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Autore: Tetide    08/10/2010    12 recensioni
Una crociera, per dimenticare; un viaggio per ricominciare. Un incontro inaspettato, in un momento inaspettato. Dopo una separazione è sempre molto difficile ricominciare, anche per Rosalie; ed è per questa ragione, che Oscar ed André le propongono una vacanza un pò diversa... che finirà per cambiarle la vita!! Dedico questa storia a Ninfea Blu e a tutti coloro che hanno amato Blue Velvet. Per la fanart al capitolo 6, debbo un enorme grazie a Ninfea Blu!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 -La gelosia non è più di moda... CAPITOLO 8
LA GELOSIA NON E’ PIU’ DI MODA…

Nota: il titolo di questo capitolo è ripreso da quello di una canzone del Trio Lescano: mi sembrava appropriato alla situazione che leggerete… e poi, scusate, ma non posso farci niente: la musica degli Anni ’40 mi piace troppo!! Mi sa che quel mio collega ha proprio ragione: debbo essere reincarnata, se mi piace lo swing…!!

Non avrebbe saputo dire perché, ma avvicinandosi a Louis, Rosalie decise che era meglio non farsi sentire; odiava l’idea di “spiarlo”, ma una forza irresistibile la costringeva a farlo, magari la stessa forza che ancora teneva in piedi le ultime sue remore nei riguardi di lui.
Si accorse che l’uomo stava usando un tono molto, troppo confidenziale con la persona all’altro capo del telefono; diceva addirittura parole come “tesoro” e “mia cara” con una frequenza inquietante. Senza esser vista né udita, si fermò a pochi passi dalla schiena di lui, riuscendo a percepire una voce femminile dall’altro capo del telefono.
E la cosa non le piacque. Non le piacque affatto.
Sentì una morsa che le stringeva forte la bocca dello stomaco, anzi era una fitta, una fitta dolorosa, che era come se le dicesse “Io te l’avevo detto…”.
Calma, Rosalie: magari era sua madre… una collega, un’amica… un uomo tanto affascinante e dolce deve essere corteggiatissimo dalle colleghe, magari qualcuna lo ha anche eletto a suo confidente, tipo fratello-mancato… non correre subito alle estreme conclusioni.
Per il momento, decise di non dire nulla, e di tenere gli occhi ben aperti: in fondo, se lei gli avesse fatto l’interrogatorio, lui avrebbe sicuramente negato, e per di più si sarebbe messo sull’attenti; invece, facendo finta di nulla, avrebbe potuto indagare meglio, e magari vedere se lui si tradiva o meno.
Louis mise giù il telefonino, ed immediatamente dopo lei finse di arrivare.
“Ciao”, gli disse tenendo gli occhi sul tavolo,
“Buongiorno amore!”, le rispose, allegro come sempre, lui.
Non aveva l’atteggiamento di chi per poco non era stato colto in flagrante, in effetti…
“Dormito bene?”, le chiese ancora,
“Mh…”,
“Non hai avuto freddo, tutta sola?”, le prese una mano, abbassando al contempo il tono della voce; poi si portò la mano di lei alle labbra, per sfiorarla.
Sembra tutto come al solito…
Si sedette, di fronte a lui.
“Prova uno di questi, sono buonissimi!”, le sussurrò, imboccandola delicatamente con un biscotto a due strati farcito al cacao: era dolce come sempre, né troppo smielato, segno di chi ha qualcosa da farsi perdonare, né troppo reticente, tipico comportamento di chi per poco non è stato scoperto con “le mani in pasta”.
Ma Rosalie restò sospettosa. Masticò lentamente il biscotto, guardandolo di sottecchi mentre si versava del caffelatte da una caraffa, sbirciando da sotto le proprie ciglia affinché lui non se ne accorgesse, ma fu inutile: lui la vide.
“Ho un aspetto tanto terrificante stamattina?” le chiese sorridendo,
“Perché mi dici questo?”,
“Perché è da quando sei arrivata che non fai che osservarmi. Cosa ho che non va?”,
“Assolutamente nulla. E’ un’impressione tua”, Rosalie prese la caraffa,
“E per quale motivo sei così sulla difensiva?”,
“Ho… ho dormito male, ho un gran mal di testa!”,
“Ah…”.
Continuarono a mangiare in silenzio per qualche minuto; Rosalie, in realtà, aveva lo stomaco contratto in una morsa di sospetti e domande inespresse.
“Scendiamo oggi, a Mykonos?”,
“Veramente… Oscar ed André mi hanno chiesto di scendere assieme a loro”,
“Va bene. Allora scendiamo tutti assieme”,
“Non credo sia una buona idea: io ed Oscar dobbiamo parlare di un problema che si è verificato in famiglia, e che le ha comunicato nostra madre, ieri sera”.
Louis tacque. Il comportamento della sua donna era davvero strano quella mattina, e lui non sapeva spiegarsene il perché: fino alla sera precedente, era stata allegra, solare, appassionata; adesso, all’improvviso, sembrava fredda e scostante, quasi gli facesse un favore a stare lì in sua compagnia. Che era successo, durante quella notte?
Dal canto suo, Rosalie era in un tremendo corto circuito: anche se non dava a vedere la tensione che l’agitava dentro, questa riusciva a rimescolarle il sangue in un modo quasi doloroso; da un lato, avrebbe voluto abbracciarlo, chiedendogli spiegazioni su quella strana telefonata, sperando di sentirsi dire che era tutto un equivoco, e che fra loro non sarebbe mai cambiato nulla; dall’altro, sapeva bene che, se voleva ricavare qualche conclusione certa, avrebbe dovuto cercarla da sola, seguendo il piano che si era prefissata, ovvero indagare nell’ombra i comportamenti più o meno nascosti del suo uomo; ma per far questo, avrebbe dovuto necessariamente mantenere le distanze da lui, per qualche tempo almeno, cioè fino a che quella faccenda non si fosse chiarita; e per finire, c’era quella strana vocina, che da tempo le diceva di non fidarsi troppo, e che ora gridava letteralmente che lasciarsi andare in questo momento, se davvero c’era di mezzo un’altra donna, sarebbe stato un vero suicidio.
Resisti, Rosalie! Poi, non potrai più tornare indietro: vuoi gettare nuovamente il tuo cuore alle ortiche, una volta a terra?
Per quanto doloroso fosse, doveva tenerlo lontano.

