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sul Forum: LyndaWeasley
Nickname su EFP: LyndaWeasley
Titolo della Fan Fiction:
Personaggi: Scorpius Malfoy, Lily Potter,
Generi: Generale
Warnings: One-Shot
Prompt: Pacchetto “Uno, nessuno e
centomila”
Note Personali: Ok, lo ammetto, non ho dato il massimo in
questa shot: è un
periodaccio ma volevo comunque portare a tutti i costi a termine questo
contest. Non ho particolari note da fare, se non per la canzone: ho
usato
solamente la prima strofa, spero vada bene. Ho sottolineato le frasi di
essa,
così non dovrai andare a cercare in tutta la storia stralci
di Ligabue xD
Pacchetto scelto
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
Parole: Raffreddore – calzini
Sentimenti: Noia
Personaggi Secondari: Un professore a scelta
Canzone: Ho perso le parole Ligabue
Citazione da inserire nella storia: Le buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato è il nulla assoluto. Ogni tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che hanno un certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che assegni a vuoto.
~The Library
of Wonders~
Le
buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi
scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato
è il nulla assoluto. Ogni
tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che
hanno un
certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che
assegni a
vuoto.
Questi erano i pensieri
che accompagnavano Scorpius Hyperion Malfoy in quella cupa e triste
sera di
dicembre.
Si
sentiva talmente
rabbuiato e afflitto che non aveva nemmeno voglia di starsene con i
suoi fedeli
compagni Serpeverde a giocare a Scacchi Magici nella Sala Comune; il
perché di
questo comportamento?
Perché,
semplicemente, lui
non sopportava Lily Potter!
Quella
ragazzina
spocchiosa aveva sempre, in un modo o nell’altro, qualcosa da
rovinargli:
l’umore, la voglia di rompere le balle a qualcuno, qualsiasi
battuta in
procinto di nascere, l’umore, le giornate
‘felici’ e... l’umore.
Insomma,
era sempre e
costantemente in mezzo ai coglioni, pure senza accorgersene.
Decise
che sarebbe andato
a girovagare un po’ per i corridoi del castello, giusto per
non starsene lì a
far nulla; scivolò fuori dal ritratto, nel buio e freddo
sotterraneo.
L’unica
domanda era: dove
sarebbe andato?
Salì
fino al primo piano e
cominciò a gironzolare a vanvera qua e là: ogni
tanto incontrava qualche reduce
della cena che tornava con la pancia piena nel proprio dormitorio e i
fantasmi
del castelli che bisbigliavano tra di loro.
S’inoltrò
in un corridoio
del secondo piano spuntando di fronte alla Biblioteca della scuola; di
certo
non avrebbe passato la serata circondato dai libri. Magari dentro
c’era pure
quella Babbanofila della Weasley, per carità.
Oltrepassò
la porta,
leggermente aperta da cui fuoriusciva una luce fioca, ma, non appena fu
a
qualche passo da essa, sentì uno starnuto provenire
dall’interno; possibile che
davvero a quell’ora ci
fossero ancora
studenti intenti nello studio?
Che
spreco di tempo!
Incuriosito,
fece qualche
passo indietro e sbirciò dentro dove, ricoperta di libri
fino al collo, una
ragazza si stava soffiando rumorosamente il naso.
***
I bozzoli di Attacus atlas,
formati da numerosi fili di seta, vengono utilizzati per ottenere un
filato
piuttosto resistente denominato "seta Zagara".
Lily
trascrisse queste parole su di una pergamena appoggiata di fronte a
lei, sul
tavolo: trovava estremamente noioso scrivere centinaia di volte sempre
le
stesse cose, soprattutto se si trattava di Cura delle Creature Magiche,
seconda
materia odiata dopo Storia della magia.
Con i suoi trenta
centimetri di apertura alare è una delle specie
più grandi del mondo e deve il
suo nome al particolare disegno delle sue ali...
