Ãḳäĭ Ṡųṅã Ŋō Șẫƃáĸǘ
La Luna in una Notte.
La grande Luna perlata splendeva sul
deserto del Paese del Vento e faceva brillare le dune sabbiose che
circondavano il villaggio di Suna e che ogni tanto perdevano alcuni
granuli per le leggere brezze che l'accarezzavano.
Hanako scrutava tutto ciò con i suoi
occhi verdi dalla finestra della sua stanza mentre si pettinava i
capelli lunghi prima di coricarsi al letto dopo un'altra giornata
d'allenamento; era un abitudine che sua madre le aveva impartito da
piccola e non era più riuscita a togliersela nemmeno durante il
viaggio.
Erano già otto giorni che Hanako si
allenava con Kankuro e dei miglioramenti c'erano stati e doveva
ammetterlo anche lei: aveva migliorato il controllo del Chakra,
diminuendone il flusso e rendendo i suoi fili quasi invisibili, i
movimenti delle dita erano più fluidi e veloci e riusciva a
manovrare perfettamente la sua Ryomen e gli oggetti.
Con il tempo aveva anche imparato a
digerire il suo maestro ed a dover dare ragione alla Signora Yoko:
era un ottimo ninja marionettista, bravo nell'insegnare e soprattutto
nel rimproverare, cosa in cui ci trovava stranamente gusto.
Ovviamente, le battutine tra loro due erano all'ordine del giorno e
facevano sorridere chi era intorno a loro, provocando l'irritazione
dei litiganti che sbuffavano e continuavano l'allenamento tra
occhiatacce e grugniti.
Sorrise nel ricordare i visi rilassati
di Matsuri e del Kazekage, che assistevano e si allenavano con loro.
In un lampo, le tornarono in mente i tratti del volto di Gaara e le
parole della Signora Yoko.
“Il villaggio aveva paura di lui,
lo isolava e temeva; suo padre tentò più volte di ucciderlo senza
successo. Divenne chiuso in sé stesso, silenzioso e consumato da un
odio profondo e provava piacere solo nell'uccidere.”
Chissà che cosa ha dovuto provare un
bambino così piccolo e solo... Questo pensiero le tormentava l'animo
e le faceva stringere il cuore in una stretta dolorosa. Buttò la
spazzola sul letto ed aprì silenziosamente le imposte della finestra
e mise un piede nudo fuori sul davanzale, guardando minuziosamente
ogni casa che le era di fronte.
Come ogni notte insonne, Gaara era
seduto a fissare la Luna su un tetto. Nonostante non fosse più la
forza portante del Demone Tasso, per lui il problema del dormire non
si era ancora risolto e spesso invidiava vedere le figure rilassate
dei suoi fratelli dormire beatamente nei loro caldi e comodi letti,
non che ne facesse un colpa ovviamente: non aveva memoria della sua
ultima sana e bella dormita e forse non ne aveva mai avuta una in
vita sua.
Sentire il silenzio che regnava a Suna
gli faceva come da pace nel suo cuore e nella sua mente, inspirò
l'aria secca dal naso e chiuse gli occhi per poi riaprirli
velocemente, forse era il caso di sgranchirsi un po' le gambe visto
la lunga nottata che gli attendeva. Si alzò in piedi e scrutò i
tetti che lo circondavano, silenziosi e maestosi, mosse qualche passo
verso nord ed osservò le strutture finché una di esse non attirò
la sua attenzione. C'era qualcuno.
Agilmente saltò su i quattro tetti che
lo dividevano da quella persona e si parò dietro di essa, che non
aveva sentito la sua presenza, incrociando le braccia al petto ed
osservandola da dietro silenziosamente ed soffermandosi sulla
persona. Aveva i capelli lunghi castani, che le ricadevano mossi
lungo tutta la schiena, una semplice canotta nera e dei pantaloni
enormi lunghi ed azzurri.
“Chi sei?” irruppe severamente,
pronto ad attaccare in caso di nemico.
La persona si volse e sgranò gli occhi
“K-Kazekage?”. Due occhi verdi lo scrutavano stupiti e Gaara
riconobbe la figura che lo stava guardando.
“Hanako.”
La ragazza si alzò in piedi e si
aggiustò i vestiti, accennando ad un inchino “Mi scusi se l'ho
insospettita, Nobile Kazekage, non riuscivo a dormire e così ho
fatto un giro....”
“Siamo in due.” disse il rosso
rilassando le spalle e camminando verso la ragazza “Stavi guardando
la Luna?” chiese poi sedendosi sul bordo del tetto e guardando Suna
dall'alto, tentando di essere più cordiale possibile.
