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Autore: NevanMcRevolver    11/10/2010    2 recensioni
Solo l'immagine può rivaleggiare con la musica. E se l'immagine fosse di più di un semplice pezzo di carta decorato? Se la musica andasse oltre le note che fanno vibrare il cuore, parlasse non solo alla mente? Forse tutto sarebbe un pò più diverso...o più reale? Soltanto l'arte può conforntarsi con sè stessa. E questo Yusuke l'aveva capito, l'ha capito, fin troppo bene.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 17: Contatti, pensieri e parole

 

 

-Yusuke! Yusuke, sveglia. Dobbiamo andare…-

Il ragazzo, in tutto risposta lasciò che le parole di Hydra si perdessero nell’aria e si rannicchiò ancora di più su sé stesso, mormorando qualcosa di assurdamente incomprensibile.

Era indignata, da Yusuke non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, mai!

Allora, con un sorrisetto perfido si inginocchiò a fianco al ragazzo, portò la sua bocca vicino all’orecchio e urlò con quanto fiato avesse in gola.

Il ragazzo si destò di scattò, urlando anche lui e sbiancando, diventando pallido come un cencio, tanto da poter tranquillamente passare per un cadavere.

Mandò a quel paese la ragazza e si tranquillizzò.

I ricordi poi, l’avevano assalito: gli odori, le parole, le vibrazioni, le tonalità di marrone, una donna di terra e capelli di radici, le sensazioni provate il giorno precedente l’avevano preso in petto, riportandolo bruscamente alla realtà.

Tellus era stata chiara, fin troppo: “Non tutti saranno accondiscendenti come me. Sarete messi alla prova, e molto duramente. Seppiatelo fin da ora! Questo è solo l’inizio, le sofferenze vi aspetteranno dietro l’angolo, in agguato, vi attendono, vi ghermiranno”.

Com’era possibile che avrebbero dovuto patire ancora?

Certo, non si sarebbero mai sognato che il viaggio fosse stato un’allegra scampagnata, ma non avevano patito già troppo? Non avevano rischiato la morte troppe altre volte nel corso di poco tempo? Ma che potevano farci! Il destino è crudele, il mondo è crudele, e in questo mondo cattivo o impari a sopravvivere, o sei semplicemente fottuto, tagliato fuori, dimenticato e diciamolo, anche ucciso! Non ci sono altre alternative: imparare a sopravvivere e lottare per il proprio spazio.

Consumarono un po’ di frutta e qualche dolce per colazione, si stiracchiarono, e poi si misero in marcia, verso la prossima meta.

Il flauto aveva indicato loro di dover scendere a valle e arrivare nei pressi di qualcosa di molto simile ad un lago o, in ogni caso una bella macchia d’acqua.

Si mossero, con passo incerto e sonnolento verso la direzione indicata.

Era una bella giornata: anche se c’era il sole non faceva caldo, di tanto in tanto una nuvola compariva in cielo, senza riuscire, però, a sfigurarne l’aspetto.

Alcuni stormi di uccelli volteggiavano nell’aria e le gocce di rugiada cadevano dai petali dei fiori e dagli steli dell’erba.

Dopo qualche ora di cammino, i due arrivarono nei pressi di una piccola cascata che si precipitava frettolosamente in un piccolo lago, dal quale veniva partorito un fiume non molto largo.

Il sole creava giocosi effetti di luce e colore con l’acqua e la spuma che si creava con l’impatto.

L’acqua era così pulita che si poteva scorgere il greto del fiume; la vegetazione in alcuni punti sembrava curata, in altri cresceva felicemente incolta.

-Basta, non ce la faccio più!- proruppe all’improvviso Hydra.

Yusuke la guardò di sbieco, come se fosse ammattita nel giro di pochi secondi, alzando un sopracciglio.

-Voglio farmi un bagno, cavolo!- disse Hydra pestando un piede per terra e alzando il tono della voce di tre ottave.

-Ok, vai, basta che ti calmi e non ammazzi nessuno…-mormorò il canuto.

La ragazza gli disse di girarsi mentre si sarebbe spogliata, e per sicurezza doveva anche chiudersi gli occhi.

-La prudenza non è mai troppa- convenne allo sbuffo di Yusuke.

Lui, allora si girò, e anche se non vedeva nulla di quello che gli stava accadendo alle spalle, arrossì violentemente, tanto da aver paura che anche i suoi capelli avevano preso stranamente colore.

Si schiarì la voce, sentendo la gola stranamente secca, e si passò la lingua sulle labbra.

Sentiva il leggero fruscio dei vestiti che cadevano lungo il corpo e le linee di Hydra, e il suo respiro che, disgraziatamente, stava prendendo sempre più velocità.

Poi, come se un’antica e potente forza lo chiamasse e assoggettasse a sé, si voltò, appena in tempo, per vedere Hydra che si era immersa quasi completamente.

Fuori dall’acqua rimaneva solo la schiena: era liscia, lucida, sinuosa e tremendamente affascinante.

Per Yusuke, al momento, tutta la sua esistenza era concentrata su quella schiena, su quella traccia di pelle nuda. Aspettò che la ragazza continuasse ad avanzare nello specchio d’acqua, immergendosi, per poi voltarsi di nuovo.

No, non gli andava di essere scoperto e ricevere qualche altro urlo da parte della ragazza.

Non aveva la minima intenzione di rovinare quel momento.

La sentì schiarirsi la voce, e poi si sentì chiamato: si voltò, titubante, e vide Hydra completamente sommersa nell’acqua, e i fluidi capelli muoverle attorno come alghe.

Sentì una nuova vampata di calore e sangue rodergli la faccia, e non appena Hydra notò questa cosa si mise a ridere, nonostante anche lei stessa fosse arrossita.

