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Autore: deaselene    20/10/2010    4 recensioni
Il 1° settembre 1993, Harry e i suoi amici sono in attesa di salire sull'espresso per Hogwarts, in procinto di iniziare il terzo anno. Ed è proprio in questa occasione, che conosce una nuova studentessa. Frequenterà anche lei il terzo anno e come Harry, ha un conto in sospeso con Sirius Black.
So che tutte voi vi spaventate quando leggete "nuovo personaggio", ma vi prometto che farò di tutto per non farla diventare una Mary Sue.
Inoltre, a tutte quelle che si aspettano, che Draco ed Hermione si saltino addosso fin dalle prime pagine, vi avviso subito che resterete deluse. Hanno 13 anni!!!
Spero che la trama vi piaccia e che mi lasciate qualche commentino, giusto per sapere cosa ne pensate! ^_^
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro, personaggio, Famiglia, Black, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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- Spiegazioni -

 

 

 

 

 

 

Gli occhi neri di Severus Piton, professore di pozioni e capo della casa di Serpeverde, seguirono sorpresi la figura di Lyra Rossini che usciva dalla sala, subito seguita dal suo figlioccio, Draco Malfoy.

Quando le due figure scomparvero oltre il pesante portone, la sua espressione, tornò ad essere imperscrutabile.

Quando l’aveva vista, aveva provato un sussulto al cuore, simile a quello che aveva provato quando aveva scorto gli occhi verde smeraldo della sua amata Lily Evans, nel volto dell’odioso Harry Potter, due anni prima.

Gli era bastato osservare la ragazzina per pochi minuti, per rendersi conto che la sua prima impressione era esatta. Lyra Rossini, in realtà era Vega Black.

Abbassò il capo unticcio, guardando assorto il roast beef che aveva nel piatto.

La ricordava da bambina, quando lui si recava a Château Lacroix per far visita a Regulus.

Non era molto diversa da ora, per lo meno nell’aspetto fisico. In merito al carattere, invece… sembrava un’altra persona.

Lui ricordava un bambina allegra, vivace, sempre pronta al sorriso. La ragazzina che si era ritrovato ad osservare, invece era triste, arrabbiata, sarcastica.

Chissà come ha fatto a sopravvivere all’omicidio dei suoi genitori?!, pensò Piton, infilzando un pezzo di carne, per portarselo alla bocca.

Decise che per il momento si sarebbe limitato a tenerla d’occhio. Non poteva permettersi di lasciarsi sfuggire che lui era una spia dell’Ordine, come lo era stato Regulus Black.

 

 

Vega batté impaziente un piede a terra.

Ma quanto ci mette ad arrivare Draco?, pensò stizzita la ragazzina.

Finalmente il portone si aprì e l’algida ed elegante figura del cugino, uscì spavalda.

Gli si parò davanti, con le mani sui fianchi.

-Finalmente!-

Esclamò scocciata.

-Ma si può sapere perché ci mettevi tanto?-

-Blaise-

Mentì. Ci mancava solo che le dicesse che era per via della mezzosangue… già se la immaginava con quel sorrisetto malizioso e saputello… chissà quell’idea bislacca da dove le era uscita?!

Vega fece una smorfia, quando lo sentì nominare l’amico.

-Quel tipo non mi piace-

Draco inarcò un sopracciglio, perplesso, iniziando a camminare verso i sotterranei. Lei lo seguì subito.

-Davvero non ti piace Blaise?-

Fece il cugino, incredulo. Lei annuì. Era tanto difficile da credere?

Blaise Zabini non le piaceva. La faceva sentire strana. Strana come mai lo era stata nella sua giovane vita.

Quella stranezza aveva a che fare con gli stessi sintomi che aveva dopo una corsa, o dopo che aveva giocato a calcio con i fratelli: cuore che batteva, viso rosso e respiro affrettato.

Draco si strinse nelle spalle.

-Strano. Di solito Blaise piace a tutte le ragazze-

-Io non sono “tutte le ragazze”-

Precisò offesa.

Il ragazzo le passò un braccio sulle spalle, dandole un colpetto come per rassicurarla.

-Oh credimi, cuginetta… lo so-

Vega sogghignò maliziosa, prima di liberarsi dalla sua presa.

-Abbiamo tantissime cose di cui parlare-

Le ricordò Draco.

-Lo so. Aspettiamo di arrivare nei dormitori-

Si ritrovarono davanti al dipinto che nascondeva l’entrata a Serpeverde:

-Mors tua, vita mea-

La prima cosa di cui si rese conto la ragazzina, una volta all’interno, era che i sotterranei erano molto freddi.

Ma quello per lei non era un problema. Amava il freddo, la rinvigoriva.

La luce verdastra che emanava dalle lampade, dava un aspetto sofisticato alla sala comune. E per mitigare il freddo, c’era un enorme camino di marmo accesso che scoppiettava, decorato con teschi e statuette.

Inoltre, Vega trovava che la luce che filtrava attraverso le acque del Lago Nero, donasse alla Sala Comune un ché di affascinante e misterioso.

L’unica pecca era che da lì non poteva vedere il cielo, con la sua luna e le sue meravigliose stelle.

Non sapeva ancora spiegarsi il perché, ma guardare il cielo terso, di sera, l’aveva sempre fatta sentire bene, quasi come se fosse più vicina ai suoi genitori.

Riscuotendosi da quelle elucubrazioni mentali, osservò il lusso e il buon gusto con cui era arredata la stanza. Divanetti di damasco, velluto e pelle di colore nero e verde scuro, tavolini in mogano e pregiate sedie dello stesso materiale e tappeti verde e argento. Una parete della stanza era occupata dalle fotografie delle classi di Serpeverde degli anni passati.

Fu una foto in particolare ad attrarre la sua attenzione. Quella che ritraeva suo padre.

Nella foto in movimento, un giovanissimo Regulus stava imbronciato e imbarazzato fra una ragazza e un ragazzo.

Spostando lo sguardo sulla targhetta, lesse:

-Rachel Queen*, Regulus Black, Bartemious Crouch Jr. Classe 1978-

Draco le si avvicinò silenziosamente da dietro e le mise una mano sulla spalla in un gesto di conforto.

Vega accarezzò con il polpastrello il volto corrucciato del padre e stirò le labbra in un mesto sorriso.

