3. Chiarimenti,
gesti inaspettati e il crollo di un
pregiudizio
La mattina
seguente Rose varcò la porta della Sala Grande di
buon ora, come era solita fare da sei anni. Si avvicinò al
tavolo dei
Grifondoro e scorse la figura di Lisa, seduta da sola e intenta a
sfogliare la Gazzaetta del Profeta.
La giovane
Weasley sorrise radiosa e le corse incontro, felice di scambiare
quattro
chiacchiere con l’amica, ma a pochi passi da lei si
fermò bruscamente.
Il volto della
Baston non era disteso e luminoso come al
solito, ma piuttosto contorto in una smorfia di dolore. Aveva gli occhi
arrossati e i capelli, legati in una coda, erano più
arruffati del solito. Rose
non ebbe tempo di chiedersi il motivo di tale cambiamento che i loro
sguardi si
incrociarono. Lisa si sforzò di sorriderle e le fece cenno
di sedersi. L’amica
annuì, accasciandosi sulla panca di fronte. Esitò
qualche istante prima di
rivolgergli parola.
<<
Lisa va tutto bene? >>
Doveva aver
usato un tono preoccupato ed estremamente ansioso
perché l’espressione dispiaciuta di Lisa le
strinse il petto. La giovane si
limitò a sorriderle, annuendo. Aveva l’aria stanca
e sembrava che il semplice
parlare le provocasse sofferenza.
Rose
capì che insistere non sarebbe servito e decise di cambiare
argomento, ma l’arrivo di una terza persona la
destò dal suo intento. James non
si sedette, ma restò immobile dinanzi alla Baston che si
ostinava a non alzare
lo sguardo.
<<
Lisa ho bisogno di parlarti, vieni >>
Senza attendere
una sua replica la fece rialzare, afferrandone
con delicatezza un braccio e insieme si allontanarono dalla sala. Rose
non
seppe cosa pensare. Aveva udito per la prima volta un tono che non si
confaceva
al cugino: dolce e premuroso. Inoltre gli aveva sentito pronunciare il
nome
della ragazza e la cosa accrebbe la sua sorpresa. Era curiosa di
saperne di
più, ma per il momento si fece bastare le sue congetture e
si occupò della
colazione.
James condusse
Lisa in un angolo del corridoio, ancora
tenendole la mano, ed entrambi non accennarono a rompere il silenzio
prima di
essersi fermati. Il giovane Potter la fissò nonostante la
ragazza continuasse a
non guardarlo. Con un gesto della mano James sfilò
l’elastico dai capelli di
Lisa, lasciando che ricadessero sulle sue spalle e sull’esile
schiena.
<<
Li preferisco così >>
Fu la semplice
spiegazione. Mise l’elastico intorno al polso
e sollevò il mento della ragazza, costringendola a
ricambiare il suo sguardo.
Un moto di tenerezza lo invase nell’osservare quel viso
pallido, stanco. Non
esitò e la strinse tra le braccia. Fu in quel momento che
Lisa sembrò respirare
nuovamente, si avvicinò a lui posando il capo sul suo petto.
Respirò
il suo profumo e le sembrò di perdersi in esso. I
suoi sensi si acquietarono, e si sentì finalmente serena e
libera dai dubbi che
l’avevano tormentata per l’intera notte.
Rialzò lo sguardo e gli sorrise, un
sorriso diverso che James sapeva avrebbe riservato solo a lui.
Restarono l’una
nelle braccia dell’altro a lungo, dando
l’impressione di non aver bisogno di
nient’altro, nemmeno di parole.
***
Rose non era
riuscita a parlare né con Lisa né con suo cugino
per il resto della
giornata, ma sperò
che ritornando in Sala comune avrebbe trovato o l’una o
l’altro ad attenderla. Percorrendo
il lungo corridoio arrestò il
passo, trovandosi di fronte agli schiamazzi dei due Serpeverdi
più riprovevoli
di cui conoscesse il nome: Zabini e Nott.
