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Autore: ghirigoro    11/10/2010    6 recensioni
Cosa succederebbe se, appena orfana, arrivasse da New York la nipote di Slash? -FOTTITIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!- gli urlai. Lo zio era...scandalizzato? -Signorinella! Ma chi ti ha insegnato queste parole?!- -Tu.- Dall'altro capo della stanza, Duff disse, rivolto ad Axl:-50 dollari sulla bimba.-
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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Sentii il campanello suonare, e corsi alla porta il più velocemente possibile.
-No... oh no, no... no ti prego...-
Tiravo, spingevo, ma la porta non si apriva.
-Sam! Dove sei?- urlò Klaire da fuori.
-Non si apre!- le risposi, continuando a tentare.
Mi staccai e chiamai lo zio.
Sicuramente era rintanato da qualche parte a consumare il suo momento di estasi o a farsi qualche ragazza più che facile.
-Slash!- urlai per l'ennesima volta. E no, non mi veniva proprio di chiamarlo zio.
Mi diressi verso la sua camera, ma nemmeno lì c'erano rumori.
-Axl! Duff! Steven! Iz...-
Mi si smorzò la voce in gola e mi diedi della stupida.
Ritornai a cercarli tutti, aprendo tutte le porte che trovavo.
Restava la sala prove, ma non si sentivano rumori...
Stavo per andarmene, quando qualcosa cadde a terra dentro la sala. Si sentirono grida e schiamazzi, ma poi tornò il silenzio.
Già, le pareti erano insonorizzate in modo che tutto il baccano che facevano quando provavano da fuori non si sentisse più di tanto.
Aprii la porta e Axl mi venne addosso.
-Che... ci fai qui?- mi chiese cercando di portarmi via, come se dentro la stanza ci fossero cose che non avrei dovuto vedere.
-Devo chiedere a quel coglione perchè cazzo ha chiuso la porta a chiave.- risposi acida spingendolo da parte.
Lo zio e la ragazza di prima erano seduti sulle sedie a farsi le fusa.
-Perchè diavolo hai chiuso la porta a chiave?-
Mi guardarono come se fossero appena usciti da una visione.
-Io... ho... ah sì, giusto. Ce le ha Duff.-
Mi girai a guardare il biondo, che si stava scolando una lattina d birra.
-Tira fuori.- ordinai.
-E io cosa guadagno?-
-Che non dovrai togliere i resti delle tue palle dal frullatore.-
-Và che questa fa sul serio.- gli sussurrò Steven.
Duff sbuffò e estrasse la chiave dalla tasca dei pantaloni.
-Allora?-
-Che devi farci con questa?-
-Ci devo tagliare una mela, Duff. Ma che diavolo vuoi che ci faccia con una chiave?-
Me la tirò e la presi al volo.
Feci per andarmene ma lo zio si alzò di scatto e mi afferrò il braccio.
-Aspetta, ti devo dire una cosa!-
Me lo scrollai di dosso e gli dissi di fare in fretta.
-Io e Savannah ci sposiamo!- annunciò contento.


*-*-* Steven *-*-*

"Ahia non dice niente, sta per esplodere... Slash farà una brutta fine... Dio quella ragazzina fa paura quando fa così... chissà quante gliene dice..."


