5.
Ok, mi sento
un’idiota. Ultimamente mi sento spesso,
un’idiota.
Anche quando
sono a casa mi sento un’idiota, ma solo ogni
tanto.
Qui a Narnia
ogni giorno. Ci dev’essere qualcosa che non va.
E mi chiedo
perché anche loro tre non si sentano idiote.
Cioè,
la Santa Inquisizione non poteva rimanersene alle
Hawaii? Sta boicottando la mia giornata!
Sbuffo,
risentita, facendo in modo che mi sentano. Non
sembrano farci caso, le maledette.
Non è
bastato loro chiudermi a chiave in questa sottospecie
di sgabuzzino, dopo avermi trascinato via a forza dal tavolo della
colazione
dove stavo tranquillamente parlando con Edmund: ora devono anche
ignorarmi!
Aargh, che
rabbia. Un giorno di queste le uccido sul serio.
Che non vengano
poi a lamentarsi, quando saranno
fantasmi. Se la
sono cercata.
- che diavolo
c’è, adesso? – sbotto, guardandomi
attorno
nella ricerca frenetica di un arma da taglio con cui farle a fettine.
Holly si volta,
un ghigno per nulla rassicurante ad
arricciarle le labbra.
- è
ovvio, Giu. Mica credevi di poter sfuggire alle tue
migliori amiche, vero? –
La fulmino.
- guarda, io
pensavo di avervi già detto che non
è successo niente. – calco sulle
ultime parole, cercando di suonare convincente anche a me stessa.
Perché,
ovviamente, se
convinco me stessa convinco anche loro.
Giorgia mi
lancia un sorrisetto divertito.
- ci credi
veramente così stupide? – domanda, alzando un
sopracciglio.
Bene.
ricominciano anche con le sopracciglia alzate. Ma che
bella giornata, sarà oggi! E pensare che era iniziata
così bene …
Arriccio le
labbra in un bel: - si – sonoro, che fa fare una
smorfia indispettita a Silvia, appoggiata alla porta e che controlla
ogni tanto
che non passi nessuno.
Mi sento
un’indiziata di CSI. Però, gli indiziati di CSI
hanno
il diritto di rimanere in silenzio
finché non arriva l’avvocato. E io non ho un
avvocato. Quindi perché parlare?
Holly recupera
tre sedie, ovviamente spuntate dal nulla,
visto che qua dentro c’è solo muffa e puzza di
chiuso. Ah, e uno strano comò
che, a prima vista, sembra infestato dai ragni.
Mi spinge a
sedere su una e posiziona le altre due di fronte
a me, prima di sedersi sopra una mentre l’altra viene
occupata da Giorgia.
A quanto pare
Silvia farà da controllore per il resto
dell’interrogatorio.
Holly si china
verso di me con un ghigno divertito.
- ok, Giuggi.
Preferisci raccontarcelo partendo dall’inizio o
rispondere alle nostre domande? –
- domanda di
riserva? – commento indispettita, incrociando le
braccia al petto e voltandomi a guardare il comò,
chiedendomi perché mai non
l’abbiano coperto con un bel telo per proteggerlo dalla
polvere.
Silvia si lascia
sfuggire una risatina, subito fermata dallo
sguardo truce di Giorgia.
- ok, partiamo
con le domande. E non provare a
stare zitta Giu. Perché possiamo sempre andare a
chiedere a Edmund – mi avvisa Holly, puntandomi un dico
contro.
- si, certo,
come no – la schernisco, ben sapendo che non lo
farebbe mai. Anche perché dubito che Edmund le direbbe
qualcosa.
Mi ignora,
mentre Giorgia inizia:
- allora, Giu.
Vi siete baciati? –
Sbuffo,
relegando il ricordo in un angolino della mente per
evitare di diventare rossa come un pomodoro e quindi di farmi scoprire.
- no –
borbotto, gonfiando le guancie.
- davvero?
– continua.
-
già. –
- vi siete
almeno detti … qualcosa?
– domanda a questo punto Holly, anche se
non sembra essersela bevuta.
Mmm. Penso
proprio che dovrò avvisare Edmund di tenere la
bocca cucita, soprattutto con Lucy. Potrebbe tranquillamente passare a
Silvia o
a Holly informazioni pericolose.
- certo.
– commento, accavallando le gambe.
Il loro sguardo
si fa speranzoso. Ghigno.
-
“Evviva, Miraz ha accettato la proposta!”
–
Mi lascio
sfuggire un risolino, di fronte alle loro facce
basite. Giorgia fa una smorfia.
- dai, sul serio
Giu. Noi ti diciamo sempre tutto – dice.
Touché.
Se potessi la
strangolerei, per avermelo fatto notare.
È
vero, mi dicono sempre tutto, però.. mi mette in imbarazzo,
tutta questa cosa. Loro se ne vanno tranquillamente in giro a
sbandierare che
si sono messe con Tizio e Caio, ma io non ci riesco. È una
cosa mia, che senso
ha che la sappia anche tutto il resto del mondo? E poi, io non le
costringo
quasi mai, perché so che se devono dirmi qualcosa
d’importante, beh, me lo
diranno.
Forse ha
ragione, le migliori amiche dovrebbero raccontarsi
tutto. Però.. mi piace l’idea che sia una cosa
più o meno segreta. Anche perché
non rende tutto una semplice routine ma fa si che ogni momento sia
speciale.
