If the Sun never gave a care about You
You’d
better smile to the Moon and send her a kiss.
Promemoria:
Nella solitudine il solitario divora se stesso,
nella moltitudine lo divorano in molti.
(Friedrich Nietzsche)
Rettifica:
Nella solitudine il solitario divora se stesso,
Nella moltidudine vorrebbe divorare gli altri.
(Wiley
Baker)
* * *
Some Pieces of Wiley Baker trapped in paper, I
* * *
Quando le persone iniziano a stringersi attorno a te
entri in un mondo che ha un che di veramente soffocante. Lo dico in senso
metaforico, non letterale.
Sono un tipo che non ama molto la compagnia, spesso
vago in cerca della solitudine pur di non sentirmi oppresso da tutto
quell’agglomerato di affetto che mi viene riversato addosso. Non ci si dovrebbe
mai esporre, non dovremmo lasciar passare qualcuno oltre il fossato scavato
attorno alla nostra anima. Sarebbe meglio aizzare gli arceri appostati nella
torre del nostro cuore contro ogni visitatore. Allora, forse, riusciremmo a
tenerci al sicuro da ogni tipo di dolore o scocciatura.
* * *
Me ne stavo seduto in cima al
castello del parcogiochi, osservavo il fumo della mia sigaretta salire verso
l’alto e passare davanti allo spicchio di luna. Il rumore dello scorrere del
fiume lì vicino faceva da sottofondo a quella malinconica serata in solitudine.
Il fiume era sempre stato un buon compagno nelle sere come quella, quando non
ti va di avere contatto con nessuno dei tuoi conoscenti o parenti… Era l’unico
che continuava a scorrerre imperterrito, sbattendosene di tutto il resto che lo
affiancava. Avrei voluto essere come lui... Passare in mezzo a tutti quanti
senza far caso a quello che stanno facendo e senza mai essere ripreso per il
mio comportamento menefreghista. Essere umano è davvero di una noia assurda…
Bisogna far conto delle proprie azioni per evitare che qualcuno ne resti
ferito, offeso o che magari fraintenda.
Era appunto per un fraintendimento
che mi trovavo lì, lontano dal mondo.
Come poter spiegare senza essere troppo conciso ma
senza nemmeno annoiare a morte? Iniziamo dal mio dannatissimo errore che ha dato vita a tutto
quanto e da lì, poi, il susseguirsi tragico ed inevitabile degli eventi.
Senso di staticità. Noia… Fermezza dell’aria. Vuoto cerebrale completo.
Nessuna
prospettiva futura.
Questo, riassumendolo in qualche parola, era lo
stato in cui mi trovavo quel giorno. Era un giovedì… Me lo ricordo perché da
qualche mese, in quel giorno, provavo sempre le stesse sensazioni. Era come se
arrivato a quel punto mi rendessi conto che non avevo più speranze di cambiare,
me ne stavo a metà di un ciclo continuo senza aver combinato nulla nei giorni
precedenti e senza poter fare nulla per cambiare il futuro. Lunedì, martedì e
mercoledì se ne erano andati via velocemente, quasi senza che me ne accorgessi.
Quel giorno che stavo ancora vivendo di sicuro sarebbe stato come quelli
precedenti… Per non parlare di quelli a venire. Nel week-end non avrei potuto
rivoluzionare il mondo…
Tedio.Immobilità
della vita. Impotenza davanti allo scorrere del tempo.
Dov’era quella scintilla che
dovrebbe accendersi il momento prima che la realtà cambi e si tramuti in
qualcosa di nuovo? Me lo chiedevo spesso, ma ora ho capito che il detonatore
che fa esplodere il presente e cambia il destino è sempre differente. Se solo
potessi capire in tempo quale sia, credo che continuerei ad accendere la miccia
per vedere cambiamenti nella mia vita…
Dopo quella del trasferimento da Chicago a Crawley,
la seguente esplosione fu causata da Gabriel Reid.
Reid
Gabriel:
Maschio.
Nato a Birmingham. 20 anni. Studente universitario.
