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Autore: Keif    10/10/2010    7 recensioni
E’ passato un anno dalla fine della guerra ed Harry si trova a Hogwarts per sostenere i M.A.G.O che contro ogni sua speranza non gli hanno conferito a honoris causa, tallonato dalla sua più cara e vecchia amica: la sfiga.
E' proprio a causa - o per merito? – di questa che una sera che credeva di poter finalmente stare tranquillo, viene catapultato nel passato, all’epoca dei suoi genitori.
Dovrà quindi fare i conti con il caro vecchio Silente, più strano ed illogico che mai, con una Lily Evans ricolma di sentimenti materni che non riesce spiegarsi, con un James Potter cretino e geloso ed un Sirius Black completamente imbecille.
Ed anche con tanto troppo verde.
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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5.(O meglio: coglioni per passione)



Angeli ballano il rock, ora
tu non sei un sogno tu sei vera!



< E quello chi diavolo è? > ringhiò James a Sirius vedendo Lily sbracciarsi per attirare l’attenzione di Harry. Sirius scosse la testa
< Chiunque sia mi sa che Lily lo preferisca decisamente a te > insinuò con un ghigno mentre l’altro digrignava i denti < Voi che dite ragazzi? > domandò scoccando un’occhiata agli altri due amici, Peter che fissava voglioso un piatto colmo di bacon e non vedeva l’ora di sedersi a mangiare e Remus che invece aveva assunto un’espressione perplessa
< Dico che gli somiglia > affermò dopo un po’.
Sirius aggrottò la fronte < A me? > domandò squadrando il ragazzo che borbottava qualcosa al gruppetto di Serpeverde < Un Black dici? >
Remus storse il naso < Sirius sei cretino? Ce li hai gli occhi? Ti somiglia secondo te? >
< Be’, no. Ma se tu dici… >
Lupin troncò il discorso che sarebbe potuto diventare anche parecchio lungo < A James. Somiglia a James > specificò.
Il nominato James lo guardò scandalizzato < Io non assomiglio a nessun serpeverde sia chiaro! Non dire assurdità siamo completamente diversi! >
Ma quando Harry si avvicinò dovette tristemente riconoscere che era vero: non solo si somigliavano, sembravano fratelli.
< Ciao Lily > salutò il nuovo arrivato guadagnandosi un enorme sorriso dalla Evans e l’odio imperituro da parte di James
< E tu chi sei? > domandò proprio quest’ultimo, ostile. Harry sussultò alla voce di suo padre. Suo padre! Nemmeno nei suoi sogni più bislacchi aveva mai immaginato una cosa del genere < Sono Harry, piacere >
< Piacere un corno. Io non faccio conoscenza con i serpeverde > incrociò le braccia al petto fissandolo animoso
< Lascialo perdere! > abbaiò Lily innervosita < Questo è James, quello per cui ti scambiato ieri che a ben vederlo non ti somiglia affatto. Tu sei molto più carino > ridacchiò mentre Harry arrossiva e James assumeva un colorito purpureo per la rabbia
< Er… grazie > mormorò imbarazzato.
Non riusciva a credere di stare davvero conversando con sua madre! Aveva la strana impressione che nella sue testa suonassero rumorosissime campane accompagnate da un coro di angeli.
< Harry hai detto? > intervenne Sirius curioso < Non ti avevamo mai notato, che anno frequenti? > Harry sospirò riprendendo il controllo della sua mente e preparandosi alla serie scontata di domande che avrebbe seguito quella conversazione: la giustificazione di Silente non stava né in cielo né in terra e lui lo sapeva
< Sono… frequento il vostro stesso anno > borbottò mentre tutti, in contemporanea, aggrottavano le sopracciglia: sarebbe stata una scena divertente se non avesse dovuto spiegarsi meglio < Io… la mia scuola ha organizzato una sorta di… scambio culturale >
< Perché? > domandò dubbioso Remus
< Perché… ecco, è un po’… complicato > a salvarlo da quella situazione sgradevole fu una McGranitt più giovane con la stessa crocchia e la stessa espressione severa che la contraddistingueva anche nel futuro.
< Perrott! > lo chiamò rigida < Qua ci sono i tuoi orari > gli porse un foglio < Il professor Silente mi ha spiegato la situazione > dall’occhiata un po’ stupita che lanciò a James Harry capì che gli aveva spiegato proprio tutta la situazione e che lei non credesse che qualcuno avesse volontariamente deciso di sposarsi e procreare con lui < Se hai problemi contattami pure. Buona giornata > gli scoccò un’ultima occhiata e si defilò.
