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Autore: AnImoR_7    14/10/2010    25 recensioni
E se Edward avesse conosciuto Bella il giorno stesso della sua nascita?
"Infine mi decisi a guardare dentro il lettino, presi un lungo respiro e abbassai il capo verso quella che secondo mia sorella sarebbe diventata la mia futura compagna, mentre per me era solo un'umana in fasce che mi apprestavo a scorgere esclusivamente per farle piacere...La scorsi e fu l'inizio della fine.
E poi quando una volta grande Bella incontrerà Edward...
"A quel punto, ebbi voglia di fare quello che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto. Mai
Perchè ho un ragazzo
Perchè lo conosco da otto ore
Perchè romperà il già fragile equilibrio della mia vita
Perchè niente sarà più come prima
Perchè mi sta facendo ammattire
Perchè non gli ho chiesto cosa ci fa qui
Perchè sto sognando e tutto ciò non può essere reale
Perchè non ha senso, perchè...
Non trovai più motivazioni da aggiungere al mio elenco e di slancio lo baciai.
La pioggia il vento, lo scorrere del tempo, il sogno la realtà, la pazzia la coerenza, non volli sentire nè pensare ad altro se non al gelido e appassionato tocco delle sue labbra sulle mie, il resto del mondo sparì nell'esatto momento in cui mi avvinghiai a lui" Cap.7
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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DDDDDDDDDDDD Scusate l'anticipo, ma non ho resistito, se questo capitolo vi piacerà un decimo di quanto a me è piaciuto scriverlo, specialmente l'ultimo pov di Bella, mi potrò considerare più che soddisfatta.
Quando ho iniziato a scrivere questa ff, non sapevo esattamente come si sarebbe evoluta la storia, tutto è nato per caso ed anche troppo in fretta, ma vi assicuro che mai avrei creduto che potesse essere così bello scrivere di Edward Cullen e Bella Swan in questo modo.
Aspetto vostri giudizi e alla prossima, come al solito
VI RINGRAZIO TUTTE ED INDISTINTAMENTE.

Siete davvero stupende.
ps il rating rosso è solo accennato perchè i protagonisti della scena non solo quelli giusti, cioè ricordatevi che sono pur sempre TeamEdward. Quindi presto vi assicuro che leggerete cap colorati di un bel rosso acceso.
ps 2 per rispondere a chi pensa che Ed sia troppo timido, non sarà certo questo aspetto del suo carattere a fermarlo dal conquistare Bella. Ho solo voluto rendere l'idea di quanto la timidezza lo renda vulnerabile davanti ad un amore così grande ed inatteso, e poi concordo con chi dice che è da strapazzare di coccole. 
alla prossima
Romi

CAPITOLO 6

                       CHI SEI TU?


                   
 

Pov Eduard
Stupido

 

Lui era lì, l'aspettava seduto sulla moto di grossa cilindrata, lei gli si avvicinò e dopo avergli schioccato un vistoso bacio sulla bocca, si inforcò il casco e si accomodò sul sedile posteriore ancorandogli le braccia alla vita.

Sgommando Jacob partì veloce, un sorriso compiaciuto e di possessione gli affiorò sulle labbra.

Sulle mie invece, affiorò solo tristezza.

Gli angoli della mia bocca si piegarono in una smorfia di delusione.

Ma cosa pretendevo? Che stupido!

Prima di uscire dal parcheggio della scuola Bella mi lanciò un'ultima occhiata del tutto indecifrabile e questo acuii il senso di inadeguatezza che provavo.

Avevo balbettato tutta la mattina, senza considerare inoltre che rovinai con la mia presenza le uniche due ore di lezione che avevamo condiviso, spagnolo e ginnastica.

Nella prima praticamente la obbligai a cambiare banco, nella seconda ancora peggio; da quel giorno e per tutto il resto del semestre avrebbe dovuto giocare a pallavolo, cosa che lei odiava.

Si può essere più stupidi? Avrei dovuto informarmi prima sui corsi e le sue attitudini, invece...

Fui sorpreso e non poco quando mi rivolse la parola.

Ma poi, avessi formulato una frase di senso compiuto!

Le parole uscivano dalla mia bocca senza capire ciò che dicevo e se mai avessero una logica.

Bastava solo che il suo sguardo si posasse su di me (e lo fece per quasi tutto il tempo) ed io non capivo più nulla, mi immergevo nel mare calmo dei suoi occhi marroni e mi lasciavo cullare dal rumore dello sbattere delle sue ciglia.

