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Autore: telesette    23/10/2010    2 recensioni
In "Soul Calibur III" la modalità Cronistorie della Spada è un po' come un Gioco di Ruolo, questa fiction sostanzialmente consiste ad arricchire la trama originale con una mia personale versione...
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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A quale scopo, per il bene di chi gli uomini alzano le spade gli uni contro gli altri ?
- Accademia Militare di Parousia, Impero di Grandall.
Laster stava sull'attenti insieme agli altri ufficiali cadetti messi in riga dalla voce tonante del loro istruttore, il generale Girardot.
- "Ora inizieremo ad allenarci nelle battaglie!"
Il primo scontro avrebbe messo di fronte Abelia, la soldatessa più ferrata dell'Accademia, e Laster, che per la prima volta avrebbe assunto il comando di una unità.
- "Non vi preoccupate. Questo è solo un allenamento, per cui sopravviverà anche chi perde".
Solo un allenamento ? No, se Laster fosse stato battuto, per lui non ci sarebbe stato futuro...
La sconfitta non era una possibilità
.

Era trascorso circa un anno, dal giorno in cui Laster era stato arruolato nell'esercito imperiale per ricevere l'addestramento che avrebbe fatto di lui un soldato esperto e un combattente valoroso. Ora Laster aveva diciassette anni e si era guadagnato il rispetto e la stima di tutti i suoi commilitoni, primo fra tutti il suo amico Aeneas, e del suo Maestro d'Armi, un cavaliere incredibilmente forte di nome Siegfried Schtauffen.
La prima cosa che un cadetto doveva imparare, prima di sostenere l'esame all'Accademia Militare di Parousia, era l'utilizzo specifico di almeno un tipo di arma fino a raggiungerne la padronanza completa.
Siegfried Schtauffen era maestro nell'uso di una micidiale spada a due mani, lui stesso aveva battezzato quell'arma Requiem, e ciononostante sapeva maneggiarla come se fosse leggerissima. Solamente in pochi nell'esercito di Grandall erano esperti nel brandìre un'arma così pesante, perlopiù la fanterìa si specializzava nell'uso di armi leggere come: mazze, lance, bastoni... La Spada Lunga era un'abilità che richiedeva non solo una notevole forza fisica ma un controllo e una capacità di resistenza straordinari; l'arma che Siegfried impugnava per esempio era stata forgiata espressamente su misura e nessuno, a parte Laster, era così temerario da voler apprendere l'uso di un simile strumento. Sotto la guida severa del maestro Siegfried, Laster impiegò mesi e mesi di duro allenamento, anzitutto per imparare a "sollevare" il Requiem senza sforzo e poi per sostenerne il peso e rimanere perfettamente bilanciàto durante gli attacchi. All'inizio rimase impressionato dalla terrificante potenza di quell'arma, capace di distruggere ogni cosa e perfino "dividere" un uomo a metà. Nelle mani del maestro quella spada pesantissima sembrava dotata di vita propria, tanto erano precisi i suoi movimenti che sembrava quasi una parte di lui. Laster si allenò duramente e con impegno per cercare di ripetere le mosse del maestro, fino a raggiungere almeno un sufficiente grado di abilità; durante questo tempo, i suoi muscoli si svilupparono ulteriormente e la speciale armatura che indossava presto non costituì più né un ingombro né un impiccio; i suoi colpi si fecero sempre più controllati e, quando affondava, era lui a sostenere il Requiem non viceversa...

- Bene, Laster - esclamò Siegfried con un'espressione soddisfatta. - Finalmente hai imparato!
- Grazie maestro - rispose Laster con un leggero imbarazzo. - Ma non credo di essere ancora pronto...

Siegfried allungò il braccio, facendo segno a Laster di deporre le armi, e conficcò il proprio Requiem a terra. Laster lo osservò negli occhi, quei suoi occhi azzurri e penetranti carichi di tristezza. A volte sembrava quasi che il maestro portasse sulle sue spalle il peso di tutti i peccati del mondo, tanto la sua espressione era dolorosa, e Laster non poteva fare a meno di chiedersi a cosa stesse pensando.