Quindi.. non lo
so.
- Giuuu?
– cinguetta Silvia, dopo una sbirciatina al
corridoio.
Sbuffo. Qualcosa
posso anche concederglielo.
Il quadro
generale della faccenda. Tanto prima o poi
l’avrebbero scoperto comunque.
- allora?
– mi incita Holly, negli occhi dipinto lo stesso
identico sguardo di quando mi dice che piaccio a qualcuno e bla, bla,
bla. Cosa
che mai si è rivelata vera, in quanto non ho mai voluto
testare.
La guardo con
finto rancore, sentendo il sangue salirmi alle
guancie, mentre lo stesso stupido sorriso che faccio quando sto per
dire
qualcosa di estremamente imbarazzante (secondo il mio punto di vista)
va a
dipingersi sulle mie labbra.
Cerco in tutti i
modi possibili di cambiare espressione,
ottenendo una smorfia imbarazzata che quasi mi fa rimpiangere il
sorriso
idiota.
Aargh, mi odio.
Distolgo lo
sguardo dalle espressioni complici che mi stanno
indirizzando da almeno dieci minuti nel tentativo di corrompermi e
sussurro,
così piano che si fa fatica a sentirlo:
- stiamo insieme
–
Le vedo
scambiarsi un’occhiata interrogativa.
- Giu, lo sai
che non si è sentito niente? – ridacchia
Giorgia, al che io balzo in piedi.
- ah, no! Non ho
intenzione di ripetere! – sbotto e, con uno
scatto raggiungo la porta, spalancandola.
Silvia fa appena
in tempo a scostarsi, prima che gliela
sbatta in faccia.
Inizio a
correre, ridendo senza un motivo preciso, e sento
loro tre venirmi dietro tra gli schiamazzi e le proteste urlate.
So perfettamente
che Silvia
e Holly mi raggiungeranno di sicuro, non sono mai stata
un’amante della corsa.
Per i percorsi brevi sono veloce –più o meno- , ma
sulle lunghe distanze duro
meno di un minuto. E credo che questa sarà una lunga, lunga, distanza.
Rido ancora,
svoltando di
scatto verso la destra, intravedendo l’uscita.
- Torna
immediatamente qui!
– urla Giorgia, e rido ancora più forte tra gli
ansiti, mentre sento che anche
loro iniziano a ridere.
Supero di corsa
un Peter a
bocca aperta, che viene poi travolto dalle tre furie al mio
inseguimento.
Sbuco
all’aria aperta,
inciampando su uno dei gradini di pietra e rotolando per un
po’.
Mi rialzo con un
balzo e
ricomincio a correre, notando appena Edmund e Lucy un po’
più in là, sulla
destra.
Meglio girare a
largo, per
ora. Non si sa mai che prendano d’assalto anche loro. E poi
è meglio evitare di
dare a Lu la possibilità di collaborare con le tre
impiccione.
- fermati
subito!! – strilla
ancora Giorgia, ferma ed ansante sull’uscio, mentre Holly e
Silvia sono ancora
al mio inseguimento.
Rido, girandomi
giusto il
tempo per fargli una pernacchia, e sentendo una goccia di sudore
colarmi lungo
la tempia.
Devo
assolutamente lavarmi,
anche perché ho come l’impressione che mi
sporcherò tutto il vestito di terra.
Una scusa in più per andare in giro con i pantaloni.
Continuo a
correre, inciampo, rotolo e mi rialzo, evitando
per un soffio Holly che mi si era lanciata verso di me, con
l’intenzione di
schiacciarmi a terra.
Ricomincio a
correre, ridendo sempre più forte e attirandomi
gli sguardi stupiti di Caspian e Susan, intenti a tirare con
l’arco. Si
fermano, lanciandosi un’occhiata divertita e abbassando gli
archi.
Holly
è a terra, che si rotola dalle risate, tenendosi la
pancia, mentre Silvia ancora mi rincorre.
- smettila!
– le urlo, ridendo e ansimando – non sei stanca?
–
- non
finché non ti ho preso, Lover ! – grida in
risposta
lei, usando il soprannome con cui solo lei mi chiama, quando
è in vena di
affettuosità. O quando vuole torturarmi fino allo
sfinimento.
Mi giro con una
piroetta, rischiando di cadere, per poi
correre all’indietro.
-
perchèèè? – mi lagno,
guardandola, rossa in viso e con
piccole goccioline di sudore a colarle lungo le tempie.
Non risponde,
limitandosi a fare uno scatto in avanti,
facendomi sobbalzare.
Scivolo, finendo
gambe all’aria (con la mia solita grazia,
ovviamente. Un troll di montagna sarebbe caduto più
delicatamente, e
soprattutto senza un tonfo che fa tremar la terra).
Silvia si ferma
e mi guarda dall’alto, mentre riesco a
malapena a trattenere le risate.
- ora non mi
scappi più, Giuggi! – esclama tutta gasata.
Ghigno,
tirandole poi un piede e facendola cadere accanto a
me, con un tonfo sordo e uno strilletto acuto.
- questo non
vale! – protesta, tirandosi a sedere e
massaggiandosi poi la schiena. Sorrido, concedendomi
un’ultima risatina.
