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Autore: CherryBomb_    20/10/2010    5 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 37

Mille provocazioni


Ary POV
Sabato. Giorno prima del fatidico matrimonio che si sarebbe tenuto in quel di Verona.
Ero agitata, non per il matrimonio ovviamente, ma per il fatto che avrei passato tutto il giorno con Edo e anche la notte. Non che mi aspettassi chissà che cosa, non è che mi aspettassi chissà quali gesti, però ero agitata comunque.
La mamma della Ila ci aveva portato a casa di Simo.
Erano le 10 di mattina di un sabato di giugno. Faceva caldo e il sole splendeva alto, mi si prospettava una giornata davvero interessante.
Entrando nel vialetto, fuori dalla porta c’erano già Edo e Simo che ci aspettavano.
-Ciao ragazze. Divertitevi e mi raccomando. – disse la mamma della Ila.
Ai miei genitori avevo detto una piccola bugia, più che hai miei genitori, l’avevo solo detta a mio papà, mia mamma sapeva che sarei andata di Simo e che avrei dormito con Edo, si fidava di me e questa era la cosa importante.
-Buongiorno piccola.- Edo mi prese con avvicinò a lui con talmente tanta forza che sbattei contro il suo petto appoggiandoci le mani sopra e lasciando cadere la borsa con dentro le mie cose.
 Ci guardammo negli occhi.
Sentivo il suo petto sotto le mie dita, sodo, scolpito. Cominciai ad accarezzarlo.
Ok, Arianna, calmati. Se cominci così la giornata siamo messi bene. Rilassati, respira.
Smisi di accarezzare il suo petto e mi bloccai in quei bellissimi occhi verdi.
Mi appoggiò una mano sulla guancia per poi accarezzarla lentamente e delicatamente. Mi guardò negli occhi e si avvicinò piano piano alle mie labbra. Mi baciò delicatamente e mi lasciai trasportare dalle sue labbra e dal suo sapore così buono.
Si staccò da me.
-Raggiungiamo quei due. – mi disse ancora a contatto con le mie labbra.
Entrammo in cucina da dove provenivano le loro voci.
Trovammo la Ila sulle spalle di Simo.
-Simo, mollami immediatamente. – urlò lei dandogli delle pacche sulla schiena.
-Rilassati. – gli rispose lui ridendo.
Uscii dalla porta finestra e si avviò verso la piscina.
-Non avrai intenzione di buttarmi in piscina vero?- suppose la Ila.
-E se anche fosse?- Simo se la rideva.
-Ho il telefono nella tasca dei pantaloni, scemo.- urlava ancora più forte. Per fortuna Simo non viveva vicino a nessuno, se no avrebbero di certo chiamato i carabinieri.
-In  quale tasca?- gli chiese lui fermandosi a pochi metri di distanza dalla piscina.
Io ed Edo stavamo osservando la scena alquanto divertiti.
-La destra, ovviamente.- gli rispose lei.
Vidi Simo infilare una mano nella tasca destra dei jeans della Ila. Lei fece una faccia un po’ sbigottita da questo gesto, ma non disse niente.
Simo estrasse il cellulare e lo poggiò sulla sedia a sdraio lì vicino.
Poi cominciò a correre buttandosi in acqua con la Ila sulle spalle.
Gli schizzi di acqua arrivarono fino a noi.
Stavo ridendo come una scema, quando Edo mi prese per le gambe e mi mise nella posizione in cui era pochi istanti prima la Ila.
-Edo, non ti azzardare a fare la stessa cosa.- gli urlai io.
-Hai il cellulare nei jeans anche tu?- mi chiese lui fermandosi.
-No, ce l’ho nella borsa.
-Allora, non mi ferma nessuno.- cominciò a correre con me in spalla e si tuffò nell’acqua.
Pochi istanti dopo, sentii quel tipico rumore di quando entri in acqua. Riemersi e mi trovai davanti Edo, Simo e la Ila che ridevano.
Cominciai a ridere anch’io.
-Scusate, ma fare il bagno come le persone normali, in costume era difficile?- chiese la Ila.
-A quanto pare si.- risposi io ricominciando a ridere.
Ridemmo e scherzammo in acqua finché la Ila disse di avere freddo e salì, seguita a ruota da Simo, ovviamente.
Eravamo rimasti io ed Edo soli e per fortuna vestiti.
Eravamo uno di fronte all’altra che ci guardavamo a qualche metro di distanza.
Improvvisamente si tuffò e poi secondi dopo me lo trovai davanti, a pochi centimetri dal mio viso.
Mi guardò con quei suoi occhi verdi. Con i capelli bagnati era ancora più dannatamente bello. Mi guardava dritta negli occhi, non si muoveva, non mi muovevo e non avrei voluto muovermi, solo per andare verso di lui.
Continuando a guardarmi appoggiò la sua mano sulla mia guancia, mi accarezzò, mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lentamente si avvicinò a me. Un altro dei nostri soliti baci dolci e delicati, ma improvvisamente mi prese per la vita e mi tirò su, istintivamente gli misi le gambe intorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo.
Si mosse nell’acqua e mi fece sbattere con la schiena contro il bordo della piscina.