- Hai una forza notevole, Laster - osservò Siegfried. - Sul serio, hai un potenziale notevole ma devi imparare a sfruttarlo al meglio...
- Che intende dire, maestro ?

Siegfried chiuse gli occhi prima di rispondere.

- Per quanto un'arma possa essere forte, per quanto una lama possa essere tagliente, non è abbastanza... Solo chi è in grado di liberare il potere nascosto dell'arma stessa può cambiare le sorti di una battaglia!
- Mi perdoni, maestro, ma proprio non riesco a capire...

Senza alzare la testa, Siegfried impugnò saldamente il Requiem con una sola mano e lo tenne alto davanti a sé, affinché Laster potesse osservarlo in tutta la sua lunghezza.

- Non sei uno stupido, Laster - esclamò. - Suppongo tu abbia ormai capito che la spada che impugno non è un semplice pezzo di metallo: io e lei siamo una cosa sola, il legame che accomuna un guerriero alla propria arma è talmente forte che quest'ultima finisce per diventare "parte" di lui...
- Come una parte del suo corpo ? - chiese Laster incerto.
- Come la sua stessa anima - rispose Siegfried. - L'anima, Laster... L'anima della tua arma è il suo potere, il TUO potere, una cosa sola con te stesso! Non tutti sono in grado di liberare il potenziale segreto della propria arma, pochi ci riescono, ma coloro in grado di utilizzare il Soul Charge da soli possono spazzare via interi eserciti...

Laster ascoltò le parole del maestro con un'espressione di completo stupore. Che cosa intendeva dire, che cos'era il Soul Charge ?!? Stava quasi per rivolgergli un'altra domanda, quando Aeneas gli batté una pacca sulle spalle.

- Ecco qua il prode Laster - esclamò. - Sempre pronto a roteare la sua spada "spazzatutto"... Hai saputo la notizia ?
- Quale ?!?
- E' finita la pacchia: le truppe di Dalkia si sono spinte lungo il confine meridionale, il nostro reparto dovrà sostenere la prova finale prima del previsto per verificare CHI possiede già i requisiti per essere mandato al fronte!
- Ma questo significa che...
- Esatto, amico mio, Parousia!

Laster trattenne il fiato. L'Accademia Militare di Parousia, la prova finale... Se fosse riuscito a distinguersi durante l'esame, sarebbe partito insieme agli altri effettivi per la prossima campagna contro le truppe della Regina Aurelia, in caso contrario sarebbe rimasto a "zappàre" il terreno con la spada per scaricare la sua rabbia.

- Ti conviene prepararti - suggerì il maestro Siegfried. - Abbi fiducia in te stesso e nelle tue possibilità, solo questo può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta!

Laster chinò la testa, in segno di saluto e di rispetto.

- La ringrazio, maestro, per tutto quello che ha fatto per me... Terrò a mente i suoi insegnamenti, non la deluderò!

Siegfried annuì con un cenno.

- Ne sono sicuro... Va adesso, raggiungi i tuoi compagni e buona fortuna!

Una volta salutato il maestro, Laster afferrò saldamente la spada e, insieme a Aeneas, raggiunse gli altri cadetti pronti per la partenza.

***


L'Accademia Militare di Parousia era una delle roccaforti più imponenti di tutto l'Impero. Laster e i suoi compagni osservarono intimiditi le solide mura svettàre verso l'alto e le torri recanti le rosse bandiere con lo stemma di Grandall che ondeggiavano al vento del mattino.
Il generale Girardot in persona venne a dare il benvenuto ai cadetti e a fornir loro le ultime istruzioni in vista della prova che, di lì a poco, si sarebbe svolta.

- Come sapete - tuonò il generale, facendo scattare tutti sull'attenti. - La situazione nel sud dell'impero non ci consente di rimandare oltre l'invio delle truppe di rinforzo: siete stati selezionati come il gruppo di reclute più promettente, malgrado il vostro addestramento non sia ancora concluso, tuttavìa oggi dimostrerete il vostro vero valore!

I soldati ascoltarono in silenzio le parole del generale senza battere ciglio. Girardot si accinse a spiegare in cosa consisteva la prova da sostenere.

