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Autore: arual    14/10/2010    4 recensioni
La forza di un amore immenso, capace di superare persino le barriere fisiche tra Narnia e la Terra, permette a Susan e Caspian di ritrovarsi dopo l'ultimo doloroso addio alla fine della guerra contro Miraz.
Ma ai due innamorati non è permesso vivere in pace:una misteriosa e intrigante figura e un Lord traditore tramano contro il Nuovo Regno...
Possono l'amore, l'amicizia, la lealtà e la fedeltà a Narnia e Aslan vincere contro l'inganno e il tradimento?
Qual è il motivo del ritorno di Edmund a Narnia?
(pairing: Susan/Caspian)
ATTENZIONE: nuovo personaggio al capitolo 11!
[capitolo 15: "THE BATTLE OF ETTINSMOOR"]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Caspian, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ONCE A KING OR QUEEN OF NARNIA, ALWAYS A KING OR QUEEN

 

Narnia si stava lentamente risvegliando sotto i primi raggi di sole.

Susan si mosse nel suo letto, infastidita dalla luce che filtrando dalla finestra puntava contro il suo viso, e si voltò dalla parte opposta. Così facendo urtò contro il petto nudo di Caspian che dormiva profondamente su un fianco, rivolto verso di lei.

La ragazza sorrise alla vista del suo re ancora addormentato e si accoccolò contro di lui, assaporando il caldo tepore che il suo corpo emanava, arrossendo lievemente nel ricordare la notte appena passata con lui.

Come erano lontani i giorni in cui credeva che il loro amore fosse solo un dolce sogno irrealizzabile, un sentimento talmente potente da non potersi estinguere, ma che li avrebbe condannati a rincorrersi nei sogni senza mai incontrarsi realmente, per colpa della loro appartenenza a due mondi estranei tra loro. Erano come il sole, signore del giorno, e la luna, candida regina della notte, che fin dalla nascita del mondo si inseguono nella volta celeste senza mai incrociare i propri cammini.
Invece si erano ritrovati e anche se in quel momento la situazione a Narnia era incerta e Susan sentiva dentro di sé l’apprensione per il benessere del suo popolo, la giovane non si era mai sentita così coraggiosa: qualsiasi ostacolo riservasse il futuro, era pronta ad affrontarlo insieme a Caspian.

Dopo queste riflessioni aprì gli occhi. Riluttante ad abbandonare il dolce rifugio del letto, ma consapevole che la giornata doveva iniziare anche per i sovrani, si preparò all’impresa di svegliare il fidanzato.

“Caspian… Amore?” gli sussurrò in un orecchio accarezzando i suoi capelli scompigliati.

“Mmh…” mugugnò lui accennando un sorriso mentre l’avvolgeva con le forti braccia, senza però alcuna intenzione di aprire gli occhi e svegliarsi.

“Caspian!” lo richiamò Susan vedendo che il ragazzo stava ancora dormendo.

“Ancora cinque minuti…” sospirò lui mettendosi supino e trascinandola con sé, causando uno scoppio di risa della regina.

“Svegliati dormiglione! E’ ora di alzarsi o tutti si chiederanno che fine abbiamo fatto!” e per convincerlo iniziò a baciargli il collo cercando il suo punto sensibile.

La tecnica funzionò perché finalmente il re aprì gli occhi

“Buongiorno, che dolce risveglio…” disse dolcemente con la voce arrochita per il sonno, poi con un sorriso malizioso aggiunse: “Se tutti i risvegli fossero così…”

Susan sorrise ma decise di ignorarlo: “Hai dormito bene?”

“Decisamente” rispose stiracchiando le gambe intorpidite “E tu, amore mio? Stai bene?” chiese poi premurosamente accarezzandole la guancia con la punta delle dita mentre osservava attentamente le iridi cristalline.

“Mai stata meglio!” rispose sinceramente arrossendo lievemente.