- ah. E
perché vale il rincorrermi fino alla stremo? –
chiedo, allargando le braccia e dandole poi un pizzicotto sul braccio.
Mi tira uno
schiaffo sulle dita, alzando le spalle.
- tutto ok?
– la testa di Giorgia entra nella mia visuale,
insieme alla sua mano tesa verso di me.
- no.
– rispondo, ridendo – credo di non riuscire
più a
reggermi in piedi –
Mi alzo a
sedere, scompigliandomi i capelli e muovendo un po’
le gambe.
Mi tiro via un
filo d’erba dal vestito, spazzolandolo un po’
per evitare che delle simpaticissime formiche decidano di andare in
gita sulle
mie gambe.
- ehi, Giu
– commenta Holly, che sembra essersi ripresa dal
suo momento d’ilarità. Ovviamente in modo
relativo. – sei buffissima con
quell’espressione -
La guardo
interrogativa.
- che
espressione? – faccio, prima di ritrovarmela addosso
intenta a tirarmi le guancie.
- ma quanto sei
teneraaaa –
Quando i
Pevensie ci raggiungono,
seguiti da Caspian, è ancora presa a schiamazzare.
Ci guardando
allibiti.
- che state
facendo? – domanda
Caspian, perplesso.
- mi sta
violentandooo! – urlo, cercando
di staccarla, facendo sobbalzare tutti tranne Giorgia e Silvia, che
attaccano a
ridere come due matte. Il viso di Peter ha una tonalità che
tende al rosso
scuro mentre Lucy mi fissa come si fissa un alieno e Edmund storce il
viso in
una strana espressione. Caspian e Susan si lanciando
un’occhiata imbarazzata.
- c.. come,
scusa? – Domanda Peter,
balbettando.
- scollatemela
di dosso, porca
miseria! – sbraito, riuscendo finalmente a sgusciare via
dalla sua presa e
alzandomi in piedi, anche se sento le gambe simili a gelatina.
- ma che cosa
sei, tu? – strillo,
guadagnandomi diverse occhiate sorprese. –
un ibrido tra uomo e sanguisuga? -
Silvia si sta
tenendo la pancia dalle risate.
- donna, prego
– puntualizza seccata Holly.
- sisi, come ti
pare –
Sbuffo, e mi
avvio traballante verso la casa di Aslan,
sentendo Silvia che mi affianca.
- sicura di non
voler essere portata in braccio Giu? – fa,
non senza un po’ d’ironia
nella voce,
alta quanto basta per farsi sentire da tutti – non sembri un
granché salda
sulle gambe. –
Le tiro una
gomitata.
Ora traballa
anche lei. Tiè.
- e indovina di
chi è la colpa? – commento, cercando di
camminare un po’ più veloce.
Sbuffa,
divertita.
- ooh, su. Un
po’ di sano sport non ti uccide di certo! –
- io ODIO lo
sport! – ribatto, piccata, anche se lei lo sa
benissimo –e DETESTO correre! –
Entro a passo di
marcia nella casa di Aslan, sbraitando cose
senza senso sotto lo sguardo stupito e sconvolto dei presenti.
Oh, fantastico.
Ho fatto la mia bella figura anche oggi.
- mi ritiro!
– strillo arrabbiata nera, dirigendomi come una
furia verso la mia stanza.
Sono
un’idiota. L’idiota più idiota del
mondo. Oltre al tesserino di riconoscimento
dovrebbero darmi anche, che ne so, una freccia lampeggiante sopra la
testa, che
mi indica come persona più idiota del pianeta.
Rabbrividisco di
freddo, sfregandomi le braccia lasciate
scoperte dalla canottiera. Mi rannicchio il più possibile,
poggiando il mento
sulle ginocchia e fissando davanti a me.
L’idea
di uscire, in canottiera per
di più, non è stata decisamente la
migliore degli ultimi giorni.
Ma non avevo
sonno. O meglio, dopo l’incubo che ho fatto,
l’idea di riaddormentarmi non mi piaceva affatto.
Ho sognato che
Miraz uccideva Peter durante il combattimento.
Si, lo so,
è un sogno corto, però per nulla piacevole viste
che le conseguenze sarebbero catastrofiche, a dir poco. In
più mi sono
svegliata con un incredibile nodo alla gola e il cuore che batteva
all’impazzata e con la fronte grondante di sudore.
Come diavolo
potevo tornare a dormire?
Rabbrividisco di
nuovo, alzando lo sguardo verso il cielo
punteggiato di stelle.
Mi spingo contro
il freddo muro di pietra, che mi causa altri
brividi che mi corrono allegramente sulla schiena, appoggiando poi
anche la
testa, per meglio vedere il cielo.
Sono in alto, un
po’ più in là rispetto al punto in cui
domani si posizioneranno gli arcieri, con Susan a far loro da capo.
Distendo le
gambe. La pietra su cui sono seduta mi arriva a
metà polpaccio, e per lasciar dondolare le gambe dovrei
tirarmi un po’ più in
là, ma sto comoda attaccata al muro.
Sbatto le
palpebre più volte, cercando di evitare di
addormentarmi lì, al freddo.
Ci manca
solo che domani ho la polmonite o la febbre a quaranta.
Come godersi
appieno l’epica battaglia per il destino di Narnia.
