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Autore: funkia    09/10/2010    13 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Lily ci fece morire di paura tutti quella domenica mattina

DON’T TELL DAD II

 

5. Naturally

 

How you choose to express yourself
Its all your own and I can tell
It comes naturally,
it comes naturally

You follow what you feel inside,
It's intuitive, you don't have to try,
It comes naturally,
It comes naturally                                            (Selena Gomez)

 

 

Lily ci fece morire di paura tutti quella domenica mattina. Arrivò come un fulmine a ciel sereno sbattendo la porta e scaraventandosi in casa mentre stavamo pranzando. Papà rovesciò tutto a terra per la paura mentre io, mamma e Hugo ci limitammo a fissarla terrorizzati. Lei rimase sulla soglia respirando pesantemente.

 

“Non è vero!” disse infine.

 

Noi quattro ci guardammo cercando di capire. Hugo scrollò le spalle. “Cosa non è vero?” disse con la bocca piena di piselli.

 

Mi fissò con uno sguardo di fuoco. “Dimmi che non è vero che stai lavorando per Scorpius Malfoy!”

 

Mamma si voltò allibita verso di me, papà lasciò andare la forchetta che aveva appena recuperato. “Stai lavorando per Malfoy?” Fece subito infuriato. “Per Malfoy? Perché diavolo non ci hai detto niente, Rose!”

 

Io sospirai frustrata. “Grazie mille, Lily.”

 

Lei si portò le mani sui fianchi, agguerrita. “Oh, dovrai ringraziarmi per un bel po’ di tempo e questo tu lo sai! Me lo ricordo come sei stata l’ultima volta, eri uno straccio quando…”

 

Io alzai una mano fermandola. “Va bene, Lily, tutti conosciamo la storia.”

 

Hugo venne in mio soccorso. “Ha già cercato di farsi licenziare. Jordan non gliel’ha permesso.”

 

“Oh.” Fece mia madre posandomi una mano sulla spalla. “Beh, se Jordan non vuole licenziarti è un buon segno, vuol dire che crede davvero in te.”

 

“Consolatorio, mamma.” Feci io fissandola con una smorfia, prima di passare a guardare Lily. “E da chi l’hai saputo, si può sapere?”

 

“Me l’ha detto Al.” disse incrociando le mani al petto. “Ma quello che più mi stupisce è che tu non abbia detto niente a me!”

 

Raccolsi il piatto di papà, che ancora mi fissava corrucciato. “Non c’è proprio un bel niente da dire, ecco perché. Io faccio il mio lavoro come ho sempre fatto finora. Ma che cos’è quest’allarmismo che avete tutti?”

 

Lily mi guardò allibita. “Stai scherzando, non è vero? Stiamo parlando di Scorpius Malfoy!”

 

“No, stiamo parlando del mio lavoro!” Feci io cominciando ad alterarmi. “E tutti siete così dannatamente preoccupati per il mio matrimonio! Beh, sai una cosa, Jack lo sa! Sa che sto lavorando per lui e non è minimamente preoccupato dalla cosa!”

 

Papà cercò di buttare giù un boccone. “Perché non ci hai detto niente?”

 

Hugo alzò un sopracciglio. “E c’è da chiederlo, papà? Guarda quanto sta sbraitando Lily!”

 

“Io non sto sbraitando. Non inutilmente, almeno.” Disse risentita. “Rose, non fare niente di stupido.”

 

“Come cosa, ad esempio?” Feci alzando le braccia. “Rovinare il mio matrimonio e buttarmi tra le braccia di Malfoy?” Lily mi fissò senza dire nulla. “Non puoi pensarlo sul serio!”

 

“Come vuoi.” Fece. “Ma non sarò lì a dirti che te l’avevo detto.”

 

“Perché non ce ne sarà nessun bisogno.”

 

Hugo si alzò e andò verso Lily. “Andiamo, adesso calmati. Hai dimenticato di prendere i tuoi tranquillanti stamattina? Non eri così agitata neanche quando avresti dovuto scegliere i fiori per il matrimonio.”

 

“So solo cosa vuol dire essere una donna.” Disse sventolando i suoi lunghi capelli. “E una donna non dimentica mai il primo amore.”

