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Autore: Karima    21/10/2010    1 recensioni
La mia storia ha inizio dieci anni dopo breaking dawn, i Cullen sono stati costretti a trasferirsi tutti tranne ovviamente Edward e Bella che vivono nascosti nella loro casetta nella foresta per permettere alla piccola Nessie di rimanere vicino al suo lupo. Finché la loro strada incrocia quella di una persona “alla ricerca del passato”.
ATTENZIONE: CAPITOLI IN REVISIONE
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Alla Ricerca Del Passato'
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Capitolo uno
Arrivai a Port Angeles nel primo pomeriggio, avevo fretta di sistemarmi e iniziare cosi la mia ricerca. Ma mi ero mossa davvero alla cieca non conoscevo la zona, né tantomeno, avevo la più pallida idea di dove trovare un posto per la notte.
Fui costretta, ad affidarmi al tassista e sperare nella sua onestà, morale ed economica.
“Forks …”mi disse. “Vediamo, mi faccia pensare … è un piccolo centro, non ci sono veri e propri hotel, al massimo qualche B&B .”
Andava bene. Perlomeno per i primi giorni, se avessi trovato qualche indizio più serio, mi sarei posta il problema abitazione.
Forks mi sorprese, era una minuscola cittadina, niente di che.  Sembrava un angolo di civiltà strappato alla foresta, mi fece venire in mente le città perdute dell’India. Anche lì, l’uomo aveva cercato di ritagliarsi un pezzettino per se, ma quando aveva desistito la natura, si era ripresa tutto.
Il posto consigliatomi dal tassista, era carino pulito e a buon mercato. Rimasta sola mi accorsi di essere esausta, cosi dopo una doccia mi misi a letto. Tuttavia invece di addormentarmi subito, non riuscii a impedire alla mia mente di vagare: era strano il senso di nuovo e magico che mi dava quel posto, eppure nella mia vita c’era ben poco di normale. Stesa su quel letto sconosciuto, mi abbandonai ai ricordi.
 
 
 
La mia, era stata un’infanzia breve in una comunità che mi guardava con sospetto, se non con ostilità. Solo la legge aveva impedito ai più facinorosi di eliminarmi. La legge, e il fatto che le donne della mia famiglia guidavano da sempre il branco.
E forse per questo, come a ricordare a tutti la gratitudine, la lealtà e il rispetto dovutole, che mia madre aveva voluto darmi il nome della nostra illustre antenata: Cecilia. Come quella Cecilia, che in epoca romana, salvò la sua gente e la sua città dalla sete di potere dei Volturi. Impedendo loro, di mettere le grinfie sull’impero e di conseguenza, su tutto il mondo allora conosciuto.
Alla morte di mia madre, era stato difficile occupare il mio posto nel branco, tuttavia anche i più ostili alla fine avevano ceduto. Grazie ad una vecchia leggenda, che prediceva l’estinzione del branco qualora le discendenti di Cecilia ne avessero perso la guida. Non so se questa predizione sia vera, ma allora aveva giocato a mio favore.
Naturalmente, tutto ciò era accaduto più di 100 anni prima.
Col tempo, mi ero guadagnata il rispetto e la stima di tutti. Certo, nessuno aveva dimenticato le mie origini e quella parte del mio dna che tanti sospetti aveva suscitato, avevano semplicemente accantonato la cosa.
Anche per questo ero ansiosa di conoscere la verità, perche io non avevo dimenticato, non potevo. Il mio stesso corpo non me lo permetteva, trovare mio padre significava anche questo: riconciliarmi con quella parte di me, che ero da sempre obbligata a nascondere.
 Le notizie che avevo raccolto, seppur cosi frammentarie mi davano una speranza. Di lui sapevo poco, se non quello che mi aveva raccontato mia madre sul breve periodo trascorso insieme: il suo nome e il fatto che quando lo incontrò, stava cercando di mettere più spazio possibile tra lui e Volterra.
La sua particolare dieta, aveva suscitato dapprima curiosità, poi sospetto e infine ostilità: era vista come una follia quasi un atto di sovversione.
E cosi aveva tentato il tutto per tutto entrando a Roma: la sua idea era di farsi credere morto, eliminato dai guardiani della città per poi sparire dall’Europa e mettere l’oceano tra lui e quei regnanti sanguinari.
Se le mie teorie erano giuste, il suo destino aveva ancora una volta incrociato quello dei lupi anche questa volta con favore.  Stavo correndo troppo, pensai. Eppure quella sera dopo non so quanto tempo, mi addormentai con un sorriso.     
  
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