“Mi fa piacere… E’ stato meraviglioso stare con te stanotte, ma se per te non dovesse essere così non credo me lo perdonerei mai…” confessò abbassando lo sguardo. La sera precedente aveva ceduto al desiderio che provava per Susan, ma non avrebbe mai permesso a nessuno di macchiare l’onore della sua regina, nemmeno a se stesso.

La ragazza, intuendo i pensieri che si stavano formando nella mente del fidanzato, gli prese dolcemente il viso tra le mani costringendolo a guardarla in viso.

“Caspian, è tutto a posto, questo è quello che voglio! Io non ho dubbi e non devi averne nemmeno tu! Ti amo…” disse prima di baciarlo.

“Ti amo” rispose lui rasserenato, facendo scappare un dolce sorriso dalle labbra della giovane: raramente rispondeva al suo “ti amo” con un “anche io”, il re preferiva ribadire per l’ennesima volta il suo amore, cosa che la faceva sentire ancora più radiosa e amata.

La ragazza lo premiò con un altro bacio, stringendosi ancora di più a lui. Rimasero così, a godere ognuno della presenza dell’altro per molto, molto tempo…

“Susan, ma non avevamo per caso qualcosa da fare stamattina?” mormorò dopo un po’ Caspian tra i suoi capelli, corrugando la fronte per lo  sforzo di ricordare “E’ qualcosa di importante, se non sbaglio…”

“Oh, per Aslan!” gridò lei mettendosi a sedere sul letto cercando di liberarsi dal groviglio di lenzuola.

“Il consiglio dei Lord!” esclamarono affannati all’unisono. Si guardarono negli occhi per un istante per poi precipitarsi fuori dal letto, sperando di fare in tempo…

 

---------------

“Anche noi vogliamo difendere il popolo, Lord Montoya, ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di spostarci al nord il più presto possibile! Abbiamo visto di cosa sono capaci i ribelli, e con l’appoggio dei nuovi alleati non si fermeranno certo solo perché sono stati sconfitti a Cair Paravel!” la voce risoluta della regina risuonò nella sala del trono, senza la minima incrinatura. Si trovava in piedi al centro della vasta aula, sostenendo gli sguardi indagatori degli astanti.

 Che enorme perdita di tempo” pensava il giovane re irritato mentre osservava i visi altezzosi dei lord seduti nei loro scranni che ascoltavano il resoconto dell’attacco alla capitale del giorno precedente

Se solo potessimo evitare tutta questa diplomazia…

Dopo essere riusciti a presentarsi davanti al Consiglio giusto in tempo, il re aveva lasciato a Susan la parola, non solo perché era la responsabile della vittoria di Narnia sul nemico, ma anche per la sua innata capacità diplomatica unita alla sua pazienza: i sovrani dovevano persuadere i capi telmarini del pericolo che correva il regno per ottenere il pieno appoggio dei loro reggimenti.
Non potevano più permettersi ulteriori dissidi interni ma, per la prima volta nella storia, Narniani e Telmarini dovevano unire le forze per combattere un pericoloso nemico comune.

Caspian capiva che scendere a compromessi con i Lord era necessario, ma essendo un uomo d’azione non sopportava l’inattività forzata e avrebbe voluto al più presto congedare il consiglio per riunire i suoi fidati generali e lavorare a un piano. Invece i Lord Telmarini non facevano altro che sollevare continue domande, cui Susan rispondeva prontamente e senza perdere la calma!

Finalmente, con gran sollievo del re, si giunse alla votazione e riuscirono ad ottenere l’appoggio incondizionato di tutti.

“Bene, signori!” Caspian si alzò soddisfatto dal trono, imitato da tutti i presenti, e si avvicinò a Susan con l’intenzione finalmente di congedarli.

“Apprezzo la vostra lealtà” disse con aria grave “Ci aspettano tempi difficili, ma i nostri uomini sono valorosi, Narnia vincerà!”
I Lord annuirono mentre un mormorio soddisfatto si diffondeva nella sala.