E poi le sue labbra, le sue perfette e sicuramente morbide labbra...avrei tanto voluto sfiorarle anchi'io, per sapere se erano davvero così morbide come apparivano.

Probabilmente mi guardava a quel modo perchè era sconvolta dai miei occhi, ne era sicuramente impressionata.

Color miele, a tratti gialli.

Nella nostra razza avere l'iride chiara era indice di sazietà, quando la fame/sete si faceva sentire cominciavano a scurirsi.

Il mio obiettivo era quello di non avere mai sete, altrimenti cambiando colore ai miei occhi, l'avrei impressionata ancora di più.


Pov Bella
NO!

 
Jacob mi aspettava fuori, la prima cosa che feci quando lo vidi fu baciarlo con passione, reazione al senso di colpa che attanagliava le mie budella.

Tutta colpa di Eduardo, e questo è solo il suo primo giorno, pensai.

Prima di sparire oltre il parcheggio della scuola, gli lanciai un'occhiata furtiva volevo rivedere i suoi splendidi occhi un'altra volta prima di concentrarmi solo su quelli neri del mio ragazzo.

Ed i suoi erano lì, che aspettavano i miei, richiamati da un segnale muto ma chiarissimo per entrambi. Mi fissavano tristi o forse semplicemente indifferenti.

Jacob sfrecciava con la moto sembrava aver fretta di arrivare a casa mia, la cosa mi inquietò in considerazione del fatto che mio padre sarebbe rincasato solo nel tardo pomeriggio, se non addirittura per sera.

E nella mia testa rimbalzavano le parole che mi aveva sussurrato al mattino

ti desidero, voglio che tu sia mia...in tutti i sensi

"Allora com'è il nuovo alunno" chiese una volta in camera mia disteso sul letto

"Chi?" risposi sforzandomi di avere un tono indifferente

"Quel Cullen, il tipo di cui parlava Jessica l'altra sera...doveva arrivare oggi, no? La faccia nuova che ho visto all'uscita..." cercava una conferma

"Ah si Cullen, è uno sfigato di una imbranataggine unica" risposi

Potevo essere più cattiva? No.

E' dolcissimo, gli avrei voluto urlare ma non potevo lasciarmi sfuggire nessun dettaglio positivo su di lui o Jake mi avrebbe fatto una scenata.

"Non avevo dubbi, sembra proprio un pesce lesso e anche un pò stupido"

Volevo tirargli un pugno sul naso, passi pesce lesso...ma stupido?

Come faceva a dire che era stupido, se non aveva scambiato con lui neanche una parola?

Non dissi nulla, mi limitai a guardarlo in piedi accanto al letto.

Posto sbagliato però...avrei dovuto stargli lontana, molto lontana.

Jacob ad un tratto mi prese per la vita facendomi cadere su di lui, non mi resi conto neanche in che posizione fossi, fino a quando non mi ritrovai col suo torace schiacciato sul mio.  

Avevo le sue mani dappertutto.

"Jacob.." sibilai appena.

"Ssh...Bella mi stai facendo impazzire"  disse spostandosi sotto la mia camicetta e coprendo a coppa il mio seno destro dopo aver superato anche il reggiseno

"Jacob, per favore smetti..." lo pregai "potrebbe arrivare mio padre"

"E' presto, non sarà a casa prima delle cinque e mezza e poi mi pare che stai apprezzando"

il mio corpo infame infatti tradiva le mie parole, il seno s'inturgidì sotto le sue dita, forte di questo continuò a baciarmi e toccarmi, sempre più in profondità.

Per un pò lo lasciai agire, non ero certo indifferente a quello che mi stava facendo, stavamo insieme da un pò ed il sesso fra noi (anche se entro certi limiti) c'era sempre stato.

Ma non saprei spiegare, ad un tratto mi sentii come osservata, come se uno scrutatore solitario stesse leggendomi dentro e mi stesse domandando
Bella perchè lo lasci fare? Sei sicura che sia giusto? Lo ami davvero? E lo ami fino a questo punto?

Ero certa che quel giorno se lo avessi lasciato fare, sarebbe andato oltre l'abituale.
Oltre il famoso confine che non volevo varcare, eravamo soli lui mi amava e mi desiderava...

Ed ebbi la conferma che avrei dovuto fermarlo quando mi sbottonò i jeans e indugiò sull'elastico delle mie mutandine

"Jacob basta, per favore fermati" la mia mano bloccò la sua

"Perchè?" disse con voce roca e suadente al mio orecchio  "Bells è da tanto che aspetto...ormai è da troppo tempo, voglio fare l'amore con te, voglio che tu sia mia"

"Jacob non adesso..."