- La guerra non è un gioco - esclamò Girardot in tono secco e deciso. - Chiunque vi troverete di fronte sul campo di battaglia cercherà sempre e solo di uccidervi e voi dovrete dimostrare fin da subito di essere in grado di NON dargli questa possibilità, ricordate che non affronterete dei principianti ma soldati pronti a tutto... E dovrete impegnarvi al massimo per vincere, indipendentemente da chi sono i vostri avversari!

Laster e gli altri annuìrono in silenzio.

- La vostra prova - proseguì Girardot. - Uno scontro in condizioni di battaglia reali, vedrà opposte due squadre: la prima attaccherà la roccaforte agli ordini di Laster...

Tra i soldati si udì distintamente un mormorìo di approvazione. Tutti conoscevano il valore del giovane Laster ed erano convinti che, sotto la sua guida, non potevano fallire.

- ... La seconda - concluse Girardot. - difenderà la posizione agli ordini del comandante Abelia!

Il mormorìo si tramutò di colpo in silenzio. Abelia era l'ufficiale più forte agli ordini di Girardot: non si trattava dunque di una passeggiata, avrebbero affrontato nientemeno che il fior fiore dei reparti speciali di Grandall, uno scontro impari...

- Chi di voi riuscirà a raggiungere la roccaforte potrà ritenere di aver superato la prova con successo... E' tutto!

Laster impallidì. Avrebbe nuovamente dovuto vedersela con quell'arrogante di Abelia, solo che stavolta sarebbe stato uno scontro in piena regola. Aeneas intuì il suo disagio e cercò di rincuorarlo.

- Ehi, Laster - fece in tono allegro. - Dì un po', non ti farai mica buttare giù prima ancora di cominciare ?!?
- No, certo - rispose in fretta Laster. - Solo che...

In quella una voce proveniente dal suo gruppo lo fece trasalìre.

- Abbiamo sputato lacrime e sangue per essere arruolati nell'esercito... Non mi importa se il nostro avversario è Abelia, mi rifiuto di perdere! Va bene ?

Laster si girò di scatto assieme ad Aeneas. A parlare era stata una ragazza coi capelli corti ribelli che impugnava un paio di micidiali daghe da combattimento. La ragazza si chiamava Riese ed era nota per essere una "testa calda", determinata e pronta a tutto, incapace di tirarsi indietro anche se si trattava della sua stessa vita.
Riese si avvicinò a Laster, quasi volesse fulminarlo.

- Allora - esclamò. - Siamo qui che aspettiamo i tuoi ordini, sei TU che devi guidare l'operazione perciò... Guai a te se ti azzardi a mandarci tutti allo sbaraglio!
- Ehi ehi ehi - fece Aeneas divertito. - Ti sembra questo il modo di rivolgerti al tuo comandante ?
- Se è per questo, ne conosco alcuni peggiori!

Prima che Aeneas avesse il tempo di aggiungere mezza parola, Riese gli sventolò sotto il naso la propria arma con la lama a un centimetro dalla gola.

- Ti... Ti credo sulla parola - balbettò Aeneas con un filo di voce.
- Allora - ripeté Riese, rivolgendosi a Laster. - Che cosa ne dici, "comandante" ?!?

Laster si limitò a sorridere, osservando la faccia di Aeneas, era la prima volta che l'amico non aveva più così tanta voglia di scherzare.

- E sia - esclamò alla fine. - Andiamo da quei pagliacci e facciamogli vedere di che pasta è fatto un vero combattente!

Riese lasciò andare Aeneas, il quale tirò un sospiro di sollievo.

- D'accordo - fece quest'ultimo, impugnando la sua Lancia da Giostra. - Questi sono i patti... Affare fatto ?
- Affare fatto - tagliò corto Riese.

Laster impugno la Requiem e i suoi uomini risposero con un grido, attendendo il segnale dell'attacco.

***


In cima alla roccaforte, Abelia e i suoi due sottufficiali, Notus e Ishtar, osservavano i movimenti del gruppo di Laster.

- Finalmente ci reincontriamo - mormorò Abelia sottovoce.
- Comandante ?
- Niente, Ishtar, pensavo a voce alta...

