ONCE A KING OR QUEEN OF NARNIA, ALWAYS A KING
OR QUEEN
Narnia
si stava lentamente risvegliando sotto i
primi raggi di sole.
Susan
si mosse nel suo letto, infastidita dalla
luce che filtrando dalla finestra puntava contro il suo viso, e si
voltò dalla
parte opposta. Così facendo urtò contro il petto
nudo di Caspian che dormiva
profondamente su un fianco, rivolto verso di lei.
La
ragazza sorrise alla vista del suo re ancora
addormentato e si accoccolò contro di lui, assaporando il
caldo tepore che il
suo corpo emanava, arrossendo lievemente nel ricordare la notte appena
passata
con lui.
Come
erano lontani i giorni in cui credeva che il
loro amore fosse solo un dolce sogno irrealizzabile, un sentimento
talmente
potente da non potersi estinguere, ma che li avrebbe condannati a
rincorrersi
nei sogni senza mai incontrarsi realmente, per colpa della loro
appartenenza a
due mondi estranei tra loro. Erano come il sole, signore del giorno, e
la luna,
candida regina della notte, che fin dalla nascita del mondo si
inseguono nella
volta celeste senza mai incrociare i propri cammini.
Invece si erano ritrovati e anche se in quel
momento la situazione a Narnia era incerta e Susan sentiva dentro di
sé
l’apprensione per il benessere del suo popolo, la giovane non
si era mai
sentita così coraggiosa: qualsiasi ostacolo riservasse il
futuro, era pronta ad
affrontarlo insieme a Caspian.
Dopo
queste riflessioni aprì gli occhi. Riluttante
ad abbandonare il dolce rifugio del letto, ma consapevole che la
giornata
doveva iniziare anche per i sovrani, si preparò
all’impresa di svegliare il fidanzato.
“Caspian…
Amore?” gli sussurrò in un orecchio
accarezzando i suoi capelli scompigliati.
“Mmh…”
mugugnò lui accennando un sorriso mentre
l’avvolgeva
con le forti braccia, senza però alcuna intenzione di aprire
gli occhi e
svegliarsi.
“Caspian!”
lo richiamò Susan vedendo che il
ragazzo stava ancora dormendo.
“Ancora
cinque minuti…” sospirò lui mettendosi
supino e trascinandola con sé, causando uno scoppio di risa
della regina.
“Svegliati
dormiglione! E’ ora di alzarsi o tutti
si chiederanno che fine abbiamo fatto!” e per convincerlo
iniziò a baciargli il
collo cercando il suo punto sensibile.
La
tecnica funzionò perché finalmente il re
aprì
gli occhi
“Buongiorno,
che dolce risveglio…” disse
dolcemente con la voce arrochita per il sonno, poi con un sorriso
malizioso
aggiunse: “Se tutti i risvegli fossero
così…”
Susan
sorrise ma decise di ignorarlo: “Hai dormito
bene?”
“Decisamente”
rispose stiracchiando le gambe
intorpidite
“Mai
stata meglio!” rispose sinceramente
arrossendo lievemente.
“Mi
fa piacere… E’ stato meraviglioso stare con te
stanotte, ma se per te non dovesse essere così non credo me
lo perdonerei mai…”
confessò abbassando lo sguardo. La sera precedente aveva
ceduto al desiderio
che provava per Susan, ma non avrebbe mai permesso a nessuno di
macchiare l’onore
della sua regina, nemmeno a se stesso.
La
ragazza, intuendo i pensieri che si stavano
formando nella mente del fidanzato, gli prese dolcemente il viso tra le
mani
costringendolo a guardarla in viso.
“Caspian,
è tutto a posto, questo è quello che
voglio! Io non ho dubbi e non devi averne nemmeno tu! Ti
amo…” disse prima di
baciarlo.