”Sappiamo tutti cosa sta succedendo, quindi…”

 
“Allora sarebbe meglio che qualcuno me lo spieghi, una volta per tutte!” esclamò una voce ironica dal fondo della sala, interrompendo il re di Narnia.

 
Tutti si voltarono sorpresi a guardare il nuovo venuto. Susan rimase senza parole dalla sorpresa, mentre esclamazioni stupite si levarono attorno a lei.

“Edmund?” chiese incredula non appena riprese fiato, con un luminoso sorriso che si irradiava sul suo volto “Ed, Ed!” urlò di gioia mentre con una corsa ben poco regale si fiondava tra le braccia del fratello.

“Ooof!” mugugnò Edmund mentre a fatica ricambiava la stretta della sorella “Non… Non respiro!”

“Scusami…”

Il ragazzo sorrise “Susan! Sei qui, grazie ad Aslan! Stai bene?” chiese lui mettendole le mani sulle spalle per scrutarla attentamente.

“Si, certo! Ma tu come sei arrivato qui?”

Ed aprì la bocca per rispondere, ma prima di riuscirci venne anticipato da Caspian.

“Re Edmund, bentornato amico mio!” esclamò avvicinandosi.

“Grazie princip… Re… Caspian!” si corresse goffamente stringendogli la mano “Sono felice di essere qui!” i due sovrani si guardarono seriamente per un istante negli occhi, poi Caspian, spinto da uno degli istinti del suo carattere impulsivo, lo attirò in un abbraccio. Ed rimase inizialmente sorpreso, ma lo abbracciò di rimando battendogli una mano sulla schiena.

Un’insolita sensazione di sorpresa aleggiava ancora nel telmarino, ma era sovrastata dalla gioia per il suo ritorno: stimava Edmund, la sua spiccata intelligenza e la sua ironia, ed erano diventati grandi amici durante la Rivoluzione di Narnia.

“Allora, Ed, ti accontenterò: ti spiegherò tutto” poi sussurrò chinandosi verso il suo orecchio “Ma prima liberiamoci di questi seccatori!“

“Bene, signori…” ripeté per la seconda volta Caspian volgendosi verso i Lord che si erano avvicinati per salutare propriamente il re di un tempo “Credo non ci sia più nulla da aggiungere, per il momento. Vi ringrazio per il vostro appoggio, vi aggiorneremo non appena ci saranno nuovi sviluppi.”

Gli uomini si inchinarono uno ad uno di fronte ai sovrani per congedarsi.

“Mi auguro di vedervi sul campo di battaglia, re Edmund” disse quando fu il suo turno un grassoccio lord, di nome Rheed “Ho sentito raccontare grandi cose sulla vostra arte nel maneggiare due spade.”

Edmund sogghignò lusingato “Sarà un vero piacere mostrarvelo, milord.”

“Sebbene spero che prima di allora voi abbiate trovato dei vestiti più consoni…” aggiunse sfrontatamente schernendo l’abbigliamento londinese del ragazzo.

“Vi assicuro che le mie abilità sono notevoli a prescindere dal mio aspetto esteriore, cosa che non si può certo dire di altri!” ribatté glacialmente ironico il ragazzo osservando il panciuto lord, finemente vestito e con morbidi stivali che proteggevano i piedi grassocci che raramente avevano solcato i campi di battaglia.

“Ed!” sibilò Susan al suo fianco: non era una mossa saggia mettersi a litigare con un Lord a pochi minuti dal suo arrivo a Cair Paravel, soprattutto dopo la fatica sprecata per convincerlo ad appoggiarli nella guerra.

Lord Rheed lo squadrò per un attimo, poi scoppiò a ridere divertito “Touché, vostra maestà!” e con un altro inchino uscì per ultimo dalla porta.