Metri 1.85.
Occhi azzurri. Capelli neri.
Segni particolari: nessuno.
|Non mi permetto di
inserire qui una sua foto|
Beh, nessun segno particolare per
la comunità forse. Per me ne ha parecchie, di particolarità. Prima fra tutte: essere
irrecuperabilmente invadente. Ma
questo di certo sulla carta d’identità non lo scrivono. Non è una cosa che
dovrebbe essere dimenticata, invece. Se si sapesse che qualcuno è così
ficcanaso leggendo un suo documento, allora si eviterebbe di averci a che fare.
Una fedina comportamentale da portare nel portafoglio. Ci vorrebbe questo per
la gente come lui…
Socializzeremmo solo con persone
con scritto “menefreghista” sotto il colore dei loro capelli, sapendo che in
qualche modo resteremmo comunque soli. Ma ciò non dispiacerebbe ad un gruppo di
strafottenti, formato da entità a sé stanti che non invaderebbero la privacy
altrui.
La
domanda è: vivremmo bene se fossimo tutti menefreghisti? Io
continuo a sostenere di sì.
Gabriel era uno che invece doveva per forza sapere
cosa stava succedendo nella vita degli altri, soprattutto delle persone che
considerava care. Io no, non ero nella cerchia dei suoi affetti. In verità ci
avevo parlato una sola volta da quando ero arrivato in quella cittadina del West
Sussex, circa due mesi prima. Mi aveva dato il benvenuto dato che era come un
capoclasse e il docente gli aveva ordinato di spiegarmi alcune cose. La scuola
inglese è completamente differente da quella americana, che rimpiangevo sempre
di più.
No… Non sono un emarginato
bisognoso di compassione intento a scrivere post nostalgici su un blog. Della
mia amata Chicago rimpiangevo l’anonimato che riuscivo comunque ad
avere. Arrivare in Inghilterra come modello affermato, invece, è stata la mia
condanna a morte. Prova a essere carino in un mondo di ragazzi in guerra
continua per l’aspetto fisico… Siamo nel XXI secolo, non si litiga più per la
religione o la razza. Si è talmente
avanti che ora ci si discrimina per l’aspetto.
Nota
Regole
di convivenza sociale del giovane moderno:
A) Se
sei bello diventi popolare e tutti ti rispettano.
B) Se
sei brutto vieni discriminato e sei vittima di soprusi.
Sei contento di vivere in una società come questa?
Allora sei davvero fortunato ad avere il tuo bell’aspetto ed andarne fiero… Io
probabilmente avrei dovuto essere grassottello, basso e con la faccia piena di
acne. Almeno nessuno mi avrebbe calcolato e ciao ciao popolarità.
Sì, ce l’ho un ego, che domande… Altrimenti non
farei il modello. Lamentarmi di quello che possiedo, però, è una mia cattiva
abitudine. Se veramente non fossi stato così bello, avrei distrutto lo
specchio. Siamo chiari, non è del mio riflesso che sono stanco… Quello mi piace
ancora. Cavolo se mi piace….
Sono stanco di chi pensa che adorarmi sia la via migliore
per entrare nelle mie grazie. Vedi sempre il sopraccitato Reid. Uno che non è
un povero reietto, ma un ottimo candidato per vincere il premio di mister
sorriso e di miglior rompipalle.
Insomma, chi nella nostra università non conosce
Gabriel?
No.
La domanda giusta è: chi sarebbe felice anche senza conoscerlo? Io.
Tornando al perché io me
ne stavo a deprimermi sul castello di un parcogiochi, fu perché Gabriel Reid
decise improvvisamente di entrare in intimità con il sottoscritto. Ma entrare
in intimità vuol dire, in altre parole -che mi piacciono molto di più- violare
la privacy.
Privacy:
Vita personale e privata.
Intimità:
Rapporto di strettissima amicizia.
La
differenza la puoi vedere da te.
-Ciao.