“Ti
amo” rispose lui rasserenato, facendo scappare
un dolce sorriso dalle labbra della giovane: raramente rispondeva al
suo “ti
amo” con un “anche io”, il re preferiva
ribadire per l’ennesima volta il suo
amore, cosa che la faceva sentire ancora più radiosa e amata.
La
ragazza lo premiò con un altro bacio,
stringendosi ancora di più a lui. Rimasero così,
a godere ognuno della presenza
dell’altro per molto, molto tempo…
“Susan,
ma non avevamo per caso qualcosa da fare
stamattina?” mormorò dopo un po’ Caspian
tra i suoi capelli, corrugando la
fronte per lo sforzo
di ricordare “E’
qualcosa di importante, se non sbaglio…”
“Oh,
per Aslan!” gridò lei mettendosi a sedere sul
letto cercando di liberarsi dal groviglio di lenzuola.
“Il
consiglio dei Lord!” esclamarono affannati
all’unisono.
Si guardarono negli occhi per un istante per poi precipitarsi fuori dal
letto,
sperando di fare in tempo…
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“Anche
noi vogliamo difendere il popolo, Lord
Montoya, ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso
di spostarci al nord
il più presto possibile! Abbiamo visto di cosa sono capaci i
ribelli, e con
l’appoggio dei nuovi alleati non si fermeranno certo solo
perché sono stati
sconfitti a Cair Paravel!” la voce risoluta della regina
risuonò nella sala del
trono, senza la minima incrinatura. Si trovava in piedi al centro della
vasta
aula, sostenendo gli sguardi indagatori degli astanti.
“Se solo potessimo
evitare tutta questa diplomazia…”
Dopo
essere riusciti a presentarsi davanti al
Consiglio giusto in tempo, il re aveva lasciato a Susan la parola, non
solo
perché era la responsabile della vittoria di Narnia sul
nemico, ma anche per la
sua innata capacità diplomatica unita alla sua pazienza: i
sovrani dovevano
persuadere i capi telmarini del pericolo che correva il regno per
ottenere il
pieno appoggio dei loro reggimenti.
Non potevano più permettersi ulteriori dissidi
interni ma, per la prima volta nella storia, Narniani e Telmarini
dovevano
unire le forze per combattere un pericoloso nemico comune.
Caspian
capiva che scendere a compromessi con i
Lord era necessario, ma essendo un uomo d’azione non
sopportava l’inattività
forzata e avrebbe voluto al più presto congedare il
consiglio per riunire i
suoi fidati generali e lavorare a un piano. Invece i Lord Telmarini non
facevano altro che sollevare continue domande, cui Susan rispondeva
prontamente
e senza perdere la calma!
Finalmente,
con gran sollievo del re, si giunse
alla votazione e riuscirono ad ottenere l’appoggio
incondizionato di tutti.
“Bene,
signori!” Caspian si alzò soddisfatto dal
trono, imitato da tutti i presenti, e si avvicinò a Susan
con l’intenzione
finalmente di congedarli.
“Apprezzo
la vostra lealtà” disse con aria grave
“Ci aspettano tempi difficili, ma i nostri uomini sono
valorosi, Narnia
vincerà!”
I Lord annuirono mentre un mormorio soddisfatto si
diffondeva nella sala.
”Sappiamo
tutti cosa sta succedendo, quindi…”
“Allora sarebbe meglio che qualcuno me lo spieghi,
una volta per tutte!” esclamò una voce ironica dal
fondo della sala,
interrompendo il re di Narnia.
Tutti si voltarono sorpresi a guardare il nuovo
venuto. Susan rimase senza parole dalla sorpresa, mentre esclamazioni
stupite
si levarono attorno a lei.
“Edmund?”
chiese incredula non appena riprese
fiato, con un luminoso sorriso che si irradiava sul suo volto
“Ed, Ed!” urlò di
gioia mentre con una corsa ben poco regale si fiondava tra le braccia
del fratello.
“Ooof!”
mugugnò Edmund mentre a fatica ricambiava
la stretta della sorella “Non… Non
respiro!”
