17.
Revisione.
Era
una domenica mattina del giorno più freddo che il mese di Novembre potesse
vantare, mentre uno strato di nebbia permanente volteggiava indisturbato sulle
colline che si scorgevano fuori dalla finestra della torre del Corvonero. I vetri
erano appena offuscati da un sottile strato di vapore, mentre l’interno della
stanza era caldo e confortevole. Il silenzio era spezzato unicamente dal canto
di uccellini lontani, rendendo l’atmosfera maledettamente irreale. Tutto era
piatto, spento, quando in realtà ci sarebbero state mille cose di cui
discutere, mille motivi per scendere il Sala grande a mischiarsi con il
chiacchierio insistente che caratterizzava quei giorni.
Ma
lei non gli dava importanza.
Era
chiusa nella sua stanza da sola, distesa comodamente sul letto rifatto, con la
divisa scolastica indosso e con tanto di mantello scuro allacciato. Lasciò
vagare il suo sguardo critico e annoiato sui mobili della stanza, sui tre letti
oltre al suo coperti da trapunte blu per poi soffermarsi sulle pareti colorate.
Sbuffò senza nemmeno accorgersene, mentre con una mano si scostava un ciuffo
corvino di capelli ribelli dalla fronte.
Quella
domenica mattina Areal era annoiata a morte, niente le andava a genio, le manca
la voglia di alzarsi dal letto e usufruire a pieno di quel giorno privo di
lezioni. Aveva troppe cose per la testa, troppi pensieri da mettere in ordine
ed emozioni da analizzare.
Non
aveva mai avuto problemi scolastici, o di relazione con i suoi compagni di
corso, eppure qualcosa la turbava da tutto l’anno. Era dal primo giorno di
scuola che si sentiva soffocare ogni qualvolta nella sua mente si riaffacciava
un determinato volto. Soprattutto, le era sembrato di essere finita in gabbia
riscoprendosi incapace di porre rimedio a quella situazione di stallo che si
era creata fra le e il più odiato delle serpi. Draco Malfoy.
Si
sforzava di non pensarci, perché a conti fatti di quello che faceva il biondo
nella sua vita privata a lei non doveva importare, tuttavia questa nuova vita
privata di Draco lo aveva condotto anni luce lontano da lei.
Non
erano amici? Lui non l’aveva protetta quella notte alla coppa del mondo di
Quidditch? Allora perché sembrava essersi totalmente dimenticato di lei dal
primo giorno di scuola? Più passava il tempo e più in Areal cresceva il dubbio
che Draco Malfoy le stesse nascondendo qualcosa, che tutto quel suo strano
comportamento e quel suo improvviso distacco da lei fosse dovuto a qualcosa di
ben preciso. Peccato che, un sabato, Areal avesse visto tutti i suoi dubbi
disfarsi al vento privi di fondamenta. Aveva visto Draco Malfoy e Pancy Parkinson baciarsi animatamente in cortile mentre lei
passava sotto i portici per recarsi nella Sala grande.
Nessuno
dei due l’aveva vista, quindi non lo avevano fatto di proposito ma solo perché
evidentemente avevano voluto farlo.
Areal
era stata costretta ad ammettere che Draco si era dimenticato di lei solo
perché aveva trovato una nuova amichette, che con evidenza, gli dava molto di
più che una semplice amicizia. Draco aveva trovato un passatempo migliore che
stare a duellare o chiacchierare con lei, e soprattutto aveva trovato una
sostituta migliore di lei.
Una
Serpeverde, proprio come lui.
Areal
non era gelosa, come diceva Canni, era solo arrabbiata per essere stata gettata
via così, come un fazzoletto che dopo l’uso non va più bene. Draco l’aveva
aiutata a Hogsmead, l’aveva presa per mano dopo aver
chiacchierato ai Tre manici di scopa. Con Draco aveva trascorso molto tempo,
fra chiacchiere e duelli improvvisati per dimostrarsi reciprocamente chi era il
migliore, fra discussioni complesse e frecciatine nascoste. A Draco aveva
raccontato una parte della sua vita che non era mai riuscita a dire neppure
alle sue migliori amiche.
Possibile
che quel Draco che l’aveva condotta al sicuro durante l’ultimo assalto dei
Mangiamorte, si fosse totalmente dimentico di lei preferendo la compagnia di
quella Pancy?
Ecco
cosa le faceva rabbia: l’essere stata messa al secondo posto.
Le
faceva rabbia sentirsi spazzata via in questo modo. E da chi poi? Da quella Parkinson?