Sono Gabriel Reid… Faccio parte del club di disegno dal vero.-
Mi
ha detto, quando si è avvicinato al mio posto nell’aula di criminologia con un
sorriso a trentasei denti che poteva benissimo diventare il primo piano di una
pubblicità per dentifricio. Io l’ho guardato alzando appena il sopracciglio
sinistro –mio strano tic espressivo di quando mi scazzo- ed ho iniziato a
sistemare i libri nella tracolla di pelle marrone.
-Mi
dispiace ma non sono bravo con il disegno… Non è mia intenzione tracciare
identikit.-
Ho
risposto, convinto che volesse obbligarmi ad entrare nel suo club per mostrarmi
come trofeo. Ma no, non erano queste le sue intenzioni. Mi sono alzato in piedi
superandolo in altezza di solo un paio di centimetri. Ho trovato strano
guardare dritto negli occhi qualcuno che non era un collega di lavoro.
-Oh…
Tranquillo. Non voglio chiederti di iniziare a scaribocchiare!-
Per
un attimo ho pensato che il suo sorriso fosse stato stampato indelebilmente
sulle sue labbra, dato che non si era ancora spento. Ancora feci scattare il
sopracciglio, schiudendo le labbra per emettere uno sbuffo malcelato.
-E…
E cosa vuoi? Sai… Non ho tempo da perdere, tra poco ho una lezione.-
Sono
uscito nel corridoio tra i banchi e ho cominciato a scendere le scale con lui
al mio fianco. Le ragazze ancora ai banchi ci salutavano e io nemmeno le
calcolavo, volendo scappare nell’altra aula per levarmelo di dosso.
-Che
cos’hai ora?-
Mi
ha chiesto stando al mio passo senza capire che non avevo voglia di storie.
Lui
no, non lo capisce mai.
-Storia…-
Ho
risposto e lui ha gonfiato il petto come un gallo, dandomi una pacca sulla
spalla come se fossimo amici da anni. Credo che non l’abbia ucciso solo perché
sono un ragazzo civile, io.
-Fantastico!
Pure io ho storia!-
-Guarda
che io sono al primo anno…-
Gli
ho detto, fulminandolo con lo sguardo. Lui ovviamente ha iniziato a ridacchiare
come un ebete e poi si è grattato i capelli come imbarazzato.
-Okay…
Senti amico, in verità vorrei chiederti un favore. Abbiamo bisogno di un
modello e tu…-
-Io faccio il modello… Lo so. E la risposta è no… Non mi
presenterò al vostro club.-
Ha
tentennato per qualche secondo, mentre uscivo dalla porta per incamminarmi
lungo il corridoio dell’università. Poi mi ha raggiunto e si è messo a
camminare al mio fianco come se nulla fosse. Ho tirato dritto facendo finta di
non notarlo, ma quando me lo sono ritrovato seduto accanto non c’è stato nulla
da fare, dovevo per forza affrontarlo.
-Si
puo’ sapere che vuoi?-
Ho
domandato a quel punto, voltandomi verso di lui inforcando i miei occhiali neri
da falso cieco per parere più serio.
-Ho
davvero… Davvero bisogno di te, Baker.-
Bisogno: necessità di procurarsi
qualcosa che manca.
Procurarsi, per l’appunto… Senza poi tanto tocco nel farlo.
Non dovremmo mai… Proprio
mai… Uscire
allo scoperto senza il nostro scudo ed accettare di condividere la nostra
esistenza con gli altri. Avrei dovuto imparare questo… Ma no, non imparo mai
nonostante la mia intelligenza tanto acclamata dai docenti.
Stando
seduto su quel castello, osservavo la luna e mi sentivo lacerato e nudo mentre
lei mi sorrideva.
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Ciao a tutti!!!!!
Okay, avvio un’altra originale ma vabbè….
Spero che chiunque voglia leggerla non impazzisca proprio al
primo capitolo, dato la struttura e una trama ancora non ben comprensibile!
Bensì, spero che vi piaccia appunto per il casino! XD
Il nostro caro protagonista Wiley è un po’ svitato,
povero! XD
Fatemi sapere, mi raccomando… ^^
XOXO
MIKY