Le sue mani dalla vita salirono per la mia schiena, provocandomi brividi per tutti il corpo. Ci baciammo, ci mordemmo il labbro a vicenda, avevo caldo, improvvisamente caldo e di certo non era colpa del sole che ci batteva sulla testa, eravamo nell’acqua. Era lui, era lui che mi faceva venire così caldo.
Dalle mie labbra, passò al mio collo bagnato, baciandolo e leccandolo. C’era trasporto, desiderio in quei gesti e in quei movimenti.
Ad un certo punto si bloccò. Mi guardò con gli occhi carichi di desiderio. Avevamo il fiatone tutti e due.
Restammo a guardarci per qualche minuto.
-Forse è meglio se andiamo a cambiarci.- mi disse sorridendo. Non volevo andarmene, volevo rimanere lì, nell’acqua con lui.
Se ne stava andando, lo presi per un polso e lo fermai, facendolo girare verso di me.
Gli saltai in braccio nella stessa posizione in cui ero poco prima. Non so cosa stavo facendo esattamente, ma per una volta avevo fatto qualcosa che mi sentivo davvero.
Ci baciammo con desiderio e passione, ma lui si fermò di nuovo.
-Non qua, non adesso.- mi sussurrò ancora a contatto con le mie labbra. Sentivo il suo respiro nella mia bocca e venni invasa da crescente voglia di lui.
-Ti giuro che lo farei, ma non qua.- mi sorrise.
Mi prese per mano e mi portò fuori dalla piscina, cercammo i due piccioncini per il piano inferiori, poi ci rassegnammo al fatto che fossero in camera.
Prima di entrare, bussammo.
-Avanti.- disse Simo. Non mi sembrava ne che avesse il fiato corto, né che fosse stato interrotto sul punto più bello.
Entrando, infatti, trovammo Simo che giocava alla play e dal bagno proveniva il rumore dell’acqua che scendeva.
A quanto pare la Ila stava facendo la doccia.
Simo ci buttò un occhiata per poi tornare a fissare il televisore.
-Pensavo vi foste persi.- disse con un sorriso furbo, che avesse già intuito cosa stava per succedere? Impossibile.
Eppure lo vidi fare un sorriso complice ad Edo che rispose con un sorrisino tirato. Si, lo aveva capito, ma come cazzo aveva fatto? Va be, era meglio non indagare.
Pochi minuti dopo uscii la Ila dal bagno in accappatoio.
-Da quanto siete arrivati?- ci chiese.
-Pochi minuti. – le risposi io – vedo che stranamente ci hai messo poco a fare la doccia. – me la risi.
-Be, per la verità è da quando siamo saliti che era dentro. – rispose Simo leggermente avvilito dal fatto che non avesse passato del tempo con lui.
-Avevo paura che mi stuprasse e allora mi sono chiusa in bagno. – disse con un sorriso provocatore.
-Ah, si. Certo. Adesso sono io quello che vuole stuprarti? Vorrei ricordarti cosa è successo a casa dei tuoi nonni quando abbiamo fatto il pranzo, piccola tentatrice- rispose Simo continuando a giocare, a lui si era unito Edo.
-Io? Cosa ho fatto? Cos’è successo a casa dei miei nonni?- fece quella voce e quel viso da finto angioletto che non faceva mai niente di male, le riusciva sempre benissimo. E cos’era successo a casa dei suoi nonni? Cosa non mi aveva raccontato?
-No, certo tu non hai fatto niente. Ho fatto tutto io.
-Si, hai fatto tutto tu. Vorrei ricordati che hai iniziato tu,non io. – gli rispose lei, tornando un po’ acida.
-Se tu non mi avessi messo le mani nei capelli, non saremmo arrivati fino a quel punto. – disse mettendo in pausa il gioco e guardandola.
-E se tu non fossi arrivato a rompere le palle, non sarebbe successo niente va bene? Il bello è che sembra che sia successo chissà che cosa, ma alla fine non è successo un cazzo.- urlò lei.
-Perché mi sono trattenuto dal farti mia in quel preciso istante sul ripiano della cucina, con gente che stava a pochi metri di distanza da noi. – sputò tutto in un fiato. La Ila rimase scioccata, io peggio di lei ed Edo rideva. Dopo aver finito la frase arrossì e tornò a giocare alla play.
-Cos’hai detto?- chiese lei con un filo di voce. Lui ancora tremendamente imbarazzato non rispose.
-Simo, mi dici cos’hai appena detto?- le richiese lei in modo dolce.
-Niente. Non ho detto niente.
-Sia chiaro che non finisce così.- disse lei prendendo la sua roba e andando in bagno.
Cioè avevo capito bene o Simo e la Ila lo stavano per fare? Be, come io ed Edo insomma. Forse loro lo stavano per fare in un posto “normale” se così si può definire.
Stavo guardando i due uomini che stavano giocando alla play, ero intenta a guardare quegli specie di cartoni animati che si picchiavano. Si, stavano giocando di nuovo a Tekken, ma stavolta la Ila non voleva stracciare nessuno.
Era ancora in bagno, quando il cellulare di Simo squillò.
-Dimmi, mamma…… aspetta che chiedo…che pizza volete ragazzi?- rivolgendosi verso di noi.
-Capricciosa.- rispose Edo.
-Con le patatine- risposi io.
-Tentatrice, tu cosa vuoi?- chiese Simo rivolto verso la porta del bagno.