- ehi
–
Sobbalzo, quando
sento la voce di Edmund, che nel frattempo è
scivolato a sedere accanto a me, porgendomi gentilmente un lembo della
coperta
che si è portato dietro.
- grazie
– biascio, mezza intontita e decisamente stupida
dalla sua improvvisa apparizione.
Ha su una
camicia bianca, leggera, e dei pantaloni di cuoio.
Come diavolo
riesce a dormirci, con
i pantaloni di cuoio, non lo so. Sempre che questa sia la sua tenuta da
notte.
Ommioddio, ho visto Edmund Pevensie nella cosa che più si
avvicina ad un
pigiama, qua a Narnia.
- niente. Quando
ti ho visto uscire con solo quella.. uh.. cosa
addosso .. – trattengo un risolino,
al suo tono di voce imbarazzato. Dimentico sempre che nel suo tempo le
ragazze
non vanno abitualmente in giro in canottiera e jeans.
O anche qualcosa di meno. – … ho
pensato che
avresti avuto freddo – conclude.
Annuisco,
mettendomi a sedere a gambe incrociate.
Realizzo solo
ora quello che ha detto.
- mi.. hai
visto? –
Annuisce,
giocherellando con un angolo della coperta.
- si. Avevo sete
e sono andato a fare un salto nelle cucine.
Piuttosto, tu che ci fai in giro? –
Oh, ma allora
questo è sul serio il suo pigiama! Perché non
ho mai una macchina fotografica, quando serve? E perché ho
lasciato il mio
cellulare sul comodino?
Sbuffo,
rigirandomi su un dito una ciocca di capelli.
- non ho sonno
– confesso, gonfiando le guancie come una
stupida.
Sorride
comprensivo.
-ansia?
– chiede.
- può
darsi -
Starnutisco, due
volte di seguito, come faccio sempre io. Il
mio compagno di banco m’ha preso in giro per due mesi. E, se potesse, continuerebbe
tutt’ora.
Sorride appena,
mentre mi arrotolo dentro la coperta e mi
strofino il naso con una mano.
- accidenti
– borbotto contrariata, tirando poi su con il
naso.
- meglio
così. – sospira lui, portandosi le mani dietro la
testa – se sei malata, domani non rischi di farti uccidere
–
- ah, non
credere che un semplice raffreddore m’indebolisca a
tal punto dall’essere costretta a letto. – ribatto
io, piccata. Anche se è più
che probabile.
Ok tutto, ma
sentirmi inutile fino a questo punto no!
- la guerra non
è fatta per le ragazze, Giuly –
Sbuffo,
ignorando il rossore che mi è salito alle guancie a
sentire il nomignolo.
- Susan e Lucy,
però, combattono – protesto debolmente.
- non direi.
Susan e Lucy andranno a cercare Aslan. E,
comunque, loro sono Regine - precisa,
alzando l’indice della mano destra.
- e allora?
– borbotto.
-
c’è un po’ di differenza, soprattutto in
esperienza. –
- solo
perché sono qui da neanche una settimana e perché
se
prendo in mano una spada rischio di tranciarmi via un piede?
– chiedo irritata,
alzando la voce e drizzandomi sulla schiena. La coperta scivola via
dalle mie
spalle.
- io non h..
– tenta lui, ma non lo lascio finire. Prendo a
gesticolare concitatamente.
- allora
spiegami perché,
Edmund. Perché mi hai fatto venire con te al castello, se mi
credi un incapace?
Perché non hai protestato quando Caspian ha deciso che avrei
portato con te la
missiva a Miraz, se sono una palla al piede così grande? E
perché diavolo mi
ha… –
Serra la sua
mano sul mio polso, fermando il fiume di parole
che mi sta uscendo dalla bocca e i miei gesti frenetici.
Sto ansimando di
rabbia, e sento i brividi di freddo che
corrono sulla mia schiena al tempo del respiro, anche se credo che sia
solo
un’impressione.
- non lo so, il
perché, ok? Ma sono contento che sia andata
così. - mi
guarda con un’intensità tale
che credo che i brividi, a questo punto, non siano causati solo dal
freddo. – e
non ho mai detto, né pensato, che tu sia
un’incapace –
Molla la presa
sul mio polso, scrollando le spalle e
guardando verso l’alto.
- semplicemente
non penso che tu sia capace di uccidere
nessuno, Giuly. Non è una cosa per niente piacevole, neanche
se sei costretto a
farlo per salvarti la pelle – continua, in un soffio.
- lo so. Ma io
non ho parlato di uccidere. Si
può anche ferire, senza uccidere – spiego io,
abbassando il tono e torturandomi le mani.
- ah –
fa sarcastico – e tu credi veramente
che sia così semplice non uccidere, quando si è
nel pieno
della battaglia? - mi
lancia uno sguardo
– non è un duello, in cui hai il tempo di pensare
a dove mirare. –
Vorrei riuscire
a dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma
non ci riesco, perché so che ha ragione.
Però
in battaglia ci voglio andare lo stesso. Come minimo mi
farò uccidere, ma non fa niente. Altrimenti mi
sentirò inutile.
Mi risistemo
nella coperta, socchiudendo gli occhi.
- posso
chiederti una cosa? – fa, voltandosi improvvisamente
verso di me.
- si –
sussurro, evitando accuratamente di riaprire gli
occhi.