Seduto sul
davanzale dell’ampia finestra a giocherellare con
la propria bacchetta c’era invece Scorpius che non si
preoccupò di alzare lo
sguardo sulla ragazza, indifferente come suo solito.
<<
Potreste evitare di far tanto baccano? >>
Avrebbe potuto
ignorarli e continuare a camminare spedita in
direzione del ritratto della Signora Grassa, ma la sua dedizione alle
mansioni
di Prefetto presero il sopravvento. Il ragazzo biondo
continuò a non prestale
la minima attenzione, irritandola più di quanto non lo
fosse, mentre gli altri
due le si avvicinarono,
sovrastandola
per la loro altezza.
<<
E tu di essere così tremendamente noiosa e
insopportabile? >> Borbottò
uno
dei due, erompendo poi in una delle sue odiose risate.
<<
Sono un Prefetto e come tale vi ordino di tornare
alla vostra Sala Comune, altrimenti… >>
<<
Altrimenti cosa, piccola Mezzosangue? >>
Rose rossa dalla
rabbia non ebbe tempo di replicare che
qualcun altro intervenne.
<<
Basta così >>
Malfoy si era
alzato e con le mani nelle tasche e
un’espressione che Rose non riuscì bene a
decifrare, osservava i due Serpeverde,
facendogli cenno di andare via.
<<
Scorpius che cosa… >>
<<
Non mi hai sentito Zabini ? >>
Rose
pensò che quella fosse la prima volta che vedeva Malfoy
arrabbiato. In tutte le loro discussioni era sempre lei sola a mostrare
segni
di collera e irritazione, lui l’aveva sempre derisa con
un’innaturale
calma. Il tono di
voce del Serpeverde
non dovette sorprendere solo la Grifondoro perché a
giudicare dalle loro facce,
gli altri due erano palesemente sconcertati.
Senza aggiungere
altro, annuirono alla volta di Scorpius e
non risparmiandosi un’ultima occhiata torva a Rose, si
allontanarono. Lo
Slytherin attese qualche istante, quindi si voltò
incamminandosi lungo il
corridoio. La giovane Weasley si chiese se avesse dovuto ringraziarlo,
del
resto lui era intervenuto in sua difesa, ma la cosa le
sembrò talmente assurda
nonostante fosse appena accaduta che non riuscì a muovere un
passo o spiccicare
parola per diversi minuti.
***
Il mattino
seguente al tavolo dei Grifondoro, attorniata dai
suoi cugini non potè fare a meno di spostare più
volte lo sguardo in direzione
dei Serpeverde. Osservò
Malfoy e suo
cugino ridere fin quasi a soffocarsi per qualche battuta idiota delle
loro e
non potè fare a meno di sorridere.
Dimentica
dell’eterno odio che aveva giurato al giovane,
doveva ammettere a se stessa che per Albus era un buon amico, che
c’era più di
una ragione per cui suo cugino gli fosse così legato,
sebbene a lei sfuggisse.
E poi
capì. Il dubbio che l’aveva accompagnata dalla
sera
prima trovò soluzione. Il motivo per cui Malfoy era
intervenuto riguardava solo
ed esclusivamente il fatto che lei fosse la cugina del suo migliore
amico. Il
suo gesto non aveva niente a che vedere con lei, del resto
l’aveva sempre
trovata insopportabile o peggio ancora, la ignorava.
E giunta a
questa rivelazione si sorprese di esserne
delusa. Ancora
immersa nei suoi
pensieri, si ricordò che lo stava fissando insistentemente
solo quando egli
incrociò il suo sguardo. Rose si voltò
rapidamente, arrossendo e maledicendosi
per quell’attimo di debolezza.
Si
rialzò senza finire la colazione, cosa che lasciò
suo
fratello e i cugini palesemente stupiti , e lasciò la Sala
Grande.Poggiò le
spalle al muro e inspirò. Attese diversi minuti prima di
vederlo uscire e si
sentì sollevata che fosse solo.