-Patatine anche io come la Ary.- urlò lei da dentro.
-Sentito??......allora, capricciosa, due patatine e una frutti di mare……ok, a dopo. – chiuse il cellulare e ricominciò a giocare con Edo.
Ad un certo punto la Ila uscii dal bagno in costume.
-Vuoi fare un altro bagno?- le chiese Simo.
-No, ma siccome non voglio rischiare di rovinare l’intimo che devo mettere domani, l’unica cosa asciutta che ho è il costume. – gli fece un sorrisino.
Lentamente vidi lo sguardo di Simo abbassarsi dal suo viso, al suo collo, per poi scendere sul seno e lentamente scendendo facendogli una radiografia completa.
Lei era girata di spalle, non so cosa stessa macchinando.
-Simo, hai perso. – gli disse Edo che nel frattempo si mise a ridere. –Simo? Simo sei tra noi? Simo?- cominciò a scuotergli una mano davanti, proprio quando la Ila si era girata e si era trovata il suo sguardo addosso.
-Che cazzo ti guardi pervertito- gli lanciò dietro il suo pigiama.
-Stavo ammirando.- gli rispose lui, mezzo rincretinito.
-Bene, ammira finché puoi tanto non lo vedrai molto presto questo corpo. – gli rispose entrando in bagno facendo un po’ la gattina e prendendogli il pigiama dalle mani. Io risi. Lui si alzò di scatto ed entrò in bagno.
-Scusa? Cos’è che non vedrò per un po’?- lo sentivo a mala pena, ma stavo ridendo.
-Questo. Quello che vedi in questo momento.
-Ah si? Bene, vedremo.- sembrava tanto l’inizio di una battaglia, una dichiarazione di guerra. Uscii dal bagno e sbatté la porta.
-Ragazziiiiiii, è arrivata la pizza. – io ed Edo ci fiondammo giù, non aspettando nemmeno la Ila e Simo.
Arrivammo in cucina e trovammo una pila di pizze.
-Ciao Ary, come stai?- mi chiese guardando le scatole delle pizze con aria ghiotta.
-Bene, grazie. Tu?- le risposi io con un sorriso.
-Bene. Gli altri due?-chiese lei non vedendo suo figlio e la Ila.
-Non guardare noi, non sappiamo niente.- disse Edo alzando le mani come per discolparsi.
Arrivarono poco dopo i due piccioncini.
La Ila aveva su il suo pigiama.
-Che ci fai già con il pigiama tu?- le chiesi io, non riuscendo a capire.
Lei mi rispose con uno sguardo di fuoco. Ok, va bene, era meglio che non parlavo, avevo recepito.
-Mamma, guarda che ho dato un tuo intimo alla Ila, uno di quelli che sono incartati da anni. – le disse lui sedendosi a capo tavola.
-Ah si. Va bene. Cos’hai combinato Ila?- chiese lei con un sorriso.
-Cos’ho combinato io? Cos’ha combinato tuo figlio piuttosto. Appena sono arrivata mi ha buttato in piscina, mi sono fatta una doccia, mi sono messa il costume perché non volevo rischiare di rovinare l’intimo di domani e questo cretino che cazzo fa? Mi prende e mi butta sotto la doccia, cazzo.- lo urlò.
La Bea rise. – tranquilla, non è un problema. E il pigiama?
-I miei vestiti sono tutti bagnati. Ultima cosa asciutta che non debba mettere su domani.
-Prego, ragazzi. Sedetevi.
Simo era seduto a capo tavola  che ci guardava. Edo si sedette in parte a lui, sulla sua sinistra ed io in parte ad Edo. La Ila sulla sinistra di Simo, in parte ci sarebbe stata la Bea e a capo tavola Ale.
-Capricciosa.- disse Ale.
-Mia.- Edo prese in mano il cartone.
-Quattro stagioni, è mia. Vegetariana è tua tesoro. – mettendo il cartone davanti alla Bea. – Patatine.
-Mia.- avevo fame, non si era capito?
-Frutti di mare. Simo. E be, l’ultima è per forza tua, Ila.- porse il cartone sia a me che a Simo.
La Ila fregò un pezzo di frutto di mare a Simo.
-Ehi. Quello è mio.
-Ormai, non lo è più – gli fece un sorriso, lui le rubò una patatina.
-Ehi.
-Occhio per occhio, frutto di mare per patatina.
Scoppiammo tutti a ridere tranne lei.
-Pietosa, davvero. – rispose lei scuotendo la testa.
-Gli altri intanto ridono.- gli rispose lui.
-Rideranno perché sanno che sei un cretino patentato.
Be, aveva ragione più o meno, io avevo riso per la faccia della Ila, non per la sua battuta, altamente pietosa.
-Se devo essere sincera, io ho riso per la faccia della Ila, non per la tua battuta pietosa.- risposi ridendo.
-Anch’io.- dissero insieme Edo, la Bea ed Ale.
-Basta, non parlo più per tutto il giorno. – disse Simo mettendo il broncio come un bambino.
-Che bello. Le mie preghiere sono state ascoltate, non lo sentirò rompere i coglioni per tutto il giorno, sia ringraziato il cielo.
Tutti si misero a ridere.
Simo fece ancora di più l’offeso.