“Scusami…”
Il
ragazzo sorrise “Susan! Sei qui, grazie ad
Aslan! Stai bene?” chiese lui mettendole le mani sulle spalle
per scrutarla
attentamente.
“Si,
certo! Ma tu come sei arrivato qui?”
Ed
aprì la bocca per rispondere, ma prima di
riuscirci venne anticipato da Caspian.
“Re
Edmund, bentornato amico mio!” esclamò
avvicinandosi.
“Grazie
princip… Re… Caspian!” si corresse
goffamente stringendogli la mano “Sono felice di essere
qui!” i due sovrani si
guardarono seriamente per un istante negli occhi, poi Caspian, spinto
da uno
degli istinti del suo carattere impulsivo, lo attirò in un
abbraccio. Ed rimase
inizialmente sorpreso, ma lo abbracciò di rimando
battendogli una mano sulla
schiena.
Un’insolita
sensazione di sorpresa aleggiava
ancora nel telmarino, ma era sovrastata dalla gioia per il suo ritorno:
stimava
Edmund, la sua spiccata intelligenza e la sua ironia, ed erano
diventati grandi
amici durante la Rivoluzione di Narnia.
“Allora,
Ed, ti accontenterò: ti spiegherò
tutto”
poi sussurrò chinandosi verso il suo orecchio “Ma
prima liberiamoci di questi
seccatori!“
“Bene,
signori…” ripeté per la seconda volta
Caspian volgendosi verso i Lord che si erano avvicinati per salutare
propriamente il re di un tempo “Credo non ci sia
più nulla da aggiungere, per
il momento. Vi ringrazio per il vostro appoggio, vi aggiorneremo non
appena ci saranno
nuovi sviluppi.”
Gli
uomini si inchinarono uno ad uno di fronte ai
sovrani per congedarsi.
“Mi
auguro di vedervi sul campo di battaglia, re Edmund” disse
quando fu il suo turno un grassoccio lord, di nome Rheed “Ho
sentito raccontare
grandi cose sulla vostra arte nel maneggiare due spade.”
Edmund
sogghignò lusingato “Sarà un vero
piacere
mostrarvelo, milord.”
“Sebbene
spero che prima di allora voi abbiate
trovato dei vestiti più consoni…”
aggiunse sfrontatamente schernendo
l’abbigliamento londinese del ragazzo.
“Vi
assicuro che le mie abilità sono notevoli a
prescindere dal mio aspetto esteriore, cosa che non si può
certo dire di altri!”
ribatté glacialmente ironico il ragazzo osservando il
panciuto lord, finemente
vestito e con morbidi stivali che proteggevano i piedi grassocci che
raramente
avevano solcato i campi di battaglia.
“Ed!”
sibilò Susan al suo fianco: non era una
mossa saggia mettersi a litigare con un Lord a pochi minuti dal suo
arrivo a
Cair Paravel, soprattutto dopo la fatica sprecata per convincerlo ad
appoggiarli nella guerra.
Lord
Rheed lo squadrò per un attimo, poi scoppiò a
ridere divertito “Touché, vostra
maestà!” e con un altro inchino uscì
per
ultimo dalla porta.
“Si
può sapere perché hai mantenuto il consiglio
dei Lord?” chiese Ed irritato non appena furono soli: non
amava i politici
telmarini, li considerava troppo inclini al doppiogioco,
qualità potenzialmente
destabilizzante per il nuovo regno.
“Ho
dovuto” sospirò Caspian che intuiva cosa
pensasse l’amico e condivideva le sue preoccupazioni
“Ma
non è poi così male: la maggior parte di
quelli che componevano il consiglio di Miraz è morta durante
la Rivoluzione,
altri sono passati attraverso il portale il giorno che siete andati via
anche
voi.” disse con una nota di tristezza nella voce mentre
ricordava il momento in
cui aveva creduto di dire addio per sempre al suo amore. Susan se ne
accorse e
gli strinse affettuosamente la mano, gesto che non passò
inosservato al
fratello che alzò un sopracciglio.
