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Autore: Kiki May    22/10/2010    1 recensioni
[Crossover BTVS/BONES]
“… il vicecapo Summers, del dipartimento di Washington. L’indagine le appartiene. Mi aspetto la massima collaborazione e disponibilità. Dobbiamo catturare uno psicopatico che ha a carico tre omicidi accertati.”
Un pericoloso serial killer è tornato a colpire. Buffy e Brennan svolgeranno l'indagine nel tentativo di assicurare il criminale alla giustizia. La collaborazione le porterà ad aprirsi l'una con l'altra e a prendere importanti decisioni sul piano personale.
Buffyverse: AU [Buffy & Spike]; BONESverse: Inizio Sesta Stagione [Brennan & Booth]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Temperance Brennan
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi qui col nuovo capitolo!
Un ringraziamento speciale a chi ha commentato.


Ezrebet: Grazie mille davvero! Sono contenta che il crossover ti piaccia. Sono contenta che si percepisca la necessaria suspance che è fondamento di un buon poliziesco. Spero che questo capitolo ti intrighi.

Zoisite: Il Ciel mi fulminerebbe se sapesse che scrivo certe cose. XDD *rotola* Grazie, caVa.

Speranza19: Grazie per il commento alla precedente fanfiction! Devi sapere che per me l'IC è una ragione di vita, un dogma indiscutibile. ù____ù Cercherò di non sgarrare neanche qui, nei limiti dell'AU e del crossover.

 

 

 


3. Elettra

 

 

E il mio delirio
non cesserà sinché duri lo spasimo,
sin ch'io tragga il respiro.
Elettra [Sofocle]

 

 

 


Finalmente sola nel suo ufficio, Buffy poté rilassarsi un momento.
Sospirando pesantemente, si spogliò della giacca e tolse le scarpe. Stanchissima, si sedette sulla poltrona e stese i piedi sui rapporti del coroner come una ragazzina ribelle, del tutto incurante. Estrasse da un cassetto una collana di perle e cominciò a giocherellarci, separando ed unendo le pietre bianche.
Ogni perla sembrava riflettere la sua immagine in modo diverso, distorto. Nella patina opaca riluceva l’oro dei suoi capelli come una macchia informe.
Chiuse gli occhi, nauseata dalla visione.
Controllò le chiamate al cellulare e si accorse che, per l’ennesima volta, Fred Burkle aveva provato a contattarla. Cancellò immediatamente il promemoria, s’imbatté in un messaggio vocale nella casella di segreteria.
Eliminò anche quello.
Provò a digitare un messaggino pieno di tenerezza per Dawnie, ma abbandonò l’idea all’istante. Non era il genere di persona capace di manifestazioni d’amore spontanee, un messaggio più affettuoso del solito avrebbe scatenato il panico e la sospettosità della sorella minore.
Sospirò, impotente.
Un gran dolore le serrava lo stomaco e avrebbe dato qualsiasi cosa per indossare un pigiama e seppellirsi a letto. Non poteva. Non finché un pazzo omicida attentava alla vita di povere ragazze innocenti.
A tradimento, le venne in mente una se stessa lontana. Bionda, ingenua. Pensò a come sarebbe stato morire per mano di uno psicopatico come il Cacciatore.
Le sue fantasticherie vennero interrotte da un bussare insistente.

 


