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Autore: Sonoqui87    08/10/2010    7 recensioni
Una nuova setta è entrata a far parte del Mondo Magico.
Nuovi personaggi, vecchi amori, nuovi tradimenti e guerre che faranno capire ad Hogwarts il vero significato dell'amore e dell'amicizia.
Tratto dal testo: - Tiger, sposati a sinistra... Ecco lì, non ci entrate tutti nella foto! Ma non dovevate fare la dieta? Hermione quanto sei ingrassata, ma che ti danno a mangiare gli elfi? E tu, Draco... Cos'hai fatto ai capelli? Sappiamo che quando sei stato pelato hai ricevuto un trauma, ma così sembri Lady Gaga! Kathelyne, spostati quei capelli dal viso, sembri la ragazza di quel film babbano, Samara. Theodore, perchè non vai dalla Chips e non ti fari rimpicciolire quei denti? Sembri Hermione all'età di undici anni, un castoro! E Blaise... Cos'hai fatto al culo? Hai un sedere enorme! - Disse Colin Canon demoralizzando i ragazzi che lo mandarono nel meraviglioso mondo dei Vaffanculo.
Ma Blaise non prese bene la notizia del suo sedere...
- Brutto cavernicolo senza un briciolo di sensibilità. Sei solamente geloso perchè io sto con Harry e tu ti rosichi le unghia. E poi... Come osi? Ora ti strappo quei capelli finti che ti ritrovi, per tutti gli elefanti dell'Africa orientale! - Strillò isterico, cominciando a seguirlo furioso.
Hermione sospirò, schiaffeggiandosi la fronte.
- Vai Blaise! Distruggi quella checca isterica! - Urlò Draco dandogli manforte.
- Tesoro, calmati. Blaise... - Lo richiamò un Harry imbarazzato.
Ma lo ignorarono tutti, come sempre.
Kathelyne guardava i suoi capelli con una smorfia, domandando a tutti se almeno questa Samara fosse carina.
Theodore si guardava in un piccolo specchietto e fissava disperato i suoi denti, chiedendosi se veramente fossero così sporgenti.
Tiger giocava con la sua ciccia, infatti aveva disegnato una faccia sulla sua pancia e la faceva parlare.
Era tutto alquanto...
Rivoltante.
- Joe, portami una tazzina di the'. - Gemette un Hermione sfiancata.
La bionda rise, scuotendo il capo.
Fred e George, invece, stavano rimorchiando le due sorelle Greengrass.
- Poveri noi. - Disse Harry guardando la sua migliore amica.
Hermione rise, facendogli poi cenno di avvicinarsi.
- Quella villetta che a te piaceva tanto l'anno scorso, quella che volevi affittare durante l'estate. Te la ricordi? - Mormorò la riccia stringendogli la mano.
Harry annuì, sorpreso da quel discorso dimenticato nel corso di quell'anno così intenso.
- Io e Draco l'abbiamo comprata e Blaise ha provveduto ad ingrandirla, mentre Theodore l'ha arredata. Appena finita la scuola avevamo pensato di andare tutti a vivere lì... - Disse venendo interrotta però dall'abbraccio del ragazzo che rischiò di strangolarla.
Da tempo desiderava andare lì, a vivere in quell'immensa villa insieme ai suoi amici.
- Vengono anche i gemelli e Ronald. - Gemette venendo abbracciata ancor più stretta.
Il sogno di una vita...
Esser circondato da persone che lo amano...
Beh, se toglieva Malfoy di mezzo.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1 :

 

 

 

 

Questo capitolo è dedicato ad AliH,

che ha recensito il mio primo capitolo. Ti ringrazio...

 

 

 

 

 

Una leggera pioggia, quel primo Settembre, accarezzava le torri saettanti della famosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Kathelyne King sapeva a cos'era data quella pioggia, a cos'era data quella malinconia che accarezzava ogni cosa.