"Si adesso invece, è tutto così perfetto amore, sarà fantastico, di cosa hai paura?"

Di non amarti abbastanza urlai nella mia testa, perchè non un fiato uscii dalla mia bocca, e lui riprese a fare ciò che aveva interrotto abbassandomi di poco le mutandine ed infilando la mano fra le mie pieghe più intime. Preludio di qualcosa di più grande.

Restai immobile e chiusi gli occhi non riuscii a muovere un muscolo, attesi inerme l'inevitabile fino a quando sentii la sua eccitazione toccarmi l'interno della coscia. E poi quando infine capii che stava armeggiando con la chiusura dei suoi pantaloni, l'inaspettato si materializzò nella mia mente.

Due occhi color dell'oro tristi e bellissimi mi apparvero e la vocina tornò a farsi sentire

Non ti azzardare a farlo andare avanti brutta scema, fermalo immediatamente o te ne pentirai

"Mi dispiace Jacob ma non posso, scusami ti prego..." aprii gli occhi di scatto e riuscii a divincolarmi schizzando fuori dal letto. A tempo di record, ero già bella e rivestita, lasciando Jacob di sasso.





"Bella io davvero..non ti capisco" disse infastidito rivestendosi a sua volta "va tutto così bene tra noi..." scuoteva il capo deluso "ma a volte sembra quasi che io ti dia fastidio, anche solo se ti sfioro"

"Ma che dici Jake, come fai a pensare una cosa del genere?" mi accoccolai di nuovo al suo fianco e lasciai che mi accarezzasse i capelli "forse non mi sento pronta, tutto qua...lo sai che ti amo" le ultime due parole suonarono false anche a me.

"No Bells, io non lo sò, se mi amassi quanto ti amo io...mi vorresti anche tu allo stesso modo..." detto questo si alzò dal letto mi baciò sulla fronte e andò via.

Una brava ragazza innamorata gli sarebbe corsa dietro, invece io lo lasciai andare.

Sentii la porta d'ingresso sbattere rumorosamente e la moto sgommare a tutta velocità, l'avevo fatta forse troppo grossa, ma non riuscivo a pentirmene.

Rimasi a fissare il vuoto per alcuni minuti poi infilai la giacca a vento e corsi fuori verso il bosco, l'unico luogo che forse avrebbe potuto aiutarmi a capire cosa c'era che non andava in me.


Pov Edward
Fiele 

Le mani di Jacob erano dappertutto.

Dal mio albero di fronte la stanza di Bella vidi ogni cosa.

Lui l'aveva spinta sul letto e aveva cominciato a baciarla e poi a toccarla ovunque, ogni centimentro del suo corpo veniva esplorato dalle sue grosse e rudi mani.

Prima sopra la stoffa leggera degli abiti, poi le scostò la camicetta e prese a toccarle la pelle nuda, spostandosi sempre più in giù.

Voltai la testa, non riuscii a guardare oltre, la nausea mi assalì.

Feci un salto lunghissimo atterrando pesantemente sull'asfalto, misi così tanta forza che addirittura lasciai un solco sul terreno, quindi corsi via.

Perchè ero andato lì? Non saprei...forse curiosità, curiosità di vederli insieme, curiosità di sapere in che modo lei lo amava.

Ma non avrei voluto certo assistere a questo.

Mi rifugiai in camera, in attesa che scendesse la notte per andare a caccia...anche se più che voglia di nutrirmi avevo voglia di vomitare.

Vomitare la rabbia e il senso di ribrezzo che si erano impossessati di me quando vidi le dita di Jacob insuarsi fra le gambe di Bella

Alice mi aveva avvisato che non sarebbe stato facile, che avrei dovuto armarmi di tanta pazienza ma io temevo di non  essere pronto ad affrontare tutto questo.

Nonostante le sue rassicurazioni su quel versante, non ero davvero preparato ad affrontare tutto questo.

Mi sforzai di pensare ad altro, altrimenti sarei impazzito di sicuro.

Ma se distrattamente chiudevo gli occhi l'immagine era lì, nitida.

Jacob si muoveva frenetico sul corpo, tenero e delicato del mio amore, e la sua bocca con fare lascivo le baciava il viso il collo e poi più giù...sempre più giù.

Deglutii a vuoto.

Era davvero amaro il sapore della gelosia, fiele.

Amarissimo fiele.   