“Avanti.” mormorò il vicecapo, ricomponendosi di fretta, indossando le scarpe. “Oh! Perfetto! Sono già controfirmati?”
Temperance Brennan fece il suo ingresso, armata degli ultimi rapporti redatti, che Buffy stava indicando. Era stata precisa e puntuale: una grande professionista.
“La dottoressa Saroyan ha provveduto personalmente. Non avrete alcun problema dal punto di vista burocratico.”
“Grazie a Dio. Si accomodi e facciamo il punto della situazione.”
Brennan si sedette e rifiutò le caramelle gommose offerte dal vicecapo in segno di ospitalità. Dispose al centro della scrivania il rapporto di Angela e quello di Hodgins.
“Quindi …” cominciò Buffy, esitante. Hodgins e Montenegro le avevano riempito la testa di chiacchiere, informazioni e dettagli. Non credeva di ricordare tutto e la confondevano determinati passaggi. “Nel cranio di Sally Brown sono stati rinvenuti frammenti di legno identici a quelli individuati in mezzo al pattume che circondava l’ultimo cadavere nel luogo del ritrovamento ...” spiegò lentamente, fissando Brennan in attesa di un cenno esplicativo che l’aiutasse a comprendere l’esattezza della sua ricostruzione. Il fatto che la dottoressa fosse abituata a mantenere sempre la stessa espressione di serena indifferenza totale non aiutava. “ … Non potevano essere pezzi di legno provenienti della spazzatura … ”
“No. La qualità del legno corrisponde, le scaglie sono assolutamente compatibili. Si tratta di legno utilizzato nella realizzazione delle botti dove fermenta il vino. Hodgins ha rilevato tracce di …”
“Non dica i nomi scientifichesi. Mi spaventano. Botti per il vino, giusto?”
Brennan aggrottò le sopracciglia, sorpresa dalla brusca interruzione. Riprese a spiegare, cercando di essere sintetica.
“Esatto. Il legno è sempre molto particolare perché ha lo scopo di impreziosire l’aroma della bevanda.”
“Per fortuna non bevo.” sussurrò Buffy. “Okay, fin qui ci sono. Le ragazze dovevano essere tenute nascoste in un posto che aveva a che fare col vino, con la sua produzione. Una cantina, magari. Il sotterraneo di un ristorante o di una azienda del settore. Montenegro che diceva a proposito delle telefonate dell’anziana donna?”
“Esaminando le registrazioni, Angela è arrivata a dedurre che il punto da cui partono tutte le chiamate deve trovarsi in aperta campagna. In sottofondo, sono chiaramente udibili suoni agresti, versi di animali.”
“Giusto. Rumori della natura. Natura, vino, botti … cosa ci suggeriscono? Probabilmente, dobbiamo concentrarci sui vigneti, sulle proprietà agricole. È lì che vengono nascoste le ragazze.”
“È altamente probabile.”
La porta dell’ufficio si spalancò di colpo, senza salutare, entrò Xander Harris, collaboratore del vicecapo Summers.
“Xan. Bussare.” lo rimproverò Buffy.
“Salve capo, salve dottoressa Brennan.” articolò il tenente, improvvisando un inchino goffo. “Ho scovato qualcosa di importante tra queste vecchie cartacce.”
“Cosa hai trovato?”
“Cercavo tracce di possibili collegamenti tra le vittime. Come al solito, non è emerso nulla di significativo. Ma. Tutte le ragazze, in momenti differenti della loro vita, hanno frequentato la chiesa cattolica Saint Thomas.”
“Che ci facevano in una chiesa cattolica? Una delle vittime mi pare fosse protestante, un’altra metodista.”
“Ci andavano a pregare, Buffster! Nelle questioni di fede si può avere un tentennamento, aprirsi e conoscere altre confessioni diverse dalla propria.”
“Okay, quindi tutte queste ragazze hanno frequentato la stessa chiesa. Di che intervallo di tempo stiamo parlando?”
“Da sette mesi a sei anni fa.”
La dottoressa Brennan socchiuse le labbra.
“Un periodo di tempo compatibile con l’omicidio della prima vittima.”
“Aspettate, aspettate! Una delle ragazze era texana ed è stata ritrovata in Texas. Come la mettiamo?”
“Era tornata ad Austin, a casa dei genitori, da otto mesi. Un anno prima aveva affittato un appartamento a Washington e si era iscritta ai corsi di musica sponsorizzati dalla Saint Thomas.”
Saint Thomas. Come ci è sfuggita questa balena in mezzo alla spiaggia?”
“Era un legame davvero debole. Per alcune delle vittime si parla di una frequentazione di appena un paio di settimane.”
“Sufficienti al nostro killer. Adesso le cose cominciano a tornare. Andiamo a scomodare le alte gerarchie dello Stato Pontificio e …”
Buffy s’imbronciò e cercò lo sguardo della dottoressa Brennan.
“La offenderebbe rompere i gingilli alla Chiesa?”
Brennan fece spallucce, spalancando gli occhi chiari.
“Oh. No. Rompere i gingilli vuol dire formulare domande indiscrete, mettere in dubbio l’onestà morale dei prelati e coinvolgerli in un caso di pluriomidicio?”
“Più o meno.”
“No, non mi offende. Non credo nelle religioni organizzate.”
Buffy fece spallucce e trovò le chiavi dell’auto in un batter d’occhio.
“Prendiamo la mia! Guidi lei, se vuole.”