 

Papà corrucciò la fronte. “Questa è una teoria interessante.” Disse. “Hermione, tu pensi sempre a Viktor Krum?”

 

“No,” fece mamma mangiando tranquillamente. “perché non è stato lui il mio primo amore. Io ho sposato il mio primo amore.”

 

“Visto?” Fece Lily. “Che ti avevo detto?”

 

Io sbuffai. “Loro due non contano.” Dissi. “E tuo padre non ha sposato quella… come si chiamava?” Mi voltai verso papà in cerca d’aiuto.

 

“Cho Chang.” Disse.

 

Hugo si mise finalmente in mezzo e cercò di spingere Lily verso la porta. “Ok, adesso vai a casa e ti fai una bella doccia fredda e quando tornerai ad essere una persona normale potrai venire qui e dirci che stavi solo scherzando e che probabilmente il caldo ti ha dato alla testa.”

 

Lily gli lanciò un’occhiata di fuoco. “Fuori piove e ci sono quindici gradi.”

 

“Allora forse è il freddo che ti dà noia.” Disse Hugo. “Saluta tutti.”

 

Lily salutò e si fece trascinare da Hugo fino alla porta. Hugo era l’unico della famiglia che riusciva a contenerla. Rientrò in cucina qualche minuto dopo sbuffando e mettendosi a sedere.

 

“E’ pazza.” Disse.

 

Mamma si schiarì la gola casualmente. “Allora… questo nuovo lavoro…”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Chiedilo apertamente, mamma.”

 

“D’accordo.” Disse fissandomi dritta negli occhi. “Come stanno le cose tra te e Malfoy? Ti tiranneggia?”

 

“No, sto benissimo.” Dissi. “E’ il solito rompiscatole che cerca di darmi fastidio in ogni modo, ma non interferisce col mio lavoro. Lo sai, sono sempre le solite battute sceme per prendermi in giro.”

 

“Okey.” Disse mia madre. “Okey, se è tutto a posto.”

 

Papà la fissò allibito. “Se è tutto apposto? Sta lavorando per un Malfoy ed è tutto quello che sai dire?”

 

“Che cosa suggerisci, Ron?” fece mamma. “Che si licenzi?”

 

Io mandai uno sguardo a papà, che mandò uno sguardo nella mia direzione. “No, certo che no… è solo che… Rose, sei sicura di poterlo fare?”

 

Io annuii. “Io posso fare tutto nella mia vita. Sei stato tu a dirmelo, ricordi?”

 

“Giusto.” Disse lentamente papà. Ero sicura che stesse imprecando mentalmente. “Magari puoi sentire Jordan se può spostarti in un altro ufficio.”

 

“E tornare a scrivere del gossip? No, grazie, preferisco Malfoy.” Dissi con una smorfia. “Neanche lui può essere peggio del gossip.”

 

 

**

 

 

Irene venne da me anche quella mattina con la solita faccia abbattuta. Io sospirai e guardai l’orologio, era appena dieci minuti che ero arrivata in ufficio. Forse avevo torto, forse Malfoy poteva essere peggio del gossip.

 

“Mi dispiace.” Disse Irene.

 

Io sventolai una mano. “Lascia perdere, non è colpa tua.”

 

Lasciai il mio lavoro appena iniziato e mi diressi verso l’ufficio di Malfoy. Entrai senza bussare, ormai non bussavo più. Mi chiamava così tante volte al giorno che avrei consumato le nocche a forza di bussare. Malfoy stava dietro la sua scrivania.

 

“Weasley.” Disse a mo’ di buongiorno. “Siediti pure.”

 

Mi sedetti alla sua scrivania aspettando che mi dicesse perché questa volta fossi nel suo ufficio. Lo vidi trafficare un po’ tra delle carte che aveva steso sulla scrivania, come se stesse cercando qualcosa.

 

“Bella serata, vero? Spero che vi siate divertiti.”

 

Io sbattei le palpebre un paio di volte prima di realizzare di che cosa stesse parlando. “Oh.” Dissi. “Noi non siamo molto per le serate di gala.”

