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Autore: maz    17/10/2010    1 recensioni
Dopo la battaglia tra il Bene e il Male tutto sembra essersi sistemato. Sarà davvero così?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona domenica a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo.

Finalmente ci addentriamo di più nella storia.

Non vi anticipo nulla lasciandovi direttamente alla lettura.

Ringrazio chi segue e chi preferisce questa storia e anche chi l’ha inserita tra le ricordate.

Mi dispiace però vedere che nessuno la recensisce.

Spero che questo capitolo vi piaccia e che continuerete a leggerla e commentarla.

Un bacio e buona lettura!

 

Awakening  from Darkness

 

Capitolo X – Presences

 

 

Isabella

 

“Una settimana dopo il matrimonio”

 

Un lampo cremisi, un tonfo sordo, piume bianche sporche di sangue svolazzano dappertutto cercando il posto in cui giacere per sempre, una voce straziata che sussurra al mio orecchio parole che non riesco a comprendere.

Sembra che si lamenti, che chieda aiuto. Non riesco a capire chi è. Mi implora di fare qualcosa.

Lo so, lo sento. Le sue parole hanno ancora un suono strano, non riesco a capire.

Grida si alzano nelle tenebre e non capisco più nulla.

Stringo le mie mani sulle mie orecchie. Sono assordanti e a tratti struggenti.

Riapro gli occhi e il silenzio mi abbraccia, mi consola.

 

La luna è alta nel cielo e le stelle brillano come fari. La notte è ancora in corso.

Porto una mano al mio petto. Non c’è nulla che batte, ma riesco a provare la sensazione di un cuore che pulsa per lo sgomento. Erano giorni ormai che succedeva la stessa cosa.

È come se sognassi. Sempre lo stesso incubo, sempre la stessa voce, sempre la stessa preghiera. Edward dorme sereno accanto me. Mi alzo e raggiungo il salotto.

 

Ogni notte, dopo questi strani sogni, mi ritrovo qui a riscrivere sul mio diario quello che vedo, quello che sento. Una volta riportato ciò che è accaduto poco fa rileggo tutto con attenzione.

Ci deve pur essere qualcosa che colleghi tutto e che mi faccia capire. Il sogno, se così lo si poteva chiamare, si ripeteva sempre allo stesso modo, ma ogni volta c’era qualcosa in più.

Prima il lampo, poi la voce, poi la richiesta di aiuto e adesso le piume.

Cosa stava accadendo? Stavo impazzendo? Perché non potevo avere un po’ di pace?

Speravo che tutto fosse finito e che finalmente le cose sarebbero andate meglio e invece l’orrore e il male non volevano lasciarmi andare. Perché se c’era una cosa che questi sogni mi urlavano a gran voce era che qualcosa di brutto stava per accadere. Di nuovo.

“Cosa stai facendo?” assorta nei miei pensieri non mi ero accorta della presenza di Edward.

“Niente.” Risposi. Nascosi il diario sotto uno dei cuscini poggiati sul divano e andai incontro a mio marito. Non volevo mentirgli, ma preferivo che non si preoccupasse. In fondo poteva trattarsi solo di uno scherzo della mia fantasia.

“Torna a dormire. È notte fonda.” Dissi prendendogli la mano.

“Vieni con me?”

“Si, vengo con te.” Mano nella mano tornammo a letto e mi rifugiai nel calore che Edward mi regalava, sperando che scacciasse via tutti i brutti pensieri.

 

Tutta la notte avevo rimuginato su ogni singolo particolare, ma nulla era venuto fuori. Avevo bisogno di altri indizi, di un altro sogno. E come se lo avessi davvero voluto di nuovo i miei sensi si intorpidirono, i miei occhi si velarono di bianco e mi ritrovai di nuovo in quel luogo sconosciuto.

Questa volta ero nel bel mezzo di una battaglia.

“Fratello perché lo hai fatto?” una voce urlava, ma non riuscivo ad associarla a nessun uomo presente, era come se fosse stata pronunciata direttamente nella mia testa.

“Nostro Padre non ha voluto sentire ragioni ed è per questo che ho deciso di disobbedire.” Un’altra voce tuonò nella mia mente.

Helel se solo avessi avuto fiducia nella tua famiglia ora non dovrei ucciderti.” Rispose la prima voce.

Mi-Kha'El anche il tuo sangue sarà versato.” La seconda voce rise e la battaglia ricominciò.

Mi svegliai dal torpore immediatamente, senza avere il tempo di poter vedere altro.

 

“Buongiorno amore.” Edward mi strinse tra le sue braccia posando un lieve bacio sulle mie labbra.

“Buongiorno a te. Vado a prepararti la colazione.” Dissi sciogliendo il suo abbraccio.

Ero tesa e non volevo che Edward si accorgesse che qualcosa non andava.

Preparai la colazione e l’odore del caffè si diffuse nell’aria.

Edward mi raggiunse dopo qualche minuto.

“Cosa farai oggi?” chiesi cercando di essere il più tranquilla possibile.

“Andrò con Em e Jazz in città prima di partire per il viaggio di nozze. Emmett mi ha detto che è pieno di laghi e torrenti e vorrei comprare qualche attrezzatura per la pesca. Ti va di venire con noi?” spiegò.

“No amore, rimarrò qui a sistemare gli ultimi bagagli. Non vorrei che Alice mettesse in valigia perfino le pareti di casa.” Risposi, scatenando in Edward una leggera risata.

