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Autore: LyndaWeasley    27/10/2010    6 recensioni
Storia classificatasi prima al "Coppie...Contest" indetto da B.S sul forum di EFP
Lily tornò nuovamente con lo sguardo sulla pergamena, aspettò su per giù un minuto e alzò ancora lo sguardo: lui era ancora lì e la guardava rabbuiato; la Grifondoro abbassò la piuma e, cercando il tono più diplomatico possibile, sbuffò.
«Se mi lasci il tuo indirizzo, magari, ti posso inviare una foto con l’aggiunta di un autografo».
Scorpius alzò elegantemente un sopracciglio e sfoderò uno dei suoi più preziosi e fastidiosi ghigni; si sciolse dalla sua posizione e si avvicinò a Lily, che in quel momento stava raggruppando tutte le sue forze per cercare di non imprecare: già quella era stata una giornata piuttosto noiosa e per niente ricca.

Buona lettura,
Lin.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nickname sul Forum:  LyndaWeasley
Nickname su EFP:  
LyndaWeasley
Titolo della Fan Fiction:
Personaggi:
Scorpius Malfoy, Lily Potter,
Generi:
Generale
Warnings:
One-Shot
Prompt:
Pacchetto “Uno, nessuno e centomila”
Note Personali:
Ok, lo ammetto, non ho dato il massimo in questa shot: è un periodaccio ma volevo comunque portare a tutti i costi a termine questo contest. Non ho particolari note da fare, se non per la canzone: ho usato solamente la prima strofa, spero vada bene. Ho sottolineato le frasi di essa, così non dovrai andare a cercare in tutta la storia stralci di Ligabue xD

Pacchetto scelto

UNO, NESSUNO E CENTOMILA

Luogo: Biblioteca di Hogwarts
Parole: Raffreddore – calzini
Sentimenti: Noia
Personaggi Secondari: Un professore a scelta
Canzone: Ho perso le parole Ligabue
Citazione da inserire nella storia: Le buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato è il nulla assoluto. Ogni tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che hanno un certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che assegni a vuoto.

 

 

 

 

~The Library of Wonders~

 

Le buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato è il nulla assoluto. Ogni tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che hanno un certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che assegni a vuoto.

Questi erano i pensieri che accompagnavano Scorpius Hyperion Malfoy in quella cupa e triste sera di dicembre.

Si sentiva talmente rabbuiato e afflitto che non aveva nemmeno voglia di starsene con i suoi fedeli compagni Serpeverde a giocare a Scacchi Magici nella Sala Comune; il perché di questo comportamento?

Perché, semplicemente, lui non sopportava Lily Potter!

Quella ragazzina spocchiosa aveva sempre, in un modo o nell’altro, qualcosa da rovinargli: l’umore, la voglia di rompere le balle a qualcuno, qualsiasi battuta in procinto di nascere, l’umore, le giornate ‘felici’ e... l’umore.

Insomma, era sempre e costantemente in mezzo ai coglioni, pure senza accorgersene.

Decise che sarebbe andato a girovagare un po’ per i corridoi del castello, giusto per non starsene lì a far nulla; scivolò fuori dal ritratto, nel buio e freddo sotterraneo.

L’unica domanda era: dove sarebbe andato?

Salì fino al primo piano e cominciò a gironzolare a vanvera qua e là: ogni tanto incontrava qualche reduce della cena che tornava con la pancia piena nel proprio dormitorio e i fantasmi del castelli che bisbigliavano tra di loro.

S’inoltrò in un corridoio del secondo piano spuntando di fronte alla Biblioteca della scuola; di certo non avrebbe passato la serata circondato dai libri. Magari dentro c’era pure quella Babbanofila della Weasley, per carità.

Oltrepassò la porta, leggermente aperta da cui fuoriusciva una luce fioca, ma, non appena fu a qualche passo da essa, sentì uno starnuto provenire dall’interno; possibile che davvero a quell’ora ci fossero ancora studenti intenti nello studio?

