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Autore: Bad A p p l e    10/10/2010    2 recensioni
«Non riesco a dormire» biascicò Sayu, abbassando lo sguardo con aria quasi colpevole.
Il fratello sbuffò, vagamente divertito, ma quando parlò cercò di far risultare la voce quantomeno severa.
[...]
Era una questione fisiologica, per vivere Misora Naomi necessitava di aria, acqua, cibo e adrenalina; negarle una di queste significava, per forza di cose, ucciderla.
“Quindi Raye ti vuole morta?” ironizzò la voce nella sua testa.
[…]
Sorseggiò il caffè amaro senza staccare gli occhi da Ryuzaki, attendendo con impazienza che cominciasse a bere pure lui.
«Qualche problema, Light-kun?»
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Drops

 

File 02: Pride .

 

 

 

 

Naomi Misora.

Ex agente dell’FBI.

Ex donna d’azione.

Ex tenace ape operaia.

Insomma, ex tutto.

Se doveva pensare a cosa le rimaneva di quella che era stata la sua vita, o si concentrava su qualcos’altro, per impedire alla sua mente di rispondersi, oppure la sua instancabile indole da agente dell’FBI fatta e finita le urlava, con voce quasi isterica: «Noia, razza di cretina! Ti rimane solo la noia!».

Sospirò e scaccio via quel pensiero che la tormentava sempre come una fastidiosa mosca orribilmente appiccicosa.

Con insofferenza esaminò un vasetto di sugo, senza rendersi conto di quanto lei spiccasse tra gli altri “civili” nonostante i suoi sforzi di mimetizzarsi alla massa all’interno di quel Discount. Ebbe una smorfia di disgusto, non riuscendo a credere a quante schifezze fossero capaci d’infilare in un vasetto tanto piccolo di sugo.

Scosse la testa e lo rimise al suo posto, per poi prendere sotto esame il barattolo di un’altra marca, osservandolo come avrebbe potuto fare con un indiziato particolarmente sospetto.

“Spiegami” perseverò la voce nella sua testa, “ti prego, spiegami di nuovo per quale motivo hai rinunciato a tutto”.

Scosse la testa, cercando di pensare ad altro, eclissando praticamente qualsiasi cosa non fosse quell’allegro pomodoro sorridente disegnato sul barattolo che si stava rigirando tra le dita.

Inutile, questa volta i suoi pensieri decisero di non arrendersi, quindi si arrese a darsi quella risposta ovvia e scontata.

Raye.

Sì, lo sapeva benissimo, aveva deciso si mascherarsi da brava casalinga –collezionare i punti premio del supermercato, cucinare cibi laboriose solo per occupare il tempo, spettegolare con le vicine di casa… solo al pensarci le veniva la nausea- unicamente per lui, per il suo uomo, tanto protettivo, tanto maschilista.

Eccoci, si disse, siamo arrivati al punto! Tanto maschilista.

Perché avrebbe dovuto rinunciare lei alla sua carriera quando era, tra i due, la più abile? Perché lei, che in passato aveva pure collaborato con il grande detective di fama mondiale, L?

Lei aveva risolto il Los Angeles BB Murder Case, Cristo Santo!

No, dopo di tutto questo non poteva recitare la parte della casalinga, aveva bisogno d’azione.

Era una questione fisiologica, per vivere Misora Naomi necessitava di aria, acqua, cibo e adrenalina; negarle una di queste significava, per forza di cose, ucciderla.

“Quindi Raye ti vuole morta?” ironizzò la voce nella sua testa, mentre lei si rassegnava al fatto che per un sugo non nocivo avrebbe dovuto telefonare a sua madre –la stessa madre che era tanto entusiasta della sua idea di lasciare l’FBI; «E’ troppo pericoloso, cara», le ripeteva ogni volta che si sentivano, prevalentemente al telefono perché Naomi, crescendo, era diventati sempre più fuggevole al “controllo” famigliare-.

Però, adesso, stava andando in contro a quello stesso controllo di sua iniziativa.

La farfalla che di sua spontanea volontà s’infagotta per bene nella morbida e calda ragnatela per abbandonarsi al dolce oblio della creatura che la inghiottirà senza pietà.

Una condanna quasi piacevole ma, si disse, pur sempre una condanna.

Una bella gabbia dorata.

Una splendente campana di vetro.

Il possessivo abbraccio di Raye.

Divagazione.

Per l’ennesima volta scosse la testa scacciando i pensieri e, solo allora, si rese conti di quanto le stava accadendo attorno.

Il suo cuore cominciò a battere veloce, riempiendosi di gratitudine verso quello strano destino, ma impiegò diversi secondi per rendersi realmente conto del perché.

Il suo sguardo vagò sulla faccia paffuta della cassiera, ora contratta in una smorfia di terrore, mentre osservava nervosamente la pistola che le puntava contro un uomo brizzolato –sicuramente alticcio, data la cadenza con cui parlava e il tic nervoso alla gamba sinistra-, ordinando che gli venisse consegnato l’incasso.

Una rapina.

Mentre la gente attorno a lei era pietrificata dal terrore, nei suoi occhi passò una scintilla di pura gioia.

Con lestezza quasi inumana –dovuta all’energia che aveva dovuto arginare negli ultimi tempi-, si portò alle spalle di quell’uomo dai riflessi veramente troppo lenti, cosa che confermò la sua teoria dell’alcolizzato.

Gli afferrò il braccio armato, sottraendogli abilmente la pistola, per poi giragli l’arto dietro la schiena, smettendo di far pressione solo quando l’uomo emise un acuto gemito di dolore.

Lo costrinse, allora, sul freddo pavimento del supermercato, intimando alla commessa –così cinerea che sembrava un cadavere- di chiamare la polizia.

«Ma chi cavolo sei tu?» domandò il rapinatore, con la mascella che sbatteva sul suolo ad ogni parola.

Una sola risposta si fece strada in lei, con orgoglio, «Naomi Misora… FBI».

 

 

 

Scusate, ma non ho proprio tempo per rispondere alle recensioni(connessa clandestinamente xD)... nel prossimo capitolo recupero anche gli altri ringraziamenti, giuro xD
   
 
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