 

Malfoy fece un piccolo sorriso ed io mi chiesi cosa ci fosse di divertente. “Non sei mai stata una grande fan dei party, se ricordo bene.” Disse continuando a cercare. “Ma almeno anni fa, non avresti mai osato mettere un vestito del genere.”

 

“Anni fa non avevo un ragazzo che poteva permetterseli.” Dissi secca.

 

“Oh beh, questo è tutto da vedere.” Disse alzando finalmente la testa, con le sopracciglia inarcate. Mi diede un fascicolo e diventò improvvisamente serio. “Questo dovrebbe essere il tuo lavoro di oggi. Lo so che di solito sei abituata a scrivere la verità, ma questa volta ho bisogno che tu scriva una notizia falsa.”

 

Io lo fissai con la fronte corrucciata. “Temo di non capire, di che cosa si tratta?”

 

“Di un omicidio.” Disse secco.

 

Io spalancai gli occhi ed aprii di scatto il fascicolo leggendone il contenuto. “Jeremiah Kein? Non è un membro del…”

 

“…Wizengamot.” Finì Malfoy per me, annuendo con un sospiro. “Esattamente. Purtroppo pare sia deceduto in circostanze… misteriose. Non ci sono molti indiziati, ma pare che il primo sulla lista sia un certo Bernard Bay, un nuovo membro del consiglio da appena due settimane.”

 

Scossi la testa cercando di mettere insieme i pezzi. “E cosa c’è di così misterioso?”

 

“Non è stato Bernard Bay.” Disse semplicemente Scorpius. “Stanno cercando di incastrarlo, ne siamo quasi certi. Perché mai un giovane membro che è appena riuscito ad entrare nel consiglio dovrebbe mandare tutto in fumo per una cosa così stupida? Pensaci, Weasley.”

 

Adesso stavo finalmente connettendo tutti i fili. “Così tu vuoi che io scriva un articolo dove si dice che Kein sia stato ucciso da Bay, sperando che il vero assassino si rilassi e faccia una mossa falsa.”

 

“Bingo!” disse Malfoy con un sorriso. “Adoro lavorare con te, Weasley.”

 

Io arrossii appena e feci un piccolo sorriso scotendo la testa. “Tu hai sempre adorato tutto di me.”

 

“Non posso darti torto.” Disse come se stessimo parlando di comprare il latte. “Pensi di poter avere l’articolo pronto per metà mattinata?”

 

“Sempre che tu non continui a farmi chiamare dalla tua segretaria per venire nel tuo ufficio.” Dissi prima di rileggere il mio fascicolo. “Quando è stato ritrovato il corpo?”

 

“Ieri, ma dovevamo esaminare l’intera faccenda prima di pubblicare. E soprattutto, prima di andare avanti con le indagini.”

 

Io annuii. “Chi indagherà? Gli Auror?”

 

Malfoy fece un lungo sospiro. “Troppo rischioso, danno nell’occhio. Per questo esiste l’ufficio dei Misteri. Sarò io ad indagare.”

 

“Tu?” Risi io. “Ne sei capace?”

 

“Perché credi che mi abbiano fatto Presidente, Weasley, perché so leggere delle notizie?” disse ovvio.

 

Io feci una smorfia. “Sarà, ma non credo che tu riesca a fare tutto da solo.” Dissi. “E non hai il fiuto del giornalista. Hai bisogno di una persona scaltra, intelligente e che sappia il fatto suo.”

 

Malfoy alzò gli occhi al cielo continuando a sorridere. “Ti stai per caso proponendo, Weasley?”

 

Io sorrisi. “Bingo!”

 

 

**

 

 

“Stai indagando su un omicidio? Da quando sei diventata Miss Congeniality?”

 

Io alzai gli occhi al cielo, sapevo già che Vanessa non avrebbe affatto approvato. La stavo aiutando a scegliere le foto da inserire nel suo book e quando gliel’avevo detto mi aveva guardata come se fossi pazza.

 

“Non ci saranno duelli o cose del genere, devo solo agire dal punto di vista giornalistico. Interviste e cose del genere, lo sai. E non sarò da sola, lavoreremo in coppia.”

 

Vanessa alzò un sopracciglio. “Beh, se non altro sempre meglio che lavorare da sola. Chi è il tuo partner?”