*-*-* Samantha *-*-*

Mi ci volle un po' per riuscire a riprendermi.
-Cosa?-
-Io... e... Savannah... ci sposiamo...- ripeté lo zio guardando nella sua direzione per ricevere aiuto.
-Tu e... Chi diavolo è Savannah?-
-Io!- squittì la ragazza balzando in piedi con un sorrisetto da Barbie. Anzi, lei era una Barbie formato gigante.
La ignorai e ritornai a fissare lo zio negli occhi.
-Da quanto vi conoscete?-
-Da... dal mese scorso...-
-Oh mio... Voi vi volete sposare dopo un mese?!-
Cercai di mantenere la calma, ma sentivo che da lì a poco avrei cominciato a urlare.
-Ma noi ci amiamo, vero Slash?-
-Sì... certo... almeno credo...-
-E lei è... una groupie?-
Ah, se lo fosse stata, allora mi sarei veramente incazzata.
-No, sciocchina, io...-
-Nessuno ti ha chiesto niente.- la liquidai.
-Non parlare così alla mia fidanzata!-
-Io ci parlo come cazzo voglio a queste puttane di cui vi circondate!- urlai, con le lacrime che spingevano per uscire.
Ma mai, mai mi sarei permessa di piangere davanti allo zio, quindi le ricacciai a forza dentro.
-Mi hai insultata, piccola peste?-
-Oh, sono meravigliata, veramente! Cavolo, quanto sei intuitiva!- le dissi sorridendo.
La sua espressione ebete lasciò il posto ad una arrabbiata.
-Tu, schifosa...-
Lo zio ci divise e mi mandò fuori.
-No, non mi puoi mandar via così, cazzo! Non puoi dirmi che ti sposi con la prima che passa e liquidarmi così!- urlai, lottando ancora per trattenere le lacrime.
-Fai come ti è stato detto, Sam!-
Axl mi prese delicatamente e mi portò fuori, richiudendo la porta.
-Non può farlo veramente!-
-Temo di sì, Sam. Dai, andiamo di là...-
Mi ricordai di Klaire e Suzie e i battei una mano sulla fronte.
-Che c'è?-
-Ho dimenticato una cosa...- risposi vaga.
Lo zio e i ragazzi non volevano che invitassi persone a casa, anche se lo facevo di continuo.
Corsi verso l'ingresso con la chiave in mano, aprii velocemente la porta e Suzie mi saltò addosso gettandomi le braccia al collo.
-Come stai?-
-Tutto bene! Ma non c'era anche Klaire?-
-Sono qui!-
-Come avete fatto ad entrare dal cancello?-
-Che cancello? Era tutto aperto!- rispose Suzie.
Sbuffai e mi lasciai andare, facendomi scappare qualche lacrima.
-Che hai?- mi chiese Klaire.
-Niente...- mentii, scoppiando a piangere.
Mi appoggiai alla sua spalla e Suzie accorse ad abbracciarmi.
-Io non lo so che cosa è successo, non lo so come siamo arrivati...- singhiozzai.
Una mano si posò sulla mia spalla.
-Samantha... vieni dentro a parlare...- Lo zio.
-Che le hai fatto, Slash?- chiese Suzie.
-Niente bella, devo solo parlarle.-
-Lascia stare Slash, ci parlo io con la ragazzina.- E questa era la puttana.
-Non credo proprio che sia una buona idea, Savannah.-
Klaire fece un passo indietro con la mano sulla bocca.
-Ma io ti conosco!-
La ragazza fece finta di non capire.
-Tu sei... quella Savannah, la...-
-L'attrice!- la zittì lei.
-No, la pornostar!-
Rimasi a bocca aperta. Mi girai a guardarla.
-Beh? Che c'è? E' un modo onesto per guadagnarsi da vivere!-
-Tu lo sapevi?- chiese Suzie allo zio, incredula.
-Beh... è una delle principali ragioni per cui la sposo!-
-LA SPOSI???!- urlò Suzie.
-Sì sì ho capito adesso sloggiate!-
Le due mi guardarono allibite, e io mi asciugai nervosamente una lacrima.
-Dai, vieni dentro Sam.- mi sussurrò Axl passandomi un braccio attorno alle spalle.
-Vuoi che veniamo anche noi?- chiese Suzie prendendomi un braccio.
