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Autore: MiaStonk    26/10/2010    3 recensioni
Le mura di Hogwarts accolgono i ragazzi della nuova generazione e sebbene non sembrano ritrovarsi ad affrontare gli stessi pericoli dei genitori,hanno comunque il loro ben da fare tra amori acerbi, rivalità e sentimenti di complicità e amicizia.
'Rose si limitò a scuotere il capo e sospirare,salutando con ritrovato buon umore il resto della famiglia.
Hugo e Lily confabulavano animatamente di qualcosa,di cui Rose non avrebbe voluto sicuramente saperne nulla poiché come Prefetto avrebbe di certo avuto il compito di fermare qualsiasi stramba iniziativa.
Si voltò e alla sua destra ciò che vide peggiorò solamente la sua preoccupazione.
Roxanne,degna figlia di George Weasley armeggiava con due o tre ampolle contenenti liquidi dai colori più svariati e che senza dubbio avrebbero provocato al malcapitato di turno i capelli di un colore inimmaginabile o l’alito pestilenziale.
Ignara della reale gravità di ciò che questo avrebbe comportato,Rox rialzò gli occhi scuri su Rose rivolgendole il più radioso tra i sorrisi e al tempo stesso il più inquietante.
Dominique,dall’altro lato della panca imburrava una fetta di pane tostato con la sua solita flemma,lontana da tutto ciò che el accadeva intorno.
Rose Weasley spostò la sua attenzione a qualche tavolo più in là,quello della casata dei Serpeverde dove l’odiato biondino prendeva posto accanto ad un ragazzo dalla chioma nera e in disordine,sul cui volto brillavano due occhi di un meraviglioso e vivace verde: Albus Severus Potter,suo cugino.
La ragazza non potè evitare una smorfia nell’osservare i due ridere e scherzare amichevolmente,da veri amici quali erano. '
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Buon Sangue Non Mente'
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3. Chiarimenti, gesti inaspettati e il crollo di un pregiudizio

 

La mattina seguente Rose varcò la porta della Sala Grande di buon ora, come era solita fare da sei anni. Si avvicinò al tavolo dei Grifondoro e scorse la figura di Lisa, seduta da sola e intenta a sfogliare la Gazzaetta del Profeta. La giovane Weasley sorrise radiosa e le corse incontro, felice di scambiare quattro chiacchiere con l’amica, ma a pochi passi da lei si fermò bruscamente.

 

Il volto della Baston non era disteso e luminoso come al solito, ma piuttosto contorto in una smorfia di dolore. Aveva gli occhi arrossati e i capelli, legati in una coda, erano più arruffati del solito. Rose non ebbe tempo di chiedersi il motivo di tale cambiamento che i loro sguardi si incrociarono. Lisa si sforzò di sorriderle e le fece cenno di sedersi. L’amica annuì, accasciandosi sulla panca di fronte. Esitò qualche istante prima di rivolgergli parola.

 

<< Lisa va tutto bene? >>

 

Doveva aver usato un tono preoccupato ed estremamente ansioso perché l’espressione dispiaciuta di Lisa le strinse il petto. La giovane si limitò a sorriderle, annuendo. Aveva l’aria stanca e sembrava che il semplice parlare le provocasse sofferenza. 

 

Rose capì che insistere non sarebbe servito e decise di cambiare argomento, ma l’arrivo di una terza persona la destò dal suo intento. James non si sedette, ma restò immobile dinanzi alla Baston che si ostinava a non alzare lo sguardo.

 

<< Lisa ho bisogno di parlarti, vieni >>

 

Senza attendere una sua replica la fece rialzare, afferrandone con delicatezza un braccio e insieme si allontanarono dalla sala. Rose non seppe cosa pensare. Aveva udito per la prima volta un tono che non si confaceva al cugino: dolce e premuroso. Inoltre gli aveva sentito pronunciare il nome della ragazza e la cosa accrebbe la sua sorpresa. Era curiosa di saperne di più, ma per il momento si fece bastare le sue congetture e si occupò della colazione.

 

 

James condusse Lisa in un angolo del corridoio, ancora tenendole la mano, ed entrambi non accennarono a rompere il silenzio prima di essersi fermati. Il giovane Potter la fissò nonostante la ragazza continuasse a non guardarlo. Con un gesto della mano James sfilò l’elastico dai capelli di Lisa, lasciando che ricadessero sulle sue spalle e sull’esile schiena.