-Avrò la testa di chi li ha uccisi, fosse anche l’ultima cosa che faccio-

Draco non commentò su quell’uscita e mettendole una mano sul gomito, la esortò.

-Vieni, sediamoci davanti al camino-

Con un ultimo sguardo alla foto, Vega seguì il cugino sul divano di pelle a tre posti, davanti al camino acceso.

La ragazzina si sedette con grazia e piegando lievemente la testa da un lato, sospirò.

-Avanti, inizia pure a tempestarmi di domande-

Lui annuì.

-Beh, ne ho così tante che non so nemmeno da dove iniziare… vediamo…-

Rifletté per un lungo minuto, poi esordì.

-Ah sì… perché accidenti non ci hai avvertito che eri viva? Hai preferito vivere con dei sudici babbani, piuttosto che con la tua famiglia?-

Lei lo guardò senza scomporsi. Sospettava che quella sarebbe stata la prima domanda.

-Prima di morire, papà mi disse che se fosse successo qualcosa a lui e alla mamma, avrei dovuto restare nel mondo babbano e non tornare nel mondo magico-

-Perché mai?-

Le chiese il cugino confuso. D’altronde zio Regulus e zia Venus si erano sempre fidati a lasciare Vega a Malfoy Manor, sicuri che suo padre e sua madre, trattassero la bambina come una loro figlia.

Vega scrollò le spalle:

-Questo non lo so. So solo, che quando papà e mamma sono stati uccisi, io gli ho obbedito. Sono scappata nel mondo babbano e ho incontrato Roberto Rossini, un ex-mago discendente da una famiglia purosangue. Lui mi ha preso con sé e da allora mi ha trattato come se fossi sua figlia a tutti gli effetti-

Rispose, poi la ragazzina indurì lo sguardo.

-E a questo proposito, Draco. Non ti permettere mai più di offendere i miei fratelli. Io… beh…-

Arrossì lievemente e abbassò la testa.

Lei voleva bene ai suoi fratelli e a Roberto, ma ammetterlo la spaventava un po’. Era come se avesse un punto debole e non lo sopportava, ma più di tutto temeva che dicendo ad alta voce che li amava, loro potessero fare la stessa fine che avevano fatto i suoi genitori. E non avrebbe potuto sopportare anche quello.

-Io… sono la mia famiglia e non voglio che tu li offenda-

Poi sospirò mesta, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare contro lo schienale morbido della poltrona.

-Sai, i primi tempi è stata davvero dura per me-

Disse riferendosi alla vita con i babbani.

-Mi faceva schifo tutto. Non riuscivo quasi a mangiare e non tolleravo che Chris e Tony potessero anche solo sfiorarmi. Per Carla, poi…-

Vedendo lo sguardo incerto di Draco, si affrettò a spiegare.

-La moglie babbana di Roberto. Beh a lei non sono mai piaciuta. Dice che le streghe sono malvagie e crede che di sera non abbiamo niente di meglio da fare, che montare in sella alle nostre scope con un gatto rigorosamente nero e andare a rapire i bambini per farne succulenti manicaretti-

Draco strinse le labbra per non ridere sentendo quella descrizione.

Allora era vero che i babbani erano tutti matti.

-E non è finita qui-

Riprese lei, sorridendo alla faccia del cugino.

-Non solo ci mangiamo bimbi babbani, ma sempre di sera a mezzanotte, perché secondo lei quella è l’ora delle streghe,  noi usciamo a danzare nude nei boschi, insieme al maligno-

-Che sciocchezza… e chi sarebbe questo maligno?-

-Uno con delle corna sulla fronte, vestito come un vampiro e con un forcone in mano… ah e la coda a punta. Lei lo chiama Satana-

Draco scrollò le spalle. Che strani questi babbani.

-Ma tornando a noi… nonostante sia stato difficile abituarmi a vivere con i babbani, ho imparato a tollerarli. Anche se mi diverto ancora a fargli credere che non è così-

Rivelò con un sorrisino furbo.

-Con i traditori del sangue le cose sono un po’ diverse.  Ho un criterio tutto mio per decidere chi è e chi non è un traditore-

-E su cosa si basa questo criterio?-

Lei aggrottò le sopracciglia, pensosa.

-Beh… ritengo che bisogna avere una motivizione abbastanza valida-

-Ah… una motivazione-

-Sì-

-Mi fai un esempio? Così mi chiarisci le idee-

-Certo-

Rispose, poi dopo averci pensato su qualche momento, esordì.

-Ronald Weasley è un traditore… Sirius Black no-

Al sentire quel nome, lui sussultò guardandola con tanto d’occhi.

-Vega, ma che accidenti dici? Sirius Black è un assassino dalla parte del Signore Oscuro-

Lei inarcò un sopracciglio, scettica.

-Io non ci credo. E’ assurdo e lo sai anche tu e poi papà diceva che era stato incastrato-

-Io penso che tutto quadra, invece-

Sospirò.

-Che hai intenzione di fare a proposito?-

-Ancora non lo so ma voglio, anzi no.. devo vederlo. Sento di dovergli parlare, dato che papà non ha potuto farlo-

Draco fece una smorfia. Andare in cerca di un assassino non era certo una cosa saggia da fare... lui trovava che fosse più in stile Potter.

Le lanciò un’occhiata dubbiosa. Forse gli conveniva tenerla d’occhio, non voleva che facesse la fine di Peter Minus e dei Potter.

Oh sì, lui la conosceva quella storia. Suo padre gliel’aveva raccontata appena si era diffusa la notizia della fuga di Black. La cosa strana è che se lui avesse fatto parte dei mangiamorte, Lucius avrebbe dovuto certamente saperlo… invece non era così.

Pensandoci bene, era questo quello che non andava.

Lucius Malfoy conosceva particamente i nomi di tutti i mangiamorte… tutti, nessuno escluso e persino lui, Draco, conosceva quei nomi. Possibile che gliene fosse sfuggito uno?

Non lasciò trapelare quei dubbi e li accantonò in un angolo della sua mente. Per ora doveva concentrasi sulla cugina ritrovata.

-E che motivazione avrebbe avuto Black per tardire il sangue?-

Sogghiando, Vega inarcò un sopracciglio.

-Suvvia Draco, tu saresti riuscito a convivere con dei genitori che ti odiavano? Specie se questi sono Walburga e Orion Black?-

Ricordando la terribile, severa e arcigna zia, Draco rabbrividì leggermente. Da bambino l’aveva messo sempre in soggezione, almeno tanto quanto suo nonno Abraxas.