Harry esaminò il foglio che gli aveva consegnato e borbottò < Devo andare, ho difesa in prima ora >
< Oh, sei con noi in ultima ora a pozioni! > trillò Lily sbirciando la tabella < Meraviglioso! > < Sì, meraviglioso > proprio < Ci vediamo allora > mugugnò Harry per poi voltarsi e dirigersi verso il tavolo dei serpeverde seguito dagli sguardi sospettosi dei malandrini.
Che idea geniale lo scambio culturale! Proprio bellissima!
Fugava ogni sospetto!

Li incontrò nuovamente all’uscita dall’aula di pozioni, dopo aver passato l’intera lezione a fingere di non sapere che almeno due di loro, Sirius e James, lo stavano fissando diffidenti: non gli bastava Piton, anche i suoi parenti dovevano dubitare delle sue menzogne!
Non c’era più fiducia nel prossimo al mondo, che schifo!
Si accostò velocemente a Frewell che si era rivelato essere sì un grandissimo razzista bastardo, ma anche divertente e addirittura piacevole di compagnia. Ma soprattutto discreto.
Sapeva di non poterli evitare a lungo anche perché sinceramente non voleva - aveva intenzione di conoscerli, i suoi genitori, non di ignorarli – ma preferiva avere il tempo di elaborare giustificazioni un po’ più valide di “E’ complicato”.
< Allora Perrott, piaciuta la lezione? >
Aveva fatto veramente schifo. Senza il libro del principe mezzosangue, in quel momento in mano al suo legittimo proprietario, era tornato ad essere un incompetente totale in quella materia e quindi a disprezzarla dal profondo.
< Oh, moltissimo. Sono indeciso se preferire quando ho bruciato il pentolone, quando è scoppiata la pozione in faccia a quel grifondoro o quando Lumacorno mi ha detto che non aveva mai visto pozionista peggiore. Tu che dici? >
Frewell scoppiò a ridere < Quando è scoppiata la pozione è stato il tuo momento migliore. Dovevi vedere la tua faccia! > imitò un’espressione tra lo schifato e l’inorridito < “Oh cavolo! Devo aver sbagliato qualcosa!” > e ricominciò a ridere < Dì la verità, ti ci hanno buttato fuori dalla tua precedente scuola eh? > Harry abbozzò un sorriso.
Erano esseri umani anche alcuni serpeverde in fondo.
Insomma, lo erano dopo che lui aveva assicurato che entrambi i suoi genitori erano maghi e che assolutamente non era un mezzosangue quindi non si meritava la tortura.
< Ti prego, lasciamo perdere. Piton mi stava facendo uscire fuori di testa stamattina con tutte quelle domande! > l’altro scrollò le spalle
< E’ fatto così Severus. Be’ Perrott, ti lascio. Ho appena scovato una biondina niente male.
Divertiti! > e fuggì via inseguendo la biondina niente male che altro non era che la sua ragazza.
Chissà come l’aveva convinta a mettersi con lui, dato il grugno di simil-maiale che possedeva, i capelli stopposi e il fisico massiccio, ma Harry aveva idea che c’entrassero quelle pozioni del giorno prima.
Ma poi a lui che interessava? Che facesse quello che voleva, affari suoi.
Mentre si perdeva in tali pensieri poco impegnativi si sentì come strattonare per una caviglia e d’improvviso si ritrovò a testa in giù librante sul soffitto
< Ma che caz… > imprecò a mezza voce scombussolato tenendo gli occhiali con una mano per evitare che gli scivolassero via dal viso.
< Bene bene. Il nostro nuovo arrivato! > esclamò James Potter, dietro di lui, la bacchetta ancora sguainata < passato bene il primo giorno qui? >
< Oh, certo! > rispose sarcastico < ho sempre desiderato rimanere appeso a testa in giù per opera di un imbecille, grazie > si sentiva anche un po’ scemo a parlare con qualcuno alle sue spalle < Quattro imbecilli > specificò ghignante Sirius comparendo nella sua visuale
< Tre > lo redarguì secco Remus < Io non c’entro niente >
Remus, gioia, luce degli angeli < E allora liberami visto che non c’entri niente! >
< Sono appeso anch’io se non te ne sei accorto. Volevo evitare questo teatrino e si sono vendicati > In effetti la sua voce gli appariva un po’ distorta
< Perfetto! > grugnì Harry < Che volete? >
< Sapere > rispose angelico Black mentre Harry ricordava con orrore l’ultima volta che gli aveva visto in volto quell’espressione: quando aveva salutato Peter alla stramberga al terzo anno. “Oh merlino” sospirò mentalmente
< E cosa? > chiese fintamente ingenuo
< Chi sei, cosa ci fai qui e perché fai il filo alla Evans > intervenne James.