 

“Si può sapere perché hai mantenuto il consiglio dei Lord?” chiese Ed irritato non appena furono soli: non amava i politici telmarini, li considerava troppo inclini al doppiogioco, qualità potenzialmente destabilizzante per il nuovo regno.

“Ho dovuto” sospirò Caspian che intuiva cosa pensasse l’amico e condivideva le sue preoccupazioni

“Ma non è poi così male: la maggior parte di quelli che componevano il consiglio di Miraz è morta durante la Rivoluzione, altri sono passati attraverso il portale il giorno che siete andati via anche voi.” disse con una nota di tristezza nella voce mentre ricordava il momento in cui aveva creduto di dire addio per sempre al suo amore. Susan se ne accorse e gli strinse affettuosamente la mano, gesto che non passò inosservato al fratello che alzò un sopracciglio.

“Comunque, mi sono preso la libertà di sostituirne alcuni con persone fidate e i rimanenti hanno giurato eterna fedeltà a me e Narnia. D’altra parte si rivelano molto utili quando si tratta di governare la popolazione telmarina a Narnia, detesto ammetterlo ma stanno facendo un buon lavoro. L’unico inconveniente è che per disporre di tutte le truppe di Telmar devo ottenere il loro permesso, d’altronde erano i loro uomini una volta e si sentono ancora responsabili nei loro confronti.”

Edmund annuì: “Ora capisco, hai fatto bene, è giusto!”

“Affermazione che apprezzo particolarmente dal momento che proviene da te, mio giusto re!” scherzò lui.

“Tornando a noi, volete spiegarmi cosa succede, per Aslan! Sono due giorni che cerco di capirlo…” e come un fiume in piena, raccontò di come aveva rincorso Susan fino al ponte sul Tamigi, del suo arrivo a Narnia e dell’incontro con Babbo Natale “…e Ripicì, l’unico volto conosciuto che ho incontrato a Cair e che mi ha portato fin qui, ha parlato di: « un vile fellone che ha osato sfidare il nobile e valoroso re Caspian macchiando il proprio onore di gentiluomo e tradendo la fiducia che le serenissime maestà avevano riposto in lui » "

Susan ridacchiò “Oh, caro Ripicì, sempre signorile nei fatti come nelle parole! Però ha centrato appieno il problema…”

“La situazione è grave, Edmund” disse Caspian e, aiutato dalla fidanzata, iniziò a spiegargli tutto, dall’arrivo di Susan qualche mese prima, all’incontro con Aslan, fino all’attacco a Cair Paravel del giorno prima ad opera di Lord Donnon.

Lo sguardo del Giusto si incupì all’apprendere quelle ultime notizie.

“Si” annuì pensosamente “serve un piano d’attacco. D’altra parte, mentre ci prepariamo ad affrontare una nuova guerra contro questa strega…” disse con il massimo disprezzo –per esperienza personale odiava particolarmente quella parola- “…non possiamo lasciare indifesi i villaggi al nord, sono i più vulnerabili a un attacco nemico.”

“E’ proprio quello a cui stavo pensando!” esclamò Caspian “Tra mezz’ora si riunirà il consiglio di guerra e, se siamo fortunati, il mio maestro ci darà nuove informazioni sull’Incantatrice.”

“Ma ci sono anche degli aspetti positivi” ribatté Susan sforzandosi di essere ottimista “L’unione tra narniani e telmarini procede bene, Narnia sta tornando a splendere, tu sei qui, e… bè, c’è ancora amore nel mondo…”

Caspian la guardò adorante.

“A proposito…” disse il fratello trattenendo a stento un sorriso osservando la coppia “Se non ho capito male è stato proprio il vostro amo… insomma, quello… che ti ha permesso di tornare, giusto?”

“Dalla spiegazione di Aslan, sembra proprio di sì” rispose la ragazza arrossendo

“Bè, sono contento per voi due. Ve lo meritate, anche se non so ancora se voglio capire…” affermò Ed con un’espressione fintamente infastidita.