 

Io mi schiarii la voce, adesso sarebbe arrivata la vera ramanzina. “Malfoy.”

 

Vanessa lasciò perdere del tutto le sue foto e mi fissò a bocca aperta. “E’ una specie di scherzo, non è vero? Tu fai sempre al contrario di ciò che ti viene consigliato, perché ricordo bene di averti detto di stare alla larga da lui il più possibile.”

 

“E’ lavoro.” Dissi. “Solo lavoro. Insomma, stiamo indagando ad un omicidio, non c’è niente di romantico!”

 

“Come ti pare.” Fece Vanessa quasi risentita. “Io non sarò lì a dirti che te l’avevo detto.”

 

“Già.” Feci io roteando gli occhi. “Né tu, né Lily ci sarete.”

 

In quel momento Al rientrò in casa dal camino, spargendo un po’ di cenere sul pavimento. Vanessa alzò gli occhi al cielo, era una maniaca della pulizia. Al tossicchiò un po’ e si stirò prima di togliersi il camice di lavoro.

 

“Uff, sono a pezzi!” Disse prima di alzare lo sguardo. “Oh, ciao Rose.”

 

Io alzai una mano per salutare, Vanessa sospirò. “Sei tornato tardi.”

 

“Lo so, una giornata di fuoco. Mi dispiace.” Se ne andò in cucina, sentii la porta del frigo che si apriva ma passarono solo pochi secondi prima che Al tornasse in salotto con un aria sconvolta e un bicchiere di succo di zucca in mano. “Il frigo è vuoto.”

 

Vanessa si passò una mano sulla tempia. “Sì lo so, non ho avuto il tempo di fare la spesa.” Disse guardandolo mentre beveva. “Stavo provando il vestito da sposa e…”

 

Al per poco non si soffocò con il succo di zucca, se ne versò la metà sulla maglia e ci fissò sconvolto. “Il vestito da sposa?” Chiese allarmato.

 

Vanessa alzò gli occhi al cielo e sospirò. “Per la sfilata della prossima settimana, Al!”

 

“Oh!” fece Al ridendo. “Cavolo, per poco non mi hai fatto prendere un colpo! Ultimamente ovunque vado non faccio altro che sentir parlare di matrimoni e di figli e di mogli incinte… senza offesa Rose.”

 

Io scossi la testa. “Nessuna offesa.” Dissi lanciando uno sguardo fugace a Vanessa. “Ma ne parli come se fosse una brutta cosa.”

 

Al rise e scrollò le spalle. “Non è una brutta cosa.” Disse cercando di ripulire la maglia. “E’ solo che tutti stanno cercando di convincermi che sposarmi ed avere dei figli sia la cosa giusta da fare adesso che sono giovane, quando io penso solo che siamo troppo giovani.”

 

Io mandai fuori una mezza risatina guardando Vanessa. “Eh… già…”

 

“Siamo realisti, non ho nemmeno venticinque anni, il solo pensiero di dover cambiare un pannolino mi spaventa. Senza mettere in conto che i bambini non ti fanno dormire per più di due ore e hanno bisogno di attenzione costante. Io non so neanche badare a me stesso!”

 

“Ehm, Al.” Feci cenno di farla finita ma lui non mi stava guardando. Vanessa rimase in silenzio.

 

“E Phil. Ha avuto un bambino adesso. Dovreste vederlo è un uomo distrutto! Delle mattine arriva a lavoro e non si rende nemmeno conto di quello che deve fare.” Al rise e scosse la testa. “E poi andiamo, chi vorrebbe un bambino adesso?”

 

Vanessa lo fissò, immobile. “Io sono incinta.”

 

Il sorriso scomparve a poco a poco dalle labbra di Al per lasciare spazio alla pura incredulità. Vanessa e Al si fissarono per un po’, in silenzio, ed io cominciai a sentirmi in serio disagio.

 

“Oh.” Disse alla fine Al.

 

Vanessa si strinse a sé voltando la testa da un’altra parte. Io sospirai guardando dall’uno a l’altro, aspettando una reazione che non arrivò mai.

 

“Beh, è fantastico, no?” dissi cercando di coinvolgerli. “Avrete un bambino!”

