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Autore: Kaimy_11    17/10/2010    2 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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17

 

17. Revisione.

 

 

 

 

Era una domenica mattina del giorno più freddo che il mese di Novembre potesse vantare, mentre uno strato di nebbia permanente volteggiava indisturbato sulle colline che si scorgevano fuori dalla finestra della torre del Corvonero. I vetri erano appena offuscati da un sottile strato di vapore, mentre l’interno della stanza era caldo e confortevole. Il silenzio era spezzato unicamente dal canto di uccellini lontani, rendendo l’atmosfera maledettamente irreale. Tutto era piatto, spento, quando in realtà ci sarebbero state mille cose di cui discutere, mille motivi per scendere il Sala grande a mischiarsi con il chiacchierio insistente che caratterizzava quei giorni.

Ma lei non gli dava importanza.

Era chiusa nella sua stanza da sola, distesa comodamente sul letto rifatto, con la divisa scolastica indosso e con tanto di mantello scuro allacciato. Lasciò vagare il suo sguardo critico e annoiato sui mobili della stanza, sui tre letti oltre al suo coperti da trapunte blu per poi soffermarsi sulle pareti colorate. Sbuffò senza nemmeno accorgersene, mentre con una mano si scostava un ciuffo corvino di capelli ribelli dalla fronte.

Quella domenica mattina Areal era annoiata a morte, niente le andava a genio, le manca la voglia di alzarsi dal letto e usufruire a pieno di quel giorno privo di lezioni. Aveva troppe cose per la testa, troppi pensieri da mettere in ordine ed emozioni da analizzare.

Non aveva mai avuto problemi scolastici, o di relazione con i suoi compagni di corso, eppure qualcosa la turbava da tutto l’anno. Era dal primo giorno di scuola che si sentiva soffocare ogni qualvolta nella sua mente si riaffacciava un determinato volto. Soprattutto, le era sembrato di essere finita in gabbia riscoprendosi incapace di porre rimedio a quella situazione di stallo che si era creata fra le e il più odiato delle serpi. Draco Malfoy.

Si sforzava di non pensarci, perché a conti fatti di quello che faceva il biondo nella sua vita privata a lei non doveva importare, tuttavia questa nuova vita privata di Draco lo aveva condotto anni luce lontano da lei.

Non erano amici? Lui non l’aveva protetta quella notte alla coppa del mondo di Quidditch? Allora perché sembrava essersi totalmente dimenticato di lei dal primo giorno di scuola? Più passava il tempo e più in Areal cresceva il dubbio che Draco Malfoy le stesse nascondendo qualcosa, che tutto quel suo strano comportamento e quel suo improvviso distacco da lei fosse dovuto a qualcosa di ben preciso. Peccato che, un sabato, Areal avesse visto tutti i suoi dubbi disfarsi al vento privi di fondamenta. Aveva visto Draco Malfoy e Pancy Parkinson baciarsi animatamente in cortile mentre lei passava sotto i portici per recarsi nella Sala grande.

Nessuno dei due l’aveva vista, quindi non lo avevano fatto di proposito ma solo perché evidentemente avevano voluto farlo.

Areal era stata costretta ad ammettere che Draco si era dimenticato di lei solo perché aveva trovato una nuova amichette, che con evidenza, gli dava molto di più che una semplice amicizia. Draco aveva trovato un passatempo migliore che stare a duellare o chiacchierare con lei, e soprattutto aveva trovato una sostituta migliore di lei.

Una Serpeverde, proprio come lui.

Areal non era gelosa, come diceva Canni, era solo arrabbiata per essere stata gettata via così, come un fazzoletto che dopo l’uso non va più bene. Draco l’aveva aiutata a Hogsmead, l’aveva presa per mano dopo aver chiacchierato ai Tre manici di scopa. Con Draco aveva trascorso molto tempo, fra chiacchiere e duelli improvvisati per dimostrarsi reciprocamente chi era il migliore, fra discussioni complesse e frecciatine nascoste. A Draco aveva raccontato una parte della sua vita che non era mai riuscita a dire neppure alle sue migliori amiche.

Possibile che quel Draco che l’aveva condotta al sicuro durante l’ultimo assalto dei Mangiamorte, si fosse totalmente dimentico di lei preferendo la compagnia di quella Pancy?

Ecco cosa le faceva rabbia: l’essere stata messa al secondo posto.