“Ed!” lo richiamò la sorella.

“Credimi, amico mio, sono convinto che lo vorrai capire molto presto… Ma c’è dell’altro!”

La regina trattene il respiro, mentre Caspian disse tutto d’un fiato: “Ieri ho chiesto a Susan di diventare la mia sposa… e lei ha accettato. So che la decisione su chi sposare spetta a lei, ma vorrei lo stesso chiederti, come membro della sua famiglia, la tua benedizione per questa unione.”

Edmund guardò sbalordito con occhi spalancati Caspian, poi Susan, poi di nuovo Caspian, e vedendo che quest’ultimo stava aspettando la sua risposta, balbettò:

“Ehm, si, certo che hai la mia benedizione…” Susan, la sua Susan, la sua amata sorellina stava per sposarsi?!

“Che notizia, accidenti, mi serve un po’ di vino!” mormorò.

“Ed, stai bene?” Susan si avvicinò afferrandogli un braccio. Grazie a quel tocco il ragazzo parve riprendersi dalla sorpresa.

“Si, tutto a posto” disse riacquistando la solita sicurezza “Sono felicissimo per voi. Se è quello che Susan desidera, non posso fare altro che sostenervi!” e sorridendo abbracciò la sorella.

La regina sospirò sollevata: “Meno male, per un attimo ho temuto che stessi per cadere preda di uno degli attacchi da fratello iperprotettivo tipici di Peter!”

“Oh! Pagherei per vedere la reazione di Peter a questa notizia!” disse Ed in tono sognante.

“Io no! La mia testa mi piace dov’è, non vorrei vederla staccata dal mio corpo…” borbottò Caspian deglutendo: come minimo, il Re Supremo l’avrebbe sfidato a duello per l’onore di Susan.

Il giovane re si mise a ridere: “Hai scelto il fratello giusto a cui chiedere la mano di Sue: tranquillo, la tua testa è salva! Però non perdi tempo, eh Cas?” e così dicendo lo abbracciò di nuovo.

“Mi raccomando, non farla soffrire o te la vedrai con me!” sussurrò all’orecchio del telmarino con un tono d’avvertimento vagamente minaccioso “E sai bene che io sono molto più abile di Peter con due spade!”

“Mi ucciderei piuttosto che farla soffrire” gli rispose l’altro districandosi tranquillamente dalla sua stretta un po’ troppo energica.

Il Giusto lo guardò negli occhi intensamente, poi finalmente annuì. Credeva nell’amore sincero tra Caspian e sua sorella, era stato tra i primi ad accorgersene alla Casa di Aslan e considerava il nuovo re uno degli uomini migliori che avesse mai conosciuto: no, non avrebbe mai fatto del male a Susan.

“Aaaah!” improvvisamente si batté una mano sulla fronte ricordandosi di qualcosa “Ecco perché! Caspian, Sue, ho qualcosa per voi da parte di Babbo Natale.”

Prese delicatamente dalla bisaccia che portava a tracolla l’oggetto avvolto nel panno verde che aveva ricevuto nella foresta e lo consegnò alla sorella.

“Ha detto che non ne hai bisogno per farti sentire, ma ne hai bisogno!”

Susan svolse curiosa il panno, rivelando l’oggetto misterioso, e si lasciò scappare un mormorio stupito e deliziato. Tra le mani stringeva una splendida tiara dorata, con delicati narcisi che abbellivano armoniosamente il delicato cerchio aureo… La sua corona!

“Ma come…?” non riuscì a completare la frase, le vennero le lacrime agli occhi ripensando ai bei momenti passati durante il suo regno. Ora però riusciva finalmente a ripensare ai suoi cari amici con affetto, e non più disperazione per la loro perdita, perché gioiva per averli conosciuti e aver fatto parte della loro vita.

Tumnus, i signori Castoro, Corin…” pensava immersa in mille pensieri accarezzando con la punta delle dita l’elegante diadema.