“Beh... Sì, è molto bella questa
sera!” ammise la ragazza mordendosi il labbro inferiore e sedendosi
accanto al Kazekage, mantenendo un po' le distanze.
“Puoi avvicinarti, non ti uccido mica
sai?”. Il tono del rosso, calmo e pacato, mal celava quella che
sembrava una richiesta mista ad una sorta di tristezza e
rassegnazione.
“Scusate, non volevo essere
sfacciata...” soffiò avvicinandosi al ragazzo lentamente
muovendosi con il bacino. Gaara scrollò le spalle in segno negativo
mentre continuava a guardare il panorama.
“Siete solito dormire molto?”
chiese la ragazza stringendosi le ginocchia al petto ed affondando il
mento tra esse. Il deserto nelle ore notturne arrivava al di sotto
dello zero ed il vento gelido cominciava a sentirsi sulla sua pelle
nuda e delicata.
“Prima per niente, ora pochissimo...”
“Per colpa del... “Coso”?”
azzardò Hanako guardando il profilo prefetto di lui.
“Si.” rispose breve Gaara
voltandosi verso di lei ed inchiodandola con il suo sguardo
acquamarina.
La ragazza arrossì violentemente e
girò lo sguardo dall'altra parte. “Ma che cavolo fai, Hana?
Perché t'imbarazza così tanto?” pensò chiudendo gli occhi
“Scusa... Cioè... Mi scusi.” mormorò poi.
“Mi pare di aver detto che puoi
chiamarmi Gaara...”
“Sì, scusa.” sorrise imbarazzata
grattandosi la nuca e rabbrividendo un po' per il venticello che si
era alzato improvvisamente. Strinse i pugni e si fece coraggio per
cercare di instaurare una conversazione con il Kazekage e si stava
auto-convincendo che poteva farcela, grazie all'abbigliamento “non
ufficiale” del ragazzo, che aveva sostituito i soliti abbigliamenti
da Kage con una semplice maglia e un pantalone lungo bordeaux ed una
giacca color sabbia.
“E' strano...” disse
improvvisamente.
“Cosa?” chiese uno scettico Gaara,
osservando la ragazza con la coda dell'occhio.
“Che tu non riesca a prendere
sonno... Cioè, non so, hai provato con un po' di valeriana?”
chiese Hanako sorridendogli simpaticamente e cercando di risanare la
figuraccia appena fatta.
Il rosso la fissò stupito, poi abbozzò
ad un sorriso divertito “Sì, ma non ho ottenuto alcun effetto...”
La ragazza ci pensò su “Prova con
una canzone...”
“Come?”
“Quando ero più piccola e la notte
non riuscivo a dormire per via della solitudine, mia madre veniva da
me e cantava una canzone per farmi addormentare... Funzionava!”
soffiò debolmente la ragazza osservandosi le ginocchia.
Gaara l'osservò, provando tristezza:
la sua infanzia l'aveva passata a girovagare per le strade buie e
deserte di Suna, nel completo silenzio e nella beatitudine dei suoi
abitanti intenti a passare una notte fatta di un sonno più o meno
sereno. Il suo Tasso non gli permetteva di dormire, ogni qualvolta
che provava a chiudere gli occhi ed a appisolarsi, esso si nutriva
della sua anima, dilaniandolo dall'interno, e non poteva mai
permettersi di abbassare la guardia. Si scosse da quei pensieri e
guardò il cielo, stranamente le parole del Vecchio Ebizo
cominciarono a rimbombargli nella mente.
“Non abbiate paura di essere
curioso di una ragazza...”
Decise che forse quello era il momento
più adatto per scoprire di più su quella ragazza.
“Hanako?” proruppe il ragazzo
richiamando l'attenzione di questa “Le tue origini non sono
collegate solo al Villaggio della Sabbia, vero?”
“Esatto. Mio padre era un ninja della
Roccia ma è morto tantissimo tempo fa, non avevo nemmeno cinque anni
quando accadde...” sospirò ed aggiunse “L'avete... L'hai notato
per la mia fisionomia?”
“E' strano vedere un membro della
Sabbia Rossa che non ha niente di... Rosso...” Hanako sorrise di
quella battuta ed il Kazekage continuò “Hai i capelli castani...
Gli occhi verdi... Sono insoliti...”