Kathelyne era appena stata smistata a Serpeverde, ma conosceva praticamente tutto di Hogwarts.

Sua madre amava raccontarle episodi esilaranti passati in quella scuola che adorava definire casa.

Kath non aveva mai considerato nessun posto casa, non ne aveva avuto possibilità.

Suo padre non le permetteva mai di restare troppo tempo in un posto singolo, e lei, non riusciva a considerare amici passeggeri veri amici, è così via.

Sua madre era stata uccisa in uno scontro tra poliziotti Babbani, è da quel momento, suo padre non era stato più lo stesso.

Avevano smesso di cambiare sempre città, stabilendosi poi in una piccola villa nella campagna dello Yorkshire.

Kath era stata affidata ad una donna burbera e sorridente che le aveva fatto da madre per anni di solitudine intensa.

Ma in compenso aveva perso un padre.

Suo padre se ne stava sempre chiuso nel suo studio, con uomini per lo più sconosciuti, fregandosene altamente della piccola figlioletta.

Solamente ad Agosto, quando la lettera per l'ammissione ad Hogwarts era arrivata, Kath aveva scoperto una cosa terrificante.

Entrando nello studio del padre, che in quel momento non c'era, aveva curiosato tra le sue cose, decidendo di aspettarlo lì, per dargli la buona notizia.

Ma per caso aveva scoperto ciò che avrebbe preferito mai scoprire.

Suo padre, il suo adorato padre, faceva parte di una setta chiamata gli Illuministi.

Aveva letto ogni corrispondenza, rimanendo allibita dinnanzi alle parole scritte con tanto odio da quella calligrafia così familiare.

Si era sentita tradita.

Ma quando aveva varcato la soglia di Hogwarts, aveva capito che non era da lei essere così egoisti.

Aveva pensato solamente alle bugie che suo padre le aveva raccontato, senza pensare alle persone che lui aveva ucciso per un ideale sciocco e inesistente.

Gli Illuministi, più di tutto, odiano i Babbani.

Kath ora capiva quei stermini.

Suo padre voleva vendicare in modo barbaro sua madre, uccisa senza volerlo.

Aveva contato quattro bugie a dei fanatici come lui, e senza pensare alle conseguenze si era buttato a capofitto in quella guerra senza capo e ne' coda.

Kath sentiva il peso di tutte quelle morti sulle proprie spalle, e guardare negli occhi i parenti delle persone senza vita, diventava quasi straziante.

Quando una mano toccò gentilmente la sua esile spalla, Kathelyne sobbalzò, girandosi di scatto.

- Non volevo spaventarti, ma la colazione è finita credo che dovresti andare a lezione. - Disse gentilmente un ragazzo dagli occhi neri.

Kath, arrossendo, si accorse di essersi incantata e ingarbugliata nei suoi pensieri, rimanendo imbambolata dinnanzi alla sua colazione.

- Grazie. - Farfugliò prendendo con mani tremanti le sue cose e dileguandosi dalla Sala Grande.

Theodore Nott fece spallucce, dirigendosi a passo strascicato verso i suoi amici che parlottavano fitto tra di loro.

Kath si diresse verso la prima lezione della giornata, iniziando con una bella corsa mattutina.

Entrò nell'aula di Trasfigurazione col fiatone e in evidente ritardo.

- Cavolo... - Borbottò la ragazzina con una mano sul fianco.

Si guardò attorno e si sorprese di non trovare la severa Minerva Mcgranitt.

Al suo posto c'era solamente un gattino tigrato.

- Oh, ma che amore... - Sussurrò Kath con un sorriso.

Joenne Smith si schiaffeggiò la fronte per la stupidità della compagna.

Joenne era stata smistata a Grifondoro, come tutta la sua famiglia prima di lei.

I suoi genitori erano Auror, proprio come i due suoi fratelli.

Proveniva da una famiglia molto ben disposta che compariva continuamente in società, per beneficenza o altro.

- Quello non è un gatto... - Ridacchiò infatti Joe.

