Due bambini.Due storie che si intrecciano.Ordini gentili e nuvole che cantano.Una storia di piccoli gesti e grandi imprese.Una favola.Una tragedia.
Sigore e signori,silenzio in sala.Si apre il sipario.
Lo spettacolo sta per cominciare.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Una giornata piovosa. Un parco. Due bambini,un maschio e una femmina, corrono ridendo. Un tetto di alberi li sovrasta e lascia intravedere solo qualche frammento di cielo grigio. Ad un certo punto lui cade,inciampando in una radice troppo sporgente. Affonda nel fango,si sporca i pantaloni e la maglietta. Del sangue macchia la pelle nivea del ginocchio. Un’espressione contrariata appare sul visino affilato e particolare del ragazzino. Le sue labbra sottili si curvano lievemente all’ingiù. Gli occhi,contornati da ciglia nere e lunghe vanno a cercare frenetici la sua compagna di giochi.
Lei gli appare alle spalle,silenziosa e confusionaria al tempo stesso. Si avvicina al ginocchio di lui. Si abbassa velocemente,lasciando fluttuare per un attimo i suoi capelli biondi sul capo,che ricadono poi,quasi con violenza,sulle spalle esili. Anche lei ,ora, è nel fango,ma non per questo perde il sorriso bello e un po’enigmatico che ha disegnato sul volto.
<< Ti sei fatto male? >> Chiede con la sua vocina flebile e sicura.
Lui la guarda. Non può fare a meno di guardarla. Non risponde. Le sue sopracciglia nere vanno a corrucciare ancora di più la sua espressione.
<< Rispondimi >> Continua lei.
Lui osserva il movimento delle labbra della bambina. “Ris”. Qui rimangono socchiuse,un po’ allungate ai lati per poi aprirsi e sprofondare nel “pon”e allungarsi di nuovo,ma più lievemente, per pronunciare “di”,indugiano quindi sull’ultima sillaba per poi chiudersi definitivamente.”Mi”.
<< Cos’è,hai paura di perdere la voce? >> Ora si alza. Indispettita. Sembra quasi ferita dalle mute risposte del ragazzino.
Lui sorride,fa leva col palmo sul terreno infangato e si alza in piedi. E’ più alto di lei,di qualche centimetro,e più grande, forse.
La prende per mano e inizia a camminare,in silenzio. Ora anche il palmo di Lei è sporco,ma non sembra preoccuparsene.
Intorno a loro solo il lieve ticchettio della pioggia,le chiacchiere degli alberi col vento,il rumore attutito dei loro passi e un cane che abbaia in lontananza.
<< Sto pensando a una storia,piccola >> Dice lui con la sua bella voce flautata.
<< Io non sono piccola >>Replica lei, offesa.
Libera la sua mano dalla calda stretta del ragazzino e inizia a camminare più velocemente,portandosi più avanti di lui.
Ad un certo punto si ferma e si volta.