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Autore: Hotaru_Tomoe    06/10/2010    1 recensioni
Raccolta di oneshot dedicata a Severus, al mio OC Oleander e ad altri personaggi della saga. Missing moments, slice of life, di tutto un po': un colorato calderone.
Aggiunta la storia "Risata": Severus non ride quasi mai. Certo, possiede un caustico senso dell'umorismo, ma Oleander non ricorda di averlo mai visto ridere di cuore. "Penso che sarebbe più facile vedere Lucius Malfoy che partecipa ad una festa di paese babbana guidando un coro di ubriachi piuttosto che Severus farsi una grassa risata."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Severus ed Oleander'
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MONDI INFINITI

 
"... Ci sono altri mondi oltre a questo."
Jake Chambers - L'ultimo cavaliere
Stephen King

 

La sfera del serpente rotolò nell'aria, e prima che Piton potesse far altro che urlare, gli aveva racchiuso testa e spalle... [1]

Oleander gridò con lui, forse più forte, ma dalla bocca non le uscì alcun suono, nè riuscì a slanciarsi verso di lui, come voleva fare. Era come un fantasma, inchiodato in un angolo di quella stanza tetra.

... La mano che stringeva Harry crollò a terra e Piton non si mosse più [1]

Oleander iniziò a piangere disperata.
Spalancò gli occhi nel buio, annaspando tra le lenzuola come chi cerca di restare a galla nel mare in burrasca, il cuore che le galoppava nel petto, il respiro mozzo.
Le ci vollero diversi secondi per realizzare di trovarsi sdraiata su un letto, ancora di più per scacciare il terrore paralizzante di quell'incubo e ritrovare un minimo di lucidità. Instupidita e frastornata per essersi destata così bruscamente si mise a sedere; sentì freddo sul viso ed istintivamente si portò una mano sulla guancia, trovandola bagnata: doveva aver pianto e forse anche urlato, prigioniera in quel sogno. E forse aveva anche svegliato Severus.
Allungò la mano sinistra, ma sdraiato accanto a lei non dormiva nessuno. Che si fosse già alzato?
"No, non è così. Severus non è mai stato qui. Lui è morto sul pavimento lurido e polveroso della Stamberga Strillante. E' morto dilaniato dalle fauci di Nagini, dissanguato, affogato nel suo stesso sangue. Non è mai entrato nella tua vita, non vi siete mai incontrati e lui è morto senza averti mai conosciuto." una voce triste, l'eco lontana di quell'incubo che faticava a dissolversi rieccheggiò nella sua mente.
"No, no, non è così." sussurrò nel buio. Appoggiò i piedi nudi sul parquet grezzo della camera, freddo ma non gelato. "Sono nella casa di Severus di Spinner's End." Sebbene iniziasse a sentirsi un po' ridicola, a parlare così a mezza voce, nel buio di una stanza vuota, avvertiva la necessità di confermare a se stessa la verità della realtà che la circondava, la verità del fatto che Severus si era addormentato al suo fianco solo poche ore prima e non era affatto morto per ordine di Voldemort e per mano del suo familiare. Nonostante il suo urlo di dolore e terrore ancora le rimbombasse nelle orecchie, nonostante avesse visto quel sangue, troppo rosso e fluido per essere finto, macchiare il colletto bianco del suo vestito e spandersi in una pozza color cremisi sul pavimento della Stamberga.

