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Autore: NekoShadi    26/10/2010    4 recensioni
[in revisione] Una gita scolastica entusiasmante in un antico castello medievale si trasforma in un giallo a causa della sparizione di uno degli studenti. Assieme a lui anche una reliquia storica del luogo, una rosa nera. Cosa significherà?
Il mio primo romanzo! >.< ditemi cosa ne pensate! :3 Anche i pareri negativi sono accettati!!
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. I maghi sono tornati?

Il giorno dopo i quotidiani e i telegiornali non facevano altro che parlare del ragazzo scomparso: “Ragazzo scompare nel castello Magis” oppure “La magia è tornata? La procura indaga sulla scomparsa di Albar Dugton” oppure ancora “Il caso shock. Sparito alunno nel castello”.

La sua foto ormai era ovunque. A scuola i ragazzi delle altre classi si radunavano intorno alla 2A, la classe di Albar; erano curiosi e terrorizzati dal fatto che un quindicenne si sia perso in un immenso castello medievale per di più appartenuto a una famiglia di maghi.

Tra di loro si formavano le ipotesi più strampalate e quelle più orribili: alcuni dicevano che Albar poteva essere diventato invisibile, oppure che sia stato catapultato in un altro mondo, altri invece pensavano che fosse stato mangiato dai topi o caduto in mano a un mostro antico.

La 2A invece era certa solo della sua sparizione: le ragazze piangevano e i ragazzi quel giorno erano davvero troppo calmi.

E in quella classe cupa e ingrigita da quel fatto c'era Dan, con gli occhi spenti come se fosse in uno stato di trans, nella cui mente erano fisse l'immagine della rosa e degli occhi di ghiaccio di Albar.

A quel punto entrò la prof di matematica che vista la situazione in cui erano gli alunni decise di non dire loro, per ora, che la prof di Italiano, che li aveva accompagnati in gita, era stata arrestata per irresponsabilità della scolaresca, con l'aggravante della sparizione di un ragazzo.

La disperazione più evidente era quella che aveva colpito la famiglia Dugton.

La madre di Albar non faceva altro che tormentarsi di non aver curato il figlio e di non essere stata una buona madre per lui; da quando era sparito non aveva smesso di piangere e di disperarsi.

Il padre ormai non mangiava da tre giorni ed era sempre attaccato o al telefono o alla porta nell'attesa che Albar ritornasse.

La sorella si era chiusa nella solitudine più totale e nonostante litigasse spesso con il fratello in fondo gli voleva bene.

Dal giorno della sparizione amici e parenti della famiglia facevano la coda per cercare di consolare la madre, il padre e la ragazza, ed entrava spesso nella camera di Albar per cercare un suo ricordo, qualcosa di ancora vivo.

Il telegiornale continuava a parlare di lui e trasmissioni televisive attivavano linee telefoniche da chiamare in caso di riconoscimento o vista del ragazzo che però non suonavano mai.

La sparizione di Albar era una cosa assurda: come possono due quindicenni entrare in una stanza pericolosa senza essere avvistati e fermati? E come può riuscire a fuggire solo uno senza accorgersi dell'assenza dell'altro?

Ormai c'era una sola possibilità: le telecamere di sorveglianza; già, le telecamere, era giorni che la polizia stava analizzando i filmati che esse avevano ripreso.

Ve n'erano tre che inquadravano la porta nera.

E da tutti i filmati risultava la stessa cosa: due ragazzi entrano nella stanza, poi uno esce di corsa e qui.. qui il filmato si interrompe, contemporaneamente nei tre filmini, come se fossero stati sabotati o tagliati.

   
 
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