 

<< Li preferisco così >>

 

Fu la semplice spiegazione. Mise l’elastico intorno al polso e sollevò il mento della ragazza, costringendola a ricambiare il suo sguardo. Un moto di tenerezza lo invase nell’osservare quel viso pallido, stanco. Non esitò e la strinse tra le braccia. Fu in quel momento che Lisa sembrò respirare nuovamente, si avvicinò a lui posando il capo sul suo petto.

 

Respirò il suo profumo e le sembrò di perdersi in esso. I suoi sensi si acquietarono, e si sentì finalmente serena e libera dai dubbi che l’avevano tormentata per l’intera notte. Rialzò lo sguardo e gli sorrise, un sorriso diverso che James sapeva avrebbe riservato solo a lui. Restarono l’una nelle braccia dell’altro a lungo, dando l’impressione di non aver bisogno di nient’altro, nemmeno di parole.

 

                                                                      ***

 

Rose non era riuscita a parlare né con Lisa né con suo cugino  per il resto della giornata, ma sperò che ritornando in Sala comune avrebbe trovato o l’una o l’altro ad attenderla.  Percorrendo il lungo corridoio arrestò il passo, trovandosi di fronte agli schiamazzi dei due Serpeverdi più riprovevoli di cui conoscesse il nome: Zabini e Nott.

 

Seduto sul davanzale dell’ampia finestra a giocherellare con la propria bacchetta c’era invece Scorpius che non si preoccupò di alzare lo sguardo sulla ragazza, indifferente come suo solito.

 

<< Potreste evitare di far tanto baccano? >>

 

Avrebbe potuto ignorarli e continuare a camminare spedita in direzione del ritratto della Signora Grassa, ma la sua dedizione alle mansioni di Prefetto presero il sopravvento. Il ragazzo biondo continuò a non prestale la minima attenzione, irritandola più di quanto non lo fosse, mentre gli altri due le si  avvicinarono, sovrastandola per la loro altezza.

 

<< E tu di essere così tremendamente noiosa e insopportabile? >>  Borbottò uno dei due, erompendo poi in una delle sue odiose risate.

 

<< Sono un Prefetto e come tale vi ordino di tornare alla vostra Sala Comune, altrimenti… >>

 

<< Altrimenti cosa, piccola Mezzosangue? >>

 

Rose rossa dalla rabbia non ebbe tempo di replicare che qualcun altro intervenne.

 

<< Basta così >>

 

Malfoy si era alzato e con le mani nelle tasche e un’espressione che Rose non riuscì bene a decifrare, osservava i due Serpeverde, facendogli cenno di andare via.

 

<< Scorpius che cosa… >>

 

<< Non mi hai sentito Zabini ? >>

 

Rose pensò che quella fosse la prima volta che vedeva Malfoy arrabbiato. In tutte le loro discussioni era sempre lei sola a mostrare segni di collera e irritazione, lui l’aveva sempre derisa con un’innaturale calma.  Il tono di voce del Serpeverde non dovette sorprendere solo la Grifondoro perché a giudicare dalle loro facce, gli altri due erano palesemente sconcertati.

 

Senza aggiungere altro, annuirono alla volta di Scorpius e non risparmiandosi un’ultima occhiata torva a Rose, si allontanarono. Lo Slytherin attese qualche istante, quindi si voltò incamminandosi lungo il corridoio. La giovane Weasley si chiese se avesse dovuto ringraziarlo, del resto lui era intervenuto in sua difesa, ma la cosa le sembrò talmente assurda nonostante fosse appena accaduta che non riuscì a muovere un passo o spiccicare parola per diversi minuti.

 

                                                                   ***

 

Il mattino seguente al tavolo dei Grifondoro, attorniata dai suoi cugini non potè fare a meno di spostare più volte lo sguardo in direzione dei Serpeverde.  Osservò Malfoy e suo cugino ridere fin quasi a soffocarsi per qualche battuta idiota delle loro e non potè fare a meno di sorridere.