<<
Malfoy! >>
Scorpius si
voltò e con le mani in tasca ed imperturbabile
come sempre si avvicinò alla ragazza.
<<
Sono sorpreso e sinceramente un po’ dispiaciuto di
non vederti a terra come tuo solito >>
Sghignazzò
il ragazzo e Rose dovette far fronte a tutto il
suo autocontrollo per non rispondergli per le rime, ma portare a
termine
l’intento che si era prefissata.
<<
Volevo ringraziarti per ieri sera >>
Si
sforzò di sorridergli e cercare di sembrare il
più
naturale possibile, cosa che non dovette riuscirle molto bene.
<
Fu la secca
risposta di Malfoy che si era già voltato e si
stava allontanando da lei, quando
la replica
di Rose lo costrinse a fermarsi ancora.
<<
So che lo hai fatto solo perché sono la cugina del
tuo migliore amico e… >>
<<
Non l’ho fatto per questo >>
Rose
sgranò appena gli occhi, palesemente sorpresa di essere smentita e lo vide
riavvicinarsi, anche
più di quanto avesse mai fatto.
<<
Sono l’unico che può prendersi gioco di te Weasley
>>
Le
sussurrò all’orecchio, così vicino che
Rose potè sentire
il suo respiro sul collo. Era confusa, non le era ben chiaro se a
quella
replica avrebbe dovuto arrabbiarsi o esserne felice. Rialzò
il capo e i loro
occhi si incatenarono per un lungo momento.
Si sentì inaspettatamente protetta da quello
sguardo, da quelle
parole e per la
prima volta in vita sua
non riuscì ad aprir bocca.
<<
Non tentare di analizzare anche questo,Weasley
>>
Malfoy le
rivolse il solito ghigno, suo marchio di fabbrica,
e si allontanò, lasciandola ancora boccheggiante e
soprattutto interdetta
all’idea che lui potesse conoscerla così bene.
***
Terminate le
lezioni, in una biblioteca deserta, Albus era
intento a finire il suo tema di pozioni con scarso successo. Rose
alternava lo
sguardo dal suo libro di Artimanzia
al
cugino, pensierosa, ma soprattutto indecisa sul parlargli o meno dei
suoi
dubbi. Prima che potesse decidere il da farsi, Al rialzò lo
sguardo, fissandola
con aria interrogativa, sicuro che qualcosa turbasse la ragazza.
<<
Ti Ascolto >>
Furono le uniche
parole che le disse, non c’era bisogno di
aggiungere altro perché come lui, anche lei era ben
consapevole di non poter
riuscire a mentire a lungo.
<<
Albus, mi chiedevo… >> Si interruppe, forse
alla ricerca delle parole più appropriate.
<<
Perché sei amico di Malfoy? >>
<<
Rose,non ricominciare… >>
<<
No, Al! Non ho intenzione di biasimarti, sono solo
curiosa di conoscerne le ragioni >>
Albus
sembrò indeciso sul risponderle o meno, la fissò
per
alcuni secondi finchè non si convinse a replicare.
<<
Scorpius… >>
Sottolineò con enfasi il nome, continuando <<
E’ diverso dalla sua famiglia, ti
basti pensare che ha scelto me come suo migliore amico, il figlio del
salvatore
del mondo magico da colui che i Malfoy servivano.
Lotta ogni giorno con i pregiudizi nei suoi
riguardi, ma continua a ripetermi che non gliene importa. So che non
è così.
Egli si dimostra arrogante e finge che il suo stato non gli pesi.
E’ più facile
per lui che gli altri lo considerino un degno erede di un
Mangiamorte>>
Sospirò,
non distogliendo lo sguardo dalla cugina.
<<
Ricordi quante volte ci siamo lamentati di essere
appellati come i figli Di Harry Potter , di Ronald Weasley ed Hermione
Granger?