Le faceva rabbia sentirsi spazzata via in questo modo. E da chi poi? Da quella Parkinson? Con Areal, Draco era una persona abbastanza piacevole, ma Pancy lo aveva inevitabilmente ricondotto su quella che era la strada iniziale del ragazzo, ovvero fra slealtà, dispetti ai più deboli, manie di grandezza che caratterizzavano tutti i Serpeverde. Pancy forse lo aveva rimesso al suo posto, ma ad Areal non era piaciuto per niente rivedere Draco nella cerchia di Serpeverde a creare scompiglio dentro Hogwarts fra minacce, insulti e dispetti a chi -secondo quelli come lui- non era degno di rispetto o, ancora peggio, di essere considerato mago.

Areal si concesse un altro sonoro sospiro mentre si rigirava su di un fianco per osservare distrattamente il paesaggio oltre la finestra, mentre si convinceva del fatto che lei e Draco Malfoy non erano mai stati amici. Erano troppo diversi, di mondo opposti, e su mondi opposti dovevano rimanere. Forse era meglio così, d'altronde Areal non aveva mai sopportato certi atteggiamenti di Draco, o le sue idee, o le persone che frequentava che in realtà erano identiche a lui.

La ragazza scosse con forza il capo e si mise a sedere sul letto, con meno voglia di alzarsi di quanto ne avesse quando si era svegliata un’ora prima.

Mentre scendeva in Sala grande sentiva il chiacchierio dei ragazzi che le passavano accanto, e su alcuni notò anche una stramba spilla contro Potter.

Il Calice di fuoco aveva fatto i tre nomi dei tre maghi che avrebbero partecipato al prestigioso torneo. Per Beauxbatons era stata scelta Fleur Delacour, per Durmstrang ovviamente il chiacchieratissimo Viktor Krum e per Hogwarts Cedric Diggory. Ma ovviamente su questi tre rispettabilissimi studenti nessuno aveva nulla da ridere, ma sul quarto nome che il Calice di fuoco aveva inspiegabilmente fatto, , c’erano parecchie cose da ridere. Tanto per cominciare non era mai successo che il Calice di Fuoco facesse quattro nomi, secondo punto: il quarto nome era quello del Bambino-Che-È-Sopravvisuto, e terzo: Potter non aveva per niente diciassette anni.

Che Potter avesse inserito di nascosto con qualche stratagemma il suo nome nel Calice non era sicuro, ma ovviamente tutti lo avevano già apostrofato come un infame bugiardo che aveva violato il divieto. Areal tuttavia non reputava Potter tanto spostato da fare una cosa del genere, né tanto in gamba da superare la barriera dell’età che Silente aveva piazzato attorno al Calice. E poi, perché come quarto nome? Perché non prenderlo al posto di Cedric per rappresentare Hogwarts? Ad Areal la faccenda sapeva di mistero oscuro, e non le andava di schierarsi dalla parte di nessuno, tanto meno contro Potter che sembrava avercene capito ancor meno di lei in tutta quella storia.

Quando arrivò in Sala grande per la colazione, la trovò discretamente piena, ovviamente di domenica mattina l’orario per la colazione era più indefinito del solito. Areal sedette al fianco di Canni, salutando Jude ed Erick che erano lì vicino.

“:Ormai non manca molto per la prima prova del Torneo. Davvero mi chiedo che faranno:” Esclamò Jude, mentre Areal si serviva la colazione.

“:Secondo me hanno preparato qualcosa di spettacolare, almeno per l’ultima prova. Non deluderanno nessuno. Spero solo che non ci scappi il morto:” Aveva continuato Erick, riprendendo a mangiare.

Mentre Jude ed Erick continuavano a discutere, Canni si avvicinò all’orecchio di Areal per sussurrarle: “:Qualcuno sta fissando qualcuno!...:”

Areal deglutì a forza e, posando le posate, si sforzò di non imprecare. “:Canni ma che razza di frase in codice è?:”.

Canni alzò gli occhi al cielo e riprovò. “:Qualcuno ti sta fissando…:”

“:Perché non mi dici direttamente chi è?:” propose Areal quasi esasperata.

“:Perché non ti volti e lo scopri da sola?:”

“:Sei pazza? Non voglio che questa persona veda che anch’io mi metto a fissarla!:”

Canni sbuffò sonoramente “:Draco Malfoy ti sta fissando!:”

Areal si sentì soffocare con il pezzo di pane tostato che stava mangiando. Mentre tutto il suo corpo si era come congelato, si sforzò di sbirciare con la coda dell’occhio il tavolo dei Serpeverde dietro il loro, usando i suoi capelli come scudo, ma in quel modo vedeva ben poco.

“:Con chi è?:” chiese a Canni, che con falsa noncuranza lanciò un’occhiata al Serpeverde.

“:Con dei suoi amici. Niente Parkinson in vista!:” Ironizzò Canni.