 

Dimentica dell’eterno odio che aveva giurato al giovane, doveva ammettere a se stessa che per Albus era un buon amico, che c’era più di una ragione per cui suo cugino gli fosse così legato, sebbene a lei sfuggisse.

 

E poi capì. Il dubbio che l’aveva accompagnata dalla sera prima trovò soluzione. Il motivo per cui Malfoy era intervenuto riguardava solo ed esclusivamente il fatto che lei fosse la cugina del suo migliore amico. Il suo gesto non aveva niente a che vedere con lei, del resto l’aveva sempre trovata insopportabile o peggio ancora, la ignorava.

 

E giunta a questa rivelazione si sorprese di esserne delusa.  Ancora immersa nei suoi pensieri, si ricordò che lo stava fissando insistentemente solo quando egli incrociò il suo sguardo. Rose si voltò rapidamente, arrossendo e maledicendosi per quell’attimo di debolezza.

 

Si rialzò senza finire la colazione, cosa che lasciò suo fratello e i cugini palesemente stupiti , e lasciò la Sala Grande.Poggiò le spalle al muro e inspirò. Attese diversi minuti prima di vederlo uscire e si sentì sollevata che fosse solo.

 

<< Malfoy! >> 

 

Scorpius si voltò e con le mani in tasca ed imperturbabile come sempre si avvicinò alla ragazza.

 

<< Sono sorpreso e sinceramente un po’ dispiaciuto di non vederti a terra come tuo solito >>

 

Sghignazzò il ragazzo e Rose dovette far fronte a tutto il suo autocontrollo per non rispondergli per le rime, ma portare a termine l’intento che si era prefissata.

 

<< Volevo ringraziarti per ieri sera >>

 

Si sforzò di sorridergli e cercare di sembrare il più naturale possibile, cosa che non dovette riuscirle molto bene.

 

<>

 

Fu la secca risposta di Malfoy che si era già voltato e si stava allontanando da lei, quando  la replica di Rose lo costrinse a fermarsi ancora.

 

<< So che lo hai fatto solo perché sono la cugina del tuo migliore amico e… >>

 

<< Non l’ho fatto per questo >> 

 

Rose sgranò appena gli occhi, palesemente sorpresa di  essere smentita e lo vide riavvicinarsi, anche più di quanto avesse mai fatto.  

 

<< Sono l’unico che può prendersi gioco di te Weasley >>

 

Le sussurrò all’orecchio, così vicino che Rose potè sentire il suo respiro sul collo. Era confusa, non le era ben chiaro se a quella replica avrebbe dovuto arrabbiarsi o esserne felice. Rialzò il capo e i loro occhi si incatenarono per un lungo momento.  Si sentì inaspettatamente protetta da quello sguardo, da quelle parole  e per la prima volta in vita sua non riuscì ad aprir bocca.

 

<< Non tentare di analizzare anche questo,Weasley >> 

 

Malfoy le rivolse il solito ghigno, suo marchio di fabbrica, e si allontanò, lasciandola ancora boccheggiante e soprattutto interdetta all’idea che lui potesse conoscerla così bene.

 

                                                                       ***

 

Terminate le lezioni, in una biblioteca deserta, Albus era intento a finire il suo tema di pozioni con scarso successo. Rose alternava lo sguardo dal suo libro di Artimanzia  al cugino, pensierosa, ma soprattutto indecisa sul parlargli o meno dei suoi dubbi. Prima che potesse decidere il da farsi, Al rialzò lo sguardo, fissandola con aria interrogativa, sicuro che qualcosa turbasse la ragazza.

 

<< Ti Ascolto >> 

 

Furono le uniche parole che le disse, non c’era bisogno di aggiungere altro perché come lui, anche lei era ben consapevole di non poter riuscire a mentire a lungo.

 

<< Albus, mi chiedevo… >> Si interruppe, forse alla ricerca delle parole più appropriate. 

<< Perché sei amico di Malfoy? >>

 

<< Rose,non ricominciare… >>

 

<< No, Al! Non ho intenzione di biasimarti, sono solo curiosa di conoscerne le ragioni >>

 

Albus sembrò indeciso sul risponderle o meno, la fissò per alcuni secondi finchè non si convinse a replicare.