Senza che andassero
oltre e vedessero
quelli che siamo? Immagina come deve essere ricevere
l’appellativo di
mangiamorte! >>
Rose lo
ascoltava, ripensando a tutte le volte in cui aveva
considerato Scorpius solo come un inutile Serpeverde, pur convinta di
non
essersi lasciata guidare dai pregiudizi.
Non potè fare a meno di odiarsi nel vedersi tra
la folla di quelle persone
che pensavano a lui come un Malfoy, come un degno erede della sua
famiglia
senza andare oltre all’apparenza. Senza prendere in
considerazione il fatto che
lui potesse essere diverso, che come amico di Albus Severus Potter
avesse già
dimostrato tanto.
Ma lei non aveva
mai pensato a quanto quella scelta gli
fosse costata. Si
vergognò di aver
immaginato di essergli superiore solo perché suo padre non
era stato un
Mangiamorte. Abbassò lo sguardo, non capiva
perché sentisse un così forte
desiderio di piangere.
<<
Non l’avevo mai vista in questo modo >> Riuscì a dire in
un sussurro.
<<
Come tanti altri… capire Scorpius non è cosa
facile! >> Ridacchiò, cercando di stemperare
la tensione. <<
Forse sono l’unico che l’abbia
fatto, è per questo che mi sopporta! >>
Allungò
la mano, stringendo quella di Rose che riuscì a
rincuorarsi almeno un po’, orgogliosa di essere la cugina di
quel ragazzo
straordinario. Furono
interrotti qualche
istante dopo dall’arrivo di Malfoy che scostando la sedia
vicino a quella
dell’amico si accasciò su di essa, visibilmente
stanco.
<<
E’ già finita la punizione? >>
Albus gli diede
una pacca sulla spalla, sghignazzando. Il
ragazzo annuì, sembrava troppo esausto persino per parlare.
<<
Perché eri in punizione? >>
Rose si sorprese
del suo stesso tono di voce. Era certa di
non avergli mai parlato in quel modo, quasi con dolcezza e apprensione. Il ragazzo dovette
accorgersene perché, alzato
un sopracciglio, la fissò perplesso per diversi secondi
prima di risponderle
con la solita calma.
<<
Dacci un taglio Weasley! Mi
irrita questa tua vocina sdolcinata, e
ancor di più che mostri interesse nei miei riguardi. Se
avessi saputo che
avresti reagito così, ci avrei pensato dieci volte prima di
difenderti da
quell’idiota di Zabini! >>
Nemmeno si
premurò di guardarla, prese uno dei libri di
Albus, iniziando a sfogliarlo con disinteresse. Rose boccheggiava, in
conflitto
per ciò che aveva capito su di lui e furiosa per il modo in
cui le aveva
parlato. Rossa in viso, si rialzò di scatto raccogliendo
frettolosamente le sue
cose.
<<
No,non ci riesco! >>
Urlò
più a se stessa che agli altri due prima di correre
via. Albus, incerto su cosa dire rimase in silenzio. Ma Scorpius
chiarì i suoi
dubbi, prima di rialzarsi pigramente e lasciarlo lì da solo.
<<
Non è la sua pietà che voglio >>
***
Lisa Baston era
seduta al tavolo di Grifondoro, il gomito
sulla lignea superficie, la mano a reggerle il viso mentre sorridente
osservava
la giovane Weasley che
visibilmente
fuori di sé si ingozzava e borbottava insulti tra i
più coloriti verso il
giovane Serpeverde.
<<
E io che mi sono sentita anche in colpa! Che
stupida! No,no...per quanto Albus possa negarlo quello lì
è e
rimarrà un arrogante, presuntuoso, borioso…
>>
<<
Rose... Rose! >>
La ragazza
rialzò lo sguardo, interrompendo finalmente la
serie di appellativi poco carini su Malfoy, perplessa nel vedere Lisa
chiaramente divertita.