Non attesi il buio, andai nel bosco molto prima del tramonto.
 

Pov Bella
Tempesta

Il debole e quasi inesistente sole, tentò di fare capolino oltre la coltre di nuvole che si facevano largo con prepotenza nel cielo di Forks, ma da questa ipotetica gara il primo ne uscì ancora sconfitto, allora il cielo prese a trasformarsi in una sorta di tavola d'acciaio, grigia e minacciosa di pioggia.

A me nonostante tutto questa cosa piaceva, questa attesa di temporale rendeva l'aria frizzante ed elettrica.

Ed era così che mi sentivo anch'io, in attesa.

Attendevo che la pioggerella leggera, che per anni aveva bagnato la mia vita fino a quel momento si trasformasse in un vero e proprio temporale.

Percepivo l'aleggiare di scariche elettriche fendere l'aria.

Aria di tempesta, presto nella mia vita.

Certo la lite con Jacob aveva contribuito non poco a farmi sentire così, era stata una lite seria scaturita da motivazioni davvero importanti. Lui voleva da me, molto di più di quello che io in quel momento ero disposta a dargli.

Ma la mia vera inquietudine nasceva da un'altro fatto, era stata la mia reazione all'incontro con occhi dorati, a destabilizzarmi. Pensavo a lui e non ne capivo il motivo, addirittura poco prima di fare l'amore per la prima volta col mio ragazzo, avevo visto i suoi occhi color dell'oro che mi imploravano di non farlo.

Solo otto ore, ripetevo stupita, erano trascorse solo otto ore da quando lo avevo visto per la prima volta, ma erano bastate a scuotere la mia tranquilla routine quotidiana.

Le prime gocce presero a bagnarmi i capelli, mi cacciai il cappuccio della giacca a vento sulla testa e mi rifugiai sotto una rientranza di roccia, completamente ricoperta di muschio, non avevo ancora intenzione di tornare a casa nonostante mancasse meno di un'ora al tramonto.

Dovetti appoggiare con forza la schiena alla parete, perchè il terreno viscido non mi consentiva di stare ferma e le suole della scarpe da ginnastica continuavano a farmi scivolare verso la fanghiglia creata dalla pioggia.

Quindi decisi di sedermi su una roccia che sporgeva dal terreno, evitandomi così una eventuale caduta, e fu solo in quel momento che misi bene a fuoco dove mi trovavo e ciò che mi circondava.
A quel punto lo vidi.

Di fronte a me, non tanto lontano da dove ero io, forse a venti o trenta metri, dietro di lui una grande pianta di felci si ergeva rigogliosa.

"Dio" mormorai piano "è lui..." si era già accorto della mia presenza perchè mi fissava incredulo.

Esattamente ed inevitabilmente, era lui.

Edward, occhi dorati
Edward, timido dolcissimo ragazzo
Edward, guardiano del bosco.
Edward, il mio eroe.
Edward, il mio guaio.
Era Ed.

Non mi stupii neppure di trovarlo lì perchè la scena davanti ai miei occhi, fu la stessa di dodici anni prima.

Io e lui soli nel bosco, io persa e lui che mi ritrova





"Bella" disse avvicinandosi lentamente, "cosa fai qui?" nel parlarmi usò lo stesso tono di voce che ormai conoscevo, tradiva timore ed imbarazzo
"ti prenderai un raffreddore sotto la pioggia, torna a casa"

"Ed" lo chiamai senza esitazione, senza dubbi o remore "Ed..."

"Si?" rispose ormai a pochi metri da me, non attese che parlassi di nuovo "dai Bella, ti riporto a casa" e mi porse la mano, per farmi alzare dalla dura roccia.

Il déjà-vu tornò nella mia mente.

"Eeed" pronunciai per la terza volta "io...ti conosco, vero?"

Dove esattamente volessi andare a parare, mi era ancora oscuro, ma ero spinta da qualcosa di sconosciuto che aveva origine da dentro il mio corpo, e lo volli assecondare.

Mi guardò sorpreso, stupito ma oserei dire quasi contento di ciò che gli avevo chiesto

"Tu mi conosci?" ripetè accennando un sorriso

"Io...ho come la sensazione di averti già conosciuto, qui in questo stesso posto, dodici anni fa...ero una bambina di cinque anni e da sola mi avventurai nel bosco. Un ragazzo mi trovò e mi riportò a casa e..." ero indecisa se continuare la frase e farmi prendere per pazza, oppure dirgli lascia perdere è solo una stupidaggine e comunque forse sono pazza.