-
perché stamattina Giorgia, Silvia e Holly
t’inseguivano? –
Scoppio a
ridere, lasciandolo perplesso. Sono
così sollevata che abbia cambiato
argomento.
- oh, Ed
– dico, tra le risate – non credo capiresti del
tutto –
Fa uno sbuffo
divertito.
- mettimi alla
prova, allora -
Continuo a
ridere, una punta d’imbarazzo che si fa strada
nella mia voce.
- non.. non so
se. . . –
- se? –
Soppeso quello
che sto per dire, guardandolo di striscio.
- hai degli
amici, a Londra, no Ed? –
Annuisce
frettolosamente, grattandosi una guancia.
- ma che
c’entra? –
- mi lasci
spiegare?! -
Ride
sommessamente.
- non so se ti
sei mai trovato in una di quelle situazioni in
cui vorresti tenerti una cosa per te, e fai di tutto per mantenere il
segreto,anche se, puntualmente, i tuoi amici intuiscono tutto e ti
torturano
fino allo stremo pur di farti parlare –
- più
o meno .. – fa vago, e ho come l’impressione che
lui
non si sia mai trovato in una situazione simile, se non dalla parte
degli
“amici torturatori”.
- beh, ecco.
M’inseguivano appunto per questo .- concludo,
con un’alzata di spalle, sperando che decida di
accontentarsi.
- e che cosa
avresti dovuto dir loro, scusa? Non mi sembra
siate state lontane più di tanto ultimamente. –
Credo che il mio
viso si stia colorando di un imbarazzante
rosso. Per fortuna è buio.
- …
secondo te? – trovo il coraggio di dire, tirandomi poi la
coperta fin sopra il naso. Mi guarda un po’ confuso.
- che vuoi che
ne sappia io, scusa? –
Mi viene voglia
di spaccargli in testa qualcosa, ma credo che
rimpiangerei questo gesto per il resto della mia esistenza.
Come fa a non
capire una cosa del genere, accidenti? Sono
tutti così i maschi? Dio, allora siamo messi proprio male.
Anzi, malissimo.
Malerrimo. Malissimerrimo. Malissimerramente male.
Ok, sto partendo.
- prova a
pensarci un attimo – sussurro, cercando di non
urlare e fare qualcosa d’inconsulto. Qualcosa che
può variare dal fargli cadere
diversi massi addosso al saltargli addosso.
Credo che poi,
in tutti e due i casi, qualcosa di buono
verrebbe fuori: se gli faccio crollare dei massi addosso può
darsi che uno di
essi lo colpisca in testa, riattivandogli la funzione
dell’udito e risvegliando
i neuroni che, da quello che posso vedere, non stanno lavorando un
granché; nel
secondo caso, saltandogli addosso, capirebbe finalmente quello che
voglio
dirgli. Certo, poi magari non mi rivolgerebbe più la parola,
ma io avrei
raggiunto uno degli scopi della mia vita.
Mi accorgo solo
ora che … beh.. che ultimamente penso a cose
piuttosto violente, come buttare gente giù dai burroni o
scaraventargli addosso
sassi.
Dev’essere
un risvolto ribelle della mia personalità che
finora era stato al calduccio sotto le coperte.
O i miei
pensieri si stanno sintonizzando su Radio Violenza,
grazie al clima di guerra che c’è qui.
…
Saltare addosso
a Edmund sarebbe una cosa violenta?
- e…
emh .. – balbetta con tono
imbarazzato, quasi avesse sentito i miei pensieri, e facendomi saltar
per aria
dallo spavento di essere stata –per modo di dire- scoperta.
Mi accorgo solo
in quel momento che, la presunta vittima
della mia presunta aggressione, mi sta fissando con una smorfia
impicciata.
Dio, devo essergli sembrata un’idiota fatta e finita con lo
sguardo perso nel
vuoto.
Lo fisso
incuriosita, mentre distoglie lo sguardo,
arricciando il naso.
Starnutisco
un’altra volta.
- non
è che hai un fazzoletto, vero? – domando, con una
vocina così sottile che quasi non mi riconosco.
- eh…
eh, si –
Si fruga nelle
tasche dei pantaloni (tasche che io non ho,
visto che mi hanno rifilato dei pantaloni di serie B.. e poi, da quando
si
hanno le tasche in un pigiama?) e tira fuori un fazzoletto di stoffa,
porgendomelo.
- grazie
– mormoro, prendendolo e soffiando il naso.
- niente
– è la risposta sussurrata. Appallottolo il
fazzoletto,
rendendomi conto solo dopo che non è mio e che potrebbe
dargli fastidio. Anche
se credo che tutti appallottolino i fazzoletti dopo averci soffiato
dentro il
naso. Cioè, a me viene naturale. Come mi viene naturale
grattarmi gli occhi e
spalmarmi inconsapevolmente sulla faccia tutto il trucco quando me lo
sono
messo così bene la mattina.
Ok. Sto
divagando.
Starnutisco di
nuovo.
- ma proc.. !
– inizio, ma le parole mi muoiono in gola
quando sento il suo braccio cingermi il fianco per poi attirarmi
più vicino a
lui.
Alzo lo sguardo
verso di lui, leggermente sconcertata. Cioè,
sempre di sorpresa, queste cose? Avvisarmi prima, per evitare di farmi
morire
di crepacuore no, eh?