<<
Per quasi sei anni non c’è stato un singolo giorno
in cui non abbiate litigato. Hai mai pensato che questo cambiamento
improvviso
possa risultargli sospetto? Soprattutto se, come dice Al, Scorpius
sceglie di
essere così per difendersi…”
Per la seconda
volta in quella giornata, Rose si sentì una
stupida. Perché tutti riuscivano a comprenderlo tranne lei?
Che fosse lei
quella troppo presa da se stessa per riuscirci?
<<
Inoltre io ho sempre pensato che tra te e lui ci
fosse qualcosa di singolare. Non trovo originale pensare che i vostri
litigi
siano dati dall’odio, se effettivamente non gli importasse
nulla di te,ti
avrebbe semplicemente ignorato,come fa con mezza Hogwarts!
>>
Rose si
scoprì sollevata nell’udire quelle parole, nel
prendere in considerazione l’idea che dietro ai loro continui
litigi ci fosse
qualcosa in più, ma non ebbe tempo di soffermarsi su questo
pensiero che
arrossendo violentemente scosse il capo, cercando di allontanare
quell’assurda
idea. Portò una mano al viso e si accorse di essere assai
accaldata, di certo
pensò di non dover essere un bello spettacolo.
Sospirò, rialzando lo sguardo su
Lisa e guardandola perplessa.
<<
Ma non avevi gli allenamenti oggi? >>
Non ebbe modo di
ricevere una risposta perché la Baston
sgranò gli occhi, scattando
in piedi e uscendo
di corsa dalla sala Grande. Arrivò agli spogliatoio
più velocemente possibile e
poi finalmente al campo dove gli altri sfrecciavano in volo sulle loro
scope.
<<
Sei in ritardo Baston! >>
Trasalì
nell’udire la voce di James alle sue spalle, si
voltò piano vedendolo avvicinarsi con aria non proprio
amichevole. Pensò che
potesse trarre qualche vantaggio dal fatto che il loro rapporto avesse
decisamente fatto dei passi avanti, ma si maledì per non
esser capace di far la
svenevole o di usare un tono decisamente stucchevole così da
far scemare la sua
rabbia. Gli
andò incontro accennando ad
un debole sorriso.
<<
Capitano >>
Davanti agli
altri continuava ad essere fastidiosamente
formale, era convinta che nessuno sarebbe stato pronto a vederli
insieme, o forse
erano loro a non esserlo.
<<
Rimedierò all’istante impegnandomi più
del
necessario e...e... >>
<<
Monta su quella dannata scopa allora e fila via!
>>
Il tono di
James, tra il divertito e l’autoritario, non
lasciava repliche, la ragazza obbedì all’istante
non prima che il suo viso si
contorcesse in una smorfia divertita.
Pochi minuti
prima che il sole calasse, i Grifondoro
uscirono dai loro spogliatoi, accingendosi a raggiungere la Sala Grande
il più
rapidamente possibile, affamati. Lisa proprio in quell’stante
si sentì
afferrare per un braccio e trascinare dentro.
<<
Ora dovrai farti perdonare >>
La voce suadente
di James, unita al suo sguardo le diede i
brividi. Sebbene avesse rindossato la divisa il suo corpo doveva essere
ancora
bagnato dopo la veloce doccia e goccioline d’acqua ricadevano
lungo il viso, il
collo e dalla camicia semi aperta notò che accarezzavano
anche il petto del
ragazzo.
La risposta di
Lisa fu un bacio, appassionato ed esigente.
James la strinse, mentre una mano sprofondava nei morbidi capelli della
ragazza. Le labbra bruciavano, desiderose di scontrarsi ancora tra di
loro, di
assaporare quel diletto tanto desiderato. La bocca del giovane
lasciò quella
della ragazza, soffermandosi sul collo, mordendolo.
Tra i sospiri e i gemiti Lisa
pronunciò il suo nome, ancora
e ancora, supplicandolo di non smettere. Niente li avrebbe riportati
alla
realtà, non si sarebbero accorti che qualcuno si era
attardato e dalla porta
semichiusa li aveva visti, aveva violato quel segreto che entrambi
custodivano
anche troppo gelosamente.