Con Areal, Draco era una persona abbastanza piacevole, ma Pancy
lo aveva inevitabilmente ricondotto su quella che era la strada iniziale del
ragazzo, ovvero fra slealtà, dispetti ai più deboli, manie di grandezza che
caratterizzavano tutti i Serpeverde. Pancy forse lo
aveva rimesso al suo posto, ma ad Areal non era piaciuto per niente rivedere
Draco nella cerchia di Serpeverde a creare scompiglio dentro Hogwarts fra
minacce, insulti e dispetti a chi -secondo quelli come lui- non era degno di
rispetto o, ancora peggio, di essere considerato mago.
Areal
si concesse un altro sonoro sospiro mentre si rigirava su di un fianco per
osservare distrattamente il paesaggio oltre la finestra, mentre si convinceva
del fatto che lei e Draco Malfoy non erano mai stati amici. Erano troppo
diversi, di mondo opposti, e su mondi opposti dovevano rimanere. Forse era
meglio così, d'altronde Areal non aveva mai sopportato certi atteggiamenti di
Draco, o le sue idee, o le persone che frequentava che in realtà erano
identiche a lui.
La
ragazza scosse con forza il capo e si mise a sedere sul letto, con meno voglia
di alzarsi di quanto ne avesse quando si era svegliata un’ora prima.
Mentre
scendeva in Sala grande sentiva il chiacchierio dei ragazzi che le passavano
accanto, e su alcuni notò anche una stramba spilla contro Potter.
Il
Calice di fuoco aveva fatto i tre nomi dei tre maghi che avrebbero partecipato
al prestigioso torneo. Per Beauxbatons era stata scelta Fleur
Delacour, per Durmstrang ovviamente il chiacchieratissimo
Viktor Krum e per Hogwarts Cedric
Diggory. Ma ovviamente su questi tre
rispettabilissimi studenti nessuno aveva nulla da ridere, ma sul quarto nome
che il Calice di fuoco aveva inspiegabilmente fatto, bé,
c’erano parecchie cose da ridere. Tanto per cominciare non era mai successo che
il Calice di Fuoco facesse quattro nomi, secondo punto: il quarto nome era
quello del Bambino-Che-È-Sopravvisuto, e terzo:
Potter non aveva per niente diciassette anni.
Che
Potter avesse inserito di nascosto con qualche stratagemma il suo nome nel Calice
non era sicuro, ma ovviamente tutti lo avevano già apostrofato come un infame
bugiardo che aveva violato il divieto. Areal tuttavia non reputava Potter tanto
spostato da fare una cosa del genere, né tanto in gamba da superare la barriera
dell’età che Silente aveva piazzato attorno al Calice. E poi, perché come
quarto nome? Perché non prenderlo al posto di Cedric
per rappresentare Hogwarts? Ad Areal la faccenda sapeva di mistero oscuro, e
non le andava di schierarsi dalla parte di nessuno, tanto meno contro Potter
che sembrava avercene capito ancor meno di lei in tutta quella storia.
Quando
arrivò in Sala grande per la colazione, la trovò discretamente piena,
ovviamente di domenica mattina l’orario per la colazione era più indefinito del
solito. Areal sedette al fianco di Canni, salutando Jude ed Erick che erano lì
vicino.
“:Ormai
non manca molto per la prima prova del Torneo. Davvero mi chiedo che faranno:”
Esclamò Jude, mentre Areal si serviva la colazione.
“:Secondo
me hanno preparato qualcosa di spettacolare, almeno per l’ultima prova. Non
deluderanno nessuno. Spero solo che non ci scappi il morto:” Aveva continuato
Erick, riprendendo a mangiare.
Mentre
Jude ed Erick continuavano a discutere, Canni si avvicinò all’orecchio di Areal
per sussurrarle: “:Qualcuno sta fissando qualcuno!...:”
Areal
deglutì a forza e, posando le posate, si sforzò di non imprecare. “:Canni ma
che razza di frase in codice è?:”.
Canni
alzò gli occhi al cielo e riprovò. “:Qualcuno ti sta fissando…:”
“:Perché
non mi dici direttamente chi è?:” propose Areal quasi esasperata.
“:Perché
non ti volti e lo scopri da sola?:”
“:Sei
pazza? Non voglio che questa persona veda che anch’io mi metto a fissarla!:”
Canni
sbuffò sonoramente “:Draco Malfoy ti sta fissando!:”
Areal
si sentì soffocare con il pezzo di pane tostato che stava mangiando. Mentre
tutto il suo corpo si era come congelato, si sforzò di sbirciare con la coda
dell’occhio il tavolo dei Serpeverde dietro il loro, usando i suoi capelli come
scudo, ma in quel modo vedeva ben poco.
“:Con
chi è?:” chiese a Canni, che con falsa noncuranza lanciò un’occhiata al
Serpeverde.
“:Con
dei suoi amici. Niente Parkinson in vista!:” Ironizzò Canni.
