CAPITOLO 5:
comprensione
Aidamòs riteneva certo che le sue
impressioni fossero azzeccate:al Capo Supremo dei Celebranti lui non piaceva;
non che a lui piacesse lei in modo particolare…
Dopo quel primo colloquio con il Re ed
Elèien, il ragazzo rimase solo soletto nel palazzo per alcuni giorni, e in quel
lasso di tempo ebbe l’occasione di visitare la struttura, conoscere i suoi
alloggi e fare amicizia con la servitù.
Sembrava che il Re fosse stato
intenzionato a fare del suo meglio per ripagare la brutta visita alle segrete
con il quale il giovane era stato accolto ad Aletheimòra: infatti il ragazzo si
era visto assegnare una stanza semplicemente bellissima e comoda, e tutti i
servi sembravano pronti ad esaudire ogni suo desiderio. Tutto in quel posto
pareva luminoso, e anche gli spazi più bui risplendevano in qualche modo di
luce. Le stanze erano sempre adornate semplicemente, tuttavia emanavano un
senso di grandezza: era un palazzo semplicemente perfetto.
Nella sua stanza Aidamòs trovò un letto a
baldacchino molto comodo e dai colori chiari, sul quale erano appoggiati dei
vestiti più consoni a quel posto: una camicia con il simbolo regale, dei
pantaloni larghi e una cintura. Il resto della stanza era arredato
semplicemente, ma con tutto il necessario. Il problema maggiore fu nella
lingua: la gente del posto parlava anche (inspiegabilmente) l’inglese, così
come lui, ma lo utilizzava poco; infatti esisteva una lingua di stato che era
decisamente sconosciuta al giovane: sembrava quasi l’unione tedesco, ungherese
e qualche altra di quelle lingue incomprensibili dell’Est Europa. Il ragazzo
riuscì comunque a farsi intendere da tutti.
Dopo circa cinque giorni di libertà
illimitata, nei quali il giovane stette meglio di quanto non si fosse aspettato,
Aidamòs fu convocato dal Capo Supremo per un colloquio privato. La faccenda in
realtà lo turbava un po’, viste le impressioni che aveva avuto, ma si decise comunque
ad andare. La stanza dove si doveva svolgere il colloquio era uno studio di
media grandezza, tappezzato con una grande libreria zeppa di libri religiosi di
varia misura e colore e di oggetti stranissimi; da un angolo si espandeva un
intenso odore di incenso da cerimonia. Elèien sedeva dietro una larga scrivania
di cristallo e pietra, ed era intenta a scrivere freneticamente su rotolo di
pergamena, con una scrittura elegante a svolazzi.
“Chissà cosa starà scrivendo?!meglio non
disturbarla” si domandò Aidamòs, mentre lentamente si avvicinava al tavolo,
cercando di non fare rumore.
-Per tua informazione, mio caro
Prescelto, puoi fare tutto il rumore che vuoi, tanto non mi disturberesti
nemmeno se mi lanciassi accanto cinquanta bombe; e, sempre per tua
informazione, la lettera che sto scrivendo tratta di argomenti riservati, e in
questo momento proprio non ti riguardano . Se ora, molto gentilmente, ti
mettessi a sedere tranquillo, mi faresti un grosso favore, perché di sicuro
arrecheresti qualche danno a qualcuno dei miei preziosissimi libri o al
mobilio, e la cosa non andrebbe affatto bene, perciò…-
Aidamòs si sorprese non poco:
innanzitutto la donna aveva pronunciato l’intera frase senza riprendere fiato e
con una leggera sfumatura di disprezzo nei suoi confronti; e poi pareva che
quella gli avesse letto nel pensiero. “Questa non me l’aspettavo”pensò lui
mentre prendeva posto davanti al Capo Supremo. Apetto diversi minuti prima che
lei gli rivolgesse la parola, dunque disse, questa volta con un tono di voce
normale e una velocità da persone normali.
-Eccoti qua. Mi ripresento, io sono
Elèien, il Capo Supremo dei Celebranti. Qui io sono una figura molto importante
e rispettata, e vorrei avere rispetto anche da te. Dal momento che io ti farò
da insegnante, dovrai sempre darmi del Lei-
-Lo sa che mi suona molto strano doverle
dare del Lei, visto che sembra avere solo due o tre anni più di me??- sorrise
Aidamòs, pensando che la domanda non avrebbe creato nessuna reazione.
-La cosa non mi interessa, dal momento
che comunque rivesto una carica decisamente più alta della tua.- replicò
tuttavia stizzita la sua interlocutrice.
-Posso farle una domanda, o anche due o
tre?!- azzardò a dire il ragazzo.