-Quindi dici che è per questo che ha tradito?-

Vega annuì convinta.

-Sì, me l’ha detto anche papà. Anche io sarei scappata di casa, se la nonna mi avesse odiata come odiava Sirius-

Draco scrollò le spalle. Certo che vivere con i babbani e i mezzosangue, l’aveva un po’ rammollita, ma quello non gliel’avrebbe mai detto.

-E i Weasley non hanno motivazioni, giusto?-

Vega scosse la testa.

-No. Loro sono amanti dei babbani e basta. Ti ricordi che tuo padre ci istruiva sulle famiglie da frequentare?-

-Sì-

Rispose riluttante. Suo padre elencava tutti i nomi delle famiglie purosangue degne di nota, poi passava a quelle cadute in basso e a quelle che avevano tradito.

-Beh, continua. Stavi parlando della tua vita con i babbani-

Lei annuì.

-Sì. Beh, Roberto è stato un padre esemplare, non avrei potuto essere adottata da uomo migliore. Non si è lasciato scoraggiare dal mio atteggiamento razzista, anzi è stato sempre molto paziente e… beh, negerò fino alla fine quello che sto per confidarti..-

Draco inarcò un sopracciglio, curioso. Vega sospirò.

-Lui mi ha insegnato a giudicare una persona non dal suo sangue, ma da quello che è-

Le sopracciglie quasi bianche di Draco, scattarono all’insù.

-Sei piuttosto contraddittoria, lo sai? Dì, piuttosto che il tuo criterio per decidere se un purosangue è traditore o meno, sia la simpatia... e quanto pare gli straccioni Weasley ti sono decisamente antipatici-

Vega fece una smorfia e si strinse nelle spalle.

-E’ che il rosso lo detesto.. e a prima impressione, quel Ronald Weasley sembra proprio un’idiota-

Draco sogghignò divertito a quella risposta.

-Non sembra... è!-

Le labbra della ragazzina si distesero in un sorrisetto divertito.

-Beh.. e poi che altro hai fatto con i babbani?-

Chiese ancora lui.

-Sono andata a scuola e Roberto ha iscritto me e Tony a danza, ma non è che mi piaceva molto. Poi Tony e Chris mi hanno insegnato a giocare a calcio-

-E che cos’è?-

-Un gioco a squadre. Ce ne sono due, e sono composte da undici giocatori, che usando un pallone giocano all’interno di un campo rettangolare con due porte. Lo scopo è quello di segnare più goal dell’avversario, facendo finire il pallone nella porta avversaria. E’ divertente-

-Non si vola?-

-No-

-Preferisco il quidditch. Comunque, sono felice che tu sia qui, Vega-

-Lyra-

Lo corresse lei.

-Perché hai scelto di farti chiamare Lyra?-

Lei sorrise.

-Roberto sapeva che prima o poi avrei dovuto frequentare una scuola di magia. Quindi, quando modificò la memoria ai babbani con la bacchetta di papà, facendo credere a tutti che io ero sua figlia, mi disse che era meglio se avessi cambiato nome, così sarei stata relativamente al sicuro, una volta tornata nel mondo magico. E’ con il nome di Lyra Rossini che mi ha iscritto a Beauxbatons-

-Ingenuo da parte sua. Prima o poi ti avrebbero riconosciuta. Sarebbe stato meglio se ti avesse modificato un po’ anche l’aspetto estetico. Mora e con gli occhi grigi… da vera Black-

Vega ridacchiò.

-Non ci abbiamo pensato, in effetti. Ma ormai è fatta e poi sono affezionata ai miei capelli biondi e ai miei occhi verdi-

-Il cambio nome così perde efficacia, almeno dal mio punto di vista-

-Beh, forse pensava che sarebbe bastato quello. Credo temesse che sarei stata uccisa anche io –

E non so perché, ma ho la sensazione che io sia ancora in pericolo, pensò nervosa.

In  effetti lui dovette ammettere che non avrebbe riconosciuto la cugina, se non fosse stato per il bracciale e il caro Unku, pensò con un ghigno.

-Perché ghigni?-

-Unku si ricorda di me-

Disse soddisfatto. Lei scosse la testa divertita.

-Povero il mio cucciolo. Ricordo quando lo annodavi… eri tremendo e da quel poco che ho potuto capire, lo sei ancora-

-Non stiamo parlando di me, ma di te-

Le ricordò lui.

Lei annuì.

-Altre domande?-

-Ami ancora tantissimi gli animali?-

-Sì, come sempre… oh mi ricordo di quando zio Lucius mi regalò quel draghetto adorabile-

Le labbra le si atteggiarono a un delizioso broncio. Una settimana dopo averlo ricevuto, il piccolo nero delle ebridi, che lei aveva chiamato Eltanin, era stato mandato in Romania dai suoi genitori. Come ci rimase male, allora. Non aveva parlato con loro per due settimane… se ci pensava ora, si sarebbe presa a calci.

-Chissà come sta, se è ancora vivo-

-Mah-

Rispose, poi rimase in silenzio per un  po’, osservando il fuoco che ardeva nell’enorme camino. C’era qualcosa che voleva ancora chiederle.

-Eri presente quando sono stati uccisi?-

Non c’era certamente la necessità di specificare i soggetti. Vega aveva capito benissimo.

Strinse i pugni e lo sguardo le si indurì. Era presente… si era limitata a guardare i suoi genitori morire, senza muovere un dito.

Chiuse gli occhi e voltò la testa.

-I… io… sì. Ero presente. Papà mi aveva fatto nascondere-

Si prese la testa tra le mani sospirando.

-Mi sono comportata come la peggiore dei vigliacchi. Li ho visti morire e non ho mosso un dito per aiutarli-

La voce della cugina era così sofferente e in colpa, che Draco le strinse la spalla in un gesto di conforto.

-Stai scherzando, vero?-

-No-

-Merlino, cugina! Avevi solo sei anni. Non avresti potuto aiutarli e saresti sicuramente rimasta uccisa-

-Io…-

Il ragazzino la guardò dritto negli occhi.

-Non voglio sentirti dire simili cose, Vega, chiaro?-

Lei annuì docile, in quel momento aveva bisogno che qualcuno le dicesse quelle cose.