“Assomiglio molto di più a mio padre
da questa parte...” ammise la ragazza rabbrividendo dal freddo
emanato dal vento che si era alzato. Sentiva ogni suo pelo del corpo
rizzarsi dal gelo e provocargli quella fastidiosissima pelle d'oca
che tanto odiava.
“Hai freddo?” le chiese Gaara
scrutandole la pelle chiara.
“Eh? N-No, non ho freddo...” mentì
Hanako distogliendo lo sguardo, guardando le dune sabbiose
all'orizzonte.
Il Kazekage sorrise tra se e scattò in
piedi, fece scivolare la sua giacca sulle braccia e la posò
delicatamente sulle spalle della castana, che sussultò di quel gesto
improvviso ed inatteso.
“Non c'è bisogno! Io...”
“Buonanotte Hanako.” disse il rosso
prima di saltare giù dal tetto.
“Hanako, che diavolo stai facendo
adesso?”
La voce stridula di Kankuro pizzicava
il cervello della ragazza in modo fastidioso e le rimbombava nella
testa. Hanako strinse gli occhi ed aggrottò i sopraccigli come a
respingere la voce del suo maestro e si tolse dalla posizione che
aveva assunto, ovvero in verticale con i piedi nudi in avanti.
Ritornata alla posizione eretta, si
guardò in giro con aria innocente “Niente, Sensei. Cominciamo?”
“Tu non me la racconti giusta,
ragazzina! Che stavi facendo?” chiese nuovamente il marionettista
mettendo le mani ai fianchi e riducendo a fessura le sue due olive
verdi.
“Niente! Siamo duri di comprendonio?”
“Ma come osi parlarmi così? Muoviti
e comincia ad allenarti con le marionette!” la rimbeccò Kankuro,
incenerendola con lo sguardo.
“Siamo nervosetti?”lo schernì
Hanako cacciando il suo rotolo e richiamando la sua marionetta.
“Vorrei vedere te se ti dovessi
preparare per andare alla Foglia per questi inutili esami!”
“Sensei, non credo che “inutili”
sia la parola idonea. Io userei “seccatura”...” sentenziò
seria la castana colpendo un bersaglio con un kunai estratto dalla
bocca di Ryomen.
“Mi sembra di sentir parlare quel
Nara...” sbuffò esasperato il marionettista grattandosi la testa
mora.
“Nara? E chi è?”
“Uno con la flemma del Villaggio
della Foglia che ha un particolare interesse per qualcuno di mia
conoscenza...”
“Sembra simpatico, oltre che pigro.” sorrise
la ragazza.
“Tranquilla, lo conoscerai tra poco,
visto che partiamo tra tre giorni! Te compresa!”
Hanako sgranò gli occhi stupita
“I-Io?” chiese incredula.
“Purtroppo sì. Ordini supremi del
sommo Kazekage.”
“Il Kazekage!” trillò
all'improvviso Hanako ricordandosi del giubbotto che le aveva
prestato la notte precedente “Sensei, devo chiederti un favore.”
Kankuro aggrottò un sopracciglio
dubbioso “Cosa?”
“Posso andare da mio nonno Ebizo?”
“L'allenamento ha la priori-...” Il
marionettista non finì la frase, perché un voce autoritaria lo
interruppe alle sue spalle.
“Kankuro! Gaara vuole parlarci!”
Hanako si sporse con il viso oltre le
spalle del suo maestro, benedicendo chiunque fosse stato a
richiamarlo, e scorse una figura femminile alta e snella, con dei
capelli biondi legati in quattro codini ed una vistosa arma sulle
spalle. Aveva gli stessi occhi di Kankuro.
“Tks, arrivo Temari! Sei stata
fortunata...” disse puntando un dito contro la sua allieva, che lo
guardava trionfante.
“A domani, Kankuro-sensei!”
annunciò serafica la Sabbia Rossa prima di prendere le sue cose ed
addentrarsi nel Palazzo del Kazekage.
n.d.a.
Ehm, scusate il ritardo... ^^' Non sono morta, per vostra sfortuna...
Ho avuto un po' d'impegni e sono tutt'ora raffreddata, in ragion per
cui questo capitolo fa leggermente tabto schifo! XD
Diciamo che sono capitoli piuttosto "soft", anche perché non so
di preciso cosa far accadere, è ancora tutto un mistero per me!
Come sempre, attendo il vostro giudizio! ^^
Ringrazio tantissimo chi legge, chi ha inserito la fic tra le seguite/ricordate/preferite, e chi ha recensito lo scorso cap., ovvero _Giuly_ e FeyM.
Un bacione dalla Lu! =*