Scossi la testa sforzandomi di apparire tranquilla, la verità è che mi vergognavo di far vedere quanto la gente che mi circondava fosse squallida e falsa alle mie due migliori amiche.
-Ok...- mormorò delusa lei, mentre Axl mi spingeva dentro casa e chiudeva la porta.
-Dai, non farne un dramma...- sbuffò lo zio una volta sul divano.
Mi allontanai da Axl, che comunque si riattaccò subito, e lo guardai male.
-Quella ragazza la conosci da un mese ed è una puttana!-
-Io faccio film! Non sono una battona!- si difese scocciata Savannah sedendosi sopra lo zio.
-Hai ragione, sei peggio!- la zittii.
-Sam smettila, veramente. Sto cominciando ad arrabbiarmi.- mi avvisò lo zio con lo sguardo torvo.
-No, non la smetto! Come puoi riportarmi a casa e dirmi che stai per sposarti con una cazzo di troia e pretendere che io non mi incazzi?!-
-Beh che ti piaccia o no io devo pensare un po' anche alla mia felicità!-
-Ma non capisci?! Tu pensi solo alla tua felicità!- urlai.
Rimasi per un attimo a guardare la sua reazione, ma le mie gambe cominciarono a correre verso la cucina, oltre la porta sulla piscina, nel prato, fino al gazebo ricoperto di edera.
Non era cambiato dall'ultima volta che ci ero stata.
Era un ottimo posto per stare da sole. Scostai la tenda di foglie ed entrai.
A terra c'erano bottiglie rotte, siringhe usate e mozziconi.
Mi si riempirono gli occhi di lacrime a vedere quel disastro.
Erano riusciti a rovinare anche l'ultimo posto in cui potevo stare tranquilla.
Mi avvicinai alla colonna a sinistra dell'entrata.
Spostai alcune foglie fino a scoprire il nome che avevo inciso con un pezzo di vetro nel legno morbido.
-Jeff...- mormorai senza rendermene conto.
Mi chinai e tastai le assi di legno fino a trovare un pezzo di vetro.
Lo accostai all'incisione e ci tracciai una riga sopra. E ancora, e ancora, finché il nome non fu del tutto cancellato.
Esitai un poco, ma poi mi decisi.
Tracciai dei solchi precisi e profondi, finché la parola non potei leggere la parola perfettamente.
-Samantha...-
Sentii un tintinnio dietro di me e mi girai di scatto.
-Che ci fai qui?-
-E' meglio se esci.-
-Non devi dirmelo tu quel che è meglio per me, Axl.-
Raccolse da terra una scheggia di vetro e si avvicinò alla colonna.
Mi passò un braccio dietro alla schiena e con l'altro incise a sua volta il legno.
Lo fissavo negli occhi mentre lui guardava ciò che faceva la sua mano.
In qualsiasi altro luogo e momento lo avei spinto via, ma c'era qualcosa che mi frenava.
Mi fece girare verso la colonna, aderendo alla mia schiena con il petto..

SAMANTHA E AXL

-Cosa dovrebbe significare questo?- chiesi sforando i nostri nomi.
-Cosa significa per te?-
-Niente...- mi sforzai di mentire.
Si avvicinò ancora di più fino a premere la bocca contro il mio orecchio. Potevo sentirlo respirare.
-Ne sei sicura?-
Un brivido mi scosse, e lui mi afferrò i polsi, sicuramente sorridendo, con le sue mani calde quasi quanto il suo corpo.
-Sì.-
Improvvisamente si staccò, e il calore scivolò via lasciando il freddo dell'aria.
Sentii il tintinnio dei vetri calpestati e il fruscìo delle foglie spostate.
-E allora sarò il tuo niente.- disse Axl, lasciandomi sola.


Oddio scusate!!!! Ritardo imperdonabile!!!
Però per farmi perdonare, ecco una bella sorpresina!!!
Spero che nessuno voglia linciarmi!
Come sempre ringrazio di cuore tutti quelli che seguono ancora questa mia storia dopo questa infinità di capitoli! Vi amooo!!!
Al prossimo capitolo!
  
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