Areal avrebbe voluto strozzare qualcuno e nemmeno lei sapeva perché.

“:Informazione gratuita: Malfoy continua di tanto in tanto a fissarti, anche se fa finta di niente:” Esclamò ancora Canni, provocando l’ennesimo sussulto di Areal.

In una manciata di secondi in Areal balenarono i più profondi dubbi e sentimenti contrastanti. Doveva essere felice che Draco Malfoy avesse ripreso a notarla? Ma non era sospetto il fatto che fosse tornato a preoccuparsi di lei ora che si era “stranamente” allontanato dalla Parkinson? E oltretutto, proprio quella mattina, Areal si era detta che l’amicizia con Malfoy era inutile e senza senso.

“:Emm… Areal?:” fece Canni dubbiosa, sempre chinata su di lei “:Ecco… Draco mi fa segno di chiamarti. Credo che voglia che tu ti giri verso di lui…:”.

Areal rimase per almeno due secondi in apnea.

Con estrema lentezza, e rigida come un tronco di legno, si voltò verso il tavolo dei Serpeverde, dove Draco Malfoy la stava fissando tenendo gli occhi ghiacciati fissi su di lei senza battere le palpebre e con il volto privo di emozioni.

Quando i due si scambiarono reciprocamente un sguardo, Draco, attento a non farsi vedere dai suoi compagni, le fece segno con la testa, indicando il cortile fuori. Pochi minuti dopo, visto che lei era rimasta imbambolata, Draco ghignò di sottecchi e si alzò, uscendo fuori per primo senza più guardare nessuno.

“:Ma come siamo carini…:” canticchiò Canni.

Areal fissò il punto dal quale il biondo era uscito senza sapere cosa fare.

 

Tre minuti dopo Areal era fuori in cortile, a camminare verso la schiena di Malfoy, che si era scelto un angolo lontano da sguardi troppo indiscreti.

Quando lo raggiunse lui si voltò, teneva le mani in tasca, e non indossava il mantello. 

“:Ce ne hai messo di tempo!:” commentò lui.

Areal incrociò le braccia al petto “:Certo che hai una bella faccia tosta!:”

Il biondo esibì il ghignò più divertito che conosceva “:E perché?:”

Areal si finse scioccata “:Mi prendi in giro?:”

Draco fece spallucce, e incrociando anch’egli le braccia al petto, si appoggiò al muretto dietro di lui, senza mostrare altro che il suo sorrisino divertito.

“:Allora Foreberth, come stai?:”

Areal non avrebbe tollerato tutta quella presa in giro ancora per molto “:Ma guarda, finalmente ti sei ricordato che esisto!:”

Draco la fissò serio negli occhi, senza dire nulla poi, soffocando una risatina annoiata, disse “:Diciamo che ho avuto altro per la testa. E poi, insomma, noi non siamo proprio fatti per stare insieme. Troppo diversi. Dillo che molte volte fatichi a sopportare certe cose di me…:” e la fissò dritto negli occhi, senza batter ciglio.

Areal deglutì.

Draco le aveva letto nel pensiero? Riflettendo trovò assurdo che anche il biondo avesse pensato quelle cose, e se ne chiese il motivo.

“:Che senso ha quello che dici? Sì, siamo diversi e probabilmente incompatibili. Quindi hai pensato di farti la tua vita per un po’, fin quando non hai capito la cavolata assurda che stavi facendo?:”

“:Diciamo che la mia non è stata una grande idea. Fra noi due, la cervellona sei tu…:” ironizzò, mentre Areal alzava gli occhi al cielo, esasperata.

“:E dimmi un po’, hai sentito la mia mancanza solo quando la Parkinson ti ha voltato le spalle? A proposito, dov’è adesso? Ti ha mollato?:”

“:L’ho scaricata io, veramente. Mi aveva rotto:” rimase in silenziò per un secondo, guardava Areal che gli restituiva solo un’occhiata torva “:E alla fine sono tornato dall’unica persona incapace di stancarmi…:” ed esibì il più bastardo, insolente e affascinante dei suoi sorrisi.

Areal rimase di ghiaccio, ma poi sbuffò. “:Lo sai che le parole non bastano, vero?:”

“:Sì:” ghignò il biondo “:Tuttavia ho già un modo per farmi perdonare…:”.

“:Cosa? Quale sarebbe?:”

“:Se te lo dico non mi credi, e poi non si può spiegare. Va visto. Ci vediamo alle cinque in punto. Tu sai dove:” E si avvicinò a lei per superarla, non prima di averle scompigliato i capelli con una mano, facendola infuriare.

   

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Grazie a JuliaSnape e a IoSonoLegenda  ^///^

 

 

 

   
 
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