-Allora, Edo come stanno i tuoi? È un po’ che non li vediamo.- gli chiese la Bea. Giusto, i suoi, non mi aveva mai parlato di loro, a parte accennato qualcosa, ma non sapevo che lavoro facessero o perché non li avessi mai visti.
-Sono molto impegnati in questo periodo, non ci sono molto a casa, gli fanno fare turni extra e alcuni volte non tornano neanche a casa a dormire.- rispose lui mangiando la sua pizza.
-Che lavoro fanno i tuoi?- chiese la Ila.
-Mio papà è medico, mia mamma è infermiera. – rispose lui.
-Ecco, perché vuoi fare il medico, lavoro di famiglia.- suppose lei. Un attimo, aveva detto medico? Come faceva a sapere la Ila che lui voleva fare il medico? Ma era mai possibile che io non sapevo che cosa studiasse il mio ragazzo? Probabilmente la Ila lo sapeva perché glielo aveva detto Simo.
-Be, si. Diciamo che mi affascina la medicina, non la studio perché è il lavoro dei miei genitori.
Chissà come mai non me l’aveva detto.
Forse perché non glielo hai mai chiesto.
Ci si metteva pure la coscienza a rompere le balle.
Mangiammo la pizza tranquilli, parlando del più e del meno, anche se io ero persa nei miei pensieri.
C’erano ancora tante cose che non sapevo di Edo, non sapevo nemmeno che studiasse per fare il medico, mi rendevo conto di quanto sembrassi patetica a non aver nemmeno chiesto al mio ragazzo che cosa studiasse. Mi sentivo patetica e stupida, pensavo di sapere quasi tutto di lui ed invece non sapevo neanche le cose minime ed insignificanti.
Venni risvegliata dallo sguardo della Ila, sembrava scioccato, perso nel vuoto e mi sembrava che si stesse trattenendo dal fare qualcosa. Ormai la conoscevo come le mie tasche, faceva quella faccia lì……quando gli facevano i grattini sulla gamba.
Simo parlava tranquillamente, ma aveva una mano sotto il tavolo.
Si, le stava facendo i grattini sulla gamba e si stava trattenendo dal non spostarsi o scoppiare a ridere, anche se forse non era proprio quella la sua reazione con lui.
Si girò di scatto e lo guardò male.
Lui le sorrise. Lei gli rispose assottigliando lo sguardo.
-Allora, ragazzi. Che ne dite di farci un bagno? – propose Simo, ignorando la sguardo della Ila.
Andai a prendere la mia borsa che avevo lasciato all’ingresso e salii.
-Ary, questa è la stanza dove dormirete tu ed Edo – mi disse la Bea.
Io ed Edo. Quanto mi piaceva sentirlo dire? E soprattutto “Dove dormirete tu ed Edo”? Solo al pensiero un brivido mi percorse la schiena.
Ero ancora davanti alla porta che guardavo il legno.
Guardai la maniglia. Non avevo la forza di aprire quella porta, di abbassare quella maniglia. Appoggiai la mano e la abbassai.
Mi trovai davanti una grande stanza, con i tendaggi e il copriletto tutti blu. Le pareti anche su una tonalità di blu, i mobili neri si perdevano in quel blu. Quella era la mia stanza, adoravo già quella stanza. Adoravo il blu, il mio colore preferito e quella era la mia stanza ideale, la mia stanza dei sogni, anche se nella mia stanza ci sarebbe stati anche i mobili blu, però erano dettagli.
Appoggiai la borsa sul letto anch’esso blu. Completamente blu. Mi sentivo gli occhi a cuoricino per quella stanza.
Mi sedetti sul letto e mi sdraiai. Ok, avevo deciso, quando avrei avuto una casa mia la mia camera sarebbe stata la copia spiaccicata di questa.
-Ary, che stai facendo?- la voce di Edo mi riportò alla realtà.
-Sono in paradiso?- chiesi io sorridendo.
-Non che io sappia.- mi rispose lui.
-Voglio vivere e passare tutta la mia vita in questa stanza.
-E come mai?- mi chiese lui divertito.
-Il blu è il mio colore preferito. Questa è la mia camera ideale e io non mi muoverò da qui per tutto il giorno sia chiaro.
-Io non appongo resistenza.- disse sdraiandosi in parte a me.
Il suo corpo era vicinissimo al mio, sdraiato. Girai la testa per guardarlo e mi ritrovai i suoi occhi verdi che mi fissavano.
-Che cosa c’è?- gli chiesi io non capendo come mai mi guardasse con quella faccia strana.
-Davvero hai intenzione di rimanere in camera tutto il giorno?- mi chiese alzandosi e appoggiandosi al gomito.
Avevo i suoi occhi verdi puntati nei miei.
Volevo passare tutto il giorno in camera? Be, si, in un certo senso si, ma in un altro no. Volevo stare con lui, ma volevo anche divertirmi e stare con gli altri.
Alzandomi, presi la mia borsa ed andai in bagno.
Mi misi il costume da bagno blu ed uscii.
-Be, immagino che non vuoi ri……- Edo si girò e mi guardò. Aveva la bocca aperta, mi squadrava da capo a piedi ed io arrossii per quello sguardo. Mi guardava come se avesse voluto spogliarmi da quell’unico indumento che avevo addosso. Arrossii maggiormente.