Allora era quello il problema!
< Io non faccio il filo alla Evans! > specificò immediatamente. Era sua madre, che schifo! < Mi fa solo molta simpatia. E’ dolce, gentile, generosa… > si sarebbe perso enumerando tutte le qualità che secondo lui Lily possedeva se James non avesse deciso di porsi di fronte a lui e di fare un salto indietro con un urlo
< Che succede Ramoso? > domandò Sirius allegramente pensando che l’amico avesse già in mente uno scherzo di qualche tipo. Ma lui non sembrava affatto scherzare
< Ha gli occhi di Lily! > esclamò infatti quello dopo averlo esaminato per bene. Harry raggelò, Sirius, Remus e Peter sbuffarono
< James, non dire cazzate > lo liquidò Sirius < secondo te tutti hanno qualcosa di Lily. Ieri abbiamo inseguito una corvonero per un’ora perché dicevi avesse il suo naso, una settimana fa hai accusato la McGrannitt - la McGranitt James! - di averle rubato il dito mignolo e l’altro ieri hai irritato a morte la cacciatrice della tua squadra dicendo che aveva le stesse gambe della Evans. E tu non le hai mai viste le gambe della Evans! >
< Le immagino > affermò spiccio < Ma guardatelo dai! Stesso colore, stessa forma! Sono uguali, dai! >
Harry cominciò a sudare freddo. Era uguale a James, aveva gli occhi di Lily… qualcuno avrebbe fatto domande, avrebbe capito.
Le sue preoccupazioni – totalmente infondate tra l'altro (a chi cavolo mai sarebbe potuto venire in mente che lui avesse cominciato a brillare e fosse tornato indietro nel tempo?) - furono interrotte proprio dall’arrivo della suddetta Lily che arrivò a passo di carica, quasi ringhiando
< Cosa state facendo deficienti?! > urlò con tutto il fiato che aveva in gola lasciando i cinque ragazzi un po’ storditi con i timpani malfunzionanti
< Non ti scaldare Lily > tentò di placarla James < Stavamo facendo un gioco! >
Remus sbuffò
< Sì, si chiama acchiappa la pignatta vivente. E’ molto divertente, vuoi giocare? > continuò Sirius angelico
< Fateli scendere adesso! > strillò imperiosa < Potter, sei un idiota! E dire che sembravi un po’ più maturo quest’anno! Ti trasformo io in una pignatta se non ti sbrighi! >
Ed in quel momento Harry Potter, figlio delle due persone che stavano litigando furiosamente lì davanti a lui a voce fin troppo alta per le sue delicate orecchie, osservò le persone che gli stavano davanti e soffermò poi il suo sguardo su Peter Minus che assisteva al battibecco ridacchiando. E per la prima volta, forse era la conseguenza del sangue che gli stava arrivando al cervello, si ritrovò a ringraziarlo profusamente, nella sua testa, a lui e a Lord Voldemort che gli avevano evitato diciannove anni di sopportare le sicure litigate dei suoi genitori.
Perché suo padre era un cretino, il suo padrino un imbecille e sua madre una pazza urlatrice: bella famigliola, no?
E gli era toccato finire chissà come indietro nel tempo per scoprirlo!
Decise di salvare il salvabile per preservare i suoi padiglioni auricolari.
< Lily, guarda che è vero > disse lasciando di sasso i presenti < siccome passando di qua ho visto che organizzavano una partita ho pensato di unirmi anch’io. Prima la pignatta l’hanno fatta James e Sirius, adesso tocca a me e Remus. Se vuoi partecipare… > Non si accorse che Sirius aveva aggrottato la fronte: come faceva a sapere i loro nomi? A parte James nessuno si era presentato. Aveva chiesto informazioni a qualcuno su di loro? E se sì, perché?
