Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Tati Saetre    22/10/2010    6 recensioni
L’ho sognato, un’altra volta. Ho sognato il giorno del mio matrimonio, ho sognato Edward. Sono più di due mesi che Jacob ha chiesto la mia mano, ed io ho acconsentito. Da quel giorno, non faccio altro che rivivere il mio matrimonio. Ogni santa notte
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Sono ventidue dollari e settanta

“Sono ventidue dollari e settanta.” Ritiro la busta che la commessa mi porge, ed esco dal mini market.

Non voglio morir di fame, a casa di Edward. E di conseguenza non voglio far morir di fame neanche lui.

Ho preso il Pick Up, per venire al mini market.

Mini market, che si trova a Port Angeles.

Devo ringraziare Dio, se quel povero rottame è riuscito a fare un po’ di strada.

E proprio mentre esco, vengo fermata da una voce.

“Bella? Oh, mio Dio! Tu sei proprio Isabella Swan!” Non mi volto nemmeno.

Quella voce, la riconoscerei tra un milione.

Quella voce, è stata la mia persecuzione per otto anni.

Quella voce, ha perseguitato Edward, da quando ci eravamo fidanzati.

Alla fine, dopo vari richiami, sono quasi obbligata a voltarmi.

E … “Jessica! Jessica Stanley”, è proprio davanti a me.

C’è una finta faccia sorpresa, sul mio volto, ora.

Jessica Stanley, è stata un vero e proprio incubo, da quando mi sono trasferita a Forks.

Un’ochetta starnazzante comune, per chi la vede da fuori.

Ma io, ho avuto il dispiacere di approfondire la conoscenza.

Lei era fidanzata ufficialmente con Edward, quando mi sono trasferita a Forks.

Lei mi ha accusato di averglielo portato via, fino al giorno del diploma. Ci mancava soltanto che dicesse una frase delle sue, mentre pronunciava il tanto atteso discorso.

Lei ci ha perseguitati anche dopo che ci eravamo sposati. Chiamava Edward, nel bel mezzo della notte. Ed un giorno, senza poterne più sono andata sotto casa sua.

Lei, abitava con Mike Newton. Ragazzo orribile che ci provava spudoratamente con me, dal primo giorno di scuola, alla Forks High School.

Sospiro, cercando di far leva sul mio buon senso.

“Oh, è bellissimo rivederti! Che fine hai fatto? Negli ultimi anni non si è fatto che parlare di te, qui a Forks!” Questa, non era una novità.

Quando sono partita, ero più che consapevole che nella piccola città non si sarebbe parlato di altro, se non di me.

Le voci sono finite, quando proprio Jessica Stanley si era stufata di sentir parlare solo di Isabella Swan, la ragazza così carina che si era sposata, e poi aveva piantato suo marito.

“Jessica”. Faccio un segno col capo, a mo’ di saluto.

Proprio non riesco a guardarla in faccia. E infatti, lo sguardo cade sulle sue mani. In particolare quella sinistra.

E rabbrividisco, constatando che quello che mi è ‘arrivato’ sia vero.

Jessica poco di buono Stanley si è davvero sposata, e quella sulla sua mano sinistra è una fede.

Una fede tatuata.

Dicono che il suo sia stato un rito voodoo. Nessuno era presente.

Soltanto lei, ed il suo adorato Mike.

Sì, quello che ci provava spudoratamente con me.

“Non c’è bisogno che ti soffermi tanto. Mi sono sposata, per far calmare le acque, qui a Forks. Parlavano sempre di te, e di come avevi lasciato il povero Edward.

Mi sembrava strano. Infatti la gentilezza non ha mai fatto parte di Jessica.

Nel suo DNA c’è solo stronzaggine pura!

Non mi sembra strano invece, che si sia sposata proprio per far calmare le acque.

Voleva che la gente di Forks pensasse solo a lei, e così è stato. “In parte, dovresti ringraziarmi, Bella. Un po’ l’ho fatto anche per te. Hai sempre detto che non ti piace quando la gente parla di te!