Appoggiai la borsa in un angolo ed uscii dalla stanza.
Andai in cucina, dove c’era la Bea.
-Allora, ti piace la stanza?- mi chiese lei.
-La adoro. Io amo il blu, è il mio colore preferito.
-Sono davvero contenta che ti piaccia. Anche a me piace particolarmente.- mi sorrise.
Scese la Ila con il suo costume bianco che le metteva in risalto il seno.
-Adesso sono gli uomini che arrivano in ritardo?- chiese lei divertita.
Io e la Bea cominciammo a ridere come delle sceme.
Arrivarono anche gli altri due e quando entrarono in cucina.
La mascella si staccò completamente dalla mandibola.
Avevo davanti due uomini perfetti.
Uno alto, castano scuro, occhi verdi con quel sorriso stampato in faccia. Fisico slanciato e palestrato, ma non troppo. Spalle abbastanza larghe, anche se non come piacevano a me, ma era perfetto. Assolutamente perfetto. Con la pelle leggermente abbronzata che gli faceva risaltare gli occhi. Un pantaloncino blu notte che lo copriva fino a metà coscia. Era bellissimo, perfetto.
L’altro alto, moro, occhi scuro, con la scritta “stronzo” scritta a caratteri cubitali sulla faccia, anche se si era leggermente addolcito dalla prima volta che lo avevo visto. Fisico leggermente più palestrato di quello dell’altro, spalle larghe come sarebbero piaciute a me. Anche lui era perfetto con quella sua pelle olivastra. Pantaloncino nero metteva in mostra le gambe.
Io e la Ila eravamo imbambolate a guardarli.
Ognuna persa negli occhi e nel corpo del proprio ragazzo, anche se ogni tanto uno sguardo cadeva anche sul ragazzo dell’amica.
Erano stupendi, sembravano davvero troppo belli per essere veri, soprattutto Edo.
-Ragazzi? La piscina è fuori. – disse la Bea cominciando a ridere.
-Cosa?- domandammo tutti insieme continuando a guardarci negli occhi l’uno con l’altro.
-Che la piscina è fuori. – continuava a ridere.
-Ah, si giusto. Ragazzi, andiamo.- disse Simo riprendendo il controllo. Non sapevo se stesse ancora guardando la Ila, io ero completamente persa negli occhi di Edo, che mi guardava intensamente.
Mi ero innamorata di lui, nonostante non sapessi molte cose, lo amavo. Amavo tutto di lui, non solo il suo corpo, ma amavo il suo carattere, il suo modo di fare. Si, lo amavo, ne ero sicura.
Si avvicinò a me e mi baciò delicatamente. Mi prese per mano e mi portò fuori dove la Ila e Simo ci stavano aspettando.
Erano sdraiati sulla stessa sdraio con il viso verso il sole.
La Ila era sdraiata sul petto di Simo in mezzo alle sue gambe.
Dietro di me avevo Edo che mi prese di peso e mi buttò in piscina come un sacco di patate. Stavolta non scese anche lui con me. Mi ritrovai sott’acqua con quella piacevole sensazione di calma e solitudine, se avessi potuto restare per sempre sott’acqua ci sarei rimasta volentieri.
Sott’acqua non puoi parlare, non puoi ridere e scherzare, puoi solo rimanere sola con i tuoi pensieri. È una sensazione stupenda.
Decisi di tornare in superficie per non far preoccupare qualcuno.
Tornai in superficie nel momento esatto in cui la Ila urlò:
-Bombaaaaaaaaaaaaaaaaaa – e si tuffò a bomba nell’acqua, facendomi spaventare.
Edo e Simo risero.
Dopo pochi secondi la Ila tornò a galla.
Tossiva.
-Non dirmi che hai bevuto.- le chiesi io divertita.
-E anche se fosse? Mi sono dimenticata di chiudere la bocca prima di toccare l’acqua, va bene?- disse la Ila leggermente contrariata dal fatto che volessi prenderla in giro. Scoppiammo tutti a ridere.
-Cosa fate mi prendete per il culo?- fece l’offesa. Uscii dalla piscina e si andò a sdraiare su una sdraio prendendo il sole.
Chiuse gli occhi e prese il sole.
Simo si avvicinò a lei.
-Non ti azzardare a muovere un passo verso di me.- lo intimò la Ila alzando un dito, ma come aveva fatto a vederlo? Dal punto in cui era lei non avrebbe potuto vederlo nemmeno se avesse avuto gli occhi aperti, figuriamo con gli occhi chiusi.
-Ma……come fai a sapere che sto arrivando?- chiese lui scioccato peggio di me.
-Io so tutto ricordatelo.- alle sue parole rise da sola, seguita a ruota da me.
Simo tornò a sedersi sulla sdraio avvilito, chiudendo anche lui gli occhi.
Improvvisamente, venni presa per la vita e fatta aderire completamente al corpo di Edo. Si, era lui. Ormai riconoscevo le sue braccia, il suo profumo, il suo respiro sulla mia spalla.
Mi staccai da lui e nuotai nell’acqua. La temperatura era perfetta, il sole batteva esattamente sopra di noi ed io stavo da Dio.
Passai tutto il pomeriggio tra la piscina e le sdraio prendendo il sole.