Abelia era una donna forte, dal carattere duro e orgoglioso, eppure il ricordo di come quello sciocco ragazzino l'avesse umiliata davanti al generale le bruciava ancora. Stavolta era decisa a riscattare il suo onore, perciò avrebbe inflìtto a Laster una lezione memoràbile.
Sotto di lei intanto, Laster e i suoi uomini marciavano serrati verso la roccaforte. Abelia aveva fatto schierare il primo muro difensivo in modo tale da rallentare la loro avanzata e ridurre il numero degli avversari. Tuttavìa l'impeto di Laster, Riese ed Aeneas nello sferrare colpi a destra e a manca fu tale da rincuorare il resto dei soldati alle loro spalle, cosicché questi ultimi non si persero d'animo e riuscirono a sfondare la prima linea di difesa senza perdere quasi nessuna unità.

- Notus - esclamò Abelia, rivolgendosi al suo tenente. - Prendi i tuoi uomini e scendi a dare manforte alla difesa!
- Agli ordini - rispose questi, schioccàndo veloce sull'attenti e scendendo in fretta dalla roccaforte.

Notus era un soldato alto e robusto sui venticinque anni, con i capelli rossi e un forte addestramento alle spalle. Esperto nel combattimento corpo a corpo, aveva sviluppato uno stile basato essenzialmente nell'uso delle gambe equipaggiate con speciali rinforzi protettivi capaci di tagliare in due un'asta come se niente fosse. La sua specialità consisteva nello sferrare attacchi rapidi e diretti, senza concedere all'avversario il tempo di chiudersi in difesa e reagire.
Nel momento in cui Notus e i suoi uomini serrarono i ranghi dietro alla prima linea, Laster aveva già oltrepassato la breccia e si dirigeva inesorabile verso di loro. Non appena si trovarono faccia a faccia, Notus si mise in guardia.

- Complimenti - esclamò il tenente con una smorfia. - Ma ti illudi se speri di superare la prova così facilmente!

Riese si fece avanti impugnando le daghe.

- Lascialo a me, "comandante" - fece rivolta a Laster. - Me ne occupo io, tu procedi verso la roccaforte!

Laster annuì in silenzio col capo. Tre uomini rimasero con Riese ad affrontare Notus e i suoi cinque sottoposti. Questi rimase alquanto sorpreso dall'atteggiamento sfacciato della giovane tuttavìa, mentre Laster si allontanava verso la torre, decise di accettare la sfida.

- Come ti chiami, ragazza ?
- Il mio nome non ha importanza, ti basti sapere che ti sbatterò le chiappe per terra!
- Accomodati allora - sorrise Notus. - Sempre ammesso che tu riesca a toccarmi...

Riese e gli altri si lanciarono all'attacco con un grido. Il cozzàre di armi e armature riempì l'aria come un fragoroso concerto, in mezzo a questo frastuono, sia lei che il suo avversario diedero vita a una "danza" di colpi micidiali. Notus era abituato al combattimento sulla corta distanza ma Riese era altrettanto abile nel maneggiare le sue daghe, perciò dovette stare attento a non esporsi troppo. Dal canto suo invece, la ragazza ne approfittò immediatamente per chiudere l'avversario sulla difensìva. Tuttavìa Notus non era uno sprovveduto: non appena ebbe calcolato sia la velocità che la portata dei colpi di Riese, cominciò a sferrare una serie di velocissimi calci che Riese parò a stento incrociando le lame; Riese assorbì l'urto con una certa difficoltà ma si riprese prontamente e rispose con una falciàta trasversale dal basso verso l'alto. Notus evitò l'attacco con un rapido balzo all'indietro e, tornando subito in posizione, caricò il peso sulla gamba destra e si lanciò in avanti ferendola alla spalla.

- Ti basta o devo continuare.

Riese strinse i denti, non era certamente disposta a mollare per così poco. Rinnovando la presa sulle lame, eseguì una veloce rotazione su sé stessa. Sorpreso dalla sua reazione, Notus perse l'equilibrio e cadde all'indietro con due profondi tagli sanguinanti sulla coscia e sul fianco. In un attimo Riese fu sopra di lui.

- Arrenditi - sibilò.

