-Drops
File 02: Pride .
Naomi Misora.
Ex agente dell’FBI.
Ex donna d’azione.
Ex tenace ape operaia.
Insomma, ex tutto.
Se doveva pensare a cosa le rimaneva di quella che era stata la sua vita, o
si concentrava su qualcos’altro, per impedire alla sua mente di rispondersi,
oppure la sua instancabile indole da agente dell’FBI fatta e finita le urlava,
con voce quasi isterica: «Noia, razza di cretina! Ti rimane solo la noia!».
Sospirò e scaccio via quel pensiero che la tormentava sempre come una
fastidiosa mosca orribilmente appiccicosa.
Con insofferenza esaminò un vasetto di sugo, senza rendersi conto di quanto
lei spiccasse tra gli altri “civili” nonostante i suoi sforzi di mimetizzarsi
alla massa all’interno di quel Discount. Ebbe una smorfia di disgusto, non
riuscendo a credere a quante schifezze fossero capaci d’infilare in un vasetto tanto piccolo di sugo.
Scosse la testa e lo rimise al suo posto, per poi prendere sotto esame il
barattolo di un’altra marca, osservandolo come avrebbe potuto fare con un
indiziato particolarmente sospetto.
“Spiegami” perseverò la voce nella sua testa, “ti prego, spiegami di nuovo
per quale motivo hai rinunciato a tutto”.
Scosse la testa, cercando di pensare ad altro, eclissando praticamente
qualsiasi cosa non fosse quell’allegro pomodoro sorridente disegnato sul
barattolo che si stava rigirando tra le dita.
Inutile, questa volta i suoi pensieri decisero di non arrendersi, quindi si
arrese a darsi quella risposta ovvia e scontata.
Raye.
Sì, lo sapeva benissimo, aveva deciso si mascherarsi da brava casalinga
–collezionare i punti premio del supermercato, cucinare cibi laboriose solo per
occupare il tempo, spettegolare con le vicine di casa… solo al pensarci le
veniva la nausea- unicamente per lui, per il suo uomo, tanto protettivo, tanto
maschilista.
Eccoci, si disse, siamo arrivati al punto! Tanto maschilista.
Perché avrebbe dovuto rinunciare lei alla sua carriera quando era, tra i
due, la più abile? Perché lei, che in passato aveva pure collaborato con il
grande detective di fama mondiale, L?
Lei aveva risolto il Los Angeles BB Murder Case, Cristo Santo!
No, dopo di tutto questo non poteva recitare la parte della casalinga,
aveva bisogno d’azione.
Era una questione fisiologica, per vivere Misora Naomi necessitava di aria,
acqua, cibo e adrenalina; negarle una di queste significava, per forza di cose,
ucciderla.
“Quindi Raye ti vuole morta?” ironizzò la voce nella sua testa, mentre lei
si rassegnava al fatto che per un sugo non nocivo
avrebbe dovuto telefonare a sua madre –la stessa madre che era tanto entusiasta
della sua idea di lasciare l’FBI; «E’ troppo pericoloso, cara», le ripeteva
ogni volta che si sentivano, prevalentemente al telefono perché Naomi,
crescendo, era diventati sempre più fuggevole al “controllo” famigliare-.
Però, adesso, stava andando in contro a quello stesso controllo di sua
iniziativa.
La farfalla che di sua spontanea volontà s’infagotta per bene nella morbida
e calda ragnatela per abbandonarsi al dolce oblio della creatura che la
inghiottirà senza pietà.
Una condanna quasi piacevole ma, si disse, pur sempre una condanna.
Una bella gabbia dorata.
Una splendente campana di vetro.
Il possessivo abbraccio di Raye.
Divagazione.
Per l’ennesima volta scosse la testa scacciando i pensieri e, solo allora,
si rese conti di quanto le stava accadendo attorno.
Il suo cuore cominciò a battere veloce, riempiendosi di gratitudine verso quello strano destino,
ma impiegò diversi secondi per rendersi realmente conto del perché.
Il suo sguardo vagò sulla faccia paffuta della cassiera, ora contratta in
una smorfia di terrore, mentre osservava nervosamente la pistola che le puntava
contro un uomo brizzolato –sicuramente alticcio, data la cadenza con cui
parlava e il tic nervoso alla gamba sinistra-, ordinando che gli venisse consegnato
l’incasso.
Una rapina.
Mentre la gente attorno a lei era pietrificata dal terrore, nei suoi occhi
passò una scintilla di pura gioia.
Con lestezza quasi inumana –dovuta all’energia che aveva dovuto arginare
negli ultimi tempi-, si portò alle spalle di quell’uomo dai riflessi veramente
troppo lenti, cosa che confermò la sua teoria dell’alcolizzato.
Gli afferrò il braccio armato, sottraendogli abilmente la pistola, per poi
giragli l’arto dietro la schiena, smettendo di far pressione solo quando l’uomo
emise un acuto gemito di dolore.
Lo costrinse, allora, sul freddo pavimento del supermercato, intimando alla
commessa –così cinerea che sembrava un cadavere- di chiamare la polizia.
«Ma chi cavolo sei tu?» domandò il rapinatore, con la mascella che sbatteva
sul suolo ad ogni parola.
Una sola risposta si fece strada in lei, con orgoglio, «Naomi Misora… FBI».