Io e la Ila non parlammo tanto con i ragazzi, parlavamo più che altro io e lei, sdraiate su due sdraio vicine. Era un po’ che non lo facevamo da quando eravamo insieme ad Edo e Simo.
Non avevamo ancora passato un pomeriggio da sole a parlare delle nostre cose e a parlare di loro.
Be, quel pomeriggio non eravamo sole, non potevamo parlare completamente di tutto, ma era lo stesso una bellissima sensazione, stare tranquilla con la mia migliore amica.
I ragazzi non avevano disdegnato questa “piccola separazione” ci disturbavano di rado, con qualche bacio e scherzetto e poi se ne tornavano per i fatti loro, lasciando noi da sole.
Non avevo mai sopportato il sole così tanto, forse perché non c’era mai stato un venticello fresco che accompagnava i miei bagni di sole, o forse anche perché non ero mai stata così tanto sotto il sole. Non ero una da stare sotto il sole per ore, ma, forse, il fatto che stessi parlando e mi stessi distraendo, rendeva la situazione più facile e sopportabile.
Arrivò l’ora di cena.
Eravamo tutti seduti al tavolo in cucina come quello stesso pomeriggio. Stavamo ridendo e scherzando, mangiando un piatto di pasta.
Avevamo deciso di guardare un film tutti insieme quella sera, in salotto.
In quel momento stavamo discutendo su che film vedere.
Gli uomini, ovviamente, volevano vedere un film, d’azione con sangue, combattimenti, robe simili, noi donne volevamo guardare qualcosa di più tranquillo.
-Scusate, ma se guardassimo un film d’azione, con macchine e quant’altro? – propose la Ila.
Macchine? Il primo film che mi venne in mente era Fast and Furious, cioè tutti e 4.
-Si, potrebbe fare. No, Bea?- disse Ale.
-Sinceramente? Un film d’amore, no?- rispose la Bea – Scusate ma voi due non siete delle ragazze? Non dovreste preferire un film d’amore piuttosto di uno d’azione e sanguinolento?
-Ary, film d’amore o d’azione, sanguinolento e possibilmente con macchine?- mi chiese la Ila.
-D’azione, sanguinolento e possibilmente con macchine.- dicemmo all’unisono.
-Cioè non che non mi piacciano i film d’amore, ma so come va a finire che piango come una cogliona per un film e sinceramente non sono in vena. – aggiunse la Ila.
Be, si. In effetti non era il massimo per la Ila guardare film romantici o strappa lacrime, alla minima cosa piangeva. Io non ci facevo nemmeno più caso, piangeva per qualsiasi cosa di romantico, dolce e carino, ma se uno non sapeva di questo suo “atteggiamento”, l’avrebbero sicuramente presa per pazza. Colpa della sua ipersensibilità, lo considerava il suo difetto più grande, per ogni minima cagata le scendeva una lacrima e non sopportava quando succedeva.
Decidemmo di guardare Fast And Furious: solo parti originali per la gioia mia e della Ila.
Finimmo di mangiare, aiutammo a mettere a posto per poi andare tutti insieme sui due divani del salotto.
Io, Edo, la Ila e Simo eravamo sul divano più grande, la Bea ed Ale erano su quello più piccolo.
Già dalla musica d’inizio io e la Ila eravamo con l’adrenalina a mille, come ci metteva i brividi quel film lo sapevamo solo noi.
-Ciao, Vin. Come stai?- disse la Ila.
-Un altro tuo ragazzo?- le domandò Simo.
-No, per la verità, no, ma mi piace guardare le sue braccia e la sua schiena.- la faccia letteralmente sbavante della Ila mi fece morire dal ridere – e quella voceeeeeee – la faccia sbavante era peggiorata.
-E quella voceeee.- mi unii anch’io a lei.
-Comunque, il mio ragazzo arriva un po’ più tardi. Poi, te lo presenterò. – aggiunse la Ila.
-Senti è mio, chiaro?- ribattei io. Brian era mio. Punto. Di nessun altro.
Cominciammo a litigare per finta, finché non arrivò l’oggetto desiderato.
-Ammmmmmmmoooooore. Ciaoooo – disse la Ila.
-Un altro biondo?- chiese Simo.
-E che problemi ci sono? È figo. Cioè guardalo. Guardarlo. – disse indicando lo schermo.
-Be, io sono d’accordo. Davvero tanto. – disse la Bea.- anche quello di prima non scherzava, aveva un culo che……che………
-Parlava, cantava, ballava, suonava, recitava una poesia e queste cose tutte insieme.- aggiungendo insieme io e la Ila, per poi scoppiare a ridere.
-Si, si esattamente.
-Mi sa che possiamo mettere su un film romantico.- aggiunse Edo.
-Concordo.- aggiunsero Ale e Simo.
-è no, adesso questo film mi ha proprio incuriosito. Voglio vederlo tutto.- aggiunse la Bea.
-E brava, Bea.
Ci spostammo tutte noi sullo stesso divano, lasciando gli uomini soli tra di loro.
Passammo tutto il film a fare commenti di tutti i generi e gli uomini ascoltavano i nostri deliri. Sembravamo delle pervertite. Stavamo ridendo come delle sceme.
Erano le 23 quando finimmo di vedere tutto il film e restammo a fare i commenti della fine.
Salimmo tutti insieme le scale.