Lily
starnutì sulla pergamena, sbavando leggermente
l’inchiostro.
Cazzo! Sfilò
la bacchetta e la puntò
contro al foglio: «Gratta e netta!» e la pergamena
fu pulita in un baleno.
...e
deve il suo nome al particolare disegno delle sue ali,
che ricorda i
colori dell'omonimo serpente.
Altro
starnuto. Maledizione, ci mancava anche il raffreddore...
Già la voglia di
studiare era poca – diciamo pure sotto alle scarpe; sapeva
che non doveva
rimanere tutto il pomeriggio al freddo con Rose, porca Morgana.
Successivamente
la femmina depone fino a duecento uova, che si
schiudono dopo circa dodici giorni. Dopo la schiusa, i piccoli bruchi
iniziano
a nutrirsi e continuano a crescere per un period- starnuto
-periodo di novanta
giorni, dopodiché, raggiunte le massime dimens- Lily
imprecò. Dopo aver
starnutito, ovviamente.
Poggiò
con poca eleganza la piuma sul tavolo ed estrasse un fazzoletto per
soffiarsi
il naso: si sentiva a pezzi, la fronte le bruciava e il naso le colava.
Ogni
volta che aveva il raffreddore il naso le diventava rosso quasi quanto
i suoi
capelli e lei si vergognava un sacco ad uscire.
Mentre
staccava il fazzoletto dal viso, qualcosa, o meglio dire qualcuno
catturò
la sua attenzione: se ne stava appollaiato sullo stipite della porta e
la
fissava con il suo solito ghigno strafottente, solamente che stavolta
c’era
anche un briciolo di rabbia.
Scorpius
non si mosse, Lily, invece, fece come se niente fosse, porse nuovamente
il
fazzoletto nella borsa, prese la piuma e finse di scrivere.
Aspettò
qualche secondo e poi alzò lo sguardo, sperando con tutto il
cuore che il
Serpeverde se ne fosse andato: speranze andate in frantumi, dato che
lui se ne
stava ancora lì.
Lily
tornò nuovamente con lo sguardo sulla pergamena,
aspettò su per giù un minuto e
alzò ancora lo sguardo: lui era ancora lì e la
guardava rabbuiato; la
Grifondoro abbassò la piuma e, cercando il tono
più diplomatico possibile,
sbuffò.
«Se
mi lasci il tuo indirizzo, magari, ti posso
inviare una foto con
l’aggiunta di un autografo».
Scorpius
alzò elegantemente un sopracciglio e sfoderò uno
dei suoi più preziosi e
fastidiosi ghigni; si sciolse dalla sua posizione e si
avvicinò a Lily, che in
quel momento stava raggruppando tutte le sue forze per cercare di non
imprecare: già quella era stata una giornata piuttosto noiosa
e per
niente ricca.
Intanto
lui si era avvicinato e si era bellamente accasciato sulla panca di
fronte a
lei. Perché, poi? Insomma, loro si odiavano a morte,
l’unico sentimento che
avevano in comune era il disprezzo più puro.
E lui
si sedeva lì, davanti a lei.
«Tu e
la gentilezza andate sempre a spasso insieme, vero?»
domandò sprezzante
Scorpius, poggiano i gomiti sul tavolo e iniziando a giocherellare con
un
anello che portava nella mano sinistra.
La
Grifondoro lo squadrò senza batter ciglio, decisa a non
cadere nella sua
trappola: “sfiniamo la Potter finché
campa”.
«Che
poi mi sorprende il tuo modo di aggredirmi diversamente ogni
giorno» continuò
lui senza smettere di fissarla.
«E a
me sorprende, invece, il tuo modo di rompermi le balle diversamente
ogni
giorno» replicò Lily gelida, mandandolo
mentalmente a quel paese.