-Mi dispiace che il loro assassino non sia mai stato preso-

Vega strinse di nuovo i pugni, che aveva rilassato e la rabbia prese il posto del dolore.

-Di questo ne sono felice. Perché sono io stessa che devo trovarla, prenderla e ucciderla nel modo più crudele possibile-

Sibilò vendicativa.

Draco inarcò un sopracciglio, si scostò da lei e la guardò perplesso e sorpreso al contempo.

-Hai visto l’assassino???-

Vega si liberò dalla stretta di lui e si alzò, avvicinandosi al camino.

-Sì. Una donna vecchia, ma fortissima. Papà e mamma non hanno potuto fare niente contro di lei, nonostante avessero la bacchetta, mentre la vecchia era disarmata-

-E’ riuscita a ucciderli lo stesso?-

Esclamò incredulo, alzandosi anche lui ed avvicinandosi a lei.

-Sì-

-Ma come ha fatto?-

-Non lo so-

Rispose con un sospiro.

-Dobbiamo dirlo a mio padre-

-No… non devi dirgli nulla... nè di me, nè di questo. E’ una caccia che devo fare io-

-Ma..-

Vega scosse la testa.

-Niente ma. Sono i miei genitori, spetta a me vendicarli e tutto ciò che riguarda la vecchia è compito mio-

Draco non rispose, ma pensò che sarebbe stato più facile dirlo a suo padre.

Con le sue conoscenze l’avrebbe trovata prima.

Un suono concitato di voci li avvertì dell’arrivo dei compagni di casa.

I due cugini si voltarono verso il passaggio che si stava aprendo.

Theodore Nott e Blaise Zabini, avevano ceduto galantemente il passo alle due amiche Daphne e Pansy.

-… Top Witch lo dice-

Stava dicendo la bionda. Pansy annuì.

-Quest’anno va molto di moda il color glicine e il blu… come i tuoi occhi Blaise-

Disse facendo, per scherzo, gli occhi dolci al compagno che rise ammiccante.

-Anche tu hai dei bellissimi occhi scuri, piccola-

Pansy ridacchiò.

-Io non ho detto che hai begli occhi-

-Ma avresti voluto dirlo. Ti conosco troppo bene-

 Daphne e Theo si scambiarono un’occhiata divertita. Lo sguardo di Pansy si illuminò quando vide Draco e gli andò incontro.

-Ehi Draco, non ti sei fermato a prendere il dolce-

-Eppure c’era la crostata di mele, la tua preferita-

Aggiunse Blaise.

Draco sogghignò.

-Scommetto che l’avete mangiata tutta voi-

-Oh no.. semmai l’avranno mangiata tutta Tiger e Goyle. Infatti sono ancora in sala grande ad abbuffarsi ed è per questo che Pansy te ne ha fatto conservare un pezzo -

Disse Theo andandosi a spaparanzare sul divano davanti al fuoco e ammiccò a Vega e si rivolse all’amico.

-Non ci hai ancora detto che c’è sotto-

-Già.. Non siamo mica stupidi, anche se è quello che credono gli altri-

Fece Daphne incrociando le braccia al seno.

-Andiamo nella vostra stanza-

La bionda si voltò e camminò con grazia verso la porta che conduceva al dormitorio maschile. Entrò come se fosse la padrona, nella camera che Theo, Blaise e Draco dividevano con Tiger e Goyle.

La serpeverde prese posto sul letto di Theo, che sedette accanto a lei.

Draco e Pansy si sedettero vicini, sull’altro letto, quello di Blaise. E a Vega dovette toccare il posto accanto a Blaise, sul letto di Draco.

Il ragazzo le sorrise e lei si voltò per non mostrargli le guance rosate.

Daphne annuì.

-Bene e ora veniamo a noi. Cos’è questa storia? Perché ha il bracciale con lo stemma dei Malfoy?-

Draco e Vega si scambiarono uno sguardo incerto. Non sapendo se rivelare o meno il loro legame di parentela.

-Siete parenti-

Affermò Blaise appoggiandosi allo schienale del letto, fingendo un’elegante noncuranza.

-E’ palese. Prima di tutto vi somigliate troppo… sembrate quasi fratello e sorella. Poi c’è il suo strano comportamento. Quando mai Draco si è comportato così con una mezzosangue? E’ sospetto. Infine c’è il bracciale. Voi non eravate presenti nello scompartimento, ma Draco è rimasto senza parole vedendolo. Guardatelo anche voi-

Pansy, Daphne e Theo spostarono lo sguardo sorpreso sul bracciale di Vega, dove vi era inciso lo stemma dei Malfoy.

-E’ chiaramente un lavoro fatto dai folletti-

Sentenziò Pansy e Daphne annuì.

-Già. I loro lavori sono inconfondibili-

-Esattamente-

Sorrise Blaise, soddisfatto.

-Inoltre un gioiello così ben fatto, sarà costato un cifra che solo uno purosangue come Malfoy senior… o i nostri ricchi genitori… si può permettere-

-Hai vinto un peluche-

Sbottò Vega alzando gli occhi al cielo.

Tentare di negare e trovare una storia alternativa sarebbe stato patetico. E poi come spiegare lo stemma dei Malfoy sul suo bracciale?!

Draco sbuffò e mise il broncio come un bambino contrariato. Voleva tenerselo per sé. Anche perché sarebbe stato difficile spiegare la situazione ai suoi amici, omettendo i dovuti particolari.

Blaise sorrise e si avvicinò alla ragazzina.

-Preferirei un bacio-

Pansy ridacchiò.

-Forse se provi a svenire…-

Anche Daphne e Theo sorrisero.

Blaise si buttò all’indietro sul letto, fingendo di svenire.

Draco sogghignò.

-Lascialo stare-

Disse alla cugina.

-Sono sicuro che con un paio di schiaffi si sveglia di nuovo-

Suggerì la ragazzina incrociando le braccia sul seno. Draco scrollò le spalle.

-Gli dai troppa importanza. Lascialo dov’è, prima o poi si riprenderà-

Il gruppetto di serpi sghignazzava divertito, mentre Blaise apriva gli occhi offeso.

-Begli amici che ho-

Sbottò tirandosi su e ravviandosi i capelli neri, dopo aver dato una parvenza d’ordine alla divisa.

Vega mosse le spalle a disagio, ritrovandoselo così vicino.