In realtà avrei dovuto parlare con Carlisle di quello che stava accadendo e preferivo che Edward in quel momento non fosse con me.

Emmett e Jasper vennero a prendere Edward poco più di un’ora dopo e mi lasciarono finalmente sola. Feci una doccia subito dopo aver scritto sul mio diario l’ultimo sogno. Se volevo capire cosa stava accadendo era meglio che Carlisle sapesse tutto nei minimi dettagli.

 

Lievemente bussai alla porta dell’ufficio di Carlisle.

“Avanti.”

“Carlisle, posso disturbarti?” chiedo aprendo la porta.

“Bella tu non disturbi mai. Cosa c’è che non va?”

“Beh ecco, ho bisogno di parlarti di una cosa molto importante.”

“Certo accomodati pure. Dimmi di cosa si tratta.” Mi siedo sulla poltrona in pelle nera di fronte la sua scrivania e poggiai il diario sulla superficie in noce.

“Da un paio di notte faccio dei sogni strani. Alcuni sono come delle visioni, altri li percepisco come sensazioni, l’ultimo invece l’ho vissuto più come un ricordo. Un ricordo però che non era mio.” Spiegai aggiungendo anche le piccole conclusioni a cui ero giunta dopo aver riflettuto sull’ultima visione.

“Questi sogni Bella, cos’hanno di particolare?” chiese.

“All’inizio erano solo immagini, poi pian piano si sono arricchite di particolari. I primi erano sfocati e le voci parlavano in una lingua a me sconosciuta, successivamente si son fatti più nitidi fino a quando sono persino riuscita a comprendere tutto. Ecco, questo è il mio diario. Ogni sogno è riportato nei minimi dettagli, pensavo potesse esserti utile.”

Carlisle sfogliò il mio diario. Lui era l’unico che l’avesse mai letto. Da quando avevamo scoperto chi ero in realtà gli avevo permesso di poter leggere tutto quello che scrivevo riguardo ai miei poteri e a ciò che ero. In questo modo, grazie al suo aiuto, avrei saputo più cose di me e su ciò che ero in grado di fare. Carlisle in un certo senso mi studiava ed io ero ben felice di sapere fino a dove potevo a spingermi con i miei poteri.

“Hai fatto benissimo Bella. C’è una cosa che devo chiederti però, Edward lo sa?”

“Sei il primo con cui ne parlo e ti prego di mantenere il riserbo più assoluto su questa questione, perlomeno fino a quando non avremo capito di cosa si tratta.”

“Capisco e sono d’accordo con te.”

“Credi sia il caso di annullare il viaggio di nozze?”

“Non credo Bella. Avrò bisogno di tempo per leggere il tuo diario e sicuramente dovrò fare alcune ricerche, quindi puoi goderti il tuo viaggio di nozze. Me ne occuperò io adesso e quando tornerai decideremo sul da farsi.”

“Ti ringrazio Carlisle. Non sapevo davvero cosa fare.”

“Non devi ringraziarmi Bella. Sai benissimo che puoi contare su di me. Ora cerca di non pensarci e vivi tranquilla la tua vacanza.”

Salutai Carlisle promettendogli di avvertirlo immediatamente se ci fossero state altre visioni e mi dedicai ai preparativi per la partenza.

 

La porta di casa era socchiusa. Affinai i sensi pronta ad attaccare se un estraneo si fosse introdotto in casa mia, ma non appena avvertii l’odore familiare mi rilassai.

Alice aveva già iniziato a frugare tra i nostri vestiti.

“Alice si può sapere cosa stai combinando?” la camera da letto si era trasformata in un cimitero di abiti. Le valige erano aperte accanto alla porta ed Alice ci si avvicinava di tanto in tanto per lasciarci dentro qualcosa.

“Sto preparando i tuoi bagagli. Cosa credi stia facendo?”

“Lo vedo Alice, ma non credi che potevo farlo da sola?”

“No, non credo. Avresti messo in valigia solo i tuoi soliti jeans e le tue magliette sbrindellate. Hai bisogno di molto altro Bella.”

“Alice a cosa credi mi serviranno questi abiti da sera in mezzo al bosco?” chiesi sbirciando nella valigia.

“Quante storie, lascia fare a me.” Rispose e continuò a fare la spola tra la cabina armadio e le mie valige.

Le scarpe che Alice aveva tra le mani caddero producendo un rumore sordo sul pavimento.

“Alice cosa sta succedendo?” urlai avvicinandomi a lei. Stava avendo una visione e volevo che rendesse partecipe anche me di ciò che stava guardando.

“Bella, non sono sicura di cosa si tratta.” Disse confusa non appena ritornò in se.

“Dimmi cosa hai visto.” Ripetei.

“Ho visto una donna. Era bellissima ed aveva dei lunghi capelli bianchi. I suoi occhi, i suoi occhi mi fissavano con odio. Non ho visto altro.” Spiegò senza aggiungere altro.

Rimasi a pensare qualche minuto, ma non riuscivo a collegare nessuno alla descrizione di Alice.

“È la prima volta che la vedi?” chiesi.

“Si, ma non so perché sono sicura che la rivedrò ancora.” Rispose quasi terrorizzata da quell’evenienza.

Cercai di stringerla a me per consolarla. Non le dissi però che la sua paura era anche la mia, perché qualcosa mi diceva che le mie e le sue visioni erano collegate.

  
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