Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |       
Autore: GiveMeAPen_    08/10/2010    6 recensioni
Vedevo il pubblico battere le mani e lo sentivo esultare ogni volta che la mia voce e quella di Rose si sovrapponevano.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Temporale

Ero al cellulare,come era mio solito quando trovavo un po' di tempo libero. Il tempo,fuori dall'auto,era pessimo. Pioveva a catinelle e il cielo continuava ad illuminarsi ogni cinque secondi. Stranamente,però,tutto ciò non mi dava fastidio. Anzi,mi rilassava. Era come se il tempo si fosse fermato. Tutta quell' "oscurità" mi faceva sentire al sicuro,in qualche strano modo. Era come se "Justin Bieber",il cantante famoso,se ne fosse andato ed avesse lasciato spazio solo a me. Ero semplicemente Justin in quel momento ed adoravo starmene tranquillo e riposarmi per un po'. In fondo,sono un essere umano anch'io,no? Proprio mentre stavo pensando a questo,udii un tonfo. L'auto di botto si fermò,facendomi sbattere contro il sedile davanti,dove era seduto Kenny.
"Che succede?" chiesi,preoccupato.
"Dev'esserci qualche problema. Resta dentro,vado a controllare" disse lui,uscendo.
Cosa sarebbe successo se fossimo rimasti bloccati in mezzo alla strada? Ci trovavamo in un paesino sperduto chissà dove,in un posto talmente sconosciuto,da non essere nemmeno sulle cartine geografiche. L'unico problema era che Usher e gli altri mi aspettavano per registrare a chilometri e chilometri di distanza ed io ero fermo lì,impotente di fare qualcosa. Dopo qualche minuto Kenny rientrò.
"Siamo bloccati. Dobbiamo scendere e chiedere aiuto a qualcuno,se non vogliamo rimanere qui fino alla fine della nostra vita".
Io sospirai e scesi. Mi infilai il cappuccio della felpa e mi osservai intorno:non c'erano bar,negozi o qualsiasi altro posto dove poter chiedere aiuto. L'unica cosa che vidi fu una casetta,in lontananza,dispersa in mezzo alla nebbia.
"Kenny,guarda là" dissi,indicando un punto preciso.
"Andiamo" disse lui,correndo verso la casa. Io lo seguii,anche se era difficile camminare in mezzo alle pozzanghere e diciamo che quel giorno non mi sentivo esattamente "atletico". Quando arrivammo davanti alla porta,Kenny bussò con forza,ma non venne ad aprire nessuno. Allora ritentò e questa volta la porta fu aperta da una signora sui settant'anni,con i capelli bianchi,le occhiaie ed un viso simpatico. Ci accolse con un sorriso.
-Oh,entrate subito! Piove a dirotto!-.
Così ci fece strada fino al salotto,dove ci sedemmo sul divano. Poi ci portò due tazze di cioccolata calda fumante. Cominciai a sorseggiarla:era davvero buona!
"Grazie mille per l'ospitalità. Sa per caso dove possiamo far riparare la macchina?" disse Kenny.
Lei si mise a pensare,sedendosi accanto a noi.
"Non ci sono meccanici...nemmeno benzinai,nelle vicinanze. In questo paese ci accontentiamo di poco" disse.
"Come fate a spostarvi in macchina?" chiesi io,sorpreso.
"Camminiamo. O utilizziamo la bicicletta. Però so che c'è un meccanico,a cinque chilometri da qui. Potreste provare ad andarci".
"L'auto non funziona! Come dovremmo fare?!" quasi urlò Kenny,appogiando la tazza sul travolino di fronte.
"Non so...potreste rimanere qui per stanotte,non mi farebbe male un po' di compagnia. Poi,domani,verranno mio figlio con la sua famiglia per la cena di Natale...potrebbero accompagnarvi fino al meccanico con la loro auto" propose la vecchietta. Ero talemente impegnato,che mi ero qusi dimenticato che fosse la vigilia di Natale.
"D'accordo" accettò Kenny,senza nemmeno chiedere il mio parere. Non feci nemmeno in tempo a parlare,che la tizia aveva già portato la mia guardia del corpo a vedere la stanza in cui avremmo dovuto dormire.
"Da non credere " mi dissi. Poi pensai che avrei dovuto avvisare mamma. Conoscendola,adesso si stava sicuramente strappando i capelli,dato che eravamo in un ritardo pazzesco.
Tuuu. Tuuu. Tuuu.
"Justin,dove sei? Vieni subito! Dovevi essere qui mezz'ora fa! Avete avuto dei problemi?". Fece queste domande a raffica,una dopo l'altra.
"Calma,calma! Eravamo in auto,quando...ci siamo bloccati in mezzo alla strada".
"Un incidente? Non ci credo! Stai bene,amore?". Odiavo quando mi chiamava amore.
"No,no! Nessun incidente! L'automobile si è fermata! Non potevamo restare sotto la pioggia,così adesso siamo in casa di una vecchia signora!".
"Lo sapevo:dovevi venire con noi! Invece no! Invece dovevi fare le interviste! Ed adesso eccoti nei pasticci!".