“Quando sposerai Caspian sarai regina di Narnia… Per la seconda volta” disse delicatamente Ed afferrando gentilmente il suo polso “Avrai bisogno di questo tra poco e, conoscendoti, so che non avresti sopportato di portare un’altra corona.”

“Oh, Ed, grazie!”

“Non ringraziare me, è tutto merito di Babbo Natale.”

“Non capisco però cosa volesse intendere dicendo che non hai problemi nel farti sentire…” disse Caspian.

“E’ la stessa frase che mi ha detto quando mi ha donato l’arco e il corno…” affermò pensosa.

“Quando si è re o regina di Narnia si è sempre re o regina, con o senza corona.” mormorò Ed guardando la sorella negli occhi “Forse voleva dire che non hai bisogno dell’autorità data da una corona per esprimere le tue idee e ottenere l’attenzione di tutti…”

Caspian annuì concordando.

“…Sei talmente testarda che non permetteresti a nessuno di metterti i piedi in testa!” aggiunse concludendo la frase con una smorfia.

Il telmarino scoppiò a ridere e Susan, risentita, fece la linguaccia al “caro” fratellino mentre ficcava un gomito tra le costole del fidanzato per farlo zittire.

“Allora, a quando il grande evento?”

“Abbiamo deciso di fissare la data quando la situazione sarà risolta.” rispose lei tornando preoccupata.

“Il che ci riporta al problema attuale” sbottò di colpo Caspian “Per Aslan, proprio ora che il Tisroc si sta interessando ai nostri confini meridionali, siamo costretti a spostarci all’estremo nord!”

“Un modo per proteggerci ci sarebbe però…” mormorò il Giusto mentre un piano si stava già formando nella sua mente.

“Cosa intendi dire?” chiese la sorella

“Convocate il consiglio di guerra, è ora di dare una festa!”

 

---------------

La sala scintillava sotto la luce di mille candele accese. Pur essendo stata organizzata in meno di una settimana, la festa di fidanzamento di re Caspian con la regina Susan stava ottenendo un grande successo.

Probabilmente molti avevano storto il naso nel sentire che si festeggiava alla vigilia di una nuova battaglia, ma tutto questo splendore ostentato era parte integrante del brillante piano che Edmund aveva esposto ai generali sette giorni prima.

Il ricevimento in realtà era una scusa per invitare la famiglia reale di Archen a corte senza destare i sospetti del Tisroc di Calormen, a cui ovviamente l’invito per la festa era stato recapitato troppo tardi per permettergli di mettersi in viaggio e raggiungere in tempo Cair Paravel (“Edmund, ma non possiamo farlo, è da maleducati!” aveva ribattuto Susan. “Preferisci avere tutta la famiglia reale di Calormen qui per il tuo fidanzamento, Sue?” era stata la risposta pronta del fratello che aveva zittito immediatamente la regina.)

Così durante la riunione segreta tra re Numi di Archen e i tre sovrani, avvenuta quello stesso pomeriggio, avevano raggiunto un accordo: in nome dell’antica amicizia che legava Archen a Narnia, re Numi si impegnava a difendere i confini meridionali di Narnia da Calormen finché la situazione non fosse tornata normale, in cambio Archen avrebbe stretto accordi commerciali vantaggiosi con Narnia. Grazie a Ed ora erano liberi di concentrare tutte le loro forze a nord, verso lord Donnon e la Strega.

 

Quella sera Susan era radiosa, indossava un delicato vestito dorato che le lasciava scoperte le spalle, con il corsetto finemente ricamato dalle ninfe delle sorgenti, e sui capelli sciolti e leggermente mossi portava con molta grazia la sua amata corona.