Lui borbotta
qualcosa di imbarazzato riguardo il freddo e i
raffreddori.
Sorrido
divertita e mi accoccolo contro di lui, sentendolo
trasalire leggermente.
Oh, sentite, non
potevo non approfittarmene. Sarebbe stato
scortese nei confronti della mia buona stella.
Tiro su con il
naso.
- in qualsiasi
caso.. – sospiro, appoggiandomi meglio alla
sua spalla – hai capito si o no? –
- ch.. che cosa?
– balbetta lui, con tono quasi spaventato.
-
perché mi inseguivano! – ribatto, con aria
saccente.
Sobbalza, e deglutisce.
- e.. eh .. i..
io forse… – farfuglia. Mi lascio sfuggire una
risatina.
- ok, ho capito
che hai capito –
Annuisce
frettolosamente, tornando poi a guardare il cielo.
Tiro su con il naso un paio di volte, puntandolo
poi verso l’alto per guardare le stelle.
Mi sono sempre
piaciute, le stelle; quelle legate al destino
degli uomini, le luci misteriose e affascinanti nel cielo non
l’ammasso di
materia a milioni di anni-luce da qui.
La scienza
rovina un po’ tutte le cose misteriose, secondo
me.
- Ed, che
costellazione è, quella? – domando, indicando un
paio di stelle a caso, tanto per farlo a sentire un po’
più a suo agio, visto
che il discorso di prima era un po’… un
po’.. insomma, avete capito.
Basta che non si
aspetti che le riconosca al primo colpo. Non
sono mai stata brava a individuare le cose. Una volta ero in seggiovia
con mia
madre, e ad un certo punto ha avvistato uno scoiattolo, che io
ovviamente non
ho visto. Ho dovuto mentire, e dirle che si, l’avevo visto
anche io, per farla
smettere di indicare l’albero. Ancora oggi, quando salta
fuori lo scoiattolo,
io mi limito ad annuire a quello che dice lei.
Edmund segue la
direzione del mio dito, fissando poi il cielo
con aria critica.
- è..
è quella del Centauro * .. guarda, quelle che hai
indicato tu sono le stelle delle zampe anteriori, poi se guardi un po’
più in su c’è il busto e .. –
Cerco di seguire
un po’ quello che mi dice e, dopo cinque
minuti di vuoto più assoluto, trovo finalmente questo
benedetto centauro.
Visto? Con un
po’ di calma c’arrivo anche io. Anche se, a dir
la verità, come centauro è un po’
grassottello. Sembra
più metà uomo e metà mucca.
-
ooh! L’ho visto! –
commento esaltata, evitando di esporgli la mia teoria del muccomo.
– e quella
lì di fianco? Somiglia ad un delfino.. –
Edmund mi lancia
uno sguardo divertito, trattenendo un
sorriso.
- a dir la
verità è la costellazione del
Ghepardo… -
Lo guardo ad
occhi sgranati.
-
mannòòò! Sembrava proprio un delfino!
– mi lamento, e lui
scoppia a ridere all’improvviso, facendomi lanciare uno
strillo sorpreso.
Ride ancora
più forte.
- smettila!
– dico, ridendo anche io e tirandogli un
pizzicotto sul braccio.
- un…
ahah! .. un delfino! Ahah! –
- smettilaaa,
stupido! – mi lamento, ma sto ridendo anche io,
con le lacrime agli occhi. – sembrava sul serio un delfino!
–
Dopo un attimo,
in cui cerca di recuperare la calma, scoppia
a ridere fragorosamente un’altra volta.
- la vuoi
smettereee? – sbuffo divertita, senza però
riuscire
a bloccare il risolino che mi è salito alle labbra.
- s.. si, scusa,
ora la smetto – ride un’ultima volta, prima
di prendere un lungo respiro. Quando è sicuro di non
rischiare di scoppiare più
a ridere si gira verso di me.
- certo che voi
gente del futuro siete strani. Scambiare un
ghepardo per un delfino .. –
Metto su il mio
miglior broncio offeso.
- guarda, che
prima di arrivare qua, non avevo mai visto un
ghepardo dal vivo in vita mia. A parte quella volta che sono andata
allo zoo
con la scuola materna. Ma forse era una tigre .. si, mi sembra fosse
una tigre
.. –
Mi picchietto
l’indice sul mento, con fare pensoso, mentre
cerco di fare mente locale. Mi sembra fosse una tigre bianca..
massì, che era
una tigre! Che poi avevo pure comprato il portachiavi peluche a forma
di tigre
bianca che quando lo schiacciavi faceva “Roaaar”
per i venti minuti a seguire.
Chissà dov’è
finito..
Lui sospira
divertito, mentre appoggio la mia testa sulla sua
spalla.
- neanche io,
prima di arrivare a Narnia, avevo mai visto un
ghepardo. – m’informa e io alzo la testa
incuriosita. Non so se chiedergli
quand’è stata la prima volta che è
venuto a Narnia, cosa piuttosto invadente, o
liquidare l’informazione con un’alzata di
spalle, anche se mi sembra piuttosto scortese.
- ah, si?
– faccio, fingendomi interessata. Come se non lo
sapessi.