Masticando amaro, Notus accettò la sconfitta.

- Questa è fatta - osservò Riese con sollievo, vedendo i suoi compagni mettere gli avversari in condizioni di non nuocere. - Laster, Aeneas... Adesso tocca a voi!

Non appena vide Notus cadere, Abelia sferrò un pugno violento contro la merlatùra della torre.

- Ishtar - gridò. - Vedi di non fallire come quell'idiota!

La donna al suo fianco chinò il capo con obbedienza e, impugnando una pesante spada a doppia lama, scese dalla roccaforte per arrestare l'avanzata del nemico.
Laster proseguiva la sua corsa verso la torre, incurante del furore della battaglia, menando fendenti dovunque e seminando il panico tra i suoi avversari. Ishtar rimase ad attenderlo con la spada in pugno e la lunga chioma bionda raccolta dietro le spalle.

- Frena la tua irruenza - lo intimò Ishtar. - Oppure dovrò abbatterti!
- Fatti da parte - gridò Laster.
- Aspetta, Laster - esclamò Aeneas, bloccandolo. - Io e questa "signora" abbiamo una faccenda da regolare... Vero, Ishtar ?
- Aeneas, ma guarda che sorpresa - lo canzonò la donna. - A quanto pare la lezione non ti è bastata...

Aeneas ricambiò lo scherno della donna con un freddo sguardo di odio. Senza esitare, si fece avanti roteando la sua pesante lancia.

- Aeneas - fece Laster, osservando l'amico. - Che cosa vuoi fare ?!?
- Non ti intromettere Laster, te ne prego - rispose Aeneas con un insolito tono di voce per uno come lui. - Tu e gli altri dirigetevi alla torre, occupa la roccaforte e non preoccuparti per me!
- Sei sicuro ?
- Sì...

Laster vide il lampo negli occhi di Aeneas, tra lui e quella donna evidentemente doveva esserci qualche vecchia ruggine, perciò decise di fare come gli aveva chiesto senza perdere altro tempo.

- D'accordo, come vuoi!

Laster dette il segnale di procedere e lasciò Aeneas di fronte a Ishtar, la quale rimase immobile a fissarlo con un misto di divertimento e compassione.

- Buffo - esclamò Ishtar. - Ero convinta che, dopo la batosta che ti ho dato, saresti tornato a "strisciare" nelle latrìne da dove sei uscito... A quanto pare mi sbagliavo!
- L'errore che ho commesso, Ishtar - mormorò Aeneas in un soffio. - E' di non averti presa sul serio la prima volta... Non ripeterò lo sbaglio una seconda!

Aeneas tenne la lancia alta davanti a sé, invitando Ishtar ad attaccare. La donna accettò la sfida con un fendente poderoso e, accusando il colpo, Aeneas rispose con una sferzàta laterale dal basso. Ishtar era una combattente di prim'ordine, membro ufficiale della fanterìa pesante, la sua spada aveva aperto numerosi varchi nelle file nemiche e Abelia stessa era convinta che niente potesse resistere al suo spadone. circa due anni prima lei ed Aeneas erano entrambi allievi all'Accademia Militare, con la differenza che Aeneas era già un membro effettivo dell'esercito regolare mentre Ishtar invece era ancora alle prime armi; i due si fronteggiarono sul campo della prova finale coi ruoli esattamente capovolti... Allora fu Aeneas a sottovalutare lo scontro e pagò duramente il suo errore con una sconfitta dolorosa e la retrocessione a soldato semplice. Adesso invece era più che mai determinato a prendersi la sua sospirata rivincita.

- Vedi di fare del tuo meglio, Ishtar - sorrise. - Perché stavolta ho intenzione di fare sul serio...
- Sbruffone!