“Comunque,
mi sono preso la libertà di sostituirne
alcuni con persone fidate e i rimanenti hanno giurato eterna
fedeltà a me e
Narnia. D’altra parte si rivelano molto utili quando si
tratta di governare la
popolazione telmarina a Narnia, detesto ammetterlo ma stanno facendo un
buon
lavoro. L’unico inconveniente è che per disporre
di tutte le truppe di Telmar
devo ottenere il loro permesso, d’altronde erano i loro
uomini una volta e si
sentono ancora responsabili nei loro confronti.”
Edmund
annuì: “Ora capisco, hai fatto bene, è
giusto!”
“Affermazione
che apprezzo particolarmente dal
momento che proviene da te, mio giusto re!”
scherzò lui.
“Tornando a noi, volete spiegarmi cosa succede, per Aslan! Sono due giorni che cerco di capirlo…” e come un fiume in piena, raccontò di come aveva rincorso Susan fino al ponte sul Tamigi, del suo arrivo a Narnia e dell’incontro con Babbo Natale “…e Ripicì, l’unico volto conosciuto che ho incontrato a Cair e che mi ha portato fin qui, ha parlato di: « un vile fellone che ha osato sfidare il nobile e valoroso re Caspian macchiando il proprio onore di gentiluomo e tradendo la fiducia che le serenissime maestà avevano riposto in lui » "
Susan
ridacchiò “Oh, caro Ripicì, sempre
signorile
nei fatti come nelle parole! Però ha centrato appieno il
problema…”
“La
situazione è grave, Edmund” disse Caspian e,
aiutato dalla fidanzata, iniziò a spiegargli tutto,
dall’arrivo di Susan
qualche mese prima, all’incontro con Aslan, fino
all’attacco a Cair Paravel del
giorno prima ad opera di Lord Donnon.
Lo
sguardo del Giusto si incupì all’apprendere
quelle ultime notizie.
“Si”
annuì pensosamente “serve un piano
d’attacco.
D’altra parte, mentre ci prepariamo ad affrontare una nuova
guerra contro questa
strega…” disse con il massimo disprezzo
–per esperienza personale odiava
particolarmente quella parola- “…non possiamo
lasciare indifesi i villaggi al
nord, sono i più vulnerabili a un attacco nemico.”
“E’
proprio quello a cui stavo pensando!” esclamò
Caspian “Tra mezz’ora si riunirà il
consiglio di guerra e, se siamo fortunati, il
mio maestro ci darà nuove informazioni
sull’Incantatrice.”
“Ma
ci sono anche degli aspetti positivi” ribatté
Susan sforzandosi di essere ottimista “L’unione tra
narniani e telmarini
procede bene, Narnia sta tornando a splendere, tu sei qui,
e… bè, c’è ancora
amore nel mondo…”
Caspian
la guardò adorante.
“A
proposito…” disse il fratello trattenendo a
stento un sorriso osservando la coppia “Se non ho capito male
è stato proprio
il vostro amo… insomma, quello…
che ti
ha permesso di tornare, giusto?”
“Dalla
spiegazione di Aslan, sembra proprio di sì”
rispose la ragazza arrossendo
“Bè,
sono contento per voi due. Ve lo meritate,
anche se non so ancora se voglio capire…”
affermò Ed con un’espressione
fintamente infastidita.
“Ed!”
lo richiamò la sorella.
“Credimi,
amico mio, sono convinto che lo vorrai capire
molto presto… Ma c’è
dell’altro!”
La
regina trattene il respiro, mentre Caspian
disse tutto d’un fiato: “Ieri ho chiesto a Susan di
diventare la mia sposa… e
lei ha accettato. So che la decisione su chi sposare spetta a lei, ma
vorrei lo
stesso chiederti, come membro della sua famiglia, la tua benedizione
per questa
unione.”
