito Jasper e cercavo di guardare un pò di tv.


                                                      


Mia sorella era in attesa come quando una tigre aspetta il momento giusto per colpire la sua preda -perchè le mi avrebbe colpito- lo sentivo, non in senso fisico naturalmente.
Avrebbe usato le parole.

Stava per dirmi qualcosa di spiacevole, ma non trovava nè il modo nè il momento giusto.

Allora si muoveva in circolo o in linea retta, da un lato all'altro della stanza.

L'istinto mi diceva che sicuramente non avrei voluto sentire ciò che le si era figurato in testa.

"Alice falla finita e sputa il rospo" le ringhiai contro qualche minuto dopo, stufo di aspettare che si decidesse.

Si bloccò.

"Ed, punto primo: sta calmo"  disse in tono difensivo  "punto secondo: quello che sto per dirti non cambierà assolutamente nulla"

Jasper ci guardò confuso, non sempre riusciva a stare al passo con i nostri discorsi, anzi spesso se assisteva preferiva estraniarsi e guardare altrove, immergendosi nei suoi pensieri. Era un essere complesso il compagno di mia sorella, fragile e perennemente in balìa del suo doloroso travaglio interiore. Era l'ultimo arrivato nella nostra famiglia -anche se ormai erano trascorsi più di trent'anni- l'ultimo che aveva accettato di non nutrirsi più, e in nessun caso, di sangue umano ma solo di quello animale. E spesso questa scelta, gli stava stretta. Sembrava che stesse sempre sul filo di un rasoio parecchio affilato e chiaramente questa situazione lo rendeva infelice, ripercuotendosi anche sulla povera Alice e sul loro matrimonio.

Di fatto anche stavolta scelse di ignorarci e fece segno a sua moglie di spostarsi dalla tv. Alice alquanto infastidita dal suo gesto si spostò liberandogli la visuale, e lui riprese a fissare lo schermo al plasma.

"Pensi che questa tua premessa, basterà a farti restare la testa attaccata al collo?" le dissi

"Oohh fratellino, perchè sei sempre così tragico? Non sai nemmeno cosa ho da dirti!"

"Perchè ti conosco piccola pazza, e mi gironzoli intorno da un'ora cercando il momento giusto per dirmi qualcosa senza farti decapitare, subito dopo"

"Uffa, sei il solito esagerato"

"Alice ti decidi o no? Si tratta di Bella?" alzai di un'ottava il tono della voce, cominciavo a spazientirmi.

Jasper ci guardò scocciato e aumentò il volume della tv, il messaggio era chiaro.

"Va bene, andiamo in camera tua" disse Alice lanciando un'occhiataccia al marito "è meglio"

Io invece valutai che quella risposta, equivaleva ad un sì, ed il mio nervosismo crebbe ulteriormente.

Arrivati in camera mia mi distesi sul divano, incrociai le mani dietro la nuca ed attesi.

"E' vero" iniziò Alice, sedendosi sul bordo del divano vicino a me "si tratta di Bella, è capitata una cosa e..ci saranno delle conseguenze" concluse.

"Quali? E quanto dolorose?" domandai chiudendo gli occhi e trattenendo il fiato

"I suoi genitori stanno per separarsi, Renèe domani partirà con la bambina" si zittii.

"Oh.." esclamai, ma riprendendomi subito dallo stupore le dissi "Continua Alice, so che c'è dell'altro"

"Si in effetti c'è dell'altro" si concesse qualche secondo "..andranno in Arizona, a Phoenix. Lì la temperatura media è di 35 gradi all'ombra, sole tutti i giorni, inoltre è una grande città e il quartiere scelto da Renèe è molto popoloso"

"Non potrò più vederla..." dedussi

"Se non vuoi che estranei ti vedano sbrilluccicare come un'albero di natale in pieno giorno, direi di no...Mi spiace Ed non sarà più possibile almeno per pò, ma tornerà" si affrettò ad aggiungere vedendo il mio viso contrarsi in una smorfia di sofferenza

"Quando?" chiesi emozionato

"Passeranno degli anni..ma verrà a trovare il padre per le vacanze. Potrai vederla in quelle occasioni"

"Certo come no, la vedrò in quelle occasioni" dissi ironico, sentii lo stomaco chiudersi in una morsa e i muscoli tendersi per lo sforzo di restare calmo "scusa Alice, ma vorrei restare solo.."