                                  **********

“Ah, che bel sole!”, Diane sorrideva con un' espressione beata, reggendosi il cappello di paglia, sotto il sole di Mykonos, che in mezzo a quelle piccole case bianche sembrava ancor più caldo e luminoso.
Alain le veniva dietro, col suo solito sorriso sornione sul viso.
Accanto a lui, André continuava a tirare foto ai paesaggi da quadro di quell’isola incantata.
Oscar e la sorella camminavano un po’ discostate da loro, in fondo alla fila.
“Ma si può sapere perché non hai nemmeno voluto che venisse assieme a noi? Non è stato carino da parte tua, sai!”, Oscar redarguiva la sorella,
“Tu ti saresti goduta la giornata al pensiero che il tuo nuovo fidanzato, forse fedifrago, stava a due passi da te?”,
“Come accidenti fai a dire che è un fedifrago? Solo per un paio di frasi che hai origliato da una conversazione…!”,
“Non erano un paio di frasi! Erano parole ben precise!”,
“Andiamo meglio ancora: parole! E tu lo stai mettendo sotto accusa per delle semplici parole!”,
“Ma scusa, a quale donna si va a dire “tesoro”, se non ad una fidanzata o ad un’amante?”,
“Ad un mucchio di persone: amiche, sorelle, parenti varie… specie se il tipo è avvezzo alle gentilezze, com’è Louis!”.
Rosalie sbuffò “Non mi convince, Oscar!”,
“Tu non ti convinci mai. Posso capire benissimo quanto tu sia ancora traumatizzata da Bernard e dal suo comportamento, ma guarda che non tutti sono…”,
“Non nominare Bernard, per favore!!”, Rosalie si portò le mani alle orecchie, in un gesto istintivo,
“O.K., O.K., datti una calmata, sorellina…”,
“Non lo voglio pensare! E non voglio nemmeno credere che Louis…”,
“E allora non farlo! D’altronde hai sentito solo poche parole, e ci stai ricamando sopra tutto, da sola!”.
Tacquero, continuando a seguire gli altri tre, i quali, al contrario di loro, erano chiassosamente allegri. Rosalie si guardò intorno.
Le stradine erano colme, ai lati, di piccole botteghe, che vendevano ogni sorta di cose, per turisti e non; cercando di distrarsi, entrò in una di queste, tirandosi dietro Oscar, la quale fece appena in tempo a gridare al marito “Ragazzi! Noi siamo qua dentro!”.
Rosalie si avvicinò ad un appendiabiti sul quale stavano appesi parei multicolore, e se ne rigirò uno tra le mani.
“Tu lo ami?”, la voce di Oscar arrivava sempre all’improvviso, come un colpo di frusta; Rosalie girò la testa,
“Cos…?”,
“Ti ho chiesto se lo ami”,
“Credo… di sì… Sì!”,
“Allora dovresti fidarti di lui!”,
“Come?!?”,
“Si deve avere fiducia nella persona che amiamo, altrimenti che amore sarebbe?”,
“Se è per questo, amavo anche quello là!”,
“Quello era un caso a sé; ma Louis non è quello là!”.
Rosalie lasciò andare il pareo e sospirò.
“E io come faccio a saperlo? Come faccio ad essere sicura che non abbia un’altra fuori da questa nave, e che mi stia solo prendendo in giro?”,
“Ma apri gli occhi, sciocchina! Non ricordi come ti guardava? Ed il regalo che ti ha fatto? E quando ballavate, occhi negli occhi? Ricordi il suo sguardo, il suo sorriso? Davvero ti sembravano quelli di uno che finge?”.
L’altra ci pensò su.
Oscar riprese.
“Se hai dei dubbi, pensa al suo sguardo. Pensa al suo sguardo e cerca nel tuo cuore: le risposte le hai tutte lì”.
Quando ritornarono in strada, videro che André e gli altri si erano fermati a parlare… con Louis!!
Con un risolino sulla bocca, Oscar li raggiunse; dietro a lei, più lenta per l’imbarazzo, veniva Rosalie, il passo incerto e traballante.
“Ah, siete qui!” fece André circondando con un braccio le spalle della moglie “Credevamo che vi avessero sequestrate!”,
“Rosalie è un po’ indecisa quando fa acquisti”, rise lei,
“Beh, noi andiamo a mangiare qualcosa. Venite anche voi?”, chiese André rivolto a Rosalie e Louis,
“Veramente preferirei una passeggiata. Vuoi venire con me, Rosalie, o preferisci andare con loro?”,
“N-no, io… vengo volentieri a fare una passeggiata…” le parole le tremavano in bocca, mentre con un’occhiata aveva incrociato un eloquente sguardo di Oscar che diceva chiaritevi!!
“Bene. Allora a più tardi!”, Louis prese Rosalie per il braccio.
Lei barcollò, sentendo il suo profumo.
“Tutto a posto, amore? Cosa c’è, hai bevuto alcool? Non mi sembra che tu stia tanto bene…”,
“E’… è tutto a posto, tranquillo…”,
“Se preferivi andar con loro, potevi dirlo…”,
“No, no… voglio stare un po’ con te…”.
Ma perché accidenti non riesco a tenere gli ormoni a posto??
Basta un po’ di profumo, e mi gira la testa?!? Bé, è anche vero che mi è mancato…