 

<< Scorpius… >>  Sottolineò con enfasi il nome, continuando  << E’ diverso dalla sua famiglia, ti basti pensare che ha scelto me come suo migliore amico, il figlio del salvatore del mondo magico da colui che i Malfoy servivano.  Lotta ogni giorno con i pregiudizi nei suoi riguardi, ma continua a ripetermi che non gliene importa. So che non è così. Egli si dimostra arrogante e finge che il suo stato non gli pesi. E’ più facile per lui che gli altri lo considerino un degno erede di un Mangiamorte>>

 

Sospirò, non distogliendo lo sguardo dalla cugina.

 

<< Ricordi quante volte ci siamo lamentati di essere appellati come i figli Di Harry Potter , di Ronald Weasley ed Hermione Granger?  Senza che andassero oltre e vedessero quelli che siamo? Immagina come deve essere ricevere l’appellativo di mangiamorte! >>

 

Rose lo ascoltava, ripensando a tutte le volte in cui aveva considerato Scorpius solo come un inutile Serpeverde, pur convinta di non essersi lasciata guidare dai pregiudizi.  Non potè fare a meno di odiarsi nel vedersi tra la folla di quelle persone che pensavano a lui come un Malfoy, come un degno erede della sua famiglia senza andare oltre all’apparenza. Senza prendere in considerazione il fatto che lui potesse essere diverso, che come amico di Albus Severus Potter avesse già dimostrato tanto.

 

Ma lei non aveva mai pensato a quanto quella scelta gli fosse costata.  Si vergognò di aver immaginato di essergli superiore solo perché suo padre non era stato un Mangiamorte. Abbassò lo sguardo, non capiva perché sentisse un così forte desiderio di piangere.

 

<< Non l’avevo mai vista in questo modo >>  Riuscì a dire in un sussurro.

 

<< Come tanti altri… capire Scorpius non è cosa facile! >> Ridacchiò, cercando di stemperare la tensione.   << Forse sono l’unico che l’abbia fatto, è per questo che mi sopporta! >>

 

Allungò la mano, stringendo quella di Rose che riuscì a rincuorarsi almeno un po’, orgogliosa di essere la cugina di quel ragazzo straordinario.  Furono interrotti qualche istante dopo dall’arrivo di Malfoy che scostando la sedia vicino a quella dell’amico si accasciò su di essa, visibilmente stanco.

 

<< E’ già finita la punizione? >> 

 

Albus gli diede una pacca sulla spalla, sghignazzando. Il ragazzo annuì, sembrava troppo esausto persino per parlare.

 

<< Perché eri in punizione? >> 

 

Rose si sorprese del suo stesso tono di voce. Era certa di non avergli mai parlato in quel modo, quasi con dolcezza e apprensione.  Il ragazzo dovette accorgersene perché, alzato un sopracciglio, la fissò perplesso per diversi secondi prima di risponderle con la solita calma.

 

<< Dacci un taglio Weasley!  Mi irrita questa tua vocina sdolcinata, e ancor di più che mostri interesse nei miei riguardi. Se avessi saputo che avresti reagito così, ci avrei pensato dieci volte prima di difenderti da quell’idiota di Zabini! >>

 

Nemmeno si premurò di guardarla, prese uno dei libri di Albus, iniziando a sfogliarlo con disinteresse. Rose boccheggiava, in conflitto per ciò che aveva capito su di lui e furiosa per il modo in cui le aveva parlato. Rossa in viso, si rialzò di scatto raccogliendo frettolosamente le sue cose.

 

<< No,non ci riesco! >>

 

Urlò più a se stessa che agli altri due prima di correre via. Albus, incerto su cosa dire rimase in silenzio. Ma Scorpius chiarì i suoi dubbi, prima di rialzarsi pigramente e lasciarlo lì da solo.

 

<< Non è la sua pietà che voglio >>

 

                                                                       ***

 

 

Lisa Baston era seduta al tavolo di Grifondoro, il gomito sulla lignea superficie, la mano a reggerle il viso mentre sorridente osservava la giovane Weasley  che visibilmente fuori di sé si ingozzava e borbottava insulti tra i più coloriti verso il giovane Serpeverde.

 

<< E io che mi sono sentita anche in colpa! Che stupida! No,no...per quanto Albus possa negarlo quello lì è  e rimarrà un arrogante, presuntuoso, borioso… >>

 

<< Rose... Rose! >> 

 

La ragazza rialzò lo sguardo, interrompendo finalmente la serie di appellativi poco carini su Malfoy, perplessa nel vedere Lisa chiaramente divertita.