Annuisce
semplicemente. Immagino che non abbia un granché
voglia di raccontarmi quello che è successo la prima volta
che sono arrivati
qui. Non è una cosa di cui andare tanto fieri, ammettiamolo.
L’importante,
però, è imparare dai propri errori, e mi sembra
che lui l’abbia fatto
egregiamente.
- hai letto i
racconti sull’Età d’Oro? – mi
chiede.
- mm, si,
qualcosa - rispondo vaga, senza entrare in
particolare.
In parte
è vero. L’altro giorno sono andata un
po’ a frugare
nell’archivio che hanno messo in una stanzetta vicina alla
Tavola di Pietra..
c’era un sacco di roba polverosa, e mi sono divertita a
soffiare la polvere
addosso a Holly. E poi ho leggiucchiato qualcosa, giusto per vedere un
po’
quante differenze c’erano tra quei racconti e il libro e il
film. Alla fine
sono più o meno le stesse cose.
- qualcosa.. su
di me? –
Gli lancio
un’occhiata sorpresa.
- in che senso?
–
Mi guarda quasi
irritato, però poi si limita a sbuffare.
- non lo so..
pensavo fossi andata a cercare .. –
- avrei dovuto?
– replico, con un sorrisetto divertito. Mi
guarda, aggrottando le sopracciglia, e arrossendo leggermente. Non risponde.
- comunque si
– commento, tirando su con il naso e
raggomitolandomi contro di lui.
- si che cosa?
– fa con tono stupito.
- si, ho letto
qualcosa su di te. Beh, più di qualcosa. Ma
non sono uno stalker, eh! Ero solo curiosa -
m’affretto a precisare.
- che cosa
c’entrano gli stalker, scusa? -
- ah, no,
niente.. magari pensavi che fossi una maniaca o
qualcosa di simile.. – sussurro risentita.
- non penso che
tu sia una manica – dice, accompagnando le
parole con una risata.
Aaah, non sa
quanto si sbaglia. Beata ingenuità.
- eh, ci tenevo
a puntualizzarlo -
Rimaniamo in
silenzio per un altro po’, e quando penso che il
discorso è ufficialmente archiviato, come quello
sull’1% del cervello maschile,
lui riprende la parola:
- e.. che hai
letto, di preciso? –
- mah, un
po’ di tutto .. ho curiosato in giro. I miti e le
leggende mi sono sempre piaciuti –
- io faccio il
personaggio di un racconto della buona notte.
È successo sul serio – mi rimbecca lui,
infastidito. Ah, ma
va? Non oso immaginare cosa
succederebbe se sapesse che è il personaggio di un libro e
di un film.
- non ho detto
che non ci credo. Semplicemente ora sono leggende.
Non possiamo mica farci niente, eh! e poi non c’è
nulla di male nel far parte di
una favola per bambini –
Sorride
leggermente.
Starnutisco,
torturando il fazzoletto tra le mie mani.
- se hai letto
un po’ di tutto … - inizia con un sussurro
–
hai letto anche della Strega? –
- la Strega
Bianca, intendi? –
-
c’è stata qualche altra strega, nella storia di
Narnia? –
sbotta irritato. Arriccio il naso indispettita.
- e che ne so.
Sono qui solo da una settimana, sai? –
starnutisco, e soffio il naso. – e, si, ho letto anche su di
lei. E ho notato
che, cento anni, infondo non sono poi così tanti. Sono molti
di più mille e
trecento, trovi? –
- e questo che
c’entra? –
- uh, non lo so.
L’ho semplicemente notato leggendo e
ragionando un attimo. –
Starnutisce
anche lui.
- mi sa che ti
ho attaccato il raffreddore – mormoro con tono
dispiaciuto, non osando offrigli il fazzoletto sporco. Infondo io non
lo
prenderei mai, se è già stato usato.
- no, non
preoccuparti . – fa sbrigativo lui, frugandosi
nelle tasche e tirandone fuori un altro.
- ma hai la
scorta? – domando sarcastica, mentre lui ridacchia,
scuotendo la testa. Per un attimo sembra prendere fiato.
- hai letto che
io all’inizio stavo dalla sua parte? –
Olè.
Non mi aspettavo una cosa così esplicita, lo ammetto.
Chissà perché me lo sta dicendo a me, poi.
- si, mi sembra
ovvio. Tutto il discorso della Tavola di
Pietra si basa poi su quello, alla fine. –
Annuisce
lentamente, e rimane in silenzio, con lo sguardo
basso, come se dovesse rendere conto a me di quello che ha fatto.
Starnutisco,
maledicendo il freddo e il raffreddore.
- sai,
c’è molta gente che lo troverebbe ironico
– comincio,
dopo aver tirato su con il naso.
Lui alza la
testa.
- che cosa?
–
- il fatto che,
sebbene tu avessi tradito, poi Aslan ti abbia
chiamato il Giusto –
È
improvvisamente teso. Balbetta qualcosa come scusa, ma non
gli lascio il tempo di finire.
- ho detto molta gente non
io, quindi
smettila di balbettare cose senza senso. – sbuffo - Io trovo
che sia una cosa
più che logica –
Sgrana gli
occhi.
- sul serio?
–
-
già. Solo chi ha sbagliato per primo, può
riconoscere gli
errori degli altri e correggerli –
ok, questa frase
è uscita da non so dove, ma fa effetto.