E proprio in una piccola parte, quello che dice è vero.

E’ vero, che non mi piace quando la gente parla di me.

Ma è anche vero che me ne frego. Dicessero quel che vogliono, io sto bene con me stessa, e non ho proprio nulla da nascondere.

“Jessica. E’ stato davvero un piacere rivederti. Spero che tu sia felice, con Mike.”

Voglio andarmene il più presto possibile. Dopo tutto quello che ci ha fatto passare, non ho nemmeno la forza di guardarla in faccia, per quanto mi fa ribrezzo.

Mi giro, sempre con la busta in mano, e mi incammino verso il Pick Up.

“Oh, sei rimasta senza parole! Sei tornata qui per far scalpore, Bella? Per far sì che la gente continui a parlare di te, e del tuo nuovo fidanzato?

Devo tener duro.

Soltanto una volta ho picchiato una persona, quando avevo diciotto anni.

Quella persona, era Jessica. Le ho tirato così tanti capelli, che una dozzina sono rimasti nella mia mano.

Quindi, continuo per la mia strada, pensando che io la mia vendetta l’ho avuta.

Già da un pezzo.

“Avrai visto Edward, in questi giorni. No? Non ti ha raccontato nulla? Non ti ha detto come si è divertito con me, dopo che te ne sei andata?

Soltanto una volta ho picchiato una persona, nella mia vita.  

Questa, è la seconda.

 

“Ora state buone! Per favore! E tu, Bella, mi spieghi cos’è successo?”

“E’ stata lei! E’ tutta colpa sua! Questa matta mi è venuta contro, iniziando a picchiarmi!” Charlie non finisce nemmeno di parlare, perché Jessica inizia immediatamente ad incolpare me.

E’ stato un colpo duro, per Charlie.

Appena mi sono scaraventata addosso a Jessica – per prima cosa, tirandogli la busta della spesa -, delle persone si sono radunate intorno a noi.

Tutti incitavano la mora – cioè, io -, oppure la siliconata. Non c’è bisogno di dire chi sia, la siliconata.

Per fortuna, in mezzo a tutta quella gente c’era un uomo con del buon senso, che ha chiamato la polizia di Forks.

E quando lo sceriffo è sceso dalla volante con le manette, è rimasto di sasso, scoprendo che proprio sua figlia era l’elemento clou della rissa.

“Tu”, dice mio padre, indicando un uomo in divisa, che si godeva lo spettacolo dietro di noi. “Porta via lei.” E con un dito, indica Jessica.

Rimango basita, mentre lei con un sorriso e un’occhiata da ‘ora te la prendi nel deretano, e ti senti tu i richiami dello sceriffo’, esce.

“Papà! Io non ho fatto nulla!” Charlie si passa una mano sul volto, e poi si sistema i baffi.

Bells, non ci trovavamo in una situazione del genere nemmeno quando eri una ragazzina! Mi spieghi cosa ti è successo?” Prendo un bel respiro, massaggiandomi il taglio sopra un sopracciglio, che continua a pizzicarmi.

Infatti, c’è un po’ di sangue che sta colando.

“E’ stata lei! Mi ha provocata!” Mio padre aggrotta la fronte, davvero esasperato.

“Quante volte ti ho detto, che non devi alzare le mani, se prima non le alza il tuo avversario? E’ la prima cosa che ti ho insegnato, Bella!

“Tu non sai cos’ha detto!” Ribatto, ripensando alle sue parole.

Che io, ho interpretato in un altro modo. Quella grande stronza, si è ripassata un bel po’ di volte Edward, quando io non c’ero.

Quando io pensavo a Jacob.

“E dimmelo! Cos’ha detto di così meschino, da farti arrivare ad alzare le mani?” Sorrido. Ma il mio non è un sorriso ironico. E’ tirato, per niente convenevole.

“Non posso dirtelo. Mi dispiace, papà.” Mi alzo, uscendo dall’ufficio.