 

Al fece una smorfia e guardò Vanessa, serio. “Perché non me lo hai detto subito?”

 

Lei fece una risata amara e scosse la testa. “Certo, la fai facile tu. Trovare il coraggio di dire che sei incinta ad un uomo che non vuole bambini…”

 

“Non ho mai detto di non volere dei bambini!” La rimbeccò Al, che però si frenò subito dopo e si voltò verso di me. Si schiarì la gola. “Rose, scusami, ti dispiacerebbe…”

 

“Oh, no. Certo che no.”

 

Presi la mia giacca al volo e mi catapultai fuori dalla porta senza neanche salutare. Riuscii solo a sentire le loro voci adirate l’uno contro l’altra ma non potei distinguere le parole. Sperai solo che riuscissero a chiarirsi presto ed il loro litigio non fece altro che ricordarmi che ancora dovevo a dire a Jack del mio nuovo lavoro con Malfoy.

 

 

**

 

 

“Assolutamente no!”

 

Io sospirai guardando mio padre e Jack seduti sul divano di casa mia. Avevo deciso, alla fine, di dirlo a tutti nello stesso momento, così mi sarei risparmiata un bel po’ di tempo tra una ramanzina e l’altra. Mia madre e Hugo rimasero in silenzio in un angolo della stanza.

 

“Non vi stavo chiedendo il permesso.” Dissi io incrociando le braccia. “Vi stavo solo informando.”

 

Jack balzò in piedi e mi prese per le spalle. Faceva sempre così quando cercava di farmi ragionare. “No, Rose, no! E’ troppo pericoloso!” Disse. “Tu pensi a questa cosa come se fosse una specie di gioco ma Rose…”

 

Io alzai una mano per fermarlo. “Io non la penso come ad un gioco, la penso per quello che è: un caso giornalistico. E dato che io sono una giornalista, fa parte del mio lavoro.”

 

Papà fece una smorfia. “Ma guarda un po’, io che pensavo che degli omicidi se ne occupassero gli Auror. Che sciocco da parte mia!”

 

Io roteai gli occhi. “Ti ho già spiegato come stanno le cose e questo caso è sotto il Dipartimento dei Misteri.”

 

“Scommetto che è stato Malfoy a farti il lavaggio del cervello, non è vero?” Fece papà con una specie di broncio. Io sospirai, non poteva fare così a cinquant’anni suonati!

 

“No, sono io che mi sono proposta.” Dissi sbuffando. “Lui voleva fare tutto da solo.”

 

“Da solo? E ne è capace?” Fece Jack scettico.

 

“E’ esattamente quello che ho detto io ed è per quello che mi sono proposta.” Mi voltai verso mamma. “Tu che cosa ne pensi?”

 

Mamma mandò un fugace sguardo a papà prima di sospirare e scrollare le spalle. “Io penso che sia grandioso, Rose.”

 

Papà la fissò a bocca aperta. “Chiunque tu sia esci subito dal corpo di mia moglie!”

 

Mamma alzò gli occhi al cielo. “Dico sul serio. Io non me la sento di fare la moralista e dirle che è pericoloso quando io e te a soli undici anni abbiamo cercato di scoprire tutto sulla Pietra Filosofale. Perciò, dato che credo che sia un bel lavoro e Rose sia abbastanza intelligente per farcela, penso che sia grandioso.”

 

Io sorrisi trionfante e mi voltai fiera verso papà e Jack. Jack fece una smorfia. “Non stavo cercando di dire che non ne sei all’altezza.”

 

“Lo so.” Dissi io sorridendo. “Perciò lo farò.”

 

Hugo fece finalmente un passo avanti e batté insieme le mani. “Questa è la cosa più figa che potesse capitarmi! Mia sorella che indaga ad un omicidio!”

 

Papà lo ammonì. “Non è un gioco.”

 

“No, ma è figo lo stesso.” Fece lui facendomi l’occhiolino.

 

Io ridacchiai ed allargai le braccia, mentre papà mi guardava con un aria funerea. “Oh andiamo, sono la figlia di due eroi di guerra, cosa credi che mi possa capitare?”

 

Papà rimase un attimo in silenzio, poi sospirò e se ne andò in cucina. “Fai come ti pare.”