"Edward tornerà, te l'assicuro. Posso prometterlo se questo servirà a farti stare meglio"

"Alice ti prego, non fare promesse che non puoi mantenere"

"Va bene continua a non credermi brutto scemo! Ma pensi che ti avrei consentito di starle così vicino per tutti questi anni se le mie previsioni fossero cambiate in qualche modo? La vedo sempre accanto a te, nulla è cambiato. Tu sei ancora nel suo destino. Tu sei l'uomo del suo destino"

Sorvolai sul fatto che mia sorella mi definì uomo e mi limitai a sospirare.
Non nego che ciò che disse mi ridiede un pò di forza, Alice sapeva quanto ormai fossi affezionato a Bella e non avrebbe certo continuato ad incoraggiarmi se avesse visto un qualsiasi cambiamento su me e lei in futuro.

"Va bene" risposi  "voglio crederti, devo crederti, altrimenti per me è...la fine Alice" pronunciai le ultime tre parole con un filo di voce. Alice mi buttò le braccia al collo e mi tenne stretto continuando a ripetere che nulla era perduto.
Bella sarebbe tornata a Forks, dovevo solo avere pazienza.

In conclusione quella sera, era l'ultima della mia piccola a casa Swan, non potevo certo perdere l'occasione di verderla prima del distacco. Così al tramonto partì per quella che sarebbe stata la mia ultima visita.


                                                           


Arrivai a notte fonda e mi stupì di trovare la luce del soggiorno ancora accesa, diedi uno sguardo dalla finestra e vidi Charlie seduto sul divano, si teneva la testa fra le mani e piangeva, singhiozzava in silenzio.

Accidenti! Certo è l'ultima sera, quel pover'uomo adorava Bella e anche per lui quella era l'ultima notte prima del distacco. Improvvisamente mi senti tanto vicino a quel papà e al suo dolore. Entrambi la stavamo perdendo, non l'avremmo rivista per molto tempo.

Reneè era al piano di sopra, dormiva in camera, come se nulla fosse, che strana situazione. Avrei tanto voluto sapere la causa di quella separazione, li avevo sempre giudicati come una coppia unita, una famiglia felice. Evidentemente mi ero sbagliato, la natura umana è così indecifrabile, proprio non capivo.

Il mio angelo dormiva tranquilla, ignara di tutto, estranea alla disperazione che aveva colpito suo padre e me.

La guardai con attenzione, per marchiare la sua immagine nella mia mente, anche se ero sicuro che mi avrebbe accompagnato per ogni istante che le sarei stato lontano. Mi sarebbe bastato chiudere gli occhi e avrei ritrovato il suo musetto.
Le accarezzai lieve il viso col dorso della mano, strinsi tra le dita una ciocca di capelli, poi presi dalla tasca della mia giacca un piccolo orsacchiotto di pezza un pò spelacchiato e lo adagiai accanto al cuscino.



                                                                   

                                                             


Lo avevo con me da tanto tempo, non ricordavo neppure da dove era saltato fuori, forse reminescenza della mia prima vita. Un ricordo sbiadito di Elisabeth, la mia vera madre, non avevo mai voluto separarmene fino a quel momento.
Non sapevo se lo avrebbe tenuto, magari nemmeno si sarebbe accorta di averlo accanto, oppure lo avrebbe lasciato lì da suo padre. Volli lasciarlo lo stesso, alimentando la piccola speranza che Renèe lo avrebbe messo insieme ai giocattoli da portare con sè, nella nuova casa.