Si incamminarono verso il lungomare, una piccola stradina che costeggiava uno specchio di mare limpido, da un lato, ed una fila di bianche casette basse dalle cornici delle finestre colorate, dall’altra; era tardo pomeriggio, e le ombre iniziavano ad allungarsi, il mare iniziava a tingersi di arancione, conferendo un’aria pittoresca al riflesso delle case bianche su di esso.
Il braccio di Louis scese a cingerle la vita, attirandola a sé; istintivamente, gli appoggiò la testa su di una spalla, socchiudendo gli occhi.
“Sei bellissima con questo vestito…”,
“Grazie…”.
Indossava un abito corto blu, con un corpino con scollo a cuore attillato e spalline, ed una gonna a ruota a balze di chiffon.
“Mi piacerebbe togliertelo, stasera…”.
Il cuore di Rosalie fece un balzo.
“Vieni da me, stanotte?”,
“Louis, io…”,
“Preferisci che venga io?”, iniziò a lasciarle dei leggeri baci tra il collo e la spalla.
Accidenti, Louis, perché fai così? Stai giocando col fuoco, e lo sai! Sono sempre una donna, dopotutto, e non una statua di pietra!
Sentì una mano che le si infilava sotto la gonna.
“Louis… potrebbero vederci…”,
“Non c’è nessuno. Solo noi”.
Era vero: la strada era completamente deserta.
Le labbra calde di lui erano risalite fino al viso, fino a trovare le sue, ed a schiuderle in un bacio sempre più passionale: lei si lasciò andare.
“Louis… ti prego… non qui…”,
“Entriamo in quel cortiletto, quella casa sembra abbandonata…”.
Lei si staccò “Ma tu sei scemo!!! Lo vuoi fare contro al muro?”,
“Non ti piacerebbe?” sorrise lui.
Mi piacerebbe da matti, invece! Solo tu sai come farmi perdere il controllo, Louis!! Le tue… trovate sono da brivido!!
Ma non posso cedere, mi farei solo del male se poi, una volta scesi, tu…
L’abbracciò, riprendendo a baciarla; Rosalie corrispose con passione, sentendo una vagonata di farfalle dentro al suo stomaco.
“Ti amo, Louis…”.
L’idillio fu interrotto dal trillare di un telefonino, quello di Louis.
“Scusami un attimo” fece lui, lasciandola e passandosi una mano tra i capelli.
Lo sguardo della donna si fece scuro.
Louis prese il telefono “Pronto?”.
E lei riconobbe quella voce.
Ancora lei!
Louis si era allontanato di qualche passo per avere più privacy, ma Rosalie riuscì benissimo a percepire la parola tesoro.
Le salì il sangue in testa.
Io devo scoprirlo!
Conclusa la telefonata, Louis tornò da lei, riprendendo ad abbracciarla; ma lei si ritrasse.
“Ho sete. Andiamo a bere qualcosa?” gli disse tutto d’un fiato.
Lui restò basito da quel repentino cambiamento “D’accordo…”.
Entrarono in un piccolo ristorante-bar, dove una donna in abiti locali stava canticchiando mentre asciugava dei bicchieri; si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere.
Mentre attendevano le ordinazioni, Louis si alzò.
“Scusa, dovrei andare in bagno un momento”,
“Fai pure”.
Mentre l’uomo si allontanava, Rosalie rivolse la propria attenzione al cellulare di lui, che l’uomo aveva lasciato sul tavolino; si sentiva una ladra, ma doveva sapere!
Rapidamente, lo prese, andando a cercare tra le chiamate ricevute; e l’ultima che lesse recava il nome Marie Françoise.
Lo rimise giù giusto in tempo, poco dopo Louis tornò.
Poco dopo, arrivarono anche le ordinazioni.
Bevvero in silenzio, con una perplessa Rosalie che osservava distratta il tramonto sull’Egeo, ed un Louis che la osservava preoccupato.
“Amore… ma sei sicura di sentirti bene? E’ da stamane che sei molto strana. Ci sono dei problemi a casa, forse?”,
“No. E’ tutto risolto” rispose lei senza guardarlo neanche in faccia,
“Non ti capisco davvero…”, scosse la testa Louis.
Adesso, sia il cielo che il mare erano di un colore rosso acceso.