Areal
avrebbe voluto strozzare qualcuno e nemmeno lei sapeva perché.
“:Informazione
gratuita: Malfoy continua di tanto in tanto a fissarti, anche se fa finta di
niente:” Esclamò ancora Canni, provocando l’ennesimo sussulto di Areal.
In
una manciata di secondi in Areal balenarono i più profondi dubbi e sentimenti
contrastanti. Doveva essere felice che Draco Malfoy avesse ripreso a notarla?
Ma non era sospetto il fatto che fosse tornato a preoccuparsi di lei ora che si
era “stranamente” allontanato dalla Parkinson? E oltretutto, proprio quella
mattina, Areal si era detta che l’amicizia con Malfoy era inutile e senza
senso.
“:Emm… Areal?:” fece Canni dubbiosa, sempre chinata su di lei
“:Ecco… Draco mi fa segno di chiamarti. Credo che voglia che tu ti giri verso
di lui…:”.
Areal
rimase per almeno due secondi in apnea.
Con
estrema lentezza, e rigida come un tronco di legno, si voltò verso il tavolo
dei Serpeverde, dove Draco Malfoy la stava fissando tenendo gli occhi
ghiacciati fissi su di lei senza battere le palpebre e con il volto privo di
emozioni.
Quando
i due si scambiarono reciprocamente un sguardo, Draco, attento a non farsi
vedere dai suoi compagni, le fece segno con la testa, indicando il cortile
fuori. Pochi minuti dopo, visto che lei era rimasta imbambolata, Draco ghignò
di sottecchi e si alzò, uscendo fuori per primo senza più guardare nessuno.
“:Ma
come siamo carini…:” canticchiò Canni.
Areal
fissò il punto dal quale il biondo era uscito senza sapere cosa fare.
Tre
minuti dopo Areal era fuori in cortile, a camminare verso la schiena di Malfoy,
che si era scelto un angolo lontano da sguardi troppo indiscreti.
Quando
lo raggiunse lui si voltò, teneva le mani in tasca, e non indossava il
mantello.
“:Ce
ne hai messo di tempo!:” commentò lui.
Areal
incrociò le braccia al petto “:Certo che hai una bella faccia tosta!:”
Il
biondo esibì il ghignò più divertito che conosceva “:E perché?:”
Areal
si finse scioccata “:Mi prendi in giro?:”
Draco
fece spallucce, e incrociando anch’egli le braccia al petto, si appoggiò al
muretto dietro di lui, senza mostrare altro che il suo sorrisino divertito.
“:Allora
Foreberth, come stai?:”
Areal
non avrebbe tollerato tutta quella presa in giro ancora per molto “:Ma guarda,
finalmente ti sei ricordato che esisto!:”
Draco
la fissò serio negli occhi, senza dire nulla poi, soffocando una risatina
annoiata, disse “:Diciamo che ho avuto altro per la testa. E poi, insomma, noi
non siamo proprio fatti per stare insieme. Troppo diversi. Dillo che molte
volte fatichi a sopportare certe cose di me…:” e la fissò dritto negli occhi,
senza batter ciglio.
Areal
deglutì.
Draco
le aveva letto nel pensiero? Riflettendo trovò assurdo che anche il biondo
avesse pensato quelle cose, e se ne chiese il motivo.
“:Che
senso ha quello che dici? Sì, siamo diversi e probabilmente incompatibili.
Quindi hai pensato di farti la tua vita per un po’, fin quando non hai capito
la cavolata assurda che stavi facendo?:”
“:Diciamo
che la mia non è stata una grande idea. Fra noi due, la cervellona sei tu…:”
ironizzò, mentre Areal alzava gli occhi al cielo, esasperata.
“:E
dimmi un po’, hai sentito la mia mancanza solo quando la Parkinson ti ha
voltato le spalle? A proposito, dov’è adesso? Ti ha mollato?:”
“:L’ho
scaricata io, veramente. Mi aveva rotto:” rimase in silenziò per un secondo,
guardava Areal che gli restituiva solo un’occhiata torva “:E alla fine sono
tornato dall’unica persona incapace di stancarmi…:” ed esibì il più bastardo,
insolente e affascinante dei suoi sorrisi.
Areal
rimase di ghiaccio, ma poi sbuffò. “:Lo sai che le parole non bastano, vero?:”
“:Sì:”
ghignò il biondo “:Tuttavia ho già un modo per farmi perdonare…:”.
“:Cosa?
Quale sarebbe?:”
“:Se
te lo dico non mi credi, e poi non si può spiegare. Va visto. Ci vediamo alle
cinque in punto. Tu sai dove:” E si avvicinò a lei per superarla, non prima di
averle scompigliato i capelli con una mano, facendola infuriare.
Continua…
Grazie
a JuliaSnape
e a IoSonoLegenda
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