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Autore: unfair shadow    26/10/2010    1 recensioni
Anne si avvicinò e prese il libro. Sushi miagolò soddisfatta e si sedette di fianco a lei. Appena Anne apoggiò il libro sulle sue gambe, questo si aprì da solo e si fermò in una pagina dove c’era una scritta incomprensibile. Un raggio di luna colpì la pagina, facendo scintillare l’inchiostro. Ma che cosa?!... < Ptormia la dunoar elled ghestre, o eretop eldel unal > Sushi guardava la luna. Non avevo notato che ci fosse la luna piena! Il libro produsse un lampo luminoso, quasi per invitarla a guardarlo. Anne guardò esterrefatta il libro e lesse le parole misteriose che brillavano. Appena finiva di pronunciare una parola, quella brillava ancora più intensamente per qualche secondo, poi scompariva dalla pagina. Quando ebbe finito di leggere l’intera frase, attorno a lei si formò una specie di tromba d’aria che le confondeva la vista.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E eccolo qui, Finalmente! L'ho riscritto 934753 volte, nella speranza di renderlo migliore, ed ecco il risultato. Non ne sono molto soddisfatta (che eufemismo!) ma, insomma, questo è quello che era previsto succedesse alla povera Anne! Bene, vi lascio =)
Sperando che non siate d'accordo con il mio giudizio, vi auguro una buona lettura! <3
Grazie cieliria per i tuoi gentilissimi commenti, e coraggio per il greco! Non sei sola, anche io devo preparare una verifica di diritto, sociologia e matematica D: (anche se penso che siano molto, MOLTO più facili che il greco, a me fanno paura tutti quei segni incomprensibili v.v)

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Di nuovo, Anne attraversò quel buio, stringendo la mano di Elisabeth. Questa volta atterrarono dolcemente nel giardinetto dietro la casa, che aveva ancora le luci accese.
Elisabeth sospirò, e sempre tenendo la mano a Anne entrò in casa.

Sushi si avvicinò miagolando e seguì le due streghe in salotto. Anne si sedette sul divano e, contemplando il proprio pigiama, tutto rotto e sporco, cominciò a sfregare le mani.

“Perché non me lo avete detto?”

“Cosa?”

“Che siete delle streghe. Che mia madre  è … era.. una strega”

La ragazza alzò lo sguardo.

“..Che io sono una strega!”

Elisabeth la guardò con compassione.

“Io e tua madre decidemmo di tenerti all’oscuro della tua vera natura sin dai tuoi primi mesi.”

“Ma perché?! Perché mi avete mentito?!”

“ Abbiamo sempre voluto il tuo bene. Ricordatelo.

Tutti hanno un destino, e quando una strega partorisce un bambino, le Veggenti predicono il suo destino.”

“E questo cosa c’entra adesso?!”

“Tu non avevi un destino.”

Anne fissò sua nonna con uno sguardo incredulo e scettico.

“Oh! Non sai quante Veggenti abbiamo interpellato! Ma.. niente. Il tuo destino era illeggibile. Delle pagine bianche. Il vuoto.

Non era mai successo prima.

L’intera Comunità era terrorizzata da questo vuoto, dal tuo destino inesistente.

Non sapevamo cosa fare, e per difenderti da te stessa e dalle Bleedish, decidemmo di educarti come una bambina qualunque. In attesa di qualcosa, in attesa che ti scegliessi il tuo destino.”

Scegliere il proprio destino.

Sushi si stiracchiò e fece un piccolo miagolio.

“Ora vai a letto.”

“Ma non abbiamo ancora finito! Insomma ho ancora un sacco di domande!”

“Per oggi basta così. Direi che hai già saputo fin troppe cose tutte insieme.”

“Ma..”

“Nessun ma, fila a letto! Poi domani, dopo una bella dormita, andrò a parlare con il Consiglio per la tua istruzione magica.”

Anne prese in braccio Sushi e si avviò verso le scale, guardando torva Elisabeth, ma sapendo bene che la strega non le avrebbe detto un parola di più.

Fu difficile addormentarsi per Anne che, appena chiudeva gli occhi, riviveva il senso di oppressione causato dal vuoto e la sorpresa nello scoprire di essere accomunata a quelle strane donne, che
riuscivano a fare cose straordinarie.

Avvolta da questi pensieri, Anne passò praticamente la notte in bianco, e, quando l’indomani mattina stava correndo per non perdere l’autobus, aveva ancora gli occhi appiccicati dal sonno.

Mentre correva, facendo lo slalom fra gli alberi e le piantine di pino che le frustavano le gambe, la ragazza notò una figura vicino alla fermata dell’autobus.

 Bah, speriamo non sia quell’arrogante di Thomas!

La figura, quando la vide, si staccò dall’albero a cui era appoggiata e le venne in contro.

E’ quella ragazza di ieri sera! Come si chiama? Erittia? Erimia?

“Sorpresa! Sono venuta ad accompagnarti a scuola!”

“Ah ehm, grazie”

“Non c’è di che! Ah, non so se ti ricordi di me..mi chiamo Erylia.”

“Sì.. sei quella del fuoco giusto?”

La ragazza si guardò le mani.

“Già.. ehm.. mi dispiace per ieri sera”

Anne le rivolse un sorriso

“Oh, figurati! Alla fine non ci hanno prese no?”

“Già, ma non sai che scenata mi ha fatto Miriam ieri sera!”

La ragazza cominciò a mimare Miriam, imitando la sua voce.

“-Erylia, tu sei pazza! Ci vuoi mettere tutte nei guai, sei solo un irresponsabile, dovrebbero vietarti la magia! Ecco, chiederò al Consiglio di darti una punizione..- “

Anne scoppiò a ridere e le due ragazze, quando salirono sullo scuolabus si erano già tuffate in una lunga conversazione, inframmezzata da scoppi di risa per il racconto di una figura di merda fatta tempo prima o per le imitazioni dei prof, incapaci di farsi rispettare o pieni di manie assurde.

Quando scesero dal pullman le due stavano ancora ridendo, per l’imitazione di Erylia della preside.

“Allora ci vediamo alla festa  di Eleonora?”

“Beh, non so..”

“Eddai, non puoi non andarci!”

“Ma cos’ha di speciale questa festa?! Siete tutti lì a contare quanti giorni mancano, a discutere di che vestito metterete e con chi andrete!”

“Beh, qui non ci sono molte occasioni per divertirsi, e poi ci vanno tutti!”

“Se lo dici tu..”

“Ah no! Tu verrai con me a questa festa! Non ti permetterò di perderti il più bel party dell’anno! Poi, penso che distrarti ti farà solo bene”

Anne si mise sull’attenti

“Sissignor Capitano!”

Erylia scoppiò a ridere e le diede un buffetto sulla nuca.

“Non fare la scema, allora magari vieni a casa mia sabato dopo scuola, così ci prepariamo e andiamo insieme alla festa!”

“Vabene lo chiedo a mia nonna, poi ti faccio sapere!”

Erylia le diede di volata un bacio sulla guancia e corse in classe.

Bene, a quanto pare andrò anche alla festa più bella dell’anno di questo paese!

E, ancora sorridendo per  i racconti di Erylia, Anne entrò in classe.
   
 
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