Edmund
guardò sbalordito con occhi spalancati
Caspian, poi Susan, poi di nuovo Caspian, e vedendo che
quest’ultimo stava
aspettando la sua risposta, balbettò:
“Ehm,
si, certo che hai la mia benedizione…”
Susan, la sua Susan, la sua amata sorellina stava per sposarsi?!
“Che
notizia, accidenti, mi serve un po’ di vino!”
mormorò.
“Ed,
stai bene?” Susan si avvicinò afferrandogli
un braccio. Grazie a quel tocco il ragazzo parve riprendersi dalla
sorpresa.
“Si,
tutto a posto” disse riacquistando la solita
sicurezza “Sono felicissimo per voi. Se è quello
che Susan desidera, non posso
fare altro che sostenervi!” e sorridendo abbracciò
la sorella.
La
regina sospirò sollevata: “Meno male, per un
attimo ho temuto che stessi per cadere preda di uno degli attacchi da
fratello
iperprotettivo tipici di Peter!”
“Oh!
Pagherei per vedere la reazione di Peter a
questa notizia!” disse Ed in tono sognante.
“Io
no! La mia testa mi piace dov’è, non vorrei
vederla staccata dal mio corpo…”
borbottò Caspian deglutendo: come minimo, il
Re Supremo l’avrebbe sfidato a duello per l’onore
di Susan.
Il
giovane re si mise a ridere: “Hai scelto il
fratello giusto a cui chiedere la mano di Sue: tranquillo, la tua testa
è
salva! Però non perdi tempo, eh Cas?” e
così dicendo lo abbracciò di nuovo.
“Mi
raccomando, non farla soffrire o te la vedrai
con me!” sussurrò all’orecchio del
telmarino con un tono d’avvertimento
vagamente minaccioso “E sai bene che io sono molto
più abile di Peter con due spade!”
“Mi
ucciderei piuttosto che farla soffrire” gli
rispose l’altro districandosi tranquillamente dalla sua
stretta un po’ troppo
energica.
Il
Giusto lo guardò negli occhi intensamente, poi
finalmente annuì. Credeva nell’amore sincero tra
Caspian e sua sorella, era
stato tra i primi ad accorgersene alla Casa di Aslan e considerava il
nuovo re
uno degli uomini migliori che avesse mai conosciuto: no, non avrebbe
mai fatto
del male a Susan.
“Aaaah!”
improvvisamente si batté una mano sulla
fronte ricordandosi di qualcosa “Ecco perché!
Caspian, Sue, ho qualcosa per voi
da parte di Babbo Natale.”
Prese
delicatamente dalla bisaccia che portava a
tracolla l’oggetto avvolto nel panno verde che aveva ricevuto
nella foresta e
lo consegnò alla sorella.
“Ha
detto che non ne hai bisogno per farti
sentire, ma ne hai bisogno!”
Susan
svolse curiosa il panno, rivelando l’oggetto
misterioso, e si lasciò scappare un mormorio stupito e
deliziato. Tra le mani
stringeva una splendida tiara dorata, con delicati narcisi che
abbellivano
armoniosamente il delicato cerchio aureo… La sua corona!
“Ma
come…?” non riuscì a completare la
frase, le
vennero le lacrime agli occhi ripensando ai bei momenti passati durante
il suo
regno. Ora però riusciva finalmente a ripensare ai suoi cari
amici con affetto,
e non più disperazione per la loro perdita,
perché gioiva per averli conosciuti
e aver fatto parte della loro vita.
“Tumnus, i
signori Castoro, Corin…” pensava
immersa in mille pensieri accarezzando con
la punta delle dita l’elegante diadema.
“Quando
sposerai Caspian sarai regina di Narnia…
Per la seconda volta” disse delicatamente Ed afferrando
gentilmente il suo
polso “Avrai bisogno di questo tra poco e, conoscendoti, so
che non avresti
sopportato di portare un’altra corona.”