"Non ti arrabbiare! Non è certo colpa mia!".
"Io ti avevo detto di venire con noi,invece in questo modo hai costretto Kenny a rimanere ad aspettarti per ore e quando finalmente stavate arrivando in studio,dove tu DOVRESTI essere ora,l'auto si è fermata! Tutto questo perchè?".
"Ehm...perchè?".
"Tutto questo perchè quei giornalisti strampalati avevano bisogno di foto per i loro schifosissimi giornali di falsi gossip!". Per un momento avevo penasto che ce l'avesse con me. Mi era andata bene. Comunque,se l'auto aveva dei problemi non era certo colpa dei giornalisti. Però non potevamo incolpare noi stessi. Ahah.
"Dove vi trovate esattamente?".
"A poca distanza da dove ci trovavamo prima per il concerto gratis. Credo che questo sia un paese sconosciuto".
"Spiega meglio!".
"Okay!". Sospirai. Quando stavo per riprendere la comunicazione,mi accorsi che la telefonata era terminata. 
"Batteria scarica?!". Gettai il cellulare sul divano,dove poi mi sedetti io. Ero finito. Totalmente. Poi però mi ricordai di avere il carica-cellulare(se così si chiama. Non sono di certo un esperto di grammatica)nel borsellino che avevo lasciato in auto. Perfetto:l'auto era lontanissima dalla casa. Doveva essere spostata immediatamente,o avrebbe bloccato il traffico. Anche se di traffico,in quel luogo,non ce ne sarebbe stato mai molto.
Annoiato,salii le scale e raggiunsi gli altri due. Li trovai in una stanza spaziosa,somigliante a qualcosa di simile ad una stanza degli ospiti. I letti erano due e spaziosi,mentre gli altri mobili erano di un particolare verde acqua. Le pareti erano dello stesso colore e il pavimento era perfettamente lucidato. Guardai meglio il comodino a destra del letto che poi sarebbe stato il mio e vidi un foto. Ritraeva due ragazze,una più piccola e l'altra più grande. Quella maggiore era carina e sembrava avere più o meno la mia età. Aveva dei lunghi capelli castani e mossi e nella foto indossava una bellissima maglietta viola. Quella più piccola,invece,aveva i capelli più chiari e gli occhi incredibilmente azzurri. Era vestita di blu ed abbracciava l'altra ragazza.
La vecchietta si accorse del mio interesse per la foto e mi disse,orgogliosa:
"Sono le mie nipotine,Clarissa e Rose. Sono così belle,non è vero?".
Io arrossii,senza saperne con esattezza il perchè ed annuii.
"Che ne pensi della stanza?" mi chiese la donna.
"E' perfetta,signora...".
"Puoi chiamarmi Signora Scarlett o più sempliemente Violet".
"E' perfetta,Violet" mi corressi.
"Sei così carino!" mi disse,stropicciandomi le guance. Hey,non ero mica un pupazzetto!
Mi limitai a sorridere forzatamente,ma dentro di me avrei voluto tirarle quel cellulare che avevo in mano sulla sua bella testolina. Poi mi resi conto che  i miei pensieri erano troppo malefici e cercai di pensare ad altro. Guardai l'armadio. Su uno dei cassetti in basso erano incise due lettere:C&R...come Clarissa e Rose! Sorrisi,ma questa volta spontaneamente. 
"Che ne dite se scendiamo?" propose Violet.
"Okay" dissi io,ancora nel mondo dei sogni. Come ci ero arrivato? Tutto per due lettere. Certe volte non mi capisco. 
Quando arrivammo di sotto ci chiese se volevamo aiutarla a preparare l'albero di Natale,che non aveva ancora preparato. L'aveva solamente messo in un vaso in un angolo del salotto. Ora mancavano le decorazioni. Prendemmo da una grossa scatola palline,stelle,striscie di vari colori ed altro per abbellire l'albero. In un certo senso mi sentii ancora una persona comune. Era una bella sensazione. Dissi a Kenny della chiamata a mia madre e mi disse che l'avrebbe telefonata lui il giorno dopo.
Proprio mentre stavo per mettere la stella sulla cima dell'albero,il telefono di casa cominciò a squillare.
Violet rispose. Fece una faccia meravigliata e quando riagganciò,ci annunciò,contenta:
"Arriveranno tra meno di un'ora!".

Spazio autrice

Ciao a tutti!

Bene,se siete arriavti qui,vuol dire che avete letto tutta "questa roba" fino alla fine XD

E' da un po' di tempo che avevo in mente l'idea di Juss o comunque di una persona famosa che bucava la gomma o una cosa simile ed era costretto a rimanere in una casa *.* Comunque sia,ecco quello che è uscito!

Spero solo di riuscire a continuare presto,possibilmente entro una settimana ;)

PER FAVORE,recensite,ho bisogno di sapere se vi piace oppure no!

Ringrazio in anticipo chi leggerà e,se ci sarà,chi lascerà una recensione.

Baci,Sofy<333

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: GiveMeAPen_