Caspian, e con lui tutti gli uomini presenti nella sala, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso mentre girovagava per la sala del trono dove si stava svolgendo con grande successo il ballo. Avevano appena finito di danzare assieme, ma la regina era immediatamente stata reclamata da un altro cavaliere, cui sfortunatamente il re non poté opporsi dal momento che si trattava di un membro della famiglia reale di Numi. Così il telmarino stringendo i denti si era messo alla ricerca di Edmund, formalmente per complimentarsi con lui per la riuscita della strategia, ma in realtà per distrarsi dal pensiero della sua fidanzata tra le braccia di un altro uomo.

Finalmente lo scorse su una balconata, appoggiato alla balaustra.

 “Preoccupato per domani?” chiese alle sue spalle

“Cosa?” sussultò Ed voltandosi, preso alla sprovvista “No, va tutto bene, stavo solo riflettendo sugli ultimi particolari.”

Il giorno dopo il primo contingente di soldati, guidato da Edmund, sarebbe partito per iniziare a disporre le iniziali linee difensive a protezione delle città settentrionali del regno. Era stata un’altra idea geniale del Giusto, che aveva risollevato il morale dei generali dopo che Cornelius aveva ammesso di non essere ancora riuscito a raccogliere informazioni utili sui poteri della misteriosa Incantatrice.

Le postazioni sarebbero state disposte sia a tutela della popolazione, sia come punti di controllo dei movimenti del nemico. Avevano l’ordine di avvertire immediatamente Cair Paravel, dove nel frattempo Caspian e Susan avrebbero riunito e organizzato le truppe, se si fossero manifestati strani movimenti al confine con Ettinsmoor. Caspian era certo che lord Donnon avrebbe attaccato non appena si fosse ristabilito dall’ultima sconfitta. Il tempo stringeva ormai.

 
“Ti devo ringraziare, Caspian.” disse improvvisamente Edmund.

“Per cosa?” chiese incuriosito il re.

“Perché rendi felice mia sorella” rispose alzando gli occhi incontrando così lo sguardo di Caspian per un momento.

“Sai” proseguì tornando a fissare le stelle “Per Susan è sempre stato difficile fidarsi di qualcuno al di fuori della famiglia…”

Caspian  aprì la bocca per ribattere a quella affermazione che giudicava totalmente errata, ma Ed lo bloccò con un gesto della mano: “So quello che stai per dire: Susan è sempre gentile verso gli altri, è nella sua natura, ma prima di incontrarti preferiva stare da sola piuttosto che legarsi a qualcuno. Qualsiasi ragazzo che tentava di avvicinarsi anche solo un po’ di più a lei veniva garbatamente ma fermamente respinto.” Edmund sorrise al ricordo del povero ragazzo della Hendon House che la sorella stava ignorando un attimo prima di tornare per la seconda volta a Narnia.

“Non capisco, cosa la rendeva così diffidente?”

Edmund sospirò “C’era un uomo, milletrecento anni fa, che grazie all’inganno era riuscito a superare il suo naturale riserbo, tanto da convincerla a visitare Tashbaan, la capitale del suo regno, dove le intimò con la forza di sposarlo… Il suo nome era Rabadash.”

Caspian strinse i pugni affondando le unghie nel palmo della mano. Conosceva quella storia, il suo maestro gliel’aveva raccontata quando stava studiando le usanze di Calormen, come esempio dei loro modi brutali e violenti. Il perfido principe, erede al trono del Tisroc, si era innamorato perdutamente della bella regina, ma quando aveva scoperto che lei era decisa a rifiutare la sua proposta di matrimonio l’aveva imprigionata insieme a Ed e alla delegazione narniana, per costringerla a sposarlo. Fortunatamente, grazie a Tumnus, riuscirono a scappare.

Il Giusto scrutò il suo volto turbato: “Come vedo, la storia la conosci già… La nostra fuga fu la causa della battaglia di Anvard ad Archen, Rabadash voleva ad ogni costo conquistare Narnia e rapire Susan. Per questo decidemmo che lei non avrebbe preso parte alla battaglia, solo Aslan sa cosa sarebbe successo se Rabadash l’avesse incontrata sul campo di battaglia…”

Caspian chiuse gli occhi, la rabbia impotente gli inebriò la testa. Come aveva osato quel vile considerare la sua dolce Susan come un oggetto di cui disporre liberamente?