“Oh,
Ed, grazie!”
“Non
ringraziare me, è tutto merito di Babbo Natale.”
“Non
capisco però cosa volesse intendere dicendo
che non hai problemi nel farti sentire…” disse
Caspian.
“E’
la stessa frase che mi ha detto quando mi ha
donato l’arco e il corno…”
affermò pensosa.
“Quando
si è re o regina di Narnia si è sempre re o
regina, con o senza corona.” mormorò Ed guardando
la sorella negli occhi “Forse
voleva dire che non hai bisogno dell’autorità data
da una corona per esprimere
le tue idee e ottenere l’attenzione di
tutti…”
Caspian
annuì concordando.
“…Sei
talmente testarda che non permetteresti a
nessuno di metterti i piedi in testa!” aggiunse concludendo
la frase con una
smorfia.
Il
telmarino scoppiò a ridere e Susan, risentita,
fece la linguaccia al “caro” fratellino mentre
ficcava un gomito tra le costole
del fidanzato per farlo zittire.
“Allora,
a quando il grande evento?”
“Abbiamo
deciso di fissare la data quando la
situazione sarà risolta.” rispose lei tornando
preoccupata.
“Il
che ci riporta al problema attuale” sbottò di
colpo Caspian “Per Aslan, proprio ora che il Tisroc si sta interessando ai nostri confini
meridionali, siamo costretti a
spostarci all’estremo nord!”
“Un
modo per proteggerci ci sarebbe però…”
mormorò
il Giusto mentre un piano si stava già formando nella sua
mente.
“Cosa
intendi dire?” chiese la sorella
“Convocate
il consiglio di guerra, è ora di dare
una festa!”
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La
sala scintillava sotto la luce di mille candele
accese. Pur essendo stata organizzata in meno di una settimana, la
festa di
fidanzamento di re Caspian con la regina Susan stava ottenendo un
grande
successo.
Probabilmente
molti avevano storto il naso nel
sentire che si festeggiava alla vigilia di una nuova battaglia, ma
tutto questo
splendore ostentato era parte integrante del brillante piano che Edmund
aveva
esposto ai generali sette giorni prima.
Il
ricevimento in realtà era una scusa per invitare
la famiglia reale di Archen a corte senza destare i sospetti del Tisroc
di
Calormen, a cui ovviamente l’invito per la festa era stato
recapitato troppo
tardi per permettergli di mettersi in viaggio e raggiungere in tempo
Cair
Paravel (“Edmund, ma non possiamo farlo, è da
maleducati!” aveva ribattuto
Susan. “Preferisci avere tutta la famiglia reale di Calormen
qui per il tuo
fidanzamento, Sue?” era stata la risposta pronta del fratello
che aveva zittito
immediatamente la regina.)
Così
durante la riunione segreta tra re Numi di
Archen e i tre sovrani, avvenuta quello stesso pomeriggio, avevano
raggiunto un
accordo: in nome dell’antica amicizia che legava Archen a
Narnia, re Numi si
impegnava a difendere i confini meridionali di Narnia da Calormen
finché la situazione
non fosse tornata normale, in cambio Archen avrebbe stretto accordi
commerciali
vantaggiosi con Narnia. Grazie a Ed ora erano liberi di concentrare
tutte le
loro forze a nord, verso lord Donnon e la Strega.
Quella
sera Susan era radiosa, indossava un delicato vestito dorato che le
lasciava scoperte le spalle, con il corsetto finemente ricamato dalle
ninfe delle sorgenti,
e sui capelli sciolti e leggermente mossi portava con molta grazia la
sua amata
corona.
