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Autore: Angorian    06/10/2010    10 recensioni
[Sospesa]
Ginny è da sempre innamorata di Harry. Eppure, tra sogno e incubo, è un'altra la voce che riempie i suoi pensieri..
"Ti attrae solo perché mi è simile”. Continuò, respirandole piano sul collo.
Lei strinse le labbra.
“No”.
Il ragazzo sorrise, consapevole del battito accelerato di lei.
“Nessuno ti conosce meglio di me, Ginny”. Soffiò."
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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6.

Con la forza e l’ingenuità dei suoi anni, Ginny Weasley era riuscita a rimettere insieme quei brandelli di vita che Riddle aveva lacerato.
C’era voluto del tempo, ma aveva imparato a relegare i ricordi di Tom in un angolo della sua mente, e dal momento che né i suoi amici né i suoi famigliari avevano ripreso l’argomento, Ginny aveva potuto leccare le sue ferite in silenzio, fingendo di aver dimenticato.
Erano passati due anni, e per quanto le avventure di Harry Potter segnassero da vicino la vita di Ginny – gli orrendi dissennatori, le spaventose prove cui aveva assistito durante il Torneo Tremaghi, la drammatica morte di Cedric Diggory – era stato un periodo relativamente sereno.
Nessuna ombra le stringeva il cuore, e non c’era più alcun segreto ad opprimerla.
Con inquietudine aveva scoperto che sentir parlare di Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato non riapriva in lei alcuna ferita;
Irrazionalmente, non riusciva a far coincidere il suo confidente con l’Oscuro Signore.
Tom sarebbe rimasto uno spirito traditore di cui stupidamente si era fidata, ma non avrebbe mai indossato la maschera serpentina di Voldemort.
Aveva accolto la scoperta del Suo ritorno con lo stesso sgomento della folla che aveva visto Harry uscire dal labirinto con il corpo inerte di Diggory tra le braccia, e aveva provato uno slancio di orgoglioso affetto per quel ragazzo dagli occhi verdi che, scarmigliato e sporco, li avrebbe protetti ancora una volta.
Aveva piena fiducia in Harry Potter, e con egoistico sollievo sapeva che in fondo aveva già avuto la sua parte nella battaglia.
Fu con stupore quindi, che l’ultimo giorno del suo terzo anno a Hogwarts, si recò nello studio del professor Silente, scortata da un’austera McGranitt che pronunciò la parola d’ordine del Gargoyle di pietra con uno schiocco secco delle labbra sottili.
Le fece cenno di entrare, ma non la seguì all’interno dello studio.
Oltre il varco segreto, il Preside sedeva dietro la vecchia e imponente scrivania di legno, dove Ginny ebbe modo di scorgere parte del breve biglietto che stava scrivendo.
Era intestato all’ “Ordine della Fenice”.
“Buongiorno, mia cara”.
Le sorrise, facendole segno di sedersi con un gesto delle lunghe dita rugose.
”Buongiorno, Signore”.
Non era mai stata nell’ufficio di Silente da sola.
Era esattamente come l’aveva lasciato due anni prima, quando tremante e spaventata aveva lasciato la Camera, e lì vi aveva ritrovato le braccia protettive di sua madre.

Tutto come allora.


La voce di Silente la riscosse dai suoi pensieri.
“Confido che tu sappia del grosso pericolo cui andiamo incontro”. Esordì il Preside, cercando di allentare la tensione di Ginny regalandole un breve sorriso.
La ragazza annuì, scuotendo la chioma rossa.
“Voldemort è tornato, e acquista potere con rapidità crescente. E’ bene considerare l’ipotesi che possa ripresentarsi a te, sotto qualche forma”.
Meditativo, pacato. Il tono del preside era quasi indifferente.
No”. Ginny scosse la testa, in un sussurro spaventato.
“Harry l’ha distrutto, ha colpito il diario… “
Si aggrappò a quel pensiero.
Lei stessa aveva visto il diario dissanguato nel pavimento di pietra della Camera, immerso in una pozza d’inchiostro nero.
Eppure, sentiva già il cuore stretto in una morsa.
“Sì, è vero. Ma ci sono fatti che mi spingono a credere nella capacità di Voldemort di… infettare le anime cui si avvicina. Sei stata troppo tempo in balìa del suo potere”.
Ginny affondò le unghie nei palmi sudati, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal Preside, che la osservava attendendo una reazione.
“Cosa dovrei fare?”. Chiese la ragazza, cercando di arginare il tremito annidato nella sua voce.
Poteva combattere. Doveva combattere. Gliel’aveva insegnato Harry.
Silente le sorrise con tristezza.
“Devi sforzarti di non pensare a lui. Devi tenere la mente lontana dai ricordi che hai di lui, o gli darai forza”.

Se tu mi ricordi, io vivo.


Era stato lui stesso a confidarglielo.
Rabbrividì, rendendosi conto della facilità con cui ricordava le sue parole. La chiarezza della sua voce.
“Sì, Signore”.
Silente sorrise, un’ombra di stanchezza sul volto magro e rugoso.
“Inoltre”. Continuò, con tono più formale, “non è necessario che questa conversazione venga riferita ad altri. Sono tutti già abbastanza preoccupati…”.
Ginny assentì nuovamente, e solo allora il Preside la congedò.

*


La conversazione con Silente le lasciò addosso una viscida sensazione di paura, che neppure il tiepido sole di giugno era riuscito ad allontanare.
Le era penetrata nella pelle, e per le prime settimane alla Tana si dimostrò introversa e pensierosa.
I suoi genitori se ne accorsero, ma non dissero nulla, inghiottiti dalla spirale di preoccupazione e frenesia che era seguita al furioso litigio con Percy , destinata ad allentarsi solo con la decisione di trasferire l’intera famiglia al Quartier Generale dell’Ordine della Fenice.
La tetra abitazione della famiglia di Sirius non fece altro che rendere più forte il suo senso di inquietudine, ma decise di non darlo a vedere.
Soprattutto a sua madre.

*

Ginny”.


Lo sentiva chiamare, nell’oscurità.
Una voce suadente e modulata che la attirava inesorabile.
Non riusciva a muovere un muscolo, poteva solo guardarsi intorno nell’oscurità infinita che la circondava.

Ginny”.


Un sussurro all’orecchio, un alito caldo nell’incavo del collo.
Delle mani invisibili le cinsero la vita, delicate e possessive.

Ginny…

**


Riapro questa storia dopo tanto, troppo tempo. Ma era una storia che andava raccontata, quindi, eccomi di nuovo qui.
So quanto possa sembrare strana la “coppia” Ginny\Tom Riddle, ma ho sempre pensato che il loro incontro abbia lasciato più di quanto la Rowling abbia voluto scrivere.
Che ne so, per adesso scrivo quello che mi passa per la testa. Vedremo i risultati ;)
   
 
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