C’era imbarazzo, forse troppo, e una tensione nell’aria tale da poterne sentire le scariche, violente e potenti come l’elettricità.

Alla fine fu Hydra a muoversi, si stese a pancia in giù verso la riva, l’acqua la copriva completamente, e i lunghi capelli ne celavano ancora di più l’immagine.

-Vieni…- gli disse, o così le parve, siccome non sentì alcun suono uscirle dalle labbra.

Immediatamente si pentì di quanto aveva detto, che si calmò subito.

Evidentemente era riuscita a farsi sentire, perché Yusuke le stava andando incontro.

Incerto lui si era avvicinato: non era sicuro che Hydra l’avesse davvero chiamato, però decise comunque di muovere qualche passo verso la ragazza.

Quando si era avvicinato abbastanza le aveva abbozzato un sorriso, ed era rimasto comunque lì in piedi, imbambolato e un po’ confuso.

La ragazza aveva fatto un cenno di incoraggiamento, dopo di ché si era voltata e allontanata di qualche passo.

Yusuke allora si spogliò ed entrò, tremante, in acqua.

Piano, per non spaventarla, le si avvicinò, e le cinse la vita con le mani.

Hydra sussultò lievemente al contatto, ma comunque non si allontanò, limitandosi a stendere la testa indietro e baciarlo.

Lei, con le sue mani, si attaccò al suo volto, mentre lui con una mano continuava a cingerla la vita, mentre con l’altra l’aveva presa dal fianco sinistro, stringendola un po’ di più a sé.

Lei, alla fine si girò, e si strinse ancora di più a lui.

Alla fine, con una serie di gesti muti ma allo stesso tempo estremamente loquaci, si concessero l’una all’altro.

Alla fine, esausti ma sereni si stesero sull’erba vicino al lago, godendosi il sole, come se fosse la prima volta che lo vedessero.

Alla fine, lui si girò verso di lei.

-Sai, ora ne ho la certezza- disse.

-Di cosa?-

-Forse il modo in cui sto per dirtelo sarà banale, scontato, una frase passata sulla bocca di molte persone, che a volte l’hanno pronunciata con estrema leggerezza, a volte con grande profondità, chi con indifferenza e chi con ignoranza, chi consapevole e chi inconsciamente: ti amo!-

Lei rimase in silenzio, contemplare quelle parole e cercare di catturare dall’aria il suono delle ultime due, come fanno i musicisti per creare le più perfette melodie degne di questo nome.

Alla fine lei mosse una mano verso il viso di Yusuke, accarezzandolo con delicatezza; quando cercò di ritrarre la mano, Yusuke la fermò, e pose la sua mano su quella di Hydra.

Chiuse gli occhi, e annusò profondamente l’odore della carnagione della ragazza, sfiorandone ogni millimetro, indugiando su ogni singola traccia della sua pelle, baciandola e toccandola come se fosse fragilissima, di cristallo.

“Forse è così che ci si sente quando non si è più davvero soli” pensò il ragazzo.

Alla fine, quando delicatamente lasciò la presa, notò che Hydra si portò quella stessa mano agli occhi, per asciugare le lacrime.

Gocce cristalline scendevano lungo le guance della ragazza: non erano lacrime di tristezza e sofferenza, ma di gioia, di certezza.

-Non siamo più soli, dopotutto…- sussurrò lei, avvicinandosi all’orecchio lui e adagiandosi al suo fianco.

-No, non lo siamo più. Ma se ci separiamo non solo torneremo ad esserlo, ma infondo saremmo vittime di noi stessi, non credi? Siamo parte di un’unica anima, la tua scomparsa significa la mia…-

-…e la tua significa la mia morte, il mio annichilre, la mia più grande sconfitta e l’apice del rimorso- disse Hydra, guardandolo intensamente negli occhi.

Le sembrarono ancora più belli del solito, forse perché finalmente era riuscita ad aprire un portone fin’ora invalicabile, saltare un baratro mostruoso, troppo profondo e ampio.

Se prima si era accontentata di sedersi sul boro e far ciondolare le gambe nel vuoto, ora si ritrovava dall’altra parte, sana e salva, e finalmente completa.

Era finalmente riuscita a trovare il suo equilibrio, la sua mente e la sua anima, o quello che in ogni caso le mancava di questi.

-No, non siamo più soli- disse Yusuke.

-Non più- aggiunse lei, un sorriso sulle labbra.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Ciao a tutti!

Lo so, lo so, faccio schifo!

Perdonatemi per l’orrendo ritardo con cui aggiorno! Ma davvero, non riesco a trovare più molto tempo libero come prima! T_T

In compenso, spero di essere riuscito a farmi perdonare con questo breve capitolo, ma estremamente intenso.

Avrete notato che non mi sono soffermato e dilungato sui particolari.

Perché? Beh, la storia ha rating arancione, ed ho intenzione di rispettarlo, e poi non avevo intenzione di scrivere scene, e di conseguenza una storia con rating rosso. Spero che perdoniate anche questa mia scelta!

Inoltre, fra i diversi generi di questa storia ci stanno anche il romantico e l’introspettivo, e penso che in questo capitolo ci siano entrambi, forse più romanticismo che introspezione, ma questi sono solo piccoli dettagli XD

Approfitto per farvi un annuncio. Nell’improbabilità vi piacciano le mie storie, ne ho iniziata un’altra. Si intitola “Il canto del demone”. Anch’essa è un fantasy, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate!

Nella speranza che mi perdoniate vi saluto e mi ritiro nel mio antro!

A presto, e scusatemi ancora! ^^’

  
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