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Autore: blondebouncingferret    24/10/2010    7 recensioni
Ron e Harry devono andare in America per completare la loro formazione da Auror. Ron trascorre la sua ultima notte in Inghilterra con Hermione e quando torna, due anni dopo, ritrova la ragazza con un bambino di quindici mesi...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Daddy

di blondebouncingferret

traduzione di BadWolfTimeLord

 

 

Titolo: Daddy
Autrice:
 blondebouncingferret
Traduttrice:
 BadWolfTimeLord
Rating: giallo
Genere: romantico, drammatico
Personaggi: un po’ tutti
Pairing: Ron/Hermione
Link: la storia originale potete trovarla su 
HPFF


O su 
Fanfiction.net
Nota della traduttrice: prima di tutto è la mia prima traduzione. Ho letto questa storia qualche tempo fa e mi ha conquistato subito. Sono solo tredici capitoli e l’unica cosa che posso consigliarvi è... leggete! =)

Vi chiedo scusa per eventuali errori e sono graditi commenti, critiche e consigli per la traduzione. Spero che vi piaccia questa storia (a me è piaciuta molto) e mi resta solo da lasciarvi con il primo capitolo. Un solo appunto: commentate! ;)

Buona lettura,

BadWolfTimeLord

 


 

Capitolo Uno

The Party

La musica, proveniente da un lettore CD magicamente modificato, echeggiava nel vasto giardino della Tana. Un tavolo, molto simile a quelli usati ad Hogwarts, ma più corto, affiancava la staccionata di legno, che separava il giardino dal campo. Sul tavolo vi erano piatti accatastati con cibo, calici pieni di bevande e una grande torta alla Burrobirra, farcita con glassa alla cioccolata.

Da un lato ad un altro del giardino, uno striscione - fatto da Ginny Weasley - fluttuava a mezz’aria, con la scritta ‘Congratulazioni Ron e Harry!’ ben in vista. Considerando che la famiglia Weasley abitasse in quella casa da molto tempo, il fatto che il giardino fosse stato calpestato molte volte, e il recinto ricostruito altrettante, era praticamente scontato.

Quel giardino era stato il luogo dove Charlie Weasley aveva nascosto il proprio coniglietto da compagnia, Hoppy, in un piccolo foro nel tronco di un salice. Era anche il posto in cui Percy Weasley andava a leggere, mentre i suoi due fratelli gemelli più piccoli si divertivano a sperimentare i loro scherzi sul più piccolo della famiglia, Ron, il quale, essendo ancora troppo piccolo per poter camminare da solo, cadeva a terra, sotto lo sguardo divertito dei gemelli.

Ma era anche il luogo in cui Ginny Weasley era nata, in una giornata di piena estate. La signora Weasley aveva detto al marito che non sarebbe arrivata al San Mugo in tempo perché, dopo che aveva partorito sei bambini, il settimo sarebbe nato velocemente e senza problemi.

Sapendo che il giardino era sempre luogo di importanti eventi, non c’era da chiedersi il perché, durante una sera di agosto, fosse tutto addobbato a festa. Il figlio più giovane della signora Weasley, Ron, che aveva compiuto diciotto anni a marzo, stava per andare - insieme al suo migliore amico Harry Potter - in America, per due anni, per completare la formazione e diventare un Auror a tutti gli effetti.

Sarebbe dovuto essere un momento davvero felice per Ron, che si era imposto di mettere su un sorriso falso per non far allarmare i suoi amici e familiari. Tutti erano orgogliosi di lui e non solo perché fosse diventato Prefetto al suo quinto anno ad Hogwarts e perché avesse ricevuto due premi per i servizi che aveva fatto alla scuola (uno durante il suo secondo anno, e l’altro durante il sesto), ma perché aveva deciso di fare qualcosa di più importante, rispetto al suo grande sogno di diventare un giocatore di Quidditch professionista.

Perché Ron stava fingendo di essere felice, mettendo in atto quel teatrino di sorrisetti falsi? Due parole: Hermione Granger. Hermione era l’unica ragazza che Ron avesse mai amato. Si erano dati qualche appuntamento durante il loro sesto e settimo anno e tutti pensavano che sarebbero stati insieme per sempre.

Lo pensavo anche io, Ron.

Ma è il destino che sceglie di cambiare il corso della vita delle persone. Due anni sarebbero stati un lunghissimo periodo di tempo, soprattutto per Ron e Hermione, che non erano mai stati lontani l’uno dall’altra per così tanto. Il loro rapporto si era rafforzato nei sette anni di scuola, ma era stato durante l’attacco di Voldemort ad Hogwarts, nel quale lui le aveva salvato la vita, che il loro legame era diventato molto più forte di quanto non lo era già. Sarebbe stata dolorosa la lontananza, ma avevano deciso di non lasciarsi perché una relazione a lunga distanza non poteva essere impossibile, no?

Ron si mosse tra gli ospiti, con la speranza di vedere Hermione, che non aveva ancora visto dall’inizio della festa. Iniziava ad essere preoccupato. Senza neanche accorgersene, andò a sbattere contro Luna Lovegood e Neville Paciock, che stavano parlando amabilmente.

“Ehi Ron, congratulazioni” gli disse Neville, stringendogli una mano.

“Grazie e, se non sbaglio, anche io devo congratularmi con te” gli rispose Ron, riferendosi al fatto che Neville fosse stato accettato alla scuola per diventare medimago.

“Uh! Sì grazie” mormorò Neville, arrossendo, “non avrei mai pensato di riuscirci” aggiunse timidamente.

“Io, invece, sapevo che ce l’avresti fatta” esordì Luna con la solita voce sognante, piena d’orgoglio.

“Questo perché andavi al San Mungo tutti i giorni, per vedere se avevano appeso i risultati” disse Neville, con le guance in fiamme.

“Vero” rispose la ragazza, prendendo Neville per mano e stringendola in una sua. Neville e Luna erano fidanzati da alcuni mesi e Ron non li aveva mai visti così felici.

Ron si congedò e continuò a cercare Hermione. Forse se ne era andata? Forse lo aveva lasciato. Aveva sentito il suo pianto la notte precedente, in camera di Ginny. Forse era troppo per lei. Tuttavia, una vocina nella sua testa riuscì a calmarlo: Hermione era una Grifondoro, e Grifondoro era la culla dei coraggiosi.

La signora Weasley cercò di attirare l’attenzione degli ospiti, battendo le mani. Si portò i capelli bianchi dietro le orecchie e quando si accorse della presenza di Ron vicino a lei, iniziò a parlare.

“Volevo solo dire che sono molto orgogliosa di mio figlio, Ron, e di Harry” disse la signora Weasley con lo sguardo pieno di orgoglio. Ron arrossì lievemente, prima di voltarsi a guardare Harry, il di cui sguardo era puntato sulle proprie scarpe, come se ne fosse stato affascinato.

“Siamo tutti orgogliosi di loro” continuò Molly, “e io... noi...” si interruppe, non sapendo come continuare.

“Credo che la mamma stia cercando di dire” disse Fred ad alta voce, “che è ora della torta!”.

La signora Weasley diede una fetta di torta a Ron, che la ringraziò, prima di iniziare a camminare verso il salice. Proprio mentre si stava godendo la sua torta, con la schiena appoggiata al tronco dell’albero, una figura gli si avvicinò. Alzò lo sguardo e vide che Ginny si stava sedendo accanto a lui. Leccandosi le labbra, Ginny mise un dito nella torta del fratello, prima di spalmargli la glassa alla cioccolata sul naso. Ron sorrise, abbassando lo sguardo sui suoi piedi.

“Grazie” la ringraziò il ragazzo, spostando lo sguardo sulla sorella, “ehi, mi piacciono i tuoi capelli”.

“Grazie. E’ stata Tonks a pettinarmi” rispose Ginny, passandosi le dita tra i capelli con disinvoltura.

“Dov’è Tonks?” le chiese, portandosi una forchettata di dolce alla bocca.

“E’ andata ad aiutare Fred e George con il loro ultimo ‘prodotto’” rispose la ragazza, “stanno progettando una caramella che cambia il tuo aspetto. L’unica cosa che devi fare è mangiarla e pensare a cosa vuoi assomigliare”.

“Sembra più utile di quello dell’ultima volta, considerando che ti hanno fatto venire le bolle su tutto il corpo per un’ora” rispose Ron, sorridendo.

“Mi è piaciuta la Gomma-Bolle, è stato divertente” protestò Ginny, “comunque, pensano che usare un po’ di sangue di Tonks potrà essergli utile alla fine della funzionalità del prodotto”.

“Credono di riuscire a convincerla a farsi bucare da un ago per un po’ di sangue?” chiese Ron incredulo, “non è stupida”.

“Lo fa di sua spontanea volontà, non è stupida” rispose la ragazza, appoggiandosi con la schiena al tronco del salice.

“Stai bene?” le chiese il fratello, notando il piccolo sospiro della sorella.

“Bene, è solo... sarà strano essere ad Hogwarts senza te, Harry e Hermione” confessò la ragazza. Quel primo settembre sarebbe iniziato il suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts ed, essendo un anno più piccola del famoso trio d’oro, doveva ancora terminare la scuola, considerando che loro l’avevano finita l’anno precedente.

“Ci sarà anche Luna” le ricordò Ron.

“Vero” disse Ginny, “solo che... mi mancherete”.

“Mi mancherai anche tu, Gin, ma ti scriverò”.

“Me lo prometti” chiese la ragazza, speranzosa.

“Te lo prometto” le promise, guardandola sorridente. Ginny immerse nuovamente il dito nella glassa e se lo portò alla bocca.

Sei venuta qui per dirmi questo o per mangiarmi la torta?” le chiese.

“Entrambi” rispose Ginny, portandosi un’altra ditata di glassa alla cioccolata alla bocca.

***

Il cielo notturno stava diventando scuro e le stelle brillavano accanto al globo d’argento, chiamato luna. Ron si portò una mano alla fronte. Aveva parlato con tutti gli ospiti, ma non c’era stata nessuna traccia di Hermione.

La signora Weasley stava pulendo il tavolo di legno, mentre Fred sulle spalle di George - o George sulle spalle di Fred - stava aiutando Ginny a recuperare lo striscione. Ron appoggiò le spalle alla porta del retro della Tana e scoppiò in una fragorosa risata, quando uno dei due gemelli cadde e l’altro con lui e con la bandiera in mano.

“Ah!” disse Fred, trionfante.

“Ci devi dieci galeoni: siamo riusciti a riprendere lo striscione” aggiunse George, massaggiandosi il sedere, con il quale era caduto a terra.

Ginny alzò gli occhi sui gemelli, “vado a prenderli in camera mia” rispose, iniziando a camminare verso Ron, “stai bene?” gli chiese.

Hmm?” chiese il ragazzo, riprendendosi dai suoi pensieri, “oh, si”.

Sei cattivo come Hermione” disse Ginny, entrando dalla porta del retro.

Ron fu svelto a prenderle un polso, “Hermione? L’hai vista?”.

“Sì, è in camera tua con il mal di testa. Sono sorpresa che tu non l’abbia ancora vista” rispose accigliata Ginny, prima di salire le scale.

La sua stanza! Perché non era andato a guardare lì? L’anno precedente era stata lei a dirle che si sentiva più al sicuro nella sua stanza - tra le sue braccia. Ron salì le scale due a due, con meta camera sua. Quando si trovò davanti alla porta di legno, girò la maniglia senza esitazioni.

In tutti quegli anni, durante i quali Ron aveva vissuto alla Tana, la sua stanza era l’unica cosa che non era cambiata. Le pareti erano arancioni e piene di poster raffiguranti i Cannoni di Chudley, la sua squadra di Quidditch preferita.

Il cuore di Ron iniziò a battere più forte, non appena vide Hermione seduta sul suo letto, di fronte alla finestra. Aveva gli occhi chiusi e la testa china, mentre piangeva in silenzio. Ron tossì e lei aprì gli occhi, voltandosi verso di lui. Aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime, i capelli boccolosi tirati dietro le orecchie.

“Oh, Ron, ciao” lo salutò con voce stridula.

“Ehi, come stai?” le chiese, sedendosi accanto a lei.

“Sono felice per te” sorrise un sorriso decisamente troppo ampio per essere vero, “lo sono davvero e ti-” Ron le mise un dito sulle labbra per impedirle di continuare a parlare. Chiuse gli occhi e la baciò, mentre altre lacrime cadevano dagli occhi di lei.

Va tutto bene, Hermione. Due anni non sono poi tanti” le disse Ron sottovoce.

“Sono sette-cento-e-trenta giorni” lo informò con voce atona.

“Se la metti così sembra un tempo più lungo di quanto realmente è” disse Ron, sorridendole speranzoso “ma potremo vederci ogni tanto, scriverci delle lettere a vicenda”.

“Tutti i giorni?” chiese Hermione asciugandosi le lacrime con la manica della maglia.

“Sì, tutti i giorni”.

“Anche se ci vorranno un paio di giorni per far andare e tornare un gufo dall’America?”.

Ron sorrise, “si” rispose, baciandola sulla guancia, “lascia stare la mia partenza, abbiamo tutta la notte”.

Ron si avvicinò ad Hermione e la ragazza gli mise le braccia intorno al collo, mentre lui le toglieva il maglione. Ron portò le sue labbra su quelle della ragazza e iniziò a baciarla gentilmente, mentre Hermione provvedeva a sbottonargli la camicia, facendo cadere l’indumento a terra.

***

I fuochi d’artificio illuminarono il cielo, mentre gli ospiti li guardavano estasiati, non sapendo dove fossero o cosa stessero facendo Ron e Hermione in quel preciso momento. Nessuno sapeva quale sarebbero state le conseguenze di quella sera per i due amanti innamorati.

 


 

Spero vi sia piaciuto il primo capitolo e spero continuerete a seguirmi! =)

A presto,

Meli

 

  
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