-Mi devi stare per forza addosso???-

-Hai un buon profumo… cos’è?-

-Midnight Poison di Christian Dior-

Rispose brusca, distogliendo lo sguardo.

-Che ingredienti usa questo Dior, per fare il profumo?-

Vega inarcò un sopracciglio alla domanda di Pansy.

Daphne annuì.

-Già. Anche a me piace. Non sai che come si fa? Dior non te l’ha detto?-

Vega le guardò sorpresa. Che tristezza… non conoscevano Dior.

Blaise scosse la testa, rassegnato.

-Non è un profumo che si può replicare con la magia! E’ di un famosissimo stilista francese-

Vega annuì.

-E tu come fai a conoscere Dior?-

Gli chiese curiosa.

-Oh beh… pur essendo un mago purosangue, sono abbastanza intelligente da conoscere anche il mondo babbano… soprattutto il mondo della moda, che è senz’altro migliore. Adoro Carlo Pignatelli-

-Preferisco Vera Wang-

-Ma non fa abiti maschili, invece Pignatelli sì-

Vega si strinse nelle spalle.

-Costano entrambi un’occhio della testa-

-Sì, ma che classe… li valgono fino all’ultimo-

Lei annuì… eh su questo aveva pienamente ragione. Peccato che Roberto non si potesse permettere l’haute couture. Aveva dovuto rinunicare a parecchi cosucce carine, tipo le scarpe di Dolce&Gabbana e quelle di Gucci..

-Beh, quando avete finito-

Li interruppe Theo, che non capiva quei discorsi e non andava dietro alle ultime tendenze della moda.

Blaise alzò le mani in segno di scusa.

-Pardon… tornando a noi, ho indovinato, vero? Siete parenti!-

Sorrise, ammiccando alla ragazza seduta accanto a lui.

Vega si voltò, arrossendo, chiedendosi  perché mai quel ragazzo avesse l’irritante facoltà di farla arrossire e accelerare i battiti del cuore... era così fastidoso!

Draco annuì controvoglia.

-Mmhh… ma questo deve rimanere un segreto tra noi, chiaro?-

-Draco, siamo tuoi amici e abbiamo la bocca cucita-

Parlò Theo per tutti. Draco annuì.

-Bene. Io e Lyra siamo cugini. Lei è… la figlia di zio Regulus e di zia Venus-

Quattro paia di occhi si spalancarono basiti, sulla figura di Vega.

-Sei davvero lei?-

Le chiese Pansy scrutandola con attenzione.

-Sì-

-Ma co… come hai fatto a… noi credevamo… cioè… è pazzesco-

Balbettò Theo, passandosi una mano fra i capelli scuri… era da non crederci. Ormai l’avevano data tutti per morta. E invece era lì, viva e vegeta insieme a dei mezzosangue, che considerava i suoi fratelli.

-Ma come ci sei finita tra i babbani?-

-E’ una storia molto lunga-

Daphne sospirò.

-Beh, l’importante è che tu stia bene-

Ma lei non stava bene, non emotivamente almeno. Lo sarebbe stata solo dopo aver ottenuto la sua vendetta.

-Abbiamo un letto libero nella nostra stanza. Abbiamo mandato via Millicent Bullstrode perché russava. Se tu dormi tranquilla, senza spaccarci i timpani è tuo-

Le propose la bionda.

-Non russo e grazie dell’offerta, l’accetto volentieri-

Quando bussarono alla porta, Draco si alzò e andò ad aprire, trovandosi davanti il professor Piton.

-Buona sera, professore-

-Ciao Draco-

Rispose seccato l’insegnante.

L’uomo indicò la gabbia che teneva in mano.

-Credo che questo sia di miss Rossini-

Vega scese con un balzo dal letto e andò alla porta.

-Unku-

Prese la gabbia dalle mani del professore.

-Grazie-

Rispose, alzando la stoffa e sbirciando all’interno. Il serpente sibilò e le scoccò uno sguardo offeso.

-Scusami, tesoro. Mi sono dimenticata di te-

Disse dispiaciuta.

-Per farmi perdonare ti lascerò andare a caccia tutta la notte-

Il serpente si attorcigliò su stesso, calmandosi subito.

La ragazza sorrise e lasciò cadere il lembo di stoffa.

-Grazie professore-

L’uomo annuì.

-Faccia attenzione a dove lo lascia, miss Rossini. Potrebbe attaccare qualcuno-

-Non si preoccupi, signore. Unku obbedisce solo ai miei ordini-

-Meglio così-

Il professore la guardò un’ultima volta, poi le voltò le spalle e se ne andò.

Pansy gridò non appena Vega portò dentro il serpente, andandosi a nascondere dietro le spalle di Draco.

-Porta via quel mostro-

Strillò spaventata.

-Pansy ha una paura folle dei rettili-

Le spiegò Daphne.

-E ora dove pensi di tenerlo?-

Vega scrollò le spalle.

-In camera, ovvio-

-Non se ne parla-

Esclamò Pansy.

-Io non ci entro in camera se c’è anche quel mostro-

Unku sibilò offeso.

-Smettila di dirgli che è un mostro, Pansy. Così lo stai offendendo-

La mora rabbrividì e non rispose.

Daphne si alzò con un sospiro.

-Beh, meglio andare. Domani ci danno gli orari… vieni Pan, fatti coraggio-

Disse, passando un braccio attorno alle spalle dell’amica e conducendola fuori.

-Buona notte ragazzi-

-Notte, Daphne-

Risposero in coro.

Vega si strinse nelle spalle.

-Vado anche io, altrimenti potrei perdermi-

-Buona notte-

Disse facendo un cenno ai ragazzi.

Quando la porta si chiuse, Blaise si lasciò cadere all’indietro sul letto di Draco.

Un sorriso quasi ebete stampato sul volto e gli occhi sognanti.

-Draco-

Sospirò sognante.

Il biondo gli lanciò un’occhiata preoccupata.

-Lo so di essere irresistibile e probabilmente quello che ti dirò ti spezzerà il cuore, ma… mi piacciono le femmine, Blaise-

Theo sghignazzò scuotendo la testa.

Zabini non si scompose.

-Tua cugina…-

-Blaise-

Lo ammonì il ragazzo, il quale, però finse di non sentirlo.

-… mi piace da morire-

Theo e Draco si batterono una mano sulla fronte, gemendo.

