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Autore: deliradubbiosa    08/10/2010    5 recensioni
...e se il vampiro fosse Bella? ...entriamo in punta di piedi nella sua mente di vampira e osserviamo, spettatori discreti ma partecipi, l'evolversi dei suoi pensieri...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Tre anni dopo
“Buongiorno, amore”, sussurrai, le labbra contratte in un sorriso, e scoccai un ultimo bacio per metà sulla guancia e per metà sull’orecchio di Edward, poi mi sollevai a guardarlo.
Quell’alba un raro raggio di sole filtrava dalle tende e gli illuminava il viso, rendendolo ancora più bello del solito. Non era cambiato granché con la trasformazione in vampiro: la pelle era impercettibilmente (agli occhi umani) più chiara e gli occhi erano diventati rossi, poi dorati grazie alla dieta “vegetariana”, ma i suoi lineamenti, i suoi tratti fisici erano gli stessi della sua vita umana. Quale carattere sarebbe potuto migliorare? Erano tutti già perfetti. Certo, il fascino vampiresco era un valore aggiunto.
E ora eccolo lì, disteso sul grande letto dalle lenzuola bianche, con gli occhi socchiusi e un sorriso sornione stampato in volto.
Eravamo nella camera da letto del cottage che ci eravamo costruiti noi, perché fosse esattamente come lo volevamo, dopo la trasformazione di Edward. Beh, non subito dopo: soltanto quando tutti, Jazz compreso, fummo sicuri che Edward non era più pericoloso.
La sua trasformazione non era stata analoga alla mia: finalmente avevo capito cosa voleva dire essere un vampiro neonato.
Non voglio ripensare a quando era bruciato dal fuoco del veleno… dopo che il suo cuore aveva smesso di battere mi ero avvicinata a lui, troppo e troppo velocemente.
Le mie labbra si erano quasi posate sulle sue e avevo ammirato il suo sguardo, così intenso nonostante il colore rosso acceso degli occhi… questo per un sessantaquattresimo di secondo.
Poi Edward era saltato in piedi e mi aveva strappato un braccio.
Avevo indietreggiato un po’, sbalordita.
Edward, resosi conto di quel che aveva fatto, si era allontanato da me, terrorizzato e… si leggeva nei suoi occhi… disgustato di se stesso. Aveva borbottato qualcosa come “O mio Dio…” ed era scappato dalla finestra.
Velocemente avevo leccato il mio braccio per riattaccarlo al busto col veleno e mi ero gettata ad inseguirlo, urlando ai miei (senza che fosse necessario gridare) di lasciarmi fare. Lo avevo trovato vicino al fiume, carponi, col viso affondato nelle braccia. Era talmente disperato da non accorgersi di me.
Non erano occorse parole… mi ero inginocchiata accanto a lui e gli avevo accarezzato i capelli. Si era voltato di scatto e, di nuovo, aveva indietreggiato, con gli occhi spalancati. Temeva di farmi del male, di nuovo.
Lo avevo abbracciato di slancio.
Con estrema cautela, Edward si era staccato da me, aveva preso il mio viso tra le mani e mi aveva mormorato: “Scusami”.
Nessuna risposta da parte mia, non ce n’era bisogno.
Edward aveva cominciato a baciarmi, delicatamente, come fossi di carta di riso. Avevo risposto al bacio con tanto ardore che era stato impossibile per entrambi non abbandonarsi alla passione: avevo dimenticato le mie incertezze e le mie paure, così insensate in un’eternità da passare insieme.
Edward era già controllato, ma i miei avevano vigilato su di lui a lungo, terrorizzati all’idea di quanto accaduto nel giro di mezzo secondo. Nonostante tutto, dopo un esperimento con una sacca di sangue umano, che Edward era riuscito a non squarciare, gli avevano concesso di tornare a casa, munito di lenti a contatto verdi, per tranquillizzare i suoi genitori con la scusa di un incidente in cui ero stata coinvolta anch’io che lo riaccompagnavo a casa dopo i festeggiamenti di Natale.
Ora, ufficialmente, eravamo all’università di Dartmouth.
Tornai a concentrarmi sul mio amore, bello come un dio greco, ma ora corrucciato, gli occhi dorati fissi su un punto che seguii con lo sguardo: la cicatrice sul mio avambraccio. Non avrebbe mai smesso di dolersene.
Lo distrassi con un altro bacio.
“Buongiorno anche a te”, rispose finalmente lui, senza fiato. Mi alzai e mi diressi verso l’enorme provvista di vestiti procuratami da Alice e Rose. Era già tardi per l’appuntamento con Jacob.
Edward e Jacob andavano abbastanza d’accordo, ma il mio vampiro era geloso del bel ragazzo che avevo come migliore amico… come se avessi mai potuto guardare qualcuno che non fosse Edward.
Un po’ di tempo fa Jacob si era presentato alla porta del nostro cottage, preceduto dalla puzza di cane bagnato. Mi aveva spiegato che la presenza di vampiri sul territorio aveva innescato la trasformazione di alcuni ragazzi della tribù Quileute in licantropi. Aveva spiato la zona tabù per i licantropi e scoperto che era un vampiro. Nonostante fossimo nemici giurati per natura (i licantropi, mi aveva detto, esistevano per uccidere i vampiri, per proteggere gli umani), era venuto a offrirmi la sua amicizia. Ovviamente avevo accettato con entusiasmo.
Jacob tirava fuori da me il mio lato più infantile, immaturo e sconclusionato: era un ottimo amico, ma non avevo mai pensato a lui altrimenti.
Edward, pur credendomi, era geloso. Ma non mi aveva mai chiesto di scegliere. E io lo facevo, involontariamente, soffrire. Forse era sbagliato, ma mi sentivo un po’ in colpa.
A parte queste lievi incomprensioni, le nostre vite scorrevano felici… beh, le nostre esistenze forse sarebbe più corretto. E non intendo il classico “felici e contenti” delle fiabe: la realtà era molto meglio. Non una serenità monotona e abitudinaria, ma un’esistenza travolgente, vissuta con entusiasmo di giorno in giorno. Neanche in un sogno avrei potuto sperare tanto.
Credo che sia il punto di fermare la narrazione della mia esistenza. Mi diverto a pensare alle vostre facce al pensiero di una bellissima, immortale vampira che batte le dita veloci sulla tastiera, attenta a non distruggerla con la sua forza… se siete giunti a questo punto della mia storia vuol dire che vi siete interessati alle mie vicissitudini, ma non ho più niente da raccontarvi che non possiate facilmente immaginare da soli o che (lo ammetto) non voglia tenervi nascosto, giusto per conservare un minimo di privacy. E poi nulla può durare in eterno.
Beh, quasi nulla.

Isabella Marie Cullen

Beh, questo era l'ultimo pezzo della storia. Mi dispiace davvero finirla così in fretta, forse non avrei dovuto postare ogni giorno. Mi mancherete, temo. Provate a leggere qualche altra mia storia, o a iscrivervio al gruppo su Facebook. Grazie per avermi seguita. ♥ ~Maria}
@Giulia_Cullen: non credo siano arrabbiati, i Cullen, e comunque ormai bella è di sicuro perdonata :D
@Perthief: grazie *__* mi spiace che tu mi abbia scoperta solo alla fine, allora...
@Queen Alexia: i Volturi non piacciono a nessuno xD
   
 
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