-No.-
-Perché no?-
-Ho forse risposto sì alla tua richiesta
di fare domande?-
-No-
-E allora risparmia il fiato per un altro
momento, grazie-
-Accidenti che Ph acido-
-Io non sono acida-
-Sì, lo è-
-Non è vero, la mia non è acidità, è solo
severità. Io sono una persona molto seria e responsabile, e tu non sopporti
sentirti dare degli ordini da una donna che ritieni non debba rivestire la
carica che ha-
-Questo non è vero-
-Sì, lo è-
-Non lo è. A me non dà affatto fastidio
che lei rivesta una carica alta, e poi LEI non sopporta il sottoscritto solo
per principio-
-Adesso basta. Non siamo qui per
litigare, ma perché io ti spieghi come stanno le cose-
-Allora dica, non aspetto altro-
-Mi fa piacere. Da dove cominciare??-
-Per esempio dal perché sono entrato qui
dal libro...-
-Mi sembra evidente che il libro era un
portale messo nel tuo stupido mondo per collegarlo al nostro...-
-Il mio mondo non è stupido...forse un
po' bastardo sì, però...-
-ti ho richiesto forse di commentare
tutte le frasi che dico?-
-no!-
-E allora cuciti quella bocca, e parla
solo quando ti è richiesto!-
-Ok, starò zitto-
-Sarà meglio. Hai per caso letto qualcosa
in quel libro che riguarda questo posto?-
-Sì, signora- e Aidamòs espose quanto
aveva letto.
-A grandi linee sai come è andata la
questione. Ora, come puoi aver capito, almeno spero, noi non siamo in grado di
distruggere il Buco Nero da soli. Lucifero possiede dei poteri che noi non possiamo
in alcun modo avere, e i componenti del suo esercito sono pressoché immortali. Crediamo
che i tempi siano vicini, e quindi stiamo pian piano progettando la resistenza
ad un eventuale assedio della città da parte appunto dell'esercito nemico. Per quanto
ne sappiamo, l’unico modo per distruggere l’armata intera è uccidere Lucifero,
e per farlo ci vuole una persona speciale, una persona che per volere divino è
destinata ad adempiere questo compito-
-Capisco- annuì Aidamòs –povera la
persona che dovrà farlo-
-in questo caso- continuò il Capo supremo
con un ghigno – la persona in questione saresti proprio tu-
Aidamòs sgranò gli occhi e fissò Elèien
con sguardo interrogativo.
- È uno scherzo questo????- chiese infine
il ragazzo. – Io non devo fare nulla, vero? È stato un errore questo?
-No, non lo è e non lo è mai stato. Il
cielo questo mi ha rivelato, e io intendo mantenermi al volere degli dei-
-Non è possibile! Come posso io
distruggere il Diavolo, sempre che tutto questo sia vero?!io non ho poteri, non
so fare niente di formidabile. Questo posto è proprio un grosso grande e
tremendo incubo dal quale non riesco a svegliarmi-
-Ma non ti devi svegliare infatti, perché
sei nella realtà! E comunque avrai i poteri!-
-li avrò?- domandò il giovane.
-Sì, proprio così. È vero, in questo
momento manchi delle basi fondamentali che sono l’arte della guerra, la magia e
la lingua. Ma le imparerai, stai tranquillo; per questo abbiamo tempo. E comunque
sembra proprio sia destino che tu riesca a distruggere il Nemico. È scritto
nelle stelle-
-ancora !proprio nelle stelle?-
-Sì, proprio nelle stelle. Qualcosa in
contrario?-
-No, no- ci fu una breve pausa – echi mi
insegnerà tutte queste cose?
-Sarò io ti insegnerò tutte e tre queste
basi-
-Lei conosce l’arte della guerra? Non sembra
il tipo che...-
-Solo perché sono giovane, sono una donna
e sono una sacerdotessa, questo non significa che io non possa essere in grado
di difendermi. È una caratteristica fondamentale per un buon sacerdote avere
possesso delle arti belliche, soprattutto di questi tempi-
-Scusa, era solo una constatazione, non
volevo offendere-
-Sarà bene, perché ti ho già detto che mi
devi portare rispetto-
-Non si preoccupi, il rispetto ci sarà
sempre. Ma le consiglio di trattare con meno acidità la gente, farebbe felici
molte più persone-
Elèien lo fulminò con lo sguardo,e
Aidamòs convenne che forse era meglio chiudere la bocca una volta per tutte.
-Stavo dicendo...cosa dovrai imparare: per
prima cosa riceverai parecchie lezioni sulla lingua del posto, e anche sulla cultura,
che non fa mai male conoscere....poi ci dedicheremo alle altre due cose, che
andranno di pari passo. Ci siamo fino a qui?-
-Penso di sì-
-Perfetto!-
Con questo il Capo Supremo dei Celebranti
gli fece un cenno come per congedarlo.
Aidamòs si alzò ed uscì lentamente dalla
porta, salutando con un cenno della testa la donna, dunque si diresse verso la
sua camera.