Che spreco di tempo!

Incuriosito, fece qualche passo indietro e sbirciò dentro dove, ricoperta di libri fino al collo, una ragazza si stava soffiando rumorosamente il naso.

 

***

 


I bozzoli di Attacus atlas, formati da numerosi fili di seta, vengono utilizzati per ottenere un filato piuttosto resistente denominato "seta Zagara".

Lily trascrisse queste parole su di una pergamena appoggiata di fronte a lei, sul tavolo: trovava estremamente noioso scrivere centinaia di volte sempre le stesse cose, soprattutto se si trattava di Cura delle Creature Magiche, seconda materia odiata dopo Storia della magia.

Con i suoi trenta centimetri di apertura alare è una delle specie più grandi del mondo e deve il suo nome al particolare disegno delle sue ali...

Lily starnutì sulla pergamena, sbavando leggermente l’inchiostro.

Cazzo! Sfilò la bacchetta e la puntò contro al foglio: «Gratta e netta!» e la pergamena fu pulita in un baleno.

...e deve il suo nome al particolare disegno delle sue ali, che ricorda i colori dell'omonimo serpente.

Altro starnuto. Maledizione, ci mancava anche il raffreddore... Già la voglia di studiare era poca – diciamo pure sotto alle scarpe; sapeva che non doveva rimanere tutto il pomeriggio al freddo con Rose, porca Morgana.
Successivamente la femmina depone fino a duecento uova, che si schiudono dopo circa dodici giorni. Dopo la schiusa, i piccoli bruchi iniziano a nutrirsi e continuano a crescere per un period-
starnuto -periodo di novanta giorni, dopodiché, raggiunte le massime dimens- Lily imprecò. Dopo aver starnutito, ovviamente.

Poggiò con poca eleganza la piuma sul tavolo ed estrasse un fazzoletto per soffiarsi il naso: si sentiva a pezzi, la fronte le bruciava e il naso le colava. Ogni volta che aveva il raffreddore il naso le diventava rosso quasi quanto i suoi capelli e lei si vergognava un sacco ad uscire.

Mentre staccava il fazzoletto dal viso, qualcosa, o meglio dire qualcuno catturò la sua attenzione: se ne stava appollaiato sullo stipite della porta e la fissava con il suo solito ghigno strafottente, solamente che stavolta c’era anche un briciolo di rabbia.

Scorpius non si mosse, Lily, invece, fece come se niente fosse, porse nuovamente il fazzoletto nella borsa, prese la piuma e finse di scrivere.

Aspettò qualche secondo e poi alzò lo sguardo, sperando con tutto il cuore che il Serpeverde se ne fosse andato: speranze andate in frantumi, dato che lui se ne stava ancora lì.

Lily tornò nuovamente con lo sguardo sulla pergamena, aspettò su per giù un minuto e alzò ancora lo sguardo: lui era ancora lì e la guardava rabbuiato; la Grifondoro abbassò la piuma e, cercando il tono più diplomatico possibile, sbuffò.

«Se mi lasci il tuo indirizzo, magari, ti posso inviare una foto con l’aggiunta di un autografo».

Scorpius alzò elegantemente un sopracciglio e sfoderò uno dei suoi più preziosi e fastidiosi ghigni; si sciolse dalla sua posizione e si avvicinò a Lily, che in quel momento stava raggruppando tutte le sue forze per cercare di non imprecare: già quella era stata una giornata piuttosto noiosa e per niente ricca.

Intanto lui si era avvicinato e si era bellamente accasciato sulla panca di fronte a lei. Perché, poi? Insomma, loro si odiavano a morte, l’unico sentimento che avevano in comune era il disprezzo più puro.

E lui si sedeva lì, davanti a lei.

«Tu e la gentilezza andate sempre a spasso insieme, vero?» domandò sprezzante Scorpius, poggiano i gomiti sul tavolo e iniziando a giocherellare con un anello che portava nella mano sinistra.