Caspian,
e con lui tutti gli uomini presenti nella
sala, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso mentre girovagava per
la sala
del trono dove si stava svolgendo con grande successo il ballo. Avevano
appena
finito di danzare assieme, ma la regina era immediatamente stata
reclamata da
un altro cavaliere, cui sfortunatamente il re non poté
opporsi dal momento che
si trattava di un membro della famiglia reale di Numi. Così
il telmarino
stringendo i denti si era messo alla ricerca di Edmund, formalmente per
complimentarsi con lui per la riuscita della strategia, ma in
realtà per
distrarsi dal pensiero della sua fidanzata tra le braccia di un altro
uomo.
Finalmente
lo scorse su una balconata, appoggiato
alla balaustra.
“Cosa?”
sussultò Ed voltandosi, preso alla
sprovvista “No, va tutto bene, stavo solo riflettendo sugli
ultimi
particolari.”
Il
giorno dopo il primo contingente di soldati,
guidato da Edmund, sarebbe partito per iniziare a disporre le iniziali
linee
difensive a protezione delle città settentrionali del regno.
Era stata un’altra
idea geniale del Giusto, che aveva risollevato il morale dei generali
dopo che
Cornelius aveva ammesso di non essere ancora riuscito a raccogliere
informazioni utili sui poteri della misteriosa Incantatrice.
Le
postazioni sarebbero state disposte sia a
tutela della popolazione, sia come punti di controllo dei movimenti del
nemico.
Avevano l’ordine di avvertire immediatamente Cair
Paravel, dove
nel frattempo Caspian e Susan avrebbero riunito e organizzato
le truppe,
se si fossero manifestati
strani movimenti al confine con
Ettinsmoor. Caspian era certo che lord Donnon avrebbe attaccato non
appena si
fosse ristabilito dall’ultima sconfitta. Il tempo stringeva
ormai.
“Ti devo ringraziare, Caspian.” disse
improvvisamente Edmund.
“Per
cosa?” chiese incuriosito il re.
“Perché
rendi felice mia sorella” rispose alzando
gli occhi incontrando così lo sguardo di Caspian per un
momento.
“Sai”
proseguì tornando a fissare le stelle “Per
Susan è sempre stato difficile fidarsi di qualcuno al di
fuori della famiglia…”
Caspian
aprì la bocca per ribattere a quella
affermazione che giudicava
totalmente errata, ma Ed lo bloccò con un gesto della mano:
“So quello che stai
per dire: Susan è sempre gentile verso gli altri,
è nella sua natura, ma prima
di incontrarti preferiva stare da sola piuttosto che legarsi a
qualcuno.
Qualsiasi ragazzo che tentava di avvicinarsi anche solo un
po’ di più a lei
veniva garbatamente ma fermamente respinto.” Edmund sorrise
al ricordo del
povero ragazzo della Hendon House che la sorella stava ignorando un
attimo
prima di tornare per la seconda volta a Narnia.
“Non
capisco, cosa la rendeva così diffidente?”
Edmund
sospirò “C’era un uomo, milletrecento
anni
fa, che grazie all’inganno era riuscito a superare il suo
naturale riserbo,
tanto da convincerla a visitare Tashbaan, la capitale del suo regno,
dove le intimò
con la forza di sposarlo… Il suo nome era
Rabadash.”
Caspian
strinse i pugni affondando le unghie nel
palmo della mano. Conosceva quella storia, il suo maestro
gliel’aveva
raccontata quando stava studiando le usanze di Calormen, come esempio
dei loro
modi brutali e violenti. Il perfido principe, erede al trono del
Tisroc, si era
innamorato perdutamente della bella regina, ma quando aveva scoperto
che lei
era decisa a rifiutare la sua proposta di matrimonio l’aveva
imprigionata
insieme a Ed e alla delegazione narniana, per costringerla a sposarlo.
Fortunatamente,
grazie a Tumnus, riuscirono a scappare.
