Nel momento in
cui
tutti udirono l’ultimo grido di Lord William Glasdale in
questo mondo, Ian si trascinò
stancamente verso la donna che aveva creduto di non poter
più rivedere.
Quando infine la
raggiunse, lei gli porse la mano e lui gliela sfiorò, ancora
increduli di quel
contatto. Dopo qualche istante, in cui furono immobilizzati dalle loro
stesse
emozioni, Isabeau gli gettò le braccia al collo e finalmente
cedettero ad un pianto
disperato e liberatorio.
Quando un amore
è tutta
la tua vita, senza di esso un uomo continuerà pure ad
esistere, ma non più a vivere.
Nel momento in
cui erano
stati strappati l’uno all’altra erano appassiti,
inariditi, lentamente spogliati
dalla voglia di essere. E mentre i loro corpi adesso aderivano e
combaciavano
di nuovo, tornando ad essere una cosa sola, in quel pianto
irrefrenabile
sperimentarono dolorosamente l’unione ritrovata e la vita che
riprendeva a fluire
nelle vene.
Jeanne
cercò la mano di
Ty e la serrò nella sua, mentre voltava il viso dalla parte
opposta per non
lasciare scorgere al ragazzo le lacrime che le crescevano dagli occhi.
Il sole era
ormai una goccia di sangue nell’oscurità.
Quando anche
l’ultimo
riflesso scarlatto fu prossimo ad essere inghiottito dal buio, Ian
guardò
dinanzi a lui e non vide la notte, non vide gli uomini che
festeggiavano e le
donne liberate che tornavano a sorridere, non vide i cadaveri, non vide
l’incendio che ancora infuriava, non vide
nient’altro che lei, che eclissava la
luce del giorno.
***