La Grifondoro lo squadrò senza batter ciglio, decisa a non cadere nella sua trappola: “sfiniamo la Potter finché campa”.

«Che poi mi sorprende il tuo modo di aggredirmi diversamente ogni giorno» continuò lui senza smettere di fissarla.

«E a me sorprende, invece, il tuo modo di rompermi le balle diversamente ogni giorno» replicò Lily gelida, mandandolo mentalmente a quel paese.

Scorpius dette un risolino isterico e prese nuovamente a giocherellare con il suo anello: era incredibile come riuscisse a disturbarla anche solo stando in silenzio a farsi gli affaracci suoi.

Passò qualche minuto, trascorso tra silenzi e sguardi, che a Lily sembrò non finisse mai. Avrebbe desiderato che lui se ne andasse anziché starsene lì a guardarla. Perché poi?

Ad un certo punto roteò gli occhi al cielo.

«Si può sapere cosa vuoi?».

Il Serpeverde alzò distrattamente le spalle. «Niente, non sapevo cosa fare».

«Guarda» cominciò Lily poggiando un po’ troppo freneticamente la piuma sul tavolo, « Ho perso le parole  per dirti quanto mi dispiaccia di ciò, eppure ce le avevo qua un attimo fa» disse sarcastica.

«Mmh, interessante» fu il commento immediato di Scorpius, «il tuo sarcasmo piccante mi sorprende sempre di più. Mi chiedo dove le vai a tirare fuori tutte queste stronzate, poi mi rispondo, “ehi, è della Potter che stiamo parlando!” e tutto torna nella normalità».

Ma-cosa-diavolo-stava-blaterando?

Forse nemmeno lui stava tanto bene quella sera.

Lily starnutì.

Imprecando, rovistò nella borsa e ne estrasse un fazzoletto di tessuto: oltre al fatto che Scorpius le urtava semplicemente i nervi, si vergognava anche a mostrarsi in quelle condizioni; il naso, quasi certamente, somigliava a quello finto di un clown.

Sorpirò.

«Potter» disse d’un tratto lui, indicandole la faccia con un’espressione schifata; ecco, come non detto... «Potter, ti stai soffiando il tuo regale naso con un calzino!».

Eh?

Con il cuore che batteva a mille, Lily porse lo sguardo sul piccolo cumulo di stoffa che aveva in mano e notò che effettivamente era un calzino.

Che ci faceva un calzino nella sua borsa di scuola!?

Come per cercare di riparare un danno ormai irreparabile, gettò l’indumento nella borsa senza smettere di arrossire: anche se Scorpius le stava letteralmente sulle scatole –oh, eccome se le stava sulle scatole!- non poté fare a meno di cadere in un perfetto imbarazzo. Lui la stava ancora guardando e non seppe se interpretare quello sguardo come dispiaciuto, compatito o divertito: era un po’ un miscuglio.

Menomale che non puzzava, si ritrovò a pensare la rossa, cercando ancora di contenersi dall’imbarazzo; eppure lui non emetteva una sola parola, nemmeno per sbeffeggiarla.

D’un tratto qualcosa catturò la sua attenzione: dietro alla prima libreria di fronte a lei, colse le immagini di due persone che si spostavano velocemente. Allungò meglio il collo per cercare di capire chi fossero, quando dall’estremità comparve il suo professore di Cura delle Creature Magiche assieme a Madama Pince; Lily strabuzzò gli occhi, cercando di non immaginare cosa potesse averli resi così scombussolati e guardinghi e chiuse gli occhi, come esasperata.

Quando li riaprì Scorpius la stava fissando incuriosito. Ignorando completamente tutta la marea di battutine che stava emergendo dentro di lei, si sporse più in avanti in direzione di Scorpius –stranamente in silenzio- così da riuscire a parlargli sottovoce.

«Hai visto chi c’è laggiù?» domandò.