                                        **********

Diversamente da Oscar ed André, che avevano mangiato a terra ed ora si stavano scatenando in discoteca, e da Alain e Diane che avevano preferito il self-service, Rosalie e Louis scelsero il ristorante Giapponese, quella sera: era situato su uno dei ponti più alti della nave, e dai finestroni si poteva godere di una magnifica  vista sul mare.
Non si erano cambiati: l’ambiente era piuttosto informale.
Rosalie continuava ad esibire il suo cipiglio, nonostante gli sforzi fatti da Louis.
Un cameriere li invitò a seguirlo al tavolo degli aperitivi per degustare del saké; una volta che ebbero raggiunto il tavolo, il telefonino di Louis trillò di nuovo. Lui, naturalmente, lo prese.
Era lei.
Adesso scoppio!, pensò Rosalie.
Si avvicinò al fidanzato che aveva fatto qualche passo in direzione dei finestroni, e gli strappò il telefonino di mano.
“SENTIMI BENE, MARIE FRANCOISE: IL SIGNORE QUI PRESENTE E’ CON ME IN CROCIERA, ED E’ IL MIO RAGAZZO! RAGION PER CUI, SE HI VOGLIA DI TRASTULLARTI CON QUALCUNO, VATTI A CERCARE UN ALTRO!! SIAMO INTESI, TESORO?!?”.
Alzò lo sguardo furente su di uno sbigottito Louis, fregandosene che tutti, nel ristorante, la stavano guardando.
Mentre la rabbia le sbolliva, la voce dall’altro capo del telefono attirò la sua attenzione.
“Pronto… pronto…”.
Si riaccostò il telefonino all’orecchio, pronta ad un’altra sfuriata.
“Louis, che succede? Che succede, fratello?”,
Fratello?!?
Guardò il fidanzato, che in quel momento, una mano su di un fianco, le stava facendo segno con le dita di restituirle il telefonino.
Confusa e muovendosi come un robot, lei glielo restituì.
“Marie, tesoro, hai appena conosciuto la tua nuova cognatina. La tua gelosissima nuova cognatina!”.
Alt! Stop! Qualcuno fermi la banda! Quella là… è sua sorella?? Ohhh, che gaffe…!
Soltanto in quel momento, Rosalie si accorse di avere gli sguardi dell’intera sala puntati addosso, compreso quello del cameriere, che reggeva un piatto di sashimi.
“… Certo che te la passo! Anche lei, d’altronde, vuole conoscerti! Vero, Rosalie?”.
La poveretta, in risposta, abbassò la testa un paio di volte.
“Ehm, … pronto?”, balbettò,
“Ciao, tesoro! Sono lieta di fare la tua conoscenza! Finalmente Louis ha messo la testa a partito, eh?”,
“Sc… scusa se… prima… io ho creduto che…”,
“Posso immaginare cosa hai creduto… d’altronde, mio fratello è talmente fascinoso, che lo penserebbe qualunque ragazza. Ma non preoccuparti, mi piacciono i tuoi modi… spicci”.
Le due parlarono al telefono per un po’, sotto lo sguardo divertito di Louis; quando si salutarono, Rosalie si era un po’ rilassata; Louis la prese sotto braccio e la riportò al tavolo.
“E’ per questo che eri così taciturna, oggi?”,
“Sì, per questo…”,
“Credevi che mi prendessi gioco di te?”.
Rosalie non rispose.
“Mia sorella ed io siamo molto legati; sai, i nostri genitori sono morti in un incidente quando eravamo piccoli, e lei mi ha fatto un po’ da mamma… ci tiene a me!”.
Rosalie annuì.
“Quando torniamo a Parigi, te la presento”. Rosalie gli sorrise; Louis le prese una mano per baciargliela.
La gelosia non è più di moda, Rosalie…