-Vega è un osso duro, amico mio e temo che i due mezzosangue si faranno delle giarrettiere con le tue budella…-

Disse alludendo ai due fratellastri della cugina.

Blaise si rimise a sedere sul letto.

-Mi sottovaluti mon amì-

-E..-

Aggiunse il biondo.

-…se i due italiani lasceranno qualcosa di te, poi dovrai vedertela con noi Malfoy-

Riferendosi a lui e a Lucius.

Theo, che si stava sbottonando la camicia, inarcò un sopracciglio.

-Pensaci bene, Blaise-

-Non ho intenzione di farle del male, Draco e poi…-

Sorrise e il suo tono si fece insinuante.

-Pensa a te… la Granger è un osso altrettanto duro-

Draco fece una smorfia disgustata.

-Zabini! Insudici questo posto nominando la mezzosangue. E poi chi se ne frega se è un osso duro. Saranno affari dello Sfregiato e di Lenticchia-

Theo buttò la camicia a terra.

-Concordo con te, Draco. E poi i suoi denti… che aspetta a farli aggiustare? Sembra un castoro con quelle zanne-

Draco sogghignò.

-Mi hai fornito un nuovo insulto, Theo… vedi i veri amici, Blaise?-

-Il tempo mi darà ragione… vedrai. Te lo dico dall’anno scorso-

Quando si mise sotto le pregiate coperte, Draco faticò a prendere sonno.

Non era il pensiero di Vega, però, ad occupargli la mente, ma la sporca mezzosangue Granger.

Per Salazar quanto la odiava!

Forse ancora più di quell’idiota di San Potter.

Aveva persino il coraggio di tenergli testa, con quello sguardo orgoglioso, che sembrava volerlo trapassare.

Nella sua mente si stagliò l’immagine di Hermione Granger, quando a cena gli aveva ricordato della perquisizione degli Auror a casa sua.

Digrignò i denti e strinse i pugni.

Avrebbe voluto schiantarla e… e?

Ucciderla?

No… non ne desiderava la morte, ma bramava di spezzarle quell’orgoglio che le vedeva ardere nello sguardo.

Si credeva tanto superiore? Non capiva che era solo feccia? Il suo posto sarebbe stato quello di schiava dei purosangue.

Le labbra gli si piegarono in un ghigno.

Avere la Granger come sua schiava… sarebbe stato il paradiso.

Poterla umiliare in ogni occasione e in ogni modo.

Si girò su un fianco, continuando a sorridere.

-Non riesci a dormire, Draco?-

Il biondo incontrò lo sguardo di Blaise.

-No… nemmeno tu a quanto pare-

L’amico scosse la testa.

-Non so come faccia Theo a prendere sonno così in fretta-

-Lo invidio-

Rispose Zabini.

Theo dormiva a pancia in su, con le braccia fuori dal letto. Sembrava in pace con il mondo.

Tiger e Goyle entrarono in quel momento. Credendo che gli amici stessero dormendo, si mossero piano per non fare rumore.

Le molle dei loro letti cigolarono, quando si sdraiarono.. borbottarono per un po’. Poi si appisolarono e iniziarono a russare.

I due amici si guardarono negli occhi e sorrisero, quando sentirono Theo, unirisi al concertino.

-A che pensavi?-

Gli chiese Blaise. Draco scrollò le spalle. Se gli diceva che pensava alla mezzosangue, l’avrebbe preso per il culo a non finire.

-Non dirmelo, lasciami indovinare-

Sorrise il moro. Draco alzò gli occhi al cielo… ecco, lo sapeva.

-Pensavi alla Granger-

Draco gemette e chiuse gli occhi. Blaise sorrise vittorioso.

-Lo sapevo! Dì la verità… ti piace!-

-Come una padellata sulle palle-

Rispose imbronciato Draco. L’amico rise piano.

-Non te ne dovresti vergognare… in fondo non è brutta-

-Ma dai, Blaise! E’… orribile-

Zabini sogghignò.

-Ma ha delle belle labbra… non troppo carnose e a cuore-

-Blaise..-

-Poi ha un nasino delizioso… alla francese!-

-Blaise!-

-E un colore d’occhi… unico!-

Draco lo fulminò con un’occhiataccia.

-I suoi capelli sembrano un covone di paglia e i suoi denti sono grandi e sporgenti… altro che castoro!-

Sibilò inviperito. Zabini ridacchiò.

-Quando ti metterai con la Granger, non ti dirò “te l’avevo detto”… visto? Sono un amico-

-Sei un idiota-

-Dovresti essere più gentile con lei e smetterla di chiamarla mezzosangue-

-Zabini, forse è un bene che ti sia preso una cotta per Vega, forse lei riuscirà a farti capire cosa significa essere un purosangue-

Blaise sospirò sorridendo, con lo sguardo puntato al soffitto.

-Ci pensi, Draco? Diventeremo parenti-

Il biondo gemette.

-Oh no… questo no. Domani mattina avvertirò mia cugina di starti alla larga-

Zabini rise.

Nonostante i loro battibecchi, erano come due fratelli.

Da piccoli si erano punti l’indice con un ago e avevano mischiato il loro sangue in un bicchiere d’acqua e poi avevano bevuto un sorso ciascuno. In quel modo erano diventati fratelli di sangue.

-Tanto lo so che mi vuoi bene-

Sorrise Blaise.

Draco sospirò.

-Che idee strambe che hai-

Ci fu lungo momento di silenzio, durante il quale entrambi pensarono al momento in cui avevano bevuto dal bicchiere con acqua e sangue.

-Buona notte, fratello di sangue-

Disse Draco sorridendo.

-Buona notte a te, fratello-

Lo imitò Blaise, girandosi su un fianco e chiudendo gli occhi.

E mentre Draco scivolava nel dolce oblio del sonno, gli parve di sentire un dolce profumo di mandorle e vaniglia.

 

 

 

Nell’alta torre dei Grifondoro, in sala comune, il famoso trio miracoli si trovava davanti al fuoco.

Harry e Ron erano impegnati in una partita a scacchi, mentre Hermione stava leggendo un libro che pesava più di lei, seduta accanto al camino

Per la prima volta, però la sua concentrazione non era assorbita da quel prezioso tomo, ma dal battibecco avuto con Malfoy in sala grande.

Ma come si permetteva quel viziato pallone gonfiato?!