Cioè, sembro quasi una filosofa!
Però
è vero. Ho sempre odiato con tutta me stessa quelli che,
alla fine del primo film, al momento dell’incoronazione di Ed
facevano: “il
Giusto? Proprio lui ..”
Li avrei
strangolati dal primo all’ultimo. A mio padre è
quasi toccata questa sorte. Ma lui l’ho risparmiato
perché sono buona. E perché
è mio padre.
Sospiro
soddisfatta, avviluppandomi dentro la coperta e
stringendomi a Ed, mentre lui rimane chiuso nel suo silenzio stupito.
Starnutisco di
nuovo, e sto per mandare a quel paese mezzo
mondo, prima che lui si alzi e mi porga la mano.
- forse
è il caso di rientrare, che dici? Non è il caso
di
ammalarsi proprio oggi – alzo lo sguardo, e vedo che sta
sorridendo. Sorrido di
rimando, afferrando la sua mano e tirandomi in piedi. Raccoglie la
coperta,
piegandola ordinatamente.
Mi sento
leggermente offesa dal fatto che lui sa piegare una
coperta e io faccio fatica a sistemare una maglietta.
Argh, sono veramente un’incapace.
- direi di no.
– sussurro, scoccandogli un leggero bacio
sulle labbra, prima di incamminarmi allegramente verso la mia stanza.
Alla fine non
è stata una poi così cattiva idea.
A colazione
l’aria è tesa come una corda di violino.
C’è
gente che affila la lama della propria spada sul tavolo della colazione
come se
fosse la cosa più normale del mondo. Ovvio. Chi non ha mai
affilato una spada
mentre sta mangiando?
Aah, che
atmosfera fantastica.
Caspian, prima
di andarsene, ha programmato gli “allenamenti”
in preparazione alla battaglia di questo pomeriggio.
Non ho ben
capito cosa dovrei fare io, so solo che Giorgia ha
seguito Caspian, scomparendo nel nulla insieme a lui, e che Holly deve
imparare
a montare un cavallo in un modo decente, così Lucy
l’ha trascinata via. Silvia,
per ora, è ancora qui, ma appena finiranno gli allenamenti
Peter la porterà
non-ho-capito-dove perché Caspian ha deciso che lei
l’avrebbe aiutato. A far
che cosa non lo so.
Il bello
è che io, il mio compito di portare la missiva,
l’ho
già svolto, e quindi mi ritroverò sola in mezzo
al prato come un’allocca.
Ok.
Concentriamoci sulla colazione che è meglio.
Edmund sta
guardando con scarso interesse le gocce di latte
che cadono dal suo cucchiaino.
- Ed?
– faccio, mentre Silvia racconta a Susan di quella
volta che siamo state in Francia. Mi chiedo perché lo debba
sempre raccontare a
tutti. L’ha addirittura scritto nel tema di spagnolo agli
esami!
- mm?
– è la loquace risposta.
Alzo gli occhi
al cielo, starnutendo. Il raffreddore un po’ è
migliorato.
- in che cosa
consistono, precisamente, questi allenamenti? –
domando, togliendogli il cucchiaino di mano. Mi lancia
un’occhiata offesa.
- ridammelo
–
- solo se mi
rispondi –
- non
è nulla di che – tende la mano per riavere il suo
cucchiaino.
- non
è una risposta. – replico io.
Sbuffa irritato.
- praticamente
io, Peter e Susan terremo qualcosa tipo.. dei
“corsi facili e veloci” su come utilizzare al
meglio spade, balestre, archi e
simili .. ora posso riavere il mio cucchiaino? –
Gli lancio il
cucchiaino, che lui afferra al volo, mentre mi
alzo spazzolandomi il vestito.
-
vabbè. credo andrò a fare un giretto –
dico prima di uscire
dalla mensa.
Buooondì.
Come promesso ieri, oggi sono riuscita finalmente ad aggiornare.
Questo
capitolo non è particolarmente movimentato, però
ho pensato che sarebbe stato
brutto passare subito alla battaglia, quindi.. eccomi qua.
Devo
ammettere che questo capitolo “di transito”
è stato decisamente difficile da
scrivere, visto che mi bloccavo ogni due parole xD
Non so
cos’altro dire, se non che entro stasera
aggiornerò sicura mentente “l’Alfabeto
di Narnia”, con la lettera
D :)
Passiamo ai
ringraziamenti:
Eve_Cla84:
Dear
:D si, il sogno è stato una sottospecie di
colpo di genio, che mi è venuto durante la notte xD il terzo
grado è stato..
mm.. esauriente? (Ho finito gli aggettivi xD) spero che questo capitolo
non ti
abbia deluso ^^
Lola_Elric:
grazie
mille per i complimenti, veramente ^//^ sono
felice di sapere che la mia storia ti piace, e spero continuerai a
seguirmi :)
AlexJimenez:
Cava
*__* pensa se disegniamo Ed su un platano
picchiatore.. così si muove anche XD grazie mille per i
complimenti, mi fanno
veramente molto felice ^^ Peace, Love ‘n Edmund <3
mi
sono appena resa conto che ho scritto risposte di
massimo tre righe quando di solito ne scrivo almeno cinque. Devo avere
la
febbre O.o
ci
sentiamo più tardi :)
_
L a l a