Lily scosse il capo < Harry secondo me ti hanno preso in giro > affermò
< Oh, no > Harry finse di ridacchiare < E’ un gioco molto in voga tra i maghi, non l’hai mai fatto? >
< Veramente io sono nata da famiglia babbana quindi… >
< Ah, be’ peccato, ti saresti divertita. E’ un po’ doloroso ma divertente >
Lily guardò incredula i malandrini che per una volta sembravano innocenti.
Assurdo...
Sorrise voltandosi poi imbarazzata verso James < Mi dispiace di aver dubitato ragazzi, ma insomma… avevo l’impressione di essere nel giusto > si sentiva un po’ in colpa per essere scesa a conclusioni affrettate < Potter, sei cresciuto davvero quest’anno. Sono io ad aver sbagliato stavolta > rivolse a James un sorriso talmente dolce da farlo diventare color peperone e facendo rimangiare ad Harry i pensieri di poco prima: sarebbero stati ottimi genitori, altrochè < Bene, ci vediamo. Ciao ragazzi buon divertimento! >
Perché tutti in quel luogo lo salutavano dicendogli di divertirsi e inevitabilmente le cose andavano a rotoli? Era una sorta di catalizzatore delle sfortuna quella forma di saluto?
< Fatemi scendere! > grugnì appena la Evans ebbe svoltato l’angolo. Non se lo fecero ripetere due volte. Sia lui che Remus precipitarono sul pavimento con un tonfo sordo.
< Grazie > borbottò James < Sei stato… gentile > Quanto gli costava dire quelle parole! < Sai siccome sei serpeverde siamo partiti prevenuti... ma non volevamo > stava mentendo ovviamente. Lo volevano eccome.
Anzi James era abbastanza seccato per essere stato interrotto.
Harry scrollò le spalle < Posso capirlo, non importa. Allora io va… >
< Come fai a conoscere i nostri nomi? > lo interruppe improvvisamente Sirius facendogli intuire di aver fatto un errore. Doveva stare più attento.
< Io… li ho sentiti in giro > mentì guadagnandosi l’occhiataccia sospettosa di Black
< E cosa ci fai davvero qui? >
< Ve l’ho detto, scambio culturale! >
Si rese conto che nessuno di loro credeva alle sue parole, quindi ritenne opportuno borbottare < Sentite, potete credermi oppure no, a voi la scelta. Io sono qui solo per studiare un po’ e al massimo fare una chiacchierata ogni tanto. Non capisco perché non possiate lasciarmi un po’ in pace >
Notando l’espressione afflitta di Harry, James si sentì stringere il cuore.
Non sapeva perché ma vederlo abbattuto gli faceva… male.
< Felpato lascialo stare. Sono affari suoi in fondo, non abbiamo il diritto di impicciarci. E’ stato veramente un piacere conoscerti Harry, sapremo essere persone migliori promesso > quando lo vide sorridere si sentì meglio, era sparita quell’assurda sensazione di disagio e tristezza.
Stava impazzendo? Perché sentiva quelle sensazioni mischiarsi con l'astio che provava verso quel ragazzo perché Lily lo preferiva a lui?
Ma mentre James si innervosiva con se stesso per le parole che aveva pronunciato, Harry era più felice: era quello il padre che immaginava, era esattamente così che lo voleva: imbecille ma giusto, buono e coraggioso. Non aveva visto all’opera il suo coraggio ma poteva confermare che le altre qualità c’erano tutte.
L'importante era crederci.
< Ci vediamo > bisbigliò dirigendosi verso la sala grande più felice di quanto non si sentisse da molto tempo e lasciando i quattro a sentirsi presi per il culo.


La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero altrui.


Note
Scusarmi per il ritardo è d'obbligo dato che io stessa mi ero illusa di poter essere puntuale.
Sono stati tre giorni estenuanti, avrò dormito quattro ore in tutto e se ne prospettano altri due anche peggiori quindi perdonatemi veramente tantissimo se non rispondo alle recensioni stasera ma devo assolutamente andare a buttarmi in un letto. Ma prometto di modificare il capitolo quanto prima per rispondere (e per dare una controllata alla grammatica di questo capitolo dato che non connetto moltissimo stasera e non so nemmeno con precisione cosa ho scritto).
Grazie mille a tutti veramente col cuore a chi ha letto questa soria, a chi l'ha messa tra i preferiti/seguite/ricordate e ovviamente in particolar modo a chi ha recensito. Vi adoro veramente *-*
E grazie anche ad Edoardo Bennato per la citazione lassù e a Prous per quella quaggiù.
Un abbraccio.
Keif.

  
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