Ishtar rispose alla provocazione attaccando con impeto e calando ripetutamente la spada contro Aeneas, sollevando una pioggia di scintille. Aeneas tuttavìa conosceva ormai quello stile di combattimento e sapeva bene quali punti deboli lasciasse un attacco basato esclusivamente sulla potenza: Ishtar concentrava tutto il peso in avanti, per Aeneas era sufficiente cogliere il momento in cui era scoperta per investirla con un violento attacco rotante. Tuttavìa Ishtar si era allenata molto dall'ultima volta e i risultati si vedevano soprattutto nella rapidità dei suoi tempi di recupero. Aeneas doveva pazientare ancora prima di poter contrattaccare, altrimenti avrebbe rischiato di finire atterrato come l'ultima volta. Senza dargli un attimo di tregua, Ishtar colpì ripetutamente decisa a chiudere l'incontro prima possibile; così facendo però, continuava ad esporsi e a osare troppo negli affondi. Aeneas colse l'attimo alla perfezione, nel momento in cui Ishtar sollevò la spada, puntò velocemente il piede a terra e, facendo ruotare vorticosamente la lancia nelle mani, generò un turbine violento tale da farle perdere l'equilibrio. La donna barcollò pericolosamente all'indietro, Aeneas ne approfittò per caricarla frontalmente con l'asta in pugno e la scaraventò al suolo sotto il peso della sua corazza. Riversa sulla schiena, Ishtar cercò a tentoni l'elsa della propria arma ma la punta di Aeneas contro la gola le fece capire che il combattimento era finito.

- E con questo - esclamò Aeneas, tirando il fiato. - La questione è chiusa!
- Per ora - puntualizzò Ishtar con rabbia. - In futuro farai meglio a guardarti le spalle...
- Non temere, lo farò!

Dall'alto della sua posizione, Abelia osservò Laster eludere tutte le sue difese. All'inizio, vedendolo farsi avanti in modo così elementare e diretto, era convinta di poterlo fermare ponendo ostacoli lungo il tragitto; purtroppo non aveva considerato la forza e l'irruenza del suo drappello, così il giovane proseguì la sua corsa indisturbato fino alla roccaforte... Tanto peggio, lo avrebbe affrontato di persona.
Laster e i suoi uomini arrivarono alle porte della torre, queste cedettero sotto la spinta possente dei loro colpi e il giovane comandante entrò nel cortile gridando di trionfo. Adesso, tra lui e la vittoria, restava solamente Abelia.

- Bene, bene - rispose Abelia, scendendo le scale e impugnando la spada. - Sarò lieta di essere il tuo avversario!

Laster si ritrovò in un'ampia Arena da Combattimento, circondata da spessissime sbarre, quasi fosse una sorta di gabbia. Abelia entrò dalla parte opposta, facendosi avanti a passo sicuro, con la spada in pugno e i suoi magnifici boccoli dorati.

- Buona fortuna - esclamò lei, accennando un rapido inchino e mettendosi in guardia. - Combatti con tutte le tue forze, io farò lo stesso!

Laster la osservò in silenzio. La prima volta che si erano scontrati, non aveva nemmeno un decimo dell'abilità che aveva lei, non sapeva nemmeno impugnare una spada... Eppure era riuscito ugualmente ad atterrarla. Abelia non aveva certamente dimenticato l'insulto e, come previsto da Aeneas, era più che mai decisa a regolare la faccenda in modo definitivo.
Laster misurò il terreno di scontro come gli aveva insegnato Mastro Siegfried.

- La lunghezza della tua arma non basta a darti un vantaggio, devi considerare vari fattori, quali la forza dell'avversario e la sua velocità nel portare i colpi...

Laster strinse gli occhi. Abelia cominciò a girargli intorno senza staccare lo sguardo, aspettando il momento buono per attaccare. Anche lei era consapevole del fatto di non avere più a che fare con un ragazzino, e non aveva alcuna intenzione di prenderlo alla leggera. Osservando il suo modo di muoversi aggraziàto, Laster capì che il suo attacco avrebbe puntato esattamente contro il suo unico punto debole: la velocità...
Abelia sferrò una serie di stoccàte, alternando simultaneamente spada e scudo in rapida successione, tuttavìa Laster accusò i colpi tenendo alto davanti a sé il Requiem. La lama larga e spessa costituìva una notevole protezione, se usata efficacemente, e Laster lo aveva imparato molto bene durante il suo addestramento. Sia lui che Abelia indossavano la pesante armatura dei cavalieri di Grandall, tuttavìa quella di Abelia era progettata per il suo stile di combattimento e dunque era in un certo senso più leggera.
Abelia non esitò neanche un momento e incalzò Laster verso le sbarre per chiuderlo in una combinazione letale, il giovane dovette far ricorso a un tentativo estremo per uscire da quella difficile situazione. Spostando d'istinto il Requiem di traverso, riuscì a bloccare per un attimo l'affondo di Abelia la quale, una volta perduta l'iniziativa, sollevò immediatamente lo scudo e si chiuse a sua volta in difesa. Laster si lanciò in avanti con rabbia, roteando la spada sopra la testa, il gigantesco fendente colse Abelia del tutto impreparata; costei non poteva sperare di contenere la forza di Laster usando la sua stessa difesa, perciò adesso era quest'ultimo ad avere un vantaggio.