 

<< Per quasi sei anni non c’è stato un singolo giorno in cui non abbiate litigato. Hai mai pensato che questo cambiamento improvviso possa risultargli sospetto? Soprattutto se, come dice Al, Scorpius sceglie di essere così per difendersi…” 

 

Per la seconda volta in quella giornata, Rose si sentì una stupida. Perché tutti riuscivano a comprenderlo tranne lei? Che fosse lei quella troppo presa da se stessa per riuscirci? 

 

<< Inoltre io ho sempre pensato che tra te e lui ci fosse qualcosa di singolare. Non trovo originale pensare che i vostri litigi siano dati dall’odio, se effettivamente non gli importasse nulla di te,ti avrebbe semplicemente ignorato,come fa con mezza Hogwarts! >> 

 

Rose si scoprì sollevata nell’udire quelle parole, nel prendere in considerazione l’idea che dietro ai loro continui litigi ci fosse qualcosa in più, ma non ebbe tempo di soffermarsi su questo pensiero che arrossendo violentemente scosse il capo, cercando di allontanare quell’assurda idea. Portò una mano al viso e si accorse di essere assai accaldata, di certo pensò di non dover essere un bello spettacolo. Sospirò, rialzando lo sguardo su Lisa e guardandola perplessa.

 

<< Ma non avevi gli allenamenti oggi? >>

 

Non ebbe modo di ricevere una risposta perché la Baston sgranò gli occhi,  scattando in piedi e uscendo di corsa dalla sala Grande. Arrivò agli spogliatoio più velocemente possibile e poi finalmente al campo dove gli altri sfrecciavano in volo sulle loro scope.

 

<< Sei in ritardo Baston! >> 

 

Trasalì nell’udire la voce di James alle sue spalle, si voltò piano vedendolo avvicinarsi con aria non proprio amichevole. Pensò che potesse trarre qualche vantaggio dal fatto che il loro rapporto avesse decisamente fatto dei passi avanti, ma si maledì per non esser capace di far la svenevole o di usare un tono decisamente stucchevole così da far scemare la sua rabbia.  Gli andò incontro accennando ad un debole sorriso.

 

<< Capitano >> 

 

Davanti agli altri continuava ad essere fastidiosamente formale, era convinta che nessuno sarebbe stato pronto a vederli insieme, o forse erano loro a non esserlo. 

 

<< Rimedierò all’istante impegnandomi più del necessario e...e... >>

 

<< Monta su quella dannata scopa allora e fila via! >> 

 

Il tono di James, tra il divertito e l’autoritario, non lasciava repliche, la ragazza obbedì all’istante non prima che il suo viso si contorcesse in una smorfia divertita.

 

Pochi minuti prima che il sole calasse, i Grifondoro uscirono dai loro spogliatoi, accingendosi a raggiungere la Sala Grande il più rapidamente possibile, affamati. Lisa proprio in quell’stante si sentì afferrare per un braccio e trascinare dentro.

 

<< Ora dovrai farti perdonare >>

 

La voce suadente di James, unita al suo sguardo le diede i brividi. Sebbene avesse rindossato la divisa il suo corpo doveva essere ancora bagnato dopo la veloce doccia e goccioline d’acqua ricadevano lungo il viso, il collo e dalla camicia semi aperta notò che accarezzavano anche il petto del ragazzo. 

 

La risposta di Lisa fu un bacio, appassionato ed esigente. James la strinse, mentre una mano sprofondava nei morbidi capelli della ragazza. Le labbra bruciavano, desiderose di scontrarsi ancora tra di loro, di assaporare quel diletto tanto desiderato. La bocca del giovane lasciò quella della ragazza, soffermandosi sul collo, mordendolo.

 

Tra i sospiri e i gemiti Lisa pronunciò il suo nome, ancora e ancora, supplicandolo di non smettere. Niente li avrebbe riportati alla realtà, non si sarebbero accorti che qualcuno si era attardato e dalla porta semichiusa li aveva visti, aveva violato quel segreto che entrambi custodivano anche troppo gelosamente.

 

   
 
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