Scorpius
dette un risolino isterico e prese nuovamente a giocherellare con il
suo
anello: era incredibile come riuscisse a disturbarla anche solo stando
in
silenzio a farsi gli affaracci suoi.
Passò
qualche minuto, trascorso tra silenzi e sguardi, che a Lily
sembrò non finisse
mai. Avrebbe desiderato che lui se ne andasse anziché
starsene lì a guardarla.
Perché poi?
Ad un
certo punto roteò gli occhi al cielo.
«Si
può sapere cosa vuoi?».
Il
Serpeverde alzò distrattamente le spalle. «Niente,
non sapevo cosa fare».
«Guarda»
cominciò Lily poggiando un po’ troppo
freneticamente la piuma sul tavolo, « Ho perso le parole per
dirti quanto mi dispiaccia di ciò, eppure ce le
avevo qua un attimo fa»
disse sarcastica.
«Mmh,
interessante» fu il commento immediato di Scorpius,
«il tuo sarcasmo piccante
mi sorprende sempre di più. Mi chiedo dove le vai a tirare
fuori tutte queste
stronzate, poi mi rispondo, “ehi, è della Potter
che stiamo parlando!” e tutto
torna nella normalità».
Ma-cosa-diavolo-stava-blaterando?
Forse
nemmeno lui stava tanto bene quella sera.
Lily
starnutì.
Imprecando,
rovistò nella borsa e ne estrasse un fazzoletto di tessuto:
oltre al fatto che
Scorpius le urtava semplicemente i nervi, si vergognava anche a
mostrarsi in
quelle condizioni; il naso, quasi certamente, somigliava a quello finto
di un
clown.
Sorpirò.
«Potter»
disse d’un tratto lui, indicandole la faccia con
un’espressione schifata; ecco,
come non detto... «Potter, ti stai soffiando il tuo regale
naso con un calzino!».
Eh?
Con
il cuore che batteva a mille, Lily porse lo sguardo sul piccolo cumulo
di
stoffa che aveva in mano e notò che effettivamente era un
calzino.
Che ci faceva un calzino
nella sua borsa di scuola!?
Come
per cercare di riparare un danno ormai irreparabile, gettò
l’indumento nella
borsa senza smettere di arrossire: anche se Scorpius le stava
letteralmente
sulle scatole –oh, eccome se le stava sulle scatole!- non
poté fare a meno di
cadere in un perfetto imbarazzo. Lui la stava ancora guardando e non
seppe se
interpretare quello sguardo come dispiaciuto, compatito o divertito:
era un po’
un miscuglio.
Menomale che non puzzava,
si
ritrovò a pensare la rossa, cercando ancora di contenersi
dall’imbarazzo;
eppure lui non emetteva una sola parola, nemmeno per sbeffeggiarla.
D’un
tratto qualcosa catturò la sua attenzione: dietro alla prima
libreria di fronte
a lei, colse le immagini di due persone che si spostavano velocemente.
Allungò
meglio il collo per cercare di capire chi fossero, quando
dall’estremità
comparve il suo professore di Cura delle Creature Magiche assieme a
Madama
Pince; Lily strabuzzò gli occhi, cercando di non immaginare
cosa potesse averli
resi così scombussolati e guardinghi e chiuse gli occhi,
come esasperata.
Quando
li riaprì Scorpius la stava fissando incuriosito. Ignorando
completamente tutta
la marea di battutine che stava emergendo dentro di lei, si sporse
più in
avanti in direzione di Scorpius –stranamente in silenzio-
così da riuscire a
parlargli sottovoce.
«Hai
visto chi c’è laggiù?»
domandò.
Scorpius,
un po’ sorpreso, girò la testa in direzione dei
due professori che si stavano
lentamente allontanando per poi tornare a posare lo sguardo in quello
di Lily,
che fu improvvisamente assalita da un profumo di vaniglia che le
inebriò la
mente.
«E
allora?» commentò, «solo
perché tu non ti dai da fare non
significa che
tutti devono seguire il tuo inutile e assurdo esempio,
Potter».