 


In macchina era sceso il silenzio più totale.
Brennan aveva provato ad accendere la radio, ma la musica l’aveva immediatamente infastidita. Era strano viaggiare in auto per lavoro con qualcuno che non fosse Booth. Negli anni, si era abituata ad utilizzare il pretesto del viaggio per parlare con lui, conoscerlo meglio e confrontare le reciproche opinioni sui casi di omicidio e su quelli della vita.
Booth pretendeva di guidare sempre. All’inizio, aveva trovato indisponente questa sua testardaggine irrazionale, segno di un’educazione maschile basata su forti preconcetti di stampo tradizionale; in seguito, aveva imparato ad apprezzare quel comportamento, quasi come fosse un segno di tenerezza nei suoi confronti, un invito al riposo e alla calma.
Sapeva di commettere un’associazione logica del tutto priva di fondamento, ma l’ostinata mania di Booth di gestire le situazioni, soprattutto al volante, la faceva sentire protetta. In alcuni casi, aveva trovato infinitamente piacevole chiudere gli occhi e lasciare che fosse lui a portarla a casa. A svegliarla all’arrivo con una carezza.
“Quindi … collabora da molto con l’FBI?” chiese Buffy.
Brennan si concentrò sulla domanda senza distogliere l’attenzione dalla strada.
“Cinque anni, per l’esattezza. In passato ho prestato consulenza nello svolgimento di un assassinio. In quell’occasione ho conosciuto Booth.”
Buffy annuì, sorridendo timidamente.
“Scommetto che vi siete piaciuti a prima vista! Come colleghi, intendo … il feeling tra colleghi … quello che ci vuole per … lavorare.”
Brennan non rispose.
Seguì l’ennesimo silenzio imbarazzato.
Sì.” affermò, a distanza di qualche secondo. “Immagino che … si possa dire di sì. Ho subito constatato la capacità professionale di Booth e alcune delle sue doti migliori, come la forza, l’ironia e l’intelligenza.”
“Ah.”
“Lui ha avuto modo di conoscere le mie.”
“Cosa?”
“Doti migliori.”
Buffy annuì ancora.
Concentrata sulla manopola dell’aria condizionata, elaborò un pensiero impossibile da formulare ad alta voce. Lo rimosse immediatamente, infastidita dalla sua stessa curiosità. Non era il tipo da intromettersi nelle vite private degli estranei che non fossero assassini o delinquenti.
“E lei?”
“Cosa? Io?”
“Lei.” ripeté Brennan, gentile. “Lavora da molto tempo con la stessa squadra?”
“Secoli! Insomma, Xander e Willow, il tenente e il capitano, hanno fatto la gavetta insieme a me, a Los Angeles. Siamo diventati molto amici. Il capo Giles è il mio mentore da tempo immemore! Sono contenta di aver creato questa sorta di famiglia a lavoro. La loro presenza rende tutto più facile, più piacevole.”
“Non ha un partner investigativo?”
“Oh, no! Beh … un vicecapo di polizia ha bisogno solo della sua squadra. Però, ho collaborato spesso con l’FBI e con le altre divisioni del distretto.”
“Capisco.”
“In particolare, mi è capitato di lavorare spesso con William Shelby dell’antidroga. Lo conosce? Il tipo strano, soprannominato Spike, che viene dall’Inghilterra. Ci è capitato spesso di fronteggiare fianco a fianco situazioni di emergenza. A Los Angeles ci siamo immischiati in una guerra tra bande e, per poco, non ci lasciavamo le penne.”
“Si riferisce agli avvenimenti di tre anni fa? Sono stati interessanti dal punto di vista antropologico.”
“Se lo dice lei! In quel periodo ci fu un contrasto tra famiglie rivali per il controllo dalla parte est della città. La situazione divenne calda e sfociò nell’omicidio del cugino di Ty-G, un pesce grosso della gang che controllava il traffico d’erba. Seguirono una serie di rappresaglie e, nel giro di tre settimane, morirono quasi dodici uomini appartenenti alle bande e tre agenti di polizia. Uno scempio.”
“Dev’essere stato difficile.”
“Può scommetterci!” sorrise il vicecapo, memore degli avvenimenti del passato. “Eravamo continuamente sottoposti a pressioni interne ed esterne. Il sindaco emanava un comunicato al giorno, Giles stava letteralmente impazzendo e nessuno ci dava tregua. Aggiunga la malcelata diffidenza tra divisioni di polizia diverse e il gioco è fatto. Per fortuna, c’era Spike.”
“L’ha aiutata a superare le rivalità di squadra?”
“Sì. Lui … ha conciliato l’ambiente quel tanto che bastava a permettermi di lavorare. Si è beccato i miei sbalzi umorali e le mie urla da comandante in carica con una pazienza davvero ammirevole. Alla fine, siamo anche sopravvissuti ad uno scontro a fuoco mortale.”
“Davvero?”
“Eravamo rimasti chiusi in un edificio in fiamme. Fuori le gang si sparavano addosso. Per uscire abbiamo dovuto forzare una maniglia incandescente, ma non avevamo nulla a fare da scudo col metallo rovente e ci siamo messi in testa di aprire assieme. Abbiamo pianto per il dolore!”
Buffy mostrò a Brennan la mano sinistra, sfregiata da piccole cicatrici da ustione.
“Perché avete forzato la maniglia insieme? Poteva farlo solo uno di voi.”
Buffy annuì, allargando le braccia.
“Sì, ma …” s’interruppe e rifletté in silenzio. “Non potevo lasciarglielo fare da solo.” spiegò, a bassissima voce.