Fuori non c’è quasi nessuno. E fortunatamente, il mio cammino non è intralciato.

Invece, nel parcheggio c’è il Pick Up rosso, con Edward appoggiato al cofano.

Mi dirigo verso di lui, silenziosamente. Non voglio dirgli niente, se non sarà lui a chiedermelo.

Salgo sul posto del passeggero, e lui di conseguenza mi segue.

E sempre in un silenzio tombale, di dirigiamo verso casa.  

 

“Insomma, non ti ha ridotta poi così male.” Dice Edward, mentre continua a tamponare la mia ferita.

Quella piccola ferita che ho sopra il sopracciglio, è stata colpa dell’unghia di Jessica.

Quelle unghie lunghe cinque centimetri, con tanto di french.

Prima di parlare, soffoca una risata “quanti capelli le hai staccato questa volta?” Domanda, respirando praticamente sul mio viso.

Il suo profumo mi annebbia i sensi.

“Nessuno. Non le ho staccato nessun capello.” Ed il mio umore, non è dei migliori.

Quello che mi ha detto Jessica, ancora è impresso bene nella mia mente.

Le sue parole, non riescono ad andarsene.

Infondo, sono consapevole che Edward aveva diritto a degli svaghi. Io, me ne sono andata per due anni.

Edward, aveva diritto di fare quello che più gli piaceva. Ma ora, quel groppo che sentivo nello stomaco non riusciva ad andare via.

Quando ebbe finito di tamponare, si diresse in cucina per buttare il tutto, poi tornò da me.

“Cosa c’è? Ieri eravamo così in sintonia, oggi non mi dici nulla.

Sospiro, passandomi una mano fra i capelli, e facendo attenzione a non staccarmi il cerotto.

“E’ vero che sei andato a letto con Jessica? Quando me ne sono andata.”

Ora è immobile, e posso scommettere che ha anche smesso di respirare. Poi, rilascia un profondo respiro.

“E’ vero.”

Ecco, ora, cosa volevi, Bella? Volevi che ti dicesse di no, mentendoti? Almeno lui ti dice la verità, fino in fondo.

Capisce che non ho niente da dire, quindi continua. “E’ successo quasi dopo un anno. Pensavo che saresti tornata. Speravo che fosse soltanto un momento di pausa, il nostro. Invece non è stato così. E’ per questo che vi siete picchiate, Bella?”

Annuisco, tenendo lo sguardo basso. Lui prende le mie mani, stringendole. “Non puoi farmene una colpa, ma io non me lo perdono. Volevo soltanto te. Voglio ancora te.”

Alzo lo sguardo, issandolo nei suoi occhi verdi.

Non devo piangere. Devo trattenermi.

Mi avvicino, posandogli un bacio.

Un piccolo bacio sulle labbra. Casto.

Poi mi alzo, dirigendomi verso il piano superiore.

Deve aver capito che questo è il nostro ultimo bacio. Deve aver intuito, che sto per fare le valigie.

 

 

Il prossimo, credo proprio che sarà il penultimo capitolo.

Vi avevo avvisato, che questa era una mini fanfic. Poi, mi prenderò una pausa.

Una pausa bella lunga, credo. Per chi mi seguiva in tutte le altre storie, avrà notato che ho eliminato Coinquilino.

Uno: voglio portarla avanti con calma.

Due: quando sarà terminata, la ripubblicherò.

Ringrazio tutti voi, da chi segue le mie storie, a chi recensisce e hai lettori silenziosi.

Volevo avvisarvi che ho risposto alle vostre recensioni privatamente (da oggi in poi sarà così), quindi avvertitemi se ci sono stati dei problemi.

Non ho da dire molto su questo capitolo, diciamo che abbiamo scoperto una Bella gelosa, che per scappare da quel sentimento che sente crescere giorno per giorno dentro di lei, decide di andarse. Nuovamente.

Vi aspetto al prossimo capitolo.

Grazie a tutti, davvero.

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Tati Saetre