Lily
storse il naso e, con orrore, si accorse di essere ancora stravaccata
sul
tavolo con il viso a pochi centimetri da quello del biondo Serpeverde.
C’era
qualcosa –qualche arcana cosa – che
le impediva di muoversi.
Deglutì.
«Potter,
se hai così tanta voglia di baciarmi perché te ne
stai lì impalata?».
Come? Lei che
voleva baciare lui?
Okay,
forse stavano dando di matto entrambi, questo era poco ma sicuro.
Eppure
rimaneva impassibile lì, come se ci fosse una corda a
trattenerla... Troppo
studio e troppo raffreddore, Lily.
Troppo
studio...
...che
buon profumo...
...troppo
raffreddore...
...ha degli occhi
splendidi...
...troppa
stanchezza. Lily non sapeva cosa c’entrasse il raffreddore in
quella
situazione, ma doveva pur trovare una scusa per auto convincersi che
lei non
volesse baciare Scorpius, no?
«Ho
perso le parole...» riuscì a biascicare
con quel profumo alla vaniglia che
le penetrava le narici sempre di più,
«ho...».
«...perso
le parole» continuò Scorpius per lei,
improvvisamente più vicino di dieci
centimetri.
A
Lily facevano male le braccia: ci era appoggiata sopra da un sacco di
tempo e
si erano ormai informicolate, ma non aveva intenzione di spostarsi
proprio in
quel momento.
Il
suo stomaco in quel momento era paragonabile ad una centrifuga di
emozioni
contrastanti che non la lasciavano libera un attimo.
«Forse
ho perso solo le mie bugie...» continuò
Lily respirando faticosamente sulle
labbra del Serpeverde sempre più vicine.
«Si
sono nascoste bene» commentò lui facendo
altrettanto e socchiudendo gli
occhi...
«POTTER!»
trillò una voce grottesca riportandoli alla
realtà e facendo capitombolare Lily
all’indietro dalla sorpresa.
Un
uomo tarchiato che Lily riconobbe come il professore di Cura delle
Creature
Magiche, se ne stava in piedi accanto allo stipite della porta e
gettava
occhiatacce ad entrambi, soprattutto alla rossa.
«Ti ho
lasciato il permesso di stare in Biblioteca fino a quest’ora
per darti una
piccola, ma piccolissima» e sovrappose
il pollice e l’indice quasi a
toccarsi, «possibilità di strappare un Accettabile
nella mia materia e tu te ne
stai qui a flirtare con un tuo compagno!?».
Lily
trasalì.
«M-mi
scusi, professore» balbettò, seriamente a disagio,
«io...».
«Niente
“io”, ora finisci e vai a letto e tu»
disse puntando il dito contro
Scorpius, «fila a letto o ti ci mando a calci!».
Ecco
il motivo –uno dei motivi-
per cui Lily
odiava suddetta materia: il professore era estremamente severo e
rompiscatole
fino allo sfinimento.
«D’accordo»
disse debole lei.
L’uomo
uscì dalla stanza, lasciando soli Lily e Scorpius,
l’una che puntava lo sguardo
imbronciato sul foglio di pergamena stiracchiato di fronte a lei e
l’altro che
la squadrava mezzo irritato e mezzo imbarazzato.
«Forse
è meglio che tu vada...» disse d’un
tratto lei, mantenendo lo sguardo su
quell’odiosa pergamena ingiallita.
Scorpius
si alzò senza dire una parola e raggiunse la porta: Lily
alzò lo sguardo e, non
appena i suoi occhi raggiunsero la nuca di Malfoy, lui si
voltò.
«Io e
te non abbiamo ancora finito, Potter» asserì con
sguardo malizioso, per poi
voltarsi di nuovo e lasciandola sola, in mezzo a tutti quei dubbi e
sentimenti
che non avevano diritto ad esistere.