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Autore: HollyIsForLovers    11/10/2010    1 recensioni
Come può essere così stupido e incosciente l’amore? Come può provocare tanto male ed essere al contempo così desiderabile? Rispondimi bellissimo uomo coricato tra le mie lenzuola, rispondimi per una volta, sceglimi almeno ora.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con oggi sono precisamente 5 anni che ci frequentiamo.
Questo stesso giorno 5 anni fa, l’uomo che ora accende le candele sul mio tavolo, si trovava presso il giornale dove lavoro a compiere la sua attività di pubblicitario. Lo vidi entrare e lo seguii con lo sguardo, abbassando gli occhi quando notavo che lui faceva altrettanto. Ci baciammo la sera stessa, a casa mia, prima che lui tornasse per cena.
Quella notte sapevo che lui era sposato, come lo so tuttora, ma allora avevo quella speranza che mi sussurrava all’orecchio che le cose sarebbero cambiate, che io non mi sarei mai innamorata dell’uomo di un’altra, o che lui l’altra l’avrebbe abbandonata.

Quando ho capito che la nostra storia non avrebbe mai subito una svolta, non so… So solo che un giorno mi svegliai, e quella speranza era sparita, l’avevo soffocata con la mia rassegnazione, l’avevo cancellata via con la mia paura.
La paura di perderlo, che deriva dall’essere tristemente consapevole che nessuno mi avrebbe amato come lui mi ama, che non m avrebbe sorriso con gli stessi occhi.
 
Questa sera ha preparato per noi una cena di ben tre portate.
Ci sediamo nel  piccolo e quadrato  tavolo della mia cucina, e mentre assaporo le linguine al pesto lo guardo, sorseggiare il vino rosso appena stappato.
Non riesco a non sorridere mentre lo guardo, non riesco a fermare quella sensazione di tranquillità e di pace che mi investe come un treno per alcuni secondi prima di rigettarmi nella realtà. La realtà stasera è più fredda del marmo, più dura del ferro, e fa male sentirla sulla mia pelle, prima riscaldata dalla finzione, nella quale lui mi avvolge.

-Dobbiamo festeggiare..-esclama d’un tratto alzando il bicchiere di cristallo, facente parte dell’unico servizio “buono” di casa mia.
Io lo imito, prima di ingoiare il boccone, sto per rispondere quando ad un tratto sento un’ulteriore forte sensazione fuoriuscire dal mio petto, salire su per la gola, e non riuscendo a fermarla la sputo fuori dalle mie labbra, prima che esse si bagnassero di vino.
-Cosa dovremmo festeggiare? 5 anni di cosa? Di bugie a tua moglie? Della mia solitudine con te? Spiegami, cosa stiamo facendo!? -
Mentre sbatto il pugno sul tavolo rimango basita da me stessa, non riesco  a credere di averlo finalmente detto, ho gli occhi ancora asciutti, anche se sono consapevole del rossore delle gote.
-Selene, su finiscila adesso.. sai com’è la situazione…-.
-No, non lo so! Illuminami, che vuoi da me?-.
-Io ti amo…-.
Mi ritrovo in piedi, con lui dall’altra parte del tavolo che allunga le braccia verso di me.
-Come posso continuare a crederci? Come posso continuare a credere che l’amore sia tutta questa sofferenza?-.
-Non posso dirglielo, mi lascerebbe…-.
-E che ti lasci! Che scopra finalmente a chi appartiene quel nome che ha inciso sulla fede! Che sappia che il suo bel maritino si scopa un’altra donna! E che forse non è poi così perfetto come crede..-.
Non lo sento emettere fiato, non smetto di guardarlo negli occhi, mi concentro sulle pupille nere, per evitare di passare lo sguardo sul suo volto, perché so che cederei, anche solo il guardare l’iride, il verde smeraldo che continua a brillare nonostante tutto, mi farebbe rimangiare ogni parola.
-Ora calmati… ti prego, ascoltami..-.
-Credo di essere stanca di ascoltarti, sono stufa dei tuoi “devo andare” e dei tuoi “non posso”… vattene-.
-Aspetta adesso, non essere ridicola-.
-Vattene, se davvero mi ami come dici, esci da questa casa…-.
Sono proprio io a dire queste cose? Sono proprio io a pronunciare queste parole? Chi è che parla, perché non sta zitta! Perché dice all’uomo che amo di uscire dalla mia vita? Perché?
Ho gli occhi appannati, sento la porta sbattere ma non allontano lo sguardo dalla parete bianca, da dove prima c’erano le sue iridi verdi.
  
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