-Buona notte, ragazzi. Mi raccomando, riposatevi che domani sarà una giornata lunga.- disse la Bea.
-Buona notte. Ci vediamo domani.- dicemmo tutti e quattro in coro.
La Bea entrò nella sua camera. Ale era rimasto un attimo a guardare delle carte per il suo lavoro.
-Allora, ragazzi. Buona notte.- ci disse la Ila, mi diede un bacio sulla guancia ed entrò in camera.
-Notte ragazzi. A domani. –disse Simo, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Ero ancora imbambolata in mezzo al corridoio.
-Vuoi rimanere qui tutta notte?- mi sussurrò Edo ad un orecchio prendendomi per la vita.
Il cuore mi accellerò. Il respiro era irregolare.
-Ehm, n-no- risposi io titubante.
-Allora andiamo. – sussurrò ancora al mio orecchio. Se voleva farmi morire quello era il modo giusto. Mi prese per mano e mi portò in camera. Che cosa voleva fare adesso?
Mi staccai da lui, presi la mia borsa e andai in bagno a cambiarmi. Quando uscii Edo era già nel letto.
Entrai anch’io e mi raggomitolai sotto le coperte. Rabbrividii.
Edo mi prese e mi avvicinò a lui.
Sentivo completamente il suo corpo, era caldo e mi dava un senso di sicurezza essere nelle sue braccia in quel modo.
Sentivo il suo respiro tra i miei capelli.
Ad un certo punto mi girai per guardarlo negli occhi.
Restammo a fissarci per qualche minuto.
-Che c’è?- mi chiese con voce sensuale. Non so se se ne rendeva conto di quella sua voce così bassa e roca. Gli sarei saltata addosso in quel momento.
-Niente. Non posso guardarti?- chiesi arrossendo.
-Certo che puoi.- si avvicinò e mi baciò.
Con la mano destra mi teneva dalla guancia, l’altra vagava per la mia schiena.
Piccoli brividi mi percorsero.
Non so perché, ma istintivamente mi portai sopra di lui. Gli andai a cavalcioni continuando a baciarlo.
Non sapevo esattamente cosa stessi facendo, ma mi sentivo bene.
Ad un certo punto lui si mise a sedere con ancora me in braccio.
Mi scostò leggermente la maglietta del pigiama cominciando a baciarmi il collo.
Mi piaceva, eccome se mi piaceva.
Mi sarei fatta fare qualsiasi cosa da lui, qualsiasi.
Con le mani lentamente passò sotto la mia maglietta.
Aveva le mani calde, io il corpo freddo. Quel contatto caldo-freddo mi provocò ancora più brividi.
Mi tolse la maglietta e rimasi in reggiseno, ma……
Improvvisamente mi bloccai.
Lo fermai.
-Non possiamo. – gli dissi con il fiatone.
-E perché?- mi chiese non riuscendo a capire quel mio improvviso cambio di direzione. In fondo ero stata io a cominciare, ero stata io a mettermi a cavalcioni su di lui, ero io che avevo iniziato quella cosa ed ero io ora che volevo farla finire.
-Scusa, ma non………mi……cioè…
-Si, va bene. Tranquilla. Io aspetto solo te. – mi diede un bacio delicato e quando ci staccammo tornai sul letto.
Lui mi abbracciò da dietro.
-Buona notte piccola. – disse lasciandomi un bacio tra i capelli.
-Notte.
Non so cosa mi ero preso a lasciarmi andare così, ma la cosa che non riuscivo a capire davvero, era come mai mi ero fermata. C’era qualcosa che mi bloccava, che mi impediva di continuare, avevo come la strana sensazione che non fosse il momento giusto e, per una volta, avevo seguito una mia sensazione.
Poco dopo le mie riflessioni, mi addormentai tra le braccia di Edo, che mi stringeva e mi scaldava, facendomi addormentare con un sorriso ebete sulla faccia.

 

 

 

 

Ciao! Eccomi di nuovo qua. Di un paio di giorni in ritardo, ma ci sono. XD
Ma solo a me la scuola sta uccidendo? -.- No, ma davvero. Verifiche su verifiche. -.- Per fortuna questa settimana ne ho solo una -.- Va be, la smetto e vado avanti.
Ah sì, voglio dire una cosa prima di fare il mio monologo: se recensite subito, potrei farvi una sorpresa postando prima il prossimo capitolo =) Dipende tutto da voi, girls.
Che ve ne pare di questo capitolo? Eheh. POV Ary, giorno prima del matrimonio. L’aria è alquanto surriscaldata. Edo comincia ad avere voglia di approfondire il rapporto con la nostra Ary. Lei? Be, lei sembra apprezzare, ma poi prende paura e si tira indietro. Arriveranno i nostri carissimi ad approfondirlo questo rapporto? Eh non si sa.