Kath aggrottò le sopracciglia, mettendosi le mani sui fianchi ossunti.

- Ma sì che lo è. E' un bellissimo gattino tigrato. - Disse testarda.

Il gatto sembrò alzare gli occhi al cielo, e proprio sotto gli occhi di Kath prese lentamente le sembianze di una donna.

La Serpeverde urlò, saltellando all'indietro.

- La ringrazio per il complimento, signorina King. - Disse Minerva Mcgranitt incrociando le braccia sotto al seno.

Kath abbozzò un sorriso tirato, facendo ridacchiare l'intera classe.

- Molto carino da parte sua, ma credo che lei debba ascoltare un pò di più i suoi compagni. - Disse indicando con un cenno del capo Joe.

- Ecco... non era mia intenzione... - Balbettò la ragazzina.

- Ne sono sicura. Ora mi dica il perchè del suo evidente ritardo. - Disse la Mcgranitt con un espressione severa dipinta sul volto.

- Ho fatto tardi a colazione e mi sono persa... - Borbottò Kath prendendo le sue cose e accomodandosi di fianco ad una ragazzina dai lunghi capelli castani ed espressione altezzosa.

- Che non succeda più. Questa volta non tolgo punti al suo Dormitorio, ma non sarò sempre magnanima. Ad Hogwarts non si accettano ritardi. - Disse con un borbottio la donna, accomodandosi in cattedra.

- La ringrazio, professoressa. - Cinguettò Kath venendo zittita nuovamente dalla Mcgranitt, che con espressione severa iniziò la lezione.

 

 

 

*******



Hermione Jane Granger, dall'altra parte del castello, osservava con occhi vacui la schiena ricurva del suo migliore amico.

Per quanto Ronald fosse privo di tatto, capiva perfettamente il suo stato emotivo.

Non era mai stato legato a Percy, ma era pur sempre suo fratello.

La ragazza sospirò, passandosi una mano tra i ricci crespi e ribelli.

Hogwarts era così cambiata, non era più un luogo felice per gli studenti che avevano perso i familiari più cari.

Hermione riusciva a trattenere le lacrime, per sua fortuna era forte e fin troppo fiera, ma molti studenti non riuscivano a trattenersi e scoppiavano in un pianto liberatorio dinnanzi ai professori preoccupati.

Era tutta questione di salute mentale.

La Granger girò il capo, osservando con la coda dell'occhio il profilo di Draco Malfoy, chino su' una pergamena.

Lucius Malfoy era stato portato ad Azkaban insieme a tutti i suoi colleghi, mentre Narcissa Black aveva deciso di prendersi una vacanza dai suoi visibili problemi.

Era partita per l'Europa, lasciando il pargoletto adorato nelle fauci di Hogwarts.

Per quanto tutti odiassero il Serpeverde, sapevano che lui non aveva nessuna colpa per ciò che aveva fatto il padre.

Naturalmente i rapporti tra i Dormitori più turbolenti non erano cambiati, e forse ritornare al passato sarebbe stato meglio per tutti.

I gemelli avevano deciso di finire gli studi ad Hogwarts, frequentavano un corso a parte, come tutti gli studenti che non avevano avuto opportunità per prendere il diploma durante la seconda Guerra Magica.

Hermione fu distratta da un singhiozzò che immobilizzò la classe.

Si girò di scatto, e con una morsa allo stomaco, vide Calì Patil correre in lacrime fuori dall'aula.

Sua madre era stata uccisa quell'estate, da quei pazzi che si facevano chiamare Illuministi.

La riccia digrignò i denti, cercando di non ricordare i corpi senza vita dei suoi genitori.

Tutto era cambiato, niente era più lo stesso.

Anche Draco Malfoy se n'era accorto.

E guardando gli occhi lucidi della Mezzosangue, capì che nulla sarebbe ritornato come prima.

La morte aveva portato troppa distruzione.




   
 
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