CAPITOLO 1.
Nella Sala Comune Dei Grifondoro regnava, per una volta, la calma. Ma i membri della Casa rosso-oro non avevano mai avuto un buon rapporto con tutto ciò che non prevedeva grida, scoppi ed altri rumori di vario genere: per questo il silenzio fu ben presto interrotto da un’esclamazione esasperata.
- Oh no. Non ancora!
Ron Weasley infatti, quando la sua - ancora per poco- ragazza si era allontanata bruscamente da lui, interrompendo così il loro bacio, non aveva potuto fare a meno di sbottare irritato. Ma Hermione non sembrava minimamente intenzionata a prestare attenzione all’umore del suo ragazzo; pareva anzi persino più irritata del rosso.
- Non è che io salti dalla gioia al pensiero di dover andare a limonare, se mi va bene, e non mi va mai bene, con Mr-mi-ha-leccato-una-mucca-in-testa, sai?- sbuffò nervosa, passandosi una mano nel cespuglio marrone che si ritrovava in testa. E faticando a ritirarla fuori.
- Sì, ma...- iniziò Ron corrucciato.
- Ronald, - iniziò la Grifondoro, fulminando il compagno di Casa con lo sguardo – Dimmi, per caso questi, - e si afferrò una ciocca di capelli ruffi - Ti sembrano dei morbidi, definiti boccoli color del grano?
Ron osservò incerto quelli che potevano, con un po’ di immaginazione, assomigliare a dei capelli e concluse che no, non erano boccoli, non erano definiti e non erano nemmeno color del grano. Erano più qualcosa come un indefinito ammasso di fili crespi e color cacca, se proprio dobbiamo usare una metafora. E a quanto pare dobbiamo.
-Emm, non esattamente, - mormorò dosando con cura le parole e lanciando occhiate preoccupate alla Grifondoro.
-E questi, - continuò Hermione, indicandosi gli occhi castani - Ti sembrano delle pozze di dolce cioccolato o di delizioso caramello?-
- No?
-Esatto: no! E tu hai idea di quanto tempo ci voglia per trasformare un cespuglio marrone in una morbida cascata di boccoli biondi e definiti? E di quanto ce ne voglia invece per trasfigurarsi gli occhi in modo tale che sembrino pezzi di dolci? Ne hai una minima idea?!- esplose Hermione saltando in piedi dal divanetto, frustrata.
Ron fece un balzo indietro, per poi sprofondare ancora di più nei morbidi cuscini rossi, tentando di confondersi con essi.
- E se a questo ci aggiungi il tempo che impiegherò per procurarmi abiti sexy e succinti, perché anche se naturalmente non dipenderà dalla mia volontà perché io sono sensuale inconsapevolmente ed innocentemente, riusciranno a trovare l’occasione in cui sarò obbligata da amiche starnazzanti ad indossarli, mostrando così a tutti le mie curve da sballo, - Hermione fece una pausa di una frazione di secondo per riprendere fiato, prima di continuare spedita - E se a questo aggiungi il tempo di metterle al posto giusto queste curve e poi ci aggiungi il tempo di rendere i miei lineamenti perfetti e le mie gambe chilometriche, la mia pancia piatta e tutte le altre modifiche che mi portino ad avere il corpo di una Mary Sue, ecco, se fai la somma di tutte queste cose, secondo te io ho anche il tempo di stare qui a litigare con te?!
Ron avrebbe tanto desiderato arrossire in quel momento, così da confondersi con il tessuto del divano, perché se l’Hermione Granger di una Dramione da arrabbiata era ancora più bella, la vera Hermione Granger faceva semplicemente paura.
- Ed ora, se vuoi scusarmi, ho da fare, – concluse stizzita la ragazza, voltandosi e dirigendosi a passo di marcia verso le scale del dormitorio femminile, allenandosi ad avere un portamento fiero degno di una Regina. Perché presto si sarebbe trasformata da sfigata so-tutto-io a Regina Dei Grifondoro. Eletta non si sa quando e non si sa da chi.
Ron, non avendo istinti suicidi, evitò di farle notare che il suo gridare a squarciagola mentre saliva le scale era tutto meno che regale.
- GINNY! Presto, infilati qualcosa di corto e scollato e truccati pesantemente!
- Oh no, non di nuovo!