Girò una pagina con più veemenza, rischiando quasi di strapparla.

Quel suono distrasse i suoi amici dalla scacchiera, che prima la osservarono perplessi, poi si scambiarono uno sguardo che voleva dire “ma chi la capisce”.

La ragazzina, spostò i capelli crespi oltre le spalle, nel vano tentativo di toglierli da davanti agli occhi. Alla fine dovette ricorrere alla bacchetta per appuntarli sul capo, poi riprese a concentrarsi sul libro, nonostante i suoi pensieri la portassero sempre allo scontro con Malfoy.

 

“Avresti potuto scegliere Pansy o Daphne… sarebbe stata l’unica occasione per te, di apparire come una vera femmina”

 

Riascoltando le parole velenose di quel piccolo stronzo borioso, Hermione strinse i pugni furiosa… una vera femmina… proprio! Aveva due gambe, due braccia e una testa e allora? Cos’ aveva di diverso da loro???

Ah già… il cervello!

Sbuffando chiuse il libro con un tonfo secco.

Inutile continuare la lettura. Ormai la sua mente era altrove e la cosa irritante era che quell’altrove era Malfoy.

A dire la verità, ogni volta che guardava Daphne si innervosiva oltre misura. Insomma non era giusto che fosse così bella. Si sentiva goffa, sciatta, brutta e sgraziata ogni volta che la bionda era nei paraggi.

In fin dei conti era una ragazza anche lei e non le sarebbe dispiaciuto ricevere qualche sguardo d’ammirazione, come quelli che attirava la Greengrass.

E quest’anno ci si era messa anche Lyra Rossini.

Certo, lei non si considerava inferiore a nessuno, sia chiaro, ma si sentiva quasi in soggezione davanti a loro. A suo dire Lyra era l’unica che potesse competere con Daphne Greengrass.

Entrambe bionde, alte e slanciate e camminavano con una grazia innata e uno sicurezza invidiabile… da padrone del mondo.

Era così stizzita per quella situazione! Mai avrebbe pensato che un semplice commento di Malfoy, potesse deconcentrarla dalla lettura di un libro.

-Davvero non capisco che cos’hanno in più di me. Semmai io ho qualcosa in più di loro-

Sbottò offesa.

Ron ed Harry si guardarono allarmati e ingaggiarono una battaglia con gli occhi per vedere a chi dei due sarebbe spettato l’arduo compito di rispondere all’amica…  vinse Ronald.

Harry si alzò con l’entusiasmo di un condannato a morte e si sedette incerto accanto ad Hermione.

Le posò una mano sulla spalla, stringendola rassicurante e aprì la bocca per risponderle, ma non ne uscì alcun suono.

Si girò per fulminare un ghignate Ron, prima di tornare a rivolgere l’attenzione su Hermione.

Innanzitutto, non aveva idea chi fossero loro, ed era meglio chiderglielo, altrimenti non avrebbe mai potuto risponderle… ma poi era una domanda a cui doveva dare una risposta? Non ne era tanto sicuro.

-Herm… ehm… io… tu…-

Harry, smettila di balbettare e consola la tua emotiva amica!, lo redarguì la sua coscienza.

-A chi ti riferisci?-

Hermione sbuffò, quasi sconfortata.

-Sto parlando di Draco-una mucca mi ha leccato in testa-Malfoy-

Ron sorrise divertito a quella risposta.

-Ma no Herm, non quest’anno. Credo che la mucca gli sia morta-

Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata. Non aveva di certo bisgono che Ron le facesse notare il cambio look del loro acerrimo nemico.

Harry fece un gesto per dire all’amico di tacere.

-Che ha detto il biondastro malefico?-

-Ma Harry! Non l’hai sentito?-

Dallo sguardo di Hermione, Harry capì che qualsiasi risposta avrebbe dato, era in trappola.

Arrossì e si passò una mano nei capelli, scompigliandoli ancora di più.

-Avevo Ron che mi masticava nell’orecchio, Herm-

Che scusa patetica!, pensò contrariata la ragazzina.

-In sintesi ha detto che non assomiglio a una femmina, tipo Daphne e Pansy-

Harry si figurò le due slytherin nella mente.

Pansy si era guadagnata il soprannome di Carlino, tra i grifondoro… e anche tra le altre case. Aveva il viso schiacciato e lui non l’avrebbe guardata nemmeno una seconda volta. Hermione era decisamente più carina. Daphne… beh, per lui solo la nuova studentessa, avrebbe potuto reggerne il confronto.

La Greengrass era veramente bellissima, in un’età in cui di solito le ragazzine difficilmente lo erano. Aveva il fisico slanciato da ballerina, gli occhi verdi e i capelli di un biondo dorato bellissimo.

-Ma, Herm, da quando in qua ti interessa il giudizio di Malfoy?-

Esclamò Ron perplesso.

Harry, avrebbe voluto baciarlo… l’aveva salvato dal darle una risposta.

Hermione arrossì furiosamente e strinse i pugni.

Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Ronald Weasley sarebbe già stato un corpo privo di vita, riverso sulla scacchiera.

Dovette rendersene conto anche lui, perché all’improvviso divenne un tutt’uno con i capelli e iniziò a balbettare delle frasi incoerenti.

-Non mi interessa il giudizio di quell’inutile scansafatiche!-

Gridò alzandosi di scatto e torreggiando sul povero Harry… vedendolo aprire la bocca, il bambino sopravvissuto si schiaffò una mano sulla faccia… qualsiasi cosa avrebbe detto,  avrebbe solo peggiorato la situazione, di sicuro.

-Allora perché ti fai tutti quei problemi, scusa? Sei abbastanza carina, se proprio lo vuoi sapere-

No… questo no, gemette Harry.

Ron non riusciva proprio a capire le ragazze, quello era sicuro.

I tredici anni erano l’età più difficile. Non erano più delle bambine, ma non erano nemmeno delle donne e la cosa aveva il potere di farle innervosire per ogni cosa.

Hermione, nonostante avesse un cervello di tutto rispetto, non era immune da quel delicato periodo.

La ragazzina era così furiosa, che a Harry sembrò quasi che le uscisse il fumo dal naso.

-Sei solo un cretino, Ron! Non capisci niente e le tue stupide frasi di circostanza puoi ficcartele dove non batte il sole-

Sbraitò, prima di voltarsi e dirigersi verso il dormitorio femminile.