Brennan credette di intuire qualcosa dal tono grave del vicecapo e dalla sua postura. Ancora una volta, però, non fu in grado di arrivare ad una conclusione razionalmente plausibile, né tentò di basare uno schema di deduzione su impressioni tanto vaghe. Sweets poteva utilizzare un gesto a spiegazione di qualcosa di implicito, lei era una scienziata e faceva affidamento solo sui fatti.
“Spike è venuto qui, a Washington. Ha lasciato LA.” il vicecapo si morse le labbra, evitando lo sguardo dell’antropologa forense, osservando il cielo oltre il finestrino. “L’ha fatto per me.”
“Lei sta dicendo che …”
È complicato. Stiamo assieme, ma non … io non …” Buffy prese fiato e terminò la frase in un battito di ciglia. “Gli hanno sparato, ieri. È ricoverato al Memorial Hospital e lotta tra la vita e la morte. I medici dicono che ha perso troppo sangue, che lo sparo ha generato un’infezione. Fred Burkle, una collega di Spike, mi invia continuamente messaggi. È stata lei a chiamare per darmi la notizia.”
Brennan offrì il proprio appoggio, battendo timidamente una mano sulla spalla del vicecapo Summers. Sapeva quanto fosse difficile concentrarsi sul lavoro nei momenti in cui le questioni personali prendevano prepotentemente il sopravvento.
Ricordava Booth.
Il giorno in cui l’avevano ricoverato in ospedale.
Ricordava la sua espressione spaventata, incerta, vulnerabile; la stretta di mano forte e la richiesta di accompagnarlo in sala operatoria, di non lasciarlo solo; il pallore innaturale del suo volto e le emozioni intense che avevano segnato i giorni di degenza.
Ricordava il senso di separazione imminente ed il bisogno pressante della sua presenza fisica.
Ricordava di aver pianto con un abbandono e una passione che appartenevano all’infanzia lontana, colma di dolore.
“Se lei …” tossì per schiarire la voce, leggermente arrochita. “Se lei vuole andare in ospedale a trovarlo …”
No.”interruppe Buffy, voltandosi a fronteggiare la dottoressa. Negli occhi verdi, una luce di fredda determinazione. Un distacco quasi inumano. “Non andrò da Spike.”
Brennan strinse il volante, meravigliata.
“Le chiedo di non nominarlo più e di dimenticare quello che le ho detto al riguardo. Abbiamo una missione, adesso, e viene prima di ogni altra cosa.”
Brennan studiò il profilo del vicecapo, il tono di voce, la compostezza della sua postura.
In una frazione di secondo, Buffy Summers era stata capace di erigere una barriera di vetro tra lei e gli eventi che le stavano sconvolgendo la vita. La sua respirazione era tornata normale, l’espressione si era distesa. Osservava la strada da percorrere colma di inattaccabili certezze, di una rabbia e un odio sacro, inafferrabile.
Il cellulare di Brennan squillò e la dottoressa si premurò di mettere il vivavoce. Era Angela, che la informava sui nuovi sviluppi del caso.
“Angela, parla pure. Siamo a pochi isolati dalla Saint Thomas.”
“Parli dottoressa Montenegro.” incitò Buffy, col tono leggero e coraggioso di sempre.
“Ascoltate, ho fatto una ricerca incrociata sulle ragazze e sul personale della Saint Thomas: preti, frati, assistenti sociali che la frequentano …”
“Cosa ha scoperto?”
“Ho un paio di nomi, ma uno in particolare: Caleb Micheals. Padre Micheals ha officiato alcune messe alla Saint Thomas nel periodo in cui il vescovo stava male. In seguito, ha frequentato sporadicamente la chiesa, organizzando un gruppo di preghiera. Tre delle vittime ne facevano parte. Micheals ha anche prestato servizio in Iraq, come pastore di una divisione di militari di stanza a Najaf. A quanto pare, padre Caleb vantava un rigoroso addestramento militare che gli consentiva di condividere in tutto e per tutto le abitudini dei soldati. Ha anche ucciso un paio di terroristi, beccandosi un’onorificenza.”
“Un eroe!” mormorò sarcastica Buffy.
Micheals sembrava corrispondere perfettamente al profilo del killer.
“C’è di più. Sentite questa e tenetevi forte: padre Caleb possiede un vigneto di proprietà della famiglia. Con lui vive soltanto l’anziana madre.”
“Cazzo!”
“Angela, sei in grado di darci le coordinate per raggiungere il vigneto? Potrebbe essere il luogo dove vengono tenute prigioniere le vittime. Padre Caleb potrebbe essere il killer.”
“Ti invio tutto, dolcezza. Avviso anche la squadra del vicecapo Summers e vi faccio raggiungere. Devo aggiungere un’ultima cosa. Non agitatevi, per favore.”
“Cosa è successo?”
“L’agente Maclay, Tara …”
“Cosa è successo a Tara?”
“Vicecapo, Tara è scomparsa assieme alla madre di Sally Brown.”
Gli occhi di Buffy si spalancarono di sorpresa e terrore.
Il vicecapo deglutì vistosamente e si rivolse a Brennan, concitata.
“Non abbiamo tempo per aspettare i rinforzi. Se Tara è stata presa da quel pazzo, deve trovarsi al vigneto. Dobbiamo raggiungerla, immediatamente.”
“Sono d’accordo.”
“Sentite, non mi sembra una buona idea …”
“È lontano? Dove si trova?”
“Si arriva percorrendo la strada statale che conduce alla Saint Thomas. Dovrete girare l’angolo e svoltare al secondo semaforo. Arriverete nel giro di trenta minuti. Vi invio tutto sul GPS.”
“Perfetto. Avvisa i rinforzi che siamo sulla strada. Serve un mandato. Dì a Xander di procurarsene uno e di muovere il culo alla svelta. Non possiamo perdere tempo, la vita di un’agente dipende da noi.”