Ciao a tutti!!!
Allora, che vi pare di questo capitolo? Mi è uscito fuori praticamente in una notte, ma spero che sia stato divertente.
Come avete visto, la nostra Rosalie è terribilemnte sotto l'effetto del "trauma Bernard", al punto da vedere fantasmi dove non ce ne sono; ma d'altronde, si può capirla: certe cose fanno male; diversamente, non si chiamerebbero "traumi"...
Adesso, le risposte personali.
Jenny 123: se ci sei, fatti viva!!
Kira91: idem come sopra.
Medusa: sono contenta di riavere tue notizie, e sono lieta di sapere che ti sei divertita (beata te che hai potuto! ;-)). Anche io adoro le crociere e le Isole Greche, soprattutto Santorini; a Rodi non sono mai stata, ma a quanto leggo tu invece sì: mi racconti qualcosa...?
Pry: premettendo che non mi sono affatto offesa... non mi stupisce affatto che tu non conosca Glenn Miller: se non hai sentito nominare molti dei cantanti dei giorni nostri, come potresti conoscerne uno che "operava" negli Anni '40?? Tornando al capitolo, ovvio che Rosalie e Saint-Just se la spassino allegramente... alla faccia di quel traditore di Bernard! Il pigiama-party... ho ricordato il mio, tanti anni fa... e riguardo ai tuoi filmini, ci ho preso un poco? ;-)
Kikkisan: è pronta la nuova cisterna? No, sai, è che leggendo del cortiletto non si può mai sapere... Eh sì, Rosalie è tornata in piena fioritura, grazie a Louis... spero di non avervi fatto soffrire troppo, con questo capitolo!
Crissi: allora, Louis ti ha deluso? Non parlava con la mamma, non proprio, però quasi... sul Fersen in pigiama concordo pienamente *ç* Che te ne pare del ristorante Giapponese?
Ninfea Blu: mi dispiace di averti deluso (se ti ho deluso) quanto alle ex-fidanzate, ma la traccia del capitolo l'avevo già in testa da un pezzo:-) E' proprio vero, un ricordo dell'estate appena finita, in questo periodo ci sta sempre bene... ero sicura che avresti apprezzato l'alberghetto romantico, dato che avevi amato particolarmente "quelle" scene di Blue Velvet.
Lady in Blue: tranquilla, anche se "presa e squagliata" dal suo bello in piscina, Rosalie ha pensato anche agli aspetti "pratici" della questione... innamorati, non scemi :-) e poi, sono due trentenni, non due adolescenti sprovveduti, no? ;-) In questo capitolo, la nostra si è fatta un bel pò di paranoie... prima di sciogliersi più di prima! XD
StregaGrianne: e fanno proprio bene a divertirsi un pò, soprattutto Rosalie, che dopo la stangata presa da Bernard deve rifarsi, no? Quanto ad André... personalmente, lo preferisco in costume! XD
Livia: grazie, in effetti ogni volta che descrivo una scena "piccante" non sono mai del tutto convinta... mi sembra di essere rimasta troppo sul "leggero", o viceversa di avere esagerato... ma le vostre parole al riguardo mi incoraggiano ad avere un pò più di fiducia in me stessa :-) Come ti sembra il nuovo capitolo?

Un bacione anche a chi legge soltanto. Tetide.


 

  
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