Se fossi umano -considerai- piangerei, le lacrime sarebbero scorse a fiumi sul mio viso.
Sentivo una pena immensa e non riuscivo a consolarmi, mi sarebbe mancata tanto, anzi tantissimo.

Quel visetto buffo, quella sua bocca spesso increspata dal broncetto, quello sguardo vispo negli occhioni marroni e poi le sue marachelle, le sue corse sotto la pioggia che facevano imbestialire la madre. Le liti con gli altri bimbi per un pupazzo conteso, oppure le filastrocche cantate a squarciagola al ritorno da scuola.
Insomma, mi sarebbe mancata e basta.

"L'ultima volta che ti ho vista così da vicino" le bisbigliai "mi hai fatto una promessa..ricordi Bella? Adesso angelo mio, ti chiedo di farmene un'altra" mi avvicinai ancora di più al suo orecchio e dissi in un soffio:

"Promettimi che tornerai, prometti...non vivo più senza te"

"Uumm" mugugnò "sssiii Eeed" quindi si volse sull'altro fianco e continuò a dormire tranquilla.

era quello che avevo udito, netto, chiaro innegabile così come il mio nome, che lo seguì.

Le mie labbra anche se a fatica si piegarono in un sorriso.

Ancora una volta avrei dovuto considerare che era impossibile, ma non mi ero sbagliato e quella era una chiara risposta alla mia domanda.

Bella promise per la seconda volta, ma soprattutto riconobbe la mia voce.  

Basta dubbi.

Non volli più stupirmi, non volli più dubitare, stavolta mi arresi all'evidenza e l'accettai perchè, io Edward Cullen ero il suo destino, punto.

Le sfiorai la fronte con un bacio, quindi balzai fuori dalla finestra e cominciai a correre e correre per kilometri e kilometri a perdifiato e senza meta. Continuai fino a quando mi resi conto che era giunto il momento di tornare indietro, altrimenti non avrei fatto in tempo a vederla partire.

Inverti il senso di marcia e ricominciai a correre.

Arrivai nel momento esatto in cui Renèe sospinse Bella fra le braccia di un Charlie distrutto, con gli occhi pesti e il viso segnato dalla lunga notte in bianco.
La strinse forte al petto, l'abbracciò e la baciò con amore, io provai di nuovo una profonda pena per quel papà, avrebbe sofferto tanto nei giorni seguenti. A malincuore si staccò dalla figlia e la indirizzo verso il sedile posteriore dell'auto, Bella si voltò nella mia direzione per salire sull'auto e fu allora che scorsi l'orsacchiotto di pezza. Il mio regalo, lo stringeva forte al petto quasi avesse paura che le potesse cadere dalle manine.

Ne fui tanto felice.
Un pezzettino di me stava andando via con lei stretto fra le sue braccia.
Una consolazione, se pur tanto piccina.

Trascorsero ancora pochi altri istanti, la macchina si mosse e la mia piccola andò via.

Mi sentii perso, spaesato, confuso.

Ricominciai a correre e stavolta non smisi fino a quando non senti  le suole delle scarpe consumarsi, allora distrutto tornai a casa.
Alice ed Esme mi aspettavano sulla soglia, mia madre mi corse incontro mi abbracciò e carezzò i miei capelli consolandomi con parole dolci, come solo una mamma sa fare. Mia sorella dal canto suo, sembrava sentirsi in colpa e continuava a darmi pacche d'incoraggiamento sulle spalle.

In realtà, aveva solo una paura folle che sprofondassi di nuovo nel mio male oscuro, ma io avevo solo voglia di crogiolarmi un pò nella mia tristezza, il tempo necessario per cercare di abituarmi al vuoto che sentivo dentro -ammesso che fosse stato possibile farlo- poi avrei ricominciato ad aspettarla.

Perchè ero certo che lei sarebbe tornata, la mia piccola Bella aveva fatto una promessa al suo Ed.

E l'avrebbe mantenuta.




                                              
 

 
   
 
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