Il
Giusto scrutò il suo volto turbato: “Come vedo,
la storia la conosci già… La nostra fuga fu la
causa della battaglia di Anvard
ad Archen, Rabadash voleva ad ogni costo conquistare Narnia e rapire
Susan. Per
questo decidemmo che lei non avrebbe preso parte alla battaglia, solo
Aslan sa
cosa sarebbe successo se Rabadash l’avesse incontrata sul
campo di battaglia…”
Caspian
chiuse gli occhi, la rabbia impotente gli
inebriò la testa. Come aveva osato quel vile considerare la
sua dolce Susan
come un oggetto di cui disporre liberamente?
“Naturalmente
vincemmo quella battaglia, e Aslan
punì duramente il principe. Ma Susan si disprezzò
per essere stata così cieca e
non aver subito capito la vera natura di Rabadash. Non si
perdonò mai per tutte
le vittime che quella battaglia, combattuta per il suo onore, aveva
causato.
Credeva fosse tutta colpa sua, mi ci vollero molti mesi per convincerla
del
contrario, che era colpa della crudeltà e della spietatezza
del calormeniano,
ma da allora si rinchiuse in se stessa faticando a fidarsi di nuovo
delle
persone.”
“Non
è giusto…”
“Hai
ragione, ma guardala ora!” disse accennando
alla sorella che danzava con il principe di Archen ridendo rilassata,
la sua
dolcezza sembrava illuminare tutte le persone che la circondavano
“Ti abbiamo
conosciuto, e in lei è avvenuto quel cambiamento che speravo
accadesse da anni,
tornando quella di un tempo. Non so come tu abbia fatto, ma le hai
dimostrato
che vale la pena fidarsi e amare, anche se questo implica delusioni e a
volte
sofferenze…” Edmund fece una pausa e
guardò Caspian che lo fissava sbalordito.
“Che c’è?”
chiese vagamente sorpreso.
“Edmund…
Hai appena detto amare!”
rispose lui assumendo un’aria comicamente sconvolta
premendosi una mano sul petto.
Il
ragazzo arrossì fino alla punta dei capelli: “E
allora? Ho anch’io un cuore. Solo… Non ti
abituare!”
“No
certo” rispose con un ghigno “Comunque ti
ringrazio per avermi detto tutto questo!”
“Detto
cosa?” chiese Susan spuntando alle loro
spalle. La danza era finita.
“Niente,
roba tra uomini.” rispose prontamente
Edmund “Balliamo?” chiese poi porgendole la mano.
La
sorella lo guardò stralunata: “Ed ti senti
bene?”
“Perché?”
“Vuoi
danzare,
e non sono stata io a chiedertelo! Tu odi danzare…”
“Non
è vero, lo dicevo solo perché altrimenti Lucy
mi avrebbe costretto a ballare ogni volta con lei fino a consumarmi i
piedi…”
“Non
farci caso, è tutta la serata che è in vena
di sentimentalismi…” commentò il
fidanzato.
“Approfittiamone
allora!” rise Susan trascinandolo
sulla pista da ballo mentre le prime note di una ballata si
diffondevano
nell’aria.
A
Caspian parve di scorgere il barlume di un
sorriso nel pallido volto di Edmund.
NOTE:
Ragazze,
devo dire che stavolta è stato difficile aggiornare, non
perché mi manchi
l’ispirazione (anzi, quasi non riesco a mettere per iscritto
tutte le idee che
mi vengono) ma perché questo mese è successo un
fatto molto molto grave che mi
ha buttata giù per un po’, e mi sta tuttora
condizionando…
Sapete
come ho ritrovato la forza per scrivere? Rileggendo i vostri dolcissimi
commenti… Non sempre ho risposto a tutte e questo mi
dispiace molto, ma
credetemi, in questo periodo nero mi bastava andare nella pagina delle
recensioni e leggere un po’ delle vostre belle parole per
farmi riscoprire il
“valore terapeutico” della scrittura…
Insomma,
volevo esprimervi tutta la mia gratitudine: mi avete risollevato il morale!
A
presto!
Arual