 


Raggiunsero il vigneto e parcheggiarono oltre il cancello che separava la proprietà terriera da quelle adiacenti.
Buffy scese dalla macchina in fretta, aprì il bagagliaio ed estrasse una pistola e un giubbotto antiproiettile. Prese quello di riserva e lo passò a Brennan, raccomandandole di indossarlo.
“Ascolti, dottoressa. Tara è lì dentro, ne sono sicura. Ho intenzione di andare e cercare di liberarla.”
“Dovremmo almeno aspettare i rinforzi …”
“Secondo me non c’è tempo. Il killer è stato sempre cauto, paziente. Rapire un agente non è una mossa molto intelligente, soprattutto ora che siamo sulle sue tracce. Qualcosa deve averlo fatto agitare. Magari c’entra la madre della Brown.”
“In una situazione di tensione, l’assassino ha ucciso la vittima tralasciando il solito rituale. Potrebbe commettere qualcosa di avventato … anche adesso.”
“Esatto. È quello che intendo. Questo pazzo ha perso il controllo delle sue azioni e io devo agire. Devo salvare Tara, prima che sia troppo tardi.”
“Vengo con lei.” mormorò Brennan, risoluta.
Buffy scosse il capo.
“Non posso coinvolgerla, potrebbe essere pericoloso.”
“Mi ha fatto indossare un giubbotto antiproiettile.” osservò Brennan, scrutando con determinazione lo sguardo del vicecapo.
Buffy esitò solo un istante.
Si allontanò ancora una volta e tornò con un’arma carica nelle mani.
“Sa sparare?”
“Sì.”
“Ha paura?”
“No.”
“Allora potrà coprirmi mentre entriamo. Non faccia niente di azzardato e segua i miei ordini. Non dovrei lasciarla venire, farò uno strappo alla regola a condizione che lei agisca solo ed esclusivamente da agente di copertura. Se Caleb dà di matto, ci penso io.”
“Cosa farà?”
“Lo ucciderò.”

 

 

 

Note Nerd ~


- Elettra è figlia di Agamennone e Clitemnestra. A seguito della morte del padre decide di attuare la propria vendetta con l'aiuto del fratello ed uccidere la madre Clitemnestra e il suo amante, Egisto.
Hanno scritto su di lei un po' tutti a partire dalla sacra triade: Eschilo, Sofocle ed Euripide.
In particolare, l'Elettra di Sofocle è una donna determinata, forte, decisa a perseguire il suo obiettivo sino in fondo. Wikipedia dice giustamente che l'odio devasta Elettra, ma le dona anche la forza per andare avanti.
Tra le "recenti apparizioni" di Elettra c'è da segnalare quella nella canzone di Carmen Consoli. La sua Elettra, però, non ha niente a che fare con l'eroina mitica. E' una prostituta innamorata del cliente che sperimenta la gioia dell'amore e la disperazione dell'abbandono.

 

 

  
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