Rimasti soli Harry guardò l’amico contrariato.

-Ron, tu non sai proprio come trattarle le ragazze?-

Il ragazzo si strinse nelle spalle, senza capire ancora dove stava il problema.

-Ma scusa, quando mai si è preoccupata dell’opinione degli altri, soprattutto di quella di Malfoy? E all’improvviso se ne esce con quella domanda assurda-

Beh a quello nemmeno lui sapeva dare una motivazione. Gli era parso strano, ma aveva tentato comunque di dare una risposta ad Hermione… era quello che facevano gli amici, no?

-Potevi almeno essere più delicato, comunque. Lo sai che Hermione è molto emotiva-

Ron storse la bocca in una smorfia pensierosa.

-Sai che ti dico, Harry… sarebbe meglio se ci tenessimo alla larga da lei quando inizia a farci simili domande-

-Concordo… anzi potremmo farla parlare con Ginny-

-Ottima idea, ma ora veniamo a te-

Lo sguardo di Ron si fece smaliziato.

-Com’è che la sorella di Chris è così amichevole con te?-

Harry arrossì e si aggiustò gli occhiali, impacciato.

-Non lo so. Le sarò simpatico-

-A me è sembrata antipatica e presuntuosa. Una vera serpeverde-

Harry scrollò le spalle. Non sapeva spiegarselo, avvertiva una sorta di feeling con quella ragazza. Forse era da imputare all’episodio del dissennatore sul treno, o alle parole che gli aveva rivolto appena si erano conosciuti.

-Forse sei tu a essergli antipatico, Ron. Con me ed Herm non è stata così odiosa. Forse è semplicemente diffidente con le persone appena conosciute-

-Ma non con te-

Ron si lasciò cadere sul divano e voltò il viso verso la parete dove stava sistemato un grosso orologio a pendolo.

-Sono quasi le undici Harry, credo sia meglio salire nel dormitorio-

Harry annuì. Dopo una giornata come quella, avrebbe voluto dormire 12 ore filate.

Seguì silenzioso l’amico su per le scale che portavano al dormitorio, sperando… o meglio pregando, che l’indomani mattina, Hermione si svegliasse meno nervosa… molto meno nervosa, altrimenti lui e Ron erano belle e fritti.

Intanto nel dormitorio femminile, Hermione Granger era stesa nel suo morbido e caldo letto, nella stanza che condivideva con Lavanda Brown e Calì Patil.

Non riusciva a dormire Hermione. Non faceva altro che pensare a quanto fosse odioso e irritante Draco Malfoy, con quel suo ghignetto che diceva “dai prendimi a schiaffi”.

Un giorno o l’altro, giuro che gli tirerò un pugno!, pensò furiosa.

Quando ricordò le parole di Lyra Rossini, arrossì di imbarazzo e rabbia.

Le aveva costretto ad ammettere che esteticamente Draco Malfoy era un bel ragazzo.

Nella sua mente si stagliò l’immagine del serpeverde che sogghignava.

Le piacevano i capelli biondissimi del serpeverde e anche come li portava quell’anno, per non parlare di quei tenebrosi occhi grigi. Solo che avrebbe preferito che ad averli fosse stato qualcun altro… chiunque, ma non lui.

Si passò una mano sul viso, spostando i capelli dagli occhi e sobbalzò, quando Grattastinchi atterrò con un balzo sul suo letto.

Gli accarezzò la testa e poi passò a grattarlo dietro le orecchie.

-Non trovi anche tu che quella serpe sia odiosa?-

Sussurrò all’animale.

-Miao-

Hermione si mise a sedere nel letto e si tirò il gattone in grembo, passando le dita tra quei peli fulvi.

-Sì lo so che non è male, ma questo non cambia il fatto che è… odioso-

Grattastinchi spinse la testa contro la mano della padroncina. Hermione sospirò.

-Secondo te è vero che gli piaccio?-

-Miao-

Da quando Lyra gliel’aveva fatto notare, non faceva altro che pensarci.

Anche lei aveva sempre creduto che quel tipo di “attenzioni” che un ragazzo riservava a una ragazza, nascondessero in realtà una cotta segreta, ma non quando quel ragazzo era Malfoy e quella ragazza era lei.

Scosse la testa, confusa.

-Maledizione a te, Rossini!-

Sbottò a voce bassa.

A lei non piaceva Draco Malfoy e mai le sarebbe piaciuto! Fine e stop.

Si rimase distesa nel letto e Grattastinchi miagolò, in cerca di altre coccole. Hermione se lo tirò vicino, abbracciandolo come se fosse un peluche.

Mentre stava per scivolare tra le braccia di Morfeo, però, ad Hermione sembrò di sentire un profumo… un buon profumo… muschio bianco e sapone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

Innanzitutto chiedo perdono per l'immenso ritardo. L'unica giustificazione che posso trovare è che non aveva nessuna ispirazione.

Ma ora ecco qui questo capitolo per voi ^^

Spero che vi piacci... forse il titolo non è azzecatissimo, ma non avevo nessuna idea al riguardo.

Ringrazio le 12 persone che hanno aggiunto questa ff alle preferite, le 20 che l'hanno tra le seguite e le 2 che l'hanno tra le storie da ricordare. Un altro grazie speciale va alle persone che leggono soltanto.

*Rachel Queen è un personaggio della fan fic di Julia Weasley "Eroi si nasce, non si diventa"... consiglio vivamente di leggerla, perchè è bellissima!:)))))))))))

 

 

 

 

 

Julia Weasley: Ciao! Spero che tu mi stia ancora seguendo. Ti ringrazio infinitamente per la recensione che mi hai lasciato e per tutti consigli. Ti prometto che farò di tutto per non fare di Vega una Mary Sue.. anzi se magari mi mandi quel famoso sito di cui parlavi, te ne sarei molto grata ^^.. Magari potrei aggiungere una di quelle caratteristiche di cui parlavi, quando scriverò dal punto di vista di Blaise. Ancora grazie. Sono felice che i personaggi ti piacciano. Un bacione!!!

 

sweetPotterina: Ciao! Mi fa molto piacere che la mia ff ti piaccia. E' la prima che scrivo su questo genere. Per avere risposta alla tua domanda, non dovrai fare altro che leggere, mia cara. Spero che questo capitolo ti piaccia. Bacioni e perdona il ritardo!

   
 
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