- Maledetto - mormorò Abelia. - Avrai anche imparato a combattere, ma non puoi sperare di sconfiggermi in uno scontro vero e proprio!
- Dì pure quello che ti pare - rispose Laster. - In battaglia non bastano la tecnica e la forza se viene a mancare la "volontà"...

Laster mancò il bersaglio per un soffio. Abelia recuperò velocemente l'iniziativa e, con un violento rumore metallico, i due incrociarono le armi una contro l'altra.

- Stai insinuando che io non abbia volontà ?!?
- Che tu l'abbia o meno non mi interessa... Io voglio vincere e, se ciò significa che devo sconfiggerti, lo farò!

Abelia reagì furiosamente alle parole di Laster. Girando su sé stessa, colpì due volte in rapida successione; Laster parò il colpo e rispose con un fendente di rovescio che costrinse Abelia a piegarsi per non essere falciàta via. Rialzandosi di scatto, la ragazza sferrò un paio di colpi leggeri contro l'armatura di Laster che accusò il danno in modo evidente.

- Hai oltrepassato il segno questa volta - gridò Abelia. - Non ti basterà la "volontà" per vincere questo duello!

Nonostante il dolore, Laster non era ancora battuto e la sua presa era ancora salda. Nello stesso momento in cui Abelia sollevò la spada, questi fece ricorso alle sue energie residue e vibrò un micidiale colpo dal basso verso l'alto. Abelia inciampò malamente all'indietro cercando di evitarlo, a quel punto Laster chiuse il conto con un colpo di piatto sulla sua mano guantata, facendole volar via la spada. Abelia si ritrovò così disarmata e, incapace di crederlo, crollò in ginocchio con gli occhi sbarrati.

- No... Non è possibile - esclamò incrèdula. - Che la mia strategìa non fosse all'altezza ?!?

Laster fece roteare il Requiem tra le mani, prima di conficcarlo a terra con un tonfo. Abelia si gettò in avanti in preda allo sconforto... Aveva perso, questa era la verità, e non poteva negarlo in alcun modo perché sapeva di aver dato il massimo nello scontro. Laster, quel moccioso arrogante, era riuscito a sconfiggerla sul campo secondo le regole e, per quanto doloroso, doveva accettarlo.

- Evita di pavoneggiarti - esclamò lei con uno scatto d'ira.

Laster non disse nulla. Dal giorno del loro incontro era cambiato non solo nel fisico ma anche nella mente: davanti a lui c'era un soldato ufficiale e un nemico sconfitto che meritava comunque il suo rispetto. Abelia si stupì quando lo vide tenderle la mano per aiutarla a rialzarsi.

- E questo... cosa significa ?
- Onore ai Vinti e ai Vincitori - rispose lui. - Siamo entrambi soldati e dobbiamo dimostrarlo, sia nella vittoria che nella sconfitta...

Abelia rimase di sasso. Negli occhi di Laster non vi era traccia alcuna di arroganza o presunzione, il suo volto era quello del guerriero che l'aveva battuta ed era il volto di un uomo leale. Soffocando la delusione e l'orgoglio dietro all'onore, accettò di buon grado l'offerta e si rimise in piedi.

- Congratulazioni - esclamò lei debolmente. - Hai superato la prova!

Laster sorrise. Aveva vinto la sua prima battaglia, ora era un soldato dell'esercito imperiale e presto avrebbe combattuto per difendere il suo paese.

( continua )

   
 
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