“Naturalmente vincemmo quella battaglia, e Aslan punì duramente il principe. Ma Susan si disprezzò per essere stata così cieca e non aver subito capito la vera natura di Rabadash. Non si perdonò mai per tutte le vittime che quella battaglia, combattuta per il suo onore, aveva causato. Credeva fosse tutta colpa sua, mi ci vollero molti mesi per convincerla del contrario, che era colpa della crudeltà e della spietatezza del calormeniano, ma da allora si rinchiuse in se stessa faticando a fidarsi di nuovo delle persone.”

“Non è giusto…”

“Hai ragione, ma guardala ora!” disse accennando alla sorella che danzava con il principe di Archen ridendo rilassata, la sua dolcezza sembrava illuminare tutte le persone che la circondavano “Ti abbiamo conosciuto, e in lei è avvenuto quel cambiamento che speravo accadesse da anni, tornando quella di un tempo. Non so come tu abbia fatto, ma le hai dimostrato che vale la pena fidarsi e amare, anche se questo implica delusioni e a volte sofferenze…” Edmund fece una pausa e guardò Caspian che lo fissava sbalordito.

Che c’è?” chiese vagamente sorpreso.

“Edmund… Hai appena detto amare!” rispose lui assumendo un’aria comicamente sconvolta premendosi una mano sul petto.

Il ragazzo arrossì fino alla punta dei capelli: “E allora? Ho anch’io un cuore. Solo… Non ti abituare!”

“No certo” rispose con un ghigno “Comunque ti ringrazio per avermi detto tutto questo!”

“Detto cosa?” chiese Susan spuntando alle loro spalle. La danza era finita.

“Niente, roba tra uomini.” rispose prontamente Edmund “Balliamo?” chiese poi porgendole la mano.

La sorella lo guardò stralunata: “Ed ti senti bene?”

“Perché?”

“Vuoi danzare, e non sono stata io a chiedertelo! Tu odi danzare…”

“Non è vero, lo dicevo solo perché altrimenti Lucy mi avrebbe costretto a ballare ogni volta con lei fino a consumarmi i piedi…”

“Non farci caso, è tutta la serata che è in vena di sentimentalismi…” commentò il fidanzato.

“Approfittiamone allora!” rise Susan trascinandolo sulla pista da ballo mentre le prime note di una ballata si diffondevano nell’aria.

A Caspian parve di scorgere il barlume di un sorriso nel pallido volto di Edmund.

 

 

 

NOTE:

Ragazze, devo dire che stavolta è stato difficile aggiornare, non perché mi manchi l’ispirazione (anzi, quasi non riesco a mettere per iscritto tutte le idee che mi vengono) ma perché questo mese è successo un fatto molto molto grave che mi ha buttata giù per un po’, e mi sta tuttora condizionando…

 
Sapete come ho ritrovato la forza per scrivere? Rileggendo i vostri dolcissimi commenti… Non sempre ho risposto a tutte e questo mi dispiace molto, ma credetemi, in questo periodo nero mi bastava andare nella pagina delle recensioni e leggere un po’ delle vostre belle parole per farmi riscoprire il “valore terapeutico” della scrittura…

Per questo voglio approfittare ora per ringraziare tutti voi, che avete commentato, o solo aggiunto la mia umile storiella tra le seguite o preferite, a voi che leggendo i miei capitoli avete riso, vi siete arrabbiati, avete criticato, avete gradito… Il vostro sostegno è importante per me, anche se è solo via web…

Insomma, volevo esprimervi tutta la mia gratitudine: mi avete risollevato il  morale!

 Non preoccupatevi, non abbandonerò la storia anche se il tono di queste note è un po’ triste rispetto al solito…

 
A presto!

Arual

  
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