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Autore: Appleeatyou    08/10/2010    1 recensioni
Non puoi fare in modo che non gli capiti mai niente, dovrebbe non fare mai niente… sai che noia, povero Sergio! [Dori, tratto da Finding Nemo]
Questa storia ha partecipato all'ottava edizione dell' Original concorsi di Eylis, con la traccia "La stazione... e il Drago"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Terza Manches. [Terzo turno]

 

Un bambino di circa sette anni correva sull’acciottolato in pietra della stazione di Ring Scotland Cross, seguito a ruota da una giovane donna bionda che trasportava una grossa valigia e uno zainetto più piccolo.

 

-“ Un attimo, Alessandro!”-

 

Il bimbo si girò verso la madre, con un enorme sorriso stampato sul volto liscio e pallido –“ Muoviti, maaaaaammaaaa!”-

 

Cyndia sospirò, poggiò la valigia a terra e portò le mani alla base della schiena, sentendo scricchiolare le ossa con evidente piacere. Aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu la giacca vento verde militare di Alessandro che la precedeva di qualche passo.

 

Erano passati sette anni dall’ultima volta che aveva “visitato” Ring Scotland Cross, anche se la Stazione in cui era ora era molto diversa dal suo predecessore, ma ricordava ancora benissimo tutto quello che era successo lì: per lei quella Stazione aveva significato l’inizio di una seconda vita, e da lì sarebbe ripartita per provare ad avere una vita migliore.

 

Non era stata molto dura, in verità: dopo la sua scelta e dopo essere uscita dall’ospedale, aveva trovato subito lavoro come dattilografa presso una vecchia signora che desiderava pubblicare le memorie di un suo antenato. Niente di eclatante, ovviamente, ma già il fatto che potesse tranquillamente portare il suo bambino con sé era stata una vera benedizione del cielo.

 

Aveva svolto molti altri lavori man mano che suo figlio cresceva, ma erano sempre riusciti a cavarsela degnamente anche grazie alla signora Cattelhoun, la prima ad averla assunta come dattilografa, che aveva preso simpatia verso di lei e molto spesso l’aveva invitata a casa sua per tenerle compagnia come governante.

 

Cyndia si era decisa ad accettare solo dopo quattro anni di pacate ma insistenti richieste: non le piaceva abusare della gentilezza delle persone, ma quella povera donna era sola al mondo tranne per un figlio che non le scriveva mai e mai l’andava a trovare, proprio come lei, che a parte Alessandro non aveva nessuno.

 

Era giunto il momento di iniziare ad affrontare la vita, piuttosto che rivolgerle solo dei rabbuffi di spirito combattivo come aveva fatto in quei sei anni. Un quinquennio più un anno era trascorso affinché lei decidesse che ogni tanto valeva la pena di rincorrere la palla fino in strada anziché rimanere sul marciapiede e comprare un’altra palla.

 

La donna si alzò, leggera come mai si era sentita, e si avvicinò alle rotaie del treno seguendo la scia di Alessandro.

 

Sorrideva.

 

Stava ancora sorridendo quando inciampò in una sporgenza della pietra che prima non c’era e cadde di lato, finendo sulle rotaie proprio mentre il treno sopraggiungeva.

 

Stava ancora sorridendo quando si sentì mancare il suolo sotto i piedi, mentre suo figlio la chiamava interrogativo –“ Mamma?”-

 

Stava ancora sorridendo quando il suo corpo cadde contro le fredde rotaie e sentì distintamente una voce nella sua testa, crudele e beffarda.

 

Ti avevo detto che te ne saresti pentita, stronza.

 

Stava ancora sorridendo quando il treno le piombò addosso.

 

Stava ancora sorridendo, quando morì.

 

[Game over.]

You win.

 

 

 

Note autrice.

Vaaaa beeeene, non mi piace. Per niente.

E’ in alcuni punti melensa, in altri sciocca, in altri ancora depressiva.

 

Insomma, è uno schifo. E dire che l’idea mi era piaciuta molto!

 

Dunque, non penso di avere molto da dire. Potete prendere questa storia come una versione dell’eterna lotta tra bene e male o, per meglio dire, dell’eterna lotta tra la vita e la morte. Talvolta vince l’una, talvolta l’altra.

Stavolta, ha avuto la meglio la Morte.

 

Ok, forse il colpo di scena finale mi piace, ma sinceramente mi sono davvero spezzata le ossa per questa storia, perché purtroppo il limite era di novemila parole e io avevo in mente una storia più lunga e dettagliata rispetto a questa.

Grazie al cielo ho ricordato del limite, e allora ho meditato a lungo prima di decidere quali elementi dovevo tenere e quali potevo omettere… come la parte sulla madre di Cyndia, o quella in cui lei conosce la signora Cattelhoun. In effetti la storia non è troppo lunga, siamo sulle cinquemiladuecento parole, ma se avessi aggiunto altro mi sarebbe venuta voglia di allungare troppo il brodo e sarei tornata alle diecimila e ottocento parole della versione iniziale.

 

Il titolo è un gioco di parole, e può essere letto in due modi: Di pentimenti e di partite [intese come gioco tra Vita e Morte]  o Di pentimenti e di-partite [da leggere tutto attaccato nel senso di dipartita, morte. Cyndia, come è chiaro, muore].

 

Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo sì, è stata la Stazione a far inciampare Cyndia ed ucciderla. Per prendersi la sua rivincita, che diamine. Spero che ciò sia chiaro –si dovrebbe notare nel momento in cui la mia protagonista inciampa su di una sporgenza che prima non c’era, e quando la Stazione si prende gioco di lei un attimo prima di morire].

 

Cyndia è un bel nome. E’ preso dal manga Yugi-oh, ed era il nome della fidanzata di Pegasus. Oh, molti non sapranno di cosa parlo, fa niente^^.

 

Comunque trovo molto azzeccata sia la strofa di Kelly Clarkson sia le parole del pesciolino Dori. Le parole di Kelly sono riferite alla vita che Cyndia ha vissuto, sempre protetta e al sicuro, mentre le parole di Dori servono da monito alla mia protagonista per farle capire, prima di commettere lo stesso errore di sua madre, che non si può impedire ad una vita di svolgere il suo naturale corso degli eventi: ci sono sia momenti belli che momenti brutti, ma non può sempre non succedere niente.

 

Sarebbe come essere morti.

 

A parte questo mio piccolo sproloquio, spero che la storia vi sia piaciuta^^

 

E.

 

 

Per chi non sa l’inglese:

 

You win [Hai vinto - Riferito alla stazione]

Game over [Il gioco è finito]

Manche(s) [Turno]

Ring Scotland Cross: se non sbaglio esiste davvero, ma ora non ricordo dove o quando l’ho sentita! Comunque, esiste davvero una stazione di treni che collega Iverness –capitale di Highland- a tutta la Scozia, solo che non si chiama esattamente così. Ora mi sfugge il nome, ma controllerò!

Because of you/ I learned to play on the safe side so I don't get hurt: a causa tua ho imparato a giocare nel lato sicuro, così da non rimanere ferita.

You never thought of anyone else/ You just saw your pain: Non hai mai pensato a nessuno, vedevi solo la tua sofferenza.

Time out [Intervallo]

Game is Starting [Il gioco è iniziato]

 

  
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