Ponci soffriva. Ponci soffriva tanto. Voleva solo uscire dal mondo. Guardare un film che la prendesse a tal punto di occupare i suoi pensieri. Leggere un libro che entrasse così tanto dentro di lei che avrebbe avuto in mente solo i suoi personaggi. Parlare con amici che non le raccontassero dei loro poblemi, ma di cose divertenti, di vecchi ricordi, di qualcosa che non la facesse pensare. Che non la facesse pensare a lui. Ponci aveva trovato un modo per sfogarsi. Scrivere un diario. Ma non raccontare delle cose precedenti, ma da quello che sta succedendo adesso. Non riaprire vecchie ferite, ma aprirne di nuove. Qualcosa dove non è ancora caduto del sale. Di quelle che con qualche punto si possono ricucire. Ponci si sente sola. Voi sapete dirgli solo "Mi dispiace..." Non una parola di conforto, non un consiglio, non una proposta per farla svagare un pò... Solo un misero mi dispiace... Ma cosa se ne fa lei di un mi dispiace? Ma tanto a voi non importa... Non avete mai capito nulla di lei. Ma si, lasciatela da sola, sputategli addosso... Sparlatela pure, fatela soffrire ancora! Tanto a chi importa del cuore spezzato della piccola illusa? Ponci metteva la foto di una ragazza bionda che piangeva. Voi non lo capirete mai, ma in tutte quele ragazze bionde Ponci vedeva lei. In quelle ragazze con le guance rosa, Ponci vedeva lei. In quei vestitini neri un pò aderenti, Ponci vedeva lei. In quegli occhiali a forma di stella, Ponci vedeva lei. In quegli occhi azzurri... No, lì Ponci vedeva lui.