 

Scrollai le spalle e mi voltai verso mamma. “Quando fa così di solito corrisponde ad un ‘okey’, non è vero?”

 

Jack sospirò e si imbronciò sedendosi sul divano. “Possibile che tu debba sempre fare di testa tua? Ma come credi che mi senta io ad immaginarmi te e Malfoy che lavorate a stretto contatto? Credi forse che sia facile per me?”

 

Io lo guardai presa alla sprovvista. “Questo è il tuo problema?” Chiesi incredula. “Credevo che avessi un po’ più fiducia in me!”

 

Si alzò di nuovo in piedi agitandosi come un matto. “Io mi fido di te! Ma forse non ti rendi minimamente conto delle occhiate che ti lancia, sembra che si stia leccando i baffi! E quando ti ha fatto i complimenti per il vestito, credi davvero che stesse guardando il vestito?”

 

Io gli posai due mani sul petto, cercando di calmarlo. “Jack, tu vedi cose che non ci sono.” Dissi pazientemente. “Capisco che tu sia un po’ geloso ma non…”

 

“Non sono geloso e neanche cieco!” Sbottò.

 

Io allargai le braccia. “D’accordo! Ammettiamo che Malfoy ci provi con me… io non sono interessata!”

 

“Oh, questo sì che mi fa stare molto meglio!” Fece sarcastico Jack.

 

Alzai gli occhi al cielo. “Jack, fino all’anno scorso il tuo manager era una donna! Una donna favolosa! O ti sei dimenticato di Fay Hanson? Ti ho mai fatto problemi?”

 

Jack mi fissò incredulo. “Rose, non puoi paragonare le due cose! Fay era il mio manager!”

 

“E Malfoy il mio capo!” dissi. “Cerca di fartene una ragione.”

 

Jack sospirò e si voltò verso mamma e Hugo. “Non uscirò mai vincitore da questa discussione, non è vero?”

 

Mamma scosse la testa e Hugo alzò un sopracciglio. “Non ci sperare.”

 

Jack sospirò di nuovo voltandosi verso di me. “Promettimi solo che se le cose dovessero diventare troppo pericolose, rinuncerai al caso.”

 

“Non c’è niente di pericoloso.” Dissi di nuovo e lentamente. “Perché non puoi pensare positivo? Se riuscissi a risolvere il caso, pensa a che lavoro potrebbe offrirmi Jordan! E’ la mia grande occasione, senza contare che fare la detective è molto intrigante.”

 

“Allora dovevi diventare un Auror, non una giornalista.” Arrivò la voce di mio padre dalla cucina.

 

Mia madre alzò gli occhi al cielo e venne verso di me posandomi una mano sulla spalla. “Scusami Jack, ma questa volta devo stare dalla parte di mia figlia. Sembra davvero un bel lavoro. Avrei adorato poterlo fare, alla sua età.”

 

Papà rientrò nella stanza con una smorfia. “Ne avevi molti di meno quando ti cacciavi nei guai.”

 

Stavo per ribattere quando sentii la porta di casa che si apriva. Tutti ci voltammo verso l’ingresso, Hugo aveva indossato la giacchetta e stava uscendo. Mamma mandò uno sguardo all’orologio.

 

“Dove stai andando?”

 

Hugo scrollò le spalle. “Dai vicini.” Disse. “Penso che mi trasferirò per un po’.”

 

 

 

**

 

 

Eccoci qua!

Bene, questo è proprio quello che intendevo quando ho detto che volevo affrontare la gravidanza di Vanessa in maniera diversa. Nelle mie storie precedenti tutti erano felici e non aspettavano altro che avere un bambino, mentre adesso l’ho messa un po’ più con i piedi per terra, diciamo. Mi piaceva l’idea, forse anche più realistica, di una gravidanza presa non molto bene…

Giuro che mi impegno a far stare Rose lontana da Scorpius ma non ci riesco proprio, si attraggono come calamite…non pensate anche voi.

Lo so che tutti morite dalla voglia di sapere cosa è successo tra i due anni orsono… ma ancora non ve lo dirò :P

 

Perciò continuate a seguire, al prossimo capitolo “Not myself tonight”

Kisses, funkia.

   
 
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