"Insomma, è stato solo un sogno, perchè ti agiti così?" pensò con una punta di rabbia.
Scese le scale dirigendosi verso il piccolo laboratorio di pozioni nel seminterrato, perchè da sotto la porta chiusa si irradiava la luce delle lanterne. Trattenne il fiato mentre apriva la porta, per poi esalarlo in un sospiro di sollievo alla vista di Severus che le dava le spalle, intento a pesare qualcosa su un bilancino. "Ah, sei qui." disse, cercando di non apparire troppo sollevata. O stupida.
"Considerando che questa casa ha sole altre quattro stanze e non ero ai piani superiori, non c'erano molte alternative, Miss Ovvietà." L'immancabile rimarco sarcastico del mago vestito di nero era quasi rassicurante, tanto da strapparle uno sbuffo divertito.
Solo a quel punto, dopo aver finito di pesare gli ingredienti, Severus si voltò a guardarla, tradendo lo stupore con una lieve alzata di sopracciglia "Qualcosa non va?"
Non si era preoccupata di guardarsi allo specchio ma di certo, pensò Oleander, non doveva avere un bell'aspetto in quel momento: la camicia da notte spiegazzata, i capelli in disordine e gli occhi sicuramente ancora rossi per il pianto. "Ho avuto un incubo. Un incubo terrificante." ammise. Attraversò la stanza e si lasciò cadere su un alto sgabello. Poichè Severus non la canzonò per essersi spaventata per così poco, si sentì incoraggiata a raccontare.
"Anche quando morì mia mamma, ebbi incubi per diverso tempo, ma - si passò una mano tra i capelli - nessuno così realistico. Era proprio come se stesse accadendo davvero in quel momento, davanti ai miei occhi." Tacque e, dopo un tempo che sembrò un'infinità, la voce calma e posata di Severus ruppe il silenzio "Probabilmente è così."
"Prego?" Oleander lo guardò, non sapeva se più sconvolta per quella frase o per il tono tranquillo con cui era stata pronunciata.
"In un altro luogo, in un'altra realtà, ciò che hai visto è successo davvero. - con una spatola di legno Piton versò una resina collosa nel calderone ribollente - Esistono altri mondi oltre a questo: mondi dove io sono morto, mondi dove la magia non esiste, mondi che non hanno conosciuto la minaccia dell'Oscuro Signore, o che hanno conosciuto di peggio. Tu, stanotte, hai semplicemente sfiorato uno di quei mondi."
Olander annuì lievemente: ora capiva il perchè di quella agitazione che non voleva abbandonarla neanche da sveglia, il perchè di quella sconfinata tristezza. Da qualche parte, in un altro universo, Severus era morto e loro due non si erano mai amati. Lei probabilmente nemmeno esisteva in quel mondo. Dava una strana sensazione pensare alla propria non-esistenza.
"Ma poichè ciò non è accaduto nella nostra realtà, ti consiglio di non tormentarti troppo, nè di perderci il sonno. Anche perchè non c'è nulla che tu possa fare al riguardo." proseguì il mago dai capelli corvini, mescolando con attenzione la sua pozione.
Attraverso le parole di Severus, lucide e razionali, la realtà attorno a lei riacquistava man mano concretezza e spessore. Percepiva il sedile sotto di sè e la fredda parete di pietra a cui era appoggiata attraverso la stoffa della camicia da notte.
Nel loro mondo c'erano stati lutti e dolore per tutti, c'erano cicatrici fisiche e dell'animo che ci avrebbero messo anni a guarire. Come quella di Severus alla gamba: non le era sfuggito il fatto che il suo compagno stesse preparando una pozione antidolorifica, l'ennesima, per alleviare il tormento del morso di Nagini. E di sicuro, ogni volta che Molly e Arthur passavano davanti alle stanze di Percy e Bill, ricordavano e soffrivano. E, ne era certa, Harry passava ancora molte notti in bianco, torturato dalla consapevolezza di aver avuto dentro di sè un frammento di anima di Voldemort.
Certo, c'era stato tutto questo e molto altro ancora, ma poteva andare peggio.
Altrove era andata peggio.
E Severus era nel giusto: poteva anche piangere tutte le sue lacrime e maledire mille divinità, ma non aveva alcun modo di interferire con altri mondi. Meglio concentrare tutte le energie sulla propria, di realtà.
Quasi le avesse letto nel pensiero, Severus la apostrofò "Dunque? Non mi dici che ho perfettamente ragione, come sempre del resto?"
Oleander ritrovò il suo spirito: si alzò di scatto dallo sgabello e si diresse verso l'uscita senza guardarlo "In un altro mondo, magari." Aveva già una maniglia sulla porta, quando aggiunse "Ti preparo un tè, per bere quella pozione."
"Nero, senza zucchero."
"Agli ordini!"
Pochi minuti più tardi il fischio del bollitore sospinse fuori dalla casa di Spinner's End anche l'ultima eco degli altri mondi. 

- FINE -

[1] Citazioni letterali da "I doni della morte".
 

L'idea di questa fanficion è nata da quell'unica frase citata all'inizio, anche se ne "L'ultimo cavaliere" ha un significato molto diverso, direi quasi opposto alla mia storia.
Credo che in fondo, con le nostre fanfiction, anche noi finiamo per creare tanti "altri mondi" che mentre scriviamo diventano veri e concreti e, per noi, esistono sul serio. Almeno, mentre scrivo per me è così: se non fossi convinta di questo, non avrei mai scritto un rigo in vita mia.
Nel libro della Rowling Severus muore. Ma possiamo ben immaginare una realtà dove ciò non accade, no? Bridiamo a tutti i nostri "altri mondi", dunque!

   
 
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