Scorpius, un po’ sorpreso, girò la testa in direzione dei due professori che si stavano lentamente allontanando per poi tornare a posare lo sguardo in quello di Lily, che fu improvvisamente assalita da un profumo di vaniglia che le inebriò la mente.

«E allora?» commentò, «solo perché tu non ti dai da fare non significa che tutti devono seguire il tuo inutile e assurdo esempio, Potter».

Lily storse il naso e, con orrore, si accorse di essere ancora stravaccata sul tavolo con il viso a pochi centimetri da quello del biondo Serpeverde.

C’era qualcosa –qualche arcana cosa – che le impediva di muoversi.

Deglutì.

«Potter, se hai così tanta voglia di baciarmi perché te ne stai lì impalata?».

Come? Lei che voleva baciare lui?

Okay, forse stavano dando di matto entrambi, questo era poco ma sicuro.

Eppure rimaneva impassibile lì, come se ci fosse una corda a trattenerla... Troppo studio e troppo raffreddore, Lily.

Troppo studio...

...che buon profumo...

...troppo raffreddore...

...ha degli occhi splendidi...

...troppa stanchezza. Lily non sapeva cosa c’entrasse il raffreddore in quella situazione, ma doveva pur trovare una scusa per auto convincersi che lei non volesse baciare Scorpius, no?

«Ho perso le parole...» riuscì a biascicare con quel profumo alla vaniglia che le penetrava le narici sempre di più, «ho...».

«...perso le parole» continuò Scorpius per lei, improvvisamente più vicino di dieci centimetri.

A Lily facevano male le braccia: ci era appoggiata sopra da un sacco di tempo e si erano ormai informicolate, ma non aveva intenzione di spostarsi proprio in quel momento.

Il suo stomaco in quel momento era paragonabile ad una centrifuga di emozioni contrastanti che non la lasciavano libera un attimo.

«Forse ho perso solo le mie bugie...» continuò Lily respirando faticosamente sulle labbra del Serpeverde sempre più vicine.

«Si sono nascoste bene» commentò lui facendo altrettanto e socchiudendo gli occhi...

«POTTER!» trillò una voce grottesca riportandoli alla realtà e facendo capitombolare Lily all’indietro dalla sorpresa.

Un uomo tarchiato che Lily riconobbe come il professore di Cura delle Creature Magiche, se ne stava in piedi accanto allo stipite della porta e gettava occhiatacce ad entrambi, soprattutto alla rossa.

«Ti ho lasciato il permesso di stare in Biblioteca fino a quest’ora per darti una piccola, ma piccolissima» e sovrappose il pollice e l’indice quasi a toccarsi, «possibilità di strappare un Accettabile nella mia materia e tu te ne stai qui a flirtare con un tuo compagno!?».

Lily trasalì.

«M-mi scusi, professore» balbettò, seriamente a disagio, «io...».

«Niente “io”, ora finisci e vai a letto e tu» disse puntando il dito contro Scorpius, «fila a letto o ti ci mando a calci!».

Ecco il motivo –uno dei motivi-  per cui Lily odiava suddetta materia: il professore era estremamente severo e rompiscatole fino allo sfinimento.

«D’accordo» disse debole lei.

L’uomo uscì dalla stanza, lasciando soli Lily e Scorpius, l’una che puntava lo sguardo imbronciato sul foglio di pergamena stiracchiato di fronte a lei e l’altro che la squadrava mezzo irritato e mezzo imbarazzato.

«Forse è meglio che tu vada...» disse d’un tratto lei, mantenendo lo sguardo su quell’odiosa pergamena ingiallita.

Scorpius si alzò senza dire una parola e raggiunse la porta: Lily alzò lo sguardo e, non appena i suoi occhi raggiunsero la nuca di Malfoy, lui si voltò.

«Io e te non abbiamo ancora finito, Potter» asserì con sguardo malizioso, per poi voltarsi di nuovo e lasciandola sola, in mezzo a tutti quei dubbi e sentimenti che non avevano diritto ad esistere.

 

 

   
 
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