Ma scelsi la prima opzione

"Eri tu quel ragazzo, voglio dire ricordo, mi ricordo di lui e...aveva la tua faccia, i tuoi capelli e soprattutto" colmai la poca distanza fra noi, spinta dalla necessità irrefrenabile di toccarlo.

Con calcolata lentezza misi l'indice della mia mano destra sulla palpebra del suo occhio sinistro, fino a sfiorargli il sopracciglio umido.

Lui non si mosse, al mio tocco chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare da me, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se non avesse atteso altro che questo per tutta la vita.

Tutto ciò avvenniva mentre la pioggia continuava imperterrita a scendere su di noi, inzuppandoci i vestiti e inzaccherandoci le scarpe, ma noi la notammo appena.

"Bella..." sussurrò sempre ad occhi chiusi "se ti dicessi che sono io quel ragazzo, mi crederesti?"

"No" risposi di getto, cosa altro potevo dire?

Però poi non potei fare a meno di considerare, perchè mi assecondi? Perchè non mi dici che sono pazza e sto farneticando?
Era del tutto illogico

"Allora non sono io quel ragazzo" rispose

"E se invece..." continuai, mentre con tutta la mia mano scendevo ad esplorargli la mandibola squadrata per poi arrivare a tracciare il contorno delle labbra rosse e grondanti di pioggia "ti dicessi di sì, io credo che il ragazzo di quel giorno fossi tu"

"Allora..." rispose prendendo un lungo respiro, come se gli costasse fatica pronunciare ciò che stava per dirmi "ti direi che ...il ragazzo di quel giorno sono io" aprii gli occhi di scatto e mi fissò, aspettando immobile la mia reazione.

Non saprei dire il perchè, ma ebbi la certezza matematica, che stesse dicendomi la verità.

Sempre più confusa, mi arrovellai il cervello, nulla aveva senso nè la mia domanda, nè tanto meno la sua risposta.

Tutto era incoerente e come già avevo pensato prima, illogico.

Irreale, o addirittura surreale.

Mi sentii sospesa in un'altra dimensione, la scena di noi due in mezzo al bosco sotto una pioggia incessante cominciava ad assumere i contorni sfocati di un sogno in dormiveglia.

"Edward non è possibile..." risposi perplessa "è tutto così assurdo..."

"Lo so" sussurrò, e ripresi con l'indice a sfiorargli la bocca "non è razionalmente possibile, Isabella" e piegò le labbra fino a stamparmi un bacio sulla punta del mio dito.

A quel punto, ebbi voglia di fare quello che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto.
Mai.

Perchè ho un ragazzo
Perchè lo conosco da otto ore
Perchè romperà il già fragile equilibrio della mia vita
Perchè niente sarà più come prima
Perchè mi sta facendo ammattire
Perchè non gli ho chiesto cosa ci fa qui
Perchè sto sognando e tutto ciò non può essere reale
Perchè non ha senso, perchè...

Non trovai più motivazioni da aggiungere al mio elenco e di slancio lo baciai.





La pioggia il vento, lo scorrere del tempo, il sogno la realtà, la pazzia la coerenza, non volli sentire nè pensare ad altro se non al gelido e appassionato tocco delle sue labbra sulle mie, il resto del mondo sparì nell'esatto momento in cui mi avvinghiai a lui.

Dopo un primo momento di smarrimento rispose al mio bacio.

Fu di una dolcezza sconvolgente, prese il mio viso tra le mani e cominciammo a scambiarci tante umide carezze con le labbra, e piccoli baci senza mai dischiudere le nostre bocche. Ad un certo punto si scostò e prese a baciarmi le palpebre degli occhi che tenevo chiusi, il naso la fronte le guance e poi di nuovo le labbra. Nonostante le sue mani fossero gelate, sentivo che emanavano calore e mi stavano scaldando il cuore.

Dopo poco mi resi conto di avvertire una specie di tremito, misi le mie mani sulle sue che erano sempre ancorate al mio viso e capii, il leggero tremito che sentivo veniva da lì.

Le sue mani tremavano per l'emozione, e quella emozione l'avevo provocata io. Di contro io non avevo mai provato una simile sensazione, e d'improvvio sentii un impulso così strano al petto che mi fece paura.
Avvertii una fitta dritta al cuore, così forte da bloccarmi il respiro.

Riaprii gli occhi colmi di lacrime che a stento trattenni e solo con un debole soffio di fiato riuscii a chiedergli

"Ma...chi sei tu?"


                            

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