Mi sembra di avervi già anticipato che nel capitolo del matrimonio succederà qualcosa che metterà in crisi la nostra coppia =( Purtroppo. E mi dispiace anticipare che il capitolo si sta avvicinando sempre di più. =)
E Ila e Simo? Be, vanno di bene in meglio, anzi, vanno alla grande. Sono ormai una coppia collaudata quasi. Ahahahah. Ma quello che avete letto in questo capitolo è niente in confronto a quello che leggerete nel prossimo capitolo. Piccolissimo spoiler, anche se non lo è tanto. Il prossimo capitolo è POV Ila, giorno prima del matrimonio e vedremo tutto quello che è successo dal suo punto di vista, le sue sensazioni e cosa succederà quando lei e Simo andranno a dormire. Succederà qualcosa. Eheheh Basta. Mi sto allargando troppo. Ahahah
Va be, la smetto di parlare e ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate. Davvero grazie ragazze. =)
Ringrazio anche le ragazze che mi hanno aggiunto come autore preferito. =)
Ricordo che ho pubblicato due nuove storie nella categoria Twilight. Se vi va di leggerle, andate nella mia pagina autore.
Passo a recensire le vostre recensioni:
Lua93: Gemeeeeeee, sì. Nel fringuello ho detto che Simo non ti ha mai voluto. Ahahah Ma tanto a te, non importa molto. Ormai stai pensando a Jasper.
Oddio, eresia. O.O Jasper più erotico di Simo? Ma questo mai. MAI. MAI. MAI. Simo è Simo. Simo è tutto erotico. Simo è tutto bello. -.- Ma anche Jasper non scherza. Ahahaha Ma Simo è il top del top. Ahahah
Sai che ho voglia di fare shopping? Una voglia di spendere soldi a go go. Di spendere e spendere. Peccato che i soldi manchino =( Che disdetta. =( Voglio scarpe, magliette, felpe, cappellini, accessori. Di tutto.
Oddio, non mi parlare di Londra. =( Tra un po’ partirai. =( Non mi ci far pensare. =( Be, una cosa positiva ci sarà. Quando tu sarai in Inghilterra io andrò a dormire abbastanza presto. Ahahahah
Be, anch’io lo detesto Matteo. Lo detesto anche nella realtà. Ahahah. Non è vero. Ahahah. Non lo detesto. Mi è indifferente. Ahahah. Non ci sarà una prossima volta. È stata solo una piccola comparsa per nostra fortuna, ma soprattutto per la sua. Perché sono sicura che Simo non lo avrebbe risparmiato la volta dopo. Ahahah.
Edo anche a me attizza parecchio. Ahahahah. Soprattutto quando la situazione comincia a scaldarsi. Ahahah. Ma io rimango sempre con Simo.
Ci sentiamo tra poco, Geme. Un bacione. Ti voglio bene ^_^
CrisAngels: Ciao! Immagino che l’università sia pesante. Ne sto sentendo talmente tante sull’università che se anche avessi avuto un minimo, ma minimissimo pensiero di andare all’università, non ci andrò più XD Comunque, consolati, anche per me la scuola è pesante, soprattutto per il fatto che devo farmi quasi un’ora di pullman per tornare a casa =( Che brutto. =( E poi verifiche su verifiche.
Ma non fermiamoci a pensare a queste brutte cose. Io ho voglia di fare shopping in questo momento. Ahahah.
Sinceramente, rileggendo adesso il capitolo, mi sarebbe piaciuto scrivere una bella rissa, ma non mi sembrava il caso. Alla fine, Matteo è solo un ex rompi scatole, ma che non prova più nulla per la Ila. È solo uno stronzo in pratica. XD Quindi la scazzottata sarebbe stata bellissima da leggere, ma non indispensabile.
Da quanto hai potuto leggere, la Ary ed Edo si stavano spingendo un po’ oltre, ma poi la Ary si è fermata. Tutto per paura. Ti metto una piccola pulce nell’orecchio: avrà fatto bene? Un bacione. Alla prossima ^_^
ColeiCheAmaEdward: Ma buonaseraaaaaaaaaaa! Giuro che un giorno alla Ary glielo farò indossare un vestito, anche a costo di legarla e vestirla io stessa. Ahahahah
Il bacio passionale sull’auto ci ha lasciato alquanto accaldate, vero? Soprattutto a te. Ahahahah *ammicca*
Quel giorno arriva Ary, tranquilla, che arriva, ma non subito. Ahahahah
TheDreamerMagic: Ciao cara! Ti stavo dando per dispersa. Ahahahah Certo che è importante anche il ruolo di essere l’ultima a recensire. È importante come è importante quella che recensisce per prima. =)
E se non ti dovessi perdonare che fai? Eheh. Non ti perdono, anzi, mi offendo. =( Per fortuna che non ho postato domenica altrimenti non eri nemmeno l’ultima. Hai pensato a questa cosa? Non saresti stata l’ultima. Ahahah No, aspetta. Ahahaha Sto facendo un discorso senza senso. Ahahahah.
Sono contenta che questo capitolo ti abbia divertito. Lo scopo era quello. Diciamo che volevo farti sorridere prima che succeda il fini mondo. Ahahah No, dai. Spero che divertirai anche nei prossimi capitoli e che ti sia divertita anche con questo. =)
Mi dispiace, ma il matrimonio si sta avvicinando sempre di più. Pensa che con questo capitolo ne manca solo uno a quel fatidico giorno XD Sì, mi sento molto stronzo. Ahahah. Comunque, dai. Ti dico che il fini mondo vero e proprio, avverrà nel capitolo 41 =) Quindi, rilassati. Non manca così poco.  
Comunque, quello che si sposa è il fratello di Edo. XD Un bacione. Alla prossima ^_^
 
 
 
Alla prossima ^_^

 

   
 
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