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Autore: Kimmy_90    24/10/2010    1 recensioni
In Principio era il Caos: quello che seguirà lo decideranno le cinque partecipanti al concorso che mira a costruire questa storia - o meglio, questa Genesi.
Partecipanti: Rolly Too, _ki_, Prisca Turazzi, Micchan, Fabi_Fabi.
Per favore, niente intromissioni.
I capitolo: Rolly Too
*Liberi di recensire ma le recensioni non fanno testo sul giudizio finale ;)* ENJOY!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II
scritto da Fabi_Fabi




Il Creatore , dopo aver atteso per molto tempo, controllando l’evolversi della situazione dall’alto della stella che aveva scelto per vivere, decise di
scendere sulla Terra per dare un’occhiata da vicino a quel nuovo pianeta che aveva creato con tanta cura.

Notò così che i vari elementi avevano imparato a collaborare tra loro, certo, a prima vista poteva sembrare che i loro comportamenti fossero caotici o casuali, ma in realtà nulla era lasciato al caso.
Acqua scorreva sotto forma di Fiume e rendeva rigogliose le piante, le quali prendevano dal Sole il nutrimento necessario per dare l’ossigeno  a tutti gli esseri viventi, parte di Acqua evaporava, confluendo in nubi, che spinte da Vento, con il quale spesso discuteva, diventavano Pioggia.
Pioggia arrivava ovunque, insieme lei e Vento raccontavano storie, vivevano in armonia e il loro ciclo sembrava perfetto.
Parte di quell’acqua andava a riposare nei ghiacciai, a volte vì restava per moltissimo tempo, dormendo. Si svegliava solo di tanto in tanto, per avere
notizie dalla nuova pioggia, parte del ghiaccio che si scioglieva si trasformava poi in Fuime, il quale scorreva, fino a trasformarsi in Mare;
viaggiava, informando i pesci e rendendo, con le sue notizie sempre fresche, il mondo unito e partecipe del progresso che tutti insieme stavano compiendo.
Così in quel tempo nel quale il creatore aveva pazientemente atteso, l’aspetto della Terra era cambiato: gli alberi si erano divisi in famiglie e popolavano i boschi, le isole tropicali e la steppa ghiacciata; i fiumi avevano scavato il loro corso dalle montagne alle pianure, laghi tranquilli avevano riempito i crateri e le valli più profonde, ora ospitavano la vita.
La terra aveva creato i giusti spazi per gli esseri viventi, così i pesci avevano preso i mari e i laghi, i mammiferi si nutrivano dei frutti della terra
e i volatili viaggiavano sospinti dal vento.

Il creatore era orgoglioso di questo perfetto ordine caotico, per questo decise di parlare con gli elementi che lo componevano.
Prese da parte Vento, per discutere con lui del suo ruolo:
“Io porto ovunque calore e frescura, sospingo le nubi e permetto ai volatili di starsene comodi, li lascio sfruttare le mie correnti”, sussurrò orgoglioso di se stesso.
“Dimmi, vento, cosa potrei fare per rendere migliore questo pianeta?”
“Va benissimo così, in questo luogo c’è armonia”.
Il creatore allora decise di chiedere la stessa cosa ad Acqua, la quale rispose allo stesso modo: “Amo questo mondo, sono felice di essere importante, so di essere portatrice di vita”.
Acqua aveva ragione, il creatore passò quindi a Fuoco, il meno cordiale degli elementi: “Dimmi fuoco, hai capito qual è il tuo ruolo in questo mondo?”
“L’ho capito: io devo scaldare e illuminare la terra”. Fuoco aveva ragione, infatti lui viveva nelle viscere del pianeta, ne era il cuore, le permetteva di girare, si sentiva molto importante perché sapeva di essere anche in Sole, ed era proprio grazie a Fuoco che tutto sulla terra viveva.
Terra e Fuoco permettevano a tutti gli esseri viventi di soggiornarvi, Terra accoglieva tutti, alberi, mammiferi, insetti, rettili, volatili.
Tutti avevano un loro posto su di essa, che dal canto suo sapeva di essere una casa amata e rispettata. Per questo il Creatore non ebbe bisogno delle sue parole per conoscerne i pensieri.

Esauriti gli elementi decise di preoccuparsi degli esseri viventi: andò a parlare con un albero: “Io ospito scoiattoli ed insetti, sulle mie fronde ho
visto crescere una famiglia, c’è infatti un nido di uccelli, che io ho accolto con gioia, inoltre all’ombra delle mie fronde spesso si riposano animali, che mi raccontano il mondo che da qui non posso vedere”.
Albero rise, facendo frusciare i suoi rami solleticati da Vento.
Era sempre più soddisfatto della sua opera, l’uccellino che ospitava l’albero, chiese allora al Creatore perché avesse scelto una sorte così triste per quelli della sua specie: “Noi siamo braccati, cacciati dai serpenti e dai gatti, perché non possiamo vivere sereni? Non causiamo danno ad alcun essere”. Ma la creatura si sbagliava, Esso sospirò, gli disse così: “Tu, mio caro volatile, prendi la luce dal sole, mangi insetti, i quali si potrebbero
lamentare al tuo stesso modo, inoltre bevi Acqua e vivi su questa terra, sfruttando Alberi per costruire i tuoi nidi, ciascuno di noi deve avere la sua
parte. Il cerchio che desideravo vedere si è creato, il caos non l’ha inghiottito ed io non vi posso donare nulla più di questa splendida Terra, che
è la vostra casa. Senza contare che vi ho dato la possibilità di lasciare una parte di voi in eredità a questo pianeta.”
Il volatile era grato al creatore, ma avrebbe desiderato di più.
Cantò per lui per renderlo partecipe della sua gioia, allora il creatore andò a cercare un mammifero.
Lungo la sua strada si imbatté nella sua ultima creatura: l’uomo.
Il Creatore aveva donato all’uomo la capacità di ragionare, ed era molto curioso di conoscere l’effetto che questa aveva avuto su di esso.
Prese quindi le sembianze di un uomo e decise di andare a parlargli.


Quando il Creatore si avvicinò a Tiala, lei non era affatto felice. Piangeva.
Si chiese cosa fossero quelle lacrime, infatti non gli era mai capitato di vedere le sue creature così tristi: “Cosa succede, uomo?”
Lei alzò la testa e lo osservò stranita: “Io sono una donna”.
Esso sorrise per quella precisazione, ma passò oltre: “Perché sei triste, donna?”
“Non sono una semplice donna, io sono Tiala”, disse lei seccata.
Tutte quelle precisazioni sembravano esagerate: “Potevi dirlo subito, Tiala”.
Lei sospirò ancora.
Il creatore non aveva chiaro il motivo che la rendeva triste, quindi chiese alla donna quale fosse il problema, “Non capisco perché”.
Creatore si fece invitare nel villaggio degli uomini, Tiala allora lo accompagnò, e fu fiera di mostrargli le capanne che gli uomini avevano
costruito, gli mostrò che gli uomini avevano imparato a improgionare Fuoco e ad usarlo per mangiare, cosa che piacque molto ad Esso.
Vide che gli uomini avevano creato oggetti dalla natura, che si servivano di essa, così domandò: "Dimmi Tiala: perché costruite queste cose?"
"Prima di tutto perché sono utili, secondo: perché possiamo farlo".

Il Creatore osservò le bestie nei recinti, le armi che gli uomini usavano per cacciare, il fuoco che scaldava il villaggio e gli alberi che bruciavano in
mezzo alle fiamme, per un attimo si sentì